#Io scelgo
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sweetbearfan · 7 months ago
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Esiste una competizione femminile, in Italia, per accaparrarsi uomini di scarsa intelligenza come coloro che danno per scontato di essere graditi, a prescindere della donna che incontrino (come se noi non avessimo la facoltà di scegliere gli uomini con cui andare a letto, ma fossimo solo noi ad essere scelte?). Se c'è, io non partecipo: io scelgo con chi andare a letto, a prescindere dai canoni di bellezza che gli uomini pretendono; scelgo io: ho sempre scelto io.
Dietro al "ti pago la cena" c'è il "pretendo il dessert" (finire a letto con te quanto prima, poiché "io pago"), pertanto è bene essere sinceri, saltare i convenevoli e dirsi la verità, invece di stare al gioco patriarcale del bambino viziato che pretende di comprare ciò che va conquistato e non comprato e nemmeno rubato: l'affetto e la stima di una Persona (poiché prima che donne siamo Persone, cioè individui con una mente, dei sentimenti propri e una Coscienza).
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bones39 · 1 year ago
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Ogni volta che sono troppo, o troppo poco, elimino un/a stronzo/a dalla mia vita e improvvisamente sono nuovamente giusta. Giusta per l unica persona per cui conta: me.
Che non mi lascio non perché non posso, ma perché vale la pena scegliersi e restare la propria costante in un mare di variabili.
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catsloverword · 6 months ago
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Esci dalla tua testa ed entra nel tuo cuore.
Pensa meno, senti di più.
(Osho)
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watashiwaals · 3 months ago
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Io comunque non riesco a levarmi dalla testa Mauro che probabilmente in questa serie è il personaggio più fragile ma si alza ogni mattina e si mette la faccia di bronzo a tal punto che al Cantagiro nonostante fosse sul punto di piangere sentendosi rispondere da Max "vado a parlare con Silvia" sorride e gli fa pure l'occhiolino. Lui non si vuole concedere un attimo di tregua perché se crolla lui chi lo spinge Max che è troppo insicuro?
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machiavelli · 10 months ago
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immagina avere delle capacità di pensiero critico così basse che devi basare le tue opinioni personali in contrasto a cosa io credo.
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sigitheunicorn · 1 year ago
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🐻🎮
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sognareleggiesogna · 4 months ago
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RECENSIONE: Oggi io scelgo te di Francesca C Cominelli
Cari Sognatori, Rosanna ha letto il secondo volume della serie Crimson Pine scritta da Francesca C Cominelli !!!! SERIE: Crimson Pine vol 2 GENERE: Commedia romantica, Country romance DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 febbraio 2025 Ebook-KU / Cartaceo Affiliati Amazon Kelly Stone è una donna in carriera, un avvocato di successo per la Applewhite inc. almeno finché non viene licenziata perché portatrice…
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laschiaccianoci · 10 months ago
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GNOCCHI DI PATATE E CAVOLO NERO
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greatmoonballoon · 3 months ago
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Io nel dubbio scelgo di non fidarmi.
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amespeciale · 2 months ago
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Io vado pazza per le parole.
Le amo. Le ascolto. Le dico.
Le leggo. Le scrivo.
Le sogno. Le aspetto. Le scelgo.
Le voglio. Le taccio.
Io vado pazza per le parole.
Ne ho di preferite.
Qualcuna ha un suono ipnotico.
Le parole sono magiche.
Io vado pazza per le parole.
Sono l’unica cosa che può conquistarmi.
Più dei gioielli, le parole.
PaolaFelice
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mucillo · 19 days ago
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Tumblr media
L'altro giorno, una ragazza giovane mi ha chiesto:
"cosa provi nell'essere vecchia"?
Mi ha sorpreso molto la domanda, dato che non mi sono mai ritenuta vecchia.
Quando la ragazza ha visto la mia reazione, immediatamente si è dispiaciuta, ma le ho spiegato che era una domanda interessante.
E poi ho riflettuto, ho pensato che invecchiare è un regalo.
A volte mi sorprende la persona che vedo nel mio specchio.
