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#enzo garinei
perfettamentechic · 1 year
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25 agosto … ricordiamo …
25 agosto … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2022: Enzo Garinei, Vincenzo Garinei, attore e doppiatore italiano. Fratello del commediografo e regista teatrale Pietro Garinei e padre di Andrea Garinei (attore anch’egli morto nel 2016 a causa di un tumore). Esordisce al cinema nel 1949 in Totò le Mokò e nel corso di quattro decenni partecipa, in ruoli secondari, a numerose commedie musicali e film, rallentando le proprie apparizioni solo a…
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ulkaralakbarova · 2 months
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Island farmer Banana Joe helps the local community by trading his bananas for goods. When gangsters arrive with plans to construct a banana processing plant, Joe kicks them out, but the mob boss discovers that Joe is operating without a license. After the mob tips off the authorities and Joe’s boat is impounded, he ventures into a big city for the first time to seek help. Credits: TheMovieDb. Film Cast: Banana Joe: Bud Spencer Dorianne: Marina Langner Juan Villas: Mario Scarpetta Torquillo: Gianfranco Barra Ing. Moreno: Enzo Garinei Schneider: Gunther Philipp José Félipe María Marquíno: Giorgio Bracardi Werbeansagerin: Gisela Hahn Carlo Torcillo’s Truck Driver: Nello Pazzafini Capitan (Polizei): Carlo Reali Pedro, der Polizist: Salvatore Basile Direktor der Bar: Edy Biagetti Torcillo’s Schläger: Giovanni Cianfriglia Torcillo’s Schläger: Benito Pacifico Torcillo’s Schläger: Sergio Smacchi Torcillo’s Schläger: Marcello Verziera Sergio (uncredited): James Ordonez Hitman (uncredited): Claudio Pacifico Film Crew: Producer: Josi W. Konski Editor: Raimondo Crociani Screenplay: Steno Screenplay: Bruno Corbucci Cinematography: Luigi Kuveiller Screenplay: Mario Amendola Screenplay: Bud Spencer Original Music Composer: Guido De Angelis Original Music Composer: Maurizio De Angelis Production Design: Francesco Bronzi Special Effects Supervisor: Dino Galiano Costume Design: Luciano Sagoni Additional Writing: Gunther Philipp Assistant Director: Massimo Carocci Production Manager: Vittorio Galiano Production Manager: Maurizio Pastrovich Producer: Karl Spiehs Assistant Director Trainee: Enrico Mastracchi Manes Movie Reviews:
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mariocki · 2 years
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No il caso è felicemente risolto (No, the Case Is Happily Resolved, 1973)
"You never get used to this, Professor, believe me. You did your duty. Now it's our turn."
#No il caso è felicemente risolto#no the case is happily resolved#no‚ the case is happily resolved#italian cinema#poliziotteschi#Vittorio Salerno#Augusto Finocchi#riz ortolani#Enzo Cerusico#Riccardo Cucciolla#martine brochard#enrico maria salerno#Umberto Raho#Loredana Martínez#Junie Vetusto#Claudio Nicastro#Luigi Casellato#Enzo Garinei#Eleonora Mauro#Nazzareno Natale#Gualtiero Rispoli#an atypical poliziottesco which is light on sex and violence (a brutal opening scene aside) and heavy on psychology and politicising. a man#witnesses a murder and‚ in a state of shock‚ delays before informing the police; before he can the murderer himself goes to the authorities#and claims that he is the witness and the witness the murderer. what follows is a strung out agony of guilt and paranoia as our protagonist#(quite honestly the most pathetic lead in italian genre cinema) does everything possible to incriminate himself as stupidly as possible#I'm being flippant but actually this is a very sharp critique of public distrust in the police system in 70s Italy; multiple characters#express the sentiment that even when not corrupt‚ the laziness and incompetence of the police is enough to condemn an innocent man#it's also concerned with class (the witness a working man‚ the killer a respected academic) and the idea of culpability through inaction#(both the police and the witness). the original (and excellent) ending was considered too pessimistic by the studio so an awful coda was#added; it's cringe inducing‚ but thankfully Arrow have provided the as shot ending as a special feature
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pinknachowitch · 2 years
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#renatorascel #ernestocalindri #paoloferrari #enzogarinei
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sayitaliano · 2 years
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Goodbye to the fantastic Enzo Garinei: actor in so many different movies, plays and sketches (especially fun ones), and dubbing actor (for example, he has been the voice of Stan Laurel, of the famous "Laurel & Hardy" comedians' couple, from 1985 to 2008).
