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#illuminazioni
mrdrgr · 9 months
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Buon Natale 2023
#1974, #2023, #25Dicembre, #Addobbi, #Albero, #BabboNatale, #ColonnelloHarlandSanders, #Hachiko, #Illuminazioni, #KFC, #LOVEsculpures, #MerryChristmas, #Natale, #Ricorrenza, #SantaClaus, #SanValentino, #Shinjuku, #ShinjukuI-LandTower, #SkipBeat!
Il 25 dicembre è un giorno di festa in tutto il mondo. Nonostante la natura religiosa dell’evento, anche in Giappone, i cristiani, che sono circa il 3-4% della popolazione, celebrano questa giornata. Festeggiano anche tutti gli altri, senza prestare molta attenzione all’aspetto sacro della giornata, ma piuttosto considerando il Natale, semplicemente una festa, come continua…
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inesistenzadellio · 2 years
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Ho capito una cosa probabilmente molto banale, ma vabbè:
Sto passando il capodanno da solo, cosa che di per sé non mi crea nessun particolare fastidio, in quanto ho sempre odiato festeggiarlo facendo festa con persone e da qualche parte. La massima espressione del capodanno da 10 anni a questa parte per me è stata sempre mangiare con i miei, aspettate la mezzanotte e poi andare a letto.
Questa volta, lavorando, sono completamente solo e quindi all'ultimo ho deciso di cucinare un piatto un po' più particolare perché mi è venuta voglia e poi l'ho postato sui social. Mi è venuta l'illuminazione di aver fatto questo gesto perché solo da solo, e benché non trovi in questo stato particolari sofferenze, come già detto sopra, è comunque un giorno di festa, e il peso della consuetudine sociale si fa sentire, volente o nolente.
Questo per dire, che aver postato qualcosa quando sono solo, con l'intento più o meno conscio di mostrare una certa attitudine festosa, mi ha fatto capire che esiste un circolo vizioso in cui i social network ci imprigionano: la condivisione, in situazioni di solitudine, al fine di sentirsi meno soli, che non fa altro che accentuare la solitudine in un loop infinito di feedback negativo, in cui postare è direttamente proporzionale alla tua sensazione di essere solo.
Non dico che tutti facciano così; ci sono persone capaci di tenersi lontane da questo meccanismo, però ecco, esiste ed è la vera natura di tutti i social: fingere connessione aumentando il senso di solitudine al fine di aumentare l'utilizzo del social stesso.
Bene, ho finito, buon anno a tutti.
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klimt7 · 2 years
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Colazione sopra pensiero
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Da Sette, Corriere della Sera n. 19, 1995
Pisa, 1992 - Olivo Barbieri
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abstrakshun · 2 years
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Sigmar Polke (German, 1941-2010)
There was a conflict a long time ago - 2006-2007
@ Venice Biennale 2011: ILLUMInazioni – ILLUMInations
Central Pavilion, Giardini, Venice June 4 – November 27, 2011
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valentina-lauricella · 9 months
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Da quasi un anno leggo libri su due soli argomenti (Leopardi e l'aldilà), spesso più di uno contemporaneamente (adesso ne sto leggendo sei). Ho poco tempo a disposizione per farlo, solo mezz'ora di lucidità al mattino, subito dopo colazione. Sembra che di queste letture non mi rimanga niente, invece forse lasciano dei semi nel subconscio, e danno luogo a salti di consapevolezza mediante subitanee illuminazioni. E gli elementi inconsciamente analizzati e selezionati trovano il loro posto in un quadro soddisfacente, ma ancora in divenire. La verità, infatti, non è statica. Queste letture sono valse molto più di interminabili sedute con psicologi e psichiatri. Finalmente ho sentito che non esistono gli altri come enti del tutto separati da me, tanto meno come antagonisti. Gli altri sono tutti aspetti di me, e coloro che più mi appaiono temibili e in conflitto con me, sono aspetti di me che devo integrare. Tutta la realtà è soltanto l'illustrazione di aspetti di me stessa. Anch'io, che vi sembro così strana, non sono che un aspetto di voi.
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lemandro-vive-qui · 1 year
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Gothic Cathedral by a River (in tedesco - Gotischer Dom am Wasser) - Karl Friedrich Schinkel (1813)
(Due diverse illuminazioni)
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parolerandagie · 2 years
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Di Lunedì mattina infiniti e di illuminazioni crudeli
Questo Lunedì mattina che sta volgendo al termine è iniziato 443 anni fa circa, o almeno così mi è sembrato, ed il disastro non è nemmeno tutto qua.
Oggià.
Permettetemi infatti di rallegrarvi (<-- può contenere tracce di ironia) ulteriormente mettendovi a parte di una riflessione che spero capirete ma non condividerete (<-- può contenere tracce di falsa e solidale empatia), cioè che la vera differenza tra le settimane lavorative ed i fine settimana sta nella differente tipologia di noia che affligge l’essere umano.
