Tumgik
#eppure ancora ti penso
io-pentesilea · 8 months
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(Un post su X recita 'Secondo voi, le persone possono cambiare?'
Tu rispondi con un secco NO a lettere maiuscole.
Eppure...
Eppure le persone possono cambiare.
Tu con me sei cambiato.
Piccole cose... ti sei fidato.
Ti sei 'affidato'.
Ti sei lasciato andare.
Sì, sei cambiato. Nei gesti, anche teneri.
Negli atteggiamenti. 'Addolcito'... in alcuni tratti.
Ma non lo ammetteresti mai, nemmeno con te stesso...
Barbara)
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myinfinitystory · 7 months
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Alla fine di tutto penso che ci siano semplicemente giorni in cui si è "predisposti" a sentirsi belli.
Si, insomma, quei giorni in cui non noti tutte quelle cose che altri giorni invece ti pesano; ci sono invece quei giorni in cui sembra che nulla vada bene, le braccia un po' cicciottelle, le gambe un po' cicciottelle, la pancia che magari non è piatta se non quando sei distesa
E stesso in questi giorni guardacaso neanche i capelli che tanto ami vengono bene, in nessuna maniera eh, e il viso?
Oddio però non ho un viso così brutto, eppure se non mi trucco almeno un po' non mi sento tanto a mio agio.. dovrei uscire con questo cerchio nero sotto agli occhi? Ma perché sembra sempre che ho i baffi pure dopo averli fatti? Mettiamo un po' di correttore qua e là e magari si toglie tutto
Vabbè però il correttore mica ti toglie l'insicurezza
Eppure guardandomi, eccomi qua, mica so così brutta? In fondo no, ma ho bisogno di essere "predisposta"
E nei giorni in cui sono predisposta semplicemente tutto quello che vedo scompare, e penso: ma forse sono solo io a vedere tutte queste cose? Queste piccolezze, ma chi è che le va a guardare? Eppure alcuni giorni pesano così tanto che dopo aver messo l'armadio sottosopra passa anche la voglia di prepararsi per bene per uscire
Eh ma poi tu già ti senti brutta, poi non ti vuoi manco preparare?
Chiaro, dopo mi sento ancora peggio
Ma quando mi sento bella invece mi preparo ancora meglio e mi sento ancora più bella
Allora come funziona?
In teoria dovrei semplicemente accettarmi e basta, certo mangiare sano, ma accettare questa corporatura
Ultimamente sono ingrassata di due kili e vabbè magari leggendo, se state ancora leggendo, penserete "e che sarà mai?" E in effetti è vero, non è tanto il numero sulla bilancia il problema, ma è il fatto che a vederli su di me dopo averne persi 10 pesa così tanto che non sembrano solo 2
A volte penso che la gente se sapesse quello che penso realmente di me penserebbe che sono solo stupida e che magari "c'è gente che vorrebbe averlo il corpo come il tuo"
Ma come si fa quando vorresti essere più magra, semplicemente più piccola in generale
Allora mi auguro in futuro di sentirmi più predisposta a sentirmi bella per un periodo di tempo abbastanza lungo da superare il tempo in cui non lo sono
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i-am-a-polpetta · 3 months
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ho 29 anni e mi ritengo una persona abituata alla morte. o almeno penso di esserla mentre guardo fuori dalla finestra ingnorando il telefono che mi suona in cuffia. se fossimo in quel film con tutte le emozioni probabilmente ora sarebbero tutte chiuse sottochiave mentre in plancia di comando ci sarebbe solo l'apatia. non ho ancora ben capito quale emozione provo nei confronti della morte, se paura, tristezza o rabbia. in questo momento provo apatia. poi mi fermo a rivedere le foto di Leo e mi dico che a volte qualcosa di buono questa famiglia del cazzo lo sa fare. Eri un bravo micio, ciecato completamente e quando ti abbiamo trovato in mezzo a quella boscaglia era un miracolo se il tuo cuore ancora continuasse a battere. eppure oh possiamo girarci intorno finché vogliamo ma quando dicono che l'amore è prendersi cura hanno ragione. sei arrivato che eri molto più morto che vivo e probabilmente te ne sei andato nello stesso modo, con quella stessa immensa incredibile voglia di rimanere attaccato alla vita. tutto ciò che su sull'amore l'ho imparato dagli animali non dalle persone. e ti giuro che abbiamo fatto davvero tutto il possibile ma a volte non è sufficiente cazzo, non basta, perché a volte i miracoli succedono ma non sono eterni e mi dispiace così tanto.... eri bellissimo anche se eri un gattino disastrato e adoravo giocare con te prima di andare a letto perché volevi saltarmi addosso anche se non ci vedevi un cazzo. eppure tu vedevi molto più di quanto si possa fare, anche se non avevi più gli occhi. un micetto con la 104 ti dicevo sempre.
mi sono sempre ritenuta una persona abituata alla morte.
soprattutto perché quando lavori con gli animali ne vedi tanti andarsene. la loro vita è breve, un soffio e forse tutto ciò che possiamo fare e voler loro bene e fare in modo che questa esistenza gli faccia meno male possibile. e mi fa sorridere questa cosa che non ci vedevi una minchia ma sapevi perfettamente dover'ero sempre, in ogni momento. e che quando mi sentivi rientrare a casa scendevi le scale. a raccontarla così sembra na cosa impossibile ma vi giuro che lui saliva sul divano, scendeva le scale, si arrampicava sul tetto.
e adesso che non ci sei più mi sento un pochino persa. sei solo un gatto sì, però sei uno di quegli animali che ti lasciano qualcosa quando incrociano la tua esistenza.
ah comunque non è vero che sono abituata alla morte, perché a quella non ti abitui mai.
ti porto nel cuore, ovunque io vada.
