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#gergal
almeriamovies · 2 years
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“Train for Durango” by Mario Caiano (1968) The famous armored cart from the Tabernas films, here at Estacion de Ferrocarril de Gergal #Almeria
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PRIMA PAGINA Il Manifesto di Oggi giovedì, 12 settembre 2024
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miniatdetective · 1 year
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Cosa significa Murica?
Variamente faceto, denigratorio o orgoglioso nel tono, Murica è un modo gergale di riferirsi all'America, implicando un patriottismo estremo, e uno stereotipo su come i bianchi del sud potrebbero pronunciare la parola.
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persephoneflouwers · 2 years
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abr · 11 months
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Questi impedivano con la forza alle persone di passeggiare oltre i 300 metri da casa, di andare a trovare i parenti anziani rimasti soli. Il green pass. Adesso temono che le riforme portino ad una deriva autoritaria. Buffoni. #Schlein
via https://twitter.com/LorenzoZL74
Non facciamo confusioni, i sinistri non sono mai autoritari, sono autorevoli: il loro è tutto un "ce lo dice lascenza", oppure "l'Europa", oppure "i diritti" (degli altri). Sono molto preparati (*).
Per comprenderlo é sufficiente bloccare lo sviluppo mentale caratteriale e magari anche ormonale ai dodici anni: il compito istituzionale della squola pubblica.
(*): frase gergale da antico pci-otto che indicava i compagni perfetti: poco intelligenti ma fedeli alla linea, che si applicano.
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wandererontheseaoffog · 8 months
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Parola con qui mi hanno fatto svegliare.
Chiedete sempre aiuto
suicidio m singolare
 (pl.: suicidi)
(antropologia) (sociologia) l'atto con cui un individuo si procura volontariamente e consapevolmente la morte
per la chiesa il suicidio è un atto riprovevole
(psicologia) (medicina) (psichiatria) (psicanalisi) definizione mancante; se vuoi, aggiungila tu (gergale) togliersi la vita non commise suicidio grazie ad un piccolo ma importante legame con l'esterno avrebbe voluto attuare il suicidio come vendetta contro chi lo aveva offeso
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seoul-italybts · 1 year
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[✎ TESTO ♫ ITA] Angel Pt.1 (OST di FASTX) feat. JIMIN dei BTS⠸ 18.05.23
[✎ TESTO ♫ ITA] 
˚₊‧꒰ა Angel Pt.1 ໒꒱ ‧₊˚
~Angelo~ by JIMIN dei BTS
NLE Choppa, Kodak Black, JVKE, & Muni Long
__OST del film FAST X 🚗🌬
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Angelo, non volarmi troppo vicinə
Prima o poi ti tirerò giù
Non vorrai rinunciare a quelle ali
Quellə come me distruggono ciò che è bello
Angelo, non volarmi troppo vicinə
Sono ciò che desideri, non ciò di cui hai bisogno
Non vorrai rinunciare a quelle ali
Quellə come me distruggono ciò che è bello
Rinuncerei a tutto pur di alleviare il tuo dolore, già, lo farei ogni giorno
Mi sono allontanato per tenerti al sicuro
Rischierei tutto per te, ma una persona da sola non basta
Due persone come una sola, provavo la tua stessa sofferenza
Ero ancora alle medie quando Givens* è sfuggito alla sferza
* Prob. rif. a Jerry Givens, operatore penitenziario di colore, nello stato del Virginia, che ha eseguito 62 esecuzioni e poi, pentito, è diventato un attivista contro la pena di morte, n.d.t.
Corpi caduti <*morti> senza che mai neppure ce ne si accorgesse
Diventeremo una famiglia, vada come vada, fratello
[Noi] Da questo postaccio in cui tuttə quantə si tradiscono a vicenda
Ti ho tenuto con me qui nei jets <*termine gergale per 'bassi fondi/ghetto', n.d.t.>
Ti ho lasciato divertirti con il mio set
Per me, eri al primo posto, più importante persino di me stesso
Cioè, perché diamine l'ho fatto?
