Giovanni Battista Belzoni (Padova, 5 novembre 1778 – Gwato, 3 dicembre 1823) è stato un esploratore pioniere dell’archeologia e un viaggiatore italiano. È considerato una delle figure di primo piano dell’egittologia mondiale.
Tratto dal link originale : http://www.blogdipadova.it/giovanni-belzoni-indiana-jones-di-padova/
(…) Per la sua incredibile vita avventurosa la sua figura meriterebbe una maggiore valorizzazione se è vero che le avventure vissute dal nostro Belzoni pare abbiano ispirato il personaggio cinematografico Indiana Jones, noto in tutto il mondo e creato da George Lucas. Scusate se è poco! Ma sappiamo bene che il detto “Nemo propheta in patria est” è particolarmente azzeccato a Padova…
Dopo aver letto la sua biografia è infatti facile associare il Belzoni (vedi nell’immagine a sinistra un ritratto con il look “alla araba” che prese dal momento in cui iniziò a fare l’esploratore) ad Indiana Jones (omaggiato poi da Walt Disney con il personaggio a fumetti Indiana Pipps, eheeh) o ad altri personaggi spesso esaltati dal cinema piuttosto che dalla letteratura proprio per la sua vita avventurosa a tal punto che appare molto verosimile il fatto che ad ispirare George Lucas nella creazione del suo personaggio cinematografico fu proprio l’esploratore padovano. D’altra parte il “vero” Indiana Jones seppur noto in determinati ambienti, non ha di certo la popolarità di quello interpretato da Harrison Ford e la prima responsabile è senz’altro la sua città natale, la nostra Padova se è vero che Belzoni è mediamente più noto come l’istituto professionale che da Giovanni Belzoni prende il nome.
Casa del Belzoni
Nacque a Padova nel 1778 da una famiglia modesta e fino all’età di 16 anni aiutò il padre nella bottega di barbiere al Portello. Quella sulla sinistra è la sua casa, al civico 42 di via Belzoni, la casa di Indiana Jones!! Avete visto che insegna, eh?
Fin da giovane si trasferì a Roma dove iniziò ad interessarsi soprattutto di idraulica, ma cominciandosi anche ad accostare all’archeologia, forse sotto il fascino delle rovine dell’antica Urbe. Si trasferì poi a Parigi, dove si mise vendere per strada immagini sacre e altri oggetti. Per evitare la coscrizione nell’esercito napoleonico riparò in Inghilterra nel 1803 dove tra i vari lavori arrivò a fare anche l’”uomo forzuto” in un circo. Era alto 2 metri e aveva un fisico imponente. Si presentava al pubblico come Patagonian Sanson (Sansone della Patagonia) ed il suo numero principale era quello di riuscire a sollevare una piramide umana di 12 persone!!
Viaggiò poi in Spagna, Portogallo, Sicilia e Malta, allestendo anche spettacoli di idraulica applicata, creando giochi di acqua e di fuoco, che ebbero molto successo nel mondo del teatro. Nel 1815, durante un soggiorno nell’isola di Malta venne a sapere che il viceré d’Egitto, Mohammed Ali, era alla ricerca di nuove soluzioni nel campo di idraulica per risolvere problemi legati all’irrigazione. Si decise così a partire per l’Egitto per mettere a disposizione le sue conoscenze nel campo. Fu l’inizio di una nuova vita. Belzoni presentò al sovrano una macchina di sua invenzione per il sollevamento dell’acqua, macchina che però non ebbe il successo sperato. Ma in Egitto Belzoni ebbe modo di conoscere il console generale britannico, Henry Salt, che era anche un amante dell’archeologia egizia, il quale gli commissionò il trasporto, dal tempio funerario di Qurneh (Tebe ovest) al British Museum di Londra, di una statua colossale di Ramesse II (vedi a destra la raffigurazione dello stesso Belzoni). Sfruttando le sue conoscenze di ingegneria idraulica, piuttosto che le sue scarse nozioni archeologiche, Belzoni riuscì a portare a compimento l’impresa, che segnò l’inizio di altre “imprese” archeologiche.
