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#l'arcipelago einaudi
garadinervi · 1 year
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d'infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L'Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008, pp. 32-49
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gregor-samsung · 1 year
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“ Era il 1973, c'era la guerra, la gente faceva capannello attorno alla radio. Ascoltavano Radio Cairo, ancora increduli che l'esercito egiziano potesse attraversare il canale di Suez, che gli arabi potessero vincere contro Israele. Stava in piedi assieme ad altre persone, Zayn 'Alúl, davanti alla bottega di Abu Khalíl, sorseggiando tè e facendo quattro chiacchiére. A un certo punto le chiacchiere avevano preso un'altra piega, si erano trasformate in una discussione a proposito dei fatti della Bank of America. Era successo che alcuni elementi della polizia libanese avevano fatto irruzione nella banca, ucciso due degli uomini che l'avevano occupata, arrestato gli altri due e liberato gli ostaggi. Con il risultato che la banca non aveva scucito un petacchino per lo sforzo bellico arabo, scopo ultimo dell'operazione, stando alle condizioni dettate dal capo del commando, poi abbattuto. - È stato un errore, - diceva Abu Khalíl, - la guerra è in Israele, a che pro occupare una banca qui? - La banca è americana, gli americani sono Israele. Sí insomma, lí e qui è la stessa identica guerra, - aveva ribattuto uno dei ragazzi che facevano ressa attorno alla bottega.
Abu Khalíl aveva preso in mano il giornale e si era avvicinato alla luce che usciva da dentro il negozio. - Date retta a me, ragazzi, è stato un errore. 'Ali Shu'ayb ha preso in ostaggio e poi ammazzato un americano che non c'entrava niente. Leggeva, Abu Khalíl: - «L'americano John Conrad Maxwell è stato assassinato da 'Ali Shu'ayb. Quest'ultimo, ricorrendo a uno degli ostaggi perché non in grado di esprimersi in inglese, ha comunicato a Maxwell di aver deciso di ucciderlo poiché la dilazione concessa alle autorità era scaduta. L'americano ha implorato per la propria vita, ma 'Ali Shu'ayb gli ha sparato alla schiena. L'americano, supino al suolo, ha urlato e supplicato, ma 'Ali Shu'ayb, coadiuvato da un altro componente del commando, presumibilmente Jihàd As'ad, lo ha preso a calci e ha nuovamente fatto fuoco, colpendolo al ventre e togliendogli la vita». - Ma vi sembra possibile, ragazzi? Non son cose che si fanno, - aveva concluso Abu Khalíl: - E poi il problema è con Israele, la guerra è li. È stato un errore. - Tutte balle, - aveva esclamato Zayn 'Alúl, - sono tutte balle. “
Elias Khuri, Facce bianche, traduzione dall'arabo di Elisabetta Bartuli, Einaudi (collana L'Arcipelago n° 126), 2007¹; pp. 133-134.
[1ª Edizione originale: الوجوه البيضاء, (Wujuh al-bayda), editore Dar Al Adab, Beirut, 1981]
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istanbulperitaliani · 4 years
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Costantinopoli di Edmondo De Amicis
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Prima di visitare Istanbul vi consiglio di leggere “Costantinopoli” di Edmondo De Amicis che sicuramente già conoscete per il famoso romanzo “Cuore”.
Il libro venne scritto nel 1875 quando lo scrittore era corrispondente letterario della rivista “Illustrazione italiana”.  
De Amicis esplora la capitale dell'Impero Ottomano con pagine di grande eleganza: storie di sultani, eunuchi, concubine, il Palazzo Topkapi e Hagia Sofia, il Gran Bazar e il Corno d'Oro, fez e turbanti, narghilé e l'odore delle spezie.
Vi troverete tra i perduti incanti della “Città Incomparabile”, in cui erano contenuti tutti gli Orienti reali e immaginari. Lo scrittore turco Orhan Pamuk definisce questa opera come il miglior libro scritto su Istanbul nel diciannovesimo secolo. Umberto Eco afferma che la descrizione offerta da De Amicis della città é cinematografica. Ed é proprio al celebre scrittore e semiologo italiano affidata l'introduzione all'opera di De Amicis nell’edizione Einaudi del 2007
Ecco a voi l'incipit del libro:
L'emozione che provai entrando in Costantinopoli mi fece quasi dimenticare tutto quello che vidi in dieci giorni di navigazione dallo stretto di Messina all'imboccatura del Bosforo. Il mar Jonio azzurro e immobile come un lago, i monti lontani della Morea tinti di rosa dai primi raggi del sole, l'Arcipelago dorato dal tramonto, le rovine d'Atene, il golfo di Salonico, Lemno, Tenedo, i Dardanelli, e molti personaggi e casi che mi divertirono durante il viaggio, si sbiadirono per modo nella mente, dopo visto il Corno d'oro, che se ora li volessi descrivere, dovrei lavorare più d'immaginazione che di memoria.
