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#Cronaca nera
saporsalato · 1 year
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Giocavo ancora con le barbie quando lui mi urlava che ero scema, che ero una puttana, che ero una piagnucolona, che non capivo nulla.
Quando lui mi tirava uno schiaffo perché era tornato a casa dal lavoro ed era nervoso.
"tuo padre ti ama tanto", mi dicevano.
"devi portare pazienza, lui é fatto cosí, ma ci soffre", giustificavano.
"é colpa tua, lo sai che non devi rispondergli", e mi sentivo colpevole.
Le mie amiche mi dicevano che no, non era normale. Che la mia rabbia era giustificata. Che dovevo chiedere aiuto, che quella non era una famiglia.
E io pensavo che avevano ragione, ma dove mai potevo andare? E se lui si fosse arrabbiato ancora di piú? E se stessimo esagerando?
In fondo é un padre, non puó non amare la propria figlia. A volte mi dice che sono brava e intelligente. A volte ride e scherza con me.
A 23 anni la mia prima relazione. Mi sembrava un bravo ragazzo, non urlava mai e non si arrabbiava.
3 anni dopo ci fu la nostra prima grande litigata, lui alzó la mano come per picchiarmi e io me ne andai.
Mi sentivo ancora colpevole.
Dov'erano i segnali che non avevo visto?
Perché non lo avevo capito, sono davvero cosí stupida?
In fondo ha fatto solo il gesto, ma si é trattenuto, ho esagerato?
É colpa mia?
No, ho avuto paura. Avrei continuato ad averne ogni giorno, da quel momento, se non me ne fossi andata.
Non gli parlai piú. Non lo vidi mai piú.
Per un anno sua madre chiamó mio padre quasi ogni settimana. Passarono per casa mia a piangere e parlare male di me.
Mio padre era dispiaciuto per lui.
Le mie amiche mi erano ancora accanto, a difendermi, a parlarmi, a salvarmi.
Ci ho messo 27 anni a capirlo.
Ho cambiato paese, per prendere le distanze da casa mia, per vedere le cose da una prospettiva piú lontana.
Io lo sapevo che la violenza non é normale e non va giustificata, lo dicevo con gran vemenza.
Ma quella realtá era tutto ció che conoscevo. Volevo amore e uguaglianza, ma ero fatta di paura.
Paura di non meritare qualcosa che sembrava fuori dalla mia portata, qualcosa che per me era come un unicorno, perché tutti ne parlavano ma io non lo avevo mai vissuto.
Perché quando cresci in un ambiente cosí tu non ti senti meritevole di amore e cure. E te lo dici ogni sera che ti meriti di piú. Ma non ci credi veramente, e non lo sai di non crederci.
Perché dentro di te hai rabbia e parole denigranti e schiaffi ingiustificati e tante giustificazioni, te le hanno sempre ripetute, sono radicate in te.
É come una corda che ti tiene prigioniera e non sai sciogliere, e ogni giorno lotti per liberarti e poi ti arrendi.
Poi ho avuto bravi uomini. Ho avuto una brava psicologa. Ho ancora le mie amiche, che non mi hanno mai lasciato sola in questi 15 e passa anni.
Ho dovuto perdonare per salvarmi l'anima, ma non ho dimenticato.
E mi sento fortunata.
E penso a te, Giulia, perché io non ti conoscevo e ho saputo della tua esistenza nella maniera peggiore che esiste. Penso a tutte le vittime che non sono state fortunate. E penso che ognuna di noi poteva essere Giulia.
É facile parlare col senno del poi. É facile, per alcuni, dire che "ce l'andiamo a cercare/ se non sono stronzi non li vogliamo/ dobbiamo imparare a difenderci".
Piú difficile é guardare la vittima e sentirsi un po' responsabili.
É il nostro fallimento come esseri umani che non scendiamo forse abbastanza in piazza, che ci arrabbiamo contro le ingiustizie e il giorno dopo ce ne dimentichiamo, che quando qualcuno viene picchiato in mezzo alla strada ci allontaniamo e non aiutiamo.
