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#lettere mai spedite
i-am-a-polpetta · 2 years
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mi viene da piangere anche stasera, soprattutto perché resto sola con me stessa e sola con me stessa non ci voglio stare. mi fa male la testa come ai vecchi tempi e mi sento proprio triste. continuo e leggere e rileggere cose che mi fanno stare peggio. ha avuto ragione la mia psicologa quando oggi mi ha parlato di te, per tutto quanto. peccato che farò di testa mia e non la ascolterò. sbagliando sicuramente.
questo tempo non vuole passare e questa malinconia che mi sale dentro al cuore quando entro a casa mia è proprio difficile da sopportare.
tengo il nostro bigliettino nella cover del telefono.
se potessi esprimere un desiderio: vorrei che piovesse.
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petalidiagapanto · 6 months
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«Ecco, questo è il mio modo di amarti,
forse un giorno ti stancherai e non vorrai più sentir parlare di me, quel giorno tu conoscerai il mio spirito di abnegazione.
Io continuerò ad amarti, nel silenzio di una stanza vuota, di nascosto dal mondo,
probabilmente in un posto vicino la fine del mondo, e quando i miei giorni saranno finiti,
riceverai una busta...
Quella busta conterrà le foto di tutti i viaggi che avrei voluto fare
con te, le lettere e le poesie a te indirizzate
e mai spedite, tutti i miei effetti più cari,
ma soprattutto una parola, una frase che nessuna ha mai sentito pronunciare dalle mie labbra e che invece a te avrei voluto
urlare ogni giorno, ogni istante della mia vita...»
(I ponti di Madison County, scena finale)
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alonewolfr · 12 days
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"Un giorno il mondo si curverà fitto alle mie spalle. Strade, abissi, grida, sussurri, lettere d'amore mai spedite. Tutto sarà lasciato indietro e qualcos'altro, soltanto allora, ricomincerà."
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deltuttopersonale · 1 year
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Esercizio: setta un timer di 10 minuti e scrivi un racconto su questo incipit
"Dopo cinque anni gli capitò di incontrarla per strada." Nota: lo scopo della scrittura a tempo non è scrivere un testo perfetto nel minor tempo possibile ma sbloccare la creatività. Scrivi lasciando il tuo editor interiore da parte, editeremo il testo in un secondo momento.
L'incidente
Dopo cinque anni gli capitò di incontrarla per strada. Non avevano più parlato dell'incidente e non si erano mai più visti, nemmeno per caso: in una città piccola come Bologna non incontrarsi era un'impresa titanica. Aveva con sé la sua solita borsa, era facile immaginarne il contenuto: oltre al telefono, chiavi e portafogli, l'immancabile rossetto rosso, un taccuino per gli appunti, un libro. Si chiese cosa avesse potuto leggere in tutti questi anni e ricordò i pomeriggi piovosi trascorsi sul letto invaso da libri, riviste e fogli per gli appunti che venivano puntualmente dispersi. S'immaginò i film che non avevano potuto vedere insieme, i concerti mancati, le vacanze: sarà tornata in Croazia con il resto del gruppo? Gli mancava Lei e tutto ciò che si portava appresso: la sua comitiva invadente, le gite in gruppo, le interminabili cene con menu studiati al dettaglio per una settimana intera e gli ingredienti mancanti che puntualmente imponevano cambi di programma e piatti deliziosamente imperfetti. Analizzò con meticolosità il ricettario della loro relazione che almeno in teoria pareva contenere tutto il necessario per un menù non solo completo e stupefacente ma a tratti straordinario. Imputò il disastro a un incidente di cottura, conclusosi con inevitabile carbonizzazione.
Ricordò della sua prima dichiarazione d'amore, avvenuta in forma di racconto: era un selvaggio su un'isola intento a pescare aragoste a mani nude per la sua sposa e per la futura prole. Almeno tre bambini, tutti uguali a lei. Racconto al quale si prodigò di aggiungere tale precisazione: lui, prima di quel momento, figli non ne aveva mai voluti.