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missrainworld · 1 year
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Per una piccola parte di me <3 0.1
La parte più difficile in ogni cosa è iniziare, come adesso. Non è facile trovare le parole giuste per aprire la strada alle milioni di cose che vorrei dirti. Ogni inizio è spaventoso, difficile. E me lo ricordo che qualche mese fa di paura ne avevo tanta, temevo tutte le cose che avremmo dovuto vivere.
Tu sei la prima volta in cui ho perso il controllo, in cui mi sono buttata nel vuoto e mi son detta 'Ora o mai più'. Perché in fondo te lo senti che alcune cose puoi farle solo in un determinato momento e che non c'è altro tempo per viverle.
Sei il mio momento giusto, su questo non ho dubbi, mi sei piombato addosso per caso e senza alcuna pretesa, nessuna forzatura e nessuna speranza, sei rimasto.
A volte mi chiedo perché, dopo aver visto tutto il casino che sono, tu sia rimasto. Non hai neanche dovuto lottare per entrarci nella mia vita, perché ti avevo lasciato ogni porta aperta, era troppo tempo che non davo così tanta fiducia a qualcuno ma stranamente con te mi sentivo al sicuro. E ci sono tutti gli ingredienti le farfalle, le palpitazioni, l'impazienza di essere tua.
Ci sono tutti gli ingredienti perché tu possa distruggermi e forse, per la prima volta, voglio correrne il rischio.
Probabilmente, anzi, sicuramente mi sono innamorata prima io ma come dovevo fare? Quando mi guardavi e mi parlavi di filosofia, di storia, cose che non mi hanno mai preso, ma che dette da te diventavano la cosa più interessante del mondo.
Non mi sono innamorata di te perché necessitavo di avere qualcuno al mio fianco, sono sempre stata bene da sola.
Non mi sono affezionata a te perché avevo bisogno di qualcuno che mi rendesse felice, ne perché stessi cercando qualcuno con cui stare.
In realtà, non cercavo proprio nessuno.
Mi sono innamorata di te perché mi sono sentita apprezzata, perché sei l'unica persona che mi restituisce tutto l'amore che do. Mi sono innamorata di te perché mi fai stare tranquilla, potremmo anche stare seduti senza dire nulla e guardare tik tok ed io non avrei ansia.
Siamo così simili ma in certi sensi così diversi, eppure sei esattamente quella parte che mi manca per essere come vorrei.
E' bastato un istante, uno sguardo e ti ho riconosciuto, come se in fondo ti avessi sempre aspettato. Delle volte sono istanti piccolissimi a cambiarci la vita, momenti così insignificanti da non rendercene nemmeno conto, ogni tanto mi chiedo cosa starei facendo ora se non ti avessi mai scritto, se tu non mi avessi mai baciata, se fossimo rimasti solo amici.
La maggior parte delle persone si limita al “mi piaci”, Kierkegaard invece scrisse: “Ti muovi costantemente sulle onde dell’intuizione; eppure, ogni singola somiglianza con te basta a rendermi felice. Perché? É a causa della ricca unità del tuo essere o della povera molteplicità del mio? Non é l’amare te, amare un mondo?”
D’altronde hai avuto tutto, prima ancora che te ne rendessi conto. Ti ho parlato di qualsiasi cosa, quando per me parlare di sentimenti o emozioni risulta essere complicato, tendo sempre a sopprimere qualsiasi cosa, penso perché da piccola venivo etichettata come “la bimba matura “e qualsiasi persona contava su di me ed io non avevo tempo di pensare a cosa realmente provassi.
Forse ho perso la testa, tu mi hai fatto perdere la testa, perché adesso non sento neanche di essere io, ho meno paura di tutto e provo cose talmente diverse che mi destabilizzano. Ti ho parlato di cose che non voglio ammettere nemmeno a me stessa, che portavo, e porto, come un peso, con vergogna, ma tu sei stato così paziente e mi hai ascoltato quando probabilmente quello che dicevo non aveva senso nemmeno per me.
Ti ho amata fin da subito ed ho avuto paura della velocità con cui un sentimento del genere sia cresciuto, d’altronde sono un overthinker e mi son chiesta, che vuoto lascerà una persona del genere nella mia vita? Come mi faccio domande, mi do anche risposte e Tu lasceresti un vuoto enorme, incolmabile.
Oramai occupi tutto, tutto lo spazio che c'è, sei ovunque e neanche me ne rendo conto.  Se conquisti la mia mente ci sarai sempre dentro.
Hai reso tutto pieno di significato, pieno d'amore e di timori. Per la prima volta ho davvero paura di perdere qualcuno, per la prima volta penso che non esista qualcosa che non farei per te, qualsiasi cosa pur di farti stare bene.
Non lo dico perché ti amo, ma lo dico perché sei una persona speciale. Meriti qualsiasi cosa di bello possa esserci, tutta la felicità che possa provare. Hai così tante cose dentro, che non dici e che non mi mostri. Ed io vorrei sapere tutto, conoscerti meglio di te stesso perché niente che ti riguarda mi è estraneo.
Ho capito che ero fottuta quando non mi sapevo dare una risposta al perché ti amassi, lo faccio e basta.
