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#infanzia difficile
dissonanzeperpetue · 11 months
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Io sono una persona socievole, dialogo facilmente con tutti, anche con gli estranei e a volte divento anche logorroica. Parlo di tutto: problematiche sociali, argomenti filosofico-esistenziali, alimentazione, attività fisica, studio, lavoro, divertimento, cibo e tanto altro. Nonostante tutto, sono una persona estremamente riservata, non sento l'esigenza di raccontare il mio passato e la mia vita e forse proprio per questo non capirò mai quelli che ti raccontano tutto, ogni dettaglio delle loro sofferenze passate. Questo per dire, che non è che perché uno non dice nulla vuol dire in automatico che abbia avuto una vita facile! Quindi, quando incontrate qualcuno con un carattere socievole che parla di tutto in modo sereno, non date per scontato che non abbia avuto problemi o che non abbia avuta un'infazia difficile, perché non è una cosa così scontata. ©dissonanzeperpetue
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illsadboy · 2 years
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Se si cresce così:
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È normale diventare così:
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Ci vorrebbe più amore ed empatia.
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mccek · 6 months
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“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
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colonna-durruti · 9 months
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Maledetti, maledetti sfruttatori classisti.
DA LEGGERE: Lettera su Il Fatto Quotidiano
“Sono una 24enne studentessa universitaria, lavoratrice occasionale. E sono figlia di un padre di 59 anni, invalido, che ha ricevuto l’sms della sospensione del Rdc. Scrivere questa email è umiliante, ma vorrei chiarire le idee a chi forse non le ha chiare su chi siano le famiglie che in questi 4 anni sono riuscite ad andare avanti grazie a questo sussidio.
Vengo da una famiglia molto povera e sin dalle elementari ho avvertito il senso di inferiorità rispetto alle mie compagne. Non ho mai potuto fare sport, ricevuto regali come libri, mangiare fuori con la mia famiglia. Alle medie non avevo un euro per il panino, se non per qualche giorno quando mio padre riceveva il suo misero stipendio, ancora ringrazio la mia compagna Lucia che mi dava un pezzo del suo senza farmelo mai pesare. Non ho mai potuto fare gite di classe, legare davvero con le mie compagne: sapevano che stavo un gradino più in basso, non avevo argomenti, spesso piangevo perché mi sentivo abbandonata a me stessa e molte volte mi chiedevo se avrei mai potuto sentirmi “normale” come loro. Quando i soldi c’erano, erano per la casa, le bollette, per riempire frigo e freezer. Quando le cose andavano male, si rompeva un elettrodomestico, era anche peggio, bisognava decidere se mangiare o non lavarsi per una settimana. Più di tutto mi è pesato dover sempre scegliere la cosa che meno poteva impattare su tutti. A volte mi sembra di non aver vissuto, di non aver ricordi della mia infanzia/adolescenza, se non quelli passati a piangere chiedendomi che cosa avessi fatto di male per essere capitata in una famiglia così povera.
La povertà in Italia è una colpa, è un continuo fare la guerra alle persone che per definizione sono solo scansafatiche. Perché se sei povero, puoi solo essere questo. Non puoi studiare, oppure puoi studiare, senza libri, senza risorse, senza Internet, senza dispositivi, puoi adattarti agli orari delle biblioteche, appoggiarti sulle borse di studio regionali, quelle per cui devi avere il 90% di crediti dell’anno in corso. Ma avete una vaga idea di quanto possa essere difficile rimanere in corso senza una famiglia che ti sostenga alle spalle? L’università premia i bravi studenti, ma non i poveri studenti. E cosa c’entra con il Rdc?
Mi ha permesso di non scegliere, di avere i libri di cui avevo bisogno nell’immediato, di pagare le tasse (nonostante rientrassi in fascia 1), di vivere senza preoccuparmi mentre studiavo, di sentirmi normale, di non sentirmi in colpa per soldi in penne, quaderni, pranzi al sacco all’università. Mi ha consentito di vedere la mia famiglia felice per una spesa che ti assicura dei pasti decenti per 2-3 settimane. Mi ha privato della vergogna di dover chiedere aiuti alla chiesa o ai vicini. Di andare dal dentista quando stavo male, di comprare le lenti a contatto e non usare le mensili per 6 mesi. Mi ha permesso di vivere dignitosamente. Mi preoccupa tornare a come eravamo anni fa, quando i litigi in casa erano all’ordine del giorno, in un clima in cui è difficile studiare.