É fallire ogni volta che co arrendiamo e diciamo "ma che vuoi mai, é cosí che va, che ci vuoi fare".
É il fallimento di una scuola che insegna le guerre ma non l'amore.
E forse é la mia ferita che parla, forse ancora mi sento una colpevole mai vittima.
Ma a volte mi chiedo se io stia facendo abbastanza. Se forse sono troppo abituata al fatto che il mondo sia cosí e non si possa cambiare.
Oggi Giulia non potrá rivedere le sue amiche, la sua famiglia, crescere la vita che portava in grembo.
E mi sento come se fosse anche un po' colpa mia.
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"𝗙𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘂𝗯𝗿𝗶𝗮𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗶 𝗰𝗶 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗼𝗶"
"𝗧𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗼, 𝘃𝗲𝗿𝗼, 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 è 𝘂𝗻𝗮 𝗽*𝘁𝘁𝗮𝗻𝗮, 𝗰𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗲𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗮𝘁𝗮. 𝗘𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝘀𝗶𝗻𝗼".
"𝗘𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝟭𝟬𝟬 𝗰𝗮𝗻𝗶 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗴𝗮𝘁𝘁𝗮, 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗹'𝗮𝘃𝗲𝘃𝗼 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗶 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗽𝗼𝗿𝗻𝗼".
"𝗗𝗼𝗽𝗼 𝘀𝗶 è 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗺𝗮𝗹𝗲, 𝘀𝗶 𝘁𝗼𝗰𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗹à 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮𝘁𝗮 𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮: "𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗲 𝘂𝗻'𝗮𝗺𝗯𝘂𝗹𝗮𝗻𝘇𝗮!", 𝗺𝗮 𝘃𝗮, 𝗰*𝗰𝗮𝗰𝗶 𝗹𝗮 𝗺*𝗻𝗰𝗵𝗶𝗮! 𝗟'𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗹ì 𝗲 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗻𝗱𝗮𝘁𝗶 𝘃𝗶𝗮...".
"𝗟𝗲𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝘂𝗯𝗿𝗶𝗮𝗰𝗮 - 𝗹'𝗮𝗺𝗶𝗰𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗹'𝗵𝗮 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗮, 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘃𝗮 𝗳𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶. 𝗔𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗽𝗿𝗶𝗰𝗰𝗶𝗼". [...] 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘃𝗮, 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘃𝗮 '𝗻𝗼, 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮!, 𝗺𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗽𝗽𝗶ò 𝗱𝗶 𝗽𝗶ù" - "𝗮𝗺𝘂𝗻ì 𝗰𝗮 𝘁𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗶" 𝗲 "𝗮𝗿𝗿𝗶𝗽𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗶 𝘀𝗶 𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗺𝗺𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼".
" 𝗶 𝗽𝘂𝗴𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮𝗳𝗳𝗶..."
"𝗧𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗼, 𝗰𝗶 𝗳𝗮 𝗶𝗹 𝗽... 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗹'𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝗺..., 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗴𝗹𝗶𝗲𝗹'𝗵𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗶𝗹𝗮𝘁𝗮 𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗴𝗹𝗶𝗲𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗹...".
"𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮 𝗰𝗮𝘃𝗮𝗹𝗹𝗼, 𝗰𝗼𝘀ì, 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗹à 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗼𝘀ì"
"𝗙𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶ò 𝗺𝗲 𝗹𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗮 𝗺𝗲, 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗹à 𝗱𝗲𝗹 𝗙𝗼𝗿𝗼 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗰𝗼?"
"𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝗻 è 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲 𝗻𝗲 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹'𝗮𝘃𝗲𝘁𝗲 𝘀𝘁𝘂𝗽𝗿𝗮𝘁𝗮? 𝗦𝘁𝗮𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼" - "𝗠𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗶 𝘀𝘁𝗼 𝗲𝗹𝗶𝗺𝗶𝗻𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝗹𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲𝘃𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵é 𝗻𝗼𝗻 𝗻𝗲 𝘃𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮...".
