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#isabel amethyst hughes
isabelamethyst · 4 years
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      👑👠      —       𝐍𝐄𝐖 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓       𝒕𝒉𝒆  𝒔𝒑𝒐𝒐𝒌𝒚 𝒉𝒂𝒍𝒍𝒐𝒘𝒆𝒆𝒏  𝒕𝒐𝒘𝒏           ❪  ••• 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓𝐒 📷  ❫
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Would you guys be interested in learning about my ocs?
This is just out of curiosity tbh. I’d like to interact with my followers/enjoyers of my fics (if there are any). My ocs are listed below along with their ships. If you want to know about my ocs just say their name and I’ll post their character sheet and faceclaim as well as say how many fanfics I’ve written for them.
Harry Potter
Marauders Era
Ella Underwood (James Potter, Henry Potter)
Gaia Devereaux (Sirius Black)
Violetta Cook (Remus Lupin)
Cecelia Potter (Regulus Black)
Madeline Potter (Xenophilius Lovegood)
Henry Potter (Dorcas Meadowes, Ella Underwood)
Antonius Black (N/A yet)
Adina Black (Barty Crouch Jr.)
Cairo Lupin (Isadora Diamandis)
Isadora Diamandis (Cairo Lupin)
Golden Era
Anastasia Lestrange (Harry Potter)
Rayna Longbottom (Ron Weasley)
Cecily Sadler (Draco Malfoy)
Mallorie Bishopp (Fred Weasley)
Corinne Alastair (George Weasley)
Cassandra Foster (Percy Weasley)
Adora Parrish (Charlie Weasley)
Sophia O’Malley (Bill Weasley)
Chloe Eratos (Ginny Weasley)
Calypsa Trelawney (Luna Lovegood)
Dinah Fanley (Cedric Diggory)
Charlotte Creevey (Neville Longbottom)
Jessica Stix (Oliver Wood)
Holly Diggory (Viktor Krum)
Ophelia Teagarden (Nymphadora Tonks)
Judith Stix (Seamus Finnigan)
Marvel
Rosemary Clover (Tom!Peter Parker)
Andrea Louis (Bruce Banner)
Hannah Clearwood (Tony Stark)
Alina Cetus (Pietro Maximoff)
Amy Penn (Sam Wilson)
Georgia Barnes (Steve Rogers)
Minna Olesia (Natasha Romanoff)
Ingrid Meller (Stephen Strange)
Maeve Nadine (Andrew!Peter Parker)
Hali Brooks (Benjamin Barnes)
Lyra Beatrix (Brunhilde)
Valerie Urson (Quentin Beck)
Julie and the Phantoms
Daisy Sloane (Luke Patterson)
Hattie Rowland (Reggie Peters)
Evangeline Buchanan (Alex Mercer)
Danielle Poet (Willie)
Juniper Dalton (Charlie Gillespie)
Allison Hicks (Jeremy Shada)
Hazel Matthews (Owen Joyner)
Mila Evans (Booboo Stewart)
The Hobbit
Pandora Potts (Bilbo Baggins)
Sienna Hollyfoot (Thorin Oakenshield)
Nessa Thorn (Kili Durin)
Celeste Nasrin (Fili Durin)
Gemma Rankin (Bofur Rankin)
Roslyn Stardust (Bard the Bowman)
Aster Everwood (Thranduil Oropherion)
Iris Cricket (Elrond Peredhil)
Marina Willow (Lindir Talierin)
Artanis (Erestor)
Elletta Nightstone (Glorfindel Laurefindelë)
Netra Underlake (Elladan Peredhil)
Adaia Taleasin (Elrohir Peredhil)
Lord of the Rings
Lalia Featherborn (Frodo Baggins)
Brooke Bilberry (Merry Brandybuck)
Camelia Tunnelly (Pippin Took)
Adelaide Stoor (Samwise Gamgee)
Issa Goodwin (Aragorn)
Citra Underlake (Boromir)
Alphine Barrowes (Legolas Greenleaf)
Mirabella Holidan (Haldir)
The Lost Boys (1987)
Elizabeth Carlton (Paul)
Julie Burton (Dwayne)
Wendy Miller (David)
Heather Brown (Marko)
Edith Jackson (Michael)
Twilight
Hilda Snow (Paul Lahote)
Amarie Taylor (Leah Clearwater)
Raven Lance (Edward Cullen)
Eleanor Martin (Charlie Swan)
Arielle Swan (Seth Clearwater)
Anastasia Whitlock (Demetri Volturi)
Olivia Hale (Caius Volturi)
Charity Cullen (Embry Call)
Sarah McCarty (Edward Cullen, Alec Volturi)
Misc.
Cruella (2021)
Angela Young (Jasper Badun)
Amethyst Ellet (Cruella de Vil)
Gemma Harlow (Artie Katz)
Isabel Abbott-Fry (Joel Fry)
Hannibal (2013)
Maya Morano-Graham (Will Graham)
Fleur Ramsey (Hannibal Lecter)
Celine Lennox (Hannibal Lecter, Will Graham)
Lizabeth Alva (Hugh Dancy)
Prodigal Son 2019
Elena Nadis (Malcom Bright/Whitly)
Plebs (2013)
Helena (Stylax)
Karisa (Marcus)
Sofia Riley (Tom Rosenthal)
Lucy Margeaux (Ryan Sampson)
Random
Kiyara Tallhart (Hizdahr zo Loraq)
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isabelamethyst · 4 years
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     👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄      𝐢𝐬𝐚𝐛𝐞𝐥 𝐚𝐦𝐞𝐭𝐡𝐲𝐬𝐭 & 𝐝𝐲𝐥𝐚𝐧 𝐦𝐚𝐫𝐜𝐮𝐬      ❪    ↷↷     mini role ❫      rock       &      buy      10.01.2020  —  #ravenfirerpg
Tante erano le passioni della bella Hughes, eclettica il più delle volte, ma ve ne era sempre stata una che aveva accompagnato la sua vita, la musica. Cantare era ciò che le serviva per rilassarsi, ma non solo, anche poter ascoltare infiniti brani attuati e passati avevano un potere potentissimo sull'animo di Isabel. Dopo l'esperienza del rapimento, era sempre più difficile poter ritrovare la propria strada, ma cominciando dalle cose semplici, Isabel era riuscita pian piano a riprendere in mano la propria vita, nonostante i dubbi e quesiti fossero ancora molti. Almeno una volta a settimana, era tradizione per l'esperimento far visita al negozio di musica presente in città e, nonostante non fosse come quello che solitamente frequentava a New York, doveva ammettere che qualche chicca era riuscita a trovarla. Quel venerdì mattina, complice il fatto che l'ultima lezione al college fosse stata annullata per mancanza del professore, era la giornata giusta per fare una capatina al Rock & Buy, poco distante da dove si trovava. Infiniti brani e album erano presenti nel negozietto dove si trovava ora la Hughes, alcuni più recenti, altri più datati ma fu quando intravide una testa rossa come il fuoco che fu costretta a bloccarsi. Conosceva i Seered, come non conoscerli, Ashley era una delle sue migliori amiche, e Dylan era esattamente lì a pochi passi da lei. Da quando era successa tutta la questione del suo cambiamento, non v'era più stata occasione di parlare con Ashley, figuriamoci con Dylan. Con un sospiro decisamente più sonoro di quanto non avesse voluto, osservò con più attenzione il ragazzo chiedendosi se fosse meglio avvicinarsi o lentamente uscire dal negozio. Che diavolo doveva fare?
Dylan Marcus L. Seered
Se c'era un luogo in tutta Ravenfire — lago a parte ovviamente — in cui Dylan ritrovava totalmente se stesso, in cui poteva per un istante e abbandonare la messinscena del perfetto figlio di Edward Seered dedito alla famiglia, al cognome, alle regole, ed a i doveri, quello era il negozio di musica con il suoi vinili, i suoi cd, i suoi libri riguardo l'argomento. Era un periodo di enorme riflessione, quello, per il giovane rosso, da quando la relazione con Nevil era diventata una costante — e non che lo avesse creduto sin da subito, non era il tipo d'infilarsi a caso nei letti altrui senza provare sentimenti o quantomeno vero interesse — egli aveva sentito più forte che mai il richiamo della speranza che lo spingeva a non arrendersi, a non smettere di fomentare la rivolta che avrebbe condotto suo padre alla defenestrazione definitiva, a schierarsi, seppur non ancora apertamente, dalla parte di Ashley e consegnare a lei il potere. Certo, anche prima dell'arrivo del dooddrear la sua mente pianificava strategie per l'eliminazione dai giochi del genitore, ma non era per sé che lo faceva, era per le sue amate sorelle che meritavano una Ravenfire migliore, libera da idee razziste inutili. Adesso, però, le carte in tavola erano cambiate, adesso v'era anche il suo futuro in ballo, la felicità, quel benessere che Edward gli aveva tolto impedendogli di perseguire il suo vero sogno, ovvero la musica, perché no, non era abbastanza per uno che portava l'incombenza di quel nome. E dunque s'era decido a muovere le pedine sulla scacchiera, lo scacco matto non era ancora vicino, suo padre era potente, era astuto, era un nemico assolutamente da non sottovalutare, ma nemmeno lui lo era, del resto era comunque sangue del suo sangue, manipolazione e doppi giochi erano il suo pane quotidiano. Tuttavia, affinché una strategia riuscisse perfettamente, era necessario che chi ne tirava i fili avesse la mente lucida, calma, fredda, dunque servivano momenti in cui si doveva staccare la spina, era ciò che stava facendo in quel momento, il rosso, quando una presenza poco distante attirò immediatamente i suoi occhi. Rimase per un attimo attonito, indeciso sul da farsi, non vedeva Isabel da lungo tempo, non aveva idea di come avrebbe potuto reagire a lui. Ma Dylan non era un codardo, affrontava sempre tutto di petto, quindi avanzò verso di lei, con un sorriso appena accennato. « Se non vuoi vedermi cambio reparto. » Esordì, con tono però assolutamente esente da accuse o nervosismo, anzi. Albergava, nel suo cuore, la vana speranza che l'amica non lo scacciasse, teneva a lei, certamente sarebbe finito con il rimanervi decisamente male.