In un momento in cui l’egittologia era ancora agli inizi e in cui la scrittura geroglifica non era stata decifrata, Belzoni si mise a viaggiare per il Paese scoprendo monumenti di grande valore, dedicandosi a scavi e a prospezioni archeologiche in zone anche poco note. Arrivò ad Abu Simbel, iniziando lo scoprimento del tempio di Ramesse II (vedi foto a sinistra, lo stesso tempio di Gardaland per intenderci…;)). Asportò da File un obelisco, che si rivelò poi di grande importanza per la decifrazione della scrittura egizia; condusse scavi nel tempio di Mut a Karnak, da dove prelevò alcune bellissime statue; cominciò ad esplorare la necropoli della Valle dei Re, scoprendo le tombe di Ramesse I e di Sethi I (ottobre 1817). Nel marzo del 1818 trovò l’ingresso della piramide di Chefren, che si pensava massiccia, e l’evento suscitò in Inghilterra un tale entusiasmo, che venne coniata una medaglia commemorativa dell’evento. All’interno della camera sepolcrale mise la sua firma “Scoperta da G. Belzoni, 2 mar. 1818.”.
Esplorò anche la città di Berenice sul Mar Rosso e l’Oasi del Fayyum. Molti sono i meriti di Belzoni; tra questi “prudenza estrema nello stabilire la datazione di un monumento…sobrietà e precisione nelle descrizioni… assenza di interpretazioni avventate degli oggetti, e di ogni mitizzazione degli antichi Egiziani”. “Notevoli furono l’impegno nel ricopiare e ricalcare in cera buona parte dei bassorilievi della tomba di Seti I, come pure, rintracciata la città di Berenice, la cura nel rilevare la zona e abbozzare un tentativo di datazione in base ai dati del tempio ivi rinvenuto; precisione e metodo il B. dimostrò nell’apertura della piramide del re Chefren, riuscendo nell’impresa attraverso un attento esame della struttura interna della piramide di Cheope.
Nel 1819 Belzoni fece ritorno in Inghilterra, avendo procurato al British Museum importanti monumenti egizi, grazie ai quali la modesta collezione egizia era diventata molto importante. Altri cimeli vennero dati a Cambridge, a Bruxelles, a Padova. La relazione dei suoi viaggi fu scritta in inglese in quegli stessi anni, corredata da un bellissimo volume di tavole. Il racconto ebbe un notevole successo, così come la mostra, allestita nella Egyptian Hall di Piccadilly dei calchi grafici tratti dalla tomba di Sethi I. Ai primi del 1823 Belzoni partì nuovamente per l’Africa per conto dell’Associazione africana con sede a Londra. Nel dicembre dello stesso anno, mentre si trovava in Nigeria morì, colpito da malattia.
Belzoni quindi fu molto importante per l’archeologia e per un museo quale il British Museum. Leggendo quà e là su internet pare che Rappresentativi Britannici fecero credere a Belzoni che le sue scoperte Egizie gli sarebbero state accreditate. Lavorò instancabilmente,(usando miracolosamente quel suo innato fiuto di ricerca) portando alla luce incredibili reperti attualmente in mostra al British Museum di Londra. Fu impunemente ingannato e usato dall’allora governo Britannico che gli negò l’onore di essere nominato come autore dei ritrovamenti. Se vi recate al British Museum e vedete la statua di Ramesses (vedi foto a sinistra) sappiate che è lì per merito di Belzoni nonostante non troverete scritto il suo nome se non dietro all’orecchio del faraone si cui lo stesso Belzoni iscrisse il suo nome.
Navigate nel British museum >> Click here <<
La BBC qualche tempo fa racconto` la vita del Grande Belzoni in un serial televisivo, esponendo finalmente una verita` che per troppo tempo fu soppressa. Sarebbe bello un giorno poter vedere il suo nome inscritto al British Museum, vicino ai suoi amati reperti egizi.
La Sala Egizia al Caffè Pedrocchi
A Padova gli è stata dedicata una via nel cuore del borgo dove era nato, il Portello,il più popolare dei borghi padovani, via Belzoni appunto di cui parlerò magari in futuro nella rubrica “le strade di Padova”. Presso il Museo Archeologico all’interno del complesso dei Musici Civici degli Eremitani esiste una sezione egizia formata da due sale dedicate al pionere dell’egittologia Giovanni Belzoni.
Una curiosità è rappresentata anche dal fatto che il Belzoni conosceva Jappelli, il noto ingegnere ed architetto che progettò il Caffè Pedrocchi, al cui interno, la Sala Egizia e quella Moresca rappresentano proprio un omaggio di Jappelli all’esploratore padovano. Altra curiosità il libro che ho trovato su internet a lui dedicato. Un libro in lingua inglese scritto nel 2006 e intitolato “The Great Belzoni. The Circus Strongman Who Discovered Egypt’s Ancient Treasures” di Stanley Mayes.
