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#esedra
pietroalviti · 7 months
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Ceccano, l'esedra d'onore al cimiteroi, ripuliamola per il 4 novembre
 Quella “inutile strage” sarebbe costata all’Italia 600 mila morti ed oltre un milione di feriti. In ricordo di questo numero inverosimile di vittime, 20 anni dopo di gran lunga superato da quello della Seconda Guerra Mondiale, ogni cittadina in Italia edificò mausolei, monumenti, edicole votive. A Ceccano realizzarono un’Esedra d’Onore al cimitero monumentale, in cui venivano tumulati soldati e…
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marcogiovenale · 1 year
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filmando in città: roma 1977 (dall'archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico)
filmando in città: roma 1977 (dall’archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico)
FILMANDO IN CITTÀ Scheda integrale: https://goo.gl/pGgdSt Casa di produzione: Lotta continua Anno: 1977 Abstract: Un documento sui fatti sanguinosi del 1977 a Roma. Il 2 Febbraio a Piazza Indipendenza dove vengono feriti e arrestati Paolo Tomassini e Leonardo Fortuna (Paolo e Daddo); il 12 Marzo in piazza Esedra e piazza del Popolo alla manifestazione per Paolo e Daddo; gli arresti del 1° Maggio.…
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raffaeleitlodeo · 1 year
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Questa foto è del 1981, forse del 1982. 
5 mesi prima oppure 7 mesi dopo quel 19 Novembre 1981 quando fui arrestata per atti osceni in luogo pubblico. 
Uscivo dalla lezione di Psicologia ore 19 a Magistero (Roma Piazza Esedra) e avevo un po' di matita agli occhi, abiti vivaci in sintonia con la vivacità dei tempi. Attraversando Piazza dei Cinquecento fui fermata durante una retata, condotta in questura e da li a Regina Coeli dove rimasi 4 giorni e 4 notti. Avevo 24 anni e quell’esperienza resta una cicatrice profonda che non potrò mai cancellare perché ignoravo le ragioni per quello che ritengo essere stato un vero e proprio sequestro. 
Non avevo fatto nulla se non essere quello che ero. Il processo per direttissima al quarto giorno sentenziò Atti Osceni. All’avvocato (De Cataldo del Partito Radicale) che mi difese dissi che non avevo fatto nulla e lui mi disse alzando le spalle: la tua parola contro la loro! 
Meglio patteggiare. 2 mesi con la condizionale e la non iscrizione al casellario giudiziario (quest’ultima risultava essere la conquista strappata a uno stato che attraverso la sua “Buon Costume” sentenziava sul mio modo di essere). 
Ieri, 42 anni dopo, il telegiornale dice che il governo Meloni vuole ripristinare il reato di Atti Osceni aggravando le pene. Un brivido mi ha scosso dal  torpore. Rabbia e incredulità per il susseguirsi di atti inquietanti (direi osceni) di questo esecutivo. Assistere alla regressione lascia attoniti. Ieri era il giorno della Memoria.
Porpora Marcasciano, Facebook
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frenchcurious · 8 months
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Rome, Station Esso, Piazza Esedra, années 1950-60 - Source Roma X Sempre.
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soldan56 · 2 years
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Le cariche della polizia sono avvenute quando, al termine dell’incontro tra i vertici della Direzione Nazionale della Pesca e le associazioni di categoria è emerso che contro il caro gasolio non sarà preso alcun provvedimento e anche che nessuno avrebbe ricevuto delegati delle marinerie presenti. La protesta dei pescatori, che covava da tempo, sta esplodendo in fiammate multiple e contemporanee. Il gasolio è diventato troppo caro: anche quello nautico “da lavoro” che essi usano. Dunque piuttosto che lavorare in perdita si stanno fermando in tutta Italia.
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🟡SANT'IVOALLA SAPIENZA, CAPOLAVORO DI BORROMINI
🔹🔸La chiesa di sant’Ivo alla Sapienza è una mirabile opera di Francesco Borromini, uno degli esempi più affascinanti del barocco a Roma. L’architetto ticinese nel 1632 era stato incaricato da papa Urbano VIII di portare a compimento il complesso dove sin dal 1497 aveva sede l’Università della Sapienza, fondata nel 1303 da Bonifacio VIII. Per Borromini si trattò, dopo la chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane, del primo grande incarico pubblico, e in tale mandato fu determinante la raccomandazione del grande rivale Gian Lorenzo Bernini: un atto di benevolenza che forse derivava dalla volontà – da parte dello scultore – di continuare a servirsi dell’aiuto del Borromini come formidabile collaboratore tecnico.
