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#giampaolo felici
spilladabalia · 2 years
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Ardecore | Fiore de Gioventù (2005) / Io la conoscevo bene (1965)
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giancarlonicoli · 10 months
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22 nov 2023 16:00
“IN CASA LO CHIAMO ISTERIX” - ILARIA CERRINA FERONI RACCONTA LA SUA STORIA QUARANTENNALE (E LE LITI EPICHE) CON GIORGIO FORATTINI: "LE SUE VIGNETTE NON SONO PIACIUTE A D’ALEMA, A CRAXI, A CASELLI. COME LA PRENDEVA? LUI BENE, ERO IO A RIMANERCI MALE. DI GIORGIO HO SENTITO TANTE COSE INGIUSTE: UNA È CHE ERA VENALE, QUANDO SO PER CERTO DI TANTI SOLDI CHE HA PRESTATO. GLI DAVANO DEL FASCISTA, SOLO PERCHÉ NON ERA COMUNISTA” – IL FASCINO DI BERLUSCONI (“ERAVAMO A VENEZIA E SI OFFRÌ DI RIPORTARCI A MILANO IN ELICOTTERO, MA RIFIUTAI”) – “DOMANI DONIAMO IL SUO ARCHIVIO ALLA TRIENNALE DI MILANO” -
Elvira Serra per il “Corriere della Sera” - Estratti
Giorgio Forattini e Ilaria Cerrina Feroni stanno insieme da quarant’anni e sono sposati da 26. Da sette vivono una nuova fase dell’amore, quella della dolcezza incondizionata, della purezza dei sentimenti: nel 2016, durante un intervento chirurgico, l’anestesia ha restituito lo storico vignettista di Repubblica , della Stampa e del Giornale a una innocenza tenera e spiritosa; i ricordi hanno lasciato il posto a una quotidianità semplice.
I nuovi riti sono il bacio sulla mano di Ilaria prima di mettersi a dormire, i «rintocchi» che le fa per accertarsi che ci sia sempre, «mi vuoi bene?» appesi a una risposta affermativa. Vivono circondati da libri e quadri in una casa di ringhiera che fu caserma di Radetzky, in zona Porta Venezia a Milano, con fichi e nespoli nel cortile condominiale, cachi, melograni, un ulivo e frutti rossi.
Giorgio, cosa le piace di più di sua moglie?
«La bellezza e l’allegria. Sono felice di stare con lei, mi sono sempre divertito molto.
È stato un colpo di fulmine».
Del divertimento, delle liti epiche, dei viaggi, dei regali, degli amici, di tutto quello che ha cementato questa elegante e bellissima coppia di 92 e 80 anni, continuiamo a parlare con Ilaria, memoria storica degli otto lustri volati in un soffio, come succede con le cose che rendono felici.
Si ricorda il vostro primo incontro?
«Certo, anche perché è l’unico anniversario che festeggiamo: il 13 dicembre 1983 a Venezia, all’Harry’s Bar. Arrivavo in ritardo da Milano e lui era già seduto a tavola con Giovanni Nuvoletti, Giampaolo Pansa e una collega della Stampa . Giorgio avrebbe dovuto presentare un libro nel pomeriggio e io ero la responsabile dell’ufficio stampa Mondadori, con cui pubblicava».
Davvero colpo di fulmine?
«Sì. Non capivo perché mi sentissi così emozionata. Mi colpirono gli occhi celestissimi. Era carino con tutti, in particolare con i camerieri. Semplice, timido, educato».
La storia cominciò subito?
«Lui stava chiudendo con Samaritana Rattazzi. Per fortuna lei si innamorò di un altro!».
(…)
E come faceva lui a mandare le vignette?
«Certe volte era in ferie. Altre lo salvava il fax. Per anni siamo andati d’estate in Sardegna, in una struttura molto semplice di fronte all’isola di Caprera, si chiamava Li Capanni. Un paradiso: gli avevano messo a disposizione un fax personale. Purtroppo poi Peter Gabriel lo ha comprato e non siamo più tornati».
(…)
E lei non protestava?
«Non protestavo? Qui a Milano quando si è liberato l’appartamento accanto l’ho comprato e ce l’ho spedito!».
Condividevate la passione per la pittura: avete anche seguito un corso insieme.
«Sì, a Parigi. Una volta dovevamo replicare un autoritratto di Delacroix e mentre dipingevo mi accorsi che dietro di lui si era formato un capannello di persone che ridevano: gli aveva fatto una caricatura, era più forte di lui».
Avete ancora casa a Parigi?
«No, l’abbiamo venduta durante il Covid, ormai ci andavamo pochissimo. Però ci abbiamo trascorso 25 anni, mi sentivo prigioniera politica!
Giorgio voleva andare sempre negli stessi ristoranti, negli stessi mercatini di antiquariato, era molto abitudinario».
In Francia vi siete anche sposati.
«Sì, il 20 settembre del 1997 al Consolato italiano, che era un ex casino. I suoi testimoni erano Renzo Piano, Giancarlo Giannini, Umberto Veronesi e Salvatore Accardo. Le mie Emanuela Properzi e Nicoletta Prinetti Castelletti. Arrivai in auto con i miei figli, perché gli sposi non si dovevano vedere prima: peccato che lui non ci fosse, perché il pullmino che avevo noleggiato per trasportare gli ospiti, una quindicina in tutto, non conosceva la strada. E mica c’erano i cellulari come ora, che ti fanno da mappa».
Era vestita di bianco?
«No, indossavo un bellissimo Versace arancione che mi aveva regalato Giorgio. È sempre stato molto generoso. Mi ha regalato tanti gioielli, che però sono in banca, io indosso solo le perle: finalmente quando ho compiuto 70 anni lo ha capito. Dopo le nozze andammo a casa nostra e la sera continuammo i festeggiamenti con cena e balli a casa di Renzo Piano».
Amico di sempre.
«Abbiamo girato mezza Europa per assistere alle inaugurazioni dei suoi progetti. Siamo stati anche alla Casa Bianca quando ricevette il Pritzker e gli inquilini erano Bill e Hillary Clinton. Lei mi fece un’ottima impressione, il suo discorso fu impeccabile; lui mi colpì meno. Ci fecero fare il tour nello Studio ovale».
Liti epiche?
«Sempre prima dell’uscita dei suoi libri».
Ma sono stati tantissimi!
«Infatti lo chiamavo Isterix».
E lui come la chiamava? «Ciuciu, ancora adesso».
Giorgio Forattini è stato querelato più volte. Le sue vignette non sono piaciute a D’Alema, a Craxi, a Caselli, a Orlando. Come la prendeva?
«Lui bene, ero io a rimanerci male. Di Giorgio ho sentito tante cose ingiuste: una è che era venale, quando so per certo di tanti soldi che ha prestato e che non sono mai tornati indietro. Gli davano del fascista, semplicemente perché non era comunista. Una volta presi da parte Oreste Del Buono: “Tu puoi dire quello che vuoi su Giorgio, ma dopo averlo conosciuto”. Organizzai una cena e cambiò idea».
E con Eugenio Scalfari com’era il rapporto?