Ripongo nella mia carriera le speranze che un giorno la mia famiglia non vivrà tutto questo, che potrò raccontare ai miei figli ridendo di essere stata aggredita dalla mia professoressa per non avere 10 euro per il diario scolastico. La carriera da medico non mi farà dimenticare che cosa significa essere povera e vivere nella sfortuna, sarò presente nella vita di chi ha bisogno come me, ricordandomi di chi ha aiutato la mia famiglia quando più ne aveva bisogno. Nanni Moretti diceva: “Io non parlo di cose che non conosco”, perciò voi italiani, che puntate il dito, che avete visto la povertà solo nei film, che leggete della delinquenza sui giornali e la attribuite a noi, mettetevi una mano sulla coscienza e chiedetevi se siete consapevoli abbastanza per poterne parlare.”
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angela-miccioli · 3 months
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Quando Giallini spiega gli uomini alle sue amate figlie..
“Io mi sento di poter dividere gli uomini in quattro categorie, che più o meno vanno a coprire circa il 95% dell’universo maschile.
Categoria Numero 1: gli insoddisfatti. Tutto il giorno ripetono: la mia vita fa schifo, mia moglie non mi ama, i miei figli mi detestano. La donna che casca in questo rapporto diventa una crocerossina. Non dice mai: Io ti amo. Dice: Io ti salverò.
Categoria Numero 2: Peter Pan. Hanno di bello che non hanno crisi di mezza età perché sono fermi all’ adolescenza. Per loro sei un joystick, conquistarti vuol dire salire al primo livello, portarti a letto è vincere la partita. Prediligono donne giovani, esageratamente giovani.
Passerei senz’altro alla categoria 3, i vorrei-ma-non-posso. Di solito sposati con figli, ma in procinto di separarsi, in procinto di dirglielo, in procinto di andare via di casa. Sono sempre in procinto di, ma non fanno mai nulla, perché ora lei sta attraversando un momento difficile, perché il bambino è piccolo, perché il bambino non capirebbe. Poi, alla festa di laurea del bambino, forse capisci che il momento giusto non arriverà mai.
Infine ci sono i buoni, belli e intelligenti."
“Ah, finalmente! Qual è il loro problema?
“La mamma”.
“La mamma?”
“Sì, una presenza costante e imprescindibile, fin dall’ infanzia. E’ lì che cominciano a trasformare i loro piccoli uomini in piccoli mostri - Ma quant’ è bello ‘sto pisellino? Ma com’ è grosso ‘sto pisellino? Ma di chi è ‘sto pisellone?. Tutto il repertorio: quanto sei bello, quanto sei intelligente, quanto sei bravo. E allora, se per metà della tua esistenza una donna ti fa sentire Dio, perché accettare che per il resto della vita un’altra donna ti faccia sentire uno stronzo?"
"Papà, però scusa, tu hai parlato del 95% degli uomini. E il restante 5%?"
“Sono quelli decenti. Buona caccia al tesoro amore mio”.
Monologo tratto dal film: "Tutta colpa di Freud"
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canesenzafissadimora · 9 months
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COMME UCCIDERE UN POPOLO
Una lettera sul il "Fatto Quotidiano" di oggi
Sono una 24enne studentessa universitaria, lavoratrice occasionale. E sono figlia di un padre di 59 anni, invalido, che ha ricevuto l’sms della sospensione del Rdc. Scrivere questa email è umiliante, ma vorrei chiarire le idee a chi forse non le ha chiare su chi siano le famiglie che in questi 4 anni sono riuscite ad andare avanti grazie a questo sussidio.
Vengo da una famiglia molto povera e sin dalle elementari ho avvertito il senso di inferiorità rispetto alle mie compagne. Non ho mai potuto fare sport, ricevuto regali come libri, mangiare fuori con la mia famiglia. Alle medie non avevo un euro per il panino, se non per qualche giorno quando mio padre riceveva il suo misero stipendio, ancora ringrazio la mia compagna Lucia che mi dava un pezzo del suo senza farmelo mai pesare. Non ho mai potuto fare gite di classe, legare davvero con le mie compagne: sapevano che stavo un gradino più in basso, non avevo argomenti, spesso piangevo perché mi sentivo abbandonata a me stessa e molte volte mi chiedevo se avrei mai potuto sentirmi “normale” come loro. Quando i soldi c’erano, erano per la casa, le bollette, per riempire frigo e freezer. Quando le cose andavano male, si rompeva un elettrodomestico, era anche peggio, bisognava decidere se mangiare o non lavarsi per una settimana. Più di tutto mi è pesato dover sempre scegliere la cosa che meno poteva impattare su tutti. A volte mi sembra di non aver vissuto, di non aver ricordi della mia infanzia/adolescenza, se non quelli passati a piangere chiedendomi che cosa avessi fatto di male per essere capitata in una famiglia così povera.
