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#foto vecchie
illsadboy · 5 months
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Rime a caso
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Sono così brutto che mamma mi chiama bello di zia, fanculo la polizia da me cucinano Carlo Cracco senza la O porto acqua da casa pure al sushi all you can it. Ho smesso di spacciare mamma ha trovato un etto, bello pensa se controllava nel cassetto; mamma giuro non lo vendo serve per una ricerca a scuola.
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i-mmaginando · 2 months
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Un giorno apri un cassetto e trovi, per caso, una foto ingiallita dal tempo.
Nacque tutto come un gioco con un amico... In silenzio, presi a raccontare di me, mi chiedevo cosa pensassero gli sconosciuti che udivano i miei sospiri di passione. L'avrei scoperto di lì a poco.
...
Il mattino successivo uno di loro mi riaccompagnò a casa, prima di lasciarci mi sussurrò:
torna quando vuoi
lo farò
risposi
Negli anni ho raccontato molte altre storie.
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intotheclash · 6 months
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Oggi ho pensato a te e alla tua faccia da indios. E al mio aspetto da indios. Così ho trovato questa foto insieme, fatta non ricordo dove. Chissà se, nella parte oscura del mondo, hai incontrato anche Andrea. Sarei curioso di sapere se, anche lì, porta ancora quel cazzo di cappello.
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"C'eravamo tanto amati"
(Ettore Scola, 1974)
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figlidiroma · 9 days
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Conte Giuseppe Primoli 1890, neve sullo sterrato della zona dove sarebbe sorto il Tempio Maggiore di Roma (1904) e la zona dei cosiddetti "quattro villini" tra piazza delle Cinque Scole, via del Portico d'Ottavia, Lungotevere Cenci.
Sotto questa terra smossa su cui bruca il cavallo dovevano stendersi resti di magazzini romani, della zona indicata nella Forma Urbis Severiana come Navalia e, forse, del Tempio di Castore e Polluce, collocato sotto l'area di Monte Cenci dove furono rinvenute, tra Quattro e Cinquecento, le statue dei Dioscuri, già allora traslate al Campidoglio.
In lontananza nella foto, il campanile di San Giovanni Calibita sull'isola Tiberina e, di fronte, la Torre della Pulzella.
Risalente al 1200, essa era parte delle torri medievali di Roma, legate a famiglie della nobilità e del ceto mercantile cittadino di cui erano insieme strumento e concreta traccia sul territorio.
Questa torre, collocata sull'isola, guado fluviale tanto essenziale alla vita cittadina da aver facilitato e forse cagionato la nascita dei primi insiediamenti destinati ad evolversi nella Roma romulea, apparteneva alla famiglia dei Pierleoni.
Probabilmente ebrei e opportunamente convertiti per poter sfruttare al meglio le proprie ricchezze in una Roma medievale pur non ancora dotata di Ghetto, e forse meno ostile alla Comunità di quanto non si sarebbe più tardi dimostrata, i Pierleoni controllavano anche il tratto alla base del Campidoglio.
L'edificio medievale presso il vico Jugario è a loro intitolato, e anche loro era la torre che si nota a destra, addossata al corpo della Basilica di San Nicola in Carcere, riusata come torre campanariae contenente un'antica campana di fine Duecento, commissionata dai Savelli.
Ma, soprattutto, oltre a case medievali al vicino Velabro, ai Pierleoni apparteneva il forte costruito sulle rovine del Teatro di Marcello, e di cui ancora si vede l'affollarsi di strutture alte e strette su via del Foro Olitorio.
Passato ai Savelli e, tramite loro, agli Orsini, quel forte oggi lo conosciamo come palazzo Savelli Orsini, opera di Baldassarre Peruzzi, la malinconica e splendida residenza costruita nella cavea del Teatro.
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La torre della Pulzella, dall'enigmatica testolina che vi appare inquadrata da una finestrella cieca e che guarda intenta dalla parte del Portico d'Ottavia, passò come tutto il resto dei Pierleoni nelle mani dei Savelli, incastellati così tra l'isola e l'omonimo Monte, e i cui domini si estendevano già verso Campo de' Fiori e all'Aventino, come attestato dagli odonimi vicolo de' Savelli e Clivo di Rocca Sabella.