«A Scalfari Giorgio piaceva proprio fisicamente, lo trovava elegantissimo. Conservo il loro epistolario, è bellissimo. Scritto in un italiano meraviglioso: questo puoi farlo, questo non puoi farlo. Giorgio faceva sempre come voleva lui».
Di Berlusconi subì il fascino.
«Lo stimava. Però io mantenni le distanze. Una volta a Venezia per il Campiello si offrì di riportarci a Milano in elicottero, ma rifiutai».
Le ha mai fatto una caricatura?
«Sì, mio malgrado, perché mi ha fatta bruttissima: nei libretti sociali o nelle brochure che faceva per le banche. Ma tanto anche se mi opponevo non mi dava retta».
Domani pomeriggio donerà il suo archivio alla Triennale di Milano. Un’iniziativa del presidente Stefano Boeri. «L’archivio di Giorgio comprende circa diecimila vignette e sarà utilizzato anche con le scuole. Per questa cerimonia ci saranno i nostri amici cari: Renzo, Accardo, Giancarlo Giannini, Antonio Ricci, Montezemolo e tanti altri. Si collegherà in video perfino Fiorello. Sarà bello vederli tutti intorno a lui».
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personal-reporter · 1 year
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La stagione 2023 – 24 della Scala di Milano
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Per la Stagione 2023/2024 la Scala d Milano vedrà un calendario di oltre 250 spettacoli tra Opera, Balletto, Concerti e programmazione per i ragazzi e per le famiglie, ricco di conferme ma anche di proposte inattese, completato da mostre, incontri, visite e approfondimenti per stringere ancora di più il rapporto con il nostro pubblico milanese, nazionale e internazionale. Inoltre il 2024 vedrà concludersi i lavori della nuova palazzina di via Verdi, che accoglie nuove sale prova per l’Orchestra e il Ballo, oltre che gli uffici attualmente dislocati in altri edifici, e garantisce ulteriore profondità al palcoscenico. La Stagione d’Opera 2023/2024 del Teatro alla Scala si compone di 14 spettacoli, 10 dei quali sono nuove produzioni, oltre allo spettacolo inaugurale della Stagione 2024/2025, e ci saranno 3 opere di Giuseppe Verdi e 2 di Giacomo Puccini e  con un titolo ciascuno sono rappresentati Antonio Cesti, Luigi Cherubini, Gaetano Donizetti, Ruggero Leoncavallo e Pietro Mascagni, Jules Massenet, Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Nino Rota, Richard Strauss, Richard Wagner. Alle Stagioni d’Opera e Concerti partecipa una schiera di direttori del più alto livello internazionale, al Direttore Musicale Riccardo Chailly, come Alain Altinoglu, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Daniel Harding, Michele Mariotti, Ingo Metzmacher, Riccardo Muti, Kirill Petrenko, Esa-Pekka Salonen, Christian Thielemann, Lorenzo Viotti, e nel repertorio barocco Giovanni Antonini, William Christie, Marc Minkowski, Philippe Herreweghe. In campo registico il cartellone vedrà nuovi allestimenti di Daniele Abbado, Irina Brook, Robert Carsen, Davide Liver-more, Christof Loy, David McVicar, Damiano Michieletto, Chiara Muti, Lluis Pasqual e del giovane Mario Acampa per il progetto Accademia, mentre tra le riprese vanno citati Harry Kupfer, Mario Martone e Giorgio Strehler. Il repertorio italiano è al centro della programmazione dal titolo inaugurale, Don Carlo, diretto da Riccardo Chailly nella versione italiana in quattro atti scritta da Verdi per la Scala con la regia di Lluis Pasqual e che fu diretto per due inaugurazioni da Claudio Abbado, di cui cade nel 2024 il decennale della scomparsa. Seguiranno la nuova produzione di Simon Boccanegra diretta da Lorenzo Viotti con la regia di Daniele Abbado, ma anche le riprese di Pagliacci e Cavalleria rusticana nello  storico allestimento di Mario Martone con Giampaolo Bisanti sul podio e di Don Pasquale nella produzione di Davide Livermore ambientata a Cinecittà, diretta da Evelino Pidò. Nel 2024 ricorre il centenario della scomparsa di Giacomo Puccini e la Scala lo celebra con nuove produzioni de La rondine, che mancava dal 1994 e sarà diretta da Riccardo Chailly per la regia di Irina Brook, e di Turandot, diretta da Daniel Harding per la regia di Davide Livermore. Sempre nell’ambito del grande repertorio italiano la nuova produzione di Guillaume Tell sarò per la prima volta alla Scala nella versione originale francese con Michele Mariotti sul podio e il debutto scaligero di Chiara Muti alla regia. Anche Médée di Luigi Cherubini, diretta da Michele Gamba, giunge per la prima volta sul palcoscenico in versione originale francese, sessantatré anni dopo l’ultima produzione diretta da Thomas Schippers con Maria Callas protagonista. Il percorso di esplorazione del Barocco italiano avviato dal Sovrintendente Meyer con le felici produzioni de La Calisto di Francesco Cavalli e Li zite ngalera di Leonardo Vinci arriva all’Orontea di Antonio Cesti, dramma per musica del 1656 di cui proprio la Scala aveva avviato la riscoperta con l’edizione diretta da Bruno Bartoletti nel 1961. Ogni anno un titolo della Stagione d’Opera è affidato agli allievi dell’Accademia e per il 2024 sarà Il cappello di paglia di Firenze, la farsa che Nino Rota trasse da Labiche. Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years
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Pesaro, Quartetto Nous insieme a Giampaolo Bandini