Isabel Amethyst M. Hughes
Impossibile sperare che il rosso non la vedesse, impossibile sperare che il loro incontro avvenisse in un luogo più appartato, ma Isabel non era mai stata il tipo di ragazza che si tirava indietro davanti alle situazioni difficili. In fondo, ciò che stava affrontando non era affatto una cosa così semplice, no? Con un lungo e forte sospiro che le fece perfino alzare le spalle, la Hughes alzò lo sguardo sul volto del giovane, l'amico di sempre e e quegli occhi che avrebbe ricordato ancora e ancora. Erano la rappresentazione della sincerità, della preoccupazione, ma anche attenti ad ogni dettaglio e con quelle parole, Isabel non poté non intristirsi per il suo stesso comportamento. « Non devi andartene a causa mia, è da stupidi. » Disse la newyorchese con reale sincerità. Sentiva il suo tumulto interiore, la di lui agitazione pronta a dilagare ma sperò dentro di sé che riuscisse a rimanere calmo. Era difficile per la giovane tenere a basa le sue sensazioni, il suo desiderio di instillare nel prossimo visioni di paura e morte, ma mai avrebbe voluto farlo con Dylan. Le sue labbra divennero una linea, un angolo di queste alzato mostrando un sorriso appena accennato e solo quando si sentì più sicura avanzò di un passo, stando però attenta a non sfiorare nemmeno erroneamente il giovane dai capelli rossi. « E' bello vederti, Dylan. »
Dylan Marcus L. Seered
V'era un aspetto di sé che Dylan mai avrebbe cambiato, neppure se un giorno non lontano avrebbe dovuto sacrificare la sua stessa vita per esso, ed era la lealtà nei riguardi di chi riteneva amico. Benché il cognome che portava avesse alzato ampi muri tra lui e chi gli stava intorno e ben pochi erano coloro che potevano fregiarsi di tale titolo, — quasi nessuno, infatti, andava oltre le dicerie od il terrore imposto da quell'insieme di lettere — il giovane rosso era loro fedele, scegliendo puntualmente il loro benessere al suo personale interesse. Godeva di un animo intriso di sani principi egli, un animo sognatore, idealista, un animo forgiato dai grandi romanzi cavallereschi letti da bambino, un animo colpito e dilaniato dalla follia di chi lo aveva messo al mondo, un animo che, tuttavia, non s'era mai arreso. Non conosceva il rancore, il Seered, e per questo non ne portava ad Isabel pur essendo ella svanita a lungo, senza dirgli una sola parola. Che le era successo? Non glielo avrebbe chiesto, era un altro il quesito che premeva per lasciare le sue labbra. « Stai bene? » Ecco cosa gli interessava sapere, questo e null'altro. Non la vedeva particolarmente sciupata, il suo bel viso era ancora tale, così come la sua figura. Forse, però, quella era solo apparenza, il finto sorriso disegnato sulle di lei labbra non lo convinceva affatto: quella non era la vera Isabel, non quella che Dylan aveva conosciuto.
Isabel Amethyst M. Hughes
Il rapporto con la sorella minore, Ashley, aveva subito una battuta d'arresto, ma quello con il rosso, beh, s'era ghiacciato completamente. Per quanto fossero stati legati in passato, ora tutto era cambiato perché ad essere cambiata era stata lei. Crebbe nella giovane una sensazione quasi di disagio che tuttavia non sapeva da chi dei due provenisse, e stringendosi nelle spalle, Isabel cercò di inspirare profondamente. Piccoli e lunghi respiri facevano sì che si calmasse e mostrasse con più enfasi quel sorriso appena accennato. « E'... E' difficile dirlo, ma sto bene. » Erano parole non semplici per la newyorchese, ma raccontare ciò che le era accaduto era fin troppo arduo. Inoltre, che cosa sapeva Dylan di tutto ciò che aveva dovuto affrontare? Le di lei labbra si incresparono per un momento ripensando a come dovesse partire da zero nella maggior parte dei suoi legami. Con Ashley s'era creata inevitabilmente una sorta di lontananza che aveva portato le due amiche ad avere una breve pausa, per non parlare del suo rapporto con Rosalie, messo a dura a prova dall'ennesima sfida, per non parlare di ciò che condividevano lei, Camille e James. Ma in qualche modo avrebbe dovuto incominciare, no? « E tu? E' passato così tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti... »
Dylan Marcus L. Seered
Fu un sopracciglio il primo a reagire a quelle parole, guizzando leggermente in alto, un movimento impercettibile ma vero. Come poteva, si chiedeva il giovane rosso, Isabel affermare di stare bene dopo ciò che le era successo? Forse lei non ne era conscia, — e di certo lui non sarebbe stato così stupido da rivelarglielo, non amava essere un membro del Consiglio, ma ne rispettava le leggi e quanto in esso veniva rivelato — ma lui, come tutti gli altri rappresentanti, era al corrente della sua sparizione e del suo essere divenuta improvvisamente, dal nulla, una creatura sovrannaturale, era una delle questioni che tenevano banco nelle riunioni. Non era chiaro come questo potesse essere accaduto, né se vi fosse qualcuno dietro e nel caso specifico chi, ma la mora era sotto la lente d'ingrandimento dell'organo che si occopuva di tutte le creature di Ravenfire, probabilmente era per questo che scappava da lui. Non l'avrebbe certamente costretta, era ovvio, ma neppure lasciata andare completamente, teneva a lei, era una cara amica. « Isabel, io ci sarò sempre, ricorda solo questo, non importa cosa ci sarà di mezzo, sarò sempre dalla tua parte. » Ed era chiaro il fine doppio senso con chiaro riferimento ad eventuali provvedimenti che presto o tardi il consiglio avrebbe preso. Era fatto così, egli, sarebbe sempre stato leale alle persone a lui care, anche a costo di finire giustiziato. « Sono accadute diverse cose, ma non posso lamentarmi.�� No che non poteva, al college andava tutto bene, in ospedale anche, in più aveva Nevil ora, benché la loro relazione dovesse restare segreta. Tutto sommato era un uomo felice.
Isabel Amethyst M. Hughes
Ogni volta che Isabel si ritrovava allo scoperto per le strade di Ravenfire, si sentiva sotto una lente di ingrandimento. Chiunque la conoscesse e la incontrasse le chiedeva la medesima cosa, come stava, eppure mai una volta la giovane era riuscita a trovare il coraggio di dire come stessero andando realmente le cose. Era trascorso un anno o poco meno dal suo rapimento, un anno pieno di insidie, di turbamenti emotivi e non solo, un anno in cui aveva perfino creduto di essere diventata pazza, ma in qualche modo sembrava che la newyorchese ne fosse uscita. Si ritrovò ad umettare le labbra, trovandosi quasi in difficoltà a rispondere soprattutto perché come avrebbe dovuto comportarsi con Dylan? Aggrottò appena la fronte, un movimento pressoché impercettibile, ma si costrinse a sorridere per quanto poté. « Io... Non so cosa dire, ma grazie Dylan. » Si sentiva a disagio la giovane, si sentiva come se non dovesse nemmeno trovarsi lì e quello stupido desiderio di musica doveva passare necessariamente in secondo piano. Perché aveva dovuto assecondare quella stupida ispirazione che le era venuta? Perché non poteva semplicemente starsene a casa? Dylan era il fratello di Ashley, non poteva non sapere che cosa fosse realmente successo, ma dirlo ad alta voce? No, impossibile. Con un passo incerto, Isabel indietreggiò, scosse per un momento il capo e rispose con un tono di voce fin troppo flebile per la mora. « E' meglio... E' meglio che vada, ma sono contenta di averti rivisto. Stammi bene, rosso... »
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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isabelamethyst · 6 years
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        ᴀᴇsᴛʜᴇᴛɪᴄ  ⋰   👑👠             ━━  colour ━━
    ❝ Forse  al blu  non c’era   fine,     forse cielo e mare continuavano a     specchiarsi l’uno nell'altro in eterno,     senza    mai   congiungersi.     Era  qualcosa   di troppo grande     per   poter   anche   solo     essere         pensato,     era           l’infinito. ❞         ❪ Licia Troisi ❫
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isabelamethyst · 6 years
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      👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄       𝐢𝐬𝐚𝐛𝐞𝐥 𝐚𝐦𝐞𝐭𝐡𝐲𝐬𝐭   &   𝐫𝐨𝐬𝐚𝐥𝐢𝐞       ❪    ↷↷     long role ❫       fire       -      food       10.09.2018  —  #ravenfirerpg
Probabilmente in un altro momento Isabel avrebbe mandato tutto al diavolo e si sarebbe fatta i fatti propri lasciando che le cose andassero alla deriva con la sua amica Rosali, ma se vi era una cosa che aveva imparato con il suo trasferimento a Ravenfire, era il fatto che nulla doveva essere lasciato al caso. Complice anche il termine del weekend passato in campeggio, Isabel sentiva il bisogno di chiarire. La giovane e Rosalie avevano intrapreso un percorso durante gli anni di liceo, e per quanto Isabel sapesse essere una stronza insensibile, riconosceva quando una persona valeva. Il fatto era che superare il suo orgoglio non era affatto facile. Ci mise poco a prepararsi, aveva dato appuntamento per colazione alla bionda sperando che ella accettasse, ma in qualsiasi caso la mora non avrebbe accettato un no come risposta. Insomma, se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto. Arrivò cinque minuti prima dell'appuntamento al loro fast food preferito, anche l'unico in città, che però ricordava quegli degli anni cinquanta, dove Isabel avrebbe voluto passare ogni momento libero. Le piaceva quell'ambiente, quella sensazione di casa e quando si accomodò in un tavolino poco distante dall'ingresso, pregò silenziosamente che l'amica si sbrigasse. Non sapeva cosa sarebbe successo a quell'incontro ma l'agitazione nell'umana raggiunse livelli incredibili nonostante avrebbe fatto di tutto per non farlo vedere. Quando vide aprirsi la porta di ingresso, riconobbe la figura dai fluenti capelli biondi e si stampò in volto un sorriso sincero facendo un cenno della mano per farsi vedere.
