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#editto bulgaro
ilcontroverso · 1 year
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Non c'è più Silvio, ma quale eredità (politica e non) ha lasciato?
Il 12 giugno Silvio Berlusconi è scomparso. In quest'articolo Domenico Sepe ne ripercorre brevemente la carriera e delinea una critica. #IlControVerso #notizie #pensieri #politica #libertà #berlusconi #politicaitaliana #senato #parlamento
Nel corso della mattina del 12 giugno si sono rincorsi i comunicati stampa, gli articoli ed i commenti su un evento che, salvo smentite, pochi si aspettavano veramente: la morte di Silvio Berlusconi durante il suo ricovero presso l’Ospedale San Raffaele. Va detto, sin da subito, che il quadro clinico generale non lasciava trasparire buone notizie già dal mese di maggio, quando è stato operato,…
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nipresa · 11 months
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Nel 2002, dopo il famoso “Editto Bulgaro” di Berlusconi, Rai Uno sostituì il programma di approfondimento di Enzo Biagi con “Max e Tux”, un’improbabile striscia quotidiana di gag mute interpretate da Massimo Lopez e Tullio Solenghi che, curiosamente, non guardava nessuno - mentre Biagi faceva dei numeri non lontani da quelli di Striscia la notizia.
Venti anni dopo non sembra cambiato moltissimo
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afnews7 · 2 months
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Ieri era l’anniversario di Enzo Biagi, Giornalista, vero, fulgido esempio per chiunque voglia fare questo mestiere  nel modo giusto e con gran qualità, in modo da essere utile all’umanità e alla democrazia, un vero partigiano del Giornalismo, scomodo per i fascismi di ogni tipo. In effetti Biagi fu censurato e cacciato dalla RAI (il noto “editto bulgaro”) dalla destra più becera proprio perché…
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infosannio · 1 year
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È un ennesimo editto bulgaro a cui dovremo ribellarci tutti
Prova un gran gusto la destra italiana nell’esibire lo scalpo di Roberto Saviano, incurante com’è del discredito che le deriva dall’aver epurato dalla Rai uno dei pochi scrittori italiani di fama internazionale. A sprezzo […] (DI GAD LERNER – ilfattoquotidiano.it) – Prova un gran gusto la destra italiana nell’esibire lo scalpo di Roberto Saviano, incurante com’è del discredito che le deriva…
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giancarlonicoli · 1 year
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26 mag 2023 19:44
FAZIO, GIÙ IL CASCHETTO – DANIELE LUTTAZZI AZZANNA GLI “AMICHETTI” GIORNALISTI DEL CONDUTTORE, CHE L'HANNO DIFESO DOPO L'ADDIO ALLA RAI: “NESSUNO DEI GIORNALISTI TV CHE SI SONO OCCUPATI DEL CASO FAZIO – GRUBER, FORMIGLI, FLORIS, GRAMELLINI, SAVIANO – HA AVVISATO L’UDITORIO DI FAR PARTE DELL’AGENZIA DI BEPPE CASCHETTO, LA STESSA FAZIO. OLTRE AL CONFLITTO DI INTERESSI, VA SEGNALATA UNA STORTURA: QUESTA PRASSI DOVREBBE ESSERE VIETATA, PER EVITARE CHE ARTISTI E GIORNALISTI DELLA STESSA AGENZIA FINISCANO OSPITI…” – VIDEO -
Estratto dell'articolo di Daniele Luttazzi per “il Fatto Quotidiano”
Riassunto delle puntate precedenti: da vent’anni Fabiofazio infarcisce di balle vittimistiche il racconto del suo rapporto con la Rai, dove peraltro ha continuato a lavorare bello paciarotto tutto il tempo. Resta da glossare lo storytelling capzioso con cui i suoi amici giornalisti (pidini e/o scuderia Caschetto e/o gruppo Gedi e/o ex collaboratori di Fabiofazio) hanno strumentalizzato il suo passaggio alla Nove evocando a sproposito l’editto bulgaro per fare propaganda anti-governativa.
(Consegniamo agli annali del giornalismo italiano anche l’altra anomalia: nessuno dei giornalisti tv che si sono occupati del caso – Gruber, Formigli, Floris, Gramellini, Saviano – ha avvisato l’uditorio di far parte dell’agenzia di Beppe Caschetto, la stessa di Fabiofazio: bit.ly/3My0evI.