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Pesaro, Quartetto Nous insieme a Giampaolo Bandini. Giovedì 3 novembre 2022 (ore 21) prosegue la 63 a  Stagione concertistica dell’Ente Concerti con protagonisti gli strumenti ad arco (violino, viola, violoncello) e gli strumenti a corde pizzicate. Pur nella diversità di tradizioni e repertori – aulici i primi e popolari i secondi – questi strumenti condividono felici momenti di incontro, come ben dimostra il programma di rarità proposto dall’eccellente Quartetto Noûs, affiancato da Giampaolo Bandini, chitarrista tra i più affermati e attivi del panorama nazionale. Il repertorio presentato a Pesaro, che abbraccia un arco temporale che va dal ‘700 di Luigi Boccherini al ‘900 di Mario Castenuovo-Tedesco, si completa con due capolavori per quartetto d’archi, il Quartetto n. 6, op. 80 di Felix Mendelssohn e Crisantemi, rarissima pagina di musica da camera scritta da Giacomo Puccini alla memoria di Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta. Il Quartetto Noûs è composto da Tiziano Baviera, Alberto Franchin (violini), Sara Dambruoso (viola) e Tommaso Tesini (violoncello). Formatosi nel 2011, si è affermato in poco tempo come una delle realtà musicali più interessanti della sua generazione. Le sue coinvolgenti interpretazioni sono frutto di un percorso formativo nel quale la tradizione italiana si fonde con le più importanti scuole europee. Nel 2015 si aggiudica il Premio "Piero Farulli", assegnato alla migliore formazione cameristica emergente e riceve inoltre dal Teatro La Fenice di Venezia il Premio "Arthur Rubinstein - Una Vita nella Musica" per essersi rivelato una delle formazioni più promettenti della musica da camera italiana. Vanta diverse collaborazioni con rinomati artisti tra cui Tommaso Lonquich, Andrea Lucchesini, Alain Meunier, Giovanni Scaglione, Sonig Tchakerian, Boris Petrushansky, Bruno Canino, Alessandro Taverna, Gloria Campaner, Enrico Bronzi. Si esibisce per importanti realtà musicali italiane, tra le quali la Società del Quartetto di Milano, l’Unione Musicale di Torino, gli Amici della Musica di Firenze, Bologna Festival e Musica Insieme di Bologna, l'Associazione Scarlatti di Napoli, I Concerti del Quirinale a Roma, lo Stradivari Festival di Cremona, il Ravenna Festival, le Settimane Musicali di Stresa e la Società dei Concerti di Milano. All’estero viene invitato ad esibirsi in Germania, Svizzera, Francia, Inghilterra, Spagna, Belgio, Canada, Stati Uniti, Cina, Corea e India. Giampaolo Bandini, artista DECCA,  è oggi considerato tra i migliori chitarristi italiani sulla scena internazionale.  Figura regolarmente nei cartelloni dei più importanti Festival di tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Africa all’Asia e al Sud America. Ha effettuato tournee in più di 50 paesi del mondo, sia come solista che con le più importanti orchestre internazionali. Collabora con artisti del calibro di Salvatore Accardo, Avi Avital, Massimo Quarta, Andrea Oliva, Trio di Parma, Danilo Rossi, Corrado Giuffredi, Enrico Bronzi, Quartetto della Scala, Enrico Fagone, Sonia Ganassi, Quartetto Adorno, Michele Pertusi e con Sergio Rubini, Elio (delle Storie Tese), Monica Guerritore, Arnoldo Foà, Maddalena Crippa, Marco Baliani, Amanda Sandrelli e molti altri. La sua grande passione per l’insegnamento lo porta a tenere masterclass e corsi di perfezionamento in tutto il mondo. Numerosi suoi allievi hanno vinto premi nei più importanti concorsi internazionali di chitarra e musica da camera. BIGLIETTI Vendita biglietti La biglietteria del Teatro Sperimentale è aperta dal mercoledì al sabato dalle 17 alle 19.30. I biglietti disponibili saranno messi in vendita anche il giorno del concerto dalle 10 alle 13 e dalle 17 fino ad inizio spettacolo. Prezzi biglietti Posto di platea € 13; posto di galleria € 10; Ridotto under 25 in tutti i settori € 5. Vendita online Una parte dei posti disponibili viene messa in vendita online; l’acquisto può essere effettuato visitando il sito www.vivaticket.it. L’acquisto online comporta un aggravio del costo del biglietto in favore del gestore del servizio. Informazioni Ente Concerti Palazzo Gradari Via Rossini 0721 32482 [email protected] www.enteconcerti.it - Teatro Sperimentale Via Rossini, 0721 387548.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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paoloxl · 5 years
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(via “Ciao” Giampi… No Rip «)
Ieri è morto Giampaolo Pansa e questa mattina le pagine dei giornali si sono riempiti dei consueti “coccodrilli” e dei ricordi commossi dei suoi colleghi. Sulle pagine del Corriere della Sera Valter Veltroni, chiamandolo confidenzialmente “Giampaolo”, lo definisce un “narratore col binocolo”, un “meraviglioso raccontatore”, “un giornalista onesto, benchè aspro”. Basterebbe forse quest’ossequioso ricordo da parte del fondatore del PD, quello che oggi viene spacciato come partito di sinistra, per comprendere alcune delle ragioni dello stato in cui siamo ridotti e la ripugnanza che questo termine, “sinistra”, oggi provoca in larghi strati delle classi popolari. Noi, dal canto nostro, non ci uniamo al coro nè tantomeno, come talvolta si usa in questi casi, sentiamo il bisogno di rendere l’onore delle armi al nemico caduto, anzi, oggi per i comunisti è un giorno un po’ meno di merda del solito e forse non a caso il sole splende alto. Giampaolo Pansa era è resta un revisionista della peggior specie, uno che si è reso protagonista consapevole dell’attacco alla storia dei comunisti  e della lotta di classe di questo paese, e che lo ha fatto perchè prezzolato, per il proprio tornaconto personale, vendendo il suo pedigree di giornalista e storico “di sinistra” che finalmente rompeva il silenzio per dire “la verità”. Quindi oggi il nostro ricordo non può che andare al 16 ottobre di quattordici anni fa, quando partimmo da Roma per contestarlo e a dirgli che quella storia che lui avrebbe voluto macchiare noi invece ce la rivendicavamo tutta, in ogni suo aspetto, in ogni sua contraddizione. Uno dei piccoli meriti che ci possiamo riconoscere come collettivo fu proprio quello di essere riusciti, con quell’azione, a infrangere l’immagine di Pansa come “storico super partes” riportando la questione dell’uso della memoria sul piano dello scontro politico. Da quel giorno Pansa divenne di fatto lo “storico” della destra e questa cosa probabilmente non ce l’ha mai perdonata visto che in ogni libro che ha scritto dopo “La grande bugia” non ha perso occasione per ricordare e condannare la nostra contestazione. Per quello che vale siamo felici di essere stati la tua ossessione, “ciao” Giampi… No R.I.P.
