Tumgik
#guardate solo le scene sue
omarfor-orchestra · 6 months
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Comunque vi potete fermare alla seconda stagione di marefuori
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veronica-nardi · 4 years
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Metti la testa sulla mia spalla Commento
"Everything about you is in my plan."
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Ho iniziato questa serie qualche tempo fa assieme a mia madre, ma siccome a quest'ultima non piacque molto lo stile, lo abbiamo abbandonato, ma me la sono tenuta in riserva per quando avrei avuto voglia di vedere qualcosa di leggero e poco impegnativo.
Dopo le lacrime di Live e le pippe mentali di The Umbrella Academy, ho davvero sentito il bisogno di vedere una serie più spensierata, quindi sono tornata su questa.
Dopo aver rivisto dei pezzi dei primi episodi per rinfrescarmi la memoria, ho continuato la visione col cervello totalmente staccato (ho visto le puntate la sera dopo le dieci), perché questa serie è senza pretese; mi sono fatta un sacco di risate, ho sorriso molto, e ho guardato con gli occhi a cuore i due protagonisti.
Ora, devo ammettere subito una cosa: HO VISTO QUESTA SERIE SOLO PER IL PROTAGONISTA.
Perché diciamocelo, senza Gu Wei Yi questa serie non sarebbe NIENTE.
Per quanto mi riguarda si è rubato buona parte della scena, infatti nei miei audio a @dilebe06 le ho parlato quasi sempre solo di lui e di tutte le scene semplicemente esilaranti che ci dipingono questo personaggio come un caso umano.
PERÒ GUARDATE COME ABBRACCIA LA PROTAGONISTA IN QUESTA SCENA COME FOSSE UNA CUCCIOLOTTA:
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Adoro.
È quindi ovvio che Gu Wei Yi è l'elemento di questa serie che mi è piaciuto di più. Gu Wei Yi è un ragazzo estremamente intelligente, un asso della fisica e un brillante scienziato - basti pensare che compra un robot aspirapolvere e lo modifica in modo che possa parlare e rispondere ai comandi vocali - ma è un completo imbranato e un vero caso umano quando si tratta di rapporti umani e relazioni.
Costantemente concentrato sulla scienza, non ha mai avuto una ragazza nella sua vita, non sa cosa vuol dire amare e stare in una relazione. Quindi, quando si innamora di Situ Mo, apriti cielo! Questa serie conta 24 episodi, e io per 24 episodi ho riso come una scema. Grazie, Gu Wei Yi.
La storia d'amore è veramente carina, simpatica, adorabile, divertente. Mi è piaciuta molto la chimica tra i due protagonisti, e ho semplicemente adorato il senso di famigliarità e quotidianità che mi hanno dato nell'appartamento che da un giorno all'altro si sono ritrovati a condividere.
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Non è una storia d'amore pesante, la angst è praticamente inesistente a parte qualche battibecco (ma non c'è mai quel dolore che ti fa soffrire dentro), ma li ho seguiti volentieri nel loro innamoramento, nei loro studi, nel loro lavoro, nelle loro serate passate davanti alla tv, nelle loro gelosie, in tutte le uscite da classici fidanzati che hanno fatto e tutti i pasti a base di noodles che hanno condiviso. Tutto questo mi ha dato un senso di famigliarità, una normale quotidianità che ho davvero apprezzato.
Bella poi la parte riguardante il sesso sul finale. Il fatto che lui non se ne esca come il figo di turno nella loro prima volta, è solo da apprezzare. A volte il sesso va male, soprattutto se è la prima volta, si è emozionati e privi di esperienza, e questo è realistico. Bravo Gu Wei Yi che ha fatto tutte le sue ricerche, perché imparare a conoscere il corpo del proprio partner non può fare che bene.
Riguardo Situ Mo, è stata una protagonista davvero carina ma nulla di eccezionale. È una ragazza normale (a parte la sua ossessione per Doraemon), simpatica, allegra, determinata. Ha la pecca di non essere un personaggio di chissà quale spessore e non compie chissà quale evoluzione, però posso dire che di lei mi è piaciuta molto la sua naturalezza. Mi è piaciuta proprio l'attrice, perché per tutti i 24 episodi l'ho trovata molto naturale, genuina e spontanea, come se fosse assolutamente a suo agio, come se quella in cui stava vivendo fosse davvero casa sua.
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(E questa gif che ho trovato per caso dimostra chiaramente come l'attrice fosse proprio a suo agio sul set XD)
Per quanto riguarda il resto dei personaggi, sono semplicemente carini: i genitori dei due protagonisti (un applauso alle classiche madri asiatiche che si mettono a parlare di matrimonio senza nemmeno chiedere ai diretti interessati Lol), le amiche di lei, il compagno di studi e il professore di lui. Tutti personaggi che hanno fatto da piacevole contorno a questa storia. Nota di merito per il second lead della situazione, che dimostra di essere un ragazzo serio e in gamba mettendo la testa a posto e aprendo una sua attività.
Quella che non mi è piaciuta è stata la second lead, la compagna di studi del protagonista: non ha avuto senso di esistere. Ha passato 24 episodi a lanciare sguardi interessati al protagonista, per poi fare la faccetta triste quando lui parlava di Situ Mo, la sua fidanzata. A parte questo, null'altro ha fatto. Non è nemmeno un personaggio con una sua storyline o costruzione personale. Tutto quello a cui serve questa second lead è ingelosire la protagonista in un paio di scene, cosa che sinceramente potevano fare anche senza di lei. La second lead più inutile che abbia mai visto.
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Tirando le somme, Metti la testa sulla mia spalla è una serie estremamente carina e divertente che consiglio molto volentieri. Racconta una storia d'amore normale, come ce ne sono tante. Potrebbe sembrare noiosa, anche perché i due protagonisti si danno al diabete per alcuni episodi dopo che si sono messi insieme, e non ho mai respirato una vera tensione tra di loro, eppure è una serie che funziona, di cui mi sono mangiata gli episodi uno dopo l'altro con grande piacere, che racconta una storia d'amore in tutto il suo percorso: dall'incontro iniziale, alla conoscenza, all'amore, al matrimonio.
Metti la testa sulla mia spalla merita di essere vista anche solo per il personaggio di Gu Wei Yi, a cui dovrebbe essere dedicata un'analisi a parte. Non inizio nemmeno a elencare tutte le scene di lui che mi sono piaciute sennò non finisco più. Dico solo che è uno dei personaggi dell'anno che mi ha fatto ridere di più.
Punteggio: 7.6
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bridgetsayshome · 4 years
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Cinequarantena: New York, New York!
Hi guys,
dopo la settimana francese torno con il secondo capitolo della rubrica “Cinequarantena” dedicata ai film di un Paese. Questa volta, però, ho scelto una città e quale più iconica dell’intramontabile Grande Mela?
New York, infatti, è da sempre uno degli scenari più amati per ambientare film e serie TV e talvolta fa padrona alla scena, più dei dialoghi e degli attori stessi. 
Così ho scelto alcuni film ambientati nella tanto amata città americana, forse più oltreoceano in Europa che non negli Stati Uniti, per la sua magia e frenesia che ti fanno venire voglia di abitare nell’appartamento di “Friends” o di Carrie in “Sex and the City”. I film che ho scelto sono principalmente commedie e vicende romantiche e, sebbene non siano i più iconici, a modo loro li ho apprezzati tutti. Qui sotto trovate qualche informazione in più, qualora qualcuno di loro fosse nella vostra wishlist.
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Day 1 - On the rocks (2020)
Ultimo omaggio di Sofia Coppola, in questa vicenda la figlia del celebre regista lascia da parte la sua indole prettamente descrittiva, molto focalizzata sulle immagini e poco sul racconto, e mette in scena lai vita di una donna sulla quarantina, sposata con un uomo brillante e affascinante e madre di due splendide bambine. La protagonista, interpretata da una promettente Rashida Jones, teme che il marito la stia tradendo e ad aiutarla nel suo intento di scoprire la verità sarà suo padre, un Don Giovanni antropologo che gira con l’autista. Ad interpretarlo è Bill Murray, già protagonista di un altro celebre film della Coppola “Lost in translation” che magistralmente incarna il ruolo di un padre per troppo tempo assente che vuole recuperare il rapporto con la figlia. 
Se sembra, infatti, che il racconto sia incentrato sulla crisi di coppia, presto lo spettatore si renderà conto che il filo conduttore è il rapporto tra padre e figlia, tema già trattato dalla regista, come nel successo “Somewhere” che le ha fatto vincere il Leone d’oro dieci anni prima.
Voto: 8
Day 2 - Una giornata di pioggia a New York (2019)
Se si pensa a film ambientati a New York, non si può non dedicare una parantesi al mito di Woody Allen, nonché uno dei miei registi preferiti. Dopo tanto girovagare tra Parigi, Londra, Barcellona, Roma... il regista è tornato nella sua città natale con una commedia romantica che vede come protagonisti giovanissimi attori. Al posto di Mia Farrow e Diane Keaton, troviamo le giovanissime Elle Fanning e Selena Gomez che interpretano rispettivamente Ashleigh, un’ingenua ragazza dell’Arizona che si lascia infatuare da alcuni personaggi del mondo dello spettacolo e Shannon, la sua controparte “cittadina” newyorchese al 100% e sicura di sé. Al centro, un ragazzo, il promettente Timothee Chamalet - di recente avvistato in “Little Women” - che accompagna la fidanzatina Ashleigh in una gita a New York, la sua città natale, ma il suo piano salta a causa di molteplici imprevisti e lo porteranno a riflettere sul rapporto con la famiglia e sulle sue scelte di vita.
Diciamo che con Woody - non mi soffermo sulle vicende personali ma solo sui film - sono di parte e stranamente non avevo ancora visto questo film fino ad ora ma, sebbene sia consapevole non torneremo più al registra di “Manhattan” e “Io ed Annie”, questa commedia newyorchese mi ha ricordato il Woody degli inizi. Manca tanto ma i presupposti ci sono. Poi, devo ammetterlo, mi ha fatto un piccolo regalo scegliendo Jude Law per il cast. 
Voto: 7
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Day 3 - Autumn in New York (2000)
Ok lo so, sono caduta nel sentimentale, ma ogni tanto qualche lacrima ci vuole e, come sapete, io tendo ad averla molto facile. La storia è talmente banale che quasi la si apprezza per la sua banalità e, in questo caso, devo ammettere che le scene in una Central Park tinta di giallo e arancione, aiutano a tenere alto il livello. 
Lui (Richard!) è un uomo di quasi 50 anni, di successo, proprietario di un ristorante alla moda che nella vita ha scelto di non legarsi mai. Lei (Winona!) è una ventiduenne romantica, sognatrice, che crea cappellini, vive sotto la protezione di sua nonna e che, ovviamente, perde la testa per l’uomo più grande. Lui vuole a tutti i costi conquistarla e mette subito in chiaro che tra loro non ci sarà nulla più di una storia di passione. Lei desidera l’amore ma è consapevole di avere i giorni i contati a causa di una brutta malattia al cuore. 
E così nasce e si alimenta un amore tenero ma tormentato che devo fare i conti col tempo che passa troppo velocemente. E mentre le foglie cadono e la neve accarezza i prati, questi due innamorati si mettono in gioco e scoprono molto di più su loro stessi.
Se volete farvi un piantino, questo è il film ideale, inoltre avrete l’occasione di vedere i due attori protagonisti in ottima forma.
Voto: 6.5
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Day 4 - Cercasi Susan Disperatamente (1985)
E dopo avere apprezzato New York ai giorni nostri e agli inizi degli anni duemila, facciamo un salto nei magnifici anni 80, bazzicando sia nei disco bar e varierà cittadini, sia nelle villette del New Jersey, patria delle impeccabili casalinghe.
In una di queste villette vive Roberta, la perfetta sposina educata a servire il marito, al punto che arriva a leggere libri per raggiungere l’orgasmo. L’unico momento di evasione per lei è seguire le cronache amorose di Susan e del suo misterioso amante che lascia annunci sul giornale per incontrarla. “Cercasi Susan disperatamente”, più la data, l’ora e il luogo di incontro. Roberta decide così di recarsi a sua volta al prossimo “appuntamento” per scoprire chi sono Susan e l’uomo che la ama e la rincorre scrivendole sui quotidiani.
Si scoprirà quindi che Susan - la Madonna dei tempi d’oro di “Like a Vergin” - è una donna sfrontata, esibizionista che seduce gli uomini per derubarli. Peccato che questa volta abbia scelto il “pollo” sbagliato e un gangster la stia cercando per riprendersi un gioiello molto prezioso di cui Susan si è inconsapevolmente appropriata.
Ma cosa succede quando Roberta, tanto diversa da lei di carattere ma alquanto simile fisicamente, decide di personificare Susan, viene accidentalmente scambiata per lei, e prende una botta in testa che le fa perdere la memoria? Se siete curiosi di saperlo, guardate questa esilarante commedia, una delle performance ben riuscite sul grande schermo di Madonna, 
Voto: 8
Day 5 e 6 - La scomparsa di Eleanor Rigby Lei / Lui (2013 / 2014)
Questi due film raccontano la medesima vicenda dal punto di vista della protagonista femminile e della sua controparte maschile e l’aspetto più interessante è che non seguono un preciso ordine temporale. Prima è uscito il film “Lei”, ma è possibile vedere prima “Lui” e comprendere e apprezzare comunque la vicenda. Successivamente è uscita anche la versione “Loro” che non ho ancora visto ma che sicuramente non mi perderò per chiudere il cerchio.