Insomma l’omaggio a Belzoni è stato fatto su un piano “intellettuale” ma non popolare se è vero che la maggioranza dei padovani associa a Belzoni molto più probabilmente all’istituto professionale che ad Indiana Jones o comunque ad un esploratore ed uno dei più importanti egittologi al mondo.
Riuscirà mai a Padova, una volta tanto, di dimostarsi un po’ orgogliosa e di “rivendicare” la legittimità di una paternità di un personaggio così famoso in tutto il mondo? Non dico di acquistare la casa per farci il museo di Indiana Jones e dell’esplorazione (ma anche si) ma far qualcosa in più per valorizzare questa figura a scopo turistico/culturale!
Intanto ci ha pensato la “mitica” Sergio Bonelli edizioni qualche anno fa con la pubblicazzione del fumetto del disegnatore romano “Walter Venturi” dal titolo “Il grande Belzoni”, uscita che avevo segnalato con questo post, distribuito in tutta Italia, presentato in varie città, compresa Bruxelles ma non ancora a Padova….
articolo a firma di : Alberto Botton
Tratto dal link originale : http://www.blogdipadova.it/giovanni-belzoni-indiana-jones-di-padova/
Viaggi in Egitto e Nubia contenenti il racconto delle ricerche e scoperte archeologiche fatte nelle piramidi, nei templi, nelle rovine e nelle tombe di questi paesi seguiti da un altro viaggio lungo la costa del Mar Rosso e all’Oasi di Giove Ammone
Viaggi in Egitto Ed in Nubia_Tomo_Uno by D.Domenico on Scribd
Viaggi in Egitto Ed in Nubia Contenenti Tomo Due by D.Domenico on Scribd
Viaggi in Egitto Ed in Nubia Contenenti Tomo Tre by D.Domenico on Scribd
Viaggi in Egitto Ed in Nubia Contenenti Tomo Quarto by D.Domenico on Scribd
ENG
Narrative of the Operations and Recent Discoveries Within the Pyramids, Temples, Tombs and Excavations in Egypt and Nubia and of a Journey to the Coast of the Red Sea, in search of the ancient Berenice; and another to the Oasis of Jupiter Ammon
Narrative of the Operations and Recent Giovanni Battista Balzoni by D.Domenico on Scribd
Giovanni Battista Belzoni Giovanni Battista Belzoni (Padova, 5 novembre 1778 – Gwato, 3 dicembre 1823) è stato un…
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Siamo giunti al secondo appuntamento di questa nuova rubrica del mio blog dedicata alle curiosità in/del Portogallo. Un rubrica che vi svelerà alcune informazioni che non troverete sulle guide turistiche e che ci vuole una certa difficoltà e tempo per trovarle in rete.
In questa rubrica a cadenza non fissa, vi informo su: nuove attrazioni, consigli su percorsi, nuove opere di arte urbana, nuovi locali e cibi, musei e molto altro ancora. Pronti a prender nota?
Prima di cominciare questa seconda lista di 10 curiosità sul Portogallo, vi invito a leggere la prima puntata di questa nuova rubrica cliccando qui.
CURIOSITÀ IN PORTOGALLO
1- stranezze linguistiche / detti popolari
Questa prima curiosità la dedico a Silvia del blog The Food Traveler perché è stata lei a chiedere una curiosità linguistica di portoghese. Mi fa sempre sorridere quando i portoghesi dicono “barata tonta” (scarafaggio stupido) per indicare una persona disorientata oppure disorganizzata. Ha curiosa anche l’espressione “ter muita lata” (aver molte lattine) quando una persona è spudorata, senza vergogna, simile al nostro “faccia tosta”.
2- curiosità attualissima in questo periodo di frontiere e “stranieri”
Sapevate che in un piccolo villaggio di pescatori dell’Indonesia vive un popolo dagli occhi azzurri che discende dai portoghesi? Si chiamano Lamno, sono a rischio di estinzione e vivono sull’isola Samatra. Dopo lo tsunami del 2004 il villaggio si è ridotto da un centinaio di persone ad appena ad una decina.
