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#libri romanzi portogallo
downtobaker · 2 years
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Il valore della scrittura in Josè Saramago
A cura di FuoriAsse Un viaggio a ritroso nella vita e nelle opere di José Saramgo, con la partecipazione di chi gli è stato più vicino, si è svolto lo scorso 22 febbraio presso il Circolo dei Lettori di Palazzo Granieri della Rocca in via Bogino 9 a Torino, con la partecipazione di Violante Saramago Matos e gli Interventi di Luísa Marinho Antunes, Guido Conti e Don Paolo Scquizzato. Cent’anni…
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Elena Varvello on Reverie
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Elena Varvello, nata a Torino nel 1971, diplomata presso la Scuola Holden di Torino, ha pubblicato la raccolta di racconti L’economia delle cose (Fandango, 2007), candidata al Premio Strega e vincitrice dei premi Settembrini e Bagutta Opera Prima, e i romanzi La luce perfetta del giorno (Fandango, 2011), La fine del mondo (Loescher, 2013), La vita felice (Einaudi, 2016) e Solo un ragazzo (Einaudi, 2020).
I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Francia, Polonia, Messico, Grecia e Portogallo.
È docente di Original e di Academy, corso di Laurea in Scrittura e Contemporary Humanities della Scuola Holden.
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gregor-samsung · 2 years
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“ L'avvocato prese il sigaro che aveva formato due buoni centimetri di cenere e dette una boccata voluttuosa. - Lei dovrebbe studiarsi un po' i cosiddetti giochi di pazienza, continuò, alcuni hanno un meccanismo simile a questa insopportabile logica che condiziona la nostra vita, per esempio il Milligan, ma si sieda, giovanotto, prenda quella poltroncina. Firmino si sedette e appoggiò il fascio di giornali sul pavimento. - Il Milligan è molto interessante, disse l'avvocato, è basato sulle mosse che ciascun giocatore esegue al fine di frapporre trappole per limitare il gioco dell'avversario che viene dopo di lui, e così a catena, come nelle discussioni internazionali di Ginevra. Firmino lo guardò e sul suo volto si disegnò un'espressione di stupore. Cercò rapidamente di decifrare quello che voleva dire l'avvocato, ma non gli riuscì. - Le discussioni di Ginevra?, chiese. - Sa, disse l'avvocato, qualche anno fa chiesi di fare l'osservatore alle discussioni sul disarmo nucleare e missilistico che avvengono nella sede delle Nazioni Unite di Ginevra. Feci amicizia con una signora, l'ambasciatrice di un paese che proponeva il disarmo. Si dava il caso che il suo paese, che faceva esperimenti atomici, fosse anche impegnato per la denuclearizzazione del mondo, capisce il concetto? - Capisco il concetto, disse Firmino, è un paradosso. - Bene, continuò l'avvocato, la signora era una persona di ottima cultura, va da sé, ma soprattutto era un'appassionata di giochi di carte. E io un giorno le chiesi di spiegarmi il meccanismo di quelle trattative, che sfuggiva alla mia logica. Sa cosa mi rispose? - Non saprei, rispose Firmino. - Che mi studiassi il Milligan, disse Don Fernando, perché la logica era la stessa, e cioè: che ogni giocatore che pretende di collaborare con l'altro in realtà costruisce catene di carte studiando trappole per limitare il gioco dell'avversario. Che gliene pare? - Un bel gioco, rispose Firmino. - Eh sì, disse Don Fernando, è su questo che si regge l'equilibrio atomico del nostro pianeta, sul Milligan. Dette un colpetto su una colonna di carte. - Ma io me lo gioco da solo, con la variante dello Spite and Malice, mi sembra più opportuno. “
Antonio Tabucchi, La testa perduta di Damasceno Monteiro, Feltrinelli (collana Universale Economica n° 1531), 2002⁵ [1ª ed. originale: 1997]; pp. 166-167.