Ogni volta che dico di amarti significa che ti accetto per la persona che sei, e che non voglio trasformarti in qualcun altro. Significa che ti amerò e starò al tuo fianco anche nei momenti peggiori. Significa amarti anche quando sei giù di morale, non solo quando è divertente starti vicino. "Ti amo" significa che conosco la tua persona e non ti giudico. Significa che ci tengo abbastanza da lottare per quello che abbiamo e che ti amo abbastanza da lasciar perdere, se ciò significa vederti felice. Vuol dire pensarti, sognarti, volerti e aver bisogno costantemente di te, e sperare che tu provi lo stesso per me.
Mi stai donando qualcosa che non potrò che inscrivermi nel cuore, quelle cose che ti porti gelosamente dentro, che sai di poter vivere solo con una determinata persona.
Alla fine, ogni cosa mi riconduce a te. Sei nei libri che sottolineo e nella musica che ascolto, in ogni film che mi segno, in tutte le parole che scrivo, persino in quelle che non scrivo ma che custodisco gelosamente dentro di me, tra l’anima e il cuore, in quello spazio che solo tu riesci a raggiungere e che vorrei non abbandonassi mai. É come se dopo un viaggio molto lungo tu mi avessi finalmente riportato a casa.
Mi hai dato talmente tanto che adesso sono piena di te e non potrei dimenticarti mai, seppur volessi.
Mi hai riempita di un amore che non credevo avrei mai provato, così forte che adesso fatico nello scrivere senza commuovermi, senza sentire quelle stupide farfalle, perché pensarti mi fa questo effetto.
Esattamente come quando ti guardo troppo a lungo, penso a quanto sei stupenda, a quanto sai farmi stare bene e mi escono dagli occhi tutte le parole che mi rimangono bloccate in gola. Non riesco a dirtelo mentre ti ho davanti, ma hai dato alla mia vita un valore aggiunto e che avrei milioni di parole da dedicarti se solo riuscissi a concentrarmi mentre mi guardi con quegli occhioni da cui non riesco a fuggire.
Quando mi guardi dimentico tutti i miei difetti ma allo stesso tempo ho paura che guardandomi troppo o standomi troppo vicina tu mi veda come mi vedo io.
Vorrei rivivere ogni ora passata insieme, per rendermi conto di quanti dettagli mi son persa, ma poterli assaporare tutti, coglierli e conservarli. Sei un regalo grandissimo, per il quale sarò per sempre in debito verso il destino. Non so cosa succederà un domani, non importa se un ti amerò esattamente come adesso, probabilmente di più, ma sarai sempre e comunque tu, niente ti renderà diverso di fronte ai miei occhi, adesso non vedo altro che la tua essenza. Non vedo l'ora di poterti baciare, mi manchi da morire e niente mi rende felice come averti accanto e poter sentire il calore di un tuo abbraccio che tanto ho desiderato. Sei ciò di cui ho più bisogno e che non voglio lasciar andare per nulla al mondo.
Ti amo, come non amo altro.
Tua, A.
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clo-rofilla · 1 month
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Da quando abbiamo aperto la coppia ti voglio ancora di più. Possibile? Sto con altri e penso a quanto ti amo. Mi studieranno prima o poi, chissà. È inspiegabilmente bello sentirmi libera di potere tutto eppure sempre legata a te.
Ma quando mi chiedi di sposarti?
Ma poi a me che non frega nulla del matrimonio, dell'abito bianco, delle bomboniere e di queste menate, negli ultimi anni penso solo a quanto saresti sexy con la nostra fede al dito. A quanto sarebbe sexy dire che sei mio marito. L'ho già detto che mi studieranno?
Si può dopo 5 anni insieme sentirsi ancora innamorati con le farfalle nello stomaco come una sedicenne? Non studiatemi, anzi, lasciatemi in pace, per una volta va bene così.
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immensoamore · 4 months
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Ti penso sempre, sai? Anche quando non sembra, anche quando fa male. Mi chiedo spesso dove sei, se mi guardi da lassù. Mi mancano i tuoi abbracci, quando mi stringevi forte e io, piccola come un granello di sabbia, scomparivo tra le tue braccia. Se chiudo gli occhi per un attimo ti sento ancora qui vicino a me. Il tempo perde valore dietro il calore dei ricordi. E allora faccio finta che tu ci sia ancora, che oggi sia ieri, che io sia di nuovo bambina. Ricordo il tuo profumo che mi faceva sentire a casa quando mi abbracciavi, le tue mani rassicuranti che mi asciugavano le lacrime quando piangevo, il tuo sorriso sempre pronto a dirmi che tutto sarebbe andato bene. Mi manchi tanto. Mi manchi sempre. Avrei tante cose da dirti, tanti segreti da raccontarti, tanti consigli da chiederti, tante persone da farti conoscere. Ti porto sempre qui, nel mio cuore. Mi prendo cura del tuo ricordo, dei nostri giorni passati insieme, delle nostre mattine di sole, dei nostri giorni di pioggia, dei nostri album di foto, dei nostri piccoli grandi segreti che erano soltanto nostri. Non ci sei più eppure sei sempre con me. Sei distante ma sempre presente. A un passo dal cuore, ad un bacio di distanza. Ci sono mancanze che non passeranno mai e ricordi che ci apparterranno per sempre. Alzo gli occhi al cielo e mi fermo a cercare la tua stella.
Ovunque tu sia, so che il tuo abbraccio mi arriverà anche da là.
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ross-nekochan · 9 months
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Ieri notte ho pianto un po'. Dovrebbe essere una bella notizia, dato che non lo faccio mai per colpa del mio cervello che mi obbliga a reprimere tutte le emozioni perché devo per forza essere forte e basta. Sarà forse stato il ciclo, che anche stavolta mi è arrivato dopo 40gg, forse (ancora) per colpa dello stress del lavoro.
