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#Io scelgo
bones39 · 2 months
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Ogni volta che sono troppo, o troppo poco, elimino un/a stronzo/a dalla mia vita e improvvisamente sono nuovamente giusta. Giusta per l unica persona per cui conta: me.
Che non mi lascio non perché non posso, ma perché vale la pena scegliersi e restare la propria costante in un mare di variabili.
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la-novellista · 3 months
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" Tutte le volte che non sarai con me lo indosserai. Voglio che io sia agonia e fonte unica del tuo piacere, ogni tuo movimento apparterra' a me ed ogni brivido che proverai sarà a me che lo legherai, al mio nome, alle mie mani, alla mia voce, alla mia bocca. A me."
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Se dovessi rinascere, sceglierei di essere la madre di mia madre.
Se potessi scegliere chi essere sceglierei sicuramente di essere la madre di mia madre.
Perché?
Beh, le darei tutti i baci che le mancavano da bambina. Le leggerei tutte le favole che nessuno le ha mai letto. Le rimboccherei le coperte di notte e le direi con tutto il mio amore quanto le voglio bene.
Le insegnerei che la vita è bella tra le braccia di chi ti ama.
Le canterei canzoni.
Giocheremmo per terra.
La pettinerei ogni mattina prima di mandarla a scuola.
Non avrebbe dovuto lavorare così piccola
Non avrebbe dovuto piangere così tanto
Non sarebbe cresciuta cucendo il suo cuore con tristezza
E sarebbe una bambina felice.
Se potessi essere qualcun altro, sarei sua madre senza esitazione, le insegnerei che l'amore non è dolore e quanto è meraviglioso svegliarsi ogni mattina al suo fianco.
Perché se la amo così tanto come sua figlia, pensate quanto la amerei tenendola tra le mie braccia appena nata!
Rosen Jaden
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harshugs · 1 year
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meglio soffrire stanotte al posto di dormire oppure meglio soffrire domani a lavoro?
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givemeanorigami · 2 years
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When the bullies go hidin’, we go findin’
Not once, not twice, but 10 times more
When the rats win battles, we must win battles
Not once, not twice, but 10 times more
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aliceisinchains · 1 year
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Non capivo perchè fossi sempre così indecisa, non riuscivo a scegliere, poi ho capito che la difficoltà era non ascoltare me stessa.
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2stelle · 2 years
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Domani devo fare la baby sitter
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fermatiqui · 1 month
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Se c'è da spettare io aspetto, se c'è da dimenticare, io dimentico, se c'è da scegliere io scelgo se c'è da lottare io lotto, ma se cammini un po' di qua e un po' di là credo che sia meglio che tu stia lontano da me!
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kon-igi · 1 month
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I GIAPPONESI, MEDIAMENTE, STANNO MALE MA LA SANNO LUNGA (cit.)
Ieri, oltre ad aver sistemato il problema al motore del mio fuoristrada appiccicando dello scotch davanti alla spia del guasto (si chiama Metodo Vorace Bestia Bugblatta di Traal), un tamblero ungherese mi ha suggerito di fare un upgrade e coprire i gemiti del motore ascoltando la musica a tutto volume (il mio motore emetteva gemiti? Non lo so... avevo la musica a tutto volume!)
Fatto sta che in un impeto di autolesionismo estremo, su youtube scelgo un collage della durata di 60 minuti - il tempo del viaggio di ritorno a casa senza fare i tornanti in derapata, sia mai che i gemiti del motore coprissero la musica - dicevo, un collage di tutte le sigle dei cartoni animati anni '70-'80, quindi Cristina D'Avena esclusa.
Ora, può darsi che i miei gusti musicali siano pessimi (lo sono) e che io abbia la sindrome di Munchausen a Stoccolma (mi avveleno da solo con cose che mi hanno reso psicodipendente da bambino) però è stato un viaggio davvero molto... istruttivo (che fatica non aver messo la D) perché mi sono reso conto che oggi i bambini non possono avere ciò di cui è stato fatto dono a chi guardava i cartoni animati sulle tv regionali.
Il trauma psicofisico di una violenza televisiva gratuita e improvvisa senza la minima censura o il minimo controllo della società.
E non sto parlando di Goku che frugava nelle mutande di Bulma chiedendosi cosa fosse quella cosa ma robe tipo Ninja Kamui, Kyashan o Judo Boy che AMMAZZAVANO DI BRUTTO LA GENTE CON TANTO DI TORTURA E SCHIZZI DI SANGUE.