🔸L’università della Sapienza era stata – fin dalle sue origini – sotto il patrocinio papale. Nel 1497 Alessandro VI aveva promosso la costruzione del Palazzo, edificio che venne poi ampliato nel 1565 per volere di Pio IV su progetto di Pirro Ligorio: un complesso a quattro ali con cortile centrale a doppia esedra, incorniciato da portici a due piani con annessa la chiesa. Nel 1579 su incarico di Gregorio XIII (e poi di Sisto V) i lavori ripresero sotto la direzione di Giacomo della Porta, che eliminò una delle due esedre previste facendo in modo che un corridoio conducesse direttamente alla chiesa, divenuta punto focale dell’intera costruzione. Sotto Paolo V i lavori furono interrotti finché nel 1628-31 il nuovo papa, Urbano VIII, promosse un ulteriore rifacimento del palazzo con la nomina nel 1632 del Borromini.
🔹L’architetto costruì la chiesa di Sant’Ivo, ultimò il palazzo e infine, dal 1659 su incarico di Alessandro VII, eresse la Biblioteca Alessandrina, rievocazione della celebre biblioteca di Alessandria d’Egitto. La chiesa del Borromini doveva sostituire la cappella universitaria fondata da Leone X e accogliere anche le funzioni solenni. Mentre l’edificio progettato dal Della Porta aveva una forma circolare con cappelle molto piccole, Borromini mantenne l’impianto centrale ma ideò una forma stellare, un unicum nella storia dell’architettura e forse l’opera più bella della sua vita.
🔸La prima difficoltà fu costituita dalla necessità di intervenire nel contesto preesistente, costruito dai suoi predecessori: l’impianto del cortile era già stato completato e parte della stessa facciata concava della chiesa era stata innalzata dal Della Porta. Borromini dovette adeguarsi a questa presenza, modificandola in parte. La costruzione ebbe inizio nel 1642, quando fu posata la prima pietra, e per ultimarla furono necessari vent’anni: nel 1660 la chiesa venne consacrata e nel 1659 fu avviata la decorazione interna. La realizzazione dell’opera fu molto travagliata, sia per i continui ripensamenti del Borromini sia a causa delle innumerevoli sollecitazioni da parte della committenza.
🔹La facciata di Sant’Ivo alla Sapienza fa da sfondo al cortile ed è la continuazione delle due ali del palazzo: i due ordini di arcate del porticato proseguono infatti lungo la facciata concava trasformandosi nelle finestre al piano superiore e, al piano inferiore, nelle finestre e nel portale centrale. Dall’attico si eleva la cupola, fiancheggiata da due “torricelli” con i monti simbolo dei Chigi (la famiglia di Alessandro VII): essa è avvolta in un tamburo esalobato scandito da lesene, a sua volta sormontato da una scalinata di dodici gradoni, al cui interno si trova la calotta: una struttura che ricorda – per l’idea del tamburo e il ricorso ai gradoni – la struttura del vicino Pantheon.
🔸Al di sopra dei gradoni si erge la lanterna, divisa da doppie colonne in sei sezioni concave, con cuspide a spirale terminante in una fiamma, a sua volta sormontata da un gruppo formato da corona, globo, colomba dei Pamphili (la famiglia di Innocenzo X, divenuto papa dopo la morte di Urbano VIII) e infine croce. Sembra che per la forma peculiare della lanterna il Borromini si sia ispirato a un modello templare antico, testimoniato ad esempio dal Tempio di Venere a Baalbek: una forma architettonica che riprende lo studio della curvatura e si apre all’esterno. L’elemento soprastante è una forma ad elica che richiama le scale a chiocciola e pare rievocare il pungiglione dell’ape, l’emblema araldico dei Barberini (la casata di Urbano VIII), che si ripete ovunque nella chiesa e nel palazzo. Quando la lanterna venne innalzata sollevò un coro di polemiche per la sua forma ardita e Borromini fu accusato di aver creato un edificio instabile: il rettore dell’Università – preoccupato dallo scalpore – chiese all’architetto di impegnarsi per quindici anni in caso di eventuali danni causati dalla sua creazione.