Rosalie Campbell
La bionda non si sarebbe mai immaginata che la sua ex amica Isabel volesse vederla per una colazione insieme. Le due ragazze, dai caratteri completamente opposti, erano riuscite per un periodo ad essere in buoni rapporti, al punto che Rosie la considerava la sua amica più intima, insieme ovviamente ad Ash. Però il rapporto si era venuto a rovinare quando, in circostanze ancora poco chiare alla fata, la sua amica aveva scoperto della sua vera natura e si era sentita offesa per la mancanza di fiducia da parte di Rosie. In realtà, la fata avrebbe voluto tanto dirglielo di persona perchè si fidava, ma era stata sua madre non biologica a "costringerla" a non rivelarsi, convincendola del fatto che la sua amica umana non avrebbe capito e che più persone sapevano della sua vera natura più la fata stessa sarebbe stata in pericolo. E quindi Rosie non aveva detto nulla. A seguito della litigata che avevano avuto, la bionda aveva preferito lasciarle spazio e tempo, proprio per l'affetto che nutriva nei suoi confronti; ma questo aveva comportato solo il loro sempre più maggiore allontanamento. Da amiche erano divenute conoscenti, come se tutto quello che avevano condiviso fino a quel momento si era dissolto come neve al sole. Eppure ora eccolo, sul display del cellulare di Rosie, il messaggio di Isabel. Colazione al Raven's, come sempre, come se nulla fosse cambiato. Inutile dire che a fata non ebbe neanche un secondo di esitazione nel rispondere positivamente a quell'invito e proprio per questo ora si trovava difronte la porta del locale, pronta ad aprirla e a cercare con lo sguardo Isabel, con i suoi capelli color corvino; la individuò grazie al braccio alzato. Con una camminata fluida e aggraziata, tipica da fata, si avvicinò al tavolo, e vi prese posto, spogliandosi infine della giacca per mettersi comoda. Stranamente la situazione non le stava creando tanto disagio. - Ciao Isabel. Salutò in maniera pacata ed educata, abbozzando un leggero sorriso sul volto. Poggiò ambo le braccia conserte sul tavolo, affinchè funzionassero da supporto per il corpo. Visto che l'invito proveniva dalla mora, Rosie stava aspettando che fosse lei a parlare, per capire anche il perchè di questo incontro.
Isabel Amethyst M. Hughes
Dal suo arrivo a Ravenfire la giovane Hughes aveva sempre sospettato che quella cittadina in Virginia nascondesse più di quanto desse a vedere. Gli episodi strani sembravano essere all'ordine del giorno, come le strane sparizioni che accadevano di quando in quando, ma la giovane umana, fin da primo momento, era affascinata da tutto questo mistero. In giro si vociferava di creature soprannaturali, alcuni addirittura asserivano di aver incontrato mostri dagli occhi blu, ma la maggior parte delle persone considerava tutto questo una pazzia. Tuttavia, nel cuore di Isabel vi era la consapevolezza che non tutto era frutto della mente di qualche pazzo, e qualche fondo di verità vi era eccome. Scoprire poi che una delle sue migliori amiche faceva parte di tutto questo mondo, non era semplice da digerire, ma non per il fatto che non capisse la situazione, ma in un certo senso ella si sentiva tradita per la mancanza di fiducia. Il fatto però, era che le mancava. Le mancava la sua amica, la sua confidente, quella ragazza dai capelli biondi capace di metterti a posto con una sola risposta. Ormai erano trascorse settimane, se non mesi, dall'ultimo loro incontro e il campeggio che si era svolto quello stesso weekend, aveva fatto sì che Isabel capisse che non valeva più la pena aspettare. Era ora di agire. Quando la vide avvicinarsi al tavolo dove era seduta, si rese conto di essere un poco in apprensione per la situazione, soprattutto perché non sapeva come avrebbe reagito Rosalie, e perché non si era mai trovata nella posizione nella quale si trovava adesso. « Avei dovuto scriverti prima, Rose... Lo so. » Mormorò la mora buttando fuori tutta l'aria che non sapeva nemmeno di trattenere in quel momento. Isabel si strinse appena nelle spalle ed alzò lo sguardo rivolgendolo all'amica che sostava ancora in piedi accanto a lei. Iniziò a parlare con un tono di voce deciso ma allo stesso tempo con una punta di agitazione che non aveva mai riconosciuto in lei. Era davvero in parte cambiata dal suo arrivo a Ravenfire. « Ti prego accomodati, non ho intenzione di inveirti contro come l'ultima volta, né tanto meno accusarti di qualcosa... So perché lo hai fatto e non te ne faccio una colpa, ti ho scritto perché volevo parlarti. »
Rosalie Campbell
Infatti, la fata avrebbe apprezzato molto di più la chiamata settimane fa, piuttosto che ora; ma Rosie non era una persona che portava rancore, quindi in cuor suo sapeva di non avercela con la mora. La bionda si accomodò non appena Isabel la invitò a sedersi con lei; del resto voleva che da questo incontro ne uscisse qualcosa di positivo, qualcosa che potesse cancellare la loro discussione e la distanza che si era venuta a creare. La fata, infatti, sapeva di non aver nulla sulla coscienza, poichè in quel periodo stava agendo per la sicurezza dell'umana, anche sotto consiglio della madre; quindi le aveva nascosto della sua vera natura non perchè non si fidasse di lei, ma perchè voleva proteggerla. - Lo so che eri ferita, perchè hai visto la mia omissione come una mancanza di fiducia, ma non era affatto così. Volevo solo proteggerti perchè non eri a conoscenza del soprannaturale, e vuoi o non vuoi, è una conoscenza che può destabilizzare a primo impatto, spaventare addirittura. Spiegò, facendole capire che non serbava alcun rancore nei suoi confronti e che - nonostante tutto - aveva capito il suo comportamento e non gliene faceva una colpa. Ma ora che sapeva dell'esistenza di creature non umane - e se avesse davvero voluto metterci una pietra sopra al passato - le cose tra loro due sarebbero sicuramente andate diversamente. 
Isabel Amethyst M. Hughes
Aveva sempre pensato che qualsiasi cosa si facesse non era importante che la si facesse presto o tardi, ma farla. Ed era così che si sentiva ora Isabel. Certo avrebbe potuto chiamarla prima, ma la sua testardaggine era sempre stata degna di nota e anche in quell'occasione non era mancata. Aveva dovuto lavorare parecchio su se stessa, e il fatto che si fosse tenuto quel campeggio lo scorso fine settimana, aveva fatto sì che Isabel aprisse gli occhi. Isabel osservò i movimenti aggraziati dell'amica, la guardò sedersi di fronte a lei con il cuore che batteva a mille per l'agitazione. Certo, il fatto che Rosalie avesse accettato di incontrarla era un ottimo punto di partenza, ma ciò non significava che loro fossero tornate come prima. Annuì con il capo e fece un lungo respiro di replicare. « Comprendo le motivazioni che avevi, e comprendo anche che non è stato affatto facile tenermi nascosta la verità... Ma l'hai fatto. Sai quante volte mi hanno mentito, sai quante volte avrei preferito una verità, magari anche scomoda o spiacevole ma pur sempre la verità, piuttosto che una bugia. » Nelle sue parole non vi era odio, o anche solo risentimento, ma solamente una ferita che piano piano si sarebbe rimarginata, con il tempo. Non gliene faceva una colpa, e sapeva perfettamente che tutto quel mondo di cui era avida di informazioni, era meglio tenerlo segreto. « Con questo però, voglio che tu sappia che non mi sognerei mai di raccontarlo a nessuno... E non ti faccio una colpa, ma volevo solamente che sapessi che ho sentito come se non ti fidassi di me, tutto qui. » Serrò le labbra e per la prima volta dopo parecchio tempo, abbassò lo sguardo buttando fuori tutta quell'aria che non sapeva nemmeno di trattenere.   
Rosalie Campbell
- Io non ti ho mai mentito. Omesso la mia vera natura, si, ma ogni cosa che ho sempre fatto e detto non erano menzogne. Perchè in quanto fata Rosie non le avrebbe mai potuto mentirle. Semplicemente non era mai capitato che si tirasse in ballo la questione del soprannaturale, quindi l'omissione non poteva essere di certo considerata una bugia: era semplicemente una cosa non detta. Il sentimento di affetto e di fiducia che Rosie provava nei confronti di Isabel era sincero. - La non fiducia era da parte di mia madre, io ho solo pensato che meno sapevi meno saresti stata preso di mira. E' solo questa la mia colpa... Fece spallucce, in quanto la fata davvero non aveva agito con malizia o con cattiveria per ferirla, tutto l'opposto. Gli esseri umani erano davvero così difficili da comprendere, ma la bionda cercava sempre di dare il massimo per capirli al meglio. 