(Here you can watch him and Bud Spencer in "Banana Joe"; here he was trying to sell a very small apartment in Milan to Renato Pozzetto in "Il ragazzo di campagna" = the boy from the countryside (yeah, the countryboy) - cult scene)
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psychodollyuniverse · 3 years
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CIAO STEFANIA! 
40 anni senza Stefania Rotolo, la "ragazza uragano"
Aveva un soprannome, "Ragazza Uragano", e non le stava male. Si, perché Stefania Rotolo, scomparsa 40 anni fa il 31 luglio del 1981 a trent'anni, era veramente una ragazza carica di energia. Energia vitale, però, non distruttiva, anzi, comunicava gioia e allegria, voglia di vivere e spensieratezza. Era nata a Roma nel 1951, figlia di Martha Matoussek, una delle leggendarie Bluebelles di Erminio Macario, e aveva iniziato la sua carriera ballando con i ‘collettoni e le collettine’, il giovanissimo corpo di ballo che accompagnava Rita Pavone nel 1964 e che animò le notti del Piper negli anni successivi, assieme a Loredana Bertè e Renato Zero che diventarono suoi amici.
Ci volle qualche anno perché la stella di Stefania Rotolo cominciasse a brillare: avvenne quando Franco Estil, primo ballerino con Raffaella Carrà e noto coreografo televisivo, la scoprì e decise di portarla con la sua compagnia in tour, portandola in America Latina, in particolare in Brasile, dove rimase per qualche anno. Al ritorno in Italia Stefania Rotolo approda nel mondo dello spettacolo italiano, con una particina in un fim di Riccardo Garrone, poi partecipando come ballerina al Cantagiro, nel 1975, e poi a teatro, in uno degli spettacoli di maggior successo di Garinei e Giovannini, Felicibumtà con Gino Bramieri. Ma fu la disco music a segnare il suo vero successo, quando nel 1977 viene scelta per condurre, al fianco di Sammy Barbot, Piccolo slam, un programma del primo canale Rai dedicato al pubblico più giovane, dove la Rotolo veste i panni di conduttrice, dj, e showgirl. La trasmissione ha un grande successo e viene riproposta nel 1978, anno in cui la showgirl pubblica il suo primo album, Uragano Slam, con molte cover di successi disco, a cui segue un fortunato tour nelle discoteche. Ma è prima con Non Stop, con la regia di Enzo Trapani, nel 1978, e poi soprattutto con Tilt del 1979 che la showgirl diventa uno dei volti più amati della TV italiana della fine del decennio, soprattutto per merito della sigla di Tilt, Cocktail d’amore, che diventerà il suo più grande successo.
Nell’80 approda a Canale 5, al fianco di Mike Bongiorno, ma poco dopo è costretta a ritirarsi dalle scene a causa di un tumore, che la porterà alla morte esattamente 40 anni fa. La stagione della disco music porta il suo marchio, il taglio di capelli, biondi e corti, lo stile giovanile, vivace ma mai eccessivo, la simpatia e la comunicativa, avevano consentito a Stefania Rotolo di diventare un personaggio televisivo di grande successo in pochissimi anni, anche perché, come si addice a una showgirl, sapeva cantare, ballare, recitare, condurre, e soprattutto era riuscita a conquistare il cuore del pubblico di tutte le età, bambini, adolescenti e adulti, con una verve e una carica da “uragano” davvero uniche.
da https://www.repubblica.it/
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persinsala · 5 years
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Sebbene il pubblico genovese attenda con ansia l’apertura della stagione lirica, in programma per il 22 novembre con Il trovatore, il primo fine settimana di novembre porta sul palcoscenico uno dei più famosi musical italiani: Aggiungi un posto a tavola. Come per ogni stagione del teatro ligure, Persinsala era tra il pubblico, pronti ad accompagnarvi sin da ora fino alla fine della stagione, ma ecco cosa abbiamo visto.