La storia è apparentemente semplice e si sofferma sull’allontanamento di una coppia sposata dopo la perdita prematura del loro primo e unico figlio. 
Nei due film è descritto come ognuno di loro affronta il lutto e parte dal momento in cui Eleanor, la mamma e moglie, tenta il suicido lanciandosi dal ponte di Brooklyn, perché incapace di affrontare il dolore. Sceglierà quindi di tornare a vivere dai suoi genitori, di riprendere gli studi e, grazie anche all’aiuto della sua insegnante - una magistrale come sempre Viola Davis - capirà cosa vuole fare ora della sua vita.
Lui, invece, è più concreto - del resto è l’uomo e il suo compito è proteggere la sua amata - ma crolla perché non riesce a stare vicino e a consolare la donna che ama e, nel frattempo, si vede costretto a chiudere il suo ristorante e ad ammettere il fallimento a un padre che, invece, ha ottenuto grandi successi lavorativi dal suo ristorante,
Eleanor e Connor sono due anime perse che hanno paura a ritrovarsi per non dover affrontare di nuovo il dolore che hanno subito insieme. Ma si sa, il destino a volte, riesce ad avere la meglio.
Voto: 7.5
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Day 7: 90 minuti a New York (2014)
E chiudiamo questa insolita rassegna di film ambientati a New York con una tragicommedia che ha come protagonista il compianto Robin Williams. Lui interpreta Henry, un avvocato e padre di famiglia che a causa di un recente lutto è diventato un uomo polemico, sempre arrabbiato e insofferente verso il genere umano.
A causa di un perenne mal di testa si reca in ospedale. Tuttavia, al posto del suo medico, di ritrova una giovane collega, particolarmente stressata e inconsolabile che, perdendo la pazienza a causa del difficile modo di fare del suo paziente, gli comunica accidentalmente che ha un’aneurisma al cervello e gli restano solo 90 minuti di vita. 
Henry è consapevole che la prognosi di avere un’aspettativa di vita di poco più di un’ora è assurda, ma ciò lo porta a mettere in discussione il suo atteggiamento e i suoi affetti. “La cosa più importante che abbiamo è la nostra famiglia” gli dice uno dei clienti del suo studio legale, e Henry realizza che a causa del suo comportamento ha perso la sua e forse è troppo tardi per riconquistarla.
Nel frattempo la giovane dottoressa cerca di rimediare al suo errore rincorrendo Henry per la città, con l’obiettivo di portarlo subito in ospedale. Ma questa ora e mezza regalerà molti spunti di riflessione anche a lei, facendole capire cosa non va nella sua vita e che deve assolutamente cambiare. 
Un po’ di ride, un po’ si piange e soprattutto si riflette su quanto è importante non farsi sopraffare dal dolore e dalla rabbia perché il risultato a cui può portare è perdere ciò che veramente conta.
Voto: 7.5
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Chiudo cosi questa parantesi americana, e penso che tornerò in Europa per la prossima settimana, magari nel nostro Bel Paese. Spero di avervi regalato qualche suggerimento per film da vedere o, semplicemente, di avervi fatti venire voglia di visitare New York (spero molto presto).
Buona serata
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italian-sides · 5 years
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Hello everyone! / Ciao a tutti!
I know I’m late since the first Remus’ appearance but shhh, the important thing is to post, still better than not posting it at all, hahaha 
also for this post you’ll have to thank both @misslilidelaney, which is basically the source of half or even more of the headcanons you’re reading, and @watcher-from-the-heights for being the best beta reader ever ((tagging @ts-italian-gang as well bc i can))
today I will indeed introduce to you the Italian version of Remus; since there will be some phrases in heavy Roman dialect, i’ll put a translation at the end of it to better understand what people are saying: so, enjoy your reading, y'all!
oh, yeah, before anything else:
tw: mention of weed
Romeo Stella
- Romolo and Remo’s elder brother, born on 25/06/1988, more or less a year before the twins.
- since he was a child he has always given very clear signs of his love for gore-y and creepy stuff in the drawings he brought to his parents from kindergarten, something which the aforementioned initially worried about but later accepted, albeit with some  difficulty.
- in high school he attended the liceo artistico and he definitely chose it because he wanted to develop this creative flair for drawing, that and because the Green Stuff that used to be spread at his school was the best in the neighborhood- i mean what?
- after gradutation he started attending the Academy of Fine Arts in Rome but at one point he stopped because he found a job almost immediately in a very… particular field and he seized the chance: basically he’s a cameraman for erotica movies, and every now and then he takes part in the scenes himself and if at the beginning he both studied and worked to round up his expenses, after a while he quit his studies to devote himself full time to filming.
- once his parents found out about his job, since Romeo continued to lie saying that he was studying when in reality it wasn’t true, they literally kicked him out of the house and at first begged for hospitality among the houses of his actor friends and the studio where movies were usually filmed, then Remo invited him to Bologna with the promise of a low-priced apartment and showing him the announcement of a film production agency, of the type “he likes so much” looking for a cameraman, and so then he moves up to North Italy.
- as far as his personality goes, Romeo “Er Mejo Der Colosseo” [1] Stella, as he calls himself, is A Mess™: inconsistent like few, he overshares about his life and sometimes his work a lot, to the point of often making uncomfortable  both the Italian Sides and Dolce&Remì’s customers.
- as far as his sexuality is concerned, inconsistency here too reigns supreme because he constantly changes labels and an example of his conversations on the subject is: “I’m bisexual” “I’m pansexual” “No, no, in the end I am straight” “Yes, but that guy has a divine ass” “Okay, I’m gay” “Okay but THOSE BOOBS”, so you can understand what a mess this human being is.
- he wants to be considered triplets with Romolo and Remo at all costs, but each time they introduce themselves to someone new, the conversation between the three of them goes something like this: Romeo: “eh, sì, siamo gemelli” Romolo: “ma n'è ‘n cazzo vero” Remo: “ma che cazzo stai a di’?”[2]; plus the twins don’t speak much or almost never about him because they’re a bit embarrassed about his job.
- if you think that the Stella twins together are chaotic, you have never had the opportunity to experience the Stella brothers: Romeo: “A’ Burino” Remo: “A’ Cazzaro” Romolo: “A’ NFAMI VE PARCHEGGIO NA MANO 'N FACCIA”[3]; the first time that the Main Four witnessed a scene like this, Virgilio was half creeped out and half turned on and Luca was comforting a rather upset Patrizio from all the bad words flying around.
- for the reason described above films and TV series’ marathons with all the Sides are organized in rare, very rare occasions, because while Romeo would only like gore/splatter horrors and most documentaries on True Crime, the others, except Giuda, are like: “EW NO”
- Romeo: “VE GUARDATE I FILM DA FICHETTINE, IO VOJO VEDE GLI HORROR. ME SERVE ER SANGUE NO 'E CANZONI DAA BELLA E LABBESTIA” Luca: “Ma volevamo fare la maratona della Marvel” Romeo: “Notteprego 'amo girato a parodia porno e nun posso più guardà Thor coji stessi occhi”[4]
- he’s besties with Giuda and they bonded almost immediately and if the Venetian is not at Dolce&Remì or with Emilio, he’s certainly at home playing videogames on Playstation with Romeo. This is because a while back, at the very beginning of the internet, Virgilio, Romeo and Giuda were invited to a random group on Skype to make friends and while in the beginning they were all very close-knit, over the years Romeo and Giuda had become a bit much for Virgilio and slowly, taking advantage of his transfer to Bologna, he moved away from them, while Giuda and Romeo simply lost sight of each other after a while, limiting themselves to the usual Christmas/birthday wishes; Virgilio low key can’t bear the two of them too much because he’s anxious that they could bad-mouth him on the things that he said and did in his past, but they also have the same fear of him as well, therefore they keep quiet
- him, Giuda and Tommaso are fans of “La Mamma di Crystal” ((“Crystal’s Mom”)), a Saint Seya’s parody, and since the first time they all discovered that the other two follow it too, all three of them don’t have a conversation without quoting it in at least one sentence
[1]: “The Best of the Coliseum”: it comes from the italian version of Thomas O'Malley, the stray Irish cat from the Aristocats, that in Italy was characterized as a Roman cat [2]: Romeo: “heh, yes, we’re twins” Romolo: “but that’s not fucking true” Remo: “what the fuck are you saying?” [3]: Romeo:“You’re a hick!” Remo: “You’re a jackass!” Romolo: “You fools, I’m gonna park a hand on your face!" (as in, slap) [4]:  Romeo: "You always watch movies for pussies, I want to see the horror ones. I need blood, not Beauty and the Beast songs.” Luca: “Actually, we wanted to do a Marvel marathon-” Romeo: “No, please, we shot a porn parody of some of the movies and I can’t watch Thor with the same eyes again.”
so che arrivo in ritardo rispetto all'apparizione di Remus ma shhh, l'importante è pubblicare, ahahah 😂 per questo post dovrete ringraziare sia @misslilidelaney, che ha praticamente la fonte di metà o più delle headcanon che state leggendo, e @watcher-from-the-heights per essere l* mi* beta
oggi appunto introdurrò la versione italiana di Remus quindi buona lettura a tutti! ah, sì, prima di cominciare tw: menzione di marijuana
Romeo Stella
- fratello maggiore di Romolo e Remo, nato il 25/06/1988, più o meno un anno prima dei gemelli.
- fin da piccolo ha dato segni ben evidenti del suo amore per il macabro e il gore nei disegni che portava ai genitori dall'asilo, cosa di cui i suddetti all'inizio si preoccupavano ma che poi col passare del tempo hanno accettato, pur con qualche difficoltà.
- alle superiori ha fatto il liceo artistico e l'ha sicuramente scelto perché voleva sviluppare questo estro creativo verso il disegno questo e perché la roba che girava a scuola era la migliore del circondario i mean what?
- ha cominciato l'Accademia delle Belle Arti a Roma ma a un certo punto ha smesso perché ha trovato lavoro quasi subito in un ambito molto... particolare e ha colto la palla al balzo: praticamente è un cameraman per film osé, per cui ogni tanto partecipa egli stesso alle scene e se all'inizio studiava e lavorava per arrotondare, poi ha mollato gli studi per dedicarsi full time alle riprese.
- una volta che i genitori hanno scoperto il suo lavoro, visto che Romeo continuava a mentire dicendo che stava studiando quando in realtà non era vero, lo hanno letteralmente cacciato di casa e se all'inizio elemosinava ospitalità tra le case dei suoi amici attori e lo studio dove riprendevano di solito i film, poi Remo lo ha invitato a Bologna con la promessa di un appartamento a basso prezzo e proponendogli l'annuncio di un'agenzia di produzione di film "che ti piacciono tanto" che cerca un cameraman e quindi si trasferisce su al Nord.
- per quanto riguarda la personalità, Romeo "Er Mejo Der Colosseo" Stella, come si soprannomina lui stesso, is A Mess™: incoerente come pochi, straparla della sua vita e talvolta del suo lavoro fin troppo, a tal punto da mettere spesso a disagio sia i coinquilini LAMP(A) sia i clienti del Dolce&Remì.
- per quanto riguarda la sua sessualità, l'incoerenza anche qua fa da padrona perché cambia labels continuamente e un esempio delle sue conversazioni in materia è: "sono bi" "sono pan" "no no alla fine sono etero" "si ma quel tizio ha un culo divino" "okay I am gay" "okay but THOSE BOOBS", quindi capite bene che casino che è quest'essere umano.
- vorrebbe essere considerato a tutti i costi un gemello, ma ogni volta la conversazione tra i tre quando si presentano a qualcuno di nuovo va più o meno così: Romeo: "eh, sì, siamo gemelli" Romolo: "ma n'è 'n cazzo vero" Remo: "ma che cazzo stai a di'?"; plus i gemelli non parlano poco o mai di lui perché si vergognano del suo lavoro
- se pensate che i gemelli Stella insieme siano caotici, non avete mai avuto modo di fare esperienza di assistere ai fratelli Stella: Romeo: "A' Burino" Remo: "A' Cazzaro" Romolo: "A' NFAMI VE PARCHEGGIO NA MANO 'N FACCIA"; la prima volta che i coinquilini LAMP(A) hanno assistito alla scena, Virgilio era mezzo inquietato e mezzo turned on e Luca stava consolando un Patrizio piuttosto sconvolto da tutte le parolacce che volavano in giro.