La povertà in Italia è una colpa, è un continuo fare la guerra alle persone che per definizione sono solo scansafatiche. Perché se sei povero, puoi solo essere questo. Non puoi studiare, oppure puoi studiare, senza libri, senza risorse, senza Internet, senza dispositivi, puoi adattarti agli orari delle biblioteche, appoggiarti sulle borse di studio regionali, quelle per cui devi avere il 90% di crediti dell’anno in corso. Ma avete una vaga idea di quanto possa essere difficile rimanere in corso senza una famiglia che ti sostenga alle spalle? L’università premia i bravi studenti, ma non i poveri studenti. E cosa c’entra con il Rdc?
Mi ha permesso di non scegliere, di avere i libri di cui avevo bisogno nell’immediato, di pagare le tasse (nonostante rientrassi in fascia 1), di vivere senza preoccuparmi mentre studiavo, di sentirmi normale, di non sentirmi in colpa per soldi in penne, quaderni, pranzi al sacco all’università. Mi ha consentito di vedere la mia famiglia felice per una spesa che ti assicura dei pasti decenti per 2-3 settimane. Mi ha privato della vergogna di dover chiedere aiuti alla chiesa o ai vicini. Di andare dal dentista quando stavo male, di comprare le lenti a contatto e non usare le mensili per 6 mesi. Mi ha permesso di vivere dignitosamente. Mi preoccupa tornare a come eravamo anni fa, quando i litigi in casa erano all’ordine del giorno, in un clima in cui è difficile studiare.
Ripongo nella mia carriera le speranze che un giorno la mia famiglia non vivrà tutto questo, che potrò raccontare ai miei figli ridendo di essere stata aggredita dalla mia professoressa per non avere 10 euro per il diario scolastico. La carriera da medico non mi farà dimenticare che cosa significa essere povera e vivere nella sfortuna, sarò presente nella vita di chi ha bisogno come me, ricordandomi di chi ha aiutato la mia famiglia quando più ne aveva bisogno. Nanni Moretti diceva: “Io non parlo di cose che non conosco”, perciò voi italiani, che puntate il dito, che avete visto la povertà solo nei film, che leggete della delinquenza sui giornali e la attribuite a noi, mettetevi una mano sulla coscienza e chiedetevi se siete consapevoli abbastanza per poterne parlare.
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c3ss4 · 4 months
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mio fratello è ancora nella fase del rinnego, finge che io non esista e se mi incontra in un contesto sociale fa una faccia da funerale………….ogni tanto tento invano di socializzare con lui tramite attività assolutamente family friendly quali: fumarsi le bombe assieme. talvolta gli mando qualche reel su ig o mi sforzo di averci una conversazione, anche se nella maggior parte dei casi non ottengo risposta. un po’ mi manca avere un bel rapporto con mio fratello. è una cosa a cui non ho mai dato peso durante la mia infanzia e adesso comincia a far male. forse è perché sono circondata da casi anomali. forse alla fin fine non è così strano che io e mio fratello non ci sopportiamo. i rapporti umani sono così complicati. complicati, ma soprattutto contraddittori. prendiamo ad esempio mia madre. vorrei non volerle bene, eppure lo faccio. è una persona difficile. una di quelle che devi costantemente giustificare e di cui devi interpretarne i comportamenti. però ci sono tante cose che ammiro di lei. la prima fra tutte forse è che si sbatte anche troppo per gli altri. il che è strano per una donna che odia il contatto fisico e che preferisce l’ onestà ai complimenti. eppure è fatta così. ti prende un regalo e dice che ti ha pensato. quando hai una linea di febbre, ti porta i pasti a letto, ti accarezza le mani e dice sempre “ma perché non è venuta a me”. si offre sempre di accompagnarmi, nonostante possa benissimo prendere i mezzi, anche a costo di incastrare i suoi mille impegni. questo natale, mentre scartavamo i regali ha tirato fuori una piccola scatola. “è per la famiglia. non so se possa essere utile...” dice trattenendo una risata. erano i suoi risparmi di un anno. per un anno, ogni mese aveva messo via parte dei suoi soldi per poi darli a noi. siamo tutti scoppiati a piangere e l’ abbiamo abbracciata. forse dovrei solo darle tempo. è questo quello che mi ripeto da 23 anni. tempo di capirmi. ed è quello che mi ripeto anche con mio fratello. forse ancora non mi conosce abbastanza.
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be-appy-71 · 4 months
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Auguri a chi in questo Natale vorrebbe il calore di un abbraccio.
Auguri a chi non smette di inseguire i propri sogni. Auguri a chi trova la forza di alzare gli occhi al cielo per riempirli di stelle.
Auguri a chi in questo Natale vorrebbe avere accanto a sé chi è volato in cielo troppo presto.
Auguri a chi è costretto a restare lontano da chi ama.