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vinotv · 5 years
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Piccole cantine , fuori dal giro dei soliti noti ma frutto di tanta ricerca , tanti assaggi , tanta selezione, per arrivare a costruire un catalogo con etichette principalmente francesi, che puntano all’eccellenza pur conservando un ottimo qualità prezzo. Focus principale sono la Champagne, tra le quali spuntano Pernet & Pernet, @domainecollet - Champagne , Champagne @champagne_alain_leboeuf e la Borgogna con Seminario Domaine @cecile_tremblay_officiel Domaine Heitz Lochardet, Seminario con David moreau, Joseph colet, ma non mancano delle ottime cantine italiane del calibro di Leopardo felici, @giacomofenocchio . E finalmente , sulla splendida terrazza del Rome Marriott Grand Hotel Flora , ho avuto la possibilità di assaggiare qualche prodotto della selezione di deGustate deGustate - Un Catalogo da Bere, che ha organizzato un elegante Tasting di 3 giorni per far conoscere i prodotti che rappresentano, arricchito dalla presenza dei produttori stessi, intervenuti anche dalla Francia, e di Seminari di approfondimento guidati da docenti tra cui Giampaolo Gravina e @giancarlomarino . Un grande Grazie a Alessio De Angelis mio punto di riferimento dell'organizzazione, e @enoclubsiena che mi ha accompagnato negli assaggi!! Ecco qualche prodotto da non dimenticare!! :)) ———————————————— 🥂➡️ DeGustare : Un Catalogo da Gustare 📍➡️  @romemarriottgrandhotelflora 📸➡️ Vino.tv @chiara_giannotti_vinotv Giannotti  ————————————————  #followmywinepassion #vinotv  #wine #winetime #winery #winelover #winetasting #wineoclock #cheers #sommelier #vino #drinking #instawine #sommlife #winetravel #instagood #chiaragiannotti (presso Rome Marriott Grand Hotel Flora) https://www.instagram.com/p/B8tzMbViLQu/?igshid=1esojsjioygrp
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gimmigezz · 3 years
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iltorosiamonoi · 3 years
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"Al Toro non gli hanno preso i giocatori,è stato un azzardo"
“Al Toro non gli hanno preso i giocatori,è stato un azzardo”
Federico Giampaolo, fratello dell’ex allenatore del Torino Marco, ai microfoni di Radio Sportiva ha parlato anche dei trascorsi non felici in granata del fratello: “Il Torino è stato un azzardo perchéè un club che ha nel DNA grande forza fisica e poca qualità: io credo che un allenatore debba scegliere società dove hanno un’idea di gioco che portano avanti negli anni”. Ed ha anche aggiunto: “Con…
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scacchigiampaolo · 5 years
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GREY’S ANATOMY 16×09- Giampaolo Scacchi
GREY’S ANATOMY 16×09- Giampaolo Scacchi
TRAMA: Meredith è finalmente tornata in ospedale e tutti sono felici, gli specializzandi hanno preparato addirittura una torta e Cristina ha inviato, dalla Svizzera, un misterioso “pacco” per festeggiare… L’unico con cui la situazione è un pò tesa è De Luca ma, entrambi, si comportano in maniera professionale e iniziano il giro di visite: il caso di Meredith è una ragazzina di 13 anni a cui Mer…
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italiaatavola · 5 years
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Pulire 2019 saluta con 17mila visitatori
Oltre 17mila visitatori, un terzo dei quali stranieri, provenienti da 111 Paesi nel mondo, per una crescita, in termini di presenze, del 6% rispetto al 2018. Con questi numeri è calato il sipario su Verona Pulire 2019. Oltre 300 gli espositori presenti da 21 Paesi. L’organizzazione di Afidamp Servizi, in collaborazione con gli uffici di ICE-Agenzia (che ha selezionato delegazioni provenienti da Usa, Marocco, Egitto, Turchia e Sud Africa), ha predisposto uno spazio dedicato per gli incontri b2b. Le cinque delegazioni di operatori esteri rappresentano, infatti, mercati strategici e rappresentativi del mondo della distribuzione, degli utilizzatori finali, del comparto dei servizi integrati del cleaning professionale. «Il mercato ha premiato una fiera bellissima per qualità organizzazione efficienza e dinamismo, siamo molto felici», ha dichiarato l’amministratore delegato di Afidamp Servizi Toni d’Andrea.I numeri confermano il trend positivo e le aspettative degli organizzatori; sono, infatti, 17.108 i visitatori che hanno popolato i padiglioni durante i tre giorni di manifestazione segnando un + 6% rispetto all’edizione passata; di questi il 30,74% erano stranieri. In aumento anche il numero degli espositori che passa dai 300 del 2017 ai 312 di quest’anno, anche in questo caso importante è stata la presenza di aziende straniere, che rappresentavano il 30%. Gli espositori hanno avuto modo di presentare i propri prodotti su una superficie di quasi 16.300 m2 suddivisi tra i tre padiglioni in indoor e l’area dimostrativa in outdoor.«È stata un’edizione importante che è stata premiata dal mercato per la sua organizzazione, efficienza e dinamismo - ha dichiarato l’AD di Afidamp Servizi, Antonio D’Andrea - Inoltre questo è un anno speciale, perché è appena stata formalizzata la collaborazione con ISSA che permetterà alla fiera di crescere in dimensioni ed importanza». La neo costituita società, battezzata ISSA PULIRE Network, è di proprietà al 50% di AfidampFAB e al 50% di ISSA. Suddivisione che si rispecchia anche nel CdA, di cui fanno parte: John Barret (Presidente), Toni D’Andrea (AD), Giuseppe Riello, Giampaolo Ruffo, Dianna Steinbach, Michel de Bruin.Internazionalità e innovazione sono dunque i punti fermi di Pulire 2019. Tra le novità presenti in fatto di prodotti, macchine, soluzioni per la pulizia, tante puntano alla facilità d’uso, all’ergonomicità, all’attenzione all’ambiente, al controllo intelligente del consumo di acqua. Interessanti anche le macchine lavapavimenti con batterie al litio, la plastica seconda vita, il sistema di controllo in remoto dei consumi dei prodotti, robot, soluzioni integrate per la pulizia, Internet of things, i carrelli multifunzione, la carta igienica cattura odori, le lavatrici ad ozono, le macchine spazzatrici che riconoscono e seguono l’operatore, e qualcuno ha ripensato la tradizione nel segno dell’innovazione.Un’area esterna attrezzata ha permesso la dimostrazione pratica e la prova delle spazzatrici di ultima generazione. Aiisa-Associazione Italiana Igienisti e Sistemi Aeraulici e SNS-Scuola Nazionale Servizi, le due Associazioni che fanno parte di Afidamp, hanno approfondito le loro aree di interesse sulle imprese, con una nuova certificazione sui condotti di areazione la prima e sui nuovi corsi la seconda, ribadendo il valore del percorso di formazione. Pomeriggio atletico per aggiudicarsi il titolo di migliore pulitore di vetri: sui 20 candidati in gara, Daniele Gardoni proveniente da La Spezia si è aggiudicato la seconda edizione del Trofeo Henry Unger (19’86” per pulire 12mq di vetri).