"𝗡𝗼𝗻 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲" - "𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽à, 𝘃𝗲 𝗹𝗼 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝘁𝗲 𝘀𝗲 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗲? 𝗡𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼? 𝗠𝗶 𝗮𝗺𝗺𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗳𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶ò, 𝗶𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗰𝗮𝗽𝗽𝗮𝗿𝗲, 𝗺𝗲 𝗻𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗶𝗰𝗼!" - "𝗖𝗼𝗺𝗽à 𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗔𝗺𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮, 𝗶𝗻 𝗩𝗲𝗻𝗲𝘇𝘂𝗲𝗹𝗮" - "𝗜𝗼 𝗺𝗲 𝗻𝗲 𝘃𝗮𝗱𝗼 𝗶𝗻 𝗧𝗵𝗮𝗶𝗹����𝗻𝗱𝗶𝗮".
Queste alcune delle molte frasi che si sono scambiati questi esseri che hanno stuprato una ragazza a Palermo, in 7 contro 1.
Sono frasi orrende, che fanno rabbrividire, ma non dobbiamo chiudere gli occhi di fronte a questi fatti raccapriccianti.
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divulgatoriseriali · 10 months
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Delitti di provincia: Il Giallo di Villa Sassone - Il caso di duplice omicidio di Mornico Losana che ha Sconvolto gli Anni '60
Il duplice omicidio di Villa Sassone è il nuovo protagonista de la rubrica “Delitti di provincia“. Ismaele ed Eva, Douglas e Matelda sono i comprimari di una vera e propria vicenda noir da rotocalco che infiammò le cronache degli anni 60′. Teatro d’inaudita violenza e insoluto misfatto fu Mornico Losana: là dove nemmeno un fremito pare possa sentirsi, s’udì un urlo e tutto ebbe inizio.…
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lu2211 · 11 months
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La mia ossessione per i casi di cronaca si risveglia sempre a quest'ora. Sempre più convinta che Zodiac e il mostro di Firenze fossero la stessa persona.
E che il colpevole fu quel birichino che testimoniò contro il celeberrimo poeta Pacciani.
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downtobaker · 1 year
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La disgustosa narrazione da fotoromanzo della cronaca nera in Italia
di Claudia Grande Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, l’ennesima vittima di femminicidio in Italia Oggi La Stampa titola: “Uomini che uccidono le donne: al Paese serve un’opera di educazione profonda”. Ieri titolava: “Al Paese serve un’opera di educazione profonda: dobbiamo insegnare alle donne a salvarsi”. Correzione raffazzonata che non ha inciso sul contenuto dell’articolo: la…
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anomazione · 1 year
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Assistere all'orrore: l'Effetto spettatore
Circa le 3 di notte del 13 marzo 1964. Quartiere alla periferia di New York. Catherine Susan Genovese, chiamata Kitty, una ragazza di 29 anni, scende dalla sua auto per recarsi a casa. Kitty è una bella ragazza piena di energia, con un buon lavoro e una bella vita affettiva – e piani per il futuro sia dell’uno che dell’altra. In realtà le rimangono solo poco più di trenta minuti di vita. Un uomo…
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chaoselph · 1 year
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https://signorawardrecords.bandcamp.com/album/cronaca-nera-stricnina-on-nylon-toes-from-poison-vol-iv
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kqluckity · 1 month
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però il governo meloni non è fascista no no macchè
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falcemartello · 19 days
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Ho iniziato la giornata lavorativa con una collega che ha detto startare al posto di iniziare.
Questa cosa si pone di molto al di fuori del mio livello di sopportazione.
Tenete d'occhio la cronaca nera, oggi.