Ma non mi preoccupo di lei da molto tempo. Io non cambierei nulla di quello che ho per qualche ruga in meno ed un ventre piatto.
Non mi rimprovero più perché non mi piace riassettare il letto, o perché non mangio alcune "cose". Mi sento finalmente nel mio diritto di essere disordinata, stravagante e trascorrere le mie ore contemplando i fiori.
Ho visto alcuni cari amici andarsene da questo mondo, prima di aver goduto della libertà che viene con l'invecchiare.
A chi interessa se scelgo di leggere o giocare sul computer fino alle 4 del mattino e poi dormire fino a chi sa che ora?
A chi interessa se ballo da sola ascoltando la musica anni 60?
E se dopo voglio piangere per un amore perduto?
E se cammino sulla spiaggia in costume da bagno, portando a spasso il mio corpo paffuto e mi tuffo fra le onde lasciandomi da esse cullare, nonostante gli sguardi di quelle che indossano ancora il bikini, saranno vecchie anche loro se avranno fortuna.
È vero che attraverso gli anni il mio cuore ha sofferto per la perdita di una persona cara, ma è la sofferenza che ci dà forza e ci fa crescere.
Un cuore che non si è rotto, è sterile e non saprà mai della felicità di essere imperfetto.
Sono orgogliosa di aver vissuto abbastanza per far ingrigire i miei capelli e per conservare il sorriso della mia giovinezza, di quando ancora non c'erano solchi profondi sul mio viso.
Orbene, per rispondere alla domanda con sincerità, posso dire: mi piace essere vecchia, perché la vecchiaia mi rende più saggia, più libera!
So che non vivrò per sempre, ma mentre sono qui, voglio vivere secondo le mie leggi, quelle del mio cuore. Non voglio lamentarmi per ciò che non è stato, né preoccuparmi di quello che sarà. Nel tempo che rimane, semplicemente amerò la vita come ho fatto fino ad oggi, il resto lo lascio a Dio.
Autore sconosciuto
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intotheclash · 8 months ago
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Tra i credenti e i non credenti, io scelgo gli incredibili. Io faccio voto di vastità.
(Alessandro Bergonzoni)
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occhietti · 9 months ago
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Io le amicizie,
le scelgo con i miei stessi disturbi mentali.
Perché amicizia... è condivisione.
web
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fermatiqui · 1 year ago
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Se c'è da spettare io aspetto, se c'è da dimenticare, io dimentico, se c'è da scegliere io scelgo se c'è da lottare io lotto, ma se cammini un po' di qua e un po' di là credo che sia meglio che tu stia lontano da me!
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fioredialabastro · 6 months ago
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Per il gioco del ricordo, io scelgo il numero 24: cartoni animati. :)
Buongiorno! 🌷 Grazie per la domanda! ☺️
Dunque, di ricordi annessi ai cartoni animati ne ho tanti, ma alla fine ho scelto Spirit - Cavallo selvaggio (2002), perché mi rimembra i primi anni in cui mi ero trasferita con i miei genitori a ottocento chilometri di distanza dalla casa dei nonni, dove avevo trascorso gli esordi della mia infanzia. All'epoca i prodotti della Mulino Bianco proponevano come sorprese all'interno delle confezioni dei giochi a tema Spirit, ovvero i totem, i trucchi per il viso e le cartoline. Ricordo di aver costruito non so quanti totem e di aver programmato nei minimi dettagli il mio viaggio nel Parco dello Yellowstone, perché il mio sogno era vedere dal vivo tutte le meraviglie naturalistiche e faunistiche del territorio, in groppa ad un cavallo della prateria, uguale a Pioggia, sfidando le aquile e il vento, e sperando di incontrare un nativo come Piccolo Fiume, per il quale avevo un'infatuazione. Tuttavia, erano le cartoline quelle che mi piacevano di più, perché le spedivo ai nonni assieme alle lettere, e loro ricambiavano con altre cartoline a tema Spirit. Così, in quelle poche righe a disposizione, ci raccontavamo quelle cose che a telefono non si riescono a dire senza piangere, come "ci manchi" e "quando sarò grande vi porterò con me nel Parco dello Yellowstone". Tutt'ora Spirit è uno dei miei film d'animazione preferiti; non solo perché è obiettivamente un capolavoro, ancora ad una ventina d'anni di distanza, ma anche e soprattutto perché incarna un periodo della mia vita emotivamente intenso e difficile, pieno di bellezza e malinconia. Alla fine i nonni dopo qualche anno si trasferirono vicino a noi e la lontananza si annullò. Come promesso, mi vestii da nativa americana e li condussi nel salone di casa, che si trasformò nello Yellowstone. Non so se un giorno riuscirò mai a visitare quel parco, quello vero; di sicuro, qualora avvenisse, gli spedirò una cartolina, ovunque saranno.