Voglio dire, l'Uomo Tigre crepava di mazzate i suoi avversari ma non modello Goku Super Sayan AAAAAAAAHHHHHH!!!!... una roba più tipo il poliziotto preso a rasoiate in Pulp Fiction
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E cosa dire di Bem il Mostro Umano?
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Cioè, non lo so... 'umano' perché lui dava solo bastonate, mentre i cattivi cavavano occhi, evisceravano pance e torturavano bambini. Letteralmente.
Ho in mente questa scena in cui Ninja Kamui sta meditando su un albero (?!) e a poca distanza da lui un brigante cattura una donna e le taglia la gola con un coltello... uno schizzo di sangue della vittima imbratta il volto del protagonista ma il narratore afferma subito che lo stato di meditazione del ninja era così profondo che lui non poteva accorgersene.
Avevo 9 anni.
In genere, però, anche nelle serie più kid-friendly c'era questo sottile filo di sado-masochismo per cui ok che il/la protagonista trionfava ma per riuscirci dovevano SOFFRIRE VISTOSAMENTE, preferibilmente assistendo alla morte atroce di parenti o amici di infanzia e subendo torture da Guantanamo (spesso autoinflitte, per quella storia di Nietzsche temo un po' sfuggita di mano al mangaka).
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Comunque - e qua so di citare un cosa praticamente irraggiungibile conoscitivamente dalla maggior parte di voi - la cosa che ancora adesso mi mette più angoscia è il ricordo di Madame Butterfly che durante gli allenamenti fa espodere con furia le palline da tennis contro al muro.
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Poi sono arrivati il MOIGE e il CODACONS, quindi ora i bambini vivono in uno stato di dissociazione mentale dovuto ai buchi di trama per i tagli censori e alle cugine assolutamente non lesbiche di Sailor Moon.
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la-novellista · 3 months
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...l’unico potere che hai su di me è quello che io scelgo di darti.
Cit.
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caoticoflusso · 23 days
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ragionavo su un mio aspetto caratteriale oggi, durante le ore pomeridiane. non comprendo come la mia empatia delle volte prevalga sul mio orgoglio, e sulla mia dignità. per me chiudere i rapporti equivale a porre una linea divisiva fra me e quella persona, e difficilmente rivaluto le mie decisioni progresse. quando scelgo di chiudere con una persona è solo perché sono arrivata al limite emotivo, proprio per la mia tendenza a perdonare generalmente tutto
tuttavia rimango sempre in trappola, qualsiasi sia la situazione, che io venga ferita o che non, assumo sempre l'iniziativa di cercare un dialogo, risolvere la situazione e offrire rassicurazioni. e niente porca puttana non so se sono empatica o semplicemente deficiente
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“Sto invecchiando con dignità, umorismo e serenità. Non faccio ricorso al lifting o al botox e so per gli standard di Hollywood sto rischiando la mia carriera. Se non vogliono darmi un ruolo perché sembro vecchia, vorrà dire che il progetto me lo produco io e scelgo chi voglio. L’importante è non prendere questo mestiere troppo sul serio.
Conosco tante mamme che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese: quelli sono i problemi seri, queste sono le donne che ammiro, che sono belle e brave anche quando tutto è difficile.
Sinceramente ho altre paure. Paura per i miei figli, di non riuscire a proteggerli da chiunque voglia approfittarsi di loro. Per me è più importante star bene e far vivere bene la mia famiglia. Sono fortunata e apprezzo tutto quello che ho. Ringrazio mio marito e i miei figli ogni giorno.
Per questo, per me i momenti più importanti della giornata non sono mai quelli che trascorro sul set, ma quelli in cui faccio colazione con loro perché parliamo di tutto. È un momento magico.”
Julia Roberts
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jack-di-picche · 2 years
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Io non ho dubbi: Tra una donna in carne e una magra scelgo quella intelligente..
MarcoSalvati, Tw
(ph Vanessa Incontrada)
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therefore-farewell · 6 months
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La società fallisce ogni qualvolta una donna si sente in colpa per aver tagliato un traguardo prima di un uomo.
La società fallisce quando la realizzazione personale/professionale di una donna è preceduta da un “posso?”