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pangeanews · 4 years
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“Fernando Pessoa non riuscì mai a essere davvero sicuro di chi fosse…”. Elogio del poeta imprendibile (che ho scoperto, anni fa, quando Urbino sembrava Lisbona, Bisanzio)
“Se dopo la mia morte volessero scrivere la mia biografia, non c’è niente di più semplice. Ci sono solo due date – quella della mia nascita e quella della mia morte. Tutti i giorni fra l’una e l’altra sono miei”. Morì a causa di problemi epatici all’età di 47 anni, nel 1935, nella stessa città dov’era nato. Perfettamente, geometricamente, come un cerchio che si chiude. L’ultima frase che scrisse fu in inglese: “I know not what tomorrow will bring” (“Non so cosa porterà il domani”). Si riporta invece, come sua ultima azione parlata, una richiesta di disarmante e meravigliosa semplicità: “Dê-me os meus óculos!”, “Mi dia i miei occhiali”. Era molto miope, quindi.
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L’incontro. Anni fa, tanti, alla Fortezza di Urbino, un luogo – per chi non lo conosce – che ricorda l’Eden, l’Arcadia, il parco incantato: è una costruzione fortificata edificata sul punto più alto del Monte di S. Sergio a Urbino e deve il suo nome al cardinale Egidio Albornoz. Da lì gli occhi disegnano lo skyline della città di Raffaello Sanzio, il più perfetto tra i perfetti.
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Ci vai a leggere, a studiare, a cercare l’infinito. Fine anni Novanta, il periodo delle “edizioni economiche” dei libri: la Newton e i grandi romanzi, la Mondadori e la poesia. Un modo per avvicinare chiunque, a 3 mila e novecento Lire, all’universo delle parole.
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Il titolo della raccolta? Un invito a cena: L’enigma e le maschere, 44 gocce di acqua purissima, distillata in quota e poi lasciata riposare sulla carta che assorbe.
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“Fernando Pessoa non riuscì mai a essere davvero sicuro di chi fosse, ma grazie al suo dubbio possiamo riuscire a sapere un po’ di più chi siamo noi” (José Saramago).
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Fernando Pessoa è stato più di una voce nello stagno. Nello stesso anno in cui morì, il poeta scrisse una nota biografica che venne pubblicata come introduzione À memória do Presidente-Rei Sidónio Pais, edito dalla casa Editorial Império solamente un lustro più tardi, nel 1940. Una “biografia” molto soggettiva e piuttosto incompleta che però sottende un messaggio ben preciso: i desideri e le interpretazioni dell’autore in quel preciso momento della sua vita.
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Nome completo Fernando António Nogueira Pessoa.
Età e provenienza Nato a Lisbona, chiesa dei Martiri, al n. 4 del Largo de San Carlos (oggi del Direttorio) il 13 giugno 1888.
Paternità e maternità Figlio legittimo di Joaquim de Seabra Pessoa e di D. Maria Madalena Pinheiro Nogueira. Nipote in linea paterna del generale Joaquim António de Araújo Pessoa, combattente nelle campagne liberali, e di D. Dionísia Seabra; nipote in linea materna del Consigliere Luís António Nogueira, giurista ed ex Direttore Generale del Ministero del Regno, e di D. Madalena Xavier Pinheiro. Ascendenza generale: misto di fidalgos ed ebrei.
Stato civile Celibe.
Professione La definizione più propria sarà “traduttore”, la più esatta quella di “corrispondente in lingue estere in aziende commerciali”. L’essere poeta e scrittore non costituisce una professione, ma una vocazione.
Residenza Rua Coelho da Rocha, 16, 1ºD.to. Lisbona. (Indirizzo postale – Casella Postale 147, Lisbona).
Funzioni sociali svolte Se con questo si intende incarichi pubblici o funzioni di rilievo, nessuna.
Opere pubblicate L’opera è fondamentalmente dispersa, per ora, in varie riviste e pubblicazioni occasionali. I libri e gli articoli che ritiene validi sono i seguenti: 35 Sonnets (in inglese), 1918; English Poems I-II e English Poems III (sempre in inglese), 1922, e il libro Mensagem, 1934, premiato dal Secretariado de Propaganda Nacional nella categoria Poema. L’articolo O Interregno, pubblicato nel 1928, e consistente in una difesa della Dittatura Militare in Portogallo, deve essere considerato come non esistente. Tutto questo è da rivedere e molto forse da ripudiare.
