Sono stato a un concerto dei Santi Francesi con la, remota, speranza di riuscire a incontrare Matilda De Angelis da qualche parte in disparte lontana dalla folla e convincerla a venire via con me ma sorpresa: non è successo.
Ieri s’è sposata mia sorella. Credo di non aver realizzato finché non l’ho vista in piedi con mio padre all’altare. Soltanto la sera prima avevo irriso bonariamente i miei scommettendo un paio di birre col buon Angelo su quante volte sarebbero crollati, col sardonico risultato che loro si son fatti roccia sorgiva, commuovendosi il giusto, mentre io son scoppiato a piangere e da lì non ho più smesso. Troppi pensieri d’amore represso, dolore ipogeo, parole non dette: mia sorella razzista omofoba antivax e complottista, il sempre più arduo discuter invano, a schivar nolente bombe e mine. E volerle bene nonostante tutto e ancora, conoscendo la sua sofferenza che è anche la mia, così uguali e diversi. Quando studiava ancora medicina, i professori la consideravano un genio, la migliore del suo corso, la più brillante, e lo era davvero. Avrebbe potuto fare ed essere qualunque cosa avesse voluto. Poi le si ruppe qualcosa, anni d’infinita crisi e non sapersi, una vita fuori corso. Infine, lo strappo, la rinuncia a tutto, cambiando lavoro e vita. Ora lavora come social media manager ed è bravissima in quel che fa (ma lo sarebbe in qualsiasi cosa decidesse di tentare). Il mese scorso, passando dalla cucina, ho notato che il bidone della carta traboccava di fogli e quaderni. Ho cominciato a leggerne il contenuto: vecchi appunti di medicina, esami pianti e sudati, storie inventate (anche lei scrittrice), pagine di diario, pensieri, sfoghi, pezzi di anima scartati e gettati via alla rinfusa. Senza farmi scoprire, ho raccolto tutto e l’ho nascosto al sicuro in camera mia. Sono un accumulatore seriale, è vero, ma non potevo permettere che tutta quella pena andasse perduta. Posso capire perché l'ha fatto, il dolore che le provoca tenersi la caduta ancora a vista. Può fare tabula rasa se vuole, allontanare da sé le pagine d'un passato in cui più non leggersi, lo accetto, vorrà dire che conserverò io i pezzi d'una vita che non è più. Chissà, magari un giorno, ormai in pace, tornerà a cercare quei sogni buttati di rabbia e spregio e allora io, beh, saprò cosa fare.
Senza quasi nemmeno accorgermene mano a mano che proseguiva all'indietro la mia playlist ho iniziato a piangere, prima solo gli occhi lucidi, poi proprio le lacrime fino a sentire una malinconia immensa avvolgermi il cuore. Dopo quasi tre fottuti mesi ho ripensato a quella frase che non dovrei articolare nemmeno nella mia mente "eri tu, eri tu il ragazzo giusto per me, ma io non lo ero per te" ... 💔
btw la prima volta che son stata a milano da adulta quando la mia ex mi ha detto andiamo a parco sempione la mia onesta e non ironica reazione è stata oddio quello della canzone degli elio.....
Un vero cinephile: decine di grandi film acclamati dal pubblico e dalla critica da guardare ma nell'ultima settimana non ne ho visto nemmeno uno e non so perché ho guardato invece una serie animata musical ambientata all'inferno con riferimenti sessuali espliciti e personaggi adorabili (Hazbin Hotel) chiedendomi ogni tot minuti se ero davvero sicuro di quello che stavo facendo.