- per questo motivo descritto sopra le maratone di film e di serie tv con tutti sono organizzate in rari, rarissimi casi, perché mentre Romeo vorrebbe solo horror gore/splatter e al massimo massimo documentari sul True Crime, gli altri a parte Giuda sono tipo: "EW NO"
- Romeo: "VE GUARDATE I FILM DA FICHETTINE IO VOJO VEDE GLI HORROR. ME SERVE ER SANGUE NO 'E CANZONI DAA BELLA E LABBESTIA" Luca: "Ma volevamo fare la maratona della Marvel" Romeo: "Notteprego 'amo girato a parodia porno e nun posso più guardà Thor coji stessi occhi"
- è migliore amicissimo con Giuda e hanno legato praticamente subito e se il veneziano non è al Dolce&Remì o con Emilio, è sicuramente a casa a giocare alla Play con Romeo. questo perché ancora un sacco di tempo fa, agli inizi di internet, Virgilio, Romeo e Giuda avevano formato un gruppo su Skype un po' a random per fare amicizia e mentre agli inizi erano tutti e tre molto affiatati, col passare degli anni Romeo e Giuda sono diventati "troppo bad boys" per Virgilio e pian piano, approfittando del trasferimento a Bologna, si è allontanato, mentre Giuda e Romeo semplicemente dopo un po' di sono persi di vista, limitandosi ai soliti auguri di natale/compleanno; Virgilio low key non li regge perché ha l'ansia che lo sputtanino sulle cose che ha detto e fatto nel suo passato, ma anche loro hanno lo stesso timore quindi se ne stanno buoni
- Romeo, Giuda e Tommaso sono fan de "La Mamma di Crystal", una parodia dei Cavalieri dello Zodiaco, e dalla prima volta che hanno scoperto che lo seguono, tutti e tre non hanno una conversazione senza citarne almeno una frase
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freedomtripitaly · 4 years
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Ci sono film che restano impressi nella nostra memoria e che non è possibile dimenticare, soprattutto per i veri viaggiatori. Film dei quali si ricordano con precisione luoghi, scenari, scene, nomi di città ed i loro protagonisti. Sono i film ed i documentari sui viaggi che hanno generato la voglia di partire e ritrovare dal vivo quei luoghi visti al cinema o in TV, luoghi che abbiamo amato fin da subito, stupefacenti, lontani dalla nostra vita quotidiana; sono film “calamita” perché sono lo stimolo per partire alla scoperta di luoghi che ci attraggono. Viaggiare è sinonimo di vivere ed ecco i film più belli che ci fanno vivere momenti emozionanti, in attesa di partire! Into the Wild Into the Wild è il film cult sui viaggi scritto e diretto da Sean Penn, libera trasposizione del libro di Jon Krakauer “Nelle Terre Estreme”. Into the Wild racconta la vera storia di Christopher Mc Candless che, dopo la laurea, abbandona la sua famiglia benestante ed inizia un lunghissimo viaggio negli Stati Uniti attraversando l’Arizona, il Grand Canyon fino a raggiungere l’Alaska dove termina il suo viaggio. In Alaska si ferma per 4 mesi celebrando la ricerca della libertà, cercando di sopravvivere in quella terra di gelo e ghiacciai. Le immagini, gli scenari, i paesaggi e le ambientazioni del film sono estremamente affascinanti e terrificanti in alcuni tratti. McCandless sperimenta la vita dei local entrando in contatto con gli usi e le abitudini dei luoghi vivendo alla giornata. Il suo viaggio termina dopo 4 mesi con la sua morte ed il suo corpo ritrovato casualmente in un autobus abbandonato in un accampamento. Thelma e Louise Diretto da Ridley Scott, Thelma e Louise è diventato uno dei film più belli della storia mondiale del cinema collezionando importanti riconoscimenti tra cui il premio Oscar per la miglior sceneggiatura. Il film è considerato un vero e proprio cult che inneggia alla libertà, all’emancipazione ed all’amicizia tra donne e che, scena dopo scena, ci fa conoscere luoghi, paesaggi, ambienti e vite quotidiane di tutti i personaggi che le due amiche incontrano durante la loro “fuga”. Il loro viaggio inizia in Arkansas puntando verso l’Oklahoma attraversando Colorado e Arizona percorrendo strade, attraversando pianure infinite con scenari maestosi e pieni di fascino. In realtà la maggior parte delle scene sono state girate nei vasti spazi intorno a Los Angeles come Gorman e la Lockwood Valley mentre alcune scene, le più emozionanti e rappresentative a livello di paesaggio, sono state girate nel deserto dello Utah e a Dead Horse Point dove la leggenda racconta che per liberarsi dall’uomo che li teneva imbrigliati, un gruppo di cavalli si siano lanciati nel canyon preferendo la morte alla libertà negata. Innegabile il collegamento tra la scelta di libertà dei cavalli e la scena finale delle protagoniste di Thelma e Louise. Meravigliose le scene nelle location di Bakersfield, nelle valli della California, con i suoi campi e le sue strade polverose che tagliano i due paesaggi infiniti e mozzafiato. Mediterraneo Scritto e diretto da Gabriele Salvatores, Mediterraneo racconta la storia di un gruppetto di soldati italiani rimasti soli ed isolati su un’isola greca durante la Seconda Guerra Mondiale. Film eccezionalmente bello per i luoghi e gli scenari nei quali si svolge, dove il cielo ed il mare si incontrano per tutta la durata del film. Mediterraneo è stato girato sulla piccolissima isola di Kastellorizo nel Dodecaneso, vicinissima alle coste della Turchia. Molte scene sono ambientate nella città di Megisti, tipicamente greca, della quale , attraverso le immagini del film, ne conosciamo le strade, le piazzette, gli affacci sul mare, le case bianche, il lento ritmo della vita sull’isola. È proprio grazie a Salvatores che abbiamo scoperto l’esistenza di questa piccola meravigliosa isola in mezzo al mare, poco più grande di un francobollo con i suoi 9 chilometri quadrati di roccia e piccolissime spiagge, circondata da un mare caraibico color smeraldo. La piccola città si sviluppa in altezza con le sue case bianche che si affacciano sul porto e che al tramonto brillano come luci mentre il cielo si tinge di arancione. La vita si svolge con ritmi lenti come se il tempo non passasse o come se il tempo non esistesse, qualche bar, un paio di ristorantini che si affacciano sul mare o all’interno degli stretti vicoli che, grazie al contributo di Salvatores, sono oggi diventati meta di coloro che vogliono vivere un’esperienza fuori dal mondo, avvolti da una pace quasi surreale, dal silenzio, dalle voci dei gabbiani ed il rumore delle onde. Un posto dove scappare per scoprire un’altra dimensione e, perché no, anche se stessi. La Mia Africa Film spettacolare scritto dal grande Pollack che con la sua maestra ed il suo genio commuove e stimola lo spettatore a preparare la valigia appena terminata la visione. La Mia Africa vi porta a fare tutto ciò che fino ad ora avete rimandato: viaggiare! Ambientato in Kenya, in quella regione incontaminata, aspra e dura del continente africano è una pellicola autobiografica. I riconoscimenti ricevuti l’hanno portato a diventare un film cult del genere amato dagli appassionati dei viaggi e del romanticismo. Caratteristica del film sono le sue inquadrature ampie che cercano in modo spasmodico di allargare il campo il più possibile per fotografare la bellezza unica al mondo di questa terra. Ed è proprio attraverso queste ampie inquadrature che lo spettatore riesce a farsi un’idea precisa e reale del Kenya, terra di cultura indigena e primitiva di quell’Africa che, se visitata una volta, non vi lascerà mai. Il famoso Mal d’Africa che colpisce tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno la fortuna di visitarla. La bellezza di una terra straordinaria ricca di magia che Pollack riesce a regalare allo spettatore unitamente ad una indescrivibile sensazione di libertà che attraversa lo spettatore per tutta la durata del film. La Mia Africa è una delle poche pellicole che è riuscita ad innalzare e celebrare i paesaggi incontaminati del Kenya con una fotografia mozzafiato, precisa e perfetta tanto da aver ricevuto un numero incredibile di premi internazionali. Sette anni in Tibet Film spettacolare prodotto nel 1997 da Jean-Jacques Annaud racconta la storia di un giovane attivista del Partito Nazionalsocialista Tedesco che, nominato dal governo tedesco per scalare le montagne dell’Himalaya, raggiunge il misterioso Nanga Parbat. Il Nanga Parbat è la nona vetta più alta del mondo, pochissimi coloro che l’hanno scalata con successo. Il film è girato per la maggior parte a Mendoza e a La Plata in Argentina, in Nepal, e pochissime scene in Austria ed in Canada. Solo 20 minuti del film sono ambientati in Tibet, come ha ammesso successivamente il regista, 20 minuti che sono costati al regista ed ai protagonisti del film l’allontanamento a vita dalla Cina. Proprio le scene girate nella città sacra di Lasha corrispondono a quei 20 minuti che sono costati la diffida all’intero cast. Resta comunque il fatto che le ambientazioni, gli scenari, i luoghi sono perfettamente riprodotti e che il visitatore attratto dalla pellicola può ritrovare questi luoghi qualora dovesse decidere di fare un viaggio in Tibet. Cast Away Film interpretato magistralmente da Tom Hanks che approda sull’isola con aspetto umano e civilizzato e la lascerà trasformato nel corpo e nell’anima dalla vita alla Robinson Crusoe. Pellicola ambientata in una delle più belle isole del mondo, Monuriki. Monuriki fa parte di un complesso di atolli vicino all’arcipelago delle Isole Fiji e più precisamente vicino alle Isole Mamanuca. Il film è stato girato quasi per intero su quest’isola dove il naufrago vivrà per 4 anni. Piccolissima isola lunga poco più di 1 chilometro e larga non più di 600 metri, leggermente montuosa ma con spiagge di una bellezza paradisiaca. Dopo l’uscita del film l’isola è diventata, nel giro di una stagione, una meta turistica molto ambita e di forte richiamo: l’isola di Cast Away, essendo piccolissima, permette al visitatore, nel momento in cui mette piede sulla spiaggia, di riconoscere immediatamente tutti i luoghi dove sono state girate le bellissime scene del film. Sotto il sole della Toscana Non è solo un film ma un vero e proprio viaggio! Se amate la città non guardate questo film altrimenti tutto il vostro amore per la città svanirà per incanto ed il desiderio di partire per la Toscana diventerà irrefrenabile. Sotto il sole di Toscana è ambientato principalmente in Toscana nella città di Cortona della quale, attraverso le immagini del film, ne conoscerete il centro storico, le vie, i palazzi, la bellissima villa vicino alle mura cittadine; i casolari nelle estese campagne e le sue colline vi faranno decidere di partire alla scoperta della Toscana affrontando un viaggio di serenità, natura, vini deliziosi e cibo eccezionale. Documentari sui viaggi Ma non sono solo i film più famosi, come quelli che vi abbiamo raccontato, che vi scuoteranno dalla poltrona facendovi decidere di fare un viaggio dopo aver visto le immagini del Tibet, delle Isole Caraibiche, del Kenya o della Toscana. Anche i documentari sui viaggi sono pronti a fare la loro parte e siamo certi vi daranno l’input finale per preparare subito le valigie e programmare il vostro prossimo viaggio. Ecco quali sono i docu-film, i documentari e le serie imperdibili per trarre ispirazione. Our Planet È una famosissima serie britannica narrata da Sir David Attenborough che racconta il nostro pianeta a 360°: dalle terre del ghiaccio alle giungle tropicali raccontando le specie più rare, i pesci collezionisti, uccelli rarissimi ed insetti dei quali mai ne immaginereste l’esistenza. Our Planet, in otto episodi mozzafiato, è un inno alle meraviglie della nostra terra, dei suoi habitat più fragili e più possenti, delle forme più estreme della natura offerte attraverso immagini di qualità e perfezione altissime. Profondo Blu Film-documentario che va alla scoperta della flora e della fauna che non possiamo vedere. Profondo Blu vi porta alla scoperta degli Oceani e dei loro spettacolari abitanti, alla scoperta di un mondo sottomarino sconosciuto ai più. Riprese sottomarine fantastiche con immagini e colori che nemmeno la tavolozza di un bravo pittore saprebbe riprodurre. The Endless Summer The Endless Summer è una serie di film-documentari che va alla scoperta del mondo spumeggiante, adrenalitico ed avventuroso del Surf; l’onda perfetta e le evoluzioni dei surfisti sono catturate con maestria dalle videocamere di Bruce Brown con riprese ed immagini che vi faranno sentire protagonisti di questo sport. Seguendo Bruce Brown attraverserete la Nuova Zelanda, l’Australia, le Hawaii, il Sudafrica alla ricerca dell’onda perfetta durante un’estate senza fine. Film-doc che omaggia la gioventù ed inneggia alla libertà, alla voglia di vivere, all’amicizia, al sole e alla natura. Il viaggio nutre l’anima, la conoscenza nutre il cuore. Il cibo nutre il corpo. Mano alle valige: si parte! https://ift.tt/2YaP4p0 I migliori film e documentari sui viaggi Ci sono film che restano impressi nella nostra memoria e che non è possibile dimenticare, soprattutto per i veri viaggiatori. Film dei quali si ricordano con precisione luoghi, scenari, scene, nomi di città ed i loro protagonisti. Sono i film ed i documentari sui viaggi che hanno generato la voglia di partire e ritrovare dal vivo quei luoghi visti al cinema o in TV, luoghi che abbiamo amato fin da subito, stupefacenti, lontani dalla nostra vita quotidiana; sono film “calamita” perché sono lo stimolo per partire alla scoperta di luoghi che ci attraggono. Viaggiare è sinonimo di vivere ed ecco i film più belli che ci fanno vivere momenti emozionanti, in attesa di partire! Into the Wild Into the Wild è il film cult sui viaggi scritto e diretto da Sean Penn, libera trasposizione del libro di Jon Krakauer “Nelle Terre Estreme”. Into the Wild racconta la vera storia di Christopher Mc Candless che, dopo la laurea, abbandona la sua famiglia benestante ed inizia un lunghissimo viaggio negli Stati Uniti attraversando l’Arizona, il Grand Canyon fino a raggiungere l’Alaska dove termina il suo viaggio. In Alaska si ferma per 4 mesi celebrando la ricerca della libertà, cercando di sopravvivere in quella terra di gelo e ghiacciai. Le immagini, gli scenari, i paesaggi e le ambientazioni del film sono estremamente affascinanti e terrificanti in alcuni tratti. McCandless sperimenta la vita dei local entrando in contatto con gli usi e le abitudini dei luoghi vivendo alla giornata. Il suo viaggio termina dopo 4 mesi con la sua morte ed il suo corpo ritrovato casualmente in un autobus abbandonato in un accampamento. Thelma e Louise Diretto da Ridley Scott, Thelma e Louise è diventato uno dei film più belli della storia mondiale del cinema collezionando importanti riconoscimenti tra cui il premio Oscar per la miglior sceneggiatura. Il film è considerato un vero e proprio cult che inneggia alla libertà, all’emancipazione ed all’amicizia tra donne e che, scena dopo scena, ci fa conoscere luoghi, paesaggi, ambienti e vite quotidiane di tutti i personaggi che le due amiche incontrano durante la loro “fuga”. Il loro viaggio inizia in Arkansas puntando verso l’Oklahoma attraversando Colorado e Arizona percorrendo strade, attraversando pianure infinite con scenari maestosi e pieni di fascino. In realtà la maggior parte delle scene sono state girate nei vasti spazi intorno a Los Angeles come Gorman e la Lockwood Valley mentre alcune scene, le più emozionanti e rappresentative a livello di paesaggio, sono state girate nel deserto dello Utah e a Dead Horse Point dove la leggenda racconta che per liberarsi dall’uomo che li teneva imbrigliati, un gruppo di cavalli si siano lanciati nel canyon preferendo la morte alla libertà negata. Innegabile il collegamento tra la scelta di libertà dei cavalli e la scena finale delle protagoniste di Thelma e Louise. Meravigliose le scene nelle location di Bakersfield, nelle valli della California, con i suoi campi e le sue strade polverose che tagliano i due paesaggi infiniti e mozzafiato. Mediterraneo Scritto e diretto da Gabriele Salvatores, Mediterraneo racconta la storia di un gruppetto di soldati italiani rimasti soli ed isolati su un’isola greca durante la Seconda Guerra Mondiale. Film eccezionalmente bello per i luoghi e gli scenari nei quali si svolge, dove il cielo ed il mare si incontrano per tutta la durata del film. Mediterraneo è stato girato sulla piccolissima isola di Kastellorizo nel Dodecaneso, vicinissima alle coste della Turchia. Molte scene sono ambientate nella città di Megisti, tipicamente greca, della quale , attraverso le immagini del film, ne conosciamo le strade, le piazzette, gli affacci sul mare, le case bianche, il lento ritmo della vita sull’isola. È proprio grazie a Salvatores che abbiamo scoperto l’esistenza di questa piccola meravigliosa isola in mezzo al mare, poco più grande di un francobollo con i suoi 9 chilometri quadrati di roccia e piccolissime spiagge, circondata da un mare caraibico color smeraldo. La piccola città si sviluppa in altezza con le sue case bianche che si affacciano sul porto e che al tramonto brillano come luci mentre il cielo si tinge di arancione. La vita si svolge con ritmi lenti come se il tempo non passasse o come se il tempo non esistesse, qualche bar, un paio di ristorantini che si affacciano sul mare o all’interno degli stretti vicoli che, grazie al contributo di Salvatores, sono oggi diventati meta di coloro che vogliono vivere un’esperienza fuori dal mondo, avvolti da una pace quasi surreale, dal silenzio, dalle voci dei gabbiani ed il rumore delle onde. Un posto dove scappare per scoprire un’altra dimensione e, perché no, anche se stessi. La Mia Africa Film spettacolare scritto dal grande Pollack che con la sua maestra ed il suo genio commuove e stimola lo spettatore a preparare la valigia appena terminata la visione. La Mia Africa vi porta a fare tutto ciò che fino ad ora avete rimandato: viaggiare! Ambientato in Kenya, in quella regione incontaminata, aspra e dura del continente africano è una pellicola autobiografica. I riconoscimenti ricevuti l’hanno portato a diventare un film cult del genere amato dagli appassionati dei viaggi e del romanticismo. Caratteristica del film sono le sue inquadrature ampie che cercano in modo spasmodico di allargare il campo il più possibile per fotografare la bellezza unica al mondo di questa terra. Ed è proprio attraverso queste ampie inquadrature che lo spettatore riesce a farsi un’idea precisa e reale del Kenya, terra di cultura indigena e primitiva di quell’Africa che, se visitata una volta, non vi lascerà mai. Il famoso Mal d’Africa che colpisce tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno la fortuna di visitarla. La bellezza di una terra straordinaria ricca di magia che Pollack riesce a regalare allo spettatore unitamente ad una indescrivibile sensazione di libertà che attraversa lo spettatore per tutta la durata del film. La Mia Africa è una delle poche pellicole che è riuscita ad innalzare e celebrare i paesaggi incontaminati del Kenya con una fotografia mozzafiato, precisa e perfetta tanto da aver ricevuto un numero incredibile di premi internazionali. Sette anni in Tibet Film spettacolare prodotto nel 1997 da Jean-Jacques Annaud racconta la storia di un giovane attivista del Partito Nazionalsocialista Tedesco che, nominato dal governo tedesco per scalare le montagne dell’Himalaya, raggiunge il misterioso Nanga Parbat. Il Nanga Parbat è la nona vetta più alta del mondo, pochissimi coloro che l’hanno scalata con successo. Il film è girato per la maggior parte a Mendoza e a La Plata in Argentina, in Nepal, e pochissime scene in Austria ed in Canada. Solo 20 minuti del film sono ambientati in Tibet, come ha ammesso successivamente il regista, 20 minuti che sono costati al regista ed ai protagonisti del film l’allontanamento a vita dalla Cina. Proprio le scene girate nella città sacra di Lasha corrispondono a quei 20 minuti che sono costati la diffida all’intero cast. Resta comunque il fatto che le ambientazioni, gli scenari, i luoghi sono perfettamente riprodotti e che il visitatore attratto dalla pellicola può ritrovare questi luoghi qualora dovesse decidere di fare un viaggio in Tibet. Cast Away Film interpretato magistralmente da Tom Hanks che approda sull’isola con aspetto umano e civilizzato e la lascerà trasformato nel corpo e nell’anima dalla vita alla Robinson Crusoe. Pellicola ambientata in una delle più belle isole del mondo, Monuriki. Monuriki fa parte di un complesso di atolli vicino all’arcipelago delle Isole Fiji e più precisamente vicino alle Isole Mamanuca. Il film è stato girato quasi per intero su quest’isola dove il naufrago vivrà per 4 anni. Piccolissima isola lunga poco più di 1 chilometro e larga non più di 600 metri, leggermente montuosa ma con spiagge di una bellezza paradisiaca. Dopo l’uscita del film l’isola è diventata, nel giro di una stagione, una meta turistica molto ambita e di forte richiamo: l’isola di Cast Away, essendo piccolissima, permette al visitatore, nel momento in cui mette piede sulla spiaggia, di riconoscere immediatamente tutti i luoghi dove sono state girate le bellissime scene del film. Sotto il sole della Toscana Non è solo un film ma un vero e proprio viaggio! Se amate la città non guardate questo film altrimenti tutto il vostro amore per la città svanirà per incanto ed il desiderio di partire per la Toscana diventerà irrefrenabile. Sotto il sole di Toscana è ambientato principalmente in Toscana nella città di Cortona della quale, attraverso le immagini del film, ne conoscerete il centro storico, le vie, i palazzi, la bellissima villa vicino alle mura cittadine; i casolari nelle estese campagne e le sue colline vi faranno decidere di partire alla scoperta della Toscana affrontando un viaggio di serenità, natura, vini deliziosi e cibo eccezionale. Documentari sui viaggi Ma non sono solo i film più famosi, come quelli che vi abbiamo raccontato, che vi scuoteranno dalla poltrona facendovi decidere di fare un viaggio dopo aver visto le immagini del Tibet, delle Isole Caraibiche, del Kenya o della Toscana. Anche i documentari sui viaggi sono pronti a fare la loro parte e siamo certi vi daranno l’input finale per preparare subito le valigie e programmare il vostro prossimo viaggio. Ecco quali sono i docu-film, i documentari e le serie imperdibili per trarre ispirazione. Our Planet È una famosissima serie britannica narrata da Sir David Attenborough che racconta il nostro pianeta a 360°: dalle terre del ghiaccio alle giungle tropicali raccontando le specie più rare, i pesci collezionisti, uccelli rarissimi ed insetti dei quali mai ne immaginereste l’esistenza. Our Planet, in otto episodi mozzafiato, è un inno alle meraviglie della nostra terra, dei suoi habitat più fragili e più possenti, delle forme più estreme della natura offerte attraverso immagini di qualità e perfezione altissime. Profondo Blu Film-documentario che va alla scoperta della flora e della fauna che non possiamo vedere. Profondo Blu vi porta alla scoperta degli Oceani e dei loro spettacolari abitanti, alla scoperta di un mondo sottomarino sconosciuto ai più. Riprese sottomarine fantastiche con immagini e colori che nemmeno la tavolozza di un bravo pittore saprebbe riprodurre. The Endless Summer The Endless Summer è una serie di film-documentari che va alla scoperta del mondo spumeggiante, adrenalitico ed avventuroso del Surf; l’onda perfetta e le evoluzioni dei surfisti sono catturate con maestria dalle videocamere di Bruce Brown con riprese ed immagini che vi faranno sentire protagonisti di questo sport. Seguendo Bruce Brown attraverserete la Nuova Zelanda, l’Australia, le Hawaii, il Sudafrica alla ricerca dell’onda perfetta durante un’estate senza fine. Film-doc che omaggia la gioventù ed inneggia alla libertà, alla voglia di vivere, all’amicizia, al sole e alla natura. Il viaggio nutre l’anima, la conoscenza nutre il cuore. Il cibo nutre il corpo. Mano alle valige: si parte! Viaggiare attraverso il grande schermo è più che possibile, basta vedere uno dei film dedicati ai viaggi più belli che siano mai stati girati.
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pangeanews · 5 years
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Che cosa ha ancora da dirci quel godereccio di Plauto, il drammaturgo che amava i pettegolezzi? Guardate l’“Asinaria”: la verve verbale disseziona tutti i nostri vizi
“L’unica differenza tra un santo e un peccatore è che ogni santo ha un passato mentre ogni peccatore ha un futuro”. Oscar Wilde.
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Il passato è passato, ed è un tempo che non torna più. Però poi accade che subentri la curiosità e quei due spiccioli di studi spesi all’Università di Urbino alla fine degli Anni Novanta, specie quando vedi il traguardo finale, specie quando ti rimangono da superare gli esami di latino. La lingua dei padri non è morta, anzi: dipende dai padri che ti sono capitati, e da che storia ti vogliono raccontare.
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Il latinorum è un terreno carsico: ti intimorisce ma poi quando lo calpesti, inevitabilmente ti affascina e ti inghiotte. Di quegli anni mi sono rimaste una manciata di voragini e una perla. Lustrata per bene. “Aulularia” – monografico dell’ultimo esame, “Latino 2” – è un testo verticale, da studiare con attenzione perché scioglie la ruga iniziale cheti si piazza sulla fronte. “Aulularia” è l’ascia del montanaro che si abbatte sul tronco. Scende con forza, precisa come una goccia d’acqua che cerca il suo spazio all’interno di una grotta. E sfascia, affastella, miete.
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Evclio Senex: “Ostende huc manus”. Strobilvs Servvs: “Em tibi, ostendi, eccas”. Evclio: “Video. Age ostende etiam tertiam”. (Euclione: “Mostrami le mani”. Servo: “A te. Ecco, te le ho mostrate”. Euclione: “Vedo. Su, mostrami la terza”).
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Nulla è stato inventato e tutto è già stato scritto: “Aulularia” è più o meno “L’avaro” di Molière (1668) e di Carlo Goldoni (1765) ma con ingredienti più veraci, che ti si piantano tra il palato e gli occhi, e creano sinapsi vibranti.
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Un assaggio è un antipasto che richiede il proseguimento del viaggio, anche a distanza di tempo. E se davvero “saper rivivere con piacere il passato è vivere due volte” (Marziale), la proposta del Plautus Festival 2019 ricolma quelle discese verso l’ignoto: qual è l’attualità di un testo scritto oltre 2 mila anni fa? Che effetto può avere oggi la fantasia immaginifica del poeta di Sarsina sugli spettatori di questo secolo? La risposta è racchiusa in un titolo, “Asinaria”, lì dove gli asini ovviamente non sono gli spettatori (forse) ma semplicemente animali inseriti come cardi o qualche spezia preziosa nell’humus teatrale dell’opera, utili per avere un pre-testo e dare un nome accattivante alla storia.
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“Asinaria” è in prima battuta una nota da imparare per non fare figure barbine: il teatro non è nato con William Shakespeare (non è una battuta: è stata davvero la risposta di un ragazzo in occasione di un esame all’Università) ma affonda le sue radici nell’epoca a.C. (avanti Cristo naturalmente, non Alessandro Carli), più o meno 500 anni prima della nascita di Gesù, in Grecia.