Ideologia Politica Pensa che il sistema monarchico sarebbe il più adatto per una nazione organicamente imperiale come è il Portogallo. Ma al tempo stesso ritiene la monarchia del tutto inattuabile in Portogallo. Per questo, se ci fosse un plebiscito sul tipo di regime, voterebbe, sebbene a malincuore, per la Repubblica. Conservatore di stile inglese, cioè liberale all’interno del conservatorismo, e assolutamente antireazionario.
Posizione religiosa Cristiano gnostico, e quindi assolutamente contrario a tutte le Chiese organizzate, e soprattutto alla Chiesa di Roma. Fedele, per motivi che più avanti saranno impliciti, alla Tradizione Segreta del Cristianesimo, che è in stretto rapporto con la Tradizione Segreta in Israele e con l’essenza occulta della Massoneria.
Posizione iniziatica Iniziato, per comunicazione diretta da Maestro a Discepolo, nei tre gradi minori dell’apparentemente estinto Ordine Templare di Portogallo.
Posizione patriottica Fautore di un nazionalismo mistico, da cui sia eliminata ogni infiltrazione cattolico-romana, per dar vita, se fosse possibile, a un sebastianesimo nuovo che la sostituisca spiritualmente, ammesso che nel cattolicesimo portoghese ci sia mai stata spiritualità. Nazionalista che si ispira a questa massima: “Tutto per l’Umanità, niente contro la Nazione”.
Posizione sociale Anticomunista e antisocialista. Il resto si deduce da quanto detto sopra.
Riassunto di queste ultime considerazioni Tenere sempre a mente il martire Jaques de Molay, Gran Maestro dei Templari, e combattere, sempre e dovunque i suoi tre assassini: l’Ignoranza, il Fanatismo e la Tirannia.
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Ma è stata una perla, rarissima per perfezione e cesellatura, a spalancare la vertigine. Ben più degli eteronimi, la grande creazione estetica di Pessoa, quelle personalità poetiche complete.
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“Nulla si sa, tutto si immagina”. Questo aforisma viene citato da Federico Fellini: il Maestro lo attribuisce a Ricardo Reis (eteronimo di Pessoa) ed è riportato ne La voce della Luna, a cura di Gianfranco Angelucci (Einaudi, Torino, 1990).
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Ci capiti all’improvviso. Un frammento che porta all’Altrove. Parole che si trasformano in dita che pizzicano i nervi dell’arpa anche se non sai suonare: la musica nasce da sé, come una gemma in primavera.
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“Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere, un cuore eccessivamente spontaneo che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale, che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta, tristi canzoni, come le strade strette quando piove”.
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Urbino diventa Lisbona, e poi Venezia in autunno, Bisanzio, e ogni borgo medievale della terra, la salita che porta verso il Royal Mile di Edimburgo, ma anche Haworth e Caernarfon Castle. Ogni posto che possiede le viuzze strette e ha visto la pioggia si ritrova in questo piccolo suq, in questo mercato a cielo aperto di colori e odori. Di profumi orientali che hanno sempre la stessa essenza di base: quella fragranza unica che si respira quando i sanpietrini incontrano l’acqua, quando la pioggia bagna l’asfalto, e sfida la chimica.
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“Esiste una stanchezza dell’intelligenza astratta ed è la più terribile delle stanchezze. Non è pesante come la stanchezza del corpo, e non è inquieta come la stanchezza dell’emozione. È un peso della consapevolezza del mondo, una impossibilità di respirare con l’anima”. (Da Il libro dell’inquietudine).
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La battaglia più grande, in fondo, è sempre quella che si fa contro il tempo.
Alessandro Carli
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italianaradio · 5 years
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IL REGNO UNITO D’ITALIA Venerdì al centro commerciale “La Gru” si presenta il libro di Femia
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IL REGNO UNITO D’ITALIA Venerdì al centro commerciale “La Gru” si presenta il libro di Femia
IL REGNO UNITO D’ITALIA Venerdì al centro commerciale “La Gru” si presenta il libro di Femia
Venerdì 28 giugno, al Mondadori Bookstore di Siderno, Francesco Femia presenta “Il regno unito d’Italia (Tutta un’altra storia)”
Le vicende legate alla spedizione dei mille sono state trattate e commentate da centinaia di autori, in saggi storici e romanzi che hanno toccato gli eventi principali vissuti in quel periodo. Sui libri di storia sono ampiamente illustrati i personaggi, le battaglie, le trame segrete che hanno preceduto, accompagnato e seguito la conquista del Regno delle due Sicilie da parte del Regno di Sardegna. Questo libro si stacca dalla narrazione corrente, immaginando un finale diverso: la sconfitta di Garibaldi nella battaglia del Volturno, la controffensiva delle truppe napoletane fino alla conquista di Torino ed alla fuga di Vittorio Emanuele II in Portogallo. Una narrazione che abbina storia e fantasia, realtà ed immaginazione, con l’obiettivo di disegnare un’Italia diversa, basata su principi ideali forti (libertà, solidarietà e progresso il motto scelto dal primo Re dell’Italia unita); un’Italia che abbiamo sognato e che gli autori sperano sia ancora possibile costruire, con l’impegno convinto di tutti gli italiani.