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tulipanico · 9 months
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Sono caduta nella trappola dei podcast di cronaca nera... Amici, addio
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orotrasparente · 9 months
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napoli, firenze e palermo hanno in comune che nel giro di 5 giorni sono salite alla cronaca nera per notizie di stupro e femminicidio o per ragioni della solita becera “gelosia e possessività malata” o semplicemente perché uno ha voglia, indi mi chiedo solo perché è così facile per alcune persone (non umani, persone, perché di umano non c’è nulla) rovinare o togliere una vita come se giocassero a fare dio e mi chiedo anche com’è possibile che molte persone anche giustificano queste cose “eh ma lei lo tradiva, lui è impazzito e l’ha uccisa”, ma manco nel 1700 sti ragionamenti
oppure, distruggi la vita di una persona togliendole il diritto sacrosanto di avere fiducia nel prossimo e traumatizzandola per anni - se va bene - o a vita e la conseguenza di ciò è:
L'art. 609-bis (Violenza sessuale) punisce con la reclusione da 5 a 10 anni chi, con violenza o minaccia o abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali.
è chiaro che è troppo poco come risposta 5/6/7 anni di galera che diminuiranno per i vari benefit che danno ai carcerati in base alla loro condotta, non ci sarà mai una soluzione al problema se distruggere una vita vale un paio di anni di galera, qui non si tratta di sbagliare ma di annientare consapevolmente un’altra persona
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generalevannacci · 6 months
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Ogni tanto (spesso) in Italia, Paese a Rovescio, un fatto di cronaca nera particolarmente efferato sconvolge (parecchio) le coscienze, internet, TV e giornali. In questi giorni la morte di una ragazza, l'ennesimo femminicidio dopo decine e decine (secondo le statistiche ufficiali ma temo siano di più) di femminicidi solo dall'inizio dell'anno.
Ogni tanto (spesso) in Italia, Paese a Rovescio, la morte sul posto di lavoro di un lavoratore o lavoratrice sconvolge (più o meno) coscienze, internet, TV e giornali. In questi giorni la morte di una ragazza, con la testa schiacciata da una macchina, l'ennesimo o ennesima dopo alcune centinaia (secondo le statistiche ufficiali ma realmente sono di più) solo dall'inizio dell'anno.
Ogni tanto (spesso) in Italia, Paese a Rovescio, la morte di gente migrante in mare sconvolge (mica tanto) coscienze, internet, TV e giornali. In questi giorni la morte di una bimba di due anni, l'ennesima morte dopo altre centinaia (a stare bassi) solo dall'inizio dell'anno.
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Ma tranquilli, basta far passare qualche giorno o al massimo qualche settimana, l'interesse mediatico cala o c'è un trasferimento di attenzione su un'altra tragedia e chi governa può tranquillamente continuare a fottersene come ha sempre fatto, di donne, lavoratori e lavoratrici, per non parlare dei migranti.
Perché il governo deve pensare alle prossime elezioni e la propaganda è l'unica cosa che sa fare bene, a giudicare da quanti voti prendono i fascisti.
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monologhidiunamarea · 6 months
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Me lo sono chiesta tante volte come una carezza possa trasformarsi in uno schiaffo , quando una persona possa trasformarsi in una bestia. Mi sono chiesta tante volte di chi è la colpa ,cosa scatta nella testa delle persone quando si spegne tutto anche una vita che non ci appartiene. Mi sono chiesta tante volte perché al giorno d'oggi queste violenze non si fermino. Oggi Giulia ieri Melania . E di nomi ne potrei scrivere pagine intere in questi anni. Che sia violenza fisica o psiclogica . Rimango impaurita da come sia facile dimenticare i fatti della cronaca nera. Che siano guerre , che siano omicidi. Nel 2000 in questo secolo la disumanità regna sovrana . L'ignoranza, l'odio, la facilità con cui si calpestano i diritti , le vite , i sogni. Sono seriamente preoccupata perché ho una figlia che crescerà in mezzo ad un mondo con una data di scadenza su tutti i campi. Le leggi non tutelano abbastanza , si fa sentire carcerati chi dovrebbe essere solo difeso e le persone che dovrebbero essere rinchiuse presto vengono scarcerati o il più delle volte lasciati liberi. Io ho bisogno di credere che qualcosa cambierà...spero solo non sarà dopo la data di scadenza
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downtobaker · 1 year
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Panini al prosciutto. Storia di un’assassina: quando il dolore uccide
da redazione “Panini al prosciutto. Storia di un’assassina” è il nuovo romanzo noir di Christian Cantelli Podestà, in cui si racconta di un vero e proprio angelo della morte: la cinquantenne Caterina vive a Los Angeles da quando era approdata in America per una vacanza, e nella città californiana aveva incontrato l’amore della sua vita. Si era sposata poco dopo e aveva messo al mondo una…
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bravagente · 6 months
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la rai ha cambiato collocazione a circeo più volte, cercando di spostarla su raidue per poi decidere last minute di collocarla di nuovo su raiuno e ancora non si capisce con chiarezza se andrà in DUE SERATE (una serie di 6 episodi!) o tre, la prima delle quali programmata contro lo show di zalone. in pratica vuole sabotarlo.