🔹La pianta di Sant’Ivo alla Sapienza è anch’essa del tutto originale: ha forma stellare, derivante dall’intersezione di due triangoli equilateri – che generano un esagono – su cui attestano cerchi aventi come centro i vertici e i punti di intersezione fra gli assi delle due figure. Delle sei cappelle laterali tre sono dunque semicircolari mentre le altre tre – giacenti sui vertici del triangolo – ne svelano la forma. In alzato tale geometria crea all’interno dell’edificio un’alternanza di parti concave e convesse, scandite e sottolineate da pilastri con capitelli corinzi addossati agli spigoli, che sostengono il cornicione. La parte al di sopra del cornicione – che ripete il disegno della pianta – è caratterizzata dallo slancio della cupola, che poggia direttamente sul corpo della cappella. La cupola è divisa in sei spicchi da costoloni, che salgono restringendosi sempre più fino ad unirsi alla base della lanterna, costituendo il passaggio dall’esagono della base alla forma perfetta del cerchio. In ogni spicchio si apre un finestrone e l’ascensione è scandita da otto stelle alternativamente a sei e otto punte. Al centro del lanternino è visibile la colomba circondata dai raggi dello Spirito Santo portatore di Sapienza: è uno degli innumerevoli riferimenti del Borromini alla Sapienza e alla simbologia religiosa che vi è correlata.
🔸La decorazione interna è essenziale, in un particolare tono di bianco arricchito da elementi a stucco (oltre alle stelle, i monti emblema dei Chigi) e in oro. L’unica nota di colore è costituita dalla pala dell’altare maggiore, opera di Pietro da Cortona, rappresentante Sant’Ivo che si costituisce avvocato dei poveri. Lo splendido pavimento bicromo in marmo bianco e nero, dal disegno geometrico, fu l’ultimo elemento ad essere apposto.
🔹Con il completamento della chiesa fu portata a termine anche la costruzione del Palazzo, con la realizzazione delle facciate su piazza Sant’Eustachio e via dei Canestrari e, da ultima, l’edificazione della Biblioteca Alessandrina: i lavori iniziarono nel 1659 e si protrassero ben oltre la morte del Borromini.
🟨fonte: Viaggiatrice curiosa
🟦foto: Sant'Ivo alla Sapienza
✅@Roma: capitale d’arte di bellezza e di cultura
#roma #church
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lamilanomagazine · 1 month
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Marche: convenzione regione-Mit per i lavori alla cittadella di Ancona
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Marche: convenzione regione-Mit per i lavori alla cittadella di Ancona "Mettiamo a terra le risorse che abbiamo intercettato per la tutela e la promozione del patrimonio culturale delle Marche, e proseguiamo nel percorso di risanamento di un luogo simbolo dell'identità storico-culturale di Ancona, che vogliamo restituire alla sua bellezza originaria e mettere a disposizione dei cittadini e dei turisti in visita al nostro Capoluogo regionale". È il commento dell'assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli a seguito dell'approvazione in Giunta dello schema di convenzione tra Regione Marche e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti per regolare il finanziamento statale che la Regione Marche ha intercettato per la realizzazione dell'intervento "Rocca della Cittadella di Ancona - Intervento di Restauro con Miglioramento Sismico". "Il restauro e recupero della Cittadella – ricorda l'assessore Baldelli – è risultato tra gli interventi sugli immobili di interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico ammesso a finanziamento statale. Nello specifico, si tratta di circa 4 milioni di euro di risorse per l'adeguamento sismico di un'importante sezione della fortezza, che ci consentono di proseguire l'opera di risanamento e rilancio del complesso. Ricordo, infatti, che la Giunta Acquaroli ha già messo a terra risorse per 3 milioni di euro con i lavori