Noia può essere tranquillamente sostituito od affiancato dai termini ‘’sofferenza’’, ‘’fastidio’’, ‘’dubbi sulla ragione per cui a) ci si è svegliati b) si è abbandonato il letto’’, ‘’ansia’’, ‘’angoscia’’, ‘’merda in cui nuotare’’.
Ed anche porca/o (<-- inserire il termine che preferite, tipo miseria, mignotta, diavolo, cazzo, troia, l’oca, cane, dìghel, zio, diesel, zagor, etc.).
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anaromantico · 1 year
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“In questo periodo ho solo voglia di restare immerso nel buio, Lloyd”
“Desiderio lecito e sano, sir”
“Ma tu non eri un grande amante della luce e dell’aria aperta?”
“In realtà, sir, credo che a volte sia necessario rifugiarsi nel buio per combattere l’oscurità”
“E funziona, Lloyd?”
“Certo, sir. Nel buio spesso si nascondono le migliori illuminazioni”
“Come l’alba alla fine della notte”
“Come quella, sir. Esattamente come quella.”
Vita con Lloyd
🦖
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mrdrgr · 2 years
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Buon Natale
#1974, #2022, #25Dicembre, #Addobbi, #Albero, #BabboNatale, #ColonnelloHarlandSanders, #Decorazioni, #Hachiko, #Illuminazioni, #KFC, #LOVEsculpures, #MerryChristmas, #Natale, #SantaClaus, #SanValentino, #Shinjuku, #ShinjukuI-LandTower, #SkipBeat!
Il 25 dicembre è un giorno di festa in tutto il mondo. Nonostante la natura religiosa dell’evento, anche in Giappone, i cristiani, che sono circa il 3-4% della popolazione, celebrano questa giornata. Festeggiano anche tutti gli altri, senza prestare molta attenzione all’aspetto sacro della giornata, ma piuttosto considerando il Natale, semplicemente una festa, come continua…
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LE 9 ILLUMINAZIONI DA LA PROFEZIA DI CELESTINO
1. Scopriamo di vivere in un mondo misterioso, ricco di improvvise coincidenze e incontri sincronistici che sembrano predestinati.
2. Quando prenderemo coscienza di questo mistero, creeremo una visione del mondo nuova e ridefiniremo l'universo sacro e pieno di energia.
3. Ci renderemo conto che ogni cosa è generata da un'energia divina che tutti cominciano a percepire e a comprendere.
4. In questa prospettiva vedremo che gli esseri umani si sono sempre sentiti disconnessi da questa fonte sacra e hanno soddisfatto il loro bisogno di energia prevaricando gli altri. Questa competizione è la causa di ogni conflitto.
5. La risoluzione è stabilire un contatto con il divino, una trasformazione mistica che ci colma di energia e di amore infiniti, affina la percezione della bellezza e ci eleva a una consapevolezza spirituale superiore.
6. Forti di questa consapevolezza, possiamo superare il dramma del controllo e scoprire la verità: tutti gli uomini devono contribuire a far evolvere l'umanità verso questa nuova dimensione.
7. Se perseguiremo questo scopo, l'intuito ci indicherà la via da percorrere e farà in modo che un flusso di coincidenze ci rivelino qual è la nostra missione.
8. Quando un numero sufficiente di persone sarà nel flusso dell'evoluzione, trasmettendo sempre energia agli altri, creeremo una nuova cultura, in cui i nostri corpi vibreranno a livelli sempre più elevati di energia e perfezione.
9. E' così che partecipiamo all'evoluzione del big bang al fine ultimo dell'esistenza. Infatti, facendo vibrare i corpi a un livello sempre maggiore di energia, varcheremo le soglie di un paradiso che potremo finalmente vedere.
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susieporta · 7 months
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Scendere nei propri abissi interiori è tanto scomodo quanto necessario: più accoglieremo la nostra profondità ed ogni ombra che vi riposa, tanto più ne risaliremo consapevoli e risvegliati a nuova luce. Osserva la natura di cui siamo parte integrante: tutto è ciclico, luce ed ombra danzano insieme alternandosi in armonia, accogliendo l'una il seme dell'altra nel suo massimo picco. Così il seme d'inverno nasce nel cuore della stagione del fuoco, così il sole d'estate nasce dal cuore del più profondo inverno; se solo sapessimo danzare armoniosamente con le nostre stagioni interiori, accogliendone ogni cambiamento e sfumatura con comprensione.
Ascoltati in profondità, oltre ogni tua convinzione: l'ostacolo più grande per questo lavoro interiore è sapere distaccarsi da tutto ciò verso cui ci siamo sempre identificati e prepararci ad accogliere il cambiamento, qualsiasi cosa possa dover mutare in noi per realizzarlo.
