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#fininvest
gregor-samsung · 3 months
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Berlusconi è così egocentrico che se va a un matrimonio vorrebbe essere la sposa, a un funerale il morto!
Checché se ne dica Berlusconi, come tutti i ricchi, non può essere generoso. Se fosse generoso non sarebbe ricco.
I manifesti della campagna elettorale di Berlusconi sono il più grande successo degli imbalsamatori dai tempi di Tutankamen.
Berlusconi è un cattolico un po’ sui generis. Per esempio le sue idee religiose si limitano alla convinzione che Dio abbia creato l’uomo e viceversa.
Silvio Berlusconi: “Ogni ingiustizia mi offende quando non mi procuri direttamente alcun profitto”.
Berlusconi, in vacanza a Bermuda, ha rischiato un gravissimo incidente: stava facendo una passeggiata quando, per un pelo, non è stato travolto da un motoscafo.
I manifesti di Berlusconi che tappezzano le città italiane lo fanno sembrare di vent’anni più bugiardo.
Casini: “Ho una proposta: se vinciamo facciamo il Governo degli Onesti.” Berlusconi: “Bravo, e il pluralismo?”
Che cosa distingue Pietro Nenni, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi? Nenni non sapeva dire bugie, Craxi non sapeva dire verità e Berlusconi non sa dire la differenza.
Oggi ho preso il coraggio a due mani ho telefonato a Berlusconi e gli ho detto: “Guardi che se vince le elezioni il mio posto di lavoro non si tocca!” E lui mi ha risposto: “E chi lo tocca? Anzi mi fa schifo solo a guardarlo!”
A pochi mesi dalle elezioni l’opinione pubblica è riuscita finalmente a capire la differenza che c’è tra Umberto Bossi e Silvio Berlusconi: Bossi è un povero pazzo, Berlusconi invece è ricco.
Mi sono svegliato nel 2010 e ho avuto paura perché Berlusconi aveva comprato tutto. Perfino la Costituzione aveva fatto riscrivere. Da Mike Bongiorno. Il primo articolo diceva: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro? Avete vento secondi per rispondere. Via al cronometro”.
Già da scolaretto Berlusconi dava prova delle sue straordinarie qualità vendendo i “pensierini” ai compagni meno dotati. Cominciava insomma a manifestarsi in lui quella particolare attenzione verso i più somari che sarà in seguito origine del suo successo televisivo e politico.
Una volta Bossi mi ha accusato di peronismo. Sì, ha detto proprio: “Berlusconi è un peronista!”, ma non mi sono offeso perché credo che si riferisse alla birra Peroni che è l’unico peronismo che conosce bene.
Se Berlusconi vincerà le elezioni tutti gli italiani si convinceranno che le sorti del Paese sono in mano a un serial premier.
Il ritorno di Berlusconi al governo mi ricorda il recital di un cantante d’opera penoso in un teatro di Palermo. Eppure il pubblico alla fine si è alzato in piedi e ha urlato: “Bis! Bis!” E lui ha cantato di nuovo. Peggio di prima. Ma il pubblico era di nuovo in piedi a gridare: “Cantala di nuovo!” E il cantante: “Siete un pubblico meraviglioso, mi piacerebbe cantare ancora per voi, ma non posso cantare la stessa aria tre volte…” Allora un vecchietto in loggione si è alzato e ha urlato: “E no! Adesso tu la canti finché non la impari!”
Silvio Berlusconi è una persona per lo più umile, nonostante abbia avuto tutta la vita al fianco il fratello Paolo che farebbe venire il complesso di superiorità perfino a Amadeus.
Silvio Berlusconi è un uomo davvero molto fortunato. Così proverbialmente fortunato che qualche tempo fa la Repubblica di San Marino decise di emettere dei francobolli rappresentanti il suo sedere stilizzato. Ma ha dovuto subito ritirarli perché Emilio Fede li leccava dal lato sbagliato.
Silvio Berlusconi non solo non conosce Tabucchi, ma è anche convinto che Gogol sia un centravanti balbuziente.
Sappiamo che è difficile da credere, ma la vita di Berlusconi è basata su una storia vera.
Berlusconi fin da piccolo aveva detto: “O divento presidente del Consiglio o niente.” Be’ ce l’ha fatta: è riuscito a diventare tutt’e due.
Berlusconi paga tre miliardi di tasse al giorno? E’ più forte di lui, non riesce a essere modesto neanche quando fa il 740.
Berlusconi è uno che prima di darsi alla politica non faceva mistero delle sue passioni. Che, come diceva lui stesso, erano soprattutto due: la figa e Parigi. La figa perché è la figa. Parigi perché… Insomma con tutta la figa che c’è a Parigi!