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lamilanomagazine · 2 years
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Pesaro, il programma della 63 a stagione dell’Ente Concerti
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Pesaro, il programma della 63 a stagione dell’Ente Concerti. Ente Concerti e Comune di Pesaro presentano la 63esima stagione concertista pesarese. Sono quattro gli appuntamenti che si snoderanno tra ottobre e dicembre 2022 sul palco del Teatro Sperimentale a comporre la prima parte del cartellone concertistico della Città della Musica Unesco e Capitale della Cultura 2024. La seconda parte della stagione, in corso di definizione, verrà annunciata a fine anno. A conferma della altissima qualità della proposta artistica, sabato 8 ottobre 2022 (ore 21) il concerto inaugurale vede il ritorno del leggendario violinista Gidon Kremer che presenterà in trio un ricco programma cameristico a fianco di Giedre Dirvanauskaite al violoncello e di Georgijs Osokins al pianoforte. Kremer stupisce sempre e lo fa con il piglio del grande artista, con l’intelletto di una grande mente musicale in grado di combinare repertori originali e inesplorati. Solista con le più grandi orchestre del mondo, si è esibito, tra gli altri, con Martha Argerich, Krystian Zimerman, Mischa Maisky, Keith Jarrett, Yo-Yo Ma, Kim Kashkashian, Valerij Afanas'ev, Oleg Maisenberg, Vadim Sacharov, Khatia Buniatishvili. La letteratura per trio rappresenta per Kremer una nuova sfida e il pubblico pesarese sarà testimone privilegiato di questo suo entusiasmante progetto. Giovedì 3 novembre spazio agli strumenti ad arco (violino, viola, violoncello) e agli strumenti a corde pizzicate. Pur nella diversità di tradizioni e repertori – aulici i primi e popolari i secondi – questi strumenti condividono felici momenti di incontro, come ben dimostra il programma di rarità proposto dall’eccellente Quartetto Noûs, affiancato da Giampaolo Bandini, chitarrista tra i più affermati e attivi del panorama nazionale. Il programma, che abbraccia un repertorio che va dal ‘700 di Luigi Boccherini al ‘900 di Mario Castenuovo-Tedesco, si completa con due capolavori per quartetto d’archi, il Quartetto n. 6, op. 80 di Felix Mendelssohn e Crisantemi, rarissima pagina di musica da camera scritta da Giacomo Puccini alla memoria di Amedeo di Savoia, Duca d’Aosta. Domenica 4 dicembre in scena la prima parte del progetto di esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven nelle trascrizioni pianistiche di Franz Liszt, uno dei più alti esempi nel suo genere, dove il discorso musicale, estremamente fedele e rispettoso del capolavoro originale per orchestra, esalta la grande ammirazione di Liszt verso il compositore di Bonn. Eseguono le sinfonie due pianisti affermati e di grande talento,  Maurizio Baglini e il pesarese Paolo Marzocchi, i quali possiedono doti di espressività, di brillantezza e di tecnica strumentale di conclamata eccellenza, apprezzate dal pubblico e dalla critica internazionale. Venerdì 16 dicembre sul palco dello Sperimentale sarà la volta di Abosolutely Ennio Morricone…, un omaggio al grande compositore che poco più di un anno fa si è congedato dal palcoscenico della vita, creando un sentimento di commozione tra i tanti che hanno gioito delle sue memorabili opere per il cinema e che hanno assistito, soprattutto negli ultimi anni della sua carriera, ai suoi concerti sinfonici. Morricone realizzava i suoi capolavori selezionando ogni singolo musicista, autentici fuoriclasse, e alcuni di loro hanno avuto il privilegio di essere sempre al suo fianco. Sono proprio Gilda Buttà e Luca Pincini i testimoni di questa lunga collaborazione, avendo avuto in dono una cartella autografa di composizioni per violoncello e pianoforte scritte dal compositore stesso. Il pubblico pesarese avrà l’onore di ascoltare per la prima volta questi inediti tratti dai più celebri film, Il Pianista sull’Oceano, Nuovo Cinema Paradiso, nonché di tanti western di Sergio Leone, eseguiti da due musicisti che Morricone ha amato più di ogni altro.... Read the full article
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jamariyanews · 7 years
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Il vizietto di Soros, lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale
Da Ninco Nanco Blog di Giampaolo Rossi LO SPECULATORE ILLUMINATO Ogni volta che si parla di George Soros si è quasi certi di essere accusati di“paranoie complottiste”; è il modo migliore con cui le anime belle della coscienza democratica, liquidano chiunque provi a spiegare il ruolo dell’élite tecnocratiche nella creazione e nella manipolazione delle crisi internazionali che sconvolgono il mondo. Di tutti i Maestri del Nuovo Ordine Mondiale che dal Medio Oriente all’Europa, fino all’Asia, si divertono a scatenare rivoluzioni, guerre, crisi economiche e a generare quel caos necessario a dare forma ai loro progetti di dominio, George Soros è il più gettonato anche perché, a differenza di altri, non disdegna di svolgere il suo ruolo in maniera arrogante e vanitosa. Finanziere di origine ungherese, Soros è lo speculatore “illuminato” che si è arricchito mettendo in ginocchio le economie di mezzo mondo; ne sappiamo qualcosa anche noi italiani che nel 1992 vedemmo bruciate le nostre riserve valutarie a causa di un attacco speculativo da lui orchestrato sulla Lira e sulla Sterlina inglese e che portò noi e la Gran Bretagna fuori dallo Sme. Soros è il teorico della società globale dove tutti sono uguali tranne quei pochi come lui che essendo più uguali degli altri hanno il diritto di imporre le regole (e l’uguaglianza) a tutti. IL VIZIETTO DI SOROS Come ogni mega-miliardario che si rispetti ha anche lui il suo vizietto: non colleziona Ferrari, castelli in Europa, trofei di golf o attrici di Hollywood (o forse si, ma non lo sappiamo), ma di sicuro colleziona Fondazioni, Think tank, Ong con cui destabilizza governi, manipola i media, viola la sovranità degli Stati. Per fare questo si serve ovviamente dei suoi soldi e della Open Society Foundation, l’associazione con la quale smista miliardi di dollari per finanziare partiti di opposizione e movimenti “democratici” in giro per il mondo, o “assoldare” militanti dei diritti umani, intellettuali, giornalisti, tecnocrati e mettere a libro paga leader politici che sono ben felici di accontentare i disegni dell’oligarca amico (ne sa qualcosa Hillary Clinton di cui Soros è uno dei principali finanziatori con 8 milioni di dollari solo nel 2015). Insomma quella di Soros sembra una vera e propria ragnatela tesa per il mondo che negli anni ha prodotto le rivoluzioni colorate che hanno sconquassato  l’Europa post-sovietica (Serbia, Georgia, Ucraina e Kirghizistan), la Primavera Araba con annessa guerra in Libia e Siria che ci ha regalato l’Isis e la crisi dei migranti (voluta e favorita dallo stesso Soros). Non solo, ma per rendere questo lavoro il più professionale possibile, Soros ha agevolato anche la nascita di una vera e propria multinazionale per “rivoluzioni a domicilio” (ovviamente non-violente); si chiama CANVAS (Centre for Applied Non-Violent Action and Strategies) ed è la struttura di consulenti rivoluzionari che vengono inviati nei paesi retti da governi non graditi agli Usa e quindi a Soros (o meglio non graditi a Soros e quindi agli Usa) per accendere la miccia delle mobilitazioni democratiche che quasi sempre si trasformano in bagni di sangue e guerre civili. Organizzazione infarcita di dollari provenienti dal governo americano e da diversi Fondazioni tra cui spicca ovviamente quella di Soros, come svelato da Wkileaks. SOROS È SHELOB Per capire chi è George Soros bisogna leggere Il