#cronaca 2025
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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Una donna perde il controllo dell’auto e si ribalta nel centro di Strevi. Intervento di Carabinieri, Vigili del Fuoco e 118. Scopri di più su Alessandria today.
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livornointasca · 21 days ago
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Coppa Risi’Atori: il Borgo vince la maratona del mare e la coppa degli Juniores. Ardenza continua a trionfare al femminile.
Si è disputata in due giorni diversi la Coppa Risi’Atori, Sabato 31 si è svolta la competizione degli special, del femminile e degli juniores che ha visto la vittoria del Borgo Cappuccini nel minipalio ed ancora l’Ardenza trionfante con il suo equipaggio rosa. Domenica 1/6 è invece partita la Maratona del mare alle 18:30 e in 40 minuti di sudore l’ Armo vincitore è quello della cantina del Borgo…
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TORINO. SALONE DEL LIBRO 2025. L'INCONTRO FORTUITO CON LE "MERAVIGLIE" DI ANTONIO, TONINO, CATALANO.(PHOTOGALLERY)
Servizio Giuseppe Amato/Quotidiano On Line Il salone del libro è un luogo in cui incontri espositori, scrittori, visiti gli stand della case editrici, Incontri Ministri e personalità della politica, ma l’incontro più importante è significati è con il “mimo di un tempo”. l’artista poliedrico, l’attore, il pittore e lo scrittore, L’AMICO che non vedevi da almeno 30 anni e che nell’ultimo incontro…
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nusta · 2 months ago
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L'altro giorno mia cognata mi ha raccontato che alle medie dove va mia nipote c'era stata una discussione sull'opportunità o meno di far vedere a delle classi terze il film "Il ragazzo dai pantaloni rosa". Alcuni genitori si erano opposti, ritenendo che non fosse adatto per l'età del pubblico (terza media, l'età che hanno i protagonisti del film all'inizio della storia, che è tratta da una storia vera, quella di Andrea Spezzacatena)
Io non l'avevo ancora visto, anche se ne avevo sentito parlare e avevo vagamente capito di cosa si trattasse. L'ho trovato su netflix e stasera me lo sono guardata da sola e sono rimasta perplessa su diversi fronti. Sul film in sé, sulle eventuali discussioni, sulla mia generazione (che è quella che si ritrova come genitrice degli adolescenti contemporanei o imminentemente tali), sulla generazione precedente (che ha figliato i protagonisti della storia del film e della storia vera da cui è tratto - un fatto di cronaca del 2012) e pure su quella prima ancora, che si trova ancora in larga parte nei posti in cui si decide come e dove e in quali termini si può parlare di certi temi.
(Seguono spoiler)
Il film è abbastanza piatto, lento, prevedibile, autocelebrativo e carente di una prospettiva neutra. L'ultimo diffetto lo perdono per via del fatto che a comporre la storia di Andrea Spezzacatena originariamente è stata sua madre, a posteriori, nel tentativo di dare senso al suicidio del figlio di appena 15 anni. Non mi posso aspettare una prospettiva neutra dal suo racconto (e sarei curiosa di leggere il suo libro), ma nel vedere il film si "sente" che manca la prospettiva del resto del mondo e in un film che racconta questo tipo di storia, nel 2025, avrei preferito vederla rappresentata. Le reazioni degli altri adulti, le reazioni di altri compagni, dei parenti, sono ridotte a virgole, nel racconto dei pochissimi coprotagonisti e del protagonista, che però non racconta la propria storia, perchè non è un'autobiografia.
Gli altri difetti fatico invece a perdonarli, ma posso concedere di archiviarli come "cifra stilistica" che non combacia con il mio gusto personale. Non è il tipo di film che avrei continuato a guardare, se non fosse stato per la premessa di cui sopra. Per restare più o meno in argomento, per dire, ho apprezzato molto di più serie come 13 reasons why, Adolescence, Sex education o Heartstopper.
Quello che mi chiedo, a questo punto, è se è il tipo di film che guarderebbero degli adolescenti oggi, se non fossero costretti a farlo per ragioni scolastiche. Se non fosse stato classificato come "educativo" al punto da "somministrarlo" a scuola, con tutto quello che comporta in termini di percezione, da parte dello spettatore, una visione in questo contesto. E mi chiedo cosa dica questo del film in sé, del nostro sistema scolastico, della cultura diffusa intorno agli argomenti trattati come protagonisti del film e a quelli che invece fanno da contorno o da sottotraccia, che però, per me, sono altrettanto, se non più pericolosi da ignorare o trattare superficialmente, come è stato fatto nel film e come, temo, venga fatto nelle discussioni di contorno (anche se, come sempre, spero di sbagliarmi e confido in una classe di insegnanti migliore di come viene generalmente rappresentata).