Auguri a chi ogni giorno fa i conti con i propri errori e fa a pugni con la vita, a chi piange ogni notte ma trova sempre la forza di sorridere. Auguri a chi ha la mente in disordine e il cuore in subbuglio, a chi ha il sole negli occhi e le mani piene di sogni.
Lasciate che il freddo vi arrossi il naso e vi punga il viso ma non lasciate mai che vi raffreddi il cuore. Il Natale è l'incanto delle cose semplici, è il ricordo di profumi e sapori che hanno colorato la nostra infanzia, è l'amore di tutte le persone che non sono più con noi ma che portiamo sempre nel cuore, è lo scintillio delle luci che ci fa tornare bambini. Natale sono i primi fiocchi di neve, il trillo allegro dei campanelli, un soffio di zucchero a velo sul naso, le canzoni che riempiono il silenzio, i bastoncini di zucchero che colorano la lingua. E date retta al cuore perché, per quanto sia tortuosa e difficile la strada, ad amare non si sbaglia mai.
Buon Natale ♠️🔥
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C.Trabalza
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Auguri a chi in questo Natale vorrebbe il calore di un abbraccio.
Auguri a chi non smette di inseguire i propri sogni. Auguri a chi trova la forza di alzare gli occhi al cielo per riempirli di stelle.
Auguri a chi in questo Natale vorrebbe avere accanto a sé chi è volato in cielo troppo presto.
Auguri a chi è costretto a restare lontano da chi ama.
Auguri a chi ogni giorno fa i conti con i propri errori e fa a pugni con la vita, a chi piange ogni notte ma trova sempre la forza di sorridere. Auguri a chi ha la mente in disordine e il cuore in subbuglio, a chi ha il sole negli occhi e le mani piene di sogni.
Lasciate che il freddo vi arrossi il naso e vi punga il viso ma non lasciate mai che vi raffreddi il cuore. Il Natale è l'incanto delle cose semplici, è il ricordo di profumi e sapori che hanno colorato la nostra infanzia, è l'amore di tutte le persone che non sono più con noi ma che portiamo sempre nel cuore, è lo scintillio delle luci che ci fa tornare bambini. Natale sono i primi fiocchi di neve, il trillo allegro dei campanelli, un soffio di zucchero a velo sul naso, le canzoni che riempiono il silenzio, i bastoncini di zucchero che colorano la lingua. E date retta al cuore perché, per quanto sia tortuosa e difficile la strada, ad amare non si sbaglia mai.
Buon Natale ❤️
C.Trabalza
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notebook91286 · 8 months
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When Lost Girl meets Lost Boy
KillerQueen86
“Quando tutto sarà finito, non ti sentirai più un’orfana, perché lo sarai davvero”
Cercò di cacciare via la voce di quel piccolo demone dalla sua testa, cosa che non le stava riuscendo molto bene: detestava quell’isola, detestava Pan e i suoi giochetti mentali e detestava l’idea che Henry fosse nelle sue mani.
Si era voluta allontanare dal campo dopo aver mangiato, aveva bisogno di rimanere sola, riordinarei suoi pensieri, ma la voce di Pan le tornava sempre alla mente, non la lasciava mai. Dover affrontare la sua infanzia solitaria era stata un prova davvero dura, e doverlo fare davanti a MaryMargaret era stato peggio; in fondo al suo cuore sapeva che i suoi genitori non avevano avuto altra scelta, ma sapeva anche che non li aveva ancora perdonati per tutti gli anni che era stata costretta a trascorrere da sola ed era terrorizzata all’idea che,forse,neanche Henry l’avesse perdonata. Decise di tornare al campo: stare in mezzo alla giungla non aiutava e sicuramente non avrebbe mai smesso di tormentarsi, doveva riposare, avevano davanti a loro giorni intensi e stancanti.
Al limite del campo si fermò, i suoi genitori e Regina stavano già dormendo, l’unico sveglio era Uncino, seduto appoggiato ad un tronco davanti al fuoco, le dava le spalle quindi non l’aveva vista.
Aveva evitato di stare ancora sola con lui, stava diventando sempre più difficile stargli vicino.
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mchiti · 18 days
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Io sono pugliese (provincia di Taranto) e sìììì, la Puglia te la consiglio tantissimo! 🥹 il mio posto preferito in assoluto in Puglia è la Valle d’Itria, ovvero dove ci sono Ostuni (uno dei posti che amo di più in tutta la Puglia), Cisternino, Locorotondo e Martina Franca (io poi ci ho trascorso le estati della mia infanzia in questi posti perché degli amici di famiglia avevano la casa in campagna da quelle parti e quindi amo tantissimo).