di recupero e restauro delle cortine murarie e di consolidamento del Bastione Gregoriano, utilizzando fondi di sviluppo e coesione 2014-20". E', infatti, già in corso di realizzazione un intervento di recupero e restauro delle cortine murarie comprensivo del consolidamento del Bastione del Cavaliere a Basso, detto Gregoriano - uno dei cinque bastioni che contraddistinguono la struttura - e di rifacimento di porzione del muro ad esedra antistante l'edificio A del complesso, attualmente sede del segretariato Adriatico-Ionico. Le risorse ministeriali intercettate consentono di realizzare opere strutturali e di finitura con riferimento al fabbricato posto sul lato nord della Rocca costituito da quattro corpi principali oltre a cunicoli ipogei, mura di cinta e aree pertinenziali: verranno eseguiti interventi sulle sottofondazioni, operazioni di ripristino delle lesioni delle murature, sostituzione degli elementi lignei degradati, in particolare di quelli dei solai, interventi di consolidamento degli architravi e la realizzazione della pavimentazione esterna con regimentazione delle acque meteoriche oltre alla sostituzione degli infissi e al rifacimento di tinteggiature e impianti interni. "La Convenzione con il MIT – conclude l'Assessore Baldelli – è una tappa importante del percorso che porterà al pieno recupero di questa fortezza del Cinquecento, che dall'essere uno dei simboli del profilo del capoluogo è finita nell'oblio, quasi indistinta nella confusa boscaglia che appare alla vista volgendo lo sguardo al colle Astagno. Il recupero del patrimonio edilizio storico, oltre a consentire la trasmissione dei valori fra le generazioni, gioca un ruolo centrale nei processi di rigenerazione delle nostre città e dei nostri borghi. Un percorso fatto di concretezza e pragmatismo che la Giunta Acquaroli ha voluto intraprendere sin dal suo insediamento, convinta che soltanto tornando a dare valore alle ricchezze che la nostra regione offre, possiamo costruire un modello di sviluppo per un turismo moderno e sostenibile, oltre ad aumentare il livello della qualità della vita dei cittadini marchigiani".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Le associazioni degli Ncc "Salvini sfiduciato in piazza"
AGI – “Almeno tremila aziende Ncc hanno votato all’unanimità la sfiducia al ministro Salvini in piazza Esedra, destinazione del corteo partito stamane dal Palalottomatica he ha causato grossi disagi alla circolazione. Non so con chi dica Salvini di stare parlando al ministero dei Trasporti, ma è del tutto evidente che la categoria Ncc compatta si è presentata alla manifestazione indetta da noi,…
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asc27 · 2 months
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L'articolo con Nicola Grandis su Italian Tech
In soli due anni, l'IA è diventata un argomento centrale, discusso al G7 e all'ONU, nonché oggetto di leggi sia in Europa che negli USA. Genera sia speranza che paura, ma la sua rapida evoluzione è innegabile. Pur essendo una scienza imperfetta, l'IA supporta processi complessi, rivoluzionando la gestione aziendale e l'apprendimento.
Il progetto ConGen.AI, made in Italy, punta a rivoluzionare il mondo della formazione e dell'istruzione, abbattendo, tra le altre cose, le barriere linguistiche. Ne parla il nostro CEO in questo speciale relativo a Rome Cup 2024 .
Stasera, dalle 20 alle 23, non perdete lo speech di Nicola Grandis, insieme a speaker di spicco come Marco Trombetti di Translated, Luca Berdondini di Corticale Srl, Federica Nicolardi dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, Pierdomenico Baccalario autore e giornalista, Mattia Carretti di fuse* e Alex Braga (artista sperimentale), presso la Sala Esedra dei Musei Capitolini.
L'evento sarà trasmesso in diretta streaming su la Repubblica e La Stampa.
L'articolo con Nicola Grandis potete leggere qui.