Mi chiedo quanto sia difficile parlare di depressione, di suicidio, di omofobia, di solitudine, di ipocrisia, di peer pressure, di ignoranza, di stupidità, di aspettative familiari, di identità e orientamento sessuale, di prepotenza e autostima e rabbia e vendetta e proporzione e indifferenza - quanto sia difficile farlo quando si ha per argomento un fatto realmente accaduto e quanto sia ancora più difficile farlo quando si ha la drammatizzazione di quel fatto - e quanto sia ancora più difficile farlo quando la drammatizzazione proviene dalla testimonianza di una madre che, a posteriori, ha scoperto un pezzo della vita di suo figlio che non aveva mai conosciuto.
Quanto c'è di vero, di reale, di verosimile, di simile, di esemplare, di eccezionale, di assurdo, di drammatizzato in quello che si racconta? Quanto è ammissibile, al pubblico? Quanto è inevitabile tralasciare, in una trasposizione dalla vita alla rappresentazione?
Non ci possiamo aspettare un documentario, eppure pare che venga trattato quasi come se lo fosse - ed è questo che mi preoccupa.
Mi chiedo se per parlare di questi temi, che sono temi fondamentali della vita e dovrebbero far parte di molte conversazioni a partire dagli 11 anni in su, tra gente della stessa età e tra generazioni diverse, per capire come va il mondo, ci sia bisogno di un film fatto in questo modo. In un certo senso, forse mi chiedo perchè non basti il fatto di cronaca o il resoconto biografico di amici e famiglia e ci sia bisogno della spettacolarizzazione.
La risposta semplice forse è che un film è uno strumento più facile da maneggiare, apparentemente più autonomo. Fa più scalpore, un film, rispetto alla semplice notizia, è più facile che trovi un pubblico.
Ma la risposta che cerco è su un altro piano, quello della differenza tra le generazioni: mi chiedo se e come sia possibile un dialogo mediato da uno spunto più semplice, ossia mi chiedo se sia possibile parlare di queste cose senza bisogno di un film come questo. Me lo chiedo perché, onestamente, non lo so, ma temo di trovarmi presto nella condizione di doverlo scoprire, con i miei nipoti, e con i loro genitori, e mi sembra di capire che ci sia una pericolosa deriva di carenza di autostima e di rispetto reciproco in tutte le direzioni e vorrei capire se c'è qualche modo per costruire qualche argine che tenga botta.
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turuin · 23 days ago
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"tanto i referendum sono inutili" vaffanculo. Andate a votare!
Fonte, visto che qualcuno...
https://bologna.repubblica.it/cronaca/2025/06/02/news/licenziate_jobs_act_fiom_albinea_interpuls-424643942/
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libero-de-mente · 3 days ago
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Ieri, a due passi da casa mia, un’esplosione di colori ha invaso un angolo di Bergamo. Era la chiusura del Pride 2025, un evento che pulsava di vita in un’area trasformata in spazio di festa: musica, cibo, voci, e un mosaico di iniziative.
Ma quel luogo, pensate, non era nato per la gioia. Era un cimitero. Sconsacrato, abbandonato per oltre mezzo secolo dall’ultima sepoltura, bonificato. I vialetti che un tempo segnavano il passo tra le tombe sono spariti, i colombari e le cappelle rasi al suolo. Dell’antico camposanto resta solo un portale a sud, che un tempo accoglieva il silenzio dei visitatori e ora ospita il tintinnio delle casse o il gorgoglio della birra spillata. Da luogo di lutto a palcoscenico di risate giovani, di suoni, di vita. Non è solo rigenerazione urbana: è una resurrezione umana.
L’evento si chiamava “Identità in rivolta”. Un nome che sa di tempesta, in un mondo che brucia di ribellioni. Non sapevo nulla di quella festa. Mi ci sono trovato in mezzo per caso, con l’auto che arrancava tra la folla. Una marea di giovani e meno giovani, vestiti di estate e provocazione: colori sgargianti, abiti che sfidano ogni regola, dettagli che gridano libertà.