Isabel Amethyst M. Hughes
Annuì questa volta con un gesto più evidente perché le sue parole erano veritiere. Non si trattava del fatto che avesse mentito, ma aveva giustappunto omesso. Inspirò a lungo prima di prendere nuovamente la parola. « So che si tratta di omissione, e se vogliamo dirla tutta, tecnicamente non eri nemmeno tenuta a dirmi una cosa così importante... Ma spero che tu capisca le motivazioni che mi hanno portato a comportarmi come ho fatto. » Alzò un angolo delle labbra e questa volta alzò anche lo sguardo per posarlo sulla sua amica. Isabel era sincera e il fatto che se la fosse così tanto presa, era perché per la mora Rosalie era una delle sue migliori amiche. Un calore si propagò a quelle parole di protezione nei suoi confronti, ricordando come a New York la sua vita fosse ben diversa. Era questo uno dei motivi per cui aveva deciso di cambiare al suo arrivo a Ravenfire, e non avrebbe più commesso gli errori del passato. Isabel allungò successivamente una mano per prendere quella di Rosalie e la strinse lasciando che lo sguardo fosse puntato dritto nei suoi occhi. « Potrai mai perdonarmi per come mi sono comportata? Voglio che torniamo a essere amiche, voglio poter tornare a ridere, scherzare insieme e raccontarti ogni cosa Rose... »   
Rosalie Campbell
Rosie prestò attenzione non solo alle parole di Isabel ma anche ai suoi gesti e al suo sguardo, cercando di capire se stesse davvero parlando con il cuore e con estrema sincerità. E così le sembrava. Del resto la fata aveva portato un leggerissimo rancore nei suoi confronti, dissoltosi poi come neve al sole: mai a lungo la fata manteneva dentro di sè emozioni negative, seppure non avrebbe mai dimenticato il passato e dunque il comportamento della mora. Ma quando le presa la mano, chiedendole di ritornare come ai vecchi tempi, la mente della fata già sapeva come risponderle. - Per me va bene, Isabel. Possiamo e dobbiamo concedere una seconda possibilità alla nostra amicizia. Abbozzò un leggero sorriso, parlando come al suo solito con estrema sincerità. Per Rosie c'erano ancora tanti motivi per cui continuare la sua amicizia con Isabel, mettendo un pietro sopra quel piccolo "incidente" di percorso. Alla fine, entrambe avevano ragione ed entrambe torto, dunque erano pari. - Purtroppo ora devo andare, devo aiutare mia madre al lavoro. Però ci sentiamo e vediamo presto, ok? Disse, e quando ebbe l'ok da parte di Isabel, si alzò dal tavolo, salutò con un abbraccio la giovane donna dai capelli corvini e si congedò uscendo dal Raven's. 
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isabelamethyst · 3 years
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isabelamethyst · 3 years
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            ( 🍃🌺 )     ◜◜𝙍𝙊𝙎𝘼𝙇𝙄𝙀 ✘  𝙄𝙎𝘼𝘽𝙀𝙇  → #Ravenfirerpg      ◜ 𝖼𝖺𝗌𝖺 𝗁𝗎𝗀𝗁𝖾𝗌 - 𝗋𝖺𝗏𝖾𝗇𝖿𝗂𝗋𝖾 - 𝗅𝗎𝗀𝗅𝗂𝗈 ◞    .          Rosalie odia le questioni irrisolte. Odia avere problemi con qualcuno. Odia litigare. Odia allontanarsi dalla gente o che la gente si allontani da lei. Il suo primo istinto è quello di provare a rimediare tutto subito, mostrandosi affabile e chiedendo scusa, ma con Isabel le cose sono sfuggite un po’ di mano ad entrambe e adesso lei non ha idea di come fare per porre rimedio. Ci pensa continuamente, ma non è in grado di portare indietro il tempo e di conseguenza non ha nulla di immediato con cui presentarsi da lei. Le rimangono solo le proprie parole, i propri sorrisi e perché no, la propria insistenza. Non è mai riuscita a “lasciar correre”, non con le persone a cui vuole bene o alle quali è affezionata. Ed è inutile dire, o sottolineare, che prima di tutto il trambusto – e in realtà anche adesso – lei alla ragazza vuole un gran bene. È facile per lei affezionarsi, ma non tutte le amicizie riescono a diventare reali. Alcune rimangono delle semplici e piacevoli conoscenze, altre si trasformano in molto di più. Di conseguenza non può permettere che uno screzio o un disguido rovini tutto quello che di bello c’è stato e che potrà sicuramente esserci. Vestita della propria testardaggine raggiunge l’appartamento della Hughes e attende fino a venti, contando mentalmente, prima di suonare al campanello. Non ha ancora ben chiaro cosa le dirà, ma è sicura che vuole fare un tentativo. . . ma chi vuole prendere in giro? Ne farà fino a quando la situazione non cambierà! « Ciao Isabel—sono io Rosalie. Beh, che stupidaggine dirlo, dopotutto mi stai vedendo, no? Volevo—hai. . . possiamo parlare? » e per quanto sia spesso abile con le parole, quelle le scivolano dalla bocca ancora prima che lei possa misurarle o pensarle, ci sono occasioni in cui sembrano aggrapparsi alla gola con tutta la forza per paura di dire qualcosa di sbagliato.
Isabel Amethyst M. Hughes
Pensieri e pensieri continuavano a frullare per la mente della giovane dai capelli corvini. Impossibile era poter superare un discorso senza aver trovato una soluzione, il suo essere così pratico la metteva in difficoltà in moltissimi aspetti della sua nuova vita, eppure a distanza di così tanto tempo, poteva tranquillamente affermare di essere una persona diversa. Certo, il fatto che fosse diventata qualcosa di diverso e avesse ucciso un uomo non era cosa da poco, eppure l'equilibrio così precario che era riuscita a creare, per ora, reggeva. Sentì suonare il campanello, mentre sedeva sul divano ad esaminare le ultime fotografie che aveva fatto. Si disse che probabilmente era Allison giunta per farle un saluto, ma quando andò alla porta e vide un'altra bionda, la Hughes rimase di sasso. Fece un passo indietro mentre si reggeva allo stipite della porta di ingresso, con espressione assolutamente sorpresa. « Rose... Rosalie. » Disse con voce incerta, un tono che cozzava con la sicurezza che sembrava emanare. Ma quante cose erano cambiate nel corso degli ultimi due anni. « C-Che ci fai qui? Ehm... Sì, certo. Entra pure. »
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isabelamethyst · 3 years
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            👑👠    —     𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐎𝐒𝐓         ɪsᴀʙᴇʟ ᴀᴍᴇᴛʜʏsᴛ ᴍ. ʜᴜɢʜᴇs        25.05.2021 —  #ravenfirerpg             ....  ↝ ᴛʜᴏᴜɢʜᴛs                             Che cos’è il senso di colpa? Spesso tendiamo così tanto a soffermarci sulle sensazioni che proviamo che non facciamo nulla per analizzarle, nemmeno quando queste sono così insite in noi da lasciarci senza fiato. Perché è così che mi sento ogni volta che ci penso, ogni volta che la mia mente vede l’immagine dell’uomo che io stessa ho ucciso. Chiudere gli occhi e vedere il suo volto è un tutt’uno, i suoi lineamenti duri, il suo essere così reale anima ogni mio sogno, ogni mio incubo e non mi lascia via di fuga.   Quante volte mi sono chiesta come sarebbero andate le cose quella sera se non avessi ceduto, se non avessi ceduto a qualcosa più grande di me, più grande del semplice controllo che mi piace così tanto esercitare. Ho sempre pensato che il controllo fosse tutto, che la razionalità fosse il modo migliore per affrontare ogni situazione, ma ora mi ritrovo semplicemente persa in un mare di sensazioni che non so gestire.
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isabelamethyst · 3 years
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         ᴇxᴛʀᴀᴄᴛ  ⋰  👑👠    ━━  isabel amethyst m. hughes ━━     ravenfire, virginia ↻ 21.04.2021
Scosse importanti di terremoto s'erano manifestate in quella domenica di aprile in cui tutto doveva essere tranquillo. Dalla sua finestra vedeva lo specchio d'acqua in lontananza, ma erano le fronde degli alberi a muoversi così insistentemente da spaventare la newyorchese. Sentiva sotto di sé la terra tremare, rombi in lontananza che apparivano come tuoni, ed ogni sua certezza di stava sgretolando. Sentiva il proprio corpo ondeggiare su se stessa, allargò le braccia per cercare inutilmente un appiglio a cui aggrapparsi, ma ogni cosa sembrava cadere a terra. Fogli, libri, le sue adorate fotografie cadevano a terra come birilli in una partita di bowling, ma fu un odore di zolfo a fare capolino nella sua camera da letto. Qualcosa non andava. Un odore di gas cominciò a invadere la stanza, un odore che impiegò diversi minuti prima di riconoscere, ma che fu abbastanza chiaro quando sentì le palpebre divenire sempre più pesanti. S'accasciò per terra, tendeva le braccia verso la finestra da cui s'intravedeva quella vista, e provò invano ad aprirla cercando di far arieggiare l'ambiente, ma tutto sembrava inutile. Si sentiva persa la Hughes, e solamente un clic segnò la sua fortuna. Riuscì ad aprire la finestra per prendere una boccata d'ossigeno, tossì perfino un paio di volte prima di affacciarsi ed inspirare a pieni polmoni, ma fu la mente a dettare qualcosa di inaspettato. Con lo stesso rumore che fece la finestra aperta, Isabel sentì il bisogno di uscire e non per un puro istinto alla sopravvivenza, ma perché qualcosa dentro di lei la spingeva a compiere quei movimenti. Uscì scardinando quasi la porta, con una forza disumana. Si sentiva invincibile, inarrestabile, e compiendo quei gesti si diresse nell'unico luogo dove per lei avesse un qualche senso, il bosco. Il suo unico intento era trovare la Firestone, e nessuno sarebbe riuscita a fermarla.