Dopo 43 anni dal suo debutto, torna uno dei più noti musical italiani di Pietro Garinei e Sandro Giovannini con le musiche di Armando Trovajoli. La storia, ispirata al romanzo After me the deluge di David Forrest, racconta le avventure di Don Silvestro, parroco di un paesino di montagna, che un giorno riceve una chiamata da Dio in persona che lo incarica di costruire una nuova arca per affrontare un secondo diluvio universale.
Su questo sfondo, Don Silvestro (Gianluca Guidi) si confronta con i paesani dubbiosi e con il sindaco mangiapreti melomane Crispino (Marco Simeoli) gestendo anche il subbuglio causato dall’arrivo di Consolazione (Lorenza Mario) che si innamora di Toto (Piero Di Blasio) mentre una sua parrocchiana, Clementina (Camilla Nigro), figlia del sindaco e della signora Ortensia (Francesca Nunzio), innamorata perdutamente di Silvestro, non lascia tregua al Don. Finita la costruzione dell’arca, al momento dell’imbarco, giunge un cardinale inviato da Roma che convince la gente del paese a non seguire Don Silvestro.
Comincia il diluvio, sull’arca si ritrovano solo Don Silvestro e Clementina, l’acqua incomincia a sommergere i paesani, Don Silvestro decide di abbandonare l’imbarcazione per condividere con i suoi fedeli quel terribile momento. Allora Dio, vedendo fallire il suo progetto, interrompe il diluvio, fa apparire l’arcobaleno così i paesani preparano una tavola a cui aggiungono un posto proprio per lui: Dio.
Una platea piena con un pubblico abbastanza esigente (molti di loro avevano visto l’edizione del ’74 con Johnny Dorelli) e pronto a criticare e soprattutto confrontare questa messinscena con le passate: sfida accettata con entusiasmo e diremmo vinta dal regista e protagonista Guidi (Dorelli Jr.) che confeziona uno spettacolo perfetto.
O meglio, uno spettacolo con tutte le premesse per meritare gli applausi ricevuti, a partire dal cast ben assortito, con una grandiosa Lorenza Mario al debutto nel ruolo di Consolazione e con una bravissima Camilla Nigro nel ruolo di Clementina. Le voci femminili sono tutte regine sul palco: brave cantanti, perfette ballerine, coinvolgenti e poliedriche interpreti. Insieme a Francesca Nunzio, le tre donne portano in scena tre personaggi caratterizzati da tre distinte personalità, creando dei ruoli quasi da romanzo tanto è ben riuscita la loro caratterizzazione. Si aggiungono alla riuscita le voci e le interpretazioni maschili, in particolare del protagonista il quale ricorda nei gesti e anche nella vocalità la figura paterna ma mantenendo una ovvia e ben delineata individualità che convince il pubblico.
Tra le voci anche quella del Dio di Enzo Garinei, già nel ruolo nel 2017, voce nota nel cinema e nel teatro, calda ma imperiosa, guida le azioni dei personaggi e di Don Silvestro tra ironia e autorevolezza.
A queste interpretazioni vocali, che nella loro singolarità sarebbero strepitose e ben adatte al genere, purtroppo dobbiamo segnalare una dicotomia tra musica e voci che non rende: a partire dalle prime scene, anzi sin dal primo coro di Aggiungi un posto a tavola, che apre lo spettacolo e lo chiude, a più riprese le voci dei cantanti risultano soffocate dal suono dell’ orchestra, in particolare dalle corde e dalle percussioni.
Note di riguardo e apprezzamento per l’aspetto scenico e coreografico: scene in legno che richiamano l’ambientazione montana e che riescono a rappresentare il passaggio di luogo grazie alla mobilità dei palchi genovesi, un’arca strepitosa sulla quale i personaggi possono salire, cantare e ballare. Coreografie confezionate da Gino Landi interpretate dall’intero cast con un’ottima gestione dello spazio.
Dal punto di vista visivo e del coinvolgimento, l’apice arriva nel finale con la rappresentazione del diluvio che grazie alle luci, alle ombre, agli effetti creati con gli sfondi sovrapposti e ai suoni riesce a creare una vera marea con fulmini, pioggia e tutto il necessario.