Sono sicuro, ci vorranno magari vent’anni, ma alla fine Berlusconi diventerà un musical.
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Selezione di battute tratte da: Anche le formiche nel loro piccolo fanno politica. (E s’incazzano). 107 cattivi pensieri sulle ELEZIONI 2001, a cura di Gino&Michele per il Comitato Rutelli.
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palmiz · 2 years
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Il gran circo dei media italiani.
Le fake stavolta dal TG5
Questo è il livello cari miei, poi mi danno del coglione quando dico che non mi fido e non do mai per oro colato le notizie , specialmente date da una certa parte di pennivendoli.
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ilcontroverso · 1 year
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Non c'è più Silvio, ma quale eredità (politica e non) ha lasciato?
Il 12 giugno Silvio Berlusconi è scomparso. In quest'articolo Domenico Sepe ne ripercorre brevemente la carriera e delinea una critica. #IlControVerso #notizie #pensieri #politica #libertà #berlusconi #politicaitaliana #senato #parlamento
Nel corso della mattina del 12 giugno si sono rincorsi i comunicati stampa, gli articoli ed i commenti su un evento che, salvo smentite, pochi si aspettavano veramente: la morte di Silvio Berlusconi durante il suo ricovero presso l’Ospedale San Raffaele. Va detto, sin da subito, che il quadro clinico generale non lasciava trasparire buone notizie già dal mese di maggio, quando è stato operato,…
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sauolasa · 1 year
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Impero Berlusconi svelato il testamento: il futuro di Mediaset e Fininvest
Svelate le ultime volontà di Berlusconi: le aziende rimangono in famiglia con Marina e Pier Silvio a capo di Fininvest. Donazioni milionarie anche per Fascina e Dell'Utri. Dal secondogenito arriva la conferma, Mediaset non è in vendita
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pettirosso1959 · 4 months
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INCENDI DELLE AUTO ELETTRICHE: LE AUTORITÀ STANNO SOTTOVALUTANDO IL RISCHIO COME AI TEMPI DELL’INCENDIO DEL CINEMA STATUTO DI TORINO DEL 1983?
Se ora in tutti i luoghi pubblici vediamo porte anti incendio, luci di uscite di emergenza, estintori e quant'altro, lo si deve al sacrificio di quelle 64 vittime al cinema Statuto di Torino. Era il 13 febbraio 1983. C'era il telegiornale in edizione straordinaria continua. Il cinema in zona centrale si era incendiato, c'era qualche vittima dicevano. Poi diventarono cinque, dieci, venti, sembravano non finire piú. Alla fine erano 64: tutte nella galleria. In platea riuscirono a fuggire tutti, ma il fumo denso acre e velenoso invase subito la galleria. Qualcuno cercó di uscire dalle uscite di sicurezza di vecchio tipo, ma erano chiuse con un listello, per evitare che qualcuno entrasse clandestinamente senza pagare. Altri cercarono scampo nei bagni, ma tutto era oramai una trappola. Il fumo carico di cianuro (prodotto di combustione di tende, gommepiume e rivestimenti dei sedili non lascio' scampo. Li trovarono anneriti come sagome di Pompei. Qualche coppia era rimasta abbracciata, cercando l'ultimo conforto dalla persona amata. Torino restó in un gelido silenzio. Mai una tragedia simile l'aveva colpita, e a poco serví la solidarietà della città che si strinse attorno alle famiglie delle vittime. Il tram per andare a scuola passava proprio davanti al Duomo, e il giorno dei funerali li davanti c'era una lunga colonna di carri con i feretri. Vederli tutti assieme faceva impressione: ti rendevi conto di quante erano 64 vite spezzate. Eravamo tutti studenti di quella scuola, decidemmo di scendere per rendere omaggio alle vittime e portare la nostra presenza alle famiglie. Ma i pianti dentro il Duomo e le grida di dolore erano strazianti. Tutto sembrava così irreale, quasi come in un incubo dal quale speri di svegliarti. Dopo i funerali le indagini, i perché , le mancanze e le omissioni. Ma era una cosa all'italiana e le avvisaglie c'erano state un'anno prima a Todi, dove nel rogo di un museo morirono 35 persone. Anche li c'erano carenze sui sistemi di sicurezza (uscite di sicurezza, limiti di presenza massima ignorati, materiali non ignifughi ecc). La tragedia del Cinema Statuto fu la goccia che fece traboccare il vaso. Da subito vennero varate le nuove norme di sicurezza che imponevano porte anti incendio certificate (REI 60-90 ecc), materiali ignifughi e non tossici, maniglie anti panico, indicazioni delle vie di fuga, uscite di sicurezza illuminate e divieto di sosta sanzionato immediatamente di fronte alle medesime, e poi controlli preventivi dei Vigili del Fuoco, certificati di idoneità e quant'altro. Tutto ció che vediamo in musei, cinema, teatri, scuole ecc è conseguenza di quella tragedia che scosse fortemente l'Italia intera. Da fanalino di coda della sicurezza, con quel disastro si passó all'avanguardia rispetto ad altri paesi. Ci furono altri eventi a rischio, ma le misure di sicurezza fortunatamente hanno sempre funzionato. Se il resto d'Italia ha beneficiato delle misure prese per evitare il ripetersi di tragedie simili, quelle famiglie hanno comunque pagato un prezzo carissimo e ne portano il doloroso peso tutt'ora.