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pietroalviti · 1 year
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Ceccano, 24 maggio, quell'Esedra d'Onore da restaurare
Tutti, almeno quelli della mia età, hanno in mente la data di oggi: la imparavamo dal canto del Piave, che proprio nella prima strofa fissa la data di inizio di quella “inutile strage” che sarebbe costata all’Italia 600 mila morti ed oltre un milione di feriti. In ricordo di questo numero inverosimile di vittime, 20 anni dopo di gran lunga superato da quello della Seconda Guerra Mondiale, ogni…
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saax2 · 6 months
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Roma
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Piazza Esedra di notte (Esedra Square at night), Roma, 1904 | Giovanni Battista Crema (1883-1964, Italia)
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Temple of Vesta in the foreground, Rome, 1865
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Il Lago d’Albano, 1783-88 (London, Tate) | John Robert Cozens (1752-1797, England)
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Roman ruins, 1850 ca. | Adalbert Stifter (1805-1868, Austria)
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Villa Borghese, Rome, 1859-60 | Jean-Jacques Henner (1829-1905, France)
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Tramonto sul Lungotevere (Sunset on the Lungotevere), 1929 | Mario Mafai (1902-1965, Italia)
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Il tempio di Vesta, Tivoli, 1884 | Peder Mørk Mønsted (1859-1941, Denmark)
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A christian woman entering the Colosseum to die, Rome, 200 AD | Max Pechstein (1881-1955, Germany)
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Teatro Argentina, Roma, 1747 (Musée du Louvre, Paris) | Giovanni Paolo Pannini (1691-1765, Italia)
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bymauriciog · 11 months
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Palazzo Te.
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El Palacio del Té (Palazzo del Te en italiano) es un palacio ubicado en la ciudad de Mantua, en Italia. Fue construido por el arquitecto italiano Giulio Romano durante el siglo XVI como residencia de verano para el duque Federico II Gonzaga.
El diseño del Palacio del Té es una mezcla de elementos clásicos y renacentistas, con una fachada austera que oculta un interior lujoso y decorado. El edificio tiene una planta cuadrada con un patio central y una serie de salas y habitaciones alrededor. Las habitaciones están decoradas con frescos, estucos, mosaicos y otros elementos ornamentales.
El Palacio del Té es considerado una de las obras maestras de la arquitectura renacentista en Italia y un ejemplo destacado del estilo manierista. Es un importante destino turístico en Mantua y se puede visitar para admirar su arquitectura y su decoración interior.
Es básicamente una casa de planta cuadrada erigida alrededor de un patio en forma de claustro. Un jardín formal complementaba la casa. Este se encontraba rodeado por un exterior en forma de columnata terminada en forma semicircular conocida como 'Esedra'.
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La ubicación suburbana permitía una mezcla de arquitectura de Palacio y de Villa. Las cuatro fachadas exteriores tienen pilastras planas contra paredes de carácter rústico, las ventanas indican que la planta noble es la baja, con una planta secundaria por encima. La fachada oriental difería de las otras tres por tener motivos paladianos en su pilastra y una loggia abierta en su centro más que un arco en el patio. Las fachadas no son tan simétricas como parecen, y laos espacios entre las columnas son irregulares. El centro de las fachadas septentrional y meridional están recorridas por arcos en dos plantas sin pórtico ni frontón, simplemente un camino cubierto que llevaba al interior del patio.
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Terme di Diocleziano
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4Tra il colle Viminale e Castro Pretorio sorge l’impianto termale più grande della storia romana, le Terme di Diocleziano, grandi quasi il doppio delle famose di Caracalla. Esse furono costruite, con un’immensa distesa che riusciva ad ospitare più di 3000 bagnanti, per servire i quartieri più popolati di quel tempo tra cui Quirinale, Viminale ed Esquilino. I vari reparti termali si suddividevano in zone in base alla loro utilità e la loro temperatura: calidarium, tepidarium e frigidarium, alimentati da una diramazione dell’acquedotto dell’Aqua Marcia. L’ingresso principale era collocato in corrispondenza di una grande piscina per nuotatori (il frigidarium); sul lato opposto si apriva un’immensa esedra (il theatrum) caratterizzata dalle classiche gradinate da cui gli spettatori assistevano a spettacoli. L’intero complesso delle Terme di Diocleziano era delimitato da un’alta parete adorna di edicole a colonne a festoni di grande effetto decorativo. In questi luoghi si poteva assistere anche a conferenze e a giochi ginnici che si svolgevano all’interno delle esedre e nelle palestre. Ci sono anche illustri testimonianze di scrittori latini, come quelle di Plinio il Giovane e Luciano, che ci riportano un frammento di questa vita nelle Terme di Diocleziano, dove la civiltà dell’antica Roma metteva in pratica il fondamento chiave della sanità del corpo e della mente, da qui il detto: Mens sana in corpore sano. Per poter visitare i luoghi maestosi dell’epoca romana e rivivere un po’ con i propri occhi la loro vita, potrete soggiornare in uno dei nostri B&B Roma adatto a te! Ci trovi nel B&B Roma centro, a pochi passi dai principali monumenti (e anche da Trastevere!); potrai trovare B&B and breakfast Roma centro.