Il vero lavoro con la propria ombra è scomodo solo quando siamo ancorati alle nostre convinzioni, altrimenti diviene estremamente liberatorio e, pagato lo sforzo dell'immersione e l'accettazione di ciò che ne emergerà, portatore di grandi illuminazioni.
Ombra D'Orso
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diceriadelluntore · 1 year
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Fuochi di Gloria
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‘O Fuochiste è il Fuochista, Pirotecnico, Razzaio.
Mestiere di chi fabbrica i fuochi d’artificio e che poi li fa esplodere, accendendo la relativa miccia, illuminando così le notti delle feste, in cui è stata richiesta la sua opera. Secondo la vulgata popolare, i più grandi furono i Vallefuoco di Mugnano di Napoli, che annoverano intere generazioni, che si sono tramandate quest’arte da padre in figlio ed erano facilmente riconoscibili per le mutilazioni agli arti, incidente tragicamente comune nel mestiere. Altri fuochisti rinomati sono quelli di Sant’Anastasia, di Ercolano, di Torre del Greco, che spesso si confrontano nelle gare pirotecniche nazionali ma soprattutto locali, legate a Feste regiliose: tra le feste pirotecniche più famose, San Biagio a Mugnano, il 3 Febbraio, la Festa dei Gigli di Nola a Giugno e quella di San Rocco a Siano in Agosto, in provincia di Salerno. C’è una sequenza precisa di illuminazioni dei botti, che nella sua più classica forma è composta così:
- a sparata d’inizio (insieme di piccoli petardi, come una sorta di antipasto)
- ‘e granate d’argiente  (insieme di granate, razzi sparati verso il cielo, che nel ridiscendere appaiono come una cascata di fili d'argento);
- ‘e granate a piogge (Insieme di granate, razzi, che dopo lo scoppio in alto ricadono al suolo con vari colori a poggia)
- ‘e granate ‘e cuntorne (chiamata anche batteria di riempimento , perchè viene sparata solo a colpi isolati per riempire  l'intervallo fra uno scoppio  di granate e l'altro)
- ‘e granate cu ‘a ‘ntesa rata (insieme di granate che prevedono dopo lo scoppio una risposta secca di un colpo di mortaio)
infine Il finale, dopo una sequenza ininterrotta di botti che preludono lo sparo dell’ ‘a cagliosa (il botto di chiusura), detto anche assole
IN FOTO, PIAZZA DEL PLEBISCITO ILLUMJINATA DAI FUOCHI D’ARTIFICIO PER LA VITTORIA MATEMATICA DELLO SCUDETTO 2022\2023 DEL NAPOLI, CAMPIONE D’ITALIA
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silviascorcella · 10 months
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Caterina Gatta p/e 2020: nell’archivio c’è la fonte della bellezza futura
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“Di una cosa ero sicura, non volevo fare la fashion designer”: suona curiosamente paradossale pronunciato da Caterina Gatta, che con la sua moda di giovane e talentuosa stilista, è sempre felicemente riconoscibile perché non  è mai stata imitatrice né debitrice di estetiche standardizzate e massificate, vero? Difatti, l’unicità è una dote che accade raramente: ovvero, quando le creazioni sono una combinazione non solo di grande passione e bravura sartoriale, ma anche di una dedizione profonda per la ricerca agganciata ad un senso del tutto personale della bellezza, e di un istinto rispettoso che va oltre il mero fascino dell’estetica, per andare a conquistare e condividere il valore prezioso della cultura che tramite l’estetica si esprime.
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Ecco, Caterina Gatta nel mondo del suo brand, che con lei condivide anche il nome e cognome come fosse uno specchio che ne riflette tutto il ventaglio di bellezza, esercita proprio questa combinazione pregiata. L’ha fatto sin dall’inizio del suo percorso di giovane promessa del fashion italiano, e lo riconferma tutt’ora nella collezione s/s 2020, che del suo percorso è anche una  rinfrescante sublimazione.
A ben vedere, forse il segreto di Caterina Gatta e della sua moda potrebbe essere raccolto proprio nell’essenza di  quell’affermazione: che, badate bene, non ha nulla di perentorio né altezzoso, tutt’altro! Anzi, è per l’appunto l’incipit spontaneo del suo itinerario poliedrico e generosamente curioso nella moda: che al fashion design approda come fosse il contenitore professionale perfetto dove raccogliere e esprimere le illuminazioni scoperte durante il percorso. Che inizia  con lo studio in Scienze della moda e del costume, mescolato ad esperienze lavorative assai eterogenee, cioè l’esperienza in un negozio vintage, lo studio dei diamanti presso un azienda import export, lo stage in America come associate new business per un agenzia di PR, l’assistente di una giornalista durante le fashion week di Milano e Parigi. Esperienze diversissime, ma che già custodivano il fil-rouge che da lei, e del suo brand, è tanto amato: l’amore scoccato per i tessuti vintage appartenuti alle grandi griffe che del made in Italy son state pietre miliari per eccellenza di qualità manifatturiera e per meraviglia di creazione estetica. 