Nel tentativo di raggiungere casa, taglio per un parcheggio, sperando di aggirare l’ingorgo. All’uscita, il mio sguardo incrocia un marciapiede dove due ragazze camminano mano nella mano, dirette alla festa. Per non costringerle a scendere in strada, infilo la retromarcia e cedo loro il passo. Fa caldo, i finestrini sono spalancati, e una brezza carica di temporale mi accarezza il viso. Così, nitide, mi arrivano le loro voci. “Guarda questo,” dice una, con un sorrisetto, “pensa di fare il cavaliere. Non ha capito che con noi non attacca.” L’altra scoppia a ridere. Ribelli.
Rimango fermo, con un dubbio che mi morde. Meglio il rimorso di passare per un “matusa” fuori tempo, o il rimpianto di aver tirato dritto, rischiando di sentirmi un boomer arrogante, figlio di un patriarcato che ancora resiste, ostinato?
Non ho il tempo di rispondermi. Poco più avanti, un gruppo di ragazzi, quelli che la gente etichetta “maranza”, sta molestando una coppia. Uno dei due, un ragazzo, porta al collo una bandiera palestinese. Le parole che volano sono taglienti, cariche di rabbia senza radici. Nessuna solidarietà, solo il vuoto di chi cresce senza un’identità, se non quella del rifiuto di ogni appartenenza. Ribelli, a modo loro.
Mentre mi muovo a passo d’uomo, il mio sguardo curioso attira reazioni di chi incrocia il mio sguardo. C’è chi sorride, chi alza due dita in segno di vittoria, chi mi regala un dito medio o una linguaccia. E poi, due baci soffiati nell’aria: uno da una lei, uno da un lui. Ribelli del gesto, dell’amore.
Ma la brezza, che aveva annunciato il suo arrivo, non mente. Il temporale scoppia, improvviso, e la folla si disperde in un fuggifuggi caotico. Chi corre sotto i portici, chi si rifugia nei portoni, chi cerca riparo nei locali o sotto le pensiline degli autobus. Alla fine, forse, la vera ribelle è la pioggia: sa smuovere tutti, senza distinzioni.
La strada si libera d'incanto, come il Mar Rosso si aprì davanti a Mosè, così due ali di folla sgomberano la strada. Posso velocemente avviarmi a casa, sotto il tamburellare di una pioggia che potrebbe trasformarsi in grandine. Io ribelle a una vita che mi sta levando il sorriso, un poco alla volta.
p.s. prego astenersi da eventuali commenti che inneggiano, avviliscono, creano polemiche. Il mio è un puro racconto di cronaca. Non cerco pareri oppure opinioni che, in questo contesto, non servono a nulla. Grazie a chi mi leggerà.
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bibliotecasanvalentino · 1 month ago
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Lunedì 26 Maggio 2025 alle ore 20.30 il GdL "Chiave di Lettura", presso i locali della Biblioteca San Valentino, si incontrerà, per discutere insieme del libro “La cuoca segreta di Frida” di Florencia Etcheves.
Le donne della famiglia Cruz hanno tutte un destino: crescere da sole le loro figlie. Paloma lo ha imparato sulla propria pelle: di suo padre infatti ha sentito raccontare una sola volta, come un’ombra passeggera, l’avventura di una notte; un uomo senza volto e senza nome, di cui è meglio non parlare. Ma quando sua nonna Nayeli muore in una casa di cura a Buenos Aires, Paloma scopre che quello non è l’unico segreto del loro passato. In un ripostiglio, infatti, trova un rotolo di tela ruvida. Dentro c’è un dipinto, bellissimo, che ritrae una giovane donna nuda mentre fa il bagno in un fiume. Una strana macchia di vernice rossa copre però una parte della tela, come se qualcuno avesse voluto renderla indecifrabile. Ma ancora più misteriose sono le parole che Nayeli ha lasciato per la nipote: ‘La storia vale più del quadro. È la storia la vera opera d’arte’. L’indagine su quel disegno la ripoterà indietro di ottant’anni, sulle tracce di una ragazza messicana in fuga dalla casa paterna, che arriva a Città del Messico e grazie alle sue portentose doti culinarie trova lavoro a Casa Azul, dove Frida Kahlo vive da sola dopo il turbolento divorzio da Diego Rivera.
Tra sapori, profumi e colori, Florencia Etcheves ci offre non soltanto un ritratto intimo, toccante, di una delle artiste più iconiche di tutti i tempi, ma soprattutto una riflessione sul potere immortale dell’arte e dei legami femminili.