Dalle mie parti invece abbiamo il mare bellissimo perché tutta la costa ionica da dopo Taranto fino al capo di Leuca è stupenda, poi diciamo che siamo in una posizione strategica perché siamo a metà strada tra Bari e Lecce (città molto belle ma voglio fare pubblicità anche a Taranto perché purtroppo è conosciuta principalmente per la presenza dell’Ilva nonostante sia una città davvero tanto bella a mio parere).
Infine (scusa per il messaggio lunghissimo) voglio fare pubblicità anche al mio paese aka Grottaglie che ha un centro storico molto bello (anche se poco valorizzato nonostante non abbia niente da invidiare ad altri centri) ed è famosa per la produzione di ceramiche artistiche, quindi è il posto ideale per comprare tanti bei souvenir ahahah
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Stavo dando un'occhiata alle foto dei posti che mi hai detto e 🥹 infatti ho colleghi del sud sia pugliesi che calabresi che mi consigliano tantissimo di andare per la costa ionica, sia per la puglia che per la calabria, che ci sono posti incredibili!! e ci credo guarda che roba 🥹 per esempio a taranto mi piacerebbe fare anche solo un concerto del primo maggio una volta della vita se mi capita!! So che Diodato e Riondino si impegnano molto su questo e onestamente ormai offre musica molto più interessante del concerto di Roma e sarebbe anche un modo per dare sostegno alle loro lotte perché quello che hanno fatto con l'Ilva è una vergogna d'Italia davvero... E che bella anche Grottaglie ma è bellissima ❤️ Ma che belle le grotte, a che epoca risalgono?
Purtroppo l'aumento dei prezzi è un problema enorme ovunque in italia, fare una vacanza al mare è davvero difficile per molti...la mia fortuna nella vita è che quando andiamo in marocco siamo sul mare o comunque molto vicini (dipende se andiamo nei paesi di origine dei miei o a tangeri dove sono cresciuti ma comunque sempre a nord) e anche lì il mare è molto bello perché arriva il mediterraneo che è davvero...cioè secondo me l'area mediterranea è proprio tra le più belle al mondo 😭 Comunque no niente devo organizzare una discesa in Puglia questa estate assolutamente e ti ringrazio dei consigli preziosi 💗
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francobollito · 4 months
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Auguri a chi in questo Natale vorrebbe il calore di un abbraccio.
Auguri a chi non smette di inseguire i propri sogni. Auguri a chi trova la forza di alzare gli occhi al cielo per riempirli di stelle.
Auguri a chi in questo Natale vorrebbe avere accanto a sé chi è volato in cielo troppo presto.
Auguri a chi è costretto a restare lontano da chi ama.
Auguri a chi ogni giorno fa i conti con i propri errori e fa a pugni con la vita, a chi piange ogni notte ma trova sempre la forza di sorridere. Auguri a chi ha la mente in disordine e il cuore in subbuglio, a chi ha il sole negli occhi e le mani piene di sogni.
Lasciate che il freddo vi arrossi il naso e vi punga il viso ma non lasciate mai che vi raffreddi il cuore. Il Natale è l'incanto delle cose semplici, è il ricordo di profumi e sapori che hanno colorato la nostra infanzia, è l'amore di tutte le persone che non sono più con noi ma che portiamo sempre nel cuore, è lo scintillio delle luci che ci fa tornare bambini. Natale sono i primi fiocchi di neve, il trillo allegro dei campanelli, un soffio di zucchero a velo sul naso, le canzoni che riempiono il silenzio, i bastoncini di zucchero che colorano la lingua. E date retta al cuore perché, per quanto sia tortuosa e difficile la strada, ad amare non si sbaglia mai.
Buon Natale ❤️
C.Trabalza
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illsadboy · 2 years
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Stavo pensando a me e a l'infanzia che la vita mi ha dato non ho mai giocato coi soldatini ma ero incazzato come un bimbo soldato…. anche se con gli anni rabbia non è passata.
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susieporta · 6 months
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(COMMEMORAZIONE DEI FEDELI DEFUNTI) - "Il corpo di marmo, col bel sorriso, di zia Angela" di Marco Pozza
Ho un esubero d'infanzia da smaltire. Mi verrebbe da dire, ripensando alla mia infanzia, ch'è stato il paese più bello nel quale io abbia abitato finora. È una stagione cruciale, a guardarla a posteriori: quando la vita pressa con urgenza, è lì che vado ad agganciare le mie mani alle radici. Come un naufrago che, verso un naufragio, cerca appigli per non naufragare completamente. Un'immagine mi si è conficcata nella memoria più di altre: la morte di “zia Angela”, la moglie del fratello di nonno. Non era, dunque, propriamente zia, ma l'affetto, certe volte, se ne frega anche della correttezza dei rapporti parentali. Lei, sul letto, composta e vestita, con il suo rosario tra le mani e un leggerissimo velo di seta nero messo sulla sua testa. Sembrava uscita dalla parrucchiera, con un breve passaggio in un negozio di bei vestiti tanta era la delicatezza con la quale avevan “preparato” - come si dice – il cadavere. Ricordo lei morta, ma ricordo noi bambini dentro la camera assieme ai nonni: “Recitiamo il rosario per zia Angela!” ci dissero. Con noi, poi, c'erano gli adulti di casa: i vicini, i parenti più stretti. Se qualcuno fosse passato di lì, avrebbe potuto sospettare che fosse in atto una piccola festa della contrada da quant'era il pubblico partecipante. Invece si stava svolgendo uno di quei gesti di pietà cristiana che, ai miei occhi, mi hanno fatto amare la vita.