Ultimamente mi sento sola e dimenticata dal mondo e a volte penso che morire qui sarebbe perfetto per sparire nel nulla facilmente. Tanto chi mi verrebbe a cercare? Nessuno. Basterebbe fare in modo che nessuno trovi il mio corpo e lasciare che marcisca così che nessuno possa essere avvisato e sparirei senza lasciare traccia.
Non so cosa fare. Né adesso né in futuro. Sebbene lavorare mi ammazzi lo spirito, in teoria non avrei di che lamentarmi: il leader è gentile, il lavoro non è difficile e ingestibile, posso vestirmi come voglio. Eppure mi sembra tutto vuoto. Guardo i dipendenti della multinazionale dove lavoro... saranno ricchi sfondati, eppure sicuramente anche loro avranno da lamentarsi, quindi ha veramente senso fare carriera? Che poi, anche se volessi, in che cosa potrei farmi una carriera? Una parte di me sta seriamente pensando di continuare in questa strada, specializzarmi in qualcosa di tecnico e diventare un'arrivista come tutti gli altri, solo per i soldi. Dall'altra... riuscirei a perseverare in questa decisione, io che non so nemmeno sicura se voglio davvero quello che ho deciso di mangiare a colazione? In questa società non posso servire a niente perché non ho studiato ingegneria, business, finanza, giurisprudenza. Mentre piangevo pensavo a mia madre, la persona che più odio e amo sulla faccia della terra e che una volta mi ha detto:"Perché vorresti dire che i tuoi esami sono più difficili di quelli di tuo fratello?!". Solo perché ho studiato umanistica e non ci sono numeri. Chi studia le materie STEM spesso viene additato e si sente uno sfigato. E invece i veri sfigati siamo noi, perché tanto è tutto facile. Quante volte l'ho sentita dire che mio fratello "ha fatto i sacrifici" - mai sentita una cosa del genere per me, nonostante è dalla triennale quando avevo 20 anni, che mi sveglio alle 6:30 per prendere il bus per raggiungere Napoli, mentre mio fratello andava comodamente in auto senza manco cambiare provincia; mai sentita per me nonostante abbia deciso di andare a studiare fuori, ma quello l'ho deciso io e quindi non vale come sacrificio. In più, ho ricevuto più soldi per vivere fuori - come se qualcuno avesse impedito pure a lui di farlo. Ha fatto tanti di quei sacrifici da non aver mai avuto bisogno di cucinare da solo, lavarsi la biancheria e spazzare a terra. Ora vive già con uno stipendio da pascià, un sacco di ferie, senza pagare quasi niente e lavorando da casa, con l'unico sacrificio di aver studiato 5 anni per laurearsi - come se avesse studiato solo lui. Vabbè ma si sa, ingegneria è più difficile...
Io continuo a fare sacrifici persino oggi, senza che mi venga riconosciuto da nessuno, sola come un cane e senza che io riesca a vedere la fine di tutto questo, mai. E se lo vai a dire a qualcuno, sai che rispondono? Lo hai deciso tu di trasferirti quindi non ti lamentare. Non posso nemmeno pensare: se mi sacrifico tot anni, dopo potrò finalmente riposare e godere dei frutti del mio sacrificio... perché questo supplizio potrebbe non avere mai fine. Solo perché non ho nessuna skill di valore da poter vendere nel mercato del lavoro.
Non mi posso lamentare del lavoro che faccio adesso eppure la sua vuotezza e sterilità mi porterebbe a volerlo cambiare. Ma per cosa? Esistono altre cose per me, laureata di merda senza skills importanti, che sono più stimolanti o quanto meno più remunerative? Forse no e quindi forse piuttosto che fare l'arrivista, sarebbe meglio abbassare la testa e continuare a fare la schiava del sistema.
Un sacco di volte mi sono lamentata del fatto che mi sveglio presto col mio coinquilino italiano e lui ha risposto:"Almeno tu lavori in ufficio, non ti lamentare. Io lavoravo in officina senza aria condizionata d'estate e senza riscaldamento d'inverno". Siamo arrivati a questo, alla guerra tra poveri. Mi devo sentire in colpa pure se non ho lo smartworking.
Tra l'altro sto notando di una cosa comune nella nostra generazione. Infatti lui, come l'altro coinquilino, dopo tot anni di lavoro e di soldi accumulati hanno deciso di venire qui per imparare la lingua e fare una sorta di investimento su se stessi. La mia amica pure, laureata in arte contemporanea, dopo un paio di anni di lavoro in un negozio di abbigliamento, dice che vuole perseguire la sua passione per il disegno e seguire un corso ad hoc.
Se penso a me, nemmeno questa cosa potrei farla. Che corso farei? Quale stravolgimento della vita potrei fare? Nessuno. Non ho altri interessi al di fuori della conoscenza in generale e nessun corso specifico che possa aiutarmi a migliorare la mia situazione o il mio status.
Sono vuota, persa, sola... vedo solo il buio davanti a me.