Florencia Etcheves (1971) è una giornalista argentina di cronaca nera, si è occupata dei casi criminali più clamorosi del suo paese, oltre che autrice di trasmissioni televisive, conduttrice e attivista femminista. Per tre anni consecutivi ha ricevuto il Premio Martín Fierro come miglior giornalista donna. È autrice di vari romanzi best-seller. A uno di questi, “Scomparsa” è ispirato il film Perdida (2020) prodotto da Netflix.
Se volete partecipare, contattateci all'indirizzo mail: [email protected] oppure all'indirizzo, sempre mail, [email protected] e riceverete, in prossimità dell’incontro, il link di riferimento.
Vi aspettiamo per conoscere e confrontarci su questa autrice sudamericana, non mancate!!!
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grazielladwan · 6 months ago
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CIAO 2024 - BENVENUTO 2025
Immagine creata con IA Un anno tra mondi paralleli, vampiri, blog e gatti a una sola campanella, ma pure Galeotti! E così, il calendario si prepara a girare l’ultima pagina. No, non ho salvato il mondo (non ancora, almeno), ma posso dire di aver vissuto un anno degno di una cronaca epica… o quantomeno di una trama ben intrecciata. Partiamo dai miei racconti: quest’anno ho viaggiato tra…
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fashionluxuryinfo · 7 months ago
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Gianni Molaro presenta Vanitè Blanche, un grido contro il body shaming
Gianni Molaro, dopo il recente fatto di cronaca che lo vede protagonista in cui il noto designer campano ha chiesto la rimozione ed il sequestro per plagio dell’opera Pulcinella di Gaetano Pesce, installata in Piazza Municipio a Napoli, presenterà domenica 24 novembre p.v. la sua nuova collezione alta moda sposa 2025 intitolata Vanitè Blanche nella maestosa e suggestiva Galleria del Cardinale Colonna di Palazzo Colonna. Il celebre couturier campano, personaggio televisivo grazie alla trasmissione Detto Fatto su Rai2, svelerà le ricercate e sartoriali proposte sposa 2025 lanciando un monito contro il body shaming https://www.fashionluxury.info/it/
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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La Polizia di Alessandria arresta un 52enne ricercato per maltrattamenti in famiglia. Fermato a Gamalero durante un controllo stradale. Scopri di più su Alessandria today.
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anchesetuttinoino · 1 year ago
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Che cosa la Cgil non ha capito del Jobs Act e del lavoro in Italia
I quesiti del referendum promosso da Landini e compagni, la lettura errata della realtà del paese da parte del sindacato “antagonista”, la battaglia radicalmente diversa della Cisl
Nella Gazzetta ufficiale del 13 aprile 2024 sono riportati i quattro annunci di richiesta di referendum abrogativi presentati dalla Cgil alla Suprema Corte di Cassazione.
Il quesito contro il Jobs Act
Il primo, diventato velocemente il simbolo comunicativo della campagna di raccolta firme attivata dal sindacato per proseguire l’iter di approvazione, concerne l’abrogazione del contratto a tutele crescenti regolato dal Jobs Act. Si tratta, indubbiamente, di una delle più rilevanti novità della riforma varata nel 2015 dal governo Renzi (che si compone di una legge delega, otto decreti delegati e diversi correttivi e collegati, quindi è ben più complessa): questa scelta ha perciò giustificato il ricorso allo slogan “referendum contro il Jobs Act”.
Più forzata la sintesi del “ritorno all’articolo 18”: invero si verificherebbe il ripristino per tutti i lavoratori impiegati in aziende con più di 15 dipendenti del regime sanzionatorio per i licenziamenti illegittimi previsti non dall’originale articolo 18 della legge 300 del 1970 (Statuto dei lavoratori), ma dalla versione modificata nel 2012 dalla riforma Fornero, ove è certamente più forte la tutela reintegratoria rispetto al Jobs Act, ma comunque non prevista per tutte le fattispecie di illegittimo licenziamento (per esempio non interviene in caso di licenziamento economico).
Il quesito sui licenziamenti illegittimi
Il secondo quesito interessa esclusivamente i lavoratori che operano nelle imprese al di sotto dei quindici dipendenti: la Cgil propone l’eliminazione del tetto massimo delle sei mensilità e del tetto alle maggiorazioni per i lavoratori con una certa anzianità in caso di licenziamenti illegittimi, lasciando perciò maggiore libertà al giudice nella individuazione della indennità.