Buona lettura!
- Acquista su Amazon il libro: Costantinopoli (Einaudi tascabili)
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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gregor-samsung · 2 years
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“ Samar continuava a parlare con quel suo strano fervore: - Ascolta, tu non ascolti, dobbiamo spiegare che la nostra causa è giusta, bisogna che rendiamo pubbliche le pratiche dei fascisti, gli omicidi, gli stupri, le ruberie, i transfert, le case distrutte. Il cinema di denuncia, è questo il suo ruolo. Rendere di pubblico dominio. Bisogna... - Ma anche noi... Le ho detto che anche noi commettiamo degli errori, che anche noi ammazziamo, anche noi... - Non è vero, quel che dici non è vero. - Giuro che è vero! Damour. Noi a Damour... - Non parlare di Damour! Ti sei dimenticato del quartiere dei mattatoi, di Karantina, di Na'aba, di Tell al-Za'atar? - Compagna, non parlarmi con questo tono! Sta' calma, sto solo dicendo la verità! - No, non è la verità, la verità dev'essere al servizio della rivoluzione, questi sono discorsi che turbano i nostri militanti. - La verità è al servizio della verità. Ascolta. - Ascolta tu. La guerra è guerra. - Lo so, giuro che lo so, si fanno errori in tutte le guerre, la cosa fondamentale è la questione politica, però commettiamo anche noi degli errori. - No, tu la fai troppo grossa, come fa un combattente come te a parlare in questo modo? - Giuro, sorella, io queste cose le, so. Eppure combatto e continuerò a combattere. Sí insomma, tutto questo non c'entra. Però è la verità. Io rimango, dove vuoi che vada? Alla fine di quella conversazione, Samar mi ha consigliato di tornare all'università. Ma che università e università, come faccio a studiare? L'occhio sano non è mica sano, quando leggo per un po' mi diventa rosso e mi piglia un dolore insopportabile, all'università non posso tornare e un altro mestiere non lo so fare. E poi non voglio. Come posso dimenticare? Metà dei miei amici sono morti martiri, come faccio? Li lascio nella tomba e scappo via, come ho fatto con Samíh? No. Si è alzata, il cameriere ha portato il conto. Voleva pagare lei, non gliel'ho permesso. “
Elias Khuri, Facce bianche, traduzione dall'arabo di Elisabetta Bartuli, Einaudi (collana L'Arcipelago n° 126), 2007¹; pp. 185-186.
[1ª Edizione originale: الوجوه البيضاء, (Wujuh al-bayda), editore Dar Al Adab, Beirut, 1981]
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garadinervi · 2 years
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d'infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L'Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008
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garadinervi · 2 years
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d'infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L'Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008
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garadinervi · 2 years
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d'infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L'Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008, pp. 182-185
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garadinervi · 3 years
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d'infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L'Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008, pp. 87-93
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garadinervi · 4 years
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Georges Perec, (1968, 2008), L'arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento, Translation by Emanuelle Caillat, «L'Arcipelago Einaudi» 161, Einaudi, Torino, 2010 [First published in the «Enseignement programmé», No. 4, 1968]
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garadinervi · 4 years
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d’infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L'Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008, pp. 186-187
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garadinervi · 5 years
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Georges Perec, (1975), W ou le souvenir d'enfance, Gallimard, Paris, 1998
«questa foschia assurda nella quale vagano delle ombre, – è lì il mio avvenire?» – Raymond Queneau, in Georges Perec, (1975), W o il ricordo d’infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L’Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008
«That mindless mist where shadows swirl – is this then my future?» – Raymond Queneau, in Georges Perec, (1975), W or the Memory of Childhood, Translated by David Bellos, David R. Godine, Publisher, Boston, MA, 1988
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garadinervi · 5 years
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Georges Perec, (1975), W ou le souvenir d'enfance, Gallimard, Paris, 1998
«Questa foschia assurda nella quale vagano delle ombre, come potrei diradarla?» – Raymond Queneau, in Georges Perec, (1975), W o il ricordo d’infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L’Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008
«That mindless mist where shadows swirl, how could I pierce it?» – Raymond Queneau, in Georges Perec, (1975), W or the Memory of Childhood, Translated by David Bellos, David R. Godine, Publisher, Boston, MA, 1988
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garadinervi · 5 years
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d’infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L'Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008, pp. 24-27
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garadinervi · 6 years
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Georges Perec, (1975), W o il ricordo d’infanzia, Translated by Henri Cinoc, «L’Arcipelago Einaudi» 80, Einaudi, Torino, 2008, pp. 8-9
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