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isabelamethyst · 3 years
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      👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐎𝐒𝐓       @𝒆𝒗𝒊𝒍𝒒𝒖𝒆𝒆𝒏 posted a photo  on          ❪  ••• 𝐈𝐍𝐒𝐓𝐀𝐆𝐑𝐀𝐌 📷  ❫       ❛ Sunday vibes... 👼🏼👼🏼👼🏼 #me     #evilqueen #ravenfire #vibes ❜
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isabelamethyst · 3 years
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     👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄      𝐢𝐬𝐚𝐛𝐞𝐥 𝐚𝐦𝐞𝐭𝐡𝐲𝐬𝐭 & 𝐚𝐥𝐥𝐢𝐬𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐥𝐞𝐲      ❪    ↷↷     mini role ❫      allison's            home      02.04.2021  —  #ravenfirerpg
Le vacanze pasquali erano ormai giunte, forse perfino più velocemente di quanto non si aspettasse la newyorchese, eppure eccola in giro a cercare di fare le ultime compere. Il suo bisogno spasmodico di cioccolato l'aveva spinta a fare incetta di uova di Pasqua, ma soprattutto pensava che fosse il modo migliore per non pensare. L'incontro con Torrence, ecco il nome con cui ora si faceva chiamare lo spettro, era stato sconvolgente per alcuni aspetti, ma soprattutto non sapeva che cosa aspettarsi dal futuro. Davvero era possibile che non ricordasse nulla di ciò che era successo poco più che un anno fa? Camminava frettolosamente la Hughes mentre giungeva nei pressi della residenza dei Price. Era d'accordo con Allison che avrebbero trascorso insieme il pomeriggio, ma soprattutto desiderava qualcuno con cui parlare. Con le mani cariche ancora delle buste di carta contenenti le uova, Isabel suonò il campanello ed attese il suo arrivo.
Allison Riley Price
Allison quel giorno aveva letteralmente oziato, le vacanze di Pasqua la rendevano sempre di ottimo umore oltre al renderla molto pigra, ma per quella pigrizia dava la colpa alla primavera. Fortunatamente a breve sarebbe arrivata Isabel e le due avrebbero sicuramente passato un pomeriggio a ridere e scherzare come erano solite fare. Voleva un gran bene alla Hughes ed era felice che avessero riacquistato il loro rapporto, le era mancata tanto. Con Isabel, Allison poteva essere totalmente se stessa, poteva abbandonare la corazza della ragazza che aveva tutto sotto controllo e crollare, questo perché si erano trovate sulle spalle una situazione molto simile e potevano capirsi con un solo sguardo. Con ancora addosso i pantaloni di una tuta, una maglietta a mezze maniche e il viso totalmente struccato, ogni tanto poteva permettersi di far in un certo senso respirare la pelle, Allison andò ad aprire la porta. «Oh Bel che bello vederti. Su entra.» Mormorò mentre la aiutava con le buste che stringeva tra le mani. Portò le buste in cucina e le poggiò sul tavolo. «Cosa hai comprato di buono?»
Isabel Amethyst M. Hughes
Trepidazione e ansia sembravano fondersi nell'animo della Hughes mentre attendeva l'arrivo della sua migliore amica. Avrebbe dovuto confessarle di Torrence? O avrebbe dovuto semplicemente tenere il segreto e reprimere ancora e ancora, come stava facendo ultimamente? Era dell'idea che i segreti avrebbero ucciso ogni sorta di legame, ma in quel caso come si sarebbe dovuta comportare? Con un lungo sospiro, attese non più di qualche secondo prima di veder comparire la bionda. Si ritrovò così a sorridere in modo sincero, alzò le buste della spesa come se fossero un trofeo ed entrò. « La nostra razione di cioccolato non è mai troppa, e tra un paio di giorni è Pasqua, dunque, uova di Pasqua per noi! » Disse la giovane dai capelli corvini voltandosi per un momento per attendere l'amica. Sapeva del suo amore per la cioccolata, al latte o fondente che fosse, ed era felice di poter trascorrere insieme un po' di tempo. Avrebbero avuto così tutto il tempo per confidarsi. « Davanti alla cioccolata, non potrai poi nasconderti! Ma per prima cosa, ci sediamo e mi racconti come stai. »
Allison Riley Price
Allison rise di cuore all'affermazione della sua amica, era vero lei andava matta per la cioccolata. Quando era giù di morale la cioccolata era la sua unica fonte di felicità, per questo in casa Price o in camera sua non mancava mai. Lasciò che Isabel posasse le buste sulla tavola della cucina mentre lei dal frigo prendeva della Coca Cola, più tardi sarebbero passate al vino, ma accompagnato con la cioccolata non era la scelta migliore. «Come sto? Vediamo, devo scegliere un tirocinio in università e non so da dove partire, vorrei poterlo fare al Raven's News e non per una rivista online. Nel frattempo sto uscendo matta per dare due materie, i professori sembrano avercela con me non so per quale oscuro motivo.» Iniziò ad aprire le uova di Pasqua ed aprì sia quella al cioccolato fondente che quella al latte, prese un pezzo e lo portò alle labbra, il sapore del cioccolato la rilassò subito. «Per il resto tutto bene, non sembrano esserci tragedie all'orizzonte. Tu invece come stai? Sembri un po' tesa. E' successo qualcosa?»
Isabel Amethyst M. Hughes
Poter trascorrere del tempo assieme alla sua migliore amica sembrava quasi un sogno. Potersi godere la sua compagnia, il fatto che fosse una semplice giovane donna di vent'anni con la voglia di andare a fare shopping o semplicemente cedere al gossip sembrava un'utopia a cui la Hughes non riusciva a rinunciare. Era cambiata nel corso degli anni, tante cose avevano fatto sì che in lei si sviluppasse anche una maturità non scontata, ma seduta di fronte ad Allison, non faceva altro che chiedersi come aveva fatto ad arrivare a quel punto. Sbatté le palpebre almeno un paio di volte prima di capire come avrebbe dovuto affrontare il discorso con lei. Non poteva semplicemente affermare che aveva ucciso un uomo e che ora lo stesso aveva fatto ritorno sotto forma di fantasma, ma come avrebbe potuto fare? Prese poi un pezzo di cioccolato e lo portò alle labbra prima di masticarlo distrattamente.
« I professori avranno sempre il coltello dalla parte del manico, e faranno sempre di tutto per renderci la nostra vita un inferno... Ehi, lavorare al Raven's News non sembra nemmeno male, no? »
Conosceva la passione dell'amica, ma sapeva anche che lo scenario dei tirocini poteva essere decisamente arduo. Avrebbe iniziato anche Isabel in quel mondo, presso lo studio legale in città, ma in quel momento ogni pensiero razionale sembrava essere venuto meno. Inspirò sonoramente la giovane prima lasciarsi scivolare sul divano.
« Sì e no, a dire il vero... Ho incontrato qualcuno che non pensavo potesse tornare in città per così dire. »
Allison Riley Price
«Beh si, non è così male in effetti, come prospettiva futura ecco.» Il suo sogno era fare il tirocinio al New York Times ma appunto sarebbe rimasto solo un sogno considerando che sarebbe rimasta intrappolata a Ravenfire per tutta la sua vita. Sospirò iniziando a riempire due calici di vino bianco e ne passo uno alla Hughes. Era grata di passare in sue compagnia quei pomeriggi, ultimamente la vita della Price sembrava sempre uguale. «Mmmh una vecchia fiamma? Perché la gente decide di venire a Ravenfire poi? Insomma io metterei un cartello all'uscita con scritto 'non entrate se volete vivere'.» Mormorò con tono drammatico. Ma sotto sotto era una frase fin troppo veritiera, quante persone venute da fuori in vacanza avevano fatto una brutta fine? «Senti qualche sera andiamo a ballare? Mi mancano le nostre serate pazze.»
Isabel Amethyst M. Hughes
Osservò con sguardo quasi rapito i movimenti dell'amica mentre versava il vino nei calici. Conosceva il sogno dell'amica di affermarsi nel mondo del giornalismo, ma da quando tutto era cambiato appena un paio d'anni prima, tutto era cambiato. Isabel afferrò così il primo calice e fece ondeggiare il liquido al suo interno prima di portarlo all'altezza del naso e apprezzarne così il profumo. Si ritrovò però a scuotere il capo a quella domanda, perché decisamente non era una vecchia fiamma, ma come avrebbe potuto dire chi era veramente Torrence? « Non esattamente. » Commentò la ragazza dai capelli corvini prima di abbassare lo sguardo sul proprio grembo. Inspirò sonoramente prima di alzare gli occhi e mostrare così un sorriso. « Me lo chiedo anche io... E lo dice una persona che non è nemmeno cresciuta qui. Mi sono ritrovata in questa città dall'oggi al domani per una decisione che non ho preso io... Eppure, nonostante tutto, Ravenfire è diventata la mia casa. Serata pazza, eh? Vuoi per caso far nevicare? Non usciamo da tantissimo tempo e un po' di svago è ciò che ci vorrebbe! »
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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isabelamethyst · 3 years
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. ‌ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌‌ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‌  ‌ ‌‌ ✨𝙼𝚊𝚝𝚝&𝙸𝚜𝚊𝚋𝚎𝚕 ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌‌ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‌   ‌𝘙𝘢𝘷𝘦𝘯𝘧𝘪𝘳𝘦, 𝟤𝟫.𝟥.𝟤𝟢𝟤𝟣 ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌‌ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‌ ‌ ‌ #minirole #Ravenfirerpg ✨ ‍ ‌‌ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌‌ ‍ ‌ ‍‌ ‍ ‌ ‍ ‌ ‍ ‌❝ Vorrei essere forte come te. ❞ "Is, non devi essere così negativa, pian piano riuscirai a controllare te stessa." Sapeva che non era facile convivere con i propri poteri, inoltre pensava che loro in particolare, in quanto dooddrear, avevano un peso in più dati i loro poteri. Poter sentire e nutrirsi del dolore non era una cosa facile da gestire, specialmente all'inizio, quando dal nulla ci si ritrovava con quelle capacità. "E comunque non sono così forte, anche io ho i miei momenti" Matt era sempre stato piuttosto equilibrato, cosa che non si poteva dire di lui in quel periodo. Erano successe troppe cose e non comprendeva come gestire tutto quel caos che si era creato tutto intorno a lui.