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barrenwomb · 2 months
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martina è probabilmente uno dei nomi italiani più comuni in assoluto ma è il mio nome, l'unica cosa di me che so per certa e che mi pare intrinseca alla mia persona, paradossalmente. dico paradossalmente perché il nome è la nostra qualità più facilmente modificabile: possiamo decidere di tenercelo o di cambiarlo, di farci chiamare con un nomignolo o un soprannome, di utilizzare abbreviazioni o storpiature, aggettivi che non c'entrano niente o parole a caso. eppure io sono martina, e questo è un dato di fatto, il mio, l'unico. sono femmina, sì, alcune volte un po' troppo, altre decisamente meno, altre ancora forzatamente e innaturalmente; sono infermiera, ma non lo sono sempre stata; la mia sessualità cambia in base alla fase del ciclo, all'umore, al tempo, alla musica che ascolto, ai traumi che decido di elaborare in quel dato momento, alle persone che incontro; ho degli hobby, forse; anzi, no, non credo di averne; so cosa penso ma poi penso al suo opposto e non lo so più; chi sono? cosa voglio? cosa mi piace fare? cosa non mi piace fare?, me lo chiedo tutti i giorni; ieri estroversa, oggi introversa, poi rancorosa, poi compassionevole, verso la stessa persona, tutte e due le cose contemporaneamente; se ti odio o se ti amo: ma che ne so; se la mia libido è alle stelle o se una libido non ce l'ho: aspetta, controllo che ore sono; boh, non so niente. l'unica cosa che so è che mi chiamo martina, questo sì. mi va bene essere chiamata marti. odio essere chiamata tina, ché sembra il nome di una zia piuttosto avanti con l'età e con i capelli crespi. digrigno i denti e dico che marta è simile, ma è un nome che odio: da bambina se qualcuno mi chiamava marta io cominciavo ad urlare, piangere e sbattere i piedi. lo farei ancora, ma ora sono grande e quindi mi limito ad occhiatacce e ammonizioni (martina! non marta, martina. per carità, non chiamarmi marta. che schifo. sul serio, non farlo. martina, ricorda, martina!). da quando vivo qui a venezia non ho ancora conosciuto qualcun altro con il mio stesso nome, il che è strano perché martina è appunto un nome terribilmente comune, tipo chiara, federica, ilaria, francesca. io sono martina. spero di essere anche l'unica martina nella vita delle persone che incontro. o comunque quella che è un po' più martina delle altre. non ho nient'altro di mio, a parte il nome
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libero-de-mente · 3 months
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NOTTE PRIMA DELL'ESAME
18 giugno ore 23:40
La finestra, quella esposta perfettamente a nord, è spalancata.
Steso sul letto guardo attraverso di essa scrutando le stelle e le vette delle montagne che affiorano dal davanzale.
Quella della mia camera da letto non è una finestra qualunque, è la finestra del respiro.
Da quella finestra ogni sera entra l'aria mossa dal vento che scende dalla valle. Da quella finestra si può respirare a pieni polmoni quando manca il respiro.
Che sia dovuto all'afa dell'ennesimo anticiclone, alla canicola della vita, alla calura dei pensieri o semplicemente al calore generato da un rimpianto.
Questa sera di dormire non sembro averne voglia, nonostante abbia assunto le benzodiazepine che goccia dopo goccia, generalmente, scavano quel solco che separa la mia coscienza dal mio corpo. Annebbiando la prima, rendendo inerme il secondo.
Decido di alzarmi, prima di provare un rabbocco ipnagogico, per fare un giro della casa.
Lo faccio quasi sempre la sera, controllando che i cuccioli stiano dormendo o siano tranquilli nelle loro faccende, augurando a chi è sveglio la buona notte. Sia essi siano bipedi che quadrupedi.
Una volta nel disimpegno noto la luce accesa nella cucina, Gabriele (figlio n. 2) sta mangiando un gelato con lo sguardo perso nel vuoto.
"Come ti senti - gli chiedo - sei teso?"
"Si papà - mi risponde malinconico - finisco il gelato e provo con della melatonina per vedere se riesco a dormire"
"Andrà tutto bene, vedrai. Ti ho visto quanto hai studiato in queste settimane. Credo che l'esame di maturità lo supererai brillantemente. Hai una bella media"
"Vedremo... quello che mi dà pensiero è il tuo di esame, che avrai domani"
"Già, curiosa la vita. Saremo sotto esame entrambi. Entrambi con la supervisione di professori, entrambi ci metteremo il cuore. Tu metaforicamente, io fisicamente"
"Come ti senti papà?"
"Mah, è come se per il mondo io non esistessi. Eppure percepisco la mia esistenza perché provo dolore"
"Il cuore? Fa male ancora?"
"Gabriele, quello mi fa male da tanto. Però si, in queste settimane un po' di più fisicamente che metaforicamente"
"Sono preoccupato per te"
"Andrà tutto bene vedrai, anche per me. Nonostante i voti del mio fisico non sono ottimi come i tuoi. Troppi eccessi, assenze e spesso non mi sono applicato"
"Ti voglio bene papà, buona notte" - mi dice mentre ci abbracciamo.
Sono seduto di nuovo sul bordo del letto, di fronte alla finestra del respiro. Mentre guardo le montagne penso a chi vorrei qui vicino a me, per metterla a nudo, non fisicamente, ma dalle sue emozioni.
Mi sento così tenue. Una sensazione strana che avverto da non so quanto tempo, ho tantissimi pensieri, moltissime mancanze. Che mi portano a sentirmi vuoto, triste. Come se la vita sia una cosa talmente grande e io così piccolo. Da non riuscire a contenerla tutta.
Forse è per questo che mi duole il cuore, è troppo piccolo per contenere quello che provo. L'amore, come quello per i miei figli, non ci sta dentro tutto e spinge, per uscire.
Credo che non prenderò altre gocce, l'abbraccio appena ricevuto è più che sufficiente. Ora chiedo solo un po' di silenzio. Nella mia testa.
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ilsalvagocce · 1 year
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Stamattina ho incontrato per caso il mio prof di filosofia del liceo. 