Io e la strada siamo anime gemelle
Ho il diavolo sulla spalla che sussurra, la mia risposta:
Angelo, non volarmi troppo vicinə
Prima o poi ti tirerò giù
Non vorrai rinunciare a quelle ali
Quellə come me distruggono ciò che è bello
Angelo, non volarmi troppo vicinə
Sono ciò che desideri, non ciò di cui hai bisogno
Non vorrai rinunciare a quelle ali
Quellə come me distruggono ciò che è bello
Generazioni maledette dalla slealtà
Noi spezziamo quella catena
Ho perso un amico
L'ho ritrovato
Lo riaccolto
Ci stiamo rimettendo in piedi
Le difficoltà non ci hanno mai spezzatə
Anzi, ci hanno resə quellə che siamo
Le perdite ci hanno insegnato molto
Han reso le vittorie delle benedizioni
In fin dei conti non abbiamo che la famiglia
Spero tu lo capisca
Sto provando a farcela senza di te
Ma se ce ne sarà bisogno, verrò a cercarti
Qui non si tratta di me, ma di volere tutto/troppo*¹
Magari un altro giorno
Tieniti il tuo piatto*²
*¹ in orig. eng si parla di volere "the whole cake / fig.: tutta la torta", ecco perché il riferimento al piatto nel verso *², n.d.t.
Dio, famiglia, sfide, obiettivi
Cuore, mente, corpo, anima
Seguo con attenzione i segnali su questa strada così stretta
Spero nel paradiso, alla fine, pregando per le anime perse con i miei angeli
Non lo sai? Non lo sai? Non lo sai? Non lo sai?
Non ti deluderò mai
No, non sarò mai perfettə
Non ti voglio veder soffrire mai
Faresti meglio ad andare, ad andare
Va' via, veloce
100 [*Km/h] sul cruscotto, stanotte
Vorrei che le cose fossero diverse
Angelo, non volarmi troppo vicinə
Prima o poi ti tirerò giù
Non vorrai rinunciare a quelle ali
Quellə come me distruggono ciò che è bello
Angelo, non volarmi troppo vicinə
Sono ciò che desideri, non ciò di cui hai bisogno
Non vorrai rinunciare a quelle ali
Quellə come me distruggono ciò che è bello
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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missviolet1847 · 2 years
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Sul populismo: ovvero della lotta per riappropriarsi di parole rubate dal nemico - DINAMOpress
" Il trasformismo, la demagogia, il qualunquismo, il parlamentarismo, il fallimento della rappresentanza; insomma le tare caratteristiche – ab initio, dalla unificazione della penisola – della vita morale e civile del nostro paese vengono attribuite all’onnivoro populismo, svuotando il termine di ogni potenza esplicativa, rendendolo una mera astrazione gergale, un frammento della chiacchiera pubblica, un coriandolo del «cielo della politica», dove il “buon senso” ha scacciato il senso comune."
Un po' di storia e di pensiero critico per capire il passato e il presente con Franco Piperno. 👌
#Populismo
# Franco Piperno
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denny1416 · 2 years
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Sono ore che penso a questa frase. L'ho letta nel 2019, quando è uscito questo libro e l'avevo completamente dimenticata, probabilmente non mi aveva toccata come ora. Probabilmente prima non mi riguardava e ho semplicemente lasciato scorrere gli occhi sulle righe successive. Stasera però l'ho sentita nella trasposizione televisiva non smette di risuonarmi nella mente come il suono di una campana, così sono andata a ripescarla anche tra le pagine del romanzo.
È facile morire nella vita di coloro senza i quali tu non sapresti vivere? Credo di sì, anzi togliamo il credo. Sì, lo è.