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Una scintilla scoccata con l’incontro casuale di un tessuto vintage firmato Irene Galitzine, da cui Caterina Gatta aveva avviato una collezione personale: oltre un centinaio di stoffe splendide, provenienti principalmente dai favolosi anni Ottanta e Novanta appartenute, tra gli altri, a Gianni Versace, Mila Schön, Valentino, Ungaro, Yves Saint Laurent , Givenchy, Fausto Sarli, Lancetti e molti altri. Una collezione presto divenuta ispirazione per il suo progetto di moda.
È il 2011 quando il progetto di Caterina Gatta riceve la benedizione di Franca Sozzani e Sara Maino per la partecipazione al ‘Vogue Talents corner’: aveva ragione Caterina, a voler creare abiti dall’appeal contemporaneo a partire da quelle stoffe testimoni di una bellezza unica e irripetibile, profondamente italiana e straordinariamente creativa.
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Da quel momento il brand è cresciuto e maturato, naturalmente: si è anche ampliato a collezioni dove i tessuti sono ideati e progettati da lei, con un’evoluzione naturale della ricercatezza divertita dei motivi stampati a dar forma a silhouette squisitamente attuali.
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Ora, per la p/e 2020, Caterina Gatta torna alle origini con consapevolezza entusiasta: torna al suo archivio prezioso di tessuti vintage, materia prima il cui valore è anche nel gesto, a suo modo ribelle e salvifico, di riportarli nel nostro presente e plasmarli in creazioni sartoriali perfettamente contemporanee, perfettamente coerenti con il gusto di Caterina Gatta, fatto principalmente di appiombi netti e linee asciutte come base solida su cui costruire volant plastici, gonne a corolla che sbocciano con brio pop, tagli fendenti che aprono geometrie affacciate sulla pelle, silhouette anch’esse felicemente caratteristiche del brand come la tuta pantalone con i volant appoggiati sulla vita e gli abiti imbottiti con la tundra di seta e organza tripla, dove per fare un mini abito servono più di dodici metri di seta pura.
Restano intatti i giochi di accostamenti e sovrapposizioni di colori vividi e stampe che sembrano sottratte a opere d’arte: resta intatta la creatività libera, assieme alla passione per l’arte in connubio con la moda. 
Forse Caterina Gatta ha ragione: se avesse voluto fare la fashion designer, non avrebbe tracciato un viaggio così personale e intenso! 
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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ladrodiciliegie · 10 months
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Una delle possibili illuminazioni
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valentina-lauricella · 2 months
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Parole a ruota libera con Cesare Pavese:
"Hai meditato a fondo su Dio, Gesù, la natura della realtà, le sue leggi sottese, a partire dai Greci fino ai più recenti filosofi cristiani. E inoltre hai una sensibilità speciale che ti fa entrare in contatto con una coscienza superiore: sei quasi un mistico, che però porta alla luce il proprio lavorio interiore anziché esplodere nella "visione", come accade a coloro in cui i meccanismi psichici restano inconsci, celati a sé stessi.
Sei una di quelle persone che rendono chiaro il significato della frase che "Dio è dentro di noi".
L'intelletto dell'uomo che si sforza di conoscere Dio, è già Dio. Tu accenni alle profonde leggi della realtà e del fato, alla permanenza eterna delle azioni e dei pensieri nell'etere, fai presente il tuo anelito alla dimensione al di fuori del tempo, che è un serbatoio e una sorgente dell'arte, come un grande mistico o un sensitivo che parli con gli spiriti disincarnati. Tu arrivi a noccioli di verità attraverso la ragione e la riflessione, e non per "illuminazioni". Onesto. I tuoi pensieri terreni erano già celesti.
Da ciò che ho letto finora, tu mi sembri più portato alla fede di Leopardi, forse perché la tua intelligenza è più calda, intendo scaldata dal sentimento. Leopardi soffriva di lunghissimi periodi di apatia sentimentale e freddezza, quindi per lui l'assenza di un Dio-amore, paradossalmente, era più sopportabile. Giacché secondo me non è la paura della morte la molla per la scoperta dell'eternità, ma il desiderio d'amore. Gli unici momenti in cui Leopardi, da adulto, parlò esplicitamente dall'aldilà e di un "raggio divino", furono quelli riscaldati dalla speranza dell'amore. E se gli rimase uno sfilaccio di pallida credenza nell'aldilà, fu grazie al pensiero di trovare in esso la sua donna ideale, che ogni tanto balenava nei suoi sogni o fantasticherie. Per il resto, non aveva la minima paura di morire."
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