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#jankélévitch
montedeaugias · 2 years
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'as palavras se encadeiam umas às outras e substituem o pensamento, que nesse caso fica a reboque da linguagem da fotografia'.
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libriaco · 2 years
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Dio che risate!
L’umorismo è come Dio: se ne può dire solo quello che non è. È sempre qualcos’altro.
V. Jankélévitch, L’umorismo è la rivincita dell’uomo debole in AA. VV., Perché si ride. Umorismo, comicità, ironia. Bergamo, Moretti&Vitali, 2007.
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pastrufazio · 2 years
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Ancora in seminario don Giorgio, il giorno dell’uscita del primo numero del quotidiano cattolico “Avvenire”, nel 1968, mi incaricò di scegliere gli articoli meritevoli di finire, una volta ritagliati, in bacheca. Approntata alla bell’e meglio sul piano dedicato ai giochi, i miei compagni potevano, una volta entrati in corridoio, soffermarsi e leggerli. Non ricordo, ovviamente quali scelsi negli ultimi mesi della mia permanenza. Era il mio ultimo anno in seminario, la terza media. Da allora non ho più smesso di avere a che fare coi giornali. Con un giornale sopra tutti, “Avvenire”, ma di riflesso anche gli altri con cui ho collaborato seppure per brevi periodi e in spazi laterali. Si trattava di dimostrare a me stesso di saper scrivere. Non molto di più.
Per il resto che mi interessava, essenzialmente la filosofia, non puoi dimostrare di saperla fare. Forse neppure devi. Non si tratta di un saper fare, forse di un saper disfare… ma anche questa versione è già troppo presuntuosa. Per uscire dall’incertezza nella quale ti getta il pensiero, però, lo Stato ti offre la possibilità di avere una certificazione che ti consente non certo di farla bensì di trasmettere quella stessa incertezza ad altri, in modo che si perpetui la tua stessa impossibilità.
Da quando è iniziata la famigerata pandemia, e oggi ancor più con la guerra, il legame tra me e quei due aspetti della mia esperienza si è spezzato. Nè il giornalismo, anche quello culturale, l’unico che ho davvero frequentato, né la filosofia sembrano più rappresentare qualcosa di significativo e di meritevole di quel poco tempo che mi rimane per continuare a essere libero. Questo mi è venuto in mente rileggendo le prime pagine dell’Irréversible et la nostalgie di Vladimir Jankélévitch. L’uomo – scrive – «non è libero nel senso aggettivale o epitetico di questa parola, vale a dire per accidente […] perché questo significherebbe che un uomo potrebbe non essere essenzialmente libero e, tuttavia, restare sostanzialmente un uomo. Ma possiamo concepire un uomo sostanzialmente umano che sia essenzialmente servo e schiavo dalla nascita?».
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cocosse · 2 years
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“Do Not Listen to What They Say, Look at What They Do”
Do | Vladimir Jankélévitch, 1903 - 1985 >
 Shoji Ueda, Papa and Mama and Children, 1949
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dreams-of-mutiny · 2 years
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To be someone here and now, you have to give up being someone else, somewhere else or later.
Vladimir Jankélévitch
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c-etait-ailleurs · 2 years
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L’amour ne veut rien savoir sur ce qu’il aime ; ce qu’il aime, c’est le centre de la personne vivante, parce que cette personne est pour lui une fin en soi, ipséité incomparable, mystère unique au monde. J’imagine un amant qui aurait vécu toute sa vie auprès d’une femme, qui l’aurait aimée passionnément et ne lui aurait jamais rien demandé et mourrait sans rien savoir d’elle. Peut-être parce qu’il savait depuis le commencement tout ce qu’il y a à savoir.
Vladimir Jankélévitch, Quelque part dans l’inachevé
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orpheusz · 2 years
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Deuxième partie
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jordi-gali · 23 days
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Vladimir Jankélévitch
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radiogornjigrad · 3 months
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Žarko Paić: Ontički minimum ljubavi
Vladimir Jankélévitch, Paradoks morala, AGM, Zagreb, 2004. S francuskoga preveo Daniel Bučan U iskušenju stvaranja bilo kakvog moralnoga kodeksa koji bi možda imao nekog smisla u ovoj mračnoj suvremenosti mnogi .zagovornici povratka tzv. univerzalnim moralnim vrijednostima kao da zaboravljaju ono što je na pregnantni način uspostavio u svojem mišljenju francuski filozof i kompozitor, autor…
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marcogiovenale · 6 months
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26-27 marzo, napoli: "l'assurdo. l'incerto". laboratorio
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marie-daniel · 11 months
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La violence s’oppose si peu à la faiblesse que la faiblesse n’a souvent pas d’autre symptôme que la violence.
Vladimir Jankélévitch, Le pur et l'impur
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nicklloydnow · 1 year
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“As the philosopher Vladimir Jankélévitch has written in his discomforting book La Mort, to think of death is penser l'impensable, to think the un-thinkable. There is utterly nothing to think about death; genius and simpleton are equally thwarted in confronting this subject. Death is nothing, a nothing, a negativity. Thoughts about it are compromised to the most infinitesimal degree, even if, in accord with the law of compression, they are probably extremely dense. But are they thoughts? Hard to say. For anyone who ventures into thinking the unthinkable, words at least remain; we can call them thoughts just as well as not. Even the words shrink to something very small. Thinking of death becomes a monotonous and manic litany, undeniably similar to certain products of modern poetry: "I will die die will I die I will will I die die I will I will die." Or in French: "Je vais mourir mourir je vais je vais mou-rir, rire, rire, je vais mou" - it can be staged in all languages, in the same empty way, for no doubt the limits of my language are the limits of my world, but the limits of my world are also the limits of my language and, in the face of the death that is my anti-world, the impotence of my language becomes apparent.”
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libriaco · 2 years
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Dio che risate!
L’umorismo è come Dio: se ne può dire solo quello che non è. È sempre qualcos’altro.
V. Jankélévitch, L’umorismo è la rivincita dell’uomo debole in AA. VV, Perché si ride. Umorismo, comicità, ironia. Bergamo, Moretti&Vitali, 2007.
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linsaad · 1 year
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La música puede tocar el cuerpo directamente y trastornarlo, hacer bailar y cantar, arrancar mágicamente al hombre de sí mismo.
Vladimir Jankélévitch
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nibelmundo · 2 years
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Je t'aime parce que je t'aime. Toute bonne raison qu'il y aurait de t'aimer prouverait de l'amateurisme.
Vladimir Jankélévitch
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La musique est un charme, charme nostalgique comme l'est toujours le charme. Vladimir Jankélévitch- (La présence lointaine)
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