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#film in bianco e nero
giardino-dei-sogni · 12 days
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Come un film muto in bianco e nero e quella musica dolce in sottofondo a sottolineare splendidi dettagli. Siamo così noi due senza parlare solo guardarci e capirci.
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whenthecuriousgirl · 1 year
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Edward Norton, David Fincher and Brad Pitt behind the scenes of Fight Club, 1999.
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hijoodelmar · 8 days
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• contrasti
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ilblogdellestorie · 1 year
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Gina Lollobrigida e Sean Connery durante le riprese di La donna di paglia, Inghilterra, 8 agosto 1963
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andreapasson · 1 year
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il figlio
© Andrea Passon / www.andreapasson.it
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ventodigrazia · 1 year
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grayzonephoto · 10 months
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LA LUCIDA FOLLIA DEGLI SCATTI ANALOGICI
Quando i rullini non bastano mai! Nel mondo frenetico e irreale della fotografia digitale, esiste un sottocultura di appassionati che si aggrappano all’analogico come a un tesoro prezioso. Sì, stiamo parlando della fotografia analogica, dove i rullini sono i protagonisti e lo sviluppo e la stampa dei negativi sono un’arte a sé stante. Ma attenzione, perché dietro la bellezza di queste tecniche…
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fotoecitazioni · 11 months
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Viaggio “Ogni viaggio, anche il più lungo, inizia sempre con il primo passo.” Dal film: Una notte al museo
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ultralowoxygen · 6 days
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Sleeping Tree
flickr
Sleeping Tree by Stefano Via Flickr: Fomapan Ortho 400 @250, X-Tol, Fujifilm GA645
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auxoubliettes · 6 months
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il film della cortellesi è un bel film. non capisco chi lo critica, specialmente chi dice che non basta il bianco e nero per fare un film storico o neorealista. secondo me non le interessava fare quello. ha ripreso il bianco e nero per farci pensare al film storico e al film neorealista, nel senso che voleva farci pensare alla guerra, alla povertà, a quel dramma, alle piccole lotte quotidiane e alle grandi lotte, a tutto quel periodo. la protagonista la vediamo subito che pulisce casa con la musica in sottofondo, come se fosse biancaneve, come se fosse una fiaba. però non è biancaneve, proprio perché vive in quel contesto. infatti prima s'è presa uno schiaffo, come se ne prenderà tanti altri, anche morali. se è una fiaba è una fiaba amara di una donna reale che la cortellesi non vuole raccontare in maniera tragica, pesante e drammatica. che era tragica, pesante e drammatica già lo sappiamo. infatti, cosa credevamo sognasse di fare? [ATTENZIONE SPOILER] di partecipare a quei giorni di giugno del 1946? io no. io credevo sognasse di scappare. forse perché c'è chi lo spera ancora oggi. sarà anche in bianco e nero, ma la colonna sonora è moderna. che era tragica, pesante e drammatica già lo sappiamo, perché spesso lo è ancora.
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Ma quanto sono belle quelle rughe attorno agli occhi e alla bocca...segni d'espressione di dolori e di risate.
Segni dei prima e dei dopo.
Adoro la mia pancetta, l'abbiocco serale davanti alla Tv, le commozioni,
i ricordi, i film e quei pezzetti della mia vita trascorsi in bianco e nero.
Ed ancora...la vespa, il solito muretto, il primo bacio e...la prima volta che hai davvero pianto per amore.
Siamo quello che abbiamo imparato da mamma e papà e...quello che poi insegnamo ad essere ai nostri figli.
Da quando ti chiamano Mammina a quando poi ti dicono: “Ma quanto rompi Mà...”
Quanto cazzo siamo belli.
Ognuno con la nostra storia.
Tutti un pò aquile ed un pò conigli.
Belli da leggere…rileggere e da raccontare.
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limoniacolazione · 7 months
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Ieri (casualmente era pure la giornata mondiale delle malattie mentali) è stato un anno tondo dalla mia prima crisi, quella che ha fatto capitolare me e il resto intorno. Me ne sono accorta solo oggi, perché nel mare magnum della depressione ogni giorno è uno di troppo e tutto si assomiglia. Poi ottobre è il mese che è e di date nella memoria ce ne sono già due: il 20, che è morto S., il 25, che è morto L. "Ogni giorno è un anniversario", diceva zia Rosa, che di gente ne aveva persa parecchia e passava i mesi a ricordare nascite e morti, fino a quando poi non se n'è andata pure lei.
Il mese prossimo una commissione medica si riunirà per decidere se sono depressa abbastanza. Non so da che cosa determineranno la mia volontà di stare al mondo o meno. Non è come un osso rotto in una radiografia o un neo dai contorni non definiti. Ci riuniremo quindi su un ponte e mi chiederanno di saltare? Mi aspetteranno in seduta plenaria col cappio pronto?
Per me non è questione di abbastanza. Non è questione di bianco o nero: la mia depressione è un eterno grigiore in cui nulla accade. L'atmosfera è talmente pesante che gli arti non si sollevano più. Un cielo plumbeo che però non piove mai (dentro di me).
Non è questione di combattere, né di mollare e neppure di resistere. Ho lasciato cadere il coltello, che comunque non ho mai tenuto dalla parte del manico. Ho alzato le mani in segno di resa, ma non è neppure questione di arrendersi. Non è questione neanche di ricordare, di segnare di rosso un numero nel calendario o di stracciare le pagine dell'agenda una dopo l'altra. Non è questione di riempire, sostituire, distrarsi. Pure se faccio tutte queste cose (fuori da me): guardo film, disfo cartoni, cucino, mangio, leggo, rido.