Eppure lei si conservava intatta: nessun cambiamento, nessuna stranezza, niente di lei gli pareva suggerire che il tempo fosse passato.
Forse è vero che il tempo si dilata a seconda degli avvenimenti: più ne viviamo più la vita pare dilatarsi, gli eventi si frappongono tra le cose distanziandole, separandole in maniera evidente.
Dall'incidente però Sergio si era fermato. Nulla era accaduto e nulla aveva voluto far accadere. Si era prodigato a ripetere i giorni identici, in modo che da una certa distanza, potessero sembrargli uno solo, ridotti a un tempo minimo, svuotato da ogni significato: era questo l'unico modo che aveva trovato per mantenersi integro.
Le aveva scritto lettere di scuse prima, di rabbia in seguito, tutte non spedite.
La seguì per un breve tratto, intuì presto dove si stava recando: la guardò svoltare per via Guerrazzi, probabilmente aveva un appuntamento con i suoi da Maurizio.
Le lasciò un po' di vantaggio: si sarebbe seduta, e lui sarebbe passato in seguito, con fare distratto, come uno che rientra da una lunga giornata di lavoro e ha ancora il cervello occupato dalle faccende quotidiane. Poi avrebbe scambiato uno sguardo amichevole con uno dei suoi amici, allargando il sorriso in segno di sincero affetto e poi si sarebbe voltato verso di lei, si sarebbe chinato per darle due baci e le avrebbe scompigliato i capelli. "Ti trovo splendida" le avrebbe detto, sarebbe arrossita.
Poi i suoi lo avrebbero invitato a sedersi e lui avrebbe finto di avere fretta, "ma dai solo un aperitivo al volo", avrebbero incalzato loro, domandandogli del più e del meno. Avrebbe acconsentito e lei gli avrebbe fatto spazio accanto a sé. Carrellata di convenevoli e poi un secondo giro. Poi a un certo punto la conversazione sarebbe diventata caotica e lui avrebbe avuto modo di parlare con Lei soltanto. Lo avrebbe guardato in quel modo in cui si guarda il solo amante, il destinato. Poi avrebbero proseguito da soli e ci sarebbero state le scuse forse, una notte insieme magari e il primo dei prossimi risvegli di tutta la vita.
Fece un respiro profondo, l'ansia si materializzava fisicamente: tachicardia, sudorazione fredda e la puntuale morsa allo stomaco. Non si sentiva più così splendido. Si avvicinò e lei non era con i suoi ma con la causa dell'incidente: la sua (inspiegabilmente ancora) amica Beatrice.
Rivisse l'attimo in cui Beatrice gli era saltata addosso. Ricordava ogni dettaglio della dispensa che aveva fissato mentre lei cercava di spiegargli come avrebbe reso la sua vita migliore e l'avrebbe valorizzato. Enumerò le loro infinite affinità che lui pareva non aver mai notato, gli dichiarò di averlo sempre desiderato e, al suo ennesimo rifiuto, scoppiò a piangere, lui cercò di consolarla con un abbraccio fraterno, Beatrice ricambiò con un bacio.
Lei aprì la porta in quell'istante. Tutto finì.
Beatrice fece una smorfia vedendolo, uno sguardo da iena. Lei un sorriso amaro. Si salutarono con un cenno cortese e nient'altro.
Sergio le scrisse un'altra lettera, si ripromise di spedirla, prese dallo scaffale la cosa più preziosa che aveva: una copia di Rayuela da Lei donatogli. Rilesse la dedica: ci incontreremo sempre, pur senza cercarci mai.
Nota: Io utilizzo Squibler.io, un'app che ti permette di ottenere degli incipit o degli stimoli creativi e di settare un timer ma puoi svolgere l'esercizio anche utilizzando un comune timer.
ph. credits Ana Petrenko
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loveninfeaninfea · 1 year
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«Ecco, questo è il mio modo di amarti, forse un giorno ti stancherai e non vorrai più sentir parlare di me, quel giorno tu conoscerai il mio spirito di abnegazione. Io continuerò ad amarti, nel silenzio di una stanza vuota, di nascosto dal mondo, probabilmente in un posto vicino la fine del mondo, e quando i miei giorni saranno finiti, riceverai una busta... Quella busta conterrà le foto di tutti i viaggi che avrei voluto fare con te, le lettere e le poesie a te indirizzate e mai spedite, tutti i miei effetti più cari, ma soprattutto una parola, una frase che nessuna ha mai sentito pronunciare dalle mie labbra e che invece a te avrei voluto urlare ogni giorno, ogni istante della mia vita...»