Isabel Amethyst M. Hughes
Fin dal momento in cui conobbe il Gutierrez, Isabel si sentì abbastanza tranquilla da poter esternare tutti quei pensieri che la tenevano ancora sveglia la notte. Sapeva che non avrebbe potuto confessare a nessuno ciò che era successo anni prima nel bosco, a maggior ragione ora che il suo peggior incubo era divenuto realtà, ma sapeva di poter dire qualcosa. Le emozioni che animavano la Hughes passavano in fretta dallo sconforto alla rabbia e viceversa, passando spesso anche per emozioni come la negatività a cui stava accennando il pompiere. Sospirò sonoramente la giovane prima di tirare indietro il capo e osservare il cielo sopra le loro teste. Erano seduti sui tavolini all'esterno di una caffetteria in città, poco frequentata, e solamente quando posò nuovamente sul biondo. « Credimi, tu sembri l'esatto opposto... Sarà pur apparenza, ma sembri totalmente padrone di te stesso, e nessuno può scalfire questa figura così pacata. A volte mi sembra perfino inutile impegnarmi. »
Frank Matthew Gutierrez
Matt sospirò, non avrebbe negato di avere il controllo, di certo sapeva come gestire la sua natura, era per lo più equilibrato, ma ci aveva lavorato su per molto tempo ed era una cosa più che normale farlo. Adesso stava attraversando un momento difficile e mantenere il controllo non era facile, anzi, aveva bisogno di riprendere tutta la sua concentrazione per riuscire a mantenere quell'equilibrio a cui tanto aspirava Isabel. "Ci ho messo tanto tempo. Non mentirò dicendo che non ho il controllo di me stesso Isabel, ma l'ho rincorso per tanto tempo, non è stato facile, non è mai facile. Non per questo però significa che bisogna arrendersi." Cercò di incoraggiare la giovane dooddrear a non arrendersi, i momenti difficili c'erano per tutti. "Ogni giorno può essere una lotta, la vita è imprevedibile e anche noi dobbiamo adattarci"
Isabel Amethyst M. Hughes
Stentava ancora a credere che l'uomo pi�� pacato che avesse mai conosciuto non riuscisse a padroneggiare tutti quei poteri che ormai erano diventati insiti nella natura della newyorchese. Avrebbe dovuto fare tanta di quella strada per riuscire a governarli e presto o tardi ci sarebbe perfino riuscita, ma in quel momento tutta la negatività le era addosso. Inspirò sonoramente prima di tirare indietro il capo e socchiudere gli occhi. « Svelami il tuo segreto. So che non posso decidere io che cosa aspettarmi, ma continuare a essere in balia di questi poteri mi sembra di impazzire, e non voglio rivivere ciò che è stato due anni fa... » Si riferiva al fatto che, poco dopo il suo ritrovamento, i poteri sembravano essere impazziti, e lei con loro. Avvertiva ogni sensazione con una nitidezza che non era normale, per non parlare dei ricordi e dei fotogrammi che l'avevano spinta a credersi pazza. « Voglio migliorare, voglio avere il controllo Matt. »
Frank Matthew Gutierrez
"Non c'è un segreto, Is. Sul serio.. devi solo.. allenarti. E' scontato da dire, il controllo verrà con il tempo. L'unica cosa che posso dirti è che negare quello che sei non aiuterà di certo. Anzi avrai l'effetto opposto." In questo Matt ci credeva profondamente. Pensava davvero che rinnegare i propri poteri non serviva a nulla, anzi, peggiorava solo la situazione. Combattere la propria natura portava solo ad un conflitto con un istinto che in quel caso vinceva sempre. Era necessario prendere consapevolezza di ciò che si era e capire i meccanismi che stavano alla base di tutto ciò che caratterizzava un dooddrear. "So che non è facile accettare questo genere di natura, essere dooddread non è una cosa da poco, riuscire a vivere con questi sentimenti negativi che sono sempre lì a portata di mano è frustrante, specialmente se fai un lavoro come il mio. Ma è anche tutta questa esposizione che ha fatto di me il dooddrear che sono adesso."
Isabel Amethyst M. Hughes
La richiesta d'aiuto che aveva esposto la newyorchese era lì, servita su un piatto d'argento, e sapeva inconsciamente che si sarebbe potuta fidare di Matthew. Non sapeva il motivo di tale sensazione, era una sorta di sesto senso quello che stava avvertendo, ma sapeva di non sbagliarsi. Lo ascoltò con attenzione, nonostante quelle parole fossero quelle che spesso lei stessa s'era ripetuta in passato, ma ci aveva mai effettivamente provato?
« Il pensiero che possa fare male a qualcuno mi impedisce di allenarmi, e so che è una cosa stupida perché se mi alleno avrò più controllo, ma allo stesso diventerei più potente, no? Non so nemmeno se riesci a comprendermi... »
I dubbi che stava esponendo la Hughes erano più che fondati, soprattutto se rifletteva alla vicenda che per molto tempo l'aveva tenuta sveglia la notte. Ma anche in quel caso, non si sentiva abbastanza certa da poterglielo confidare.
« Il desiderio di migliorare, credimi che c'è... Voglio farlo. E da te non posso fare altro che seguirti. Tu... Tu mi alleneresti? »
Frank Matthew Gutierrez
Comprendeva il timore della giovane, era pur sempre un'arma a doppio taglio. Allenarsi significava anche diventare più forti oltre che imparare a controllare le proprie capacità, aveva ragione. Purtroppo però senza allenamento si era ancora più una mina vagante e Isabel, se voleva non sentirsi più un pericolo, doveva allenarsi. "Lo capisco, non hai tutti i torti. Ma adesso sei come una mina vagante e non va bene. Devi sapere che fare quando le cose ti sfuggono di mano, in modo che non ti sfuggano davvero." Disse cercando di incoraggiarla. Quando poi gli propose di allenarla, Matt annuì. Stava già seguendo altri giovani dooddrear che non avevano nessuno che li aiutasse, avrebbe fatto lo stesso per Isabel. "Lo farò. Vedrai che insieme riusciremo ad arrivare al controllo."
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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isabelamethyst · 3 years
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      👑👠    —     𝐍𝐄𝐖 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓       𝒑𝒓𝒊𝒅𝒆  𝒂𝒏𝒅 𝒑𝒓𝒆𝒋𝒖𝒅𝒊𝒄𝒆  𝒆𝒗𝒆𝒏𝒕          ❪  ••• 𝐎𝐔𝐓𝐅𝐈𝐓𝐒 📷  ❫
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isabelamethyst · 3 years
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     👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄      𝐢𝐬𝐚𝐛𝐞𝐥 𝐚𝐦𝐞𝐭𝐡𝐲𝐬𝐭 & 𝐣𝐚𝐬𝐨𝐧 𝐚𝐧𝐭𝐡𝐨𝐧𝐲      ❪    ↷↷     mini role ❫      raven's             cafè      10.02.2021  —  #ravenfirerpg Diverse erano le settimane trascorse da quell'incontro con la detective Hombridge e da quella conversazione che sembrava aver dato vita ad un tarlo nella mente della Hughes. Pensieri e pensieri sembravano dibattere dentro di lei, ipotesi e tesi che non comprendeva appieno, ma che portavano inevitabilmente ad uno scontro interiore in cui doveva prima o poi trovare pace. Vi era davvero qualcosa che non tornava in tutta quella situazione e che lo volesse o meno, parlare con sua madre era diventato più che necessario. Aveva davvero incaricato un detective durante il suo periodo di prigionia? Aveva davvero provato il tutto e per tutto per cercarla? Non aveva, tuttavia, più avuto notizie delle detective e nonostante sarebbe stato più semplice presentarsi alla stazione di polizia e chiedere di lei, Isabel decise prendersi il proprio tempo per fare lei stessa alcune ricerche. Era tarda mattina quando, seduta all'interno nella caffetteria più famosa di Ravenfire, il Raven's Cafè, cercava di fare il punto della situazione tra gli infiniti appunti che aveva sparso sul tavolino. Era pronta a sbuffare, mandare tutto al diavolo ed invece si lasciò andare contro lo schienale del proprio divanetto, con aria quasi sconsolata. « E' totalmente un vicolo cieco... Dannazione. »
Jason Anthony Schmitz
Non era un periodo facile per nessuno, purtroppo la notte di Halloween aveva messo al dura prova gli abitanti di Ravenfire. Fortunatamente, Jason aveva così tanti casi da risolvere che quelli attinenti alla festa li aveva lasciati volentieri agli altri, prendendosi lui i grattacapo maggiori. Era entrato nel locale per fare colazione, si era ritrovato poi a leggere ipropri appunti davanti a una tazza di caffè fumante . Il Dooddrear sin da piccolo aveva sempre avuto una predisposizione per risolvere ogni enigma, attento ai dettagli e incline a disegnare nella propria mente tutte le possibili soluzioni delle infinite domande che si poneva. Un sorso di quel caffè scuro e caldo aiutò lo Schmitz a liberarsi momentaneamente dai pensieri, si voltò verso la ragazza che parlava da sola e accennò un sorriso. - Stai parlando con la tua colazione? Non penso che ti risponderà tanti presto.- Ovviamente cercava di farla sorridere, dato che il tono sembrava quello disperato di chi non sà come tirarsi fuori da un problema.