Lo sapranno, quelli della commissione medica, che sono un'artista del camouflage? E certo rido, leggo, mangio, cucino, disfo cartoni, guardo film, ma non esco di casa, non ascolto la radio, non getto l'occhio sulle pagine del giornale. Che sarebbe troppo, mi dico, aggiungere al mio il dolore degli altri.
Faccio lo slalom tra gli annunci dei social che mi chiedono aiuto per costruire un ospedale per i koala investiti sulla tangenziale - per i bambini che muoiono di fame - per chi fa la guerra e chi la subisce - per il long COVID - per distruggere le cimici dei letti che invadono Parigi - per salvarle, le cimici dei letti. No, non è neppure questione di agire o di chiudersi a riccio e lasciare il mondo andare a farsi fottere. Non è questione di girarsi dall'altra parte, né di guardare il pericolo negli occhi. Non è questione di dire qualcosa o dare la propria opinione (quanto di farsene una). Non è questione di problem solving.
Non è per forza questione di morire. Non è certamente questione di vivere. È questione di liberare spazio, di imbiancare la tela, di restare sgombri, di alleggerirsi per poter almeno galleggiare, oppure, al contrario, di immergersi completamente.
E quando penso ad immergermi mi viene in mente, chi lo sa perché, Ragnar Kjartansson e la performance audio-visiva "The Visitors". Forse è la vasca da bagno, oppure cantare all'infinito "Once again I fall into my feminine ways", come fosse un sortilegio per cadere, sì, e poi riuscirne intatti, liberi, leggeri.
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andreapasson · 1 year
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BRAVO!
© Andrea Passon / www.andreapasson.it
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mikaelarebel · 2 months
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Molti mi definiscono “diversa”, io semplicemente, penso di essere “rara”; ho dei difetti, ne ho parecchi, ma ho anche dei pregi, forse pochi.
Sono una persona di cuore, lo sono troppo. Non do mai tanto quanto gli altri danno a me, se posso e se voglio do tutta la mia vita. E no, non me ne pento mai, se c’è una cosa che voglio lasciare dentro una persona è il mio bel ricordo. Amo lottare per chi penso possa valerne la pena, e non mi tiro indietro al primo problema, anzi, abberei muri e cancelli.
Lascio agli altri la libertà di farmi del male, non sono stupida e nemmeno una fifona, purtroppo vedo del buono anche nelle brutte persone provando a tirar fuori il loro meglio, vorrei davvero che le persone fossero come realmente le vedo io. Sono un’ingenua, basterebbe solo aprire un po’ di più gli occhi. Le brave persone, quelle che ti amano soprattutto, non ti farebbero mai lo sgambetto.
Sono testarda, quando mi impunto non c’è verso che io cambi idea, ho bisogno di sbattere contro un palo e di cadere 1000 volte, per far sì che ascolti i consigli degli altri. Non ho paura del giudizio altrui, anzi non mi tocca minimamente, ma voglio sbagliare e camminare con le mie gambe, voglio poter capire da sola quali sono le cose che ostacolano il mio cammino e non mi lasciano passare.
Sono impulsiva, maledettamente impulsiva. Se c’è qualcosa che odio sono le bugie e le doppie facce. Ho bisogno di dire tutto ciò che penso, non riesco a trattenermene una. A volte questo mio lato viene “condannato”, non a tutti piace la verità sbattuta in faccia, eppure penso si vivrebbe meglio. Viviamo in un mondo fatto di menzogne.
Odio il grigio, o è bianco o è nero, le mezze misure non mi piacciono. Quando chiudo una porta, butto via la chiave, non torno indietro, tendo a farmene una ragione sin da subito.
Sono la persona più paziente al mondo in assoluto, sopporto fino a quando non scoppio, ma quando mi incazzo non mi trattengo.
Sono una romanticona, mi piace l’amore, io amo l’amore. Odio le sdolcinatezze, non mi si addicono per niente (sono quasi una scaricatrice di porto). Preferisco il cinema alla discoteca, un film con una pizza piuttosto che una cena a lume di candele al ristorante. CHE IMBARAZZO!! Sono passionale, mi piace fare l’amore con la persona per la quale mi batte il cuore. Sono una sognatrice, mi piace immaginare cose che per la maggior parte delle volte non accadono, però mi fanno star bene, meglio di niente, no?
Mi chiudo a riccio quando non conosco qualcuno, sono sfiduciosa verso il genere umano, ma quando prendo confidenza divento logorroica e inizio a parlare di tutto il mio albero genealogico e della mia vita dalla mia prima parola.
Sono insicura, non sempre mi convincono le decisioni che prendo e spesso, tendo a cambiare idea facilmente anche mentre la sto cambiando, mi sento una pazza!!
Sono folle, mi piacciono le pazzie, d’amore...
Sono una persona gelosa, non morbosa ma controllata, so cosa è giusto e cosa è sbagliato, nei limiti.
Sono complicata, è vero, ma non chiedo né pretendo nulla da nessuno, sono questa PRENDERE O LASCIARE
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t1chiamostellin4 · 8 days
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i film in bianco e nero >>>
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fotoecitazioni · 11 months
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Problemi "Se non posso evitarli, i problemi li affronto, ma perché andarseli a cercare?" (Dal film Pearl Harbor)
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