La pulzella, comunque, è una testa romana, ma la leggenda popolare la vuole l'impietrirsi di una bella giovane aristocratica che, murata per vincere la sua resistenza a un matrimonio di convenienza, morì lassù spiando all'orizzonte il ritorno del suo vero amore dalla guerra.
Fonti: studi di F. Coarelli e P. L. Tucci sulla topografia del Circo Flaminio e dell'area dei Calderari.
A. Carandini, Roma. Il primo giorno, Laterza 2007.
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klimt7 · 8 months
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MAGGIO, COME UNA RADICE
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Io che son nato a Maggio... io che ci ripenso spesso. Io che mi ritrovo a pensare cosa significhi nascere proprio nella stagione dell'esplosione della vegetazione e in quel periodo, così particolare, privilegiato e breve, in cui tutto attorno a noi, sembra accoglierci, abbracciarci, includerci in una specie di bolla di armonia. In una vibrazione di luce, di colore e di aria effervescente.
Un'atmosfera calda come una carezza...
Bene. Questo l'ho sempre ritenuto vero, e tuttora lo penso. In fondo è la storia in cui ho sempre creduto fin da piccolo.
Ecco perchè mi ha disturbato così tanto, l'anno scorso, che l'alluvione in Romagna abbia scelto di scatenarsi, proprio il 16 maggio!
L'ho sentito come un affronto a me stesso, alle mie radici, alla comfort-zone in cui sono cresciuto.
Stanotte facevo di questi pensieri e mi è tornato in mente un brano che ascoltavo da bambino, perchè piaceva a mia sorella.
E Lei, anche ora che siamo grandi, quando si avvicina maggio, finisce quasi sempre per pungermi con una frecciatina!
"Ah.. è vero! Tu, sei un fiore di Maggio"
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FIORE DI MAGGIO
FABIO CONCATO
Tu che sei nata dove c'è sempre il sole
Sopra uno scoglio che ci si può tuffare
E quel sole ce l'hai dentro al cuore
Sole di primavera
Su quello scoglio in maggio è nato un fiore
E ti ricordi, c'era il paese in festa
Tutti ubriachi di canzoni e di allegria
E pensavo che su quella sabbia
Forse sei nata tu
O a casa di mio fratello, non ricordo più
E ci hai visto su dal cielo
Ci hai trovato e piano sei venuta giù
Un passaggio da un gabbiano
Ti ha posata su uno scoglio ed eri tu
Ma che bel sogno, era maggio e c'era caldo
Noi sulla spiaggia vuota ad aspettare
E tu che mi dicevi, "Guarda su quel gabbiano
Stammi vicino e tienimi la mano"
E ci hai visto su dal cielo
Ci hai trovato e piano sei venuta giù
Un passaggio da un gabbiano
Ti ha posata su uno scoglio ed eri tu
Tu che sei nata dove c'è sempre il sole
Sopra uno scoglio che ci si può tuffare
E quel sole ce l'hai dentro al cuore
Sole di primavera
Su quello scoglio in maggio nasce un fiore.
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radiosciampli-blog · 7 months
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Meglio un cane per amico che un amico cane.
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lonelysmile · 11 months
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visto che domani c'è il derby degli scamattesi sto facendo la locandina come quella del derby del ping pong 👀
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omarfor-orchestra · 1 year
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Buongiorno -32
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🌌♠️
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sidmjkgc · 3 months
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Comunque Chatta.it è diventato un covo di disagiati che non avevano abbastanza personalità per sfondare su twitter come "mattoncini" e troll e hanno ripiegato lì dentro.
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buscandoelparaiso · 5 months
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notebook91286 · 1 year
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233/365
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sauolasa · 1 year
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Il caldo nella storia: le foto d'epoca delle "vecchie" estati torride
Queste vecchie fotografie mostrano come i nostri "antenati" trovassero, comunque, il modo di rinfrescarsi e idratarsi durante gli eventi meteorologici estremi del passato. Possiamo prendere esempio da loro?
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justmythings-stuff · 1 year
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Sono indecisa anche sull’altra foto fatta con l’effetto ahaha chissà se anche quella è vecchia
C'è la ghirlandina alla porta, quindi molto probabilmente anche quella
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Malina cuore Atalantino. Entra e prende un giallo.
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