E qui, oltre al conflitto di interessi, andrebbe segnalata una stortura di cui nessuno pare accorgersi: ci sono giornalisti che fanno parte di agenzie di spettacolo. Questa prassi dovrebbe essere vietata, per evitare che artisti e giornalisti della stessa agenzia finiscano ospiti, in via privilegiata, in programmi tv di artisti e giornalisti della stessa agenzia, a scapito di chi non ne fa parte: è una forma di concorrenza sleale.
Questo dumping è anche pubblicità ai privilegiati: alla lunga rende campioni televisivi pure le scartine, e solo perché l’agente potentone può piazzare, dove e quando vuole, chi vuole; in Rai, come se non bastasse, tutto a spese dei contribuenti. Sono anni che lo dico, ma è come parlare al vento: adesso capisco come si sentono quelli di Report).
A Piazzapulita, Formigli (Caschetto) ha chiesto l’opinione di Michele Serra (pidino, Gedi, ex autore e monologhista di Che tempo che fa, e amico di Fabiofazio), dopo un montaggio di frasi salviniane anti-Fazio a corroborare la narrazione falsa del martirio politico.
Serra dice: “[...]Possono piacere o non piacere, ma questo sono: questo era Biagi, questo era Luttazzi, questo era Santoro, questo è Fazio. Si sono messi lì da soli, nessuno li ha messi lì per nomina partitica. Ci sono state due onde anomale nella storia del servizio pubblico. La prima è quella del famoso editto bulgaro di Berlusconi, che non aveva molte simpatie per le persone che ha fatto tacere; e la seconda è questa ondata. Le due ondate sono state in coincidenza di governi molto di destra”.
Ma questo paragone è forzato: nessuno ha fatto tacere Fabiofazio. Peccato che Formigli non gli abbia obiettato: “Fabiofazio aveva dalla sua il Pd e Berlusconi e Conte e Renzi, oltre a Repubblica, Stampa, Corriere della Sera ed Espresso: quali condizioni non c’erano più per lavorare serenamente in Rai? Il nuovo governo Meloni? A Pajetta che se ne andava da una Tribuna politica perché ‘qui c’è Almirante, che è un nemico’, questi replicò: ‘E lei di fronte ai nemici scappa?’”.
Formigli avrebbe sollevato un tema importante: Fabiofazio ha detto che se ne andava perché non è “un uomo da tutte le stagioni”; dunque se ne va proprio adesso che la Rai avrà più bisogno di voci alternative alla destra? Questo vale anche per le dimissioni di Lucia Annunziata (pidina, agenzia Caschetto, ex Gedi, pure lei “non ci sono le condizioni”).
Legittimo che Fabiofazio se ne vada in una tv privata dove potrà fare il conduttore-produttore senza i paletti della tv pubblica, ma in tal caso la sua uscita dalla Rai non è quella, sofferta, dell’epurato politico, come lui e i suoi amici giornalisti hanno insinuato per giorni. [...]