È nella vita di chi faresti a meno con grande piacere, di chi ti disprezza che invece non muori mai. Loro sono lì che pensano e ripensano a te, ai tuoi traguardi e si lasciano logorare dall'invidia e dalla rabbia, pensando a te costantemente. Diventi la loro ossessione, ti tengono sempre in bocca, tanto per usare un'espressione gergale delle parti mie.
Tu invece passi il tempo a fare gesti scaramantici, per evitare possibili sfighe dettate dall'invidia, pregando che trovino qualcun altro su cui concentrare le loro attenzioni.
Nell'altro caso sei tu a corroderti. Ti torturi domandandoti com'è possibile che qualcuno a cui tieni tanto possa fare a meno di te, perché tu senza queste persone ti senti perso, vuoto, un relitto o una caramella sputata in favore di un cioccolatino decisamente più gustoso.
Ammetto che tra le due opzioni temo di più l'oblio, l'indifferenza di chi amo, perché anche se fai le corna e tocchi ferro, in fondo quando sai di essere invidiato sotto sotto la cosa ti soddisfa, mentre quando chi ami ti elimina smetti anche di provare piacere nell'essere invidiato.
Ah, stavo per dimenticare di dire che il libro e la serie che hanno alimentato le mie paranoie e la mia negatività sono La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante.
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aitan · 6 months
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"Mi innamoro molto facilmente, Ruben, ma con te non c'è speranza."
"Enamoradizo" è un aggettivo spagnolo che non credo abbia un corrispondente in italiano. Vuol dire facile a innamorarsi, sempre propenso all'amore, innamorato cronico, assai incline a innamorarsi. Forse l'aggettivo italiano più vicino è "sentimentale".
Uno che si innamora di tutto, insomma.
A voi viene in mente una traduzione più attinente, magari con una sola parola, anche dialettale o gergale?
L’autore è Juan Matías Loiseau, più conosciuto come Tute. Raffinato vignettista, umorista e grafico argentino nato a Buenos Aires nel 1974 e figlio d'arte (il padre Carlos Loiseau era un famoso vignettista peronista).
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almeriamovies · 2 years
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“El Condor” by John Guillermin (1970) Jim Brown, Marianna Hill and Lee Van Cleef celebrate the victory in movie set of Fuerte El Condor, Llano Del Duque #Gergal #Almeria #Western #Cinema
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levysoft · 7 months
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Apocalipse Now I Charlie non fa surf
La frase "Charlie don't surf" ("Charlie non fa il surf") nel film "Apocalypse Now" del 1979, diretto da Francis Ford Coppola, è diventata una delle citazioni più celebri del cinema. Il personaggio che pronuncia questa frase è il tenente colonnello Bill Kilgore, interpretato da Robert Duvall, un comandante di cavalleria aerea carismatico e un po' psicopatico.
Nel contesto del film, che si svolge durante la Guerra del Vietnam, "Charlie" è un termine gergale usato dalle truppe americane per riferirsi al nemico vietcong. La frase viene pronunciata da Kilgore in un momento in cui decide di catturare una spiaggia controllata dal nemico, non per motivi strategici militari, ma perché vuole che i suoi uomini possano fare surf sulle onde. Kilgore, ossessionato dal surf, ritiene che le condizioni delle onde siano perfette e non vuole perdere l'opportunità di surfare lì, nonostante il contesto di guerra.
La frase simboleggia il surrealismo e l'assurdità della guerra del Vietnam, mostrando come gli obiettivi militari possano essere sovrastati da capricci personali e da una disconnessione dalla realtà dei comandanti. "Charlie don't surf" riflette l'arroganza e l'etnocentrismo, suggerendo che il nemico vietnamita è incapace di apprezzare o partecipare alle attività ricreative occidentali come il surf, e quindi il territorio deve essere "civilizzato" o dominato dagli americani.
Questo momento del film contribuisce alla critica più ampia di "Apocalypse Now" verso la guerra del Vietnam e verso l'intervento americano, ponendo l'accento sulla follia, sull'irrazionalità e sulle contraddizioni della guerra stessa.