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yomersapiens · 5 months ago
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Pistacchione
"Branco di maledetti sfigati" penso tra me e me mentre scelgo di prendere le scale normali, quelle statiche, invece di quelle mobili. Opto per l'opzione sana e sportiva che mi permette di giudicare gli altri e la loro sedentarietà, schiavi delle macchine, pigri, larve. Io sono un uomo migliore, pieno di virtù che mi riconosco giusto un secondo prima di infilarmi in pasticceria e concedermi il più burroso cornetto ripieno al pistacchio che i soldi possono comprare.
Sono dovuto tornare in ospedale, gli occhi hanno ceduto nuovamente. Quello che mi fa ridere è che ieri ho fatto la comparsa in un film. Non era previsto. Ero al corrente di alcuni conoscenti alle prese con questo progetto “cinematografico” ma non pensavo mi avrebbero mai chiamato. Non fosse che avevano il ruolo perfetto per me. "Hai voglia di fare la comparsa e stare seduto in sala d'attesa di un ospedale?". Sembrava veramente fatto apposta. L'ho scritto non so quante volte che uno dei miei più grandi talenti è saper sfruttare i tempi morti e ora l'ho fatto davanti a una cinepresa. Mentre attoruncoli dalle dubbie capacità provavano a ripetere le loro battute io facevo il Paziente n.5, intento a leggere un libro. Un occhio più attento noterà che sto leggendo il mio stesso libro. Un piccolo easter egg che ho inserito per farmi ridere quando guarderò il film. Se gli occhi saranno ancora con me, altrimenti me lo farò raccontare.
Stamattina sono seduto per davvero in ospedale e realmente sto aspettando non che qualcuno urli "azione!" ma che mi dicano cosa fare. Dopo quasi vent'anni ancora mi costringo a non perdere la speranza e dare agli altri la possibilità di dirmi cosa fare, perché se fosse per me saprei benissimo cosa fare.
Mentre arrivava la metropolitana ho guardato lo spazio che c'è tra la motrice e i binari. Se mi butto sotto ma in aria cambio idea e mi rannicchio e mi faccio piccino piccino, riesco a sopravvivere? Riesce a passarmi sopra senza recare alcun danno? Voglio sempre calcolare che ci sia per me la possibilità di tornare indietro sui miei passi, soprattutto quando si tratta di decisioni importanti. Questi pensieri non mi spaventano più perché ho imparato a conoscermi. Sono troppo codardo per fare qualcosa di definitivo. Accetto il lento deterioramento e la fine come inevitabile conseguenza che non posso controllare e mi piace così perché adoro dare la colpa agli altri. Mi immagino a parlare con San Pietro alle porte del paradiso e dire: - Eh no, mi scusi, ma lei mi deve fare entrare, ok che sono stato per tutta la vita un egoista, bastardo e pure vigliacco, ma ha ben visto come è andata a finire, ho allontanato tutti, il mio gatto mi schifa, ho pure perso i capelli e non ho fatto tutto lo sport che ho sempre promesso di fare perché mi sono accettato così come sono e per questo sono stato punito con una morte orribile che non ho scelto! Quindi, mio caro Pietruccio, lei mi deve fare entrare, me lo merito! - Ma veramente qua leggo che la morte è stata causata da soffocamento per eccesso di cornetti al pistacchio… - Suvvia sono dettagli! - …mentre praticava il decimo atto di onanismo della giornata. - Il suo capo non le ha insegnato a perdonare?