Capitava spesso che la morte fosse l'occasione per una lezione sulla vita. Quando la vidi così serena, mi venne da toccarle il mento con la mia manina: “Sembra sorridere, nonna!” le ho detto. E lei, la mia prima catechista, a darmi la sua risposta più bella: “Ricordatevi bambini – allargò lo sguardo - che si muore come si vive. Chi vive col sorriso morirà sorridendo, chi vive con il muso morirà con il muso” sintetizzò lei. Di quella sera di lutto, ricordo un senso di struggente serenità che m'invase: era pur sempre morta zia Angela, ma era come se quella morte mi facesse meno paura. Capitava spesso così in paese: che moriva una persona e in tanti si andava a trovarla stesa sul letto di casa. La morte ci veniva mostrata, la persona morta veniva esposta, era la nostra prima percezione della morte. Oggi, invece, avviene il contrario: la morte si maschera, la si nasconde, il sospetto è che sia una cosa difficile da gestire persino per gli addetti alle pompe funebri. A me le camere ardenti fanno paura, anche gli obitori non mi sono per nulla attraenti: mi sembrano l'immagine di un mondo senz'anima, privo di cuore. Un morto ospitato in casa, invece, mi illumina meglio la fragilità della vita. Della mia vita. Invece oggi ho come la sensazione che si rischi di arrivare alla propria morte senza mai aver avuto l'occasione di familiarizzare con la morte di qualcun altro. Non calcolare un'evenienza così naturale - “E l'unica cosa certa!” diciamo noi a parole, coi fatti la teniamo a bada – la fa diventare un tabù che, quando poi capita, più che di sorpresa ti coglie d'angoscia. Non ci accorgiamo, mentre viviamo, che la morte viene a prenderci le misure: in un incidente, una malattia, in un pensiero. Possiamo anche dimenticarci della visita, ma la percezione che il vestito si stia cucendo addosso resta: «Sin dal giorno della mia nascita, la mia morte ha iniziato il suo cammino – scrive J. Cocteau – Sta camminando verso di me, senza fretta». Io, nella mia fantasia e ripensando a zia Angela, la paragono ad un pescatore. Cosa fa un pescatore? Piglia un pesce nella rete e, per un po' di tempo, lo lascia nell'acqua: quel pesce nuota ancora, ma tutt'intorno ha una rete che il pescatore tirerà su appena gli sembrerà opportuno.
Viviamo tutti come pesci impigliati dentro la rete che, giorno dopo giorno, stringe sempre più. Con delicatezza! Pensate al calendario: ogni anno, per tanti anni, passa sopra il giorno della nostra morte senza avvisarci. Poi, un giorno, si ferma sopra, ci prende per mano e ci conduce via. E noi che ci lamenteremo: “E stato tutto all'improvviso! Non c'era nessun sintomo”. La morte, dunque, non è il contrario della vita: e la vita non è il contrario della sua morte. Sono una sorta di crepuscolo, dove la notte e il giorno si danno il cambio senza riuscire a definire bene questo passaggio. Per alcuni è crespuscolare, per altri è “tuono e fulmini”, per altri ancora è nebbia in Val Padana. Sta di fatto che, se lo volessimo, ogni giorno la morte ci aspetta, dall'alba, per accompagnare le nostre giornate. “Gran bella compagna!” potrà opporre qualcuno. Dipende da dove tu guardi il mondo: per qualcuno, calcolare la morte, è imparare a vivere. Per non sprecare i giorni, imparando ad abitare il limite, a non rimuoverla perchè non diventi mostro che spaventa. Al mio paese, ogni volta che la campana batte il suono lento del lutto, io penso che un giorno suonerà anche per me. Non è un'induzione alla sfiga, è essere realisti: cercare di separare la vita dalla morte è come voler separare la luce dal sole. «Impossibile tenere distinte vita e morte perchè – si legge nella brochure del Festival di Torino -, per quanti sforzi noi facciamo per rimuoverla, la morte punteggerà sempre la vita e la vita saprà farsi spazio nella morte».