(via Apocalipse Now I Charlie non fanno surf - YouTube)
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patrizio-ag · 8 months
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Questo è il terzo oggetto che ho selezionato per mostrare tutte le possibili criticità e risultati che uno #smalto come il #rossiccio (ogni smalto funziona in modo diverso) può generare. Su questo pezzo è evidente come il corpo a tinta unita presenti delle vistose screpolature per quasi tutta la superficie. Tecnicamente si chiama effetto “cracked” o più´ comunemente, in base alla pronuncia gergale dei #ceramisti #craquelet (et sim.).
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emilianobertelli · 9 months
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claudiotrezzani · 1 year
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chez-mimich · 2 years
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LA MARIA BRASCA
Maria Brasca è certamente uno dei più originali personaggi del teatro contemporaneo italiano, forse non solo italiano. L’articolo determinativo “la” poi la caratterizza ancora meglio, dandole quella connotazione geografica e umana che la fa appartenere alla storia del teatro milanese che, pur non avendo una storia centenaria come quello napoletano, ha pur tuttavia una certa tradizione e pièces di alta qualità, tra le quali basti pensare a “El nost Milan” di Carlo Bertolazzi. “La Maria Brasca” di Giovanni Testori, messa in scena dal Teatro Franco Parenti e dal Teatro della Toscana, per la regia di Andrée Ruth Shammah e interpretata brillantemente da Maria Rocco, portava con sé, come un fardello, il ricordo indelebile di due straordinarie interpreti del personaggio: Franca Valeri negli anni Sessanta e più tardi, sempre per la regia di Shammah, Adriana Asti. Maria è una calzettaia in una fabbrica di Niguarda nella Milano del boom economico. È una donna risoluta, che sa quel che vuole e, quel che vuole, è l’amore di Romeo, un ragazzo di periferia bello e sfaccendato, più giovane di lei e corteggiatissimo nel quartiere. Maria vive con la sorella Renata e con il di lei consorte, anch’egli donnaiolo impenitente. Maria Brasca non è però una femminista ante litteram, ma piuttosto una donna innervata da quel senso pratico milanese, disposto a scendere a compromessi pur di raggiungere l’obiettivo, che per lei è l’amore di Romeo. La pièce di Testori è tutta modellata sulla strabordante dialettica gergale della protagonista, gergo che oltre che godibilissimo da un punto di vista teatrale, disegna alla perfezione un personaggio che molti di noi, non più giovanissimi, hanno ben conosciuto nella propria infanzia: la “fabbrichina”, ovvero l’operaia disillusa, ma allo stesso tempo tenace e determinata a raggiungere un proprio sogno d’amore, che è allo stesso tempo anche il sogno della ricerca di una piccola sicurezza dei sentimenti, ma anche di una decente e stabile condizione sociale. “La Maria Brasca”, non appartiene “solo” al teatro leggero, ma è a pieno titolo uno spettacolo esistenziale e a suo modo, politico. Renata, la sorella di Maria proletaria dimessa e precaria, come la casa dove vive e che traballa ad ogni passaggio di un treno, è l’immagine della concretezza milanese, ma anche della disillusione e della rassegnazione, mentre Maria è la combattente, disposta ad ingoiar rospi, pur di arrivare al risultato. Capitolo a sé merita la spumeggiante interpretazione di Maria Rocco, naïf e maliziosa, spietata ed ironica. Scenografia di Gianmaurizio Fercioni, degna di una periferia di Ben Shan, col sipario che si apre su “Quella cosa in Lombardia”, musicata dell’indimenticato Fiorenzo Carpi su testo di un grande poeta, Franco Fortini, toscano, ma milanese d’adozione, poesia in forma di musica, opportunamente riesumata nell’ultimo disco di Francesco Guccini “ Le canzoni da intorto.
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