Per questo temo che sulle auto elettriche le autorità stiano sottovalutando il rischio: sappiamo bene che gli incendi originari dalle batterie agli ioni di litio vengono domati con estrema difficoltà che spesso ai vigili del fuoco non rimane altro che proteggere gli ambienti vicini!! Con l'Incendio di Todi un'anno prima del Cinema Statuto, i 35 morti non sono bastati a scuotere le autorità. Perché rivoluzionare le norme di sicurezza comportava molti problemi: con l'entrata in vigore delle norme post-Statuto, molti cinema e teatri d'Italia hanno chiuso per sempre perché sarebbe stato troppo costoso adeguarsi. Anche i cinema parrocchiali, giá messi in ginocchio dalle televisioni private di Fininvest (poi Mediaset) sono scomparsi totalmente. Dall'altra parte, peró, i cinema di prima categoria (prime visioni) sono stati tutti rinnovati completamente e sono anche diventati più confortevoli (ancor prima che uscissero i multisala). Conoscendo quindi l'inerzia delle autorità di fronte ai potenziali rischi di una tecnologia di nuova applicazione, temo davvero che la questione "incendi auto elettriche" venga ignorata fin quando non si arriverá alla tragedia.
Bisogna quindi agire prima, perché il dopo è sempre troppo tardi e a nulla servono le parole di circostanza e le manifestazioni di cordoglio delle istituzioni. Non servono perché non assolvono dai sensi di colpa chi doveva fare qualcosa per tempo e non lo ha fatto.
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odigodisse · 7 months
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Recompartilhando a publicação do Rubens Menin que o Luciano José Campos de Abreu (analista de tecnologia do SENAI Contagem Centro da Indústria 4.0) compartilhou comigo… Copiando o jingle grudento da Fininvest... “Quem disse que não dá? Na Resia dá”.  Não é fácil convencer as pessoas de que é possível aplicar tecnologias da indústria 4.0 em construtoras e fabricantes de materiais, componentes e sistemas construtivos e a Resia provou que é possível. Custa caro? Custa. Dá trabalho? dá. Mas vamos pensar pensar no modelo de negócio… Se o objetivo é a eficiência e a eficácia no canteiro de obras, ou seja, executar obras de edificações com qualidade, competência, excelência, com nenhum ou com o mínimo de erros, atingindo os objetivo inicialmente planejados de prazo e custo, acho que vale a pena pensar no assunto. Mas tudo que é inovador e disruptivo, começa com um primeiro passo… E, na jornada 4.0, o primeiro passo é a otimização de processos (relacionamento com clientes e fornecedores, projeto e desenvolvimento do produto, aquisições, planejamento e controle operacionais, produção, assistência técnica etc.). Os analistas de tecnologia do SENAI Contagem Centro da Indústria 4.0 podem ajudar construtoras e fabricantes de materiais, componentes e sistemas construtivos nessa jornada. Lá a trilha para eficiência e a eficácia é estabelecida em um roadmap, ou seja, um plano de ação de curto, médio e longo prazo, totalmente adequado ao contexto das empresas que participam na cadeia produtiva da construção civil construindo ou fabricando materiais, componentes e sistemas construtivos. Vamos conversar mais sobre otimização de processos e a trilha para conhecer, entender e aplicar as tecnologias da indústria 4.0?