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telodogratis · 2 years
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Raitre, Orsini lancia accorato appello contro la censura di Orsini su Raitre
Raitre, Orsini lancia accorato appello contro la censura di Orsini su Raitre
ROMA – Sono passati vent’anni dal famigerato editto bulgaro con il quale Berlusconi preannunciava la cacciata dalla tv di Biagi, Santoro e Luttazzi, ma l’odiosa pratica della censura non ha ancora smesso di mietere vittime. La più illustre è senza dubbio Alessandro Orsini, che dalle telecamere di Cartabianca, su Rai Tre, denuncia la sparizione di L’articolo Raitre, Orsini lancia accorato appello…
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toscanoirriverente · 6 years
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corallorosso · 3 years
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LE BUGIE DI CHI VORREBBE SILVIO BERLUSCONI COME PROSSIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA "Silvio al Colle" è la pagina che i Seniores di Forza Italia hanno pubblicato sul Giornale di famiglia. E' andata così: i Seniores del partito hanno elencato in pubblica piazza i motivi per cui Silvio Berlusconi sarebbe (secondo loro) il prossimo miglior presidente della Repubblica Italiana, e la notizia è che non stavano scherzando. La cosa più divertente (sì, tragica) è che tutti i punti che hanno elencato non corrispondono al vero. O con l'ironia, o mettendoli di fronte alle condanne del Cavaliere, tutti quanti i punti in elenco sono smontabili. Non c'è un solo passaggio tecnicamente vero fra tutti quelli che scrivono, se non (forse) che Silvio Berlusconi ha davvero 5 figli. "Una persona buona e generosa". Certo. Ha dato lavoro anche a Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore, pluriomicida legato a cosa Nostra, che quel cattivone di Paolo Borsellino definì una delle "teste di ponte dell'organizzazione mafiosa nel Nord Italia". Invece Silvio Berlusconi "buono e generoso" gli ha dato lavoro come stalliere e lo ha chiamato – virgolettato – "eroe". "Un amico di tutti". Mio, no. E di sicuro non era amico neanche di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro, fatti fuori dalla Rai con il cosiddetto 'Editto Bulgaro'. Però, è vero, era amico di molta gente: Putin e Gheddafi, per dirne due. "Tra i primi contribuenti italiani". Io ricordo soprattutto le condanna passata in Cassazione per frode fiscale gestendo i diritti tv di Mediaset. "Il fondatore della Tv commerciale in Europa". Sarebbe proprio un grandissimo presidente della Repubblica, in effetti, colui che ha prodotto con Fininvest "Colpo Grosso" e contribuito alla creazione dell'immaginario della donna oggetto, con programmi che sono passati alla storia con la dizione Tv-spazzatura. "Fondatore del centro-destra cristiano". Ricordiamo tutti la barzelletta su Rosy Bindi e la bestemmia finale dell'ex premier, vero? "Fondatore del centro-destra europeista". Sarà per questo che era alleato con la Lega di Bossi che voleva separare la Padania dall'Italia, e oggi è alleato con la Lega di Salvini che fino a ieri voleva fare un referendum per uscire dall'Europa. "Il presidente del Consiglio che in soli sei mesi ha ridato una casa ai terremotati dell'Aquila". Falso. Erano alloggi costruiti per essere temporanei, e la maggioranza di quelle persone ancora oggi non ha una casa vera. Non è solo colpa di Silvio Berlusconi ma lui è stato il primo, e che proprio lui abbia ridato una casa ai terremotati, e che i suoi Seniors lo rivendichino, proprio no. "Il presidente del Consiglio che mise fine alla guerra fredda con l'accordo Putin-Bush (2002)". In verità la Guerra fredda è finita nel 1989, con la Caduta del Muro di Berlino. "E soprattutto l'eroe della libertà che, con grande sprezzo del pericolo, è sceso in campo nel '94 per evitare a tutti noi un regime autoritario e illiberale". Qui siamo alla pura agiografia, ma restiamo calmi. Nel '94 Berlusconi vinse le elezioni, ma durò solo sei mesi perché Bossi fece cadere il governo. Poi l'Italia tornò alle elezioni e vinse Romano Prodi, dunque non esattamente un regime autoritario e illiberale, come hanno dimostrato poi i successivi due anni di governo. Saverio Tommasi per www.fanpage.it
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rideretremando · 3 years
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Andrea Pertici: "... adesso Berlusconi dovrebbe andare al #Quirinale, per il settennato 2022-2029, dagli 85 anni ai 92 abbondanti.
Il tutto viene presentato con riferimenti al “moderatismo”, l’”europeismo”, il “senso delle istituzioni”, il popolarismo.