Signore degli Anelli (o almeno, per i più pigri, vedere il film). L’avete presente? Bene, allora sapete di cosa sto per parlare: George Soros è come Shelob, “il malefico essere a forma di ragno”per la quale “ogni essere vivente era il suo cibo e il suo vomito era oscurità”: come lei, anche Soros dissemina gigantesche e vischiose ragnatele con le quali imprigiona le sue vittime per poi divorarle. La sua rete di movimenti e associazioni che lui è in grado di mobilitare, forte di un potere economico illimitato, sono le ragnatele di Shelob. Nessuno “può rivaleggiare con Shelob nel tormentare il mondo infelice”. Ma come può essere sconfitta questa orribile creatura? innanzitutto con la luce: Shelob ama vivere nell’oscurità, la luce l’acceca. La fiala donata da Galadriel che sprigiona la luce della stella di Earendil acceca Shelob e respinge i suoi attacchi. Fuori di metafora, la luce è la verità; la possibilità di aprire uno squarcio di informazione libera su chi è Soros e cosa realmente fa. Ed è quello che in questi giorni è avvenuto con la pubblicazione dei 2.500 documenti segreti della Open Society ad opera del sito DCLeaks che gettano la luce su come opera la struttura tentacolare di Soros, come manipola e interagisce all’interno delle crisi internazionali, come condiziona le scelte dei governi e dei media. IL FILANTROPO CHE ODIA PUTIN Ma tutto questo a Soros/Shelob è perdonato perché lui è anche un filantropo, letteralmente un amico dell’umanità: la sua. E come tutti i filantropi che amano l’umanità (astratta), lui odia gli uomini, soprattutto quelli che non la pensano come lui. Il suo nemico numero uno è il leader russo Vladimir Putin; contro di lui Soros nutre una vera e propria ossessione: lo vuole distrutto, sconfitto. La colpa di Putin è di non volere sottomettere la Russia ai dettami del Nuovo Ordine Mondiale preconizzato da Soros. E quindi, da oltre 10 anni, Soros prova a fare a casa di Putin quello che gli è riuscito di fare in molti altri paesi; alimentare finte opposizioni democratiche, sobillare piazze, infiltrare Ong finanziate direttamente da lui o da Washington, costruire manipolazioni mediatiche e ingaggiare pressioni internazionali. Non dimentichiamoci che Soros/Shelob è uno dei finanziatori dell’operazione Panama Papers, la più farlocca inchiesta giornalistica della storia dell’informazione occidentale ed è il principale sponsor delle sanzioni a Mosca che, in realtà, stanno mettendo in ginocchio le imprese europee. Ma spesso succede ai più convinti Illuminati, di rimanere abbagliati della loro stessa luce. Soros si è dimenticato di una basilare lezione di storia: mai andare a rompere le balle ai russi in casa propria; bastava chiedere a Napoleone e a Hitler. E così, prima Putin ha espulso dalla Russia una serie di Ong occidentali di diretta emanazione di Soros, tra cui la sua Open Society, per attività anti-costituzionali e anti-nazionali. Poi i russi, primi al mondo nella cyberwar, si sono scatenati. Già un anno fa un gruppo di hacker ucraini filo-Mosca ha reso pubbliche le mail segrete tra Soros e il Presidente ucraino Poroshenko. Noi fummo tra i pochi a parlarne in Italia; è una lettura utile che vi invito a fare (articolo in questo link), perché sono notizie CLAMOROSE che invano troverete nella libera informazione democratica del nostro Paese. Mail che dimostrano chi è il manovratore della crisi in Ucraina, il destabilizzatore di quell’area, il criminale che fomenta una guerra civile che sta causando migliaia di morti e chi sta lavorando per gettare l’Europa in una nuova Guerra Fredda con la Russia che, grazie ai maggiordomi di Washington e di Londra rischia presto di diventare assai calda. Ora, secondo molti, ci sarebbero settori d’intelligence vicini a Mosca nel “Soros hack” che ha reso pubbliche le migliaia di documenti della Open Society. IL BURATTINAIO DELL’IMMIGRAZIONE Dalle prime analisi dei documenti pubblicati emerge come Soros stia cercando di influenzare le politiche d’immigrazione su scala globale manipolando l’opinione pubblica e premendo sui governi occidentali per considerare la “crisi dei rifugiati in Europa una nuova normalità” portatrice di “nuove opportunità”. Più volte abbiamo dimostrato come l’esodo di immigrati (frutto delle guerre e del caos generato dall’Occidente) che sta scardinando il sistema sociale e l’identità dell’Europa, non sia un accidente della storia ma un preciso disegno delle élite mondialiste di costruire un nuovo modello di società funzionale al progetto di dominio economico e finanziario. Ora ne abbiamo ulteriori prove. LA LUCE DI GALADRIEL? Dai 2500 documenti trafugati forse c’è materiale che consentirà di scoprire veramente non solo il volto di Soros/Shelob ma anche Fquello dei suoi innumerevoli fiancheggiatori che risiedono nei media, nei parlamenti, nelle università, nei centri di potere di Europa e Usa. Il materiale di DCLeaks non è certo la fiala di Galadriel ma almeno uno squarcio di luce su uno dei più oscuri e nefasti sistemi di potere del nostro tempo. Fonte Il blog di Giampaolo Rossi Da Ninco Nanco Blog Preso da: http://ift.tt/2hJdBON http://ift.tt/2g7lU3t
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Peppe Voltarelli in concerto
http://eventicatanzaro.it/event/peppe-voltarelli-in-concerto/
CHI E’ PEPPE VOLTARELLI?
Nel 1991 fonda insieme a Franco Catalano e Salvatore De Siena Il Parto delle Nuvole Pesanti, band conosciuta in Italia per la sua musica folk-rock sperimentale. Dal 1991 al 2005 Voltarelli registra nove album con la band. Discografia: 1991 – Guerra al salario 1994 – Alisifare 1996 – Pristafora 1997 – 4 Battute di povertà 1999 – Sulle ali della mosca 2001 – Roccu u stortu 2002 – Attenzione all’estinzione 2003 – Ho visto anche degli zingari felici – con Claudio Lolli 2004 – Il parto.
Nel 2005 lascia il gruppo per dedicarsi alla carriera da solista. Discografia: 2007 – Distratto ma però (Komart-Venus) 2009 – Duisburg Nantes[33] Praga Il Bootleg Live 2010 – Ultima notte a Malà Strana (Otr-Universal) 2011 – Tatanka, colonna sonora originale del film Tatanka, di Giuseppe Gagliardi (Warner Chappell Music Italiana) 2014 – Lamentarsi come ipotes[34] i (Otrlive – Universal) 2015 – Live in Trebotov (Czech Republic) 2009 2015 – Live a Radio Popolare (italia) fest. Finaz 2015 – Live a Montegranaro feat. Piaceri Proletari 2015 – Live a Dortmund feat. Alessandro Palmitessa 2016 – Live in NYC Subculture [2] 2016 – Live in Cafè Vinilo Buenos Aires Los anos luz 2016 – Voltarelli canta Profazio [4] (Squilibri Editore)
Nel 2005 lascia il gruppo per dedicarsi alla carriera da solista. l primo lavoro da solista è il film La vera leggenda di Tony Vilar, del regista Giuseppe Gagliardi. Il film è un road movie che racconta l’epopea degli italiani d’America, seguendo le tracce di un cantante italiano famoso in Argentina negli anni sessanta e ormai scomparso.
Nel 2007 esce Distratto ma però il primo lavoro discografico da solista prodotto da Alessandro Finazzo (Finaz) della Bandabardò) che vede la partecipazione di Roy Paci, Sergio Cammariere, Pau dei Negrita e Giancarlo Cauteruccio. Il disco entra nella cinquina dei finalisti per la targa Tenco 2007 riservata alle opere prime alle serate conclusive del Premio Tenco al Teatro Ariston di Sanremo Il brano Distratto ma però viene inserito nella colonna sonora del film Fuga dal call center che partecipa al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary nella Repubblica Ceca. Nel film Peppe Voltarelli recita la parte di una curiosa guardia antitaccheggio.[ L’album Distratto ma però viene distribuito in Argentina dalla casa discografica Los Años Luz.[12] La tournée di presentazione tocca anche il Canada, gli Stati Uniti e il Messico.