ora, questa non è solamente una miniserie su un fatto di cronaca nera, cosa che comunque la renderebbe meritevole di attenzione visto la gravità del fatto. ma attraverso la sua co-protagonista, il personaggio d'invenzione interpretato da greta scarano che fa da cerniera tra donatella colasanti e tina lagostena bassi, circeo è anche una ricostruzione del movimento femminista in italia tra gli anni '70 e '80. ideatrice e head writer sono donne.
se potete, guardatevi la serie il 14 e il 21 novembre (e il 28, se le serate sono tre) e parlatene sui social. se non potete/volete guardarla in diretta recuperatela su raiplay appena la caricano. è un miracolo che la rai l'abbia coprodotta, non lasciamo che floppi perché sennò il rischio di tornare ancora una volta ai biopic di santi e martiri perché "il pubblico non vuole le cose woke" è concreto.
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klimt7 · 6 months
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CRONACA DI UNA MORTE INACCETABILE
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E così è arrivata... È arrivata la notizia.
Quella notizia che nessuno avrebbe mai voluto ricevere, dentro un copione pericolosamente simile a tante, troppe storie di questa Italia contemporanea.
Troppi segnali. Troppi indizi cupi che facevano pensar male.
Troppi fatti, troppe similitudini che coincidevano con mille mila altre storie di ragazze che si erano fidate di "una richiesta di un ultimo incontro", "di una richiesta di chiarimento", di "un sabato sera da semplici amici".
È arrivata la notizia.
Con la puntualità d'un orologio svizzero. E fa male. Fa un male tremendo.
Un colpo a cui nessuna persona dotata di una media sensibilità umana, può restare indifferente.
Fa male.
E non c'è riparo.
È un pugno allo stomaco.
Perchè d'un colpo si capisce quanto dobbiamo lavorare tutti quanti, sul fronte dell'educazione. Della scuola, della formazione psicologica individuale.
Perchè comune a tutti questi "imprevedibili assassini" di cui ormai sono piene le pagine della Cronaca Nera, c'è un unico elemento.
L'incapacità di gestire il rifiuto. L'incapacità di rapportarsi con la parola "No" e tutto quel che c'è dietro un NO:
La libertà dell'altro.
La consapevolezza dei limiti del proprio "io".
La struttura della propria personalità.
La capacità di rapportarsi con la libertà degli altri individui.
L'aver maturato un proprio punto di equilibrio interiore.
Ma a parte tutto questo. A parte le riflessioni che questa notizia innesca, c'è una verità.
Il male. Il dolore. Il senso di colpa che avvertiamo tutti.
Perchè tutti siamo colpiti. Feriti. Uccisi.
Una morte del genere ci interroga tutti quanti. Ci mette in discussione e richiede che tutti ripensino al proprio ruolo.
Agli strumenti che abbiamo ignorato fin qui, nell'educare le persone, fin da bambini al rispetto. Alla cura della Vita. La nostra e quella degli altri.
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