Si ricordava - Ballarini, Francesca!, dall'altra parte del piazzale mi evoca, con le sue bustine di dolcetti in mano - della nostra classe "estrosa" (dixit), la tesina su Chagall, su Raffaella Carrà, su 2001 Odissea nello spazio, col videoregistratore che entrava nell'aula dell'esame. Ridevo, che avessimo piazzato una bandiera eccentrica senza volerlo, il primo anno delle tesine ispirate per la maturità. 
Soffrivamo i suoi compiti in classe, eppure lui, adorabile, ce li riproponeva a crocette da 100 domande, così imparavamo, sì, ma a memoria. Erano inferno, non uscivamo di casa per studiare, solo filosofia tralasciando il resto, materia feroce da assemblea di classe, ridotto a esercizio matematico e nient'afflato, come potevi spiegarglielo?, lui convinto, continuava a credere nelle mille crocette. 
Che strana commistione tutt'ora, quest'uomo scapecciato, tenero, interessato e preparato sui suoi ex alunni, ci enumera senza passi falsi, vorrei abbracciarlo e assieme spiattellare che Lo sa? non ricordo un fico di Kant. 
Mi chiede cosa faccio anzi lo sa bene, ci cerca in internet, le vedo le cose che fai, e ora e ora su cosa lavori? mi mostra i pacchetti, meringhe e spaccasassi per i parenti di Milano, passa di palo in frasca, il pensiero corre come un tomo di filosofi vocianti, mi parla dei prèsidi passati, del liceo ora, degli extra corsi a scuola — tu facevi teatro vero? Ah, le crocette sisi, le faccio ancora, vi preparano per il futuro.
E poi mi ricordo di tua mamma, dice —  guarda un po' lontano, ma ci fa sempre, son io che guardo lontano, mentre lui guarda lontano, 
La ricordo bene, si faceva sentire, era una presenza vivida, fa cenno da solo di sì con la testa, approva, critica, autocritica chi lo sa 
(di sicuro ricorda le noie, penso io, il dibattito, il fuoco appassionato di mamma, quanto poteva aver portato la nostra ragione in classe)
La ricordo bene
(così la capacità di dire, di cercare il giusto, difficile spiegarne la teoria, tutta pratica, un po' di maieutica, più rivoluzionaria) 
Guarda lontano — è lì la sua pratica, il ricordo di lei nel mondo, qualsiasi
Scuote i capelli — e in me intanto risale il fuoco del se sa, se non lo sa, 
Beh quando ti capita me la saluti?
mamma rappresentante dei genitori, dalle elementari al liceo, croce e delizia, ispirazione e desperazione, figurati per quegli anni di crocette
Mamma non c'è più, dall'anno scorso, sorrido mentre lo dico perché provo a non farmi rompere la voce 
che invece si spacca come un fico maturo, 
sbrodola, ma mi riprendo, ci metto una fetta di pane:
Ma sono felice che se la ricordi così!
Certo, lui guarda in basso, guarda su, preme le labbra per me, sorride
fulgida filosofia senza crocette.
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ricorditempestosi · 2 years
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ti penso sempre, sai? anche quando non sembra, anche quando fa male. mi chiedo spesso dove sei, se mi guardi da lassù. mi mancano i tuoi abbracci, quando mi stringevi forte e io, piccolo come un granello di sabbia, scomparivo tra le tue braccia. se chiudo gli occhi per un attimo ti sento ancora qui vicino a me. il tempo perde valore dietro il calore dei ricordi. e allora faccio finta che tu ci sia ancora, che oggi sia ieri, che io sia di nuovo bambino. ricordo il tuo profumo che mi faceva sentire a casa quando mi abbracciavi, le tue mani rassicuranti che mi asciugavano le lacrime quando piangevo, il tuo sorriso sempre pronto a dirmi che tutto sarebbe andato bene. mi manchi tanto. mi manchi sempre. avrei tante cose da dirti, tanti segreti da raccontarti, tanti consigli da chiederti, tante persone da farti conoscere. ti porto sempre qui, nel mio cuore. mi prendo cura del tuo ricordo, dei nostri giorni passati insieme, delle nostre mattine di sole, dei nostri giorni di pioggia, dei nostri album di famiglia, dei nostri piccoli grandi segreti che erano soltanto nostri. non ci sei più eppure sei sempre con me. sei distante ma sempre presente. a un passo dal cuore, ad un bacio di distanza. ci sono mancanze che non passeranno mai e ricordi che ci apparterranno per sempre. alzo gli occhi al cielo e mi fermo a cercare la tua stella.
ovunque tu sia, so che il tuo abbraccio mi arriverà anche da là. ti amo mamma, per sempre.
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mucillo · 5 days
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Foto da “Un homme et une femme”, Claude Lelouch, 1966
"Prima del Principio"
Rumori confusi, incerto chiarore.
Inizia un nuovo giorno.
È una stanza in penombra
e due corpi distesi.
Nella fronte mi perdo
in un pianoro vuoto.
Già le ore affilano rasoi.
Ma al mio fianco tu respiri;
intimamente mia eppur remota
fluisci e non ti muovi.
Inaccessibile se ti penso,
con gli occhi ti tocco,
ti guardo con le mani.
I sogni ci separano
ed il sangue ci unisce:
siamo un fiume di palpiti.
Sotto le tue palpebre matura
il seme del sole
                         Il mondo
non è ancora reale,
il tempo è dubbio:
                                 solo il calore
della tua pelle è vero.
Nel tuo respiro ascolto
la marea dell’essere,
la sillaba scordata del Principio.