La società fallisce quando il volere di una donna è subordinato al potere di un uomo.
La società fallisce quando amputiamo le ali di una donna perché la concepiamo su un terreno fatto di costrizioni e rinunce.
Tutti noi falliamo quando nutriamo pregiudizi ogni qualvolta una donna riceve apprezzamenti. Perché è così che ci hanno insegnato a vedere le donne: chiuse in un angolo con le spalle al muro… non viste, non udite ma silenziose anime senza identità.
Ma questa non può più essere usata come scusa.
Io sono Donna, io scelgo come voglio vivere la mia vita, io scelgo le persone da avere attorno, io scelgo perché io sono la sola protagonista della mia storia.
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canesenzafissadimora · 4 months
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Non avrei mai potuto immaginare che in fondo devo dirti grazie, perché mi hai insegnato, nonostante l'età, che elemosinare amore non paga, perché le briciole non saziano la fame, mai...
Mi hai insegnato che non sempre si può dare a piene mani, perché chi riceve non è capace o non vuole apprezzare e finirà sempre e comunque a minimizzare e svalutare tutto quello che fai e dai.
Mi hai insegnato che c'è più dignità nell'urlare un addio tra i denti che a soccombere ancora alla tue falsità e tradimenti.
Che non a tutti è dato mostrare le nostre cicatrici dove sotto ancora brucia la carne viva, che non tutti comprendono quanto amore c'è in un sorriso forzato e quanta disponibilità c'è in un silenzio di circostanza.
Proprio ieri mi hai fatto finalmente capire che non c'è altro modo in cui io possa vivere quel che resta della mia vita se non scelgo me stesso, la mia dignità e l'amor proprio anche se ciò causerà una dolorosa e una serenità ancora lontana da conquistare e che la solitudine che nel frattempo mi attende e infinite volte più accogliente e gratificante della tua falsa e forzata presenza.
Non ti servo rancore, perché ognuno di noi deve necessariamente fare il proprio viaggio e se solo fossi credente pregherei perché il tuo sia il più felice possibile.
Ora io mi accingo a fare il mio lontano da tutte le bugie e falsità che mi hai propinato in questi anni.
Per questo motivo,
nonostante tutto,
io ti ringrazio.
E, con il mio migliore e ultimo sorriso ti dico addio...
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ninoelesirene · 10 months
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C’è una concezione aristotelica che mi è sempre piaciuta molto. L’avevo dimenticata in un angolo, finché stanotte, all’improvviso, non ha fatto ritorno. Si tratta dell’Entelechia, ovvero la teoria secondo cui ogni realtà ha inscritta in sé stessa, dall’origine, la meta finale verso cui tenderà a evolversi. Succede a volte di notarla guardando i bambini, i loro volti: negli occhi, nei movimenti pare di vedere già l’adulto che saranno, con i vezzi e le fragilità e l’energia vitale di un colore preciso.
Gli enti hanno quindi una loro finalità interiore, dalla nascita: ce l’ho io, ce l’hai tu e, mi viene da dire, ce l’abbiamo noi, intesi come sistemi di relazioni. Molecole, non atomi. Dico relazioni perché accade a volte di pensare di percepirla questa entelechia, di sapere da subito dove una semplice interazione o un rapporto andranno a parare. Non è una consapevolezza vera e propria, è più un rumore di fondo: a volte rassicura, altre volte ci rende malinconici.
Tutto quello che succede tra l’origine e il fine, in mezzo alla nostra storia di persone singole o a quella di persone che si connettono con altre persone, non è altro che un alternarsi di allontanamenti o approssimazioni alla nostra meta, che si intravedeva all’orizzonte sin dal primo momento, se avessimo potuto guardarci da fuori, come fa il filosofo.
Solo che non possiamo: crediamo di poterlo fare e non possiamo; perché siamo nati per essere e divenire e non per guardarci mentre lo facciamo; e ogni deroga a questa predisposizione è un deragliamento. Tenderemo di certo verso la nostra meta, ma non potremo sapere di averlo fatto finché non ci arriveremo. E ogni sforzo di essere i filosofi di noi stessi finirà probabilmente per nuocerci.
Oggi è il mio compleanno e tra tutte le cose che vorrei ne scelgo una: mi auguro di realizzare a pieno la mia entelechia, senza saperlo mai davvero mentre accade. Sono sicuro che al(la) fine si vedrà.
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