Tumgik
#ma almeno non devo più studiare
killiandestroy · 9 months
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#io vi giuro più ho contatti con gli americani e meno li capisco.#uno dei pretini ieri mi fa che la festività più importante in America è il 4 luglio. e allora gli ho chiesto che cosa festeggiano e in modo#molto sconclusionato (giustamente perché ha iniziato a studiare italiano settimana scorsa) mi fa. la libertà nel mondo. e io confusissima.#allora gli faccio. l'indipendenza americana??? e glielo dico anche in inglese. e lui. sì sì ma independence e freedom sono la stessa cosa.#e io. beh in italiano almeno indipendenza è più legata al non essere sotto un altro stato. e lui. no no libertà perché se l'america è#indipendente allora tutto il mondo è libero [testuali parole sue]#e io devo aver fatto una faccia allucinata perché mi aveva presa proprio in contro piede e l'unica cosa che gli ho potuto rispindere è stata#se lo dici tu. e ho provato ad andare avanti con la lezione però mi ha interrotto dicendomi. MA A TE PIACE COMUNISMO?#MA CHE CAZZO C'ENTRA FIGLIOLO MIO#e lì veramente non gli ho risposto per grandissima forza di volontà e ho ignorato la domanda chiedendogli cosa fanno il 4 luglio per#festeggiare. ma puoi essere così scemo#poi alla fine della lezione mi ha pure chiesto se è vietato parlare di politica a lezione. al che io gli dico che non è vietato e si può#parlarne ma nel seno che allora io ti porto dei testi che parlano di politica IN ITALIANO e tu ti metti a fare un discorso IN ITALIANO a#riguardo. e ad un A1 è un po' difficile da fare ma se