Aggiungi un posto a tavola è sicuramente uno degli esempi contemporanei di arte musicale con un posto riservato tra i capolavori. Tuttavia, pur mantenendo ancora oggi molti elementi di critica (accesa quella nei confronti del clero più distante dalla quotidianità con riflessioni su tematiche quali il celibato o a fede, spesso recuperata solo con le evidenze), non riesce a trovare quegli spunti di riflessione per le nuove generazioni di spettatori con la stessa incisività della prima edizione.
Uno spettacolo che nel complesso viene apprezzato: il Carlo Felice ormai da 4 stagioni arricchisce il cartellone con questo genere in aggiunta a quello operistico che meglio si adatta al palco e alla struttura.
«Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu, gli amici a questo servono a stare in compagnia, sorridi al nuovo ospite non farlo andare via: dividi il companatico, raddoppia l’allegria» Aggiungi un posto a tavola, Scena I
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62 Consolazione ( Lorenza Mario )
52 Don Silvestro ( G. Guidi )
51 Aggiungi Un Posto A Tavola
44 Don Silvestro ( G. Guidi )
78 Aggiungi Un Posto A Tavola
Lo spettacolo è andato in scena Teatro Carlo Felice passo Eugenio Montale 4, Genova giovedì 7, venerdì 8, sabato 9 novembre ore 20.00 venerdì 8 e sabato 9 novembre ore 15.00
Aggiungi un posto a tavola Commedia musicale di Garinei e Giovannini musiche di Armando Trovajoli Maurizio Abeni, Direttore d’Orchestra, Pietro Garinei e Sandro Giovannini, regia originale ripresa da Gianluca Guidi Giulio Coltellacci, scene e costumi originali Gabriele Moreschi, adattamento scene, Francesca Grossi, adattamento costumi Gino Landi, coreografie Con Gianluca Guidi, Don Silvestro Lorenza Mario, Consolazione Marco Simeoli, Sindaco Crispino Piero Di Blasio, Toto Camilla Nigro, Clementina Francesca Nunzi, Ortensia Enzo Garinei, “Voce di Lassù”
durata circa 180 min con intervallo
Aggiungi un posto a tavola Sebbene il pubblico genovese attenda con ansia l’apertura della stagione lirica, in programma per il 22 novembre con…
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giallofever2 · 6 years
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2 Versioni Alternative di 1 Grande CulT della Commedia All’italiana ROBA DA RICCHI • Data di uscita: 1987
Regista: Sergio Corbucci
Paese di produzione: Italia
Distribuzione (Italia): Medusa Distribuzione
Sceneggiatura: Sergio Corbucci, Bruno Corbucci, Mario Amendola, Massimo Franciosa, Bernardino Zapponi • Interpreti e personaggi
Primo episodio:
Paolo Villaggio: Attilio Carbone
Serena Grandi: Dora
Maurizio Micheli: Guidobaldo
Aldo Ralli: il direttore delle assicurazioni
Secondo episodio:
Lino Banfi: il commendator Aldo Petruzzelli
Laura Antonelli: Mapi
Milena Vukotic: la dottoressa amica di Mapi
Maurizio Fabbri: Napoleone
Claudia Gerini: la figlia di Petruzzelli
Terzo episodio:
Renato Pozzetto: Don Vittorino
Francesca Dellera: la principessa Topazia
Vittorio Caprioli: il monsignore
Enzo Garinei: lo psichiatra della principessa Topazia
Alfiero Toppetti: il fidanzato della principessa Topazia #robadaricchi #linobanfi #lauraantonelli #renatopozzetto #francescadellera #paolovillaggio #serenagrandi #claudiagerini #vittoriocaprioli #italiansexy #italiansexycomedy #commediasexy #commediasexyallitaliana #originalposters #manifestocinematografico #manifestocinema #italiancomedy #italiancinema #italiancultcomedy #italiancultcomedymovie #italiancultcomedymovies #cultcomedy #cinema #cinemaitaliano #commediaitaliana #commediaallitaliana
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m-a-86 · 2 years