"Octavio Paz" (dalla rivista “Poesia”)
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Cara Sara,
Forse è un po’ all’antica scrivere lettere, però mi piace l’idea che questo discorso non svanirà nell’aria e che rimarrà per sempre con te, se lo vorrai…
Tu sei stata la mia ancora, il mio punto di forza, una sorella maggiore, e molto altro ancora. Quando avevo bisogno di un consiglio, di un aiuto o semplicemente di una spalla su cui piangere, tu c’eri sempre, semplicemente oltre la porta di casa mia. Non hai idea di quante volte ho provato paura o ansia a causa di una qualsiasi situazione che stava avvenendo, ma riuscivo a calmarmi semplicemente pensando “c’è Sara qui accanto, se le cose dovessero andare male”. È vero, non sei una maga (o almeno credo), eppure hai sempre avuto le risposte esatte al momento esatto, magicamente sapevi cosa volessi sentirmi dire in quel momento o cosa avessi bisogno di sentirmi dire. Tante volte mi sei venuta incontro, mi hai capita, mi hai accolta tra le tue braccia, e tante altre volte mi hai rimproverata se stavo sbagliando e mi hai fatto capire i miei errori. Sin da quando ero piccola, e ora che sto crescendo ancor di più, sei sempre stata per me un “modello da seguire”, una donna indipendente, forte, bella, altruista, che nonostante le difficoltà della vita aveva sempre il coraggio e la maturità di rialzarsi e andare avanti. Sappiamo entrambe le batoste che hai preso dalla vita, e sicuramente non sono poche, eppure, ognuno di questi brutti momenti ti ha aiutata a fortificarti e a diventare la donna meravigliosa che sei oggi. Il mio più grande desiderio è quello di poterti somigliare almeno un po’; quando sarò grande, spero di avere la tua stessa forza, il tuo stesso coraggio e la tua stessa determinazione.
Ti ringrazio perché in uno dei periodi più bui della mia vita, mi hai mostrato che c’era una via per uscirne, mi hai fatto capire che c’era una vita avanti a me ad attenermi, mi hai mostrato la direzione verso la luce e mi hai guidata. Mi hai amata senza mai chiedermi nulla in cambio, se non fosse stato per te e per la tua famiglia, che rappresentate per me una seconda famiglia, io probabilmente non avrei mai capito cosa significa amare ed essere amati senza alcun secondo fine. Tantissime volte hai nascosto dietro ad un sorriso il tuo dolore, e tutto questo per farmi forza, tante volte nonostante avessi da fare fare mille cose, trovavi sempre del tempo per me, hai sempre messo tutto in stand by per me, mi hai fatto sentire la priorità, ed è bello, sapere che esiste qualcuno al mondo per il quale sei talmente importante, da mettere te al primo posto. Ti sono grata di esistere, perché senza di te la mia vita non sarebbe stata la stessa, e io non sarei stata la stessa, mi hai dato importanti lezioni di vita che custodirò per sempre nel mio cuore e mi hai donato un’ Infinità di meravigliosi ricordi grazie ai quali so che la vita è bella, se la condividi con qualcuno di speciale come te.
Grazie per avermi concesso l’onore di sentirmi partecipe della tua famiglia, grazie per aver amato i miei fratelli come se fossero anche i tuoi.
Grazie per avermi capita, amata, supportata, sopportata, appoggiata, rimproverata, accudita, coccolata.
È vero, il pensiero di non poter semplicemente bussare un campanello quando le cose andranno male o quando andranno bene, o semplicemente perché mi va di vederti, un po’ mi spaventa, però si sapeva che prima o poi questo sarebbe successo, e ci farò sicuramente l’abitudine, ma in questo momento non è molto semplice per me accettarlo.
Sono felicissima per te, perché meriti il meglio dalla vita, ti auguro tanta gioia e tanta felicità, perché una persona pura come te al mondo non esiste. Sappi solo, che se anche non saremo più porta a porta, io sarò ugualmente felice se lo sarai anche tu, infondo come mi hai detto tu un po’ di tempo fa, “io sono la tua sorella maggiore”, è vero, non di sangue, ma per scelta. Io penso che più che una scelta, sia stato il destino a farci incontrare, perché il nostro legame è fortissimo e non ci separeremo mai, la mia mente e il mio cuore saranno sempre dove sarai tu.
Questa non è una lettera di addio, infondo ci continueremo a vedere molto spesso, è solo una lettera per dirti tutto ciò che non ti ho detto e che più volte ho dato per scontato, una lettera di augurio per questo nuovo importantissimo capitolo della tua vita che stai per aprire e una lettera che potrai rileggere quando magari sarai un po’ giù di morale e vorrai sentirti dire belle parole, parole sincere, parole che sappiano cullarti e accarezzarti, pur non essendo nient’altro che un po’ di inchiostro su un foglio bianco.
Commarella mia, ti voglio un mondo di bene, grazie di tutto, grazie grazie grazie, non potrò mai ripagarti per tutto il bene che mi hai donato, te ne sarò eternamente grata.
Per concludere,
ovunque,
per sempre,
io e te,
lontane,
vicine,
con la mente o con il cuore,
rimarremo legate fino all’ultimo battito.
In un’altra vita, se dovesse esserci, mi auguro solo di rincontrarti, perché se ho te al mio fianco, il mondo mi fa meno paura.
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Sei stata la mia seconda pelle per tutto il tempo in cui ci siamo scelti,
che poi, quando sei andata via, il freddo mi è piovuto dentro.