Tutto ciò che è accaduto è dimenticato:
- il più gigantesco conflitto d’interessi mai visto, con tanto di ipotesi di affiancargli - quando venne nominato la prima volta Presidente del Consiglio - un “garante” (che doveva essere Spadolini);
- gli accordi elettorali con quell’estrema destra di cui oggi si discute lo scioglimento (ad esempio, Forza nuova è stata in coalizione, all’interno della lista di Alternativa sociale);
- i “No euro” (ah, l’europeismo..) sempre in coalizione;
- l’”editto bulgaro”, ovvero la dichiarazione in cui Berlusconi disse che Luttazzi e Biagi - dico, Enzo Biagi, il più grande giornalista italiano - avevano fatto della Tv pubblica un “uso criminoso”, facendoli sparire dalle frequenze;
- lo scontro - nel 2003 - al Parlamento europeo con il leader socialista Schultz, che Berlusconi, nell’insediarsi come Presidente di turno del Consiglio, disse che avrebbe proposto per il ruolo di kapò in un film sui lager nazisti;
- il “lodo Schifani” e il “lodo Alfano” per impedire che un Presidente del Consiglio in carica potesse essere processato, per qualunque cosa, anche per maltrattamenti in famiglia;
- la affermazione da Presidente del Consiglio in carica, a fronte della sconfitta (seppure di misura) nelle elezioni del 2006, per cui “il risultato deve cambiare”;
- l’elogio di leader non democratici, di cui sottolineava l’ampio consenso popolare (ottenuto chissà come);
- i “cucù settete” a Merkel o le corna nelle foto ai vertici internazionali o gli “apprezzamenti” sessisti per Merkel e Bindi;
- le feste e i festini di ogni tipo, che consentivano l’accesso incontrollato a luoghi che dovrebbero essere riservati;
- le telefonate alla Questura per sostenere che una minore marocchina fermata dalla polizia era “nipote di Mubarak”, Presidente egiziano, con conseguente voto confermativo della tesi da parte della maggioranza parlamentare;
- le intercettazioni con Tarantini che gli diceva che avrebbe portato “le ragazze”;
- l’abolizione delle tasse di successione (“uguale” per tutti) e di ogni tassa sulla casa (“uguale” per tutti), ma mai una redistribuzione della pressione fiscale a vantaggio dei redditi medio-bassi;
- gli interventi sulla prescrizione e sulla depenalizzazione del falso in bilancio che incidevano su proprie posizioni processuali (in corso);
- lo “scudo fiscale” per far rientrare i capitali trafugati all’estero pagando solo il 5%;
- la forzatura sull’alimentazione forzata alla povera Eluana Englaro che “avrebbe potuto aver figli”;
- gli scontri della polizia con i manifestanti di Genova nel 2001;
- gli attacchi alla magistratura, colpevole di “lesa maestà”, fino alla manifestazione a sua difesa dei “suoi” parlamentari sulla scalinata del Tribunale di Milano;
- la conduzione dell’Italia sull’orlo del default nel 2011, con tanto di “lettera di reprimende” della BCE (ah, l’europeismo)
- la condanna definitiva per frode fiscale del 2013;
E molto altro ancora si potrebbe dire… pagine imbarazzanti per Italia, manifestazioni continue di inefficienza, incapacità di governo e utilizzo del potere per farsi gli affari propri…
Ecco, tutto questo sembra oggi dimenticato. La stampa ne fa un “padre nobile” da preferire a Salvini e Meloni, pronto per il Quirinale.
Ma possiamo essere un Paese serio?"
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positive-magazine · 4 years
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I Casamonica a ‘Porta a Porta’. Quando Biagi intervistò Raffaele Cutolo…
I Casamonica a ‘Porta a Porta’. Quando Biagi intervistò Raffaele Cutolo…
Un’intervista ad un mafioso è lesa maestà nei confronti del pubblico onesto? Il servizio pubblico che offre spazio al mafioso va considerato tout court come sponda di colpevole complicità con le mafie? Nel 2015, almeno a sentire molti esponenti politici (in prima fila quelli del PD e del M5S), pare che le due domande trovino la stessa risposta: sì.