Il quesito sui contratti a termine
La terza proposta intende impedire di stipulare un contratto a termine acausale superiore a dodici mesi, nonché estende l’ambito applicativo del regime di causalità anche alle ipotesi di rinnovo o proroga del contratto a termine che implicano una durata complessiva inferiore o uguale a un anno. È a questo quesito che si riferisce la Cgil quando sui media parla (assai forzatamente) di “superamento della precarietà”.
Il quesito su sicurezza e subappalti
L’ultima proposta concerne la sicurezza sul lavoro negli appalti e prevede la responsabilità diretta del committente ultimo anche in caso di subappalto, di modo che sia più accurata la scelta dei fornitori.
Prossimi obiettivi e scadenze
Perché i quesiti possano essere effettivamente rivolti agli elettori, la Cgil dovrà raccogliere 500 mila firme certificate entro 3 mesi dalla prima vidima, quindi pressappoco entro la metà di luglio. Non c’è ragione di credere che l’obiettivo non sia raggiunto e superato. Entro il 30 settembre le firme dovranno essere consegnate in Corte di Cassazione, che avrà a disposizione massimo tre mesi per la verifica e la vidima. A quel punto sarà la Corte costituzionale a convocare entro il 20 gennaio 2025 l’udienza sul giudizio di ammissibilità dei quesiti e ad esprimersi a questo riguardo entro il 10 febbraio 2025. Se i quesiti saranno confermati (non è scontato: nel 2017 non tutti quelli presentati dalla stessa Cgil furono accettati), la consultazione popolare si svolgerà nella primavera del 2025.
Il falso problema della “quantità” di lavoro
Accanto alla fredda cronaca tecnica, si permettano alcune valutazioni di merito.
La prima concerne la coerenza “storica” dei quesiti, la loro capacità di leggere le difficoltà del diritto del lavoro. Come chiarito da tutti gli osservatori statistici nazionali e internazionali (si veda, solo perché più recente, il Rapporto Istat 2024), in Italia oggi non c’è alcun problema di occupazione e disoccupazione, ossia di “quantità” del lavoro. Mai nella sua storia si erano conteggiati nel nostro paese quasi 24 milioni di occupati. Il Jobs Act, quindi, non ha determinato un impoverimento delle opportunità di lavoro. Allorquando, per ragioni politiche o giuridiche, non si volesse assegnargli meriti particolari, comunque non si potrebbe rivolgergli particolari colpe in termini di quantità del lavoro. Paradossalmente la Cgil fa lo stesso errore del governo: entrambi si concentrano sull’incremento della occupazione (la prima negli slogan associati al referendum, il secondo con il generoso pacchetto di incentivi a tempo previsti nel cosiddetto decreto Primo Maggio), quando questa non è oggi il problema del mercato del lavoro italiano.
L’equivoco della precarietà
Il quesito sul contratto a termine, invece, mette al centro dell’azione sindacale la “qualità del lavoro”, sempre e solo intesa come una dimensione che dipende dalla tipologia contrattuale utilizzata. Ebbene, i dati Istat certificano che la crescita dell’occupazione degli ultimi anni non è spinta dall’incremento dei contratti a termine e dei part-time, entrambi in costante diminuzione e in media con le percentuali europee. Anche in questo caso, quindi, è fuori bersaglio la proposta tecnica (può invece raggiungere lo scopo la strategia politica, ma è tutt’altro discorso).
Il nodo dei salari poveri e come scioglierlo
Quel che invece è segnalato dai numeri come il problema di oggi è la (scarsa) ricchezza dei salari, che in Italia sono cresciuti negli anni assai meno che nel resto d’Europa, troppo poco rispetto alla crescita del costo della vita. Per alzare le retribuzioni medie e mediane (cosa ben diversa dall’intervento di legge sul salario minimo, altra infatuazione recente della Cgil) occorrono innovazione (politica industriale e sostegno alle imprese), competenze sempre più evolute dei lavoratori e degli imprenditori (centralità della formazione) e, soprattutto, maggiore forza della contrattazione a livello aziendale, dove la ricchezza viene prodotta e, a quanto pare guardando i numeri, troppo poco redistribuita a chi ha partecipato al suo conseguimento.
Per questo la Cisl ha scommesso tutto sulla “partecipazione”: partecipazione dei lavoratori alle decisioni in azienda perché la competitività non sia a scapito dei lavoratori; partecipazione diretta ai risultati aziendali mediante la distribuzione degli utili o di quote di capitale; partecipazione organizzativa per il miglioramento di prodotti e processi al fine di incrementare i margini da spartire; partecipazione consultiva obbligatoria perché siano noti i dati sulle performance dell’azienda e nessuno possa nascondere eventuali “extra-profitti”.