“Il regno unito d’Italia (Tutta un’altra storia)” di Gianluigi De Marchi e Francesco Femia (Guida editori) sarà presentato venerdì 28 giugno, ore 18, alla Calliope Mondadori di Siderno. Francesco Femia dialoga con Maria Teresa D’Agostino.
Venerdì 28 giugno, al Mondadori Bookstore di Siderno, Francesco Femia presenta “Il regno unito d’Italia (Tutta un’altra storia)” Le vicende legate alla spedizione dei mille sono state trattate e commentate da centinaia di autori, in saggi storici e romanzi che hanno toccato gli eventi principali vissuti in quel periodo. Sui libri di storia sono ampiamente
Gianluca Albanese
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tmnotizie · 6 years
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MACERATA – Attesa per il secondo dei tre incontri de I giorni della merla – Festival d’inverno la rassegna di fine gennaio, che anticipa l’edizione in programma dal 29 aprile al 5 maggio di Macerata Racconta, dedicata al freddo e diretta da Loredana Lipperini giornalista e scrittrice, oltre a essere affermata conduttrice di Rai RadioTre, e dalla scrittrice Lucia Tancredi.
L’appuntamento con “L’inverno dello scontento” è per domani sabato 26 gennaio, alle ore 17.30, nella sala ex cinema Sferisterio. Protagonista dell’incontro sarà Romana Petri  autrice del racconto “Devo scegliere chi sognerà per me” (Rrose Sélavy) che parlerà della figura di Jack London e della sua narrativa, dei lunghi freddissimi inverni come vigilia della vita da adulti.
“Devo scegliere chi sognerà per me”. Lo dice Buck, un cane che il piccolo Jack sogna quasi tutte le notti. Jack diventerà il famoso scrittore Jack London. E poi c’è Osac, un altro cane che sembra arrivare direttamente dal Klondike … Osac non è un cane come gli altri. Ingombrante, indisciplinato, scontroso e selvatico, è senza mezze misure e sembra arrivare direttamente dal selvaggio Klondike. Non è, tuttavia, un cane da slitta. È uno di quei cani indomabili che vivono sempre fuggiaschi, che sentono il «richiamo della foresta» e faticano a lasciarsi addomesticare.
Il terrore dell’abbandono si è riversato nei suoi occhi, dandogli un’aria forsennata, infernale. Un animale primitivo che non riesce ad accettare interferenze nel rapporto esclusivo e assoluto che instaura con la sua salvatrice, amata in modo morboso, senza riserve. Fino a quando la notizia di una gravidanza inaspettata stravolgerà, nuovamente, la sua vita.
Scrittrice italiana, Romana Petri  vive tra Roma e Lisbona. Editrice, traduttrice e critica letteraria, collabora con «La Stampa», il «Venerdì di Repubblica», «Corriere della Sera» e «Il Messaggero» è  considerata dalla critica come una delle migliori autrici italiane contemporanee, ha scritto tra romanzi e raccolte di racconti nove libri.
Ha ottenuto prestigiosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Premio Mondello, il Rapallo-Carige e il Grinzane Cavour. È stata inoltre finalista due volte al Premio Strega. Tra le sue opere ricordiamo Alle Case Venie (Marsilio, 1997), I padri degli altri (Marsilio, 1999), La donna delle Azzore (Piemme, 2001), Dagoberto Babilonio, un destino (Mondadori, 2002), Esecuzioni (Fazi, 2005), Ovunque io sia (Cavallo di ferro, 2008), Ti spiego (Cavallo di ferro 2010), Tutta la vita(Longanesi 2011), Figli dello stesso padre (Longanesi 2013), Le serenate del Ciclone (Neri Pozza 2015, vincitore del premio Super Mondello 2016 e del Mondello Giovani), Il mio cane del Klondike (Neri Pozza 2017), Devo scegliere chi sognerà per me (Rrose Sélavy 2018).