Si può anche ragionare per sillogismi, certamente: “Gli altri muoiono ma io non sono un altro. Dunque io non morirò”. Non è che mi appassioni molto come criterio di lettura della mia piccola esistenza: preferisco pensar che la morte sia la posta in gioco per giocare al gioco della mia vita. Sapendo che non è affatto un gioco. Oppure lo è nella misura in cui si vive solo divertendosi. Cioè facendo battere e ribattere il cuore. Questo, sotto sotto, ho scoperto (anni dopo) d'avere appreso quella sera accanto al cadavere di zia Angela. Adesso che, purtroppo, non ho più quell'ingenuità affamata di quel bambino alle prime armi, mi alleno a pensare che se la vita è una grande sorpresa, non vedo perchè la morte non potrebbe essere una sorpresa più grande. È il bello del mistero: lascia aperte infinite possibilità, a seconda dei calcoli che uno è disposto a giocarsi nella vita.
Nulla toglie, comunque, lo spaesamento che la morte arreca.
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weirdesplinder · 7 months
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La casa nella prateria, i romanzi
Forse non tutti sanno che la serie televisiva La casa nella prateria è stata tratta da una serie di romanzi dal titolo originale Little House, scritti tra il 1943 e il 1945 dalla scrittrice statunitense Laura Ingalls Wilder. Se siete amanti dei romanzi di Louise May Alcott (Piccole donne) e Lucy Maud Montgomery (Anna dai capelli rossi) credo vi potrebbe veramente piacere questa serie di romanzi che è stata pubblicata più volte anche in Italia col titolo La piccola casa nella prateria, l'ultima edizione in ordine cronologico è di Gallucci editore ed è di facilissima reperibilità.
Link: https://www.galluccieditore.com/
Laura Elizabeth Ingalls Wilder (Pepin, 1867 – Mansfield, 1957) prese a ispirazione la sua stessa infanzia per scrivere i suoi romanzi, infatti aveva appena quattro anni quando suo padre decise di lasciare il Wisconsin per cominciare una nuova vita nei territori messi a disposizione dei coloni dal governo americano.
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La serie ed Little house è composta da 9 libri:
1. La casa nella prateria (titolo originale Little House on the Prairie) Link: https://amzn.to/3tfLaNa
Trama: In viaggio verso il Kansas con la famiglia Ingalls. La vita nella prateria è difficile e talvolta persino pericolosa, ma papà, mamma, Mary, Laura e la piccola Carrie sono felici di realizzare il sogno di una nuova vita
2. Sulle rive del Plum Creek - La casa nella prateria 2 (titolo originale On the Banks of Plum Creek)
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Trama: La famiglia Ingalls comincia una nuova vita nel Minnesota. Mamma e papà lavorano sodo per costruire una casa e coltivare la terra, Mary e Laura cominciano la scuola e la piccola Carrie cresce a vista d'occhio. Le difficoltà e i pericoli sono tanti, nella prateria, ma gli Ingalls li affrontano con tenacia e ottimismo.
3. Sulle sponde del Silver Lake - La casa nella prateria 3 (titolo originale By the Shores of Silver)
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Trama: Laura e la sua famiglia si trasferiscono nel Sud Dakota, con la speranza di farsi assegnare un appezzamento di terreno in cui stabilirsi defi nitivamente. Ogni giorno sulle sponde del Silver Lake arrivano coloni in cerca di fortuna. Gli Ingalls dovranno darsi molto da fare per difendere la loro futura fattoria.
4. Il lungo inverno. La casa nella prateria: 4 (titolo originale: Long Winter)
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Trama: Gli Ingalls affrontano con coraggio il terribile inverno nel Dakota. In casa tutta la famiglia lavora sodo per sopravvivere alle tempeste di neve. Ma l’intero paese resta senza provviste e il giovane Almanzo Wilder decide di affrontare un pericoloso viaggio alla ricerca di cibo…
5. Piccola città del West. La casa nella prateria: 5 (titolo originale Little Town on the Prairie)
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Trama: Con l’arrivo della primavera la famiglia Ingalls può finalmente partecipare alla vita sociale della piccola città del West in cui si è trasferita. Laura stringe amicizia con Almanzo Wilder, il suo futuro marito, e lavora con impegno per guadagnare il necessario a far studiare Mary all’università.
6. Gli anni d'oro. La casa nella prateria: 6 (titolo originale These Happy Golden Years)
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Trama: Laura è cresciuta, vive lontana dalla famiglia e insegna in una scuola... anche se molti dei suoi alunni sono più alti di lei! Ma ogni venerdì il suo amato Almanzo Wilder viene a prenderla e la riporta a casa per il fine settimana. Sono anni felici, che preludono a nuove e importanti tappe della vita.