3- una grotta azzurra ma pericolosa
In Portogallo nei pressi delle mine di Queiriga (Viseu) ci sono delle grotte segrete dalle acque azzurre bagnate dal sole ma non si possono visitare perché le protezioni edilluminazioni previste per le visite sono state vandalizzate. Riapriranno? Pare di si. Non ci resta che attendere.
Foto: Vortex Magazine
4- la strada più corta di lisbona
Chi ha fatto un tour con me l’ha già percorsa almeno una volta. Parlo di Rua da Betesga, una strada che collega Piazza da Figueira a Piazza Dom Pedro IV in piena Baixa Pombalina. Ed ha anche una bellissima vista dal basso del castello di S. Jorge. Non vi ho ancora convinti?
Foto: autore sconosciuto
5- per gli amanti dello spritz a Lisbona
Ricordo che pochissimi anni fa in Portogallo non sapevano nemmeno cosa fosse l’Aperol. Oggi chioschetti e bar che lo preparano (anche se non sempre bene) ne sorgono ogni giorno come funghi dopo una giornata di pioggia.
Sapevate che nel Mercado da Riberia alias Time Out Market troverete un chioschetto tutto arancione che prepara la mitica bevanda veneziana datata 1919?
Foto: Time Out
6- la foresta incantata DI Buçaco
Sapevate che da Luso a Buçaco (non distante dall’antica capitale dle Portogallo Coimbra) esiste una foresta incantata creata con una vegetazione oriunda dell’Australia e Nuova Zelanda?
Mata Nacional do Buçaco si chiama e si trova a 549 metri di altezza e il percorso, di facile percorrenza, è di circa 8 km. Si parte dalla cittadina termale di Luso lungo il percorso avrete una bellissima vista su Coimbra ed Aveiro.
Foto: Visão
Foto: Vortex Magazine
7- la route 66 del portogallo
Sapevate che esiste in Portogallo una strada nazionale che taglia il Paese in due? Una strada che percorre l’intero Portogallo da nord a sud (da Chaves a Faro) e passa per deliziosi paesini sconsociuti? La chiamano la Route 66 portoghese ma si chiama ufficialmente la N2.
8- dormire in un’antica fabbrica di sughero
Presto sarà possibile dormire in un hotel di lusso che prenderà possesso dell’antica fabbrica di sughero della Mundet che fu la più grande del Portogallo. Si trova a Seixal a circa 30 minuti di traghetto da Lisbona ed aprì le sue porte nel 1905.
9- Monastero Buddhista Sumedhãrãma
Sapevate che in Portogallo c’è un monastero buddhista Sumedhãrãma? Si trova nei pressi della Fonte Boa dos Nabos, vicino ad Ericeira e può esser prenotato per periodi di meditazione (basta inviare un’email al monastero).
Questi monaci residenti seguono gli insegnamenti Vinaya della tradizione thailandese della foresta del monastero Wat Nong Pah Pong fondato da Ajahn Chah.
Foto. Caminhando
10- viaggiare tra i sapori orientali senza uscire da lisbona
Concludo questa lista con un consiglio per gli amanti della cucina asiatica. Sapevate che a Martim Moniz esiste un mercato orientale dove potete spaziare tra i vari sapori asiatici senza uscire dalla stessa sala? Si chiama Mercado Oriental e si trova in Rua da Palma, 41.
Si conclude anche questo secondo appuntamento con le CURIOSITÀ IN PORTOGALLO. Cosa ne pensate? Cosa vorreste trovare nel terzo appuntamento? Attendo i vostri commenti in basso. Alla prossima!
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Restando in tema di curiosità, qui di seguito vi consiglio altri articoli “curiosi” su Lisbona e il Portogallo. Buona lettura.
Ed ancora….
Perché il gallo è il simbolo del Portogallo?
Perché il garofano è il simbolo della Rivoluzione Portoghese?
Sapevate che dal Portogallo parte il viaggio in treno più lungo del mondo?
In Portogallo le 20 piste di impronte dei dinosauri più lunghe del mondo
Perché tutti pensano che la sardina sia il simbolo di Lisbona?
Negrita, la fabbrica di caffè segreta in pieno centro città
A Lisbona con il naso all’ingiù
Curiosità in Portogallo, quello che nessuno vi racconta n.2 Siamo giunti al secondo appuntamento di questa nuova rubrica del mio blog dedicata alle curiosità in/del Portogallo…
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