Le sue opere sono tradotte in Olanda, Germania, Stati-Uniti, Inghilterra, Francia e Portogallo. Anche sabato la serata sarà accompagnata dalle suggestioni evocate dalle parole di Rosetta Martellini, Pamela Olivieri, Giorgio Valente e dalle musiche di Serena Abrami, Fabio Capponi, Andrea Mei e Marco Fermani.
Informazioni: gli incontri sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti. Il programma completo e le schede degli incontri sono disponibili nel sito www.igiornidellamerla.it e sulla pagina facebook di Macerata Racconta. Per ulteriori informazioni si può scrivere a [email protected] .
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gregor-samsung · 4 years
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“  Era un articolo scritto a macchina, su carta velina, e il titolo diceva: È scomparso Filippo Tommaso Marinetti. Pereira sentì un tuffo al cuore perché senza guardare nell'altra pagina capì che chi scriveva era Monteiro Rossi e perché capì subito che quell'articolo non serviva a niente, era un articolo inutile, lui avrebbe voluto un necrologio di Bernanos o di Mauriac, che probabilmente credevano nella resurrezione della carne, ma quello era un necrologio di Filippo Tommaso Marinetti, che credeva nella guerra, e Pereira si mise a leggerlo. Era proprio un articolo da cestinare, ma Pereira non lo cestinò, chissà perché lo conservò, ed è per questo che può produrlo come documento. Cominciava così: «Con Marinetti scompare un violento, perché la violenza era la sua musa. Aveva cominciato nel 1909 con la pubblicazione di un Manifesto Futurista su un giornale di Parigi, manifesto in cui esaltava i miti della guerra e della violenza. Nemico della democrazia, bellicoso e bellicista, esaltò poi la guerra in uno strambo poemetto intitolato Zang Tumb Tumb, una descrizione fonica della guerra d'Africa del colonialismo italiano. E la sua fede colonialista lo portò a esaltare l'impresa libica italiana. Scrisse fra l'altro un manifesto ributtante: Guerra sola igiene del mondo.- Le fotografie ci mostrano un uomo con pose arroganti, i baffi arricciati e la casacca da accademico piena di medaglie. Il fascismo italiano gliene ha conferite molte, perché Marinetti ne è stato un accanito sostenitore. Con lui scompare un losco personaggio, un guerrafondaio...». Pereira smise di leggere la parte battuta a macchina e passò alla lettera, perché l'articolo era accompagnato da una lettera scritta a mano. Diceva: «Egregio dottor Pereira, ho seguito le ragioni del cuore, ma non è colpa mia. Del resto lei stesso mi ha detto che le ragioni del cuore sono le più importanti. Non so se è un necrologio pubblicabile, e poi magari Marinetti camperà altri vent'anni, chissà. A ogni modo, se volesse mandarmi qualcosa gliene sarei grato. Io per ora non posso passare in redazione, per ragioni che non le sto a spiegare. Se vuole mandarmi una piccola somma a sua discrezione può infilarla in una busta a mio nome e indirizzarla alla casella postale 202, Posta Centrale, Lisbona. Io mi farò vivo per telefono. I migliori saluti e auguri dal suo Monteiro Rossi». Pereira infilò il necrologio e la lettera in una cartellina dell'archivio e sulla cartella scrisse: Necrologi. “
Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, Feltrinelli, 1994.