7. I primi quattro anni. La casa nella prateria: 7 (titolo originale: The First Four Years)
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Trama: Laura e Almanzo Wilder, appena sposati, cominciano con grandi speranze la loro vita insieme in una casetta nella prateria. Ma ogni stagione porta inattesi disastri: tempeste, malattie, incendi, debiti. I due giovani non intendono però lasciarsi abbattere. Anche perché ora la famiglia è cresciuta…
8. Nei grandi boschi del Wisconsin. La casa nella prateria Prequel (titolo originale Little House in the Big Woods)
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Trama: Questo romanzo racconta la prima infanzia di Laura Ingalls che, a quattro anni, vive ancora in una piccola casa di legno, ai margini dei Grandi Boschi del Wisconsin. C’è sempre tanto da fare per tutti ma la sera, dopo una lunga giornata di lavoro, le allegre note del violino di papà riuniscono la famiglia felice intorno al fuoco. 
9. La storia di Almanzo. La casa nella prateria Prequel 2 (titolo originale Farmer Boy)
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Trama: Qusto romanzo racconta invece l'infanzia del futuro marito di Laura, Almanzo. Mentre Laura Ingalls cresce all’Ovest, Almanzo Wilder nasce in una prosperosa azienda agricola nello stato di New York. Qui, insieme al fratello e alle due sorelle, lavora dall’alba al tramonto nei campi e nelle stalle, con qualunque tempo e in ogni periodo dell’anno. Ma di tanto in tanto c’è anche modo di divertirsi… 
Questi libri oltre ad ispirare la serie televisiva che tutti abbiamo visto e che va tuttora in onda in replica sui nostri schermi televisivi ogni giorno sul canale 27 del digitale terrestre, ha anche dato vita ad un cartone animato giapponese prodotto tra il 1975 e il 1976 dal titolo Laura (Sōgen no shōjo Rōra, lett. "Laura la ragazza delle praterie) che andò in onda anche in Italia, ma sinceramente non lo ricordo perchè all'epoca non ero ancora nata e poi non ne lo hanno trasmesso molto in reoplica immagino. Però se vi interessa recuperarne qualche puntata qualcosa su Youtube c'è.
La serie televisiva americana La casa nella prateria è disponibile con tutte le sue stagioni anche su Prime video, nel caso vi interessi
Prova Prime video: http://www.amazon.it/provaprime?tag=weirde-21
E si possono acquistare anche i dvd qui: https://amzn.to/3PFXmhD
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//Per fortuna non ho mai attirato i malintenzionati gravissimi tuttavia c'è un problema degli account porno che potranno rubare gli account e mettere i virus che è meglio segnalarli.
In ogni caso riguardo i criminali in rp ho fatto abitudine di interpretare personaggi reali o inventati tuttavia non supporto i loro errori e crimini come avrò spiegato diverse volte.
Nelle mie trame alcuni rimangono a fare crimini perché tanto possono attaccare chiunque mentre per alcuni di loro ho cambiato le loro vite per motivi che non comandano più nulla e di conseguenza ho dovuto fare qualcosa di simile a Guantanamo-bay (nel senso un tizio criminale non farà lo stesso crimine) e aggiungendo anche un alleanza statunitense-israeliana per motivi che si sa bene che hanno avuto strani alleati in precedenza nazisti.
Comunque per creare per esempio un criminale inventato oltre a ispirarsi a uno reale suggerisco:
-infanzia sfortunata e di abusi
-Famiglia disfunzionale
-Torture subite in prigione
-Difficoltà a entrare nella società
-Carattere difficile e aggressivo dall'infanzia che non è gestibile
-Ossessione di uccidere qualcuno
-Ossessione di trovare capri espiatori
-Misoginia
In english:
//Thankfully I have never attracted the very serious malicious people however there is a problem of porn accounts that will be able to steal accounts and put viruses that it is better to report them.
In any case about the criminals in rp I have made a habit of playing real or fictional characters however I do not support their mistakes and crimes as I will have explained several times.
In my plots some remain doing crimes because they can attack anyone anyway while for some of them I changed their lives for reasons that they no longer command anything and as a result I had to do something like Guantanamo-bay (in the sense a criminal guy will not do the same crime) and also adding a U.S.-Israeli alliance for reasons that you know very well that they had strange allies previously Nazis.
However to create for example an invented criminal as well as inspired by a real one I suggest:
-unfortunate and abusive childhood.
-Dysfunctional family
-Tortures suffered in prison
-Hardship to enter society
-Tough and aggressive personality from childhood that is unmanageable
-Obsession to kill someone
-Obsession to find scapegoats
-Misogyny
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