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💛 La Befana sarà anche passata di qui, ma nel frattempo dalla terra umida del giardino di Sant’Osvaldo spuntano le prime, tenere forze di un inverno mite. 💛 The Befana may have passed by, but in the meantime, the first, tender forces of a mild winter are springing up from the damp earth of St. Oswald's garden. #zinevra #distrettosantamariarovereto #santamariadistretto #santamariadistrettorovereto #distrettosantamaria #santamariadistrict #rovereto #roveretocity #rigenerarovereto #rigenerazioneurbana #confcommerciorovereto #giardinodisantosvaldo #gardeniamagazine #giardiniitaliani #italiangarden #gardasee #gardalake #artedeigiardini #giardinistorici #laurinapaperina #esedra #thegrinch #snowman #sprossen #daffodils #tulipani #suoloesalute #lapape #arteitalianacontemporanea #italiancontemporaryart @comunerovereto @visitrovereto @visittrentino @confcommercio_vallagarina @rigenera_rovereto @laurina_paperina (presso Via Santa Maria) https://www.instagram.com/p/CnE1D37Dhz-/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Piazza Esedra 🇮🇹
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lamilanomagazine · 6 months
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Balafon Film Festival: al via la 33esima edizione al Cinema Esedra
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Balafon Film Festival: al via la 33esima edizione al Cinema Esedra. Bari. Al via domani, mercoledì 15 novembre, al Cinema Esedra, la 33° edizione del Balafon Film Festival. Organizzato dalla Comunità di Corte Altini in collaborazione con Centro Interculturale Abusuan Bari, Missionari Comboniani Bari, Parrocchia San Giuseppe Bari, Arcidiocesi di Bari-Bitonto, Murattiano Bari, CGIL Bari, Università degli Studi Aldo Moro di Bari, Fondazione Migrantes, GEP Gruppo Educhiamoci alla Pace ODV e il festival del Cinema Africano di Verona, con il patrocinio e il sostegno della Regione Puglia e del Comune di Bari - assessorati alle Culture e alle Politiche educative e giovanili, il festival propone un fitto programma di film dai paesi del Sud del mondo affinché la conoscenza possa rappresentare il primo passo per la promozione della convivenza pacifica tra i popoli. Lungi dall’essere una semplice sequenza di proiezioni, la proposta cinematografica che caratterizza Balafon Film Festival fin dalla sua prima edizione nel 1990 intende varcare gli orizzonti geografici e culturali del suo pubblico per favorire la diffusione di una cultura di pace tra popoli diversi. Balafon Film Festival, che è parte integrante del network dei più importanti festival dedicati alla cinematografia africana in Italia – tra i quali il Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina di Milano e il Festival del Cinema Africano di Verona – come di consueto prevede proiezioni pomeridiane e serali di lungometraggi e cortometraggi scelti tra le pellicole africane di recente realizzazione: 8 i film in concorso per questa 33° edizione, tra cui 4 cortometraggi e 4 lungometraggi. A queste proposte si affiancano poi 4 proiezioni fuori concorso. Opere d’arte della filmografia africana che raccontano storie di uomini e di donne, nei loro dettagli più intimi o spettacolari, indagando tra le pieghe della loro quotidianità e di un contesto sociale tanto familiare quanto ostile, culla di antiche e insanabili difficoltà ma anche di intimi desideri. Tra i registi di maggior rilievo Nganji Mutiri, artista pluripremiato nato a Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, e la giornalista, documentarista e produttrice franco-tunisina Erige Sehiri. “A partire dall’ormai lontano 1990, Balafon apre una finestra sulle arti e le culture della diaspora nera a Bari - spiega Koblan Amissah, promotore del festival - per consentire una conoscenza che si faccia ponte tra i popoli. Lo