Peppe Voltarelli é un artista dalle infinite doti, impegnato in vari temi sociali, debutta al festival teatrale di Festambiente Sud a Vico del Garganocome nell’opera Angolo somma zero. Lo spettacolo, scritto e recitato da Alessandro Langiu, vede sulla scena Peppe Voltarelli suonare e recitare la parte di un suonatore per matrimoni nella Puglia delle fabbriche tra Brindisi, Taranto e Manfredonia. Lo spettacolo pone l’attenzione sulle “morti bianche” e sulla situazione drammatica delle famiglie pugliesi che hanno perso i propri cari per malattie contratte sul posto di lavoro. Il disco Duisburg Nantes Praga il bootleg live è un lavoro di denuncia contro la mafia, registrato dal vivo durante il tour europeo del 2008 con il supporto della sola vendita on line e durante i concerti. Il live vende oltre 3000 copie in meno di un anno.
Voltarelli partecipa a tre edizioni consecutive del Concerto del Primo Maggio a Roma (2009, 2010 e 2011). Sul palco con Alfio Antico, i Lautari a la Bandabardò.
Compone le musiche per l’opera teatrale Medea e la luna, tratta da Lunga notte di Medea di Corrado Alvaro e messa in scena da Giancarlo Cauteruccio.
Ultima notte a Malà Strana viene pubblicato in Francia per l’etichetta Chant du monde e distribuito in Europa da Harmonia Mundi. Il disco viene presentato in anteprima a Parigi con un concerto al teatro Alhambra il 28 settembre 2010.
Ultima notte a Malà Strana vince la Targa Tenco 2010 come miglior album in dialetto, il premio è conferito per la prima volta ad un lavoro in calabrese. Voltarelli dedica la Targa al sindaco ambientalista di Pollica (Salerno) Angelo Vassallo, ucciso in un agguato di tipo mafioso.
Nell’ottobre 2010 Voltarelli è in tournée in Messico, Nel novembre 2010 esce in Argentina per la casa discografica Los Años Luz l’album Ultima notte a Malà Strana. Ultima notte a Malà Strana viene distribuito in Canada dall’etichetta Casa Nostra,l’uscita viene accompagnata da una tournée in Québec, che tocca anche Montreal, Quebec City e la Val D’Or.
Il 16 marzo 2011 partecipa alla Notte Tricolore a Torino, rappresentando la Calabria, per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia . Firma la colonna sonora originale di Tatanka di Giuseppe Gagliardi (2011), film tratto da un racconto di Roberto Saviano. Sempre nel 2011 partecipa a Luminato, festival di Toronto, e al Francofolies di Montreal, insieme al gruppo fiorentino Bandabardò.
La canzone Onda Calabra scritta per il documentario Doichlanda di Giuseppe Gagliardi viene usata in forma di parodia nel film di Giulio Manfredonia Qualunquemente con Antonio Albanese in una lettera aperta ad Albanese uscita in prima pagina su Calabria Ora fa nascere una diatriba sul brano che Voltarelli rivendica come canzone di passione ed emigrazione non in linea con l’utilizzo che ne viene fatto nel film di Manfredonia.
Lo spettacolo Il viaggio i padri l’appartenenza, monologo di teatro canzone debutta alla Galleria Toledo di Napoli a novembre 2011.
Realizza la colonna sonora di Aspromonte, commedia di Hedy Krissane con Franco Neri.
Con lo spettacolo Voci… Italiani da esportazione, insieme alle cantautrici Roberta Carrieri e Gabriella Grasso partecipa al Festival Avignon Off 2012, con una residenza teatrale di ventuno giorni al Theatre des vent.
Nel 2012 concerti a Buenos Aires, New York, Portland, Seattle, Los Angeles, Bruxelles, Barcellona, Colonia e Lussemburgo.
Ospite del Canzoniere Grecanico Salentino al concerto che si tiene al Joe’s Pub di New York nel giugno 2013. Jon Pareles dedica un articolo alla serata sulle pagine del New York Times del 28 giugno.
Partecipa al Montreal International Jazz Festival 2013 con due concerti al Savoy du Metropolis.
“Voltarelli canta Profazio” Squilibri Editore 2016 vince la Targa Tenco come miglior disco.
Per onfermare il su essere poliedrico, si presenta anche come autore di molte opere letterarie : 2000 – Ciani un’epopea banditesca nell’era mediatica, Emir edizioni, Bologna 2000 – Raggia. Versi strisce e canzoni. Poems strips and lyrics, Emir edizioni, Bologna 2000 – Il Parto delle Nuvole Pesanti: quattro racconti al dottor Cacciatutto, Emir edizioni, Bologna 2009 – Non finito calabrese, Del Vecchio Editore, Roma 2011 – Cosa volete sentire, antologia di racconti di cantautori italiani con Patate sotto la cenere, Minimum Fax, Roma 2014 – Il caciocavallo di bronzo. Romanzo cantato e suonato, Stampa Alternativa[37], Roma 2016 – Voltarelli canta Profazio[38] Squilibri Editore.
Le sue partecipazioni cinematgrafice invece sono: 2003 – Doichlanda di Giuseppe Gagliardi 2006 – La vera leggenda di Tony Vilar di Giuseppe Gagliardi 2007 – Notturno Bus di Davide Marengo 2008 – Fuga dal call center di Federico Rizzo 2009 – Belly Button Broth di Giuseppe Gagliardi 2011 – Tatanka di Giuseppe Gagliardi 2013 – Aspromonte di Hedy Krissane (colonna sonora) 2013 – Vino para robar di Ariel Winograd Argentina 2015 – 1992 di Giuseppe Gagliardi 2015 – Cançon d’amor i anarquia[41] (Spagna) di Carlos Benpar 2015 – Babylon Sisters di Gigi Roccati
A teatro possiamo incontrarlo in:
Voleva fare l’artista, recital liberamente ispirato alla vita di Domenico Modugno Roccu u stortu, di Francesco Suriano diretto e interpretato da Fulvio Cauteruccio Panza crianza e ricordanza, tre pezzi della solitudine Ico No Clast, di Giampaolo Spinato, regia di Fulvio Cauteruccio Grecia mia cara Grecia, con Irene Papas Medea e la luna, di Corrado Alvaro, regia di Giancarlo Cauteruccio, con Patrizia Zapa Mulas Parole scolpite nella terra mangiata dal mare, ispirato all’opera di Saverio Strati, con opere d’arte in scena di Anna e Rosaria Corcione Picchi mi guardi si tu si masculu, di Giancarlo Cauteruccio Angolo somma zero, di Alessandro Langiu, con musiche originali di Peppe Voltarelli Il Viaggio i padri l’appartenenza debutto a Galleria Toledo di Napoli il 1º dicembre 2012 Storia di un bene comune di Rosaria Parretti produzione Festival delle Colline Prato 2013.