La differenza tra Cgil e Cisl
Ecco allora la seconda osservazione, che concerne la differenza di concezione e di azione tra Cgil e Cisl. Entrambe hanno deciso di chiedere ai cittadini italiani di sottoscrivere le proprie proposte: prima la Cisl con la raccolta di oltre 400 mila firme utili alla presentazione della legge di iniziativa popolare in materia di partecipazione che entro l’estate sarà discussa e votata alla Camera dei deputati; poi la Cgil, che conta di superare le 500 mila firme necessarie perché possano essere votati nella prossima primavera i quattro quesiti abrogativi proposti.
La prima azione è construens: la Cisl, che non a caso è figlia di una tradizione di riformismo cattolico, non intende regolare i conti del passato, ma proporre qualcosa per il futuro, coerente con una chiave di lettura del presente (la necessità di alzare i salari medi dei lavoratori). La seconda azione è invece destruens: la Cgil, che per statuto è sindacato antagonista e politico, propone un ritorno al passato, sfidando una legge approvata dieci anni prima del referendum che intende abrogarla, in tutt’altra epoca storica (pre-Covid, pre-inflazione, pre-governo di centrodestra, eccetera).
Sono entrambe azioni legittime, utili a dimostrare che il sindacato non è morto, ma è anzi uno dei corpi sociali ancora più attivi e popolari (quale partito raccoglierebbe questo numero di firme in pochi mesi?). Ciò detto, è molto diverso provare a progettare un futuro nuovo o combattere per la restaurazione del passato.
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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BRICS: Come e perchè dell’ennesimo inganno -parte 5 "Single Global Currency" 
In breve, nel 1882 nacque in Sudafrica dapprima la De Beers Consolidates Mines, seguita dalla Consolidated Gold Fields, attorno a Cecil Rhodes, Lord Rothschild, Alfred Beit e Barney Barnato, il quale fu costretto a cedere sotto le pressioni di Rhodes e i Rothschild, i quali, a loro volta, in quel periodo esercitavano già un controllo così totale sull’oro a livello mondiale da imporre che il suo prezzo (fixing) venisse giorno per giorno fissato a Londra, cosa che avviene a tutt’oggi, da parte di due sole società: la N.M. Rothschild & Sons e la Mocatta & Goldsmid. Sono queste due a fissare il prezzo dell’oro a livello mondiale, senza contare il fatto che il 70% dell’oro del mondo è contenuto nei Caveau della Federal Reserve (la più grande riserva d’oro del mondo) seguito da quello contenuto in quelli della Bank of England. Vorrei poter approfondire il discorso legato al falso mito del Gold Exchange Standard ecc, ma già l’articolo è lungo, se proseguiamo ancora diverrebbe un poema e non è nostra intenzione ammorbarvi, lo vedremo in un secondo momento. L’importante è comprendere che se mai i BRICS coniassero una moneta legata all’oro (non è detto che accada), non fa alcuna differenza, poichè è il potentato che c’è dietro che ne trae beneficio ed è quello stesso potere che sta manovrando tutto, attraverso le rispettive banche centrali, private, i fondi, le multinazionali, specie quelle operanti nel blocco “orientale”. Quello che pochi comprendono è che il Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito sono proprio i BRICS, con al centro quella che diverrà l’ex Unione Europea: l’Eurasia. Il dollaro sta cambiando forma, abbiamo già parlato della Unicoin cioè della moneta unica universale o Single Global Currency, il cui creatore è Robert Mundell, lo stesso che ha creato l’Euro.