E in questa “Asinaria” che ha debuttato in anteprima a Sarsina il 4 agosto (e che ha visto in scena Giorgio Marchesi, Barbara Abbondanza, Lorenzo Branchetti, Michele Di Giacomo, Camillo Grassi, Alessandro Pieri, Gabriela Praticò, Daniele Romuladi e dagli allievi della Bottega del Teatro “Franco Mescolini” Mattia Bartoletti Stella, Sofia Brigliadori, Laura Caminati, Sara Forlivesi, Maria Giovanna Pasini, Irene Zanchini) ci sono personaggi piuttosto attuali, come ad esempio la bella Fregnadora, una escort d’antan che, come chiarisce bene il nome, non lascia dubbi interpretativi: una “cortigiana” fighetta e tirata che fa perdere la testa a un ragazzo, il giovane Argirippo. Il giovincello, stregato dal fascino e dalle grazie dell’avvenente pulzella, vorrebbe tenerla tutta per sé e giacere con lei non una ma mille e mille volte ma non ha i soldi per farlo e così viene aiutato dal padre Demeneto (che probabilmente nella sua vita ha già pagato per scopare) a condizione però che questi gli conceda una notte d’amore con la ragazza. Ma tra i pretendenti della bella figliuola c’è anche Diavolo, che ha promesso di versare a Cleereta, tenutaria del bordello e madre della ragazza contesa, la somma necessaria per ottenere gli stessi duraturi favori…
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“Un coro di meretrices commenta, contrappunta e accompagna le traversie dei personaggi protagonisti, e che allude nei modi e nelle espressioni alla realtà delle case chiuse dell’Italia del Ventennio, cui anche diversi contributi musicali fanno riferimento” scrive nelle note di regia Gigi Palla.
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La mise en scene funziona egregiamente: allestimento minimalista quindi senza barocchismi e sovrastrutture che appesantiscono (o coprono le falle del testo), alcune battute “piccanti” – ed è questa la forza di Plauto – che sanno ancora far abbassare gli occhi agli spettatori. Non è semplice pudore, questo va detto: la vis verbale e la scrittura di Plauto sono una lama tagliente sulle abitudini, sui vizi e sui difetti del genere umano. Un coltello che affetta, ma per il semplice gusto di scatenare una risata. Un godereccio, il sarsinate, lontano e diverso da Terenzio e dalla sua dimensione psicologica dei personaggi: all’autore piace mostrare al pubblico i lati più festosi e goliardici dell’uomo, i piaceri del corpo. Siamo fatti di carne, e quella carne vuole trovare una forma di soddisfazione appagante. Sia che si tratti di mangiare, di bere o dei piaceri del letto, l’obiettivo è sempre quello di riempirsi la pancia.
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Il coro che introduce alla palliata – che in lontananza accenna al tema delle case chiuse del Ventennio – entra a bordo di un carro, accompagnato dalle note della versione live PFM di “Bocca di rosa” di Fabrizio De André (ma senza parole, solo la musica). Interessante la caratterizzazione data ai personaggi, soprattutto dal punto di vista linguistico: romagnolo, toscano, romanesco su tutti, così piacevole e congeniale alla mise en scene quel tocco di fellinismo nella scelta “fisica” delle prostitute, vagamente “busty”. Qualche chilo in più quindi, ma portato con straordinaria leggerezza.
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“La grande comicità generata dalle commedie di Plauto è prodotta da diversi fattori: un’oculata scelta del lessico, un sapiente utilizzo di espressioni e figure tratte dal quotidiano e una fantasiosa ricerca di situazioni che possano generare l’effetto comico. È grazie all’unione di queste trovate che si ha lo straordinario effetto dell’elemento comico che traspare da ogni gesto e da ogni parola dei personaggi. Questa uniforme presenza di comicità risulta più evidente in corrispondenza di situazioni ad alto contenuto comico. Infatti Plauto si serve di alcuni espedienti per ottenere maggior comicità, solitamente equivoci e scambi di persona. L’autore fa uso anche di espressioni buffe e goliardiche che i vari personaggi molto di frequente pronunciano; oppure usa riferimenti a temi consueti, luoghi comuni, anche tratti dalla vita quotidiana, come il pettegolezzo delle donne. La lingua che usa è composita e formata da elementi eterogenei, quali grecismi, neologismi, arcaismi e sermo familiaris. È presente inoltre l’italum acetum, comicità popolare italica fatta di doppi sensi, allusioni e giochi di parole”.
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Demeneto, il papà di Argirippo, ordina ai suoi due servi Leònida e Lìbano di derubare la moglie Artèmona visto che, da buona matrona, tiene per sé tutto il patrimonio familiare, così da concedere una notte d’amore al figlio con la puttanella. I due servi, spacciandosi per gli amministratori della padrona, riescono a portare a termine il furto ai danni di un mercante che doveva venti mine d’argento ad Artèmona per l’acquisto di alcuni asini (da qui il nome della commedia).
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Forse anche Carlo Collodi ha attinto da Plauto: la scena del gatto e la volpe di “Pinocchio” è già ben descritta in “Asinaria” quando i due servi furbi cercano di avere le 20 mine da un apparente servo romagnolo invornito che alla fine non si va menare per il naso. Collodi ha semplicemente reso meno comico il dialogo.
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Attorno al 211 A.C. – anno in cui gli studiosi collocano la palliata – la Chiesa non era ancora presente in Italia e quindi non poteva lanciare gli anatemi moralistici contro la nazione. È stata questa la fortuna delle opere di Tito Maccio Plauto? Probabilmente no. Sarebbe riduttivo anche se una certa libertà di espressione (e quindi di messa in scena) è stata agevolata dalla religione romana dell’epoca, politeista e caratterizzata dalla razionalità più pratica in cui predominavano i principi utilitaristici.
Nel II Secolo a. C. inoltre Roma mise al bando i Baccanali e il culto dionisiaco. Quindi quasi per contrasto – la privazione aumenta la voglia di proibito – poter vedere a teatro (il luogo dove tutto è consentito) quello che sino a ieri era legittimo si è trasformato, assieme alla immensa capacità dell’autore di “leggere” il suo tempo, in una polveriera straordinaria, capace di richiamare un vasto pubblico.
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I piaceri della vita si trovano anche in alcuni testi di Aristofane, autore filtrato dai professori di greco, preoccupati a non dare in pasto ai giovani adolescenti parole zozze che li possano ormonare. “La pace” per esempio si chiude allora con un komos nuziale condito da lazzi salaci, oscenità e piccanti allusioni. Ne “Le rane” si legge questo dialogo. Ancella: “Ma tu stai scherzando! Non ti lascio andare, sai. E poi… (ammiccando) dentro c’è per te una flautista bellissima e due o tre danzatrici”. Xantia (con interesse): “Come hai detto? Danzatrici?”. Ancella: “Tenerine e appena depilate”.
Non è da meno “Le donne al Parlamento” dove le protagoniste decidono di tentare di convincere gli uomini a dar loro il controllo di Atene, perché in grado di governare meglio di loro. Le donne, camuffate da uomini, si insinuano nell’assemblea e votano il provvedimento. Una volta al potere, deliberano che tutti i possedimenti e il denaro vengano messi in comune per essere amministrati saggiamente dalle donne. Questo vale anche per i rapporti sessuali: le donne potranno andare a letto e fare figli con chiunque loro vogliano. Tuttavia, siccome questo potrebbe favorire le persone fisicamente belle, si decide anche che ogni uomo, prima di andare con una donna bella, sia tenuto ad andare con quelle brutte, e viceversa. Queste delibere però creano una situazione assurda e paradossale: verso la fine della commedia, un giovane confuso e spaventato si ritrova conteso fra tre ripugnanti megere che litigano per assicurarsi i suoi favori.
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“Asinaria” è la conferma della poetica di Plauto: tempi stretti e battute a fulmicotone, immediate e capaci di scatenare la risata grassa e immediata. Quello che viene detto è quello che l’autore vuole dire. Il tema principale attorno cui ruotano le vicende da lui trattate, il vizio, non è fine a se stesso: è un elemento occasionale volto alla costruzione della scena comica. Plauto è un maestro dei doppi sensi, i giochi di parole, i neologismi, le esagerazioni, le metafore. Ricorre volentieri a dialoghi forsennati e a botta e risposta di insulti. Non vuole lanciare messaggi morali: il suo scopo è di divertire il pubblico, e ci riesce.
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Strano, oggi, parlare di “teatro di parola” quando la drammaturgia contemporanea si sposta sempre più verso le performance. Bizzarro e stridente scrivere di “pubblico numeroso” quando l’azione nuova chiede spettatori contati. Eppure il teatro è esattamente questo: qualcosa per qualcuno. E “Asinaria” lo chiarisce alla perfezione: c’è una storia che si capisce. C’è una trama che è chiara e fruibile a tutti e non a solo a quei pochi eletti che appartengono all’intellighenzia teatrale 4.0, penne da tastiera pronte a scrivere che un micromovimento o un gioco di luci particolare colto solo da chi ha uno sguardo educato ha un effetto evocativo che sottende e rappresenta il chiavistello d’ingresso al mistero oscuro della mente dell’autore.
Cazzate. Vado a teatro e voglio vedere qualcosa, e soprattutto voglio comprendere quello che avviene. Se una storia non arriva in platea è una storia che non merita di essere rappresentata.
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Un raglio cristallino, ieri come oggi. Anzi, forse oggi ancora più acuto e ficcante.
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Sipario.
Alessandro Carli
*In copertina: il nostro critico teatrale promuove, lingua al vento, “la meraviglia del teatro classico”
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Episodio 2 - Dolce Flirt Horror Story: Asylum [Parte II]
Mie care ragazze, rieccomi con la seconda parte di questa recensione (che recensione non è hahahah) che sembrava non arrivasse mai... E non sarebbe sicuramente stato possibile farla senza il preziosissimo aiuto della carissima @nekousagii che si è prestata da cavia e mi ha fornito gli screen che utilizzerò in questo post (visto che sono povera in canna e non riuscirò a finire questo benedetto episodio prima di fine giugno di questo passo). Grazie di nuovo per la pazienza (362 screen sono un suicidio çwç) e la gentilezza <3 <3
Quindi, senza perdere tempo, iniziamo ricapitolando dove eravamo rimasti. Dopo essere usciti dalla mensa, la Dolcetta e Rosa si dirigono verso l’aula. Rosa non si è affatto dimenticata che siamo single, e spero che ci organizzi qualche appuntamento al buio nei prossimi episodi perché non ho intenzione di aspettare 28 episodi prima di un bacio questa volta.
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Mentre noi suggeriamo a Rosa un cambio di carriera a favore di un’agenzia matrimoniale, ecco che appare per magia una nostra vecchia conoscenza, la nemesi liceale della nostra Dolcetta, la Barbie di merda.
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Ed ebbene sì, eccoci davanti Ambra che: 1. Sembra avere la spalla destra lussata per qualche motivo 2. Ma com’è che tutti i personaggi femminili hanno subito un magico aumento delle tette in questi 4 anni e Ambra invece sembra averle perse? 3. E’ dimagrita almeno di una quindicina di chili, guardate che braccia ha... Sembra me! x’’D Mi stupisco che sia riuscita a trovare dei braccialetti che non le cascano, tutti quelli che provo io volano via... Svelami i tuoi segreti!
Ad ogni modo, Ambra ormai fa la modella e sembra essere molto cambiata, non solo per l’aspetto fisico... E’ diventata simpatica. E io già sento che finirò per amarla.
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(Quel MaiNaggioia è sempre bellissimo da vedere)
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La nostra amicona Rosa sembra divertirsi molto mentre la Dolcetta sta letteralmente avendo un attacco di cuore. Daje, c’è veramente bisogno di fare tutto questo casino perché hai visto una ex compagna stronza? Ma insomma che drama queen.
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Rosa ci diagnostica la schizofrenia e non ha tutti i torti, anzi. Lo dicevo io che questo è un manicomio, è tutta un’allegoria non capite??
Ad ogni modo, il discorso cade sul nostro incontro con Nath, così raccontiamo a Rosa del nostro tentato stupro. 
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Da quanto ci rivela Rosa, Nath ha una pessima reputazione in giro, addirittura di molestatore. Ah ma allora avevo ragione io che questo fa lo spacciatore! C’è andata benissimo, se mai dovessimo scocciarci dell’università, possiamo sempre chiedere a Nath di farci entrare nel giro. Ma vuoi vedere che spacciava già al liceo? Non mi spiego la vita di lusso nel suo appartamentino privato altrimenti, perché non ci credo che il padre dal gabbio gli mandasse assegni di milioni. Pls Nathaniel.
Chiudendo questa assurda parentesi, è tempo di tornare a lezione per la nostra Dolcetta. Le aspetta un noiosissimo corso di architettura che non ha voglia di seguire, probabilmente solo perché il prof che lo tiene è vecchio e ha la pelle di un essere vivente, non di un cadavere in decomposizione. E così ci perdiamo nelle nostre turbe erotiche su Rayan, che se Melody venisse a saperlo, ci ammazzerebbe. Cooomunque, scopriamo che a Chani invece questo corso piace tantissimo. Chani mi piace, ha un po’ di cervello. 
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Ah, i riferimenti al metal. La amo.
Ma proseguiamo con il nostro cammino, entrando nello studentato incontriamo sexy Priya che comincia a farci i complimenti e a fare facce da tossicodipendente. Sarà cliente di Nath?
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Anche lei ha trovato la mai na gioia, consoliamoci ragazze.
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Priya be like: “MA KE BUONA CUESTA DOLCE DROCA”
Il nostro incontro con Priya, purtroppo, dura troppo poco e siamo costrette a tornare in stanza dove incontriamo Yeleen che già inizia a lamentarsi.