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m2024a · 9 months
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Marco Di Nunzio, il falso erede di Berlusconi e la truffa del testamento colombiano: Marta Fascina sentita come testimone Il 29 settembre 2023, presso un notaio di Napoli, Marco Di Nunzio, 55enne imprenditore torinese in Colombia, già artefice della lista civetta Bunga-Bunga, depositò un presunto testamento di Silvio Berlusconi sostendendo che il 21 settembre 2021 davanti a un notaio di Cartagena, il premier gli aveva destinato 26 milioni, uno yacht, le ville ad Antigua nelle Antille, e soprattutto il 2% della Fininvest. Ora l'uomo è indagato. E Marta Fascina, dal 2020 ultima compagna di Silvio Berlusconi sino alla morte dell’ex presidente del Consiglio il 12 giugno 2023, è stata ascoltata in gran segreto dalla Procura di Milano come testimone nell’inchiesta. Lo scrive il Corriere della Sera. Chi è il finto erede Attivo fra l’imprenditoria e la politica, quello di Marco Di Nunzio appare come un profilo piuttosto variopinto. Classe 1968, suo settore di competenza è quello dei cantieri navali. Originario di Torino, si è trasferito da qualche anno in Colombia, la nazione dove il nuovo testamento di Berlusconi sarebbe stato scritto, stipulato e successivamente addirittura vidimato dalla cancelleria del ministero degli Esteri. In Colombia Di Nunzio è anche consigliere della sezione locale del Comites, il comitato degli italiani all’estero. Molteplici – e di scarso successo – le sue avventure politiche in Italia, condotte soprattutto nel segno di simboli dai nomi strampalati. Nel 2010 si candidò come sindaco a Sestriere, presentandosi per le insegne della Fiamma Tricolore. Successivamente si mise in proprio, creando dal nulla liste sempre più improbabili. Nel 2011 cercò di presentarsi alle elezioni comunali di Torino, ma la sua lista Bunga Bunga venne bocciata. Successivamente tentò la fortuna a Borgomasino, paesino del Canavese dove tirò addirittura in ballo il Tar per cercare di entrare in consiglio comunale attraverso il riconteggio dei voti ottenuti dal suo Movimento Bunga Bunga-Forza Juve. La Colombia Il 6 novembre Di Nunzio, pur già indagato, ha chiesto (invano) al Tribunale civile il sequestro di parte dei beni degli eredi Berlusconi a garanzia delle proprie pretese: e qui, per controbattere all’ambasciata italiana che attestava come Berlusconi non fosse mai entrato in Colombia, e tantomeno il giorno 21 settembre 2021 nel quale in apparenza a Cartagena avrebbe espresso il testamento pro Di Nunzio davanti al notaio Margarita Rosa Jimenez Najera, Di Nunzio con l’avvocato Erich Grimaldi ha prodotto due documenti a sostegno della nuova tesi per la quale Berlusconi non risulterebbe sui normali registri frontalieri della Colombia, al pari degli stranieri che sbarchino nei porti per trattenersi sul suolo colombiano meno di 24 ore, perché quel giorno vi sarebbe entrato dal mare, a bordo di un peschereccio: due apparenti fatture dell’acquisto quel 21 settembre 2021 a Cartagena di due quadri di Botero e di uno smeraldo, e l’esito negativo di un tampone molecolare Covid in teoria effettuato da Berlusconi sempre quel giorno alle 8.18 del mattino (con esito alle 18.55) nei laboratori di una tal «Sis Diagnosticos Medicina molecular». La firma falsa La firma di Berlusconi in calce a due delle tre versioni risulta presa su Internet dal sito «freenewsonline». Inoltre il notaio Jimenez Najera «ha dichiarato che Berlusconi non si è mai presentato nel suo studio»; e perfino l’interprete Aura Cenzato ha disconosciuto traduzioni e timbri. La testimonianza di Marta Fascina A ulteriore riscontro negativo alla storia del peschereccio, il procuratore Viola e la pm Roberta Amadeo hanno voluto chiedere a Fascina se ricordasse dove fosse Berlusconi il 21 settembre 2021, e se a sua conoscenza fosse mai stato in Colombia. Fascina lo ha escluso, e su quel giorno ha documentato (attraverso copie di una agenda) dove fosse e cosa abbia fatto Berlusconi.
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mariacallous · 1 year
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No wonder Italy’s current leader feels indebted to the four-time prime minister; she owes her ascent to the man who played a decisive role in normalising the far right.
The man who changed the face of Italy and paved the way for the ruling far right died on Monday, but Berlusconism has risen. After Silvio Berlusconi’s death, my country seems to have fallen under a spell. The major TV channels broadcast hagiographic reports of the four-time prime minister, with nostalgic music playing in the background. Celebrities remember the day they met the tycoon but have ostensibly forgotten his “bunga bunga” parties. The mainstream narrative leaves out Berlusconi’s conflicts of interest, his connections with the mafia, his disregard for rules and his obduracy in siding with his friend Vladimir Putin to the very end.