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gregor-samsung · 4 years
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“ Era il venticinque di luglio del millenovecentotrentotto, e Lisbona scintillava nell'azzurro di una brezza atlantica, sostiene Pereira. Pereira sostiene che quel pomeriggio il tempo cambiò. All'improvviso la brezza atlantica cessò, dall'oceano arrivò una spessa cortina di nebbia e la città si trovò avvolta in un sudario di calura. Prima di uscire dal suo ufficio Pereira guardò il termometro che aveva comprato a spese sue e che aveva appeso dietro la porta. Segnava trentotto gradi. Pereira spense il ventilatore, trovò la portiera sulle scale che gli disse arrivederci dottor Pereira, annusò ancora una volta l'odore di fritto che aleggiava nell'atrio e uscì finalmente all'aperto. Davanti al portone c'erano i mercati rionali e la Guarda Nacional Republicana vi stazionava con due camionette. Pereira sapeva che i mercati erano in agitazione, perché il giorno prima, in Alentejo, la polizia aveva ucciso un carrettiere che riforniva i mercati e che era socialista. Per questo la Guarda Nacional Republicana stazionava davanti ai cancelli dei mercati. Ma il "Lisboa" non aveva avuto il coraggio di dare la notizia, o meglio il vicedirettore, perché il direttore era in ferie, stava al Buçaco, a godersi il fresco e le ferie, e chi poteva avere il coraggio di dare una notizia del genere, che un carrettiere socialista era stato massacrato in Alentejo sul suo barroccio e aveva cosparso di sangue tutti i suoi meloni? Nessuno, perché il paese taceva, non poteva fare altro che tacere, e intanto la gente moriva e la polizia la faceva da padrona. Pereira cominciò a sudare, perché pensò di nuovo alla morte. E pensò: questa città puzza di morte, tutta l'Europa puzza di morte. “
Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira, Feltrinelli, 1994. [Libro elettronico]
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tmnotizie · 6 years
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SAN BENEDETTO – Carmine Abate presenterà domani pomeriggio alle ore 17.30 presso il Palazzo B. Piancentini  “Le rughe del sorriso“. Conversa con lo scrittore Mimma Tranquilli. Poi lunedì 14  alle ore 9 sarà all’ Istituto Capriotti per un incontro con gli studenti. Modererà l’incontro Francesca Santori. L’ evento organizzato dall’Ass.Culturale “I luoghi della Scrittura”, dalla Libreria “La Bibliofila”con il patrocinio e il sostegno dell’Amministrazione Comunale.
Carmine Abate è nato nel 1954 a Carfizzi, un paese arbëresh della Calabria. Emigrato da giovane ad Amburgo, oggi vive a Besenello, in Trentino. Come narratore, ha esordito in Germania con Den Koffer und weg! (1984), cui sono seguiti romanzi di successo e raccolte di racconti. I suoi libri, vincitori di numerosi premi, sono tradotti in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo, Giappone e in arabo. La “Collina del Vento” ha vinto il 50° Premio Campiello.
Sahra si muove nel mondo con eleganza e fierezza ed è accesa, sotto il velo, da un sorriso enigmatico, luminoso. È una giovane somala che vive con la cognata Faaduma e la nipotina Maryan nel centro di seconda accoglienza di un paese in Calabria. Finché un giorno sparisce, lasciando tutti sgomenti e increduli.
A mettersi sulle sue tracce, “come un investigatore innamorato”, è il suo insegnante di italiano, Antonio Cerasa, che mentre la cerca ne ricostruisce la storia segreta e avvincente, drammatica e attualissima: da un villaggio di orfani alla violenza di Mogadiscio, dall’inferno del deserto e delle carceri libiche fino all’accoglienza in Calabria.
Anche quando tutti, amici compresi, sembrano voltargli le spalle, Antonio continua con una determinazione incrollabile la sua ricerca di Sahra e di Hassan, il fratello di lei, geologo misteriosamente scomparso. Dopo aver raccontato l’emigrazione italiana in Europa e nel mondo, Carmine Abate affronta di petto la drammatica migrazione dall’Africa verso l’Italia e lo fa con un romanzo corale e potente.
Sahra, la giovane somala che anima il romanzo con la sua presenza (non meno che con la sua assenza), è un personaggio memorabile, destinato a rimanere definitivamente nella galleria dei grandi personaggi letterari femminili.
Con naturalezza e autorevolezza, come accade solo con i grandi scrittori, Carmine Abate sa portarci nel cuore della Storia dei nostri giorni, là dove si decide il destino di tutti. E sa coinvolgerci senza artifici ideologici, moralismi o compiacimenti letterari, restituendoci un sentimento del mondo che – malgrado tutto – si apre alla meraviglia di esistere”.
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