Il caso è esploso con la partecipazione a…
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davidtytopuente · 7 years
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Marco Travaglio e il rapporto travagliato tra Grillo e la Libertà di Stampa
Marco Travaglio e il rapporto travagliato tra Grillo e la Libertà di Stampa
Nell’editoriale di Marco Travaglio dal titolo “Reporters sans Report” ritiene che all’interno del rapporto 2017 sulla Libertà di Stampa vi sia una fake news, ma che allo stesso tempo conferma. Ecco quanto riporta inizialmente l’editoriale:
Ora che anche Reporter Sans Frontières si è bevuta la fake news secondo cui in Italia la libertà di stampa è minacciata da Grillo, che notoriamente controlla…
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novalistream · 4 years
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DONNE E UOMINI DELLA RESISTENZA Enzo Biagi Nato a Pianaccio (Bologna) il 9 agosto 1920, deceduto a Milano il 6 novembre 2007, giornalista. Lui, come amava raccontare, era figlio di un operaio; è diventato "il più grande cronista nella storia del giornalismo italiano", come l'ha definito un collega che lo conosceva bene. Aveva cominciato, ancora ragazzino, la professione (anzi il "mestiere", come preferiva dire), al Resto del Carlino. L'aveva interrotta nel momento delle scelte, quando era entrato a far parte della Divisione partigiana "Bologna" di "Giustizia e Liberta". Dopo la Liberazione e per tutta la vita, l'impegno totale nel giornalismo, senza mai venire a patti con le sue idee. Lasciò il Carlino nel 1951, quando entrò in contrasto con la proprietà che lo considerava un "comunista sovversivo", perché Enzo Biagi aveva firmato il Manifesto di Stoccolma contro la bomba atomica. Non sarebbe stata la sola porta sbattuta in tanti anni di professione, da quella di Epoca (quando, dopo la strage di Reggio Emilia, aveva titolato la copertina della rivista che dirigeva Sette poveri morti), a quella del Corriere della sera (quando vennero alla luce i legami tra la direzione del giornale milanese e la "loggia P2" di Licio Gelli). Non ebbe bisogno di sbattere la porta alla Rai, che nel 2002 lo bandì dopo l'«editto bulgaro» di Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio. La scomparsa di Enzo Biagi ha lasciato un grande sconforto tra estimatori ed amici. Il Presidente della Repubblica ha inviato ai famigliari del giornalista un messaggio che dice: "Scompare con Enzo Biagi una grande voce di libertà. Egli ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale nel complesso mondo del giornalismo e della televisione, presidiandone e garantendone l'autonomia e il pluralismo. Il suo profondo attaccamento - sempre orgogliosamente rivendicato - alla tradizione dell'antifascismo e della Resistenza, lo aveva condotto a schierarsi in ogni momento in difesa dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana. L'amore per l'Italia e la conoscenza della storia nazionale avevano ispirato la sua opera di scrittore e le sue indagini nel vivo della realtà italiana. A Enzo Biagi uomo di genuina ispirazione socialista e cristiana rendo riconoscente omaggio a nome del Paese, esprimendo con commosso ricordo personale la più affettuosa vicinanza e solidarietà ai suoi familiari in questo momento di dolore e di rimpianto". La salma di Biagi (esposta per due giorni nella camera ardente dell'ospedale milanese dov'era stato ricoverato e qui visitata da centinaia di personalità e semplici cittadini), è stata tumulata, accanto a quella della moglie, nel cimitero di Lizzano in Belvedere, a Pianaccio. Sulla giacca del defunto, il distintivo dei partigiani di "Giustizia e Libertà"; nell'aria il canto di "Bella ciao". Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
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telodogratis · 2 years
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Giustizia, Mauriello (Meritocrazia Italia): "Sì da editto bulgaro ai referendum ma nì su Severino"
Giustizia, Mauriello (Meritocrazia Italia): “Sì da editto bulgaro ai referendum ma nì su Severino”
Read More(Adnkronos) – “Sì ai referendum salvo che per la modifica alla Severino”. “Il quesito referendario non convince, perché non è pensabile, come si legge nel testo, che un rappresentante del popolo possa essere un condannato definitivo”. Lo dichiara il presidente di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello, che spiega: “Siamo giunti a questa conclusione dopo un sondaggio svoltosi sulla nostra…
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italianaradio · 5 years
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Luttazzi torna in Rai a ottobre, Freccero: «Devo poterlo esaminare prima che vada in onda»
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/luttazzi-torna-in-rai-a-ottobre-freccero-devo-poterlo-esaminare-prima-che-vada-in-onda/
Luttazzi torna in Rai a ottobre, Freccero: «Devo poterlo esaminare prima che vada in onda»
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Luttazzi torna in Rai a ottobre, Freccero: «Devo poterlo esaminare prima che vada in onda»
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C’è un certo entusiasmo in Carlo Freccero, dopo aver incontrato Daniele Luttazzi in viale Mazzini, qualche giorno fa. L’autore satirico, infatti, è tornato appositamente da Valencia per parlare della prossima idea che potrebbe sbarcare in Rai. Ci sarebbe anche una data per il suo ritorno: dopo l’estate, a ottobre 2019, in piena programmazione autunnale, quando la tv deve esprimere il meglio. Tuttavia, oltre all’entusiasmo, il direttore di Raidue mostra anche una certa prudenza.