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2017/08/05/nicola-arigliano/
Nicola Arigliano, re dello swing. E... scusate il ritardo
di Dario Vadacca
Quando, nell’estate del 2004, Nicola Arigliano salì sul palco di Torre Regina Giovanna aveva “ottantun anno” e tanta voglia di proporre buona musica. Fu presentato con entusiasmo da un giovanissimo Cesare Dell’Anna ma il re dello swing italiano trovò un pubblico non troppo numeroso ad aspettarlo, così chiese ironicamente: «e gli altri non sono arrivati ancora?» “Gli altri” lo avevano dimenticato, la sua musica era ritenuta antica e poco adatta ai giovani, si aggiunga che nessuno dei presenti aveva neanche lontanamente idea del fatto che fosse possibile ballare e divertirsi su quelle note. Arigliano era saggio e andò avanti con lo spirito di un ventenne, sapientemente accompagnato dai maestri Elio Tatti, Antonello Vannucchi e Giampaolo Ascolese.
Tra i tecnici della serata vi era Marco D’Agostinis, un ragazzo ancora inesperto ma molto sveglio, uno di quei buongustai musicali senza pregiudizi e gabbie mentali. Ebbe l’intuizione di registrare al meglio delle proprie possibilità l’intero concerto, rielaborò il materiale con perizia per poi riversarlo in un cd di ottima qualità audio. Quel live, tuttora inedito, fu la colonna sonora dei nostri viaggi in auto per anni, una rarità assolutamente fuori moda e contraria ad ogni gusto giovanile. Nel veder sbuffare le nostre partners rivivevamo il ritornello di Sachmo: «Le nostre fidanzate ci lasciavano piuttosto che ascoltare quella musica» e ancora Venti chilometri al giorno a sottolineare il nostro speranzoso peregrinare per le strade provinciali, così come Il pinguino innamorato a far da eco agli amori contrastati da genitori troppo possessivi. Ci sentivamo rapiti da quella dimensione così sorprendentemente vicina a noi, per quanto lontana nel tempo, ma il nostro sogno Jazz era interrotto di tanto in tanto dalla voce del Maestro che ricordava un fatto molto importante: «voi non c’eravate, i vostri nonni c’erano.»
Accadde poi che dimenticammo, anche noi lasciammo quel cd fuori dalle nostre auto, ci arrendemmo a più moderne playlist e quasi non ci accorgemmo che, nel marzo del 2010, il gigante dello swing italiano ci lasciava per sempre. Fu sepolto nella sua Squinzano, il Salento fu per lui l’origine e la conclusione del cammino. Qui era nato nel primo dopoguerra ma a soli undici anni era scappato per andare a vivere a Milano. Da meridionale al nord aveva mantenuto intatte le sue radici, chiaramente riconoscibili nelle espressioni dialettali che mescolava ad un italiano molto ricercato. Come i neri di Harlem era stato straniero in patria e forse anche per questo era in grado di interpretare il Jazz meglio di chiunque altro. Decise di tornare nella sua terra in vecchiaia senza serbare rancore per le vicende che lo avevano spinto ad allontanarsene; Arigliano vedeva la vita da una prospettiva più alta e per lui le piccole questioni non contavano, contava solo lo swing. Forse aveva già messo in conto tutto, anche il fatto che la sua tomba sarebbe rimasta solitaria e dimenticata dai suoi conterranei per numerosi anni a venire e così il Jazz tornò a tacere.
Si può far finta di nulla fino ad un certo punto ma, alla fine, la verità viene sempre a galla e se c’è un fatto di cui possiamo esser certi è che lo swing è ottima musica, nata e pensata per far ballare intere generazioni di ragazzi. Pian piano qualcuno ha iniziato a ricordare e ha provato a riproporre quel vecchio stile forse mai superato; in tutta Italia, Salento compreso, sono sorte scuole di Lindy hop[1] e si sono moltiplicati eventi, serate a tema e workshop. Per caso o per necessità, mi sono ritrovato a mia volta a ballare swing e fu in una delle mie prime serate che una voce familiare tornò fuori dal cono d’ombra dell’oblio, la voce di Nicola Arigliano! Stavolta erano in tanti ad ascoltarlo e a ballare fino allo sfinimento sulle note di Marilù, Maramao e Buona sera signorina! Ballavano di gusto, erano tutti giovani e maledettamente felici, la sua voce inconfondibile imperversava ovunque, dove c’era swing c’era lui. La domanda di apertura del Maestro mi tornò allora in mente, finalmente potevo rispondere: «eccoli Maestro! “Gli altri”, sono arrivati. Scusate il ritardo. Go Man!»
[1] Ballo swing afroamericano nato ad Harlem negli anni venti del XX secolo.
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iltorosiamonoi · 4 years
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Izzo:"Periodo negativo,c'è attaccamento alla maglia"
Izzo:”Periodo negativo,c’è attaccamento alla maglia”
Ai microfoni di Sky Sport ha parlato Armando Izzo, autore del gol granata. “Siamo delusi perché sappiamo che succede sempre di prendere gol negli ultimi minuti. Bisogna alzare l’attenzione e uscire da questo momento molto delicato. Il mio abbraccio a Giampaolo? Il mister se lo merita, è una bella persona. Ho giocato poco causa infortuni e momenti poco felici. Stiamo vivendo un periodo negativo…
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forzaitaliatoscana · 4 years
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Dicomano, scuola: torna l'orario lungo
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Il vice coordinatore provinciale di Forza Italia Firenze Giampaolo Giannelli: "Istituto comprensivo di Dicomano, torna l'orario lungo all'infanzia e alla primaria. Siamo molto soddisfatti, un ottimo risultato per i ragazzi e le famiglie" Esprimiamo viva soddisfazione, nella settimana che ha visto la ripartenza della didattica in presenza delle scuole secondarie (seppur al 50%) per la circolare emessa dalla Professoressa Simona Andrei, Dirigente dell'Istituto comprensivo statale Desiderio da Settignano. Nella stessa, infatti, si dispone che a partire da lunedi 18 gennaio, a Dicomano, la scuola dell'infanzia riprenderà il "vecchio" orario 8.30/16.30 mentre la primaria nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì avrà orario di ingresso alle 8.30 e di uscita alle 16.00; un ottimo risultato che sicuramente farà felici tanto i ragazzi che le loro famiglie. Queste le parole di Giampaolo Giannelli,  Capogruppo centrodestra Dicomano. Il problema della riduzione di orario, avvenuto nello scorso autunno, aveva creato non pochi problemi e malumori nei genitori, con tutte le conseguenze del caso - sottolinea Giannelli - e proprio per questo era stato a lungo dibattuto, segnalato ed attenzionato a più riprese  (anche dallo scrivente). Siamo quindi veramente soddisfatti - conclude l'esponente di Forza Italia - per il buon esito della vicenda, maturato grazie all'impegno e alla buona volontà profusi da più parti.. La Read the full article
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