Isabel Amethyst M. Hughes
Scegliere di proseguire una strada da soli non era cosa semplice, soprattutto per chi come lei, alcuni tasselli erano del tutto ignoti. Ricordava con lucidità il proprio ritrovamento nel bosco, come avesse rischiato di morire assiderata tra le fronde di quegli alberi, e come quei frammenti fossero così reali, così vividi. Aveva creduto di essere pazza, di aver perso totalmente quel senno che tanto professava eppure erano già trascorsi due anni? Tante le cose che erano cambiate, lei in primis, ma le parole di Millie Hombridge tormentavano ancora la di lei mente. Tutti i pensieri che aveva preso in considerazione riguardavano unicamente lei, il proprio punto di vista, ma sapeva che in tutta quella situazione vi era anche la sua famiglia, la stessa da cui in parte s'era allontanata. Immersa nella sua diatriba personale, alzò lo sguardo verso l'uomo che appariva fiero nel suo completo, i tratti di chi la sapeva lunga. « Qualcosa del genere... Ha presente quando pensa di avere tutti gli elementi per arrivare alla soluzione di un problema, e poi si rende conto che manca sempre un pezzo? Ecco... » Commentò la newyorchese piegando appena le labbra in una leggera smorfia di disappunto. Odiava non riuscire venire a capo di un problema, ma soprattutto odiava sentirsi impotente. Si lasciò andare contro lo schienale della sedia su cui era seduta prima di abbassare le spalle apparentemente sconfitta. « Sono Isabel. »
Jason Anthony Schmitz
Jason non era nato detective, ma aveva un sono, un certo talento per risolvere enigmi, calcolare le possibilità e scoprire a colpo d'occhio dettagli che chiunque non avrebbe mai notato o messo insieme, per questo talento il padre lo aveva sfruttato, i genitori si erano separati e lui, prima di essere letteralmente salvato da Jim, era finito nei guai fino al collo e con debiti di gioco che solo l'eredità della prozia aveva potuto saldare. La vita per lo Schmitz, era un rebus da risolvere. - Isabel io non sono d'accordo, quando ho i miei dettagli in bella vista, combaciano e riesco perfino a giungere alla verità solo seguendo la logica passo dopo passo che sono verificare le situazioni.- Asserì mentre la guardava con attenzione. - Jason Schmitz, Detective Privato. Se parli di uova alla gallina, ovviamente ti risponderà coccodè.- Accennando un sorriso, fu lieto di presentarsi, sperando di tranquillizzarla scambiando sue parole o magari di riuscire in qualche modo ad aiutarla.
Isabel Amethyst M. Hughes
In fondo aveva tutti gli elementi, lo aveva detto lei stessa, eppure da qualunque parte guardasse, le sembrava che fosse comunque il verso sbagliato. Mostrava un'espressione quasi sconfitta sul volto, le spalle basse e con la mente che ripercorreva ogni singola tappa che l'aveva portata a quel momento. Cosa mancava nel quadro generale? Solamente quando l'uomo le rispose, non poté che rispondere con accenno del capo. Si ritrovò ad alzare un angolo delle labbra prima cogliere come l'uomo fosse stato attento. « Eppure, io guardo gli elementi che ho a disposizione e da A dovrei arrivare a C passando per B ma mi sembra che manchi sempre un mezzo. » Commentò la giovane dai capelli corvini prima di tirare un lungo sospiro sonoro. Posò lo sguardo sull'uomo facendogli cenno che si sarebbe potuto accomodare se avesse voluto. « Credo che lei sappia risolvere enigmi meglio di me. Può accomodarsi, se lo desidera. Immagino che Ravenfire sia il luogo dove il lavoro da detective non muoia mai, eh? »
Jason Anthony Schmitz
Jason prese posto vicino alla ragazza, non avrebbe mai insistito per aiutarla, ma poteva darle dei consigli e questo nesso negava lui di farlo. - Dunque, ti assicuro che il lavoro qui non finisce mai , ma non sempre si possono risolvere tutti i casi . Vedi a volte B è un dettaglio che qualcuno ha occultato volutamente, quindi a meo che non si possa dedurre dove trovare prove, si deve attendere che quel qualcuno commetta un qualsiasi errore e accade, prima o poi accade sempre. Non è affatto semplice, ma se appunti tutto, vedrai che avrai un quadro migliore della situazione.- Era quello che faceva lui da sempre, ma fin da piccolo aveva avuto una propensione istintiva per i dettagli, talvolta bastava anche solo una macchia su un vestito wbsi poteva risolvere un'indagine durata anni.
Isabel Amethyst M. Hughes
Non sapeva come avrebbe dovuto interpretare quella conversazione così metaforica, eppure con piccoli e semplici cenni, qualcosa nella mente della Hughes stava scattando. Si ritrovò così ad aggrottare per un momento la fronte, concentrata su qualcosa che comunque mancava nel quadro generale che lei aveva a disposizione. « Manca necessariamente qualcosa... » Affermò non sapendo nemmeno se fosse una risposta all'uomo che s'era nel frattempo accomodato, o una riflessione su se stessa. Portò alle labbra poi la propria tazza di caffè, quasi soprappensiero prima di riservargli un lieve sorriso. Aveva a disposizione un detective privato, dunque perché non sfruttare completamente le sue capacità? « Immagino che sia questo il metodo che lei usa in queste situazioni. Ma se questo pezzo del puzzle che manca non dipendesse da me? Da che cosa inizierebbe? Da dove partirebbe per trovare indizi e di conseguenza una pista? »
Jason Anthony Schmitz
Sospirò Jason, non sapeva davvero come aiutarla senza sapere di cosa stavano parlando, tuttavia, la sua tecnica si fondava sulle intuizioni e non si poteva dire che chiunque sapesse coglierle. - A volte fa bene staccare i pensieri, estraniarsi e poi tornando su certe indagini .. si riesce a cogliere un particolare o l'intuizione giusta per imboccare una via da seguire. Un po' come quando si vede lo stesso film più volte.- Annuì , avrebbe voluto aiutarla maggiormente, ma lui non era uno di quelli che si facevano gli affari degli altri, quindi, prima di congedarsi, porse il proprio biglietto da visita alla ragazza. - Ma se tu volessi un collega, senza impegno, non voglio essere pagato per qualche consiglio, beh allora chiamami o passa in ufficio, sarò lieto di aiutare.- Strizzò l'occhio per alleggerire la tensione eventualmente creatasi e dopo si dileguò.
Isabel Amethyst M. Hughes
Le piaceva il ragionamento dell'uomo che di certo sapeva il fatto suo. I suoi consigli non erano da prendere alla leggera, sapeva che se avesse ripercorso il suo passato magar da un'altra prospettiva avrebbe trovato ciò che cercava. Osservò poi il biglietto da visita che le stava porgendo. Si prese così il proprio tempo per memorizzarlo, prima di fare un semplice cenno del capo in segno di ringraziamento. « La prendo in parola! E grazie... » Commentò alzando un angolo delle labbra formando così un mezzo sorriso prima di vederlo allontanarsi velocemente lasciandola così con qualche altro dubbio, ma sicuramente con qualche consiglio in più che le sarebbe tornato utile. Si concentrò così sui suoi pensieri, ancora una volta, prima di poter ritornare alla sua normale quotidianità.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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isabelamethyst · 3 years
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      👑👠     —      𝐍𝐄𝐖 𝐏𝐎𝐒𝐓      @𝒆𝒗𝒊𝒍𝒒𝒖𝒆𝒆𝒏  posted a story  on         ❪  ••• 𝐈𝐍𝐒𝐓𝐀𝐆𝐑𝐀𝐌 📷  ❫
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isabelamethyst · 4 years
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       💄   𝑎𝑙𝑙𝑖𝑠𝑜𝑛 𝑎𝑛𝑑 𝑖𝑠𝑎𝑏𝑒𝑙  💄       𝐢𝐳𝐳𝐲'𝐬 𝐡𝐨𝐮𝐬𝐞 ; 𝟎𝟐/𝟏𝟐/𝟐𝟎𝟐𝟎       ➭ ❛  Aiutami a decorare l'albero. ❜       ( #𝑟𝑎𝑣𝑒𝑛𝑓𝑖𝑟𝑒𝑟𝑝𝑔 ; #𝑚𝑖𝑛𝑖𝑟𝑜𝑙𝑒 )
«Sfruttatrice.»
Mormorò la Price una volta entrata nella casa della sua amica. Isabel l'aveva invitata a cena a casa sua, Allison prima di andare a casa della giovane si era fermata un attimo al supermercato ed aveva preso una bottiglia di vino e dei dolcetti al cioccolato, non era bello andare a casa di qualcuno senza portare un pensierino, eppure una volta varcata la soglia della Hughes, la trovò circondata da addobbi e lucine natalizie. La Price posò le sue cose da una parte e si avvicinò alla giovane.
«Mentre cerco di districare questo nodo tra le lucine riempi due calici di vino, così lavoreremo meglio.»
Le schiacciò l'occhiolino e la abbracciò forte, le era mancata e sapeva di essere stata una pessima amica recentemente e che doveva farsi perdonare, ma la lite con Logan l'aveva fatta chiudere in se stessa.