È stato evidenziato più volte che un Grande Reset non può avvenire se non dinanzi ad uno scenario di crisi economico – finanziaria su scala globale artificialmente creata. Essendo che lo scorso aprile è stata coniata la Single Global Currency (moneta unica universale di Mundell) i paesi di tutto il mondo stanno preparando quelli che sono i deterrenti del Grande Reset e non è un caso che Russia, Brasile, Cina, coordinate dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, siano state le pioniere delle CBDC. Il Rublo digitale è già attivo, lo stesso vale per Cina e Brasile, l’Europa sta ultimando gli ultimi test, abbiamo ancora voglia di farci raccontare la favoletta del bipolarismo o della multipolarità che non c’è mai stata? Come scritto e provato da Morrison Bompasse nel testo intitolato “Single Global Currency” e confermato recentemente da Klaus Regling (creatore del MES) una qualsiasi valuta sia essa digitale o di altra natura, nazionale o addirittura regionale, dovrà fare riferimento alla Single Global Currency. La Moneta Unica Universale così come tutte le valute liquide, le CBDC ecc nessuna esclusa, sono di totale controllo della Bank for International Settlements, cioè la Banca per i Regolamenti Internazionali. Bompasse, così come Mundell stabilirono proprio Basilea (dove appunto risiede la BRI) il centro nevralgico per la gestione della Moneta Unica Universale e non è un caso, così come non è un caso che la DCMA (l’autorità monetaria che l’ha coniata) sia stretta partner della Banca dei Regolamenti Internazionali. E non è un caso che vi siano in corso numerosi test delle CBDC nello stesso tempo in cui stanno testando la Single Global Currency. Per la cronaca:
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La tecnologia delle rispettive CBDC utilizzate a livello nazionale che si adatterà meglio, come specificato dallo stesso Regling, andrà ad aggiornare entro il 2025/2030 quella della Single Global Curency per essere definitivamente adottata. Si consiglia la lettura degli altri articoli da noi scritti, in particolare: “La Russia, Vladimir Putin e gli insiders di Wall Street”; “Storia dei grandi Reset”; “Unione Europea e Nuovo Ordine Mondiale”.
Conclusioni
Se si darà il consenso alla Russia, alla Cina, al falso mito dei BRICS, a Trump e all’Eurasia sarà la fine. Gli usurai, con l’inganno avranno vinto di nuovo. Se si rifiuta sia una parte che l’altra e si capisce che il potere è uno solo, allora abbiamo una possibilità. La saggistica, i documenti e i fatti che approfondiscono il tema di come è stato prospettato il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale fatto e finito è vasta, così come sono altrettanto vaste le modalità con le quali sia stata messa in atto una macchinazione continua fatta di menzogne atte a manipolare la storia dei popoli canalizzando i loro pensieri, emozioni, scelte e dissenso in un modo ben preciso da parte di quel potere usuraio che muove tutto. Tutto questo ha permesso a quest’ultimo di operare indisturbato da dietro le quinte attraverso un perenne passaggio della fiaccola che non ha fatto altro che distruggere e ricreare a suo piacimento inebetendo le menti delle persone, corrompendone i cuori, spogliandole di ogni forza di volontà e asservendole a dettami funzionali alla perpetua schiavitù della mente e dello spirito. Dietro ad ogni rivoluzione, guerra, crisi, carestia, genocidio, cambiamento c’è sempre quello stesso stramaledetto potere. O lo si capisce, lo si accetta e lo si affronta smettendo di credere alle favole o ai miti salvifici da loro proposti come sempre nella storia per poi far cadere i popoli sempre di più nell’oblio, oppure, tra il 2025 e il 2030 il sipario calerà definitivamente. Bisogna rendersi conto che l’appartenenza media dei no vax al falso mito di Putin/Trump e quella dei si vax all’Europa, NATO ecc è tutto frutto di una loro manipolazione in cui i popoli sono caduti. Non è un caso questa ennesima guerra orizzontale che ha portato a tale divisione in fazioni. Hanno canalizzato il dissenso esattamente come hanno sempre fatto e lo hanno portato dove volevano creando la malattia avendo già la cura in mano per arrivare allo step successivo. Vogliono il consenso, prima ancora dell’uso della forza. Continuare a parlare di vaccini o di finte commissioni di inchiesta atte a distrarre non fa altro che alimentare il loro gioco. Accanirsi nel chiedere una giustizia che non arriverà mai non fa altro che alimentare il livore delle persone, il quale le incatena ad un immobilismo che impedisce di reagire. Così facendo la popolazione mondiale non si rende conto di quanto sia rimasta indietro rispetto ai piani dell’Agenda che stanno portando avanti. Tutto è utile alla distrazione per fare in modo che i più guardino il dito ma mai la luna. Non basta essere consci della realtà dietro le vaccinazioni per definirsi svegli. Quella non è nient’altro che una misera briciola rispetto a tutto il resto. E che cos’è questo resto? Quella che il grande Gary Allen, nel 1972 così definì: COSPIRAZIONE.
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alessandro54-plus · 1 day ago
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Albergo devastato dalle fiamme, grave incendio ......