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yelenabworld · 6 years
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Ciao.
Ti ricordi di me?
Forse no. Eppure dovresti.
Sono presuntuosa, vero, a chiedertelo? In fondo se te ne sei andato senza voltarti dovevo essere solo una delle tante e per una così non si resta.
Allora ho pensato che tu avessi ragione e io torto.
Che fare tutti quei km per rivedere i tuoi occhi fosse uno spreco di tempo, sognare ad occhi aperti sulle tue promesse fosse stupido, smarrirmi nel tuo letto fosse sbagliato.
Ho rinnegato un sentimento pur sentendolo urlare forte dentro.
Non potevo farci niente, avevi deciso tu per entrambi. Non valeva la pena.
Avevi ragione tu, non si può combattere per due quando l'altro molla, ci si siede e si smette, è questa la verità.
Allora ho aperto la mano e sono rimasta a guardare scivolar via la tua, senza fare altro.
Avrei voluto smettere di amarti in quel preciso attimo, ma il mio cuore non aveva intenzione di rassegnarsi. Lui è rimasto ad aspettarti per mille altri giorni senza stancarsi e senza accettare niente altro.
Ho usato la ragione e il corpo per continuare, ho visto altri uomini, assaggiato le loro intenzioni senza mai lasciarmi sfiorare davvero.
Per quanto mi toccassero, niente ti scalfiva.
A distanza di anni e cambiamenti, adesso, mi sento una roccia, di quelle che restano in mezzo ai marosi, in apnea quando c'è tempesta e quieta quando splende il sole, solitaria e immutabile.
Non ho posto per nessuno, eri troppo ingombrante e forse dovevi esser tu, quello che non voleva restare, ad insegnarmi l'amore.
Sono stata un'ottima alunna... Ho imparato a star sola.
[2016©Yelena b.]
www.lormoneimpazzito.altervista.org
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theripme-blog · 8 years
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La verità è che hai scoperto il peggio di me senza accorgertene perché ho avuto pazienza nel mostrartelo, sono stata paziente, non volevo tu scappassi così te l'ho mostrato piano piano, tempo dopo tempo, abbraccio dopo abbraccio, passo dopo passo, caduta dopo caduta, nuotata dopo nuotata, salto dopo salto, bacio dopo bacio, carezza dopo carezza, sorpresa dopo sorpresa, lacrima dopo lacrima, urlo dopo urlo... Ho aspettato, non volevo ti spaventassi, ma non importa perché sono stata così delicata nel far fluire me stessa su di te che per te nulla è cambiato. Un giorno mi odierai per averti rovinato la vita, per averti fatto credere che avremo potuto vivere quest'amore, per averti fatto credere che potesse funzionare nonostante tutto e tutti, nonostante io sapessi che era tutto un inganno, ma sai io ti amavo davvero, ti amo ancora, e non ho resistito a quel subdolo egoista istinto di fartelo sapere; ma io lo so, so che riuscirai a odiarmi, perché sai che non puoi amarmi per sempre dopo tutto quello che ti ho fatto, non importa se io ero la tua vita se ti svegliavi per me, se aspettavi la sera solo per venire nel mio letto, non importa, perché ti ho ferito, io ho distrutto quello che eravamo. Perciò anche se ti amerò per sempre, spero tu possa odiarmi un giorno... Per sempre tua *******
TheRipMe
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horacio-oliveira-74 · 3 years
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Le lettere che Emma Hauck scrisse al marito durante il ricovero all’ospedale psichiatrico di Heidelberg nel 1909. Ricoverata per schizofrenia morì pochi anni dopo. Apparentemente scarabocchi incomprensibili sono frasi d’amore scritte in maniera fitta e ripetute migliaia di volte.In alcune lettere è possibile decifrare la ripetizione di singole parole (“Kommen, kommen, kommen” = “vieni, vieni, vieni” in tedesco) e brevi frasi (“Herzensschatzi komm” = “Amore, vieni”) che Hemma scrive al marito.Queste lettere oscure e struggenti non furono mai spedite, 
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Ti scrivo soltanto adesso, forse davvero per la prima volta, quando ho capito di non aver bisogno più di alcun motivo per farlo. Non ti scrivo per riprendere un discorso o per ricucire il cielo. Da tempo ho smesso di credere nelle cose che ricominciano, credo solo un po' di più in quelle che finiscono e in quelle che continuano. Non esiste un campo al di là del quale qualcosa che finisce in qualche modo prosegue, e non sono di quelli così sapienti da nascondere una ferita dietro una saggezza di parole accostate con cura le une alle altre.