Isabel Amethyst M. Hughes
Tornare a casa propria aveva avuto un sapore di felicità per la Hughes che sembrava essere ritornata quella di sempre. Non importava quanti ostacoli ci fossero lungo la sua strada, Isabel li avrebbe superati uno alla volta, o meglio era così che sperava di fare. Cadere sette volte e rialzarsi otto, era questo che si diceva, no? Ed eccola lì, a preparare l'albero di Natale più grande che la residenza Hughes potesse ospitare. Giacevano a terra infinite scatole contenenti addobbi natalizi, dalle semplici palline ai nastri che andavano dall'oro al bianco, ma era il sorriso dipinto sul volto dell'esperimento a illuminare tutta la stanza. Era giunto il suo periodo preferito dell'anno, e quando sentì giungere l'amica che tanto l'aveva aiutata nelle settimane nonché mesi passati. « Non sono una sfruttatrice, sto semplicemente cercando di distrarti da quel muso lungo che hai... » Commentò la mora mentre lanciava uno sguardo piuttosto eloquente alla bionda e ricambiava quell'abbraccio che le era mancato. Non era infatti passato inosservato l'espressione di Allison, ma sapeva anche che avrebbe fatto lei il primo passo se avesse voluto. Lasciò tutto a terra prima di correre in cucina per prendere un paio di calici e l'apribottiglie. « Credo che non ci sia occasione migliore per bere! Come stai? »
Allison Riley Price
«Quale muso lungo?» Mormorò cercando di sorridere, le veniva difficile fingersi felice quando in realtà ultimamente si sentiva piuttosto giù. Il Natale doveva rendere tutti più felici e tranquilli ma Allison aveva mille pensieri, i primi ovviamente riguardavano il suo rapporto con Logan, nonostante sembrassero essersi riavvicinati sentiva comunque qualcosa di irrisolto tra loro e ciò preoccupava la veggente. Poi vi erano i problemi legati all'università dove riprendere era stato più difficile che mai, Mike e tanto altro, per Allison era un periodo più buio che mai. Sedendosi a terra cercò di sciogliere i nodi e quando vide l'amica tornare nel salone sospiro. «Bene ma è una bugia. Non sto molto bene, è un periodo buio, ho litigato con Logan, l'università uno schifo, mio padre continua a lamentarsi per la sconfitta ed io vorrei solo partire e non tornare più. Tu come stai? Sono stata pessima nelle ultime settimane, ti chiedo ancora scusa.» Prese il calice e sorseggiò un po' del viso che aveva portato, parlare con la Hughes come ai vecchi tempi, passare una serata insieme, avrebbe certamente fatto bene ad entrambe, di questo ne era certa.
Isabel Amethyst M. Hughes
Una cosa era rimasta certa nel corso degli anni, fin dal suo trasferimento a Ravenfire quasi quattro anni prima: la lealtà che dimostrava nei confronti delle sue amiche, prima fra tutte Allison. Non era un caso il fatto che fosse stata la bionda ad aiutare la newyorchese subito dopo i giorni di arresto da parte del Consiglio, e il fatto che l'avesse invitata poi a stare da lei era un qualcosa che mai avrebbe dimenticato. Dopo aver preso i calici e aver aperto la bottiglia di vino, Isabel versò il liquido al suo interno e ne porse uno all'amica, prima di sedersi e concentrarsi completamente su di lei. « Sai che non puoi mentirmi... » Commentò bonariamente la Hughes prima prendere un sorso di quel liquido rosso che ormai accompagnava gran parte delle sue serate solitarie. Il rapporto con i suoi genitori, in particolar modo quello con sua madre, non era esattamente idilliaco e ogni occasione era buona per avviare una discussione. Ascoltò con attenzione le parole della Price, prima di rispondere con un leggero cenno del capo. « Non hai bisogno di chiedermi scusa, Allie... Anzi, io dovrei farlo. Mi hai aiutato come mai nessuno aveva fatto. Tuo padre parla perché gli brucia la sconfitta ed è comprensibile, soprattutto con quello che ha investito, ma mi preoccupa maggiormente che cosa è successo con Logan... Perché avete litigato? »
Allison Riley Price
«Lo so perfettamente.» Ridacchiò all'amica mentre prendeva i calici riempiti dalla Hughes, quei momenti in sua compagnia erano molto preziosi per Allison, per via del suo carattere non sempre cordiale, era difficile per lei fare amicizie o comunque coltivarle nel tempo, fortunatamente nonostante passassero spesso settimane senza vedersi, il rapporto tra lei e Isabel era speciale ed Allison ci teneva a farlo rimanere tale per molto, molto tempo ancora. «Già e sembra volersi non arrendere. Penso che mi prenderò una casa tutta per me prima o poi.» No, non lo avrebbe fatto realmente, era uno sfogo dovuto a quel momento, non avrebbe certamente lasciato Logan solo sotto lo stesso tetto dei Price, nonostante lui avesse la sua dependance. Sorseggiò il vino per poi berne un generoso sorso quando la giovane le chiese il motivo del litigio con Logan. «Hai presente Mike Bradshaw? Il migliore amico di Logan? Beh andiamo a letto da questa estate ed ovviamente lo abbiamo tenuto nascosto a Logan, ecco ovviamente lo ha scoperto e non l'ha presa per niente bene. Ed ha fatto bene, io in primis non dovevo tentare il suo migliore amico e specialmente dovevamo essere sinceri. Ecco il motivo del nostro litigio, certo abbiamo in un certo senso chiarito, ma sento che prima che tutto torni come prima passerà molto, molto tempo.»
Isabel Amethyst M. Hughes
Tante potevano essere le conoscenze, ma le vere amicizie si riconoscevano subito, e non importava trascorrere giorni anche in totale silenzio, l'importante era ritrovarsi come il primo giorno, esattamente come stavano facendo le due giovani. Presero nel frattempo posto l'una accanto all'altra prima che una malsana idea potesse perfino venirle in mente. Si ritrovò così ad aggrottare la fronte prima di seguire il discorso dell'amica. Ascoltò con attenzione quel discorso che sembrava turbare e non poco la bionda prima di prendere un altro sorso di vino. S'appoggiò poi con un braccio sullo schienale del divano e chiuse il pugno per appoggiarvisi la tempia. « A te lui piace? Dico sul serio... Non la storiella estiva che bene o male ce l'abbiamo avuta tutti. Quando lo vedi, quanto siete insieme... Insomma è da farfalle nello stomaco? » Domandò la newyorchese con reale interesse. Era vero, magari non aveva chissà quale esperienza in ambito amoroso, ma sapeva come dare conforto alla sua migliore amica. « Per Logan sarai sempre la sorellina da proteggere, e per quanto sia stato un azzardo farlo con il suo migliore amico, ha paura che magari il vostro equilibrio e il loro possa essere in qualche modo compromesso. Hai provato a parlarci? »  
Allison Riley Price
Quelle domande da parte di Isabel le diedero da pensare, quando pensava a Mike non si vedeva con lui nel futuro ma questo perché Allison non era quel tipo di persona da relazione, eppure nei mesi nel quale aveva avuto quella tresca con il Bradshaw non era stata con altri questo perché Mike riusciva ad appagarla e piuttosto bene. Non aveva idea se per lui sentisse qualcosa di forte, sicuramente era attratta sessualmente, tra loro vi era una chimica pazzesca mai provata con nessun altro e doveva ammettere che attualmente pur andando con dei ragazzi non aveva trovato con nessuno l'intesa che c'era tra loro, ma gira e rigira si trattava di qualcosa di prettamente sessuale. «Mike è un amico, non provo nulla per lui se non una fortissima attrazione. Non ho le farfalle allo stomaco, non sono ancora a quel livello di provare qualcosa. Non mi è indifferente ovviamente, insomma si è instaurato un bel legame tra noi, lui è un figo ma insomma gli voglio bene si, ma non in quel senso.» Non aveva idea se prima o poi quel bene si sarebbe trasformato in qualcosa di più, ed era certa che Mike avrebbe risposto al suo stesso modo, non erano innamorati, loro andavano a letto e basta. Certo, avevano imparato a conoscersi e passare del tempo insieme ma il tutto finiva lì. «Abbiamo parlato un po' alla festa di halloween, ma non abbiamo affrontato bene l'argomento e ci tengo a farlo prima di natale, voglio che per le feste il clima tra noi sia perfetto, rivoglio quel rapporto che avevamo indietro, mi manca Is.»
Isabel Amethyst M. Hughes
Era incuriosita dal rapporto che si stava instaurando tra Allison e Mike, ma era più preoccupata per l'amica, perché in alcun modo voleva che soffrisse. Ascoltò con attenzione le di lei parole, cercando di riflettere come avrebbe potuto aiutarla in quel momento, ma in cuor suo sapeva che i suoi sarebbero stati solamente dei consigli. Isabel si ritrovò così ad inclinare appena il capo, tese poi una mano per afferrare quella dell'amica e la strinse in una stretta gentile. « Okay, non sei innamorata ma sei ugualmente presa... E devi parlare con Logan, prima che sia troppo tardi. » Logan e Allison erano i fratelli che non aveva mai avuto, e il rapporto che intercorreva tra loro era fondamentale per la giovane dai capelli corvini. Un debole sorriso cominciò ad aleggiare sulle labbra della Hughes nell'udire quella confessione, limitandosi ad annuire con un semplice cenno del capo. « Tornerai ad averlo, Allie, credimi... Tutto a tempo debito. Cerca solamente di non affrettare i tempi e al contempo non perderlo, ma per stasera possiamo goderci semplicemente il nostro vino. »
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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