As if to resurrect the rampant years of Berlusconism, media and politics are speaking with one voice. Prime Minister Giorgia Meloni has proclaimed a day of national mourning to coincide with her coalition partner’s state funeral. Although Berlusconi’s centre-right party, Forza Italia, is now in disarray, the man’s true legacy consists of Meloni’s ruthless far right governing the country and furtherly reshaping it.
The Leopard
One year ago, when he was campaigning for the general elections, the octogenarian Berlusconi appeared on TikTok and tried to endear the digital generation. Most likely, teenagers think of Berlusconi as an old billionaire who founded a media empire and led four governments; some of them associate him with the football team Milan, others think about his sex parties with prostitutes. But youngsters are poorly aware of the way Berlusconi put democracy under stress in the last three decades.
In the early Nineties, a huge corruption scandal, named “Tangentopoli”, shattered the political system. Investigations into the illicit financing of parties also triggered the collapse of the Socialist Party, Psi, and its leader, Bettino Craxi. The latter’s friend, Berlusconi, “entered the field” to fill the void. Berlusconi was not at all an outsider. He was a Leopard: he was part of the so-called “First Republic”, but became the one who capitalized from its collapse. Taking office as Prime Minister in 1994, he founded the “Second Republic” and led four governments until 2011. To quote The Leopard, a classic Italian novel by Giuseppe Tomasi di Lampedusa, “if we want things to stay as they are, things will have to change”.
Berlusconi and Craxi were united by friendship and strings. In the 1980s, Craxi was in charge as Prime Minister and paved the way for Berlusconi’s media empire: Fininvest’s private broadcasting was illegal at that time, but the Socialist leader passed two “Berlusconi decrees” to save that business.
In 1994, after creating a TV empire, thanks to politics, Berlusconi conquered politics thanks to television. He seduced voters with the dazzle of entertainment and the marketing tactics of advertisement; the electoral programme was promoted as if it was a dazzling product, keeping contradictions in the shade. When in power, Forza Italia’s leader had a grip on private and public broadcasters: “they speak with a single voice, saying that Berlusconi is fantastic”, as the Italian political scientist Giovanni Sartori noticed decades ago.
During the Berlusconi era, Sartori was deeply concerned about “the erosion of democracy in Italy”. In a “videocracy” where images are hegemonic, “citizenry is intellectually impoverished, and the monopoly of television in the Berlusconi case is even more worrying”, he said.
Melon benefited most from his legacy
Berlusconi used his TV empire as a tool to shape the narrative and to get an audience. He was an ante litteram populist: he blamed parties, he promoted a centralized worship around his person, he used scaremongering tactics and even unleashed his supporters against judges. Now you can see why Berlusconi inspired Viktor Orbán, and you may notice that the Italian leader had something in common with Donald Trump or Andrej Babiš. But it is Meloni who is benefitting most from Berlusconi’s political and cultural legacy. He played a decisive role in normalising the far right. In 1993 Gianfranco Fini, the leader of the Italian Social Movement, Msi, ran for mayor of Rome; the tycoon had not yet jumped into politics but he hastened to endorse the post-fascist candidate. In a matter of months, Msi was rebranded into Alleanza nazionale, National Alliance, and entered the first government led by Berlusconi.
In 2001, Fini himself was deputy-prime minister in the second Berlusconi government; at that time, the G8 hosted in Genoa ended in blood. A huge anti-globalization movement, so transversal as to bring together teenagers and pensioners, leftists and Catholics, was forcibly repressed by police brutality. Amnesty International stated that it was the most serious suspension of democratic rights in a Western country since the Second World War.
Forza Italia’s leader never showed any sense of limit. Putting aside the sex parties, his strategy of power showed no restraint: it was founded on alliances with racist and even secessionist parties such as Umberto Bossi’s Lega Nord, the ancestor of Matteo Salvini’s Lega. And post-fascists have always been Berlusconi’s coalition partners, although they rearranged their framing over the years: in 2012, Meloni founded Brothers of Italy. A decade later, she took charge as Prime Minister. Within a few months, her government attacked media freedom and took over the broadcaster Rai. Forza Italia’s leader started the takeover of the media and the public sphere. He purged critical journalists such as Enzo Biagi from the public broadcaster and never hesitated to attack institutions. A few weeks ago, Meloni’s government moved to curb the state audit court’s oversight powers.