E’ ben gradito un’applauso!!! Grazie Martedì 24 giugno 2025 Albergo devastato dalle fiamme, grave incendio a Cattolica: i proprietari trasferiti al Pronto soccorso articolo di Stefano Zavagli: https://www.riminitoday.it/cronaca/albergo-devastato-fiamme-incendio-cattolica-proprietari-pronto-soccorso.html Situazione monitorata anche dall’amministrazione: “Si invitano i residenti delle vie…
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viverecagliari · 2 days ago
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Teatro e impegno sociale: a Pirri va in scena L’ultima udienza
 Terzo appuntamento al teatro per Sotto Questo Cielo, la stagione teatrale all’aperto nella Corte de La Vetreria di Pirri, dedicata al teatro e all’impegno politico e sociale, in cui ogni serata è un invito a mettersi nei panni degli altri.
Vi aspettiamo Venerdì 27 Giugno alle ore 21:15, con Ricordati di vivere. L’ultima udienza, lo spettacolo della compagnia RossoLevante. Al centro della scena, un incidente sul lavoro, una storia ispirata a tante, troppe vicende di cronaca. Il pubblico è chiamato a prendere parte a un processo che non è mai avvenuto, ma che potrebbe accadere. Una finzione drammaticamente vera, per riflettere con cuore e coscienza su ciò che non dovrebbe mai essere dimenticato.
Venerdì 27 giugno 2025 – 21:15, Corte de La Vetreria di Pirri (CA)
Ricordati di vivere. L’ultima udienza – scritto e ideato da Silvia Cattoi e Juri Piroddi – ispirato ad alcuni libri di Sabatino De Sanctis – in scena Silvia Cattoi, Daniel Dwerryhouse, Cinzia Piras, Juri Piroddi, Alessandro Congeddu – suoni live e fonica di Emanuele Canu – produzione Rossolevante, in collaborazione con G2M
Un incidente mortale all’interno di una galleria in manutenzione. La vittima è Nicola Acampora, operaio di 35 anni. Cosa succederebbe se si chiedesse a una giuria popolare, perfettamente informata sui fatti accaduti, di esprimere il proprio giudizio sulla responsabilità morale in un grave incidente sul lavoro come questo? Il caso preso in esame nello spettacolo non è mai avvenuto ma potrebbe esserlo stato. È assolutamente verosimile, anche se non reale. Una finzione assolutamente, drammaticamente vera. È un caso costruito a partire da tanti spezzoni di storie di cronaca. E allora, noi diamo la parola ai giurati! Mettiamo in scena l’ultima udienza del processo, con tanto di Giudice, Pubblico Ministero, avvocato della difesa, testimoni e, appunto, una Giuria Popolare di 12 membri, estratti a sorte fra il pubblico presente. Giuria che sarà chiamata ed emettere il proprio verdetto. Uno spettacolo che costringe ogni partecipante a non essere semplice spettatore ma “attore”, cioè parte attiva della vicenda presentata. A usare Cuore e Cervello – cioè la propria Coscienza – per esprimere un giudizio, oltre ogni ragionevole dubbio.
Info e Prenotazioni
Tel 3282553721 – 0705688072 – [email protected] Apertura biglietteria un’ora prima dell’inizio degli spettacoli del teatro La Vetreria via Italia 63, Pirri – Cagliari Biglietto: € 8,00 – ridotto €5 (under 26, over 65, residenti a Pirri, operatori, studenti universitari, soci Anpi) Presentazione libri, ingresso gratuito – Si ringrazia la libreria Cocco e La Zattera Edizioni
Parte degli incassi verrà devoluta alla Gaza Circus School che continua a regalare sorrisi anche in mezzo alle macerie.
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benzinazero · 3 days ago
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'Lamborghini appena comprata esce di strada e finisce in un canale', 'si tratterebbe di un incidente autonomo, probabilmente dovuto all’alta velocità' [*Come i giornali e i giornalisti raccontano gli scontri stradali*]
Immagine dalla Repubblica al 21 aprile 2025 I giornalisti di cronaca quando raccontano gli scontri e incidenti stradali tendono a minimizzare le responsabilità di chi guida veicoli a motore, e sono particolarmente prudenti quando si tratta di scontri e incidenti che riguardano le supercar. Qui un articolo che, in parte, fa eccezione. Il titolo rappresenta la solita auto animata che fa tutto da…
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stranotizie · 5 days ago
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Top 10 notizie del 19 giugno 2025: cronaca, politica ed eventi - https://www.stranotizie.it/top-10-notizie-del-19-giugno-2025-cronaca-politica-ed-eventi/
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