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SI, E’ ESATTAMENTE LA FACCIA DI UNA MAINAGGIOIA!!
Ma sorvoliamo, i nostri genitori ci hanno mandato delle coperte per il letto, così da evitarci di dormire tra i germi studenteschi. Bisogna fare attenzione ai pidocchi di Yeleen, potrebbero attaccarci la rabbia.
Dopo questo intenso scambio di battute, ci rechiamo a firmare il contratto di lavoro al Cosy bear café, perché noi siamo lavoratrici che pagano le tasse e vogliamo anche conoscere i nostri diritti.
Ad accoglierci c’è Hyun, non so se interpretare in modo positivo o meno lo sguardo con cui ci accoglie. Pure lui è matto.
Però non importa, perché ha fatto una “citazione” a Star Wars e io lo perdono e continuo ad amarlo :’)
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Ma è tempo di avvisare Clementina del nostro arrivo.
E’ ARRIVATA MAINAGGIOIA!
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A Clementina però non interessa un tubo se non che Hyun la chiami per nome. Questa se non l’ha già fatto, gli butta le manacce addosso alla prima occasione. My poor baby.
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Sentite, PICCOLO HYUN no per favore. Questo gioco sta prendendo una piega veramente inquietante. Certo che lo tratta “meglio”, lo vuole legare al letto di casa sua. Mamma mia che orrore...
Lasciamo perdere e dopo aver firmato il contratto, salutiamo Hyun che deve aver preso la stessa roba di Priya a giudicare dalla sua espressione.
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E’ ora di pranzo, ma soprattutto l’ora del disagio, quindi bisogna dirigersi in sala mensa insieme a Chani. Dopo essersi seduta in compagnia della sua amica, la Dolcetta vede un’ombra molto sospetta alle sue spalle. Tappa le chiappe subito Dolcé prima che sia troppo tardi!!!
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Ed ecco il professor Zaidi che viene sempre di dietro Il professor Zaidi a quanto pare ha deciso di passare la sua pausa pranzo seduto tra delle ragazze che avranno una decina di anni in meno di lui. E tra tutte le studentesse che ci stanno si siede appiccicatissimo alla nostra Dolcetta. Nessuno si fa due domande?
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Sì certo, lo sappiamo tutti che tipo di conoscenza delle tue studentesse vuoi fare Rayan. Con quello sguardo sei proprio poco credibile. Questo sta ingrifato come i conigli, ha aspettato tutta l’estate per l’arrivo delle giovincelle che piacciono a lui. Ma va tutto bene, pure la nostra Dolcetta è combinata veramente male in fatto di sesso, quindi si possono capire.
Il povero Rayan sperava di riuscire a fare delle proposte sconce, ma invece Chani inizia a blaterare sull’architettura finché non lo fa scappare via (e forse è meglio così hahahaha)
Dopo questo incontro del terzo tipo ci aspetta una noiosissima lezione del corso facoltativo che vi risparmio perché è veramente inutile.
Fast forward, decidiamo di fare un salto in palestra e chi troviamo se non Kim che si è bombata di steroidi! A quanto pare è diventata coach della suddetta palestra, contenta lei... Anche se non la vedevo così interessata allo sport al liceo, ma vabbé. Se prima la amavo ora mi mette un po’ ansia sinceramente, sarà che se ci dovesse tirare un ceffone, con quei muscoli ci sfonderebbe il setto nasale x’D
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Dopo averci illustrato dove trovare i servizi essenziali e cosa fare, Kim ci lascia sudare in pace. Ma proprio mentre ci stiamo dando da fare, sentiamo un rumore sospetto provenire dalle nostre spalle. E no, questa volta non è Rayan che ci vuole ingroppare, bensì *Rullo di tamburi* Nathaniel che prende a pugni un sacco da boxe!
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Eh la Madona che muscoli, che pettorali! Ste robe non si vedono nemmeno nella WWE tra poco. Tra l’altro ho l’impressione che abbia il braccio sinistro pompatissimo in confronto al sinistro che è secco X’’D
Nath ci informa che fa boxe dai tempi del liceo “per rilasciare lo stress”, che tradotto nella nostra lingua significa “per fare finta che il sacco sia mio padre così che io possa ammazzarlo porca puttaJHGAK”
Sentite puzza di rabbia repressa? Andiamo bene. 
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La discussione continua, e guardate lo sguardo da psicopatico che ha. Ma qualcuno lo accompagni al reparto psichiatrico di Dolce City... Chissà se avranno demolito l’ospedale per costruirci il campus.
Noi cerchiamo di ringraziare Nath per averci “salvate” durante l’episodio precedente, ma lui non è contento se non fa l’acido stronzo.
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SENTI c’avrai i muscoli e le bende alle mani, ma se te do un calcio dove dico io te faccio cantare l’opera.
Prima che la Dolcetta possa minacciare di morte il biondino trasgry, cambiamo discorso e scopriamo che vive sempre nel suo solito appartamento con la sua gatta.
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Oh ma che carino, è diventato persino più simpatico di Castiel, ce ne voleva proprio!
Ma proprio mentre stiamo amabilmente conversando con questo tesoro di ragazzo, ecco che si palesa Kim... E da come questi due interagiscono, pare che la gatta di Nath non sia l’unica “pussy” con cui ha a che fare  ( ͡° ͜ʖ ͡°)
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Sembra che questi due siano scopamici, ma sarà sicuramente un malinteso che dovremo sorbirci nei prossimi episodi e blablabla, monologhi interiori, pa che volano... La solita storia insomma.
E mentre pensiamo al concerto di Castiel che avrà luogo tra qualche giorno, l’episodio termina.
E finalmente posso dire qualcosa in merito a questi due episodi.
Mio Dio che stress questi dialoghi. E’ la prima cosa che mi viene in mente, sono davvero troppi e spesso diventano estremamente noiosi. Io non so cosa combineranno nei prossimi episodi, ma spero che non aumentino il numero di monologhi della Dolcetta perché potrei morire. 
I primi due episodi sono sempre piuttosto “vuoti” però, è normale così perché siamo agli inizi. Il problema qui è che qualcosa succede nel primo episodio, ed è la tentata aggressione. Ora, io qui ci scherzo su, però è una tematica molto delicata che, come sempre, viene liquidata come se si trattasse di una cazzata. E questa cosa mette un po’ a disagio. Lo stessissimo disagio si respira anche nelle scene in cui Clementina parla in modo strano al mio povero Hyun (ti salvo io bae), e quando Rayan si comporta in modo ambiguo con la Dolcetta. E’ “strano”, a tratti fastidioso secondo me. Siamo appena partiti e già si percepisce un’aria che non va tanto bene. Tralasciando che veramente tutti i personaggi sono schizzati e non se ne salva nemmeno mezzo. 
Un’altra cosa che mi mette seriamente a disagio sono le animazioni. Sinceramente le trovo terribili nella maggior parte dei casi: il movimento dei corpi che oscilla manco se stessero per cadere, il movimento dei petti nella fase di respirazione che è un palese allargamento dell’immagine, e poi GLI OCCHI DELL’INCUBO. Io questi me li sogno la notte mamma mia. Non so voi, ma non ce la faccio proprio a tenere attive queste animazioni. E sinceramente mi chiedo se era davvero necessario introdurle? Forse avrebbero potuto occuparsi un po’ meglio di altre questioni tra cui il sistema dei punti azione e magari aggiungerle in un altro momento (non dico proprio di toglierle perché so che a molte piacciono, de gustibus).
Un punto di merito per la grafica degli sfondi che sono decisamente migliorati, e anche le illustrazioni sono piuttosto carine fino ad ora. Speriamo che continuino ad esserlo però hahahaah
Non mi soffermo ulteriormente sul fatto che il gioco sia diventato quasi completamente una visual novel con pochissimi movimenti perché mi sono lamentata abbastanza xD
Tra l’altro nel prossimo episodio si prevede la prima apparizione del nuovo Castiel, e lì chissà quante altre perle di disagio troveremo. Riusciremo a capire che relazione c’è tra Yeleen e Castiel? E Kim e Nathaniel saranno davvero scopamici? Lo scopriremo solo vivendo.
Nel frattempo io vi invito come sempre a inondarmi di ask con le vostre teorie/opinioni.
E con ciò, ringrazio nuovamente @nekousagii che mi ha prestato la sua fantastica “MaiNaggioia” e vi do appuntamento alla prossima recensione.
Sempre che riesca ad arrivare all’episodio 3 x’D
Un saluto da Dotty!
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levysoft · 3 years
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Che La casa di carta fosse una serie molto musicale non lo scopriamo certo oggi. Lo sappiamo già dagli inizi, quando il Professore spiegava a Berlino il senso di Bella ciao, il nostro famoso canto partigiano. Siamo sinceri: è lì che è scattato l'amore con la serie spagnola Netflix, creata da Alex Pina, che è tornata in streaming dal 3 aprile con la quarta stagione. Se Bella ciao era il simbolo delle prime stagioni, e raccontava anche gli ideali e le motivazioni che animavano il Professore e la sua banda, ne La casa di carta 4 arriva proprio alla fine, per ricordarci che i nostri sono ancora loro, sono ancora animati da quella spinta e da quegli ideali. Ma, con il successo della serie in tutto il mondo, e con il presumibile aumento di budget, La casa di carta si è allineata alla tendenza delle grandi serie internazionali.
La casa di carta 4 - La nostra videorecensione
Le grandi serie, infatti, ormai usano sottolineare dei momenti chiave con l'uso di canzoni famose, spesso usate per il loro senso, o a contrasto con la situazione in cui sono inserite, o, più normalmente, per evocare un'epoca e trascinarci dentro a un'atmosfera ben precisa. Sulle pagine di Movieplayer vi abbiamo raccontato, in questo senso, l'uso sapiente delle canzoni che è stato fatto in Stranger Things, e l'uso molto particolare pensato per inserire dei famosi pezzi in The Handmaid's Tale e Black Mirror. Vi abbiamo anche anticipato nelle nostre news che, ancora una volta, ne La casa di carta ci sarebbe stata un'attenzione particolare per la musica italiana. Ma andiamo a vedere la storia di questa canzoni, e come sono state inserite in alcune grandi sequenze de La casa di carta Parte 4.
La casa di carta 4, il finale della serie Netflix è solo un nuovo inizio...
1. Ti Amo (Umberto Tozzi)
È il primo attimo di leggerezza, il primo momento "pop" de La casa di carta, e arriva in un momento tesissimo. Siamo nell'episodio 1, nella claustrofobica situazione della Banca di Spagna, dove Nairobi (Alba Flores) sta lottando tra la vita e la morte. Per un attimo, così, stacchiamo e torniamo indietro nel tempo, in una situazione bucolica, colorata, all'aria aperta. Siamo nel convento fuori Firenze dove la banda aveva situato il suo quartier generale prima del primo colpo. Siamo al matrimonio di Berlino (Pedro Alonso) con Tatiana. È lui a prendere in mano il microfono e a intonare, con un irresistibile accento spagnolo, Ti amo di Umberto Tozzi. Ma la sorpresa arriva subito dopo: ad accompagnare Berlino ci sono un organo da chiesa e un gruppo di monaci, intonatissimi.
Ti amo è - insieme a Gloria - la canzone più famosa del cantautore di Torino (80 milioni di copie vendute in tutto il mondo in complesso). È uscita nel 1977 e dà il titolo all'album omonimo, una raccolta con le canzoni dei suoi primi tre dischi. Ti amo è firmata da Umberto Tozzi e Giancarlo Bigazzi e vinse il Festivalbar in quell'anno. È una canzone molto semplice, che si basa su un giro di Do, una serie di quattro accordi. Umberto Tozzi, evidentemente, è un autore molto cinematico: abbiamo ancora tutti negli occhi, e nelle orecchie, la sequenza di The Wolf of Wall Street sulle note della sua Gloria. Sia Ti amo che Gloria sono state incise da Laura Branigan e sono diventare un grande successo negli Stati Uniti.
2. Centro di gravità permanente (Franco Battiato)
Non sopportava i cori russi, Franco Battiato, all'epoca in cui scrisse Centro di gravità permanente, visto il famoso verso in questione. Chissà se apprezzerà il coro di monaci italiani che intona, in modo assolutamente sorprendente, la sua Centro di gravità permanente, in uno dei momenti più allegri de La casa di carta. Siamo di nuovo in un flashback, nell'episodio 2, che è intitolato proprio Il matrimonio di Berlino. E vediamo ballare Berlino con la sua Tatiana, colto nel momento più felice della sua vita. È una scena che permette, ancora una volta, di alleggerire la tensione delle vicende della rapina. Ma anche, nel suo prosieguo, di analizzare i delicati rapporti tra Berlino, il Professore (Álvaro Morte) e Palermo (Rodrigo de la Serna).
Centro di gravità permanente è un brano immortale, uno dei più famosi di Franco Battiato. È tratto dal suo album storico La voce del padrone, del 1981, il primo lp a superare il milione di copie vendute in Italia. È una canzone che parla di smarrimento, ricca di riferimenti colti (gesuiti euclidei vestiti come bonzi alla corte della dinastia dei Ming, i capitani contrabbandieri macedoni e la vecchia bretone con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù) inseriti in una confezione pop irresistibile.