The far-right Prime Minister also plans “not to bother those who create wealth” and is benevolent towards tax dodgers, to say the least. Not only did Berlusconi count on the votes of tax evaders, but he was himself charged with tax fraud. He faced a huge amount of scandals and convictions but avoided jail and unleashed his supporters against the judiciary. Despite this, Meloni has proclaimed national mourning. It’s pretty clear why she feels indebted to Berlusconism.
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curiositasmundi · 2 years
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[...] L’ultimo, ma non ultimo, a danzare la danza del ventre è Berlusconi. Poteva mancare? Lui è un caso inestricabile e problematico: crede di averlo preso lui, Messina Denaro, per farlo curare a San Raffaele. Il poveretto si crede Dio, con la differenza che “Dio è in cielo in terra e in ogni luogo, ma Berlusconi c’è già stato”. Graviano, un uomo di punta della cosca, dichiarò nel 2009 ai magistrati di Firenze di avere fatto affari miliardari con l’inquilino di Arcore e nel processo Dell’Utri nel 2014 la Cassazione, nella sentenza definitiva, scrive nero su bianco che la Fininvest di Berlusconi non solo ebbe rapporti costanti con la mafia, ma addirittura la pagava. Ci manca solo che, da un momento all’altro, dall’Egitto arrivi la nipote di Mubarak con la regina Cleopatra al seguito per danzare il ballo dei sette veli. [...]
Nessuno mi toglierà dalla testa che Matteo Messina Denaro si sia preso da solo - Infosannio
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gregor-samsung · 3 months
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Vignette tratte da:
BerluStory. Biografia del Cavaliere a Fumetti - numero 3 ("Il politico") pag. 13, testo e disegni di Marcello Toninelli; allegato a Fumo di China n° 113, novembre 2003.
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Silvio Berlusconi 🖤🖤🖤 nous a quitté le 12 juin 2023 à l'âge de 86 ans
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à l'époque jeune loup socialiste, avec un 357 Magnum sur le bureau, en cas de kidnapping
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Dès ses années d'études, il a démontré sa capacité à gagner de l'argent. Alors qu'il étudie le droit à l'université, il joue de la contrebasse dans un groupe d'étudiants et se fait une réputation de chanteur, travaillant dans des boîtes de nuit et sur des bateaux de croisière
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Il a commencé à utiliser son charme naturel dans les affaires en tant que vendeur d'aspirateurs et en vendant des essais rédigés pour ses camarades d'études. Après avoir obtenu son diplôme, il se lance dans la construction avec sa propre société, Edilnord, et construit un énorme complexe d'appartements à la périphérie de Milan - bien que la source de financement du projet reste un mystère. En 1973, l'entrepreneur lance une société locale de télévision par câble, Telemilano, pour fournir la télévision à ses propriétés. 4 ans plus tard, il possède deux autres stations et un studio central à Milan. À la fin de la décennie, il a créé une société holding, Fininvest, pour gérer l'expansion rapide de ses entreprises. Il finira par posséder Mediaset - le plus grand empire médiatique d'Italie et propriétaire des plus grandes stations privées du pays - et la plus grande maison d'édition d'Italie, Mondadori. Il était l'un des hommes les plus riches d'Italie, avec une fortune familiale de plusieurs milliards de dollars. Ses enfants Marina, Barbara, Pier Silvio, Eleonora et Luigi ont tous participé à la gestion de son empire commercial. Une partie de cette fortune a été utilisée pour satisfaire ses intérêts personnels, notamment pour sauver de la faillite le club de football de sa ville natale, l'AC Milan, en 1986.
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raffaeleitlodeo · 1 year
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Il papa che esce dal Gemelli, il pendolo Calenda-Renzi, la destra dopo Berlusconi, il patto tra Giorgia e Marina, l'ipotesi Paolo Berlusconi al Senato, il ballo alla scala del 2004, la santificazione laica, le frasi shock dei ragazzi del suv, il fatturato di TheBorderline, il giallo del noleggio, l'amaca di Serra sugli amici dei ragazzi del suv, l'ultimo saluto a Flavia Franzoni, l'investimento di un ventenne in bmw, la pista del dna di Kata, l'ultima difesa di Gabriele Bianchi, il grande caldo che arriva, l'abolizione dell'abuso d'ufficio, l'intervista a Serracchiani sulla giustizia, le notizie che non potremo più leggere con la legge Nordio, Scalfarotto sulla maternità surrogata, il braccio di ferro sul Mes, Ita sconfitta in tribunale, l'ultima chiamata per l'acconto Imu, la diretta da Kiev, il giallo sulle dimissioni della capa della polizia di New York, l'Iran che aggira le sanzioni.