Luttazzi torna in Rai, Freccero pronto a chiudere l’accordo
In un virgolettato riportato da Repubblica, ad esempio, Carlo Freccero dice che ci sono ancora delle cose dal limare e che l’accordo è solo a livello embrionale per il momento: «Lo show è già scritto e va solo declinato. Adesso si tratta di vedere le condizioni editoriali e di controllo, perché devo poterlo esaminare prima che vada in onda, questo deve essere chiaro». Poi, ovviamente, ci sono le condizioni economiche, perché Raidue ha dei limiti di spesa che Carlo Freccero non può superare.
Le ultime esperienze di Luttazzi in tv
Al momento, si parla di otto puntate della durata di 50 minuti ciascuna, da trasmettere in seconda serata. Una vera e propria scommessa per il servizio pubblico, dopo l’allontanamento di Daniele Luttazzi dalla Rai in seguito al cosiddetto editto bulgaro di Silvio Berlusconi, pronunciato nell’ormai lontano 2001. Successivamente, Luttazzi aveva fatto un’esperienza a La7 (dove era stato voluto dall’attuale direttore generale della Rai Fabrizio Salini) e poi aveva recitato un monologo estremamente provocatorio nel corso dell’esperimento di Michele Santoro Rai per una notte.
Da quel momento in poi, per Luttazzi c’è stato solo silenzio e qualche intervista su giornali e riviste. Ora, è pronto a tornare. Per l’occasione, aveva scritto sei programmi e non uno solo. Tante idee vulcaniche che, però, al momento potranno essere circoscritte soltanto a otto puntate. «Il mio mandato scadrà tra poco – dice Freccero – e non posso prendere impegni per altri. Starà poi a Salini decidere di prolungare il format per altre otto o più puntate»
L’articolo Luttazzi torna in Rai a ottobre, Freccero: «Devo poterlo esaminare prima che vada in onda» proviene da Giornalettismo.
Si tratterebbe di un programma «con un titolo bellissimo»
L’articolo Luttazzi torna in Rai a ottobre, Freccero: «Devo poterlo esaminare prima che vada in onda» proviene da Giornalettismo.
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Redazione
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infosannio · 5 years
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Selvaggia Lucarelli: "Chef Rubio, bandiera della sinistra. Ma parla come uno di CasaPound"
Selvaggia Lucarelli: “Chef Rubio, bandiera della sinistra. Ma parla come uno di CasaPound”
“Editto bulgaro” Per Anzaldi & C., il cuoco è il nuovo “martire” Peccato che si atteggi a smargiasso, con parole d’odio e sessiste
  (di Selvaggia Lucarelli – il Fatto Quotidiano) – Per raccontare chi sia Chef Rubio senza giudizi contaminati dal tifo politico, bisogna partire dal nome d’arte: Chef Rubio. Il termine chef se ne sta lì appiccicato al cognome ritoccato (si chiama Rubini). Senza che…
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luigidalise · 7 years
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Pierangela Bozzi è stata la fedele ed insostituibile segretaria di Enzo Biagi: anni e anni nelle retrovie a fare da guardia al primo cronista globale del Novecento, come lo definì Giorgio Bocca.
Tra i ricordi spunta una intervista del 1986, a Berlusconi: "Cavaliere, mi scusi, se lei avesse una puntina di tette farebbe anche l’annunciatrice".
La domanda di Biagi passa alla storia, ma la storia finisce nel 2002 con Berlusconi premier e un editto bulgaro, con un lungo e doloroso esilio dalla tv.
Il racconto al Corriere, a dieci anni dalla morte del grande giornalista
http://www.corriere.it/cultura/17_ottobre_08/enzo-biagi-pierangela-bozzi-segretaria-5a70d2b6-ac4d-11e7-b229-0974b7f57cc3.shtml
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