La Casa De Papel Part 4 Berlins Wedding Sub Eng Es-es 6
3. Delicate (Damien Rice)
Delicate di Damien Rice arriva a chiudere quella che è forse la puntata più dolorosa de La casa di carta 4, l'episodio 6 (Ko tecnico), quello in cui dobbiamo dire addio a uno dei personaggi più amati della serie. Dopo aver assistito alla sua morte, e aver anche capito quali erano i suoi rapporti, e i suoi progetti di vita una volta finito il colpo, vediamo questo personaggio in un momento di felicità, all'aria aperta, una giornata spensierata passata con gli amici della banda. La voce di Damien Rice, inconfondibile, elegiaca, dolente, ci accompagna alla perfezione in questo momento.
E Damien Rice molti di noi lo avevano scoperto con la canzone The Blower's Daughter, inclusa nella colonna sonora de Il caimano di Nanni Moretti, dove sottolineava uno dei momenti più dolorosi del film (ma è presente anche in Closer e nella serie The L World). Delicate è tratta da O, l'album di debutto del cantautore irlandese, del 2002, lo stesso disco dove troviamo The Blower's Daughter e Cannonball. Delicate, la canzone che apre il disco, è stata utilizzata anche in molte serie tv (Lost, Dr. House - Medical Division, Dawson's Creek, Alias, Misfits e CSI: Miam_i). "_Potremmo vivere come non abbiamo vissuto mai/quando non c'è niente da dare/come possiamo chiedere di più?/Potremmo fare l'amore in qualche posto sacro/L'espressione del tuo viso è delicata" recita il bellissimo testo.
4. Wake Up (Arcade Fire)
Wake Up, la canzone degli Arcade Fire, è evidentemente destinata a grandi cose. A lei va l'onore di chiudere alla grande la migliore puntata de La casa di carta Parte 4, l'episodio 7 (Attacco alla tenda). È un momento epico, glorioso: il Professore ha appena sferrato la sua controffensiva contro la polizia, che è stato soprattutto un attacco mediatico. E gli affari interni si sono accorti che Lisbona è tenuta nella tenda senza alcun avvocato o processo. Nel momento in cui esce dalla tenda, la vediamo passare tra la folla. È una prima, parziale, rivincita, per lei, il Professore e la banda. Ma è anche il momento in cui ritroviamo tutta la passione del popolo per la banda e le sue imprese. Lisbona passa tra la folla al ralenti mentre questa straordinaria ballad fa da colonna sonora.
Wake Up è tratta dall'album degli Arcade Fire, Funeral, del 2005, il disco che ha rivelato la band canadese di Win Butler e Régine Chassagne, autrice del brano. Il suo suono barocco, enfatico, malinconico ha conquistato subito artisti come gli U2 e David Bowie. Dicevamo che Wake Up è destinata a grandi cose: era il brano che apriva, prima dell'ingresso della band sul palco, il Vertigo Tour degli U2 (gli Arcade Fire hanno fatto anche da supporter per alcune date) ed è stata eseguita anche da David Bowie. "Qualcosa ha riempito/Il mio cuore con il nulla/Qualcuno mi ha detto di non piangere./Ma adesso che sono più grande/Il mio cuore è più freddo/E riesco a capire che è una bugia. /Bambini, svegliatevi/Sostenete i vostri sbagli/Prima che trasformino l'estate in polvere". Guardate la scena, ascoltate queste parole e quella musica, e non rimarrete indifferenti.
5. Bella ciao (Najwa)
La chiusura va a lei, la regina delle canzoni de La casa di carta, la canzone simbolo. Alex Pina e il suo team non ne abusano in questa stagione 4, visto che l'avevamo già sentita molte volte nelle stagioni precedenti. Ma Bella ciaoarriva, a ricordarci quali sono gli ideali che animano i nostri. Arriva in un momento emotivo non casuale, alla fine di tutta la storia. La missione del Professore si è appena compiuta, con un volo in elicottero sul tetto della Banca di Spagna. E noi abbiamo appena visto, sullo schermo, un faccia a faccia che non ci lascia per niente tranquilli, in vista della probabile stagione 5. Lo schermo è a nero. Iniziano i titoli di coda. E, dopo qualche secondo, arriva Bella ciao, cantata in spagnolo, in una versione intima, da Najwa, cioè l'attrice Najwa Nimri, che interpreta la spietata Alicia Sierra.
Bella ciao è un canto popolare italiano, nato prima della Liberazione, e considerato l'inno della Resistenza italiana, della lotta partigiana, durante la Seconda Guerra Mondiale. È un canto italiano, una canzone nata nella nostra terra, eppure è diventata, nel tempo, famosa in tutto il mondo come inno per la libertà, contro il nazi-fascismo e ogni altra forma di dittatura. Negli anni è stata cantata, tra gli altri, da Yves Montand, Giorgio Gaber, Goran Bregovic, dalla Banda Bassotti, in versione ska, e dai Modena City Ramblers nella loro famosa versione folk-rock. È stata cantata durante le manifestazioni di Occupy Wall Street, a New York, in Turchia dal movimento che si oppone a Erdogan e dagli indipendentisti curdi nella guerra civile siriana.
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omgtimeto · 3 years
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Quando nel 1966 girarono in Italia La bisbetica domata, diretti da Franco Zeffirelli, i due erano sul piede di guerra e continuarono a esserlo per tutte le riprese, come raccontano molti testimoni. le ostilità si aprirono nel camerino di lei. in cui si era fatta affiggere un manifesto di Cleopatra in cui li nome "Liz Taylor" era scritto più grande di quello di Burton. Ovviamente, sorseggiando champagne, lo fece notare a Richard dicendogli che era quello definitivo della produzione. Lui scoprì subito che si trattava di un falso che lei si era fatta stampare da un tipografo romano e la informò che esisteva un versione più recente del poster. Andò quindi a farselo stampare anche lui, in cui si specifica in grandi caratteri che il film il film era prodotto da Richard Burton, che ne era anche il protagonista, e non c’era traccia del nome di Liz (che tra l'altro, era ugualmente fra i produttori). Lei ne fece stampare un terzo in cui campeggiava in alto la scritta Con la vincitrice dell’Oscar Liz Taylor, insegnante di recitazione shakespeariana di Richard Burton. La tensione proseguì durante un’intervista che rilasciarono lo stesso giorno in quel camerino e quando a lui fu chiesto come erano arrivato a lavorare in una commedia di Shakespeare con un regista emergente italiano, lui rispose “beh, per idiozia”. Liz, che lo conosceva bene, si mise subito sulla difensiva prevedendo che stava per tirarla in ballo: “che intendi per idiozia?”, gli chiese. E Burton raccontò al giornalista che quando Zeffirelli aveva deciso di girare questo film aveva mandato un suo emissario a parlare con Liz, invece che con lui, perché voleva scritturare solo lei. “Franco voleva lei, che non ha mai recitato Shakespeare, vi rendete conto? Mi aspettavo che chiedesse automaticamente anche a me di fare Petrucchio!”. Liz scoppiò a ridere sardonica. E il regista fiorentino si decise a convocare anche lui solo dopo averlo visto in una versione di Amleto in cui si era sforzato di essere brillante, ma se l'era legata al dito. Zeffirelli ha sempre smentito questo incidente, ma il primo giorno delle riprese regalò a Liz un bracciale appartenuto alla sorella di Napoleone, Elisa Bacchiochi, e non fu di aiuto. Fra Liz e Richard, che erano sposati da due anni, era calata una cortina di risentimento e lei sul set cercava le occasioni per fargli pesare la precedenza che aveva avuto nel casting. Uno splendido articolo del 1966. firmato dallo scrittore Russel Braddon scomparso nel 1995, racconta i dispetti che i due si facevano sul set in quella che è stata la più lunga litigata della loro vita insieme, dilazionata in tante piccole manifestazioni di rancore. Il primo giorno, le riprese romane iniziavano alle 9 il che voleva dire che fra spostamenti, trucco e costumi gli attori devono essere in piedi alle 6. “Quella specie di moglie che ho è arrivata?”, esordì lui mettendo piede sul set. “Liz arriverà in ritardo pure al giudizio universale, quando fa solo quindici minuti di ritardo si vanta di essere in anticipo”, incalzò. Lei arrivò e si mise subito al lavoro seriamente. Consapevole che lui le aveva parlato alle spalle, stava sulle sue. Zeffirelli spiegava loro le scene mimandole e Liz gli disse che non ce n’era bisogno, le bastava il copione. Quando alla fine di una ciak un tecnico si complimentò e lei fece una risatina compiaciuta, Richard infilò malignamente: “pensare che un giornalista londinese ti ha appena definita strapagata, in sovrappeso e dal talento sopravvalutato!” Zeffirelli intervenne prontamente e le mise un braccio intorno alle spalle: “non è vero, non sei strapagata e non sei sopravvalutata!”. Ma poiché aveva dimenticato di aggiungere “e non sei in sovrappeso”, Burton colse al volo l’occasione, diede uno schiaffetto sulla pancia di sua moglie e disse, rivolto a tutto lo studio: “guardate qua, non è una pancia imbarazzante?”. E fu lì che Liz tirò fuori la britannica che era in lei, rispondendo con fair play: “quando abbiamo girato Cleopatra, gli egiziani trovavano molto bella la mia pancetta, peccato che il film non sia stato distribuito anche lì, loro sì che avrebbero apprezzato”. Prima che Richard ribattesse, Zeffirelli si precipitò a spiegare la scena successiva e l’esplosione del litigio forse fu rimandata. O forse non avrebbero mai ceduto a discutere in pubblico.Alla fine delle riprese Liz e Richard si erano calmati abbastanza da risolvere tutto senza venire alle mani, ma con un sistema già collaudato: si andarono a ubriacare di vodka. Come abbiano fatto a essere tutti e due splendenti la mattina dopo, non si sa. Liz, per onestà, ci tenne a far sapere che si sentiva abbastanza nauseata e provata e fra una scena e l’altra si tamponava il sudore dalle sopracciglia, unico sintomo di quanto stesse male. Fu una giornata durissima e costellata di imprevisti: a lei cadde un gioiello di dosso mentre la scena era in corso, un uccello entrò nello studio e il suo cinguettio rese impossibile le riprese fino a quando non fu fatto uscire, un tecnico fece cadere a terra un martello e Burton si voltò durante una scena. Dopo questo incidente, l’attore perse la concentrazione, i fumi della vodka della sera prima cominciarono a risalire nella testa, dimenticò le ultime battute della mattina e improvvisò. Liz lo prese per mano: “andiamo a pranzare”, gli disse, “inutile insistere, dopo andrà meglio”. E se lo portò via amorevolmente mentre lui la seguiva come un cagnolino devoto. Tirarono avanti così per altri otto anni, per poi divorziare nel 1974..
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Episodio 37 - La sagra del disagio
Salve a tutti, dopo un periodo di meritate vacanze, finalmente è uscito il nuovo episodio, e nuovi risvolti interessanti si sono sviluppati! Penso proprio che questo episodio segni ufficialmente la fine dell’arc dedicato ai gemelli, e segni l’inizio di quello dedicato all’ultimo boy rimasto, Kentin!
Nonostante il finale sia pieno di pathos, – come sempre – devo dire che è stato un episodio piuttosto carino, e… interessante dal punto di vista di alcune teorie che continuo ad avanzare disperatamente ad ogni recensione XD
Ma bando alle ciance, partiamo subito!
Durante l’episodio precedente, eravamo rimasti con il fiato sospeso e in preda ad una bufera di teorie riguardo alla relazione tra Kentin e il misterioso uomo legato ai gemelli. A quanto pare si tratta di un ragazzo che frequentava la scuola militare con Kentin.. A parte i suoi capelli, a mio parere, osceni (con tanto di cicatrice alla Harry Potter HAHAHA), non è poi così male dai. Tra l’altro, mi sa che ha breccia anche sulla nostra Dolcetta, e vedremo dopo perché ewé
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Intanto Evan, questo tipo a cui non riesco a dare un’età (a me sembra come minimo un 26enne), ci spiega che relazione ha con i gemelli, e plot twist (ma mica tanto)!
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No, scusa Kentin, ma questa faccia sconvolta perché? HAHAHA
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E’ il loro fratello maggiore!
Ad ogni modo, Alexy sembra piuttosto contento della situazione, ma lo stesso non sembra potersi dire di Armin, vista la sua diffidenza. E dopo un abbraccio di famiglia, a quanto pare rivolto anche a noi nonsisaperché, lasciamo i ragazzi a parlare, mentre noi andiamo a casa per incontrare Lety! Che gioia!
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Ci rechiamo, dunque, a casa, e dopo aver avvisato nostra madre dell’arrivo di Lety, decidiamo di mandare un messaggio a Lys.
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POI NON DITEMI CHE SONO IO CHE PENSO SEMPRE MALE AIUTO HAHAHAHA
Già dal tono di questo messaggio, vi assicuro, si capisce che piega prenderà a breve l’episodio. Ovviamente io ho scelto la C, e la sua risposta è veramente senza prezzo.
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STO MALE ODDIO HAHAHAHA
Ma torniamo a Lety! Sono almeno 4 episodi che è strana e vorrebbe parlarci, è giunto il momento di capire qual è il suo problema! A quanto pare i suoi genitori hanno divorziato, e sua madre ha deciso di darsi alla pazza gioia coi ragazzi. Insomma, tale madre, tale figlia lol
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Noi le suggeriamo di parlare con la madre, e alla fine cambiamo argomento.. Di cosa potremo mai parlare con Lety?
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QUELLA FACCIA DA YANDERE… Hahahahaha
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Ma in che senso è già venut… LA DEVO SMETTERE.