E non mi ammalo più di solitudine mentre cerco di dimenticarti,
senza mai riuscire a farlo fino in fondo.
Resta sempre un seme di te da qualche parte,
a cui tolgo linfa, terreno,
ma lui lo stesso rinasce.
Ti ho lasciata entrare perché solo così sono capace di amare, abbassando ogni difesa.
La vita scivola via,
a volte senza lasciare segni,
ma l’amore macchia.
L’amore ti resta addosso.
Sei stata la persona che ho preso per mano e ho portato laggiù,
dove spesso finisco quando la vita mi cerca, e adesso sai dove tengo nascosti i miei sogni.
La tua assenza mi è chiara ad ogni istante,
non ti confondo per rabbia o per capriccio, so che non ci sei.
Eppure manchi...
quando vedo un posto nuovo e ancora penso che vorrei tornarci
insieme a te.
Quando vorrei raccontarti come mai ho paura di essere felice,
e poi mi accorgo che non riesco più a raggiungerti,
né con le mani, né con i ricordi.
Mi accorgo che sei finita più in là dei miei pensieri.
So bene perché non sei qui.
Dico soltanto che non dovrebbero esistere due persone che si pensano
e che non possono abbracciarsi quando il desiderio diventa bisogno.
Non dovrebbero esistere due persone che si vogliono
e che non possono aversi.
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Andrew Faber
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scemino · 23 days
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Ci sono cose che mi sono rimaste sulla pelle. Ho ancora quella sensazione di calore, data da un tocco. Mi basta pensarci, forse solo farmi sfiorare dal pensiero, eppure c’è, è presente. Ammetto che alcune volte sento il profumo, quella scia allo zucchero filato. Ma è solo un sottile ricordo. Non dovrebbe, eppure il fatto che io me ne stia dimenticando, mi fa male da morire. È una sensazione che non so spiegare. Vorrei essere incazzato, ma non ci riesco. Vorrei che in tutto questo ci fosse della rabbia dentro di me. Ma non c’è, non esiste. Succede spesso ultimamente che io non riesca più a ragionare lucidamente, come se il mio cervello non fosse connesso, mi sembra di essere perso, non capire quello che leggo, non capire quello che penso. Ho cominciato a leggere ad alta voce, sembro un pazzo in mezzo alla gente. Non capisco quello che leggo se leggo nella mia testa. Sembra che tutto ad un tratto si sia danneggiata la mia capacità cognitiva. E io devo capire perché odio non capire. È una tortura mentale, è una tortura mentale. Ci ho provato con tutto me stesso, ma perché non sono bastato? Perché non sono bastato? Perché non ti sono bastato?
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anyalm · 1 year
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Vorrei poter dire quello che realmente penso e sento dentro. Vorrei poter gridarti addosso cosa provo per te, eppure è tutto così bloccato, problematico e difficile. O forse è tutto inesistente. In realtà tu non mi piaci neanche. Sarà così. E' solo un gioco, un fottuto trip mentale e sadico del mio cervello che vuole farmi vivere nel dramma esistenziale per non trascinami nel piattume che è la mia vita. Conosco e sto attenta a tutti i tuoi dettagli. Ma non mi piaci. Vivo delle montagne russe, ma che dico, attimi lunghi giornate, settimane e ormai mesi, di puro Oblivion. Tu non mi piaci. Non mi piaci neanche un po'. Odio. Odio il tuo modo di parlarmi. Odio la tua risata, il tuo sorrido; il tuo modo buffo di camminare in punta di piedi come se la gravità per te non esistesse. Odio le tue dannate cuffie sempre all'orecchio. Odio il modo con cui tieni la sigaretta tra le dita e il tuo modo di darmi fastidio. Odio la tua barba quando è incolta. Odio il tuo "eh" detto per prendermi in giro e odio sopratutto come mi rendi così tanto invulnerabile, sbagliata e costantemente in difetto. Odio che tu riesca sempre ad avere ragione e quando hai torto non ammetti l'errore. Odio la tua disponibilità e odio quando ti alteri e mi stacchi il telefono in faccia! Lo odio talmente tanto che quando lo fai, vorrei spaccarti qualcosa addosso. Oddio che riesci ad incazzarti con me in un modo spropositato quando sei al telefono e quando invece mi hai davanti non riesci. Odio gli atteggiamenti ambigui, e le continue attenzioni poco chiare che mi confondono i pensieri, i gesti, le azioni e i sentimenti. Odio quando fai le domande ma non vuoi sentire risposta. Odio quando pensi che il tuo lavoro sia così inscindibile da te. Odio doverti condividere con duecento mila persone. Odio non poter far con te una conversazione normale e senza essere interrotti da tremila chiamate. Le cuffie te le sbatterei a terra e le macinerei nel mortaio. Odio troppe cose, ma più di tutte odio me che ti dedico pure dei pensieri. Mi odio perchè non mi rendo conto dell'illusione che mi sto creando da sola: e ancora di più odio che non posso ammettere nulla di tutto questo a te. O forse è proprio questo a rendere tutto così snervante e piacevole, il fatto di non poterti dire nulla e a vivere continuamente come se nulla fosse, come se io non morissi ogni volta che mi fai anche un semplice appunto. Odio pendere dalle tue labbra e odio essere arrabbiata quando tu sei arrabbiato e non puoi prendertela con nessuno e ti vedo così frustrato che vorrei solo poterti abbracciare e stringenti forte da non sentire più nulla per qualche secondo di pace. Odio tutto questo. Odio te. Ma odio più me e tutto questo odio che sento e che mi fa respirare così faticosamente.
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