L'abolizione dell'abuso d'ufficio, l'alba di un nuovo conflitto, l'intervista ad Albamonte, cosa prevede la riforma, il funerale di Flavia Franzoni, l'ultima lezione di Flavia Franzoni, le storie dei figli del cavaliere, i cinque figli di Berlusconi, il futuro di Forza Italia, il rebus testamento Fininvest, la cremazione e il ritorno delle ceneri, il meglio e il peggio di Berlusconi, il caffè di Gramellini su Emilio Fede, il papa che esce dal Gemelli, la folla che applaude, la poesia di Lino Banfi per il papa, i testimoni dell'incidente del suv, lo youtuber positivo alla cannabis, la nonna e la zia del bambino, l'opinione di Santamaria sull'esibizionismo, le folli imprese del gruppo del suv, l'ultimo video degli youtuber, la frontiera delle "challenge", l'opinione di Veltroni sull'inganno dei like.
Questo il muro di notizie (alcune delle quali oggettivamente importanti, per carità) che oggi i lettori - rispettivamente - di Repubblica e Corriere online devono attraversare per poter arrivare, scrollando scrollando, a ricevere qualche notizia sul naufragio dei migranti in Grecia, cioè su una catastrofe umanitaria di portata planetaria e di inaudita gravità fortemente legata a temi di strettissima attualità politica italiana ed europea che ha causato centinaia di morti innocenti, tra cui molti bambini.
Sarebbe interessante sapere quanti di quei lettori non ci sono neppure arrivati.
Sarebbe ancora più interessante sapere con quale criterio quelle notizie sono state messe in ordine.
Alessandro Capriccioli, Facebook
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k4lashnik0v · 1 year
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italian politics because why not?
hi fellas! in the "honor" of Silvio Berlusconi's death i will make a not so short explanation of who he was, crimes included ofc (so if you're italian you probably won't need to read this post)
Silvio Berlusconi was a italian politician and an enterpreteur and he has been Prime Minister for four times. he founded important companies such as mediaset and fininvest and he's also the leader of the centre-right party "Forza Italia" his assets amount to more than 3.6 billion euros.
but who is Silvio Berlusconi really?
a horrible person it's the only correct answer, so let's have a quick look about what he did, starting from his controversial affirmations.
"Putin didn't want war, he was prompted to invade Ukraine" is what he said during a meeting of Forza Italia
in september 2021, after the drug trafficking scandal which involved Luca Morisi, the former head of communication of Matteo Salvini, another Italian politician, Berlusconi announced "after all, what did Morisi do? he had the only defect of being gay". in the same year, Berlusconi was involved in the prostitution scandal and he tried to cut the story short by saying "sometimes i happen to look at pretty girls, it's better to be a fan of pretty girls than to be gay"
in 2003 Berlusconi argued that "Mussolini never killed anyone, he sent people to vacations in the confinement"
in 2009, while Rosy Bindi, the deputy speaker of the house for the democratic party was being interviewed, Berlusconi described her as "always more beautiful than intelligent"
i could go on for hours, but let's have a look about his judicial processes. from 1980 to 2023 there have been about 32 processes for a big variety of stuff such as
tax fraud, false accounting, misappropriation, money laundering
illicit party financing
corruption, alleged corruption of the lawyer david mills to convince him to bear false witness in a process, judicial corruption, instigation to corruption
child prostitution
aggravated concussion
drug traffick
abuse in the use of state flights, abuse of office
deffamation of public figures
agreements with the mafia
of course, al of this processes have been absolved for prescription (extinction of the crime) amnesty (waiver by the state to prosecute a crime) or decriminalization (transformation of a criminal tort into an administrative or civil tort) and this is a literal violation of the italian constitution, indeed, the first article says that all citizens are equal before the law, but apparently when it comes to powerful and rich people like Berlusconi, the rule doesn't apply, pretty funny huh? welcome to italy.
this is all, goodbye fellas★
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marcoleopa · 2 years
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La luna, lo stolto e il dito
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No, non è casuale che Benito&Fontana sono oggi la seconda e la terza carica della Repubblica, che, sulla carta (solo quella), è antifascista, democratica, laica.
Non è casuale, perché nel caso di Fontana et similia classe 1980, sono i figli della Mediaset generation.
Fininvest e Mediaset, che, dal 1975 (la prima), hanno messo in campo la più grande washingbrain mai vista in Italia dal dopoguerra. Nemneno con la DC di Andreottiana memoria, anni nei quali si vinsero due referendum: aborto e divorzio.
Programmi spazzatura, cartoni animati, giochini preserali, telegiornali, salottino da avanspettacolo, conditi di continui rimandi al ventennio, al mito del sogno amerikkkano in salsa conservatrice.