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Comunque. La serata si conclude, Lety rimane a scrocco per il weekend, e noi torniamo presto a scuola, dove ci aspetta una bella sorpresa *wink wink*
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SCUSATEE, CHE COSA AVEVO DETTO DA 3 EPISODI?? X’D
Lo sapevo!! Potevano mai evitare di sfruttare una situazione del genere per metterci dentro perbenismi e scene tutte piccanti da farci soffocare con l’aria?
Dopo aver discusso con le ragazze dell’interessantissima lezione della Delanay, ci dirigiamo in aula.
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Sì, però poi non ditemi che non faremo l’episodio hard! HAHAHAHAHA
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Eee benvenuti alla Sagra del disagio.
Dunque, arrivati in aula, ci sediamo con Rosa e Alexy, e ne vedremo delle belle. Vi prego, sedetevi comode, prendete popcorn e patatine, e godetevi lo show.
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Se qualcuno mi avesse detto che un giorno avrei fatto uno screen di Melody che dice “herpes genitale”, non c’avrei mai creduto x’’D
La povera Delanay continua la sua lezione, ma sembra che tutti abbiano qualcosa da ridire.
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VAI LYS SEI TUTTI NOI! X’’D
Io sono veramente senza parole, mi ricorda le terribili video lezioni che facevo alle medie, che disagio. E per migliorare il tutto, Ambra deve sempre rompere le noci di cocco con le sue battutine.
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Ora, io non vorrei essere indiscreta, ma Ambra.. Tu stessa fai parte di un videogioco. Sei una contraddizione vivente. Ma lasciamo perdere queste cose che non ci interessano, a quanto pare la Delanay vuole farci una dimostrazione live! FERMI TUTTI, VI PREGO, QUESTA E’ LA PARTE PIU’ BELLA DI TUTTO IL MALEDETTO GIOCO, GIURO! Io vi avverto, questa scena è l’apoteosi del disagio. Nessuno vorrebbe vedere la propria insegnante di scienze infilare un preservativo su una banana (che lasciamo perdere anche la banana, perché proprio il budget della scuola è zero dai). Dopo una scena del genere, rimane solo il trauma.
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Adesso Lys, SPOGLIATI. HAHAHAH
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E siccome non era bastata un volta sola, è ovvio che qualcuno debba sacrificarsi per ripetere il simpatico esperimento “bananoso”. Dopo momenti di imbarazzante silenzio, Rosa si sacrifica per la patria.
Io la voglio sposare subito hahahahah
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La ragazza è pratica, a quanto pare, eh ewè
Insomma. Questa lezione imbarazzante e assurda, per la quale vorrei ringraziare infinitamente la nostra ChiNoMiko, finisce, e tutti escono dalla classe. Ma se pensate che sia finita qui, vi sbagliate. Perché io ve l’ho sempre detto che ChiNo è perversa quanto noi, e poteva mai farsi sfuggire l’occasione per mettere in mezzo altra roba muy caliente per l’episodio? PLS.
Tralasciando Ambra che mi ha illuminato un mondo, visto che a quanto pare io non sto con Lys, ma con Castiel, secondo lei…
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… Una volta arrivate in classe per la lezione di Faraize, veniamo colte da una miriade di dubbi amletici, tra cui:
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Perdiana, chi non vorrebbe stuprare violentemente Lys o uno dei boys del nostro harem immaginario?
Dopo questa frase, io ne sono certa, l’episodio hard non è più un sogno, per me sarà realtà X’D
Ad ogni modo, no worries, Lys ci assicura che non c’è fretta.. Anche perché io sono sicura che lui organizzerebbe una serata super romantica per quell’occasione, con tanto di petali di rose e roba varia, perché sì, lui è il poeta torturato. E questo sarebbe forse l’unico caso al mondo in cui la ragazza vorrebbe buttarsi sul suo uomo senza che questo ne sia d’accordo.
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Ma lasciando stare l’argomento hard (ma io tanto vi avviso, lo riprenderemo a brevissimo), Alexy ci dice che passerà il sabato sera con il suo oni-chan Evan in discoteca. Tenetelo a mente, perché l’argomento discoteca non si esaurisce qui.
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Usciamo da scuola. Stiamo ancora pensando a fare fichi-fichi con Lysandro, e cara Dolcetta non ti biasimo affatto, però datti una pausa che stai messa peggio della protagonista di 50 sfumature di grigio tra un po’.
Dopo esserci domandate se Lys abbia esperienze nel campo di “treni e delle gallerie”, Evan ci appare come una visione, e scusate tanto, ma io ero già pronta a flirtare a prescindere perché sono una persona orribile dalle larghe vedute XD
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Ovviamente non possiamo parlare con un essere umano di sesso maschile senza che il radar di Lysandro non si attivi, e che quindi corra subito a limonare con noi per far capire con molta nonchalance che è il nostro fidanzato. Quant’è scemo, lo adoro x’3
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Eh, ma l’apparenza inganna, e lo capiremo tra poco. Intanto, sulla strada di casa, incontriamo Rosa in preda ad una evidente crisi ormonale, e pronta a strappare i vestiti a Leigh, e a fare allusioni su noi che non avremmo mai avuto il coraggio di mettere un preservativo su una banana… Anzi SU LYSANDRO. Vorrei ricordare che questo gioco è frequentato da dodicenni, ma ‘nsomma, prima o poi avrebbero dovuto scoprire come vanno le cose nella vita x’D
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Dobbiamo andare a fare shopping?? Sento che non avrò soldi per questo episodio dopo l’evento estivo hahahah
Tornate a casa, ad ogni modo, dopo aver raccontato ai nostri genitori del corso di educazione sessuale (potevamo anche evitare questi momenti di disagio..ah no, noi ci sguazziamo dentro volentieri), andiamo a letto. E niente.. Ci mancavano pure i sogni erotici.. E non sul nostro ragazzo. Evan e i suoi muscoli hanno fatto centro. ‘Namo bene.
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Il giorno dopo ci aspetta un’intensa giornata di shopping e visite a negozi di musica. Chinomiko dammi la forza di ritornare al maledetto centro commerciale. Dopo aver incontrato Iris, fatto un regalino a Rosa e comprato da mangiare, facciamo un incontro poco desiderato.
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Senta, signor Faccia da Pirla, la prego di prendere il suo braccio, tirarlo dietro la schiena, e infilarselo SU PER…
No ragazzi, toccatemi tutti, ma non Rosalya, non mi interessa, è l’amore della mia vita. Kentin cerca di difendere il suo senpai, e alla fine si incavola con noi e se ne va. Vabbè, questi nun ce stanno proprio.. Ma è la reazione di Kentin che preoccupa, ma di questo ne parleremo dopo.
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All’uscita del centro commerciale, incontriamo Ambra, evidentemente pronta a lavorare durante la notte, visto il suo look piuttosto promiscuo e decisamente poco appariscente. L’ho detto la prima volta, e lo ripeto, con il nuovo restyle Ambra sembra proprio una donna di strada, scusatemi, è proprio la posa combinata all’espressione che sembra urlarlo x’D
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Dopodiché raggiungiamo Lysandruccio ad un negozio di dischi e, dopo esserci seduti su un “divano vintage” – modo elegante per dire “divano impolverato e probabilmente pieno di acari e cimici mesopotamiche” – Lys…ci “palpa” sotto la maglietta? No scusate, mi ha fatto troppo ridere, non ci posso fare niente x’D
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E direi che a quanto pare a Lysandro piace il gruppo imitazione dei Radiohead.. mi sa? Decisamente il suo stile, secondo me.
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Ritornati a scuola, incontriamo i gemelli che ci raccontano della loro terribile esperienza alla discoteca (che per qualche motivo ero sicura sarebbe stata un gay bar…nulla contro nessuno/niente, ma Evan mi ha dato proprio l’impressione di essere interessato all’altra sponda a prima vista lol). A quanto pare Evan e Kentin pensano di fare parte del Fight Club e fingono di essere duri provocando e prendendo a manate la gente. Ognuno ha il proprio hobby.
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Ed è tempo di andare alla ricerca di Kentin per parlargli. Ah, non mi mancava affatto farlo :’)
Nel mezzo del cammin di nostra vita, incontriamo Castiel che è sempre pronto a dimostrarci quanto sia interessato a metterci le sue zampacce addosso.. Provaci ancora, guardate che per me non è finita qui, qualcosa DEVE succedere tra Lys e il suo best friend, non accetto che non ci siano scenate di gelosia. In fondo al mio cuore si nasconde una Maria De Filippi affamata di urla in stile Uomini e Donne.
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Nonostante il nostro impegno nella ricerca del moretto sia pari ad una bella 30 di pa, sembra che non sia a scuola. E vabbé, consoliamoci spettegolando con Lys, che vuoi che sia.
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Quando finalmente riusciamo a beccare Kentin, ve lo giuro, non ce l’ho fatta a sopravvivere alle nuove espressioni. Kentin non accigliarti, ti prego per la salvezza delle mie cornee. Quanto è brutto con quelle facce da stronzo! D:
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Dopo questa scenetta, non ho capito bene, ma il tutto si sposta a una settimana dopo credo? E iniziamo ad avere dei flashback su come Kentin si è comportato con noi in quel periodio… I am confusion.
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Dopo aver assistito alle cretinate di Kentin, la Dolcetta, i gemelli e Lys, meglio conosciuti come la “gang del sabato sera”, si riuniscono e decidono di andare alla Discoteca frequentata da Evan per evitare che i due inizino a fare la bua a qualcuno. Non so voi, ma mi sembra di essere diventata una specie di babysitter a furia di seguire e impicciarsi dei fatti degli altri hahahaha
Dopo aver chiesto il permesso di uscire alla madre, ed essere andata in giro a fare ulteriore shopping con Alexy per un totale di 290 $ non indifferenti per le mie poverissime tasche, siamo pronti ad andare alla “Magica Discoteca dei Messaggi Subliminali”, e vi spiegherò tra poco perché.
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Intanto, però, bisogna fare i conti con il buttafuori che non è proprio convintissimo della nostra maggiore età..
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Dopo i commenti inquietanti sul nostro aspetto da parte del buttafuori probabilmente 40enne, riusciamo ad imbucarci… Ma qualcosa mi è familiare, VERO CHINOMIKO?
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Vedete queste figure nere? Agli occhi di chi non segue le pagine di ChiNoMiko potrebbero sembrare dei semplici personaggi messi lì a caso, ma invece la nostra cara ragazza ha cercato di fare propaganda al suo nuovo gioco “Moonlight Lovers” x’D
Ma sei proprio shameless, prima con Eldarya, ora con questo! Devo dire che questi cameo sono un sacco simpatici, e mi hanno ricordato che non vedo l’ora di vedere l’aspetto di questi bei manzi *Q*
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Ma tornando a noi, troviamo immediatamente il duo fantastico mentre attacca briga con dei tipi random, e decidiamo di intervenire tempestivamente.
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Oddio Kentin, che faccia ha fatto? D:
Noi ci incavoliamo un tantinello con Evan, e gliene diciamo quattro, per poi andare a cercare Kentin, anche se sarà inutile parlargli.
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Ok, Kentin non ha tutti i torti, ci fosse una volta in cui ci facciamo gli affari nostri, però xD
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CHINO SEI SERIA? Mi fai davvero droppare di 30 punti il lov’ometro dopo che c’ho messo 20 episodi a farlo salire??! E l’episodio finisce così.
Niente ragazze, il drop vertiginoso dei lov’ometri è il sintomo dell’imminente arc del pg interessato, quindi aspettiamoci di conoscere qualcosa in più su Kentin dall’episodio 38-39.
Che dire? Eravamo partiti bene e siamo giunti al peggio in un attimo! Non ci resta che immaginare cosa potrebbe aspettarci nei prossimi episodi, ecco alcune riflessioni che ho fatto in merito.
1)      Il continuo menzionare del caldo da parte dei ragazzi sembra suggerire che sia estate, e rafforza la teoria secondo cui presto potrebbe esserci davvero un episodio ambientato in spiaggia, di nuovo!
2)      Dopo aver azzeccato la lezione sull’educazione sessuale, e vista la svolta più “spinta” che sta prendendo il gioco, con tanto di sogni erotici e pensieri che riguardano “Sono pronta a fare l’amore con il mio boyyy?”, per me l’episodio hot ci sarà DECISAMENTE, magari senza essere troppo dettagliato, ma sono certa che la probabilità sia molto alta!
3)      Kentin si comporta in modo piuttosto strano, e gli atteggiamenti di Evan sono piuttosto strani. Il gioco sta diventando piuttosto anche un po’ drammatico, e tratta tematiche sempre più delicate.. Cosa possiamo aspettarci nel prossimo arc? Evan sembra pentirsi delle sue azioni quando lo sgridiamo, che in fondo non sia una cattiva persona, ma soltanto qualcuno che ha la tendenza di fare semplicemente il cretino? Personalmente in questo momento non saprei cosa pensare né quali previsioni fare sul nuovo episodio, fatto sta che Evan rimarrà un personaggio chiave, ne sono sicura.
Voi avete qualche idea su dei possibili risvolti sulla storia di Kentin? Avete iniziato a pensare a come potrebbe essere un eventuale episodio sulla prima volta della Dolcetta? Ma soprattutto, siete sopravvissute alle spiegazioni della Delanay sui preservativi e le banane? Hahahahaha
Fatemi sapere via pm cosa ne pensate e se avete delle possibili teorie! Ci vediamo alla prossima recensione!
– Dorothy
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