Il regista ieri mi ha detto che sono davvero bravo a recitare quello che aspetta di venire chiamato da un dottore. Ho accettato il complimento con un certo orgoglio. Un tempo avrei dovuto combattere contro il mio egocentrismo per essere stato messo sullo sfondo invece di diventare uno dei protagonisti, probabilmente quello più sguaiato e tendente ad urlare. Invece ora guardo queste persone recitare e provarci un sacco a risultare convincenti e sono soddisfatto del mio invecchiamento che mi ha fatto scendere a compromessi con le mie aspettative.
Un giorno, dopo anni di lotta, io e le mie aspettative ci siamo seduti al tavolo e abbiamo iniziato una discussione accesa. Io continuavo a far loro presente che se certe cose non accadono e non sono mai accadute, forse allora, non è sbagliato lasciar perdere, che la speranza è l’ultima a morire quando si tratta di film o racconti per bambini, ma per noi è meglio non dico ucciderla, però farle fare una vacanza a tempo indeterminato. Le aspettative mi hanno ascoltato, anche perché, alla luce dei fatti e del continuo finire ridimensionate un po’ ne avevano le palle piene. Abbiamo trovato un accordo. Abbiamo accompagnato la speranza in aeroporto, dandole un telefono per le emergenze. Ora mi sa che è a Bali, da qualche parte in spiaggia a farsi massaggiare i lunghi capelli da un influencer senza scrupoli. Io e le mie aspettative siamo tornati a casa, abbiamo parlato dei piani futuri e trovato numerosi accordi impensabili su carriera, musica, amore, famiglia, autoerotismo. È stata una trattativa estenuante ma ci siamo riusciti. Ora hanno le dimensioni di un criceto e le ho sistemate sotto alla mia scrivania in una gabbietta piena di paglia. Sono così carine quando si svegliano e si mettono a girare sulla ruota e non vanno da nessuna parte, proprio come nella realtà. Corrono veloci veloci e la ruota gira e gira ma stanno ferme, che spreco di energie! Poi scendono dalla ruota, ci guardiamo soddisfatti e tornano in letargo.
Oggi ho preso il telefono per scrivere un messaggio alla speranza, mentre sta in spiaggia a Bali. Siccome ne ho bisogno le ho chiesto “Andrà tutto bene vero? Mi daranno una nuova terapia che finalmente funzionerà?” e niente, nessuna risposta per qualche ora. Poi si è acceso lo schermo del telefono. “Certo, certo, andrà tutto alla grande. Io invece mi sono infilata un attimo in un megacasino cioè, devi aiutarmi, magari se puoi mandarmi un po’ di soldi, devo pagare non so quanto un influencer che mi ha rifilato una marea di prodotti per capelli promettendomi che avrebbero risolto il problema della calvizie e niente, poi le cose sono sfuggite di mano, pensavo di riuscire a corcarlo di legnate da sola e invece tutti quei muscoli erano veri e non generati da una IA, ora mi ha rinchiuso nella sua cantina e se non pago non mi lascia uscire, quindi dai, in onore dei vecchi tempi, mandami uno dei criceti con banconote di piccolo taglio”.
In ospedale ancora non hanno detto il mio nome. Ancora aspetto. Lunedì tornerò in terapia, non più psicanalisi però. Normale psicologia temo. In tedesco poi. Non tanto perché sento di averne bisogno ma per riattivare il superpotere passivo aggressivo supremo che oramai non posso più usare, quello che mi faceva dire con orgoglio: “Sai, secondo me dovresti provare ad andare in terapia cioè, io ci vado, secondo me farebbe bene anche a te”. Mi manca essere snob e dire agli altri cosa fare. Adesso nessuno mi da ascolto, nemmeno sulla qualità dei cornetti al pistacchio (dato che uno di loro mi ucciderà). Si tratta solo di capire quale sarà l'ultimo. Quello di un’ora fa, o quello che mangerò non appena uscirò dall’ospedale? Chi lo sa! Suspance!
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