facciamo a partire da un linguaggio immediato e universale, come quello delle immagini, consapevoli che l’audiovisivo e il linguaggio cinematografico siano in grado di fare breccia nella coscienza più profonda del pubblico. Un pubblico, il nostro, che è costituito dai tantissimi affezionati e seguaci del festival da anni, ma anche e soprattutto da tutte le giovani e giovanissime generazioni grazie a una selezione appositamente pensata per le scuole che permette agli studenti di viaggiare nello spazio e nel tempo, tra le pieghe di una cultura lontana ma quanto mai vicina nell’umanità”. “Da trentatré anni il Balafon unisce le culture del mondo grazie alla forza del cinema - commenta Ines Pierucci, assessora comunale alle Culture -. Le parole, le lingue e le tradizioni delle culture africane arricchiscono un paradigma del linguaggio universale fatto di diritti, di corpi, di futuro. Noi stessi siamo Sud del mondo, con la consapevolezza di quanta ricchezza possa provenire dai Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo, con i quali costruire assieme una cultura di pace. Sono convinta che il pianeta sia una grande foresta, e tutte e tutti noi siamo piante le cui diverse origini fanno parte della stessa natura, quella umana”. BALAFON FILM FESTIVAL 2023 Film Fuori Concorso · Toute la nuit di Fayçal Hammoum (Algeria, 2021) · Lusala di Mugambi Nthiga (Kenia, 2019) Cortometraggi in concorso · The town di Lindiwe Makgalemele (Sudafrica, 2021) · Twin lakes haven di Philbert Aimé Mbabazi Sharangabo (Rwanda, 2022) · Young man rumble di Karima Elba (Belgio, 2022) · Zaffa di Ahmed Samir (Egitto, 2022) Lungometraggi in concorso · Borga di York - Fabian Raabe (Ghana/Germania, 2021) 7’ · Juwaa di Nganji Mutiri (Belgio, 2021) · The last shelter di Ousmane Zoromé Samassékou (Francia/Mali/Sud Africa, 2021) · Under the fig trees di Erige Sehiri (Tunisia/Francia/Svizzera/Germania/Qatar, 2022) Sezione scuola · Aloe vera di Peter Sedufia (Ghana, 2020) · Non conosci Papicha di Mounia Meddour (Francia/Belgio/Algeria/ Qatar, 2019) PROGRAMMA DI SALA Mercoledì 15 novembre · ore 18.30 Selezione fuori concorso Lusala di Mugambi Nthiga (Kenia, 2019) · ore 20.00 Selezione fuori concorso Toute la nuit di Fayçal Hammoum (Algeria, 2021) · ore 20.30 Selezione in concorso The town di Lindiwe Makgalemele (Sudafrica, 2021) · ore 21.00 Selezione in concorso Borga di York-Fabian Raabe (Ghana/Germania, 2021) Giovedì 16 novembre · ore 18.00 Selezione in concorso · Borga di York-Fabian Raabe (Ghana/Germania, 2021) · ore 20.00 Selezione in concorso The town di Lindiwe Makgalemele (Sudafrica, 2021) · ore 20.30 Selezione in concorso Zaffa di Ahmed Samir (Egitto, 2022) · ore 21.00 Selezione in concorso The last shelter di Ousmane Zoromé Samassékou (Francia/Mali/Sud Africa, 2021) Venerdì 17 novembre · ore 17:00 Selezione fuori concorso Aloe vera di Peter Sedufia (Ghana, 2020) · ore 19.00 Selezione in concorso The last shelter di Ousmane Zoromé Samassékou (Francia/Mali/Sud Africa, 2021) · ore 20:30 Selezione in concorso Zaffa di Ahmed Samir (Egitto, 2022) · ore 20.45 Selezione in concorso Young man rumble di Karima Elba (Belgio, 2022) · ore 21.15 Selezione in concorso Juwaa di Nganji Mutiri (Belgio, 2021) Sabato 18 novembre · ore 17.00 Selezione fuori concorso Non conosci Papicha di Mounia Meddour (Francia/Belgio/Algeria/ Qatar, 2019) · ore 19.00 Selezione in concorso Juwaa di Nganji Mutiri (Belgio, 2021) · ore 20:30 Selezione in concorso Young man rumble di Karima Elba (Belgio, 2022) · ore 21.00 Selezione in concorso Twin lakes haven di Philbert Aimé Mbabazi Sharangabo (Rwanda, 2022) · ore 21.30 Selezione in concorso Under the fig trees di Erige Sehiri (Tunisia/Francia/Svizzera/Germania/Qatar, 2022).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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