No, non è casuale. È il frutto di un attento lavoro di comunicazione politica, che solo gli stolti della mia sinistra non hanno compreso, guardando solo il dito che li indicava.
Dal partito di plastica, come lo definì baffetto lo skipper D'Alema, agli scranni del Senato e della Camera dei deputati.
No, non sono casuali quarant'anni di lavaggio del cervello.
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chez-mimich · 2 years
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LO STATO DELLA COSE_CHIARA ALESSI
Ci sono e ci sono state pochissime persone, e pochissimi intellettuali, che hanno raccontato la Storia (quella con la “S” maiuscola) attraverso la storia degli oggetti. Così a memoria mi vengono in mente Paolo Fossati, Bruno Munari, ma anche Neil MacGregor, ricordando quel gran libro che è “La storia del mondo in 100 oggetti”. Non posso poi non citare Andrea Branzi e Kenya Hara e la loro grandiosa mostra “100 verbi” di qualche anni fa alla Triennale di Milano. Indubbiamente qualcuno c’è stato, ma non sono molti. È anche per questo che ho accolto con interesse e curiosità “Lo Stato delle cose” (Longanesi) di Chiara Alessi, dopo aver già letto “Tante care cose” lo scorso anno. Chiara Alessi entra quindi di diritto nel novero dei “raccontatori” della Storia attraverso le cose. “Lo stato delle cose” non è tuttavia la prosecuzione del libro precedente, pur trattando anch’esso di oggetti, in quanto in questo volume non si tratta più di oggetti di design, ma di oggetti di uso comune, ma in un certo senso molto simbolici. Non per nulla il sottotitolo del libro è “Breve storia della Repubblica per oggetti”. Chiara Alessi sceglie di parlare di sei “oggetti”, la borraccia, la penna a sfera, la “schiscetta”, il passamontagna, la striscia rossa dei carabinieri, il fiore del logo Fininvest. Apparentemente questi oggetti reali e simbolici, non sembrano avere un diretto rapporto tra loro, ma Chiara Alessi, racconta una storia fatta di legami sottili, che l’autrice ricerca con passione e che effettivamente appaiono convincenti, ma soprattutto affascinanti. La borraccia (in realtà una bottiglia) che apre il volume è quella che si scambiano Coppi e Bartali al Tour de France. Un’immagine pubblicata su “Lo sport illustrato”, che colpì molto la fantasia popolare, ma che forse non era un’immagine così genuina come si potesse pensare. Chiara Alessi, partendo dalla ricostruzione di tutto ciò che sta intorno a quello scatto, ci racconta la storia di questo oggetto e del suo mutare, anche in relazione alla storia del costume e della storia tout court. Le stessa cosa avviene, nel capitolo successivo, (che ha in realtà moltissimi punti di incontro con il capitolo precedente) per la penna a sfera, a cominciare dal legame con Gino Bartali, primo testimonial di una penna (sebbene stilografica) nel 1953. Questa capacità della Alessi di tenere vivo il legame tra gli oggetti, prosegue per tutto il libro. E così dopo la penna a sfera, messa in cantiere dall’ingegnere torinese Marcel Bich, e la penna Aurora prodotta da Olivetti grazie a Marcello Nizzoli, è la volta della”schiscetta, il contenitore per il pasto della classe operaia, che vedrà ancora la Olivetti come esempio inimitabile ed inimitato, nel rapporto tra impresa e classe operaia. Insomma come si sarà capito, non si tratta solo di oggetti, ma di rapporti umani, sociali, economici e di politica in senso nobile. È in questa chiave che viene raccontata la storia del passamontagna, indumento che da pratico diventa simbolico (ricordiamo il passamontagna dei terroristi o quello delle Brigate Rosse), ma è anche la storia del Conte di Cardigan che utilizzò il passamontagna per le truppe inglesi in Crimea, quello del Subcomandante Marcos e quello delle Pussy Riot. Capita la stessa cosa anche per il curioso capitolo sulle strisce rosse dei pantaloni dei carabinieri, la striscia rossa più famosa d’Italia, che fanno parte di una “uniforme” e non di una “divisa”, cosa molto diversa anche da un punto di vista concettuale. Anche il fiore del logo Fininvest contiene allusioni, significati e relazioni che sono tutt’uno con la storia del nostro Paese (ah già, dimentico sempre che adesso si deve dire “nazione”). Insomma un libro che parlando di “cose” in realtà parla di tutto, perché sono le cose che spesso parlano di tutto, basta trovare solo chi, come Chiara Alessi, riesca a farle parlare…
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