Tutto ciò che conosco finisce con l'essere inghiottito in una sola certezza: che non saremo mai più insieme. Malgrado questo indomabile fatto, in certi giorni più di altri, in istanti di pace dove posso tornare a vedere chiaramente, so che mi manchi, e non so spiegarti come, né perché, né a cosa serva questa montagna di minuti e di sguardi caduti nel vuoto.
Un giorno il mondo si curverà fitto alle mie spalle. Strade, abissi, grida, sussurri, lettere d'amore mai spedite. Tutto sarà lasciato indietro e qualcos'altro, soltanto allora, ricomincerà.
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#cardiopoetica
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petalidiagapanto · 1 year
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«Ecco, questo è il mio modo di amarti, forse un giorno ti stancherai e non vorrai più sentir parlare di me, quel giorno tu conoscerai il mio spirito di abnegazione. Io continuerò ad amarti, nel silenzio di una stanza vuota, di nascosto dal mondo, probabilmente in un posto vicino la fine del mondo, e quando i miei giorni saranno finiti, riceverai una busta... Quella busta conterrà le foto di tutti i viaggi che avrei voluto fare con te, le lettere e le poesie a te indirizzate e mai spedite, tutti i miei effetti più cari, ma soprattutto una parola, una frase che nessuna ha mai sentito pronunciare dalle mie labbra e che invece a te avrei voluto urlare ogni giorno, ogni istante della mia vita...»
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(I ponti di Madison County, scena finale)
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alonewolfr · 7 months
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Siamo fatti di parole non dette, lettere mai spedite, di occasioni perse e abbracci mai dati.
|| Alberto Sorge
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occhietti · 2 years
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Siamo fatti di parole non dette,
lettere mai spedite,
di occasioni perse
e abbracci mai dati.
- Michelle Cuoreribelle
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somehow---here · 3 years
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E' triste pensare che d'ora innanzi la mia dignità dovrà consistere nel non cercarti più, nell'incontrarti come se non t'avessi mai conosciuta.
Vincenzo Cardarelli, da Lettere non spedite
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jeje-77 · 2 years
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Attento a ciò che desideri..
Potresti ritrovarti con messaggi, bigliettini, lettere nei posti più impensati..
Compreso un plico di lettere scritte e ovviamente mai spedite..
Ma che diligentemente continuo a scriverti..
Sai.. Credo che buona parte di un Amore sia quando ti rendi conto che i tuoi pensieri vuoi condividerli solamente con tal persona.. Silenzi espressi compresi..
H. 🌹
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yoursticazzi · 3 years
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Siamo fatti di parole non dette, lettere mai spedite, di occasioni perse e abbracci mai dati.
Michelle Cuoreribelle
Immagine:opera di Mark kostabi
Buongiorno tumbleri
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tempofermo · 4 years
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una delle cose che trovo più tristi in assoluto sono le lettere non spedite, rimaste archiviate, diventate un ricordo anche per chi le ha scritte. è come costruire un palazzo e distruggerlo subito dopo. o magari neanche, pensare di costruire un palazzo e lasciarlo essere soltanto pensiero, sempre in potenza e mai in atto. pura tristezza.
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