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#RIP#diviStracult#teatro#doppiaggio Enzo Garinei (1926-2022)👏🏻🥲 https://www.instagram.com/p/CiQS1MbszcS/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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giancarlonicoli · 2 years
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25 ago 2022 12:01
È MORTO A 96 ANNI ENZO GARINEI, GRANDE ATTORE DI CINEMA E DI TEATRO – FRATELLO DI PIETRO DELLA CELEBRE DITTA GARINEI E GIOVANNINI, IN CARRIERA HA REALIZZATO PIÙ DI 100 FILM – ESORDÌ AL CINEMA NEL 1949 CON TOTÒ: “NON SO PERCHÉ NON SONO MAI DIVENTATO PRIMO ATTORE, FORSE PERCHÉ ERO MAGRISSIMO, BRUTTINO. I CARATTERISTI SONO SOTTOVALUTATI. PER NOI È NECESSARIO MORIRE PER OTTENERE CONSIDERAZIONE”
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1 - MORTO L'ATTORE ENZO GARINEI, FRATELLO DI PIETRO
(ANSA) - È morto a 96 anni Enzo Garinei, attore di cinema e di teatro e fratello di Pietro della celebre ditta Garinei e Giovannini, oltre che doppiatore. In carriera realizzò più di 70 film e partecipato a molte commedie teatrali. Esordì al cinema nel 1949, in Totò le Mokò, e con il Principe De Curtis, che fu per lui un maestro, realizzò diversi film.
Nel teatro leggero fu interprete di numerosi spettacoli di Garinei e Giovannini, come ad esempio Alleluja brava gente e Aggiungi un posto a tavola. In carriera anche ruoli in alcune serie televisive.
2 - “TOTÒ REGALAVA SOLDI A CHI ERA IN DIFFICOLTÀ, GASSMAN FU SALVATO DAL CINEMA”
Estratto dall'articolo di Alessandro Ferrucci per “il Fatto Quotidiano” del 15 settembre 2019
[…] Quando parla è giusto guardarlo tra gli occhi e il sorriso, come una proiezione in cinemascope: ha lo sguardo e il sorriso identico a quando girava con Totò, Mastroianni o chiunque altro big della storia del grande e poi piccolo schermo; film comici, seri, drammatici (“nel 1960 ero a Venezia con Citto Maselli per I delfini e l’anno dopo a Cannes con La ragazza con la valigia di Zurlini, uno di quei registi che si innamorava sempre dell’attrice principale, in quel caso la Cardinale”);
lui dagli anni Cinquanta è spesso presente, anche un cammeo o poco più e per ben 108 volte; lui rientra nella categoria “caratteristi”, uno degli ultimi di una compagine gloriosa, maschere che hanno arricchito la storia del cinema, caratterizzato momenti e battute, “proprio per questo non siamo attori di grado inferiore, anzi”.
Ogni tanto quando racconta cita, testuali, le battute di film di cinquanta o più anni fa e quando ricorda la sua carriera da doppiatore – non secondaria – cambia tono e si trasforma in Lionel Jefferson, protagonista dell’omonima serie televisiva statunitense. Si diverte. Ama divertire. Sa qual è il valore della risata, quanto è complicata la leggerezza, quanto è seria l’ironia, soprattutto dopo che “ti muore un figlio: Andrea è stato un bravissimo attore e ci tengo a tenere in vita il suo ricordo. Ma ne parleremo dopo, solo se vorrà…”.
Suo fratello Pietro, insieme a Giovannini, è il genio della commedia musicale, da Rugantino ad Aggiungi un posto a tavola (“mi raccomando, non lo definisca musical, quello è un’altra cosa”).
Insomma, i caratteristi sono sottovalutati.
Sì, e me ne sono reso conto al funerale di Carlo Delle Piane: per noi è necessario morire per ottenere considerazione.
Per capire il reale valore.
Eppure sono in grado di interpretare qualunque tipo di personaggio, ma non sono un primo attore, non me ne frega niente, non me n’è mai fregato niente, ma senza i caratteristi non esisterebbero il cinema e il teatro.
Ha girato molto con Totò.
Con il principe sono stato sette volte su un set, il primo nel 1949, Totò le Mokò, e avevo il ruolo del palo nella banda criminale; poi anche Totò e Carolina (1953) per la regia di Mario Monicelli, film che ha causato qualche guaio al principe stesso: lì interpretava la parte di un celerino e allora Mario Scelba era ministro degli Interni (governo De Gasperi); in una scena Totò caricava una prostituta su una jeep per poi accompagnarla da un dottore, e a quel tempo era politicamente inconcepibile.
Totò.
Persona generosa, quando un attore era in difficoltà economica gli regalava 500 lire, e in quegli anni significava la metà di uno stipendio medio; e poi a differenza di altri grandi interpreti non si dava le arie, non si atteggiava, solo che quando finiva di girare, toglieva la bombetta, si spogliava degli abiti di scena, immediatamente tornava il principe Antonio de Curtis.
E arrivederci…
Non viveva tutto il giorno con la sua maschera di scena, non era come Carlo Dapporto che anche fuori dal set continuava a recitare le barzellette; (abbassa gli occhi) era un mondo meraviglioso e ho avuto la fortuna di lavorare con tutti i più grandi, e con tutti sono riuscito a costruire un rapporto bellissimo, forse perché sono cresciuto con una generazione di attori che amava profondamente la professione, a prescindere da soldi e fama; ciò non toglie che ognuno aveva le sue fissazioni.
Quali?
Totò voleva esser chiamato principe, come Mario Mattoli pretendeva l’appellativo di “avvocato”.
Come ha iniziato?
Ho perso mio padre all’inizio della guerra e per malattia, mio fratello Pietro è diventato subito il mio riferimento e allora la nostra famiglia viveva grazie a una farmacia aperta anni prima nel centro di Roma; un luogo particolare, non solo medicine e cure, ma punto di ritrovo per una serie di artisti, attori, registi, e allora era normale darsi appuntamento “da Garinei”.
Insomma…
Lì ho conosciuto tutti, era facile condividere, chiedere, incuriosirsi e venir coinvolti; un periodo entusiasmante durante il quale era normale mischiare le esperienze. E inoltre mio fratello aveva iniziato con la sua eccezionale carriera.
Un periodo fecondo…
Le do un esempio: per Alleluja brava gente Pietro e Giovannini crearono un vero linguaggio, qualcosa di inedito, che ha ispirato lo stesso Monicelli per L’Armata Brancaleone, e mio fratello scherzando non mancava di sottolinearlo a Mario: “Aoh, m’hai fregato la parlata”; insomma, come spiegavo prima, quelle erano commedie, storie, perché potevano tranquillamente venir solo recitate tanto da ispirare i registi cinematografici. […]
Ha studiato e lavorato con Mastroianni.
Ci siamo conosciuti all’inizio delle nostre carriere, tutti e due iscritti al CUT, il Centro universitario teatrale; lui era l’uomo più semplice e timido mai conosciuto e frequentato. […] Una sera gli indico una donna: “Marcè, te piace quella?” “Sì” “Perché non ce provi?”. E lui: “Enzo, se devo scopare preferisco una puttana”. Però è vero, le donne ci provavano sempre, ho assistito a scene poi diventate sceneggiate.
Cioè?
Il giorno della partenza per la nostra prima tournée teatrale, destinazione Merano, a un certo punto in stazione si materializza Silvana Mangano, bellissima, innamorata di Marcello, piangeva disperata, inconsolabile, e lui un po’ imbarazzato: “A Silvà, mica vado in guerra, tra una settimana torno. Sta’ bona, calmate”. […]
Dopo la guerra la sinistra ha poi egemonizzato.
Sì, certo, dopo è nato anche l’attore “del sistema”, piazzato ovunque e a prescindere.
Tipo chi?
Silvio Orlando da giovane: era un buon caratterista.
Ora è primo attore.
Ma tutti lo siamo: il personaggio è una caratterizzazione.
Lei non l’è mai diventato: come mai?
Non lo so, forse perché ero magrissimo, bruttino, però ho conquistato delle bellissime donne grazie al fascino dell’attore.
Gassman, Tognazzi, Manfredi, Sordi, Mastroianni. Chi il più bravo?
Tecnicamente Vittorio, talmente perfetto da risultare esagerato: ricordo un Riccardo III con lui protagonista, regia di Luca Ronconi, qualcosa di unico…
Ma…
Non amo sentire la recitazione, preferisco la naturalezza e Vittorio si è salvato con il cinema: con il grande schermo è stato costretto ad abbassare il diaframma e cambiare il suo stile.
Tecnicamente Gassman, artisticamente?
Mastroianni. Meraviglioso. In grado di coprire un’ampia gamma di personaggi.
Amico con Gassman?
Lui era complicato. Durante le riprese de La ragazza del palio, girato tutto a Siena, spesso andavamo a cena insieme, ma era impossibile mantenere una conversazione normale e rilassata, dopo un po’ calava il ritmo e si finiva nel silenzio; allora cambiavo argomento. Inutile: stessa storia.
Insomma?
Vittorio era difficile capirlo, anche a colazione non interagiva, preferiva leggere, restare con se stesso; Sordi era un po’ più aperto di Vittorio, ma non troppo dissimile nei silenzi. […]
Come cura la memoria?
Leggo tutti i giorni sia i giornali che i libri, ma evito Internet, ho paura di venir irretito, di fissarmi e perdermi.
E oltre alla sua professione?
Amo le partite, tifo da sempre per la Lazio, ed era una passione comune con mio figlio; ancora oggi quando giocano mi piazzo davanti al televisore e accanto metto una sedia vuota, è come averlo al mio fianco, come un tempo quando gioivamo o ci incazzavamo; lui se n’è andato troppo presto e temo venga dimenticato, per questo quando mi assegnano un premio lo dedico sempre a lui. Se lo merita (chiude gli occhi e resta in silenzio).
Riceve molti premi?
Per il teatro capita, mentre dal cinema neanche uno, e non ne capisco il motivo. Mi piacerebbe, invece silenzio. Forse a Roma non sanno che sono sempre vivo. E soprattutto lucido. Quindi si sbrigassero.
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musicletter · 2 years
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Muore l'attore e doppiatore Enzo Garinei
È morto, all’età di 96 anni, l’attore e doppiatore Enzo Garinei, fratello del noto commediografo e regista teatrale Pietro Garinei. Nato a Roma il 4 maggio 1926, Garinei aveva esordito nel cinema nel film Totò le Mokò del 1949. Enzo Garinei è stato uno dei più importanti caratteristi italiani. (La redazione)
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telodogratis · 2 years
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E' morto l'attore Enzo Garinei, aveva 96 anni
E’ morto l’attore Enzo Garinei, aveva 96 anni
<img src="” title=”E’ morto l’attore Enzo Garinei, aveva 96 anni” />Read MorePiù di 70 film in carriera e tanti spettacoli teatraliPiù di 70 film in carriera e tanti spettacoli teatraliRSS di – ANSA.it
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TV, Giancarlo Magalli: " In Campania scoprii Troisi, Arena e De Caro"
TV, Giancarlo Magalli: ” In Campania scoprii Troisi, Arena e De Caro”
“Si chiamavano i Saraceni e io volli che cambiassero nome e divennero La Smorfia.  Sono legato alla Campania. Ad ottobre prossimo tornerò a Sorrento per il premio Dino Verde. Vorrei diventare cittadino onorario della Penisola Sorrentina”.  
Roma, 24 febbraio 2020 – Giancarlo Magalli, autore e conduttore televisivo ricorda il suo legame umano e professionale con la Campaniaed annuncia che…
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cresy · 6 years
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Enzo Garinei, Tiziana Ferrario e Livia Pomodoro protagonisti a Molfetta
Enzo Garinei, Tiziana Ferrario e Livia Pomodoro protagonisti a Molfetta
COMUNICATO STAMPA
Enzo Garinei, Tiziana Ferrario e Livia Pomodoro protagonisti a Molfetta
L’assessore alla cultura Allegretta: «Tre appuntamenti da segnare in agenda»
Riparte l’attività autunnale dell’assessorato alla cultura con «tre eventi di punta – sottolinea  l’assessore Sara Allegretta – da segnare assolutamente in agenda con protagonisti di levatura internazionale che susciteranno
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puglialink · 6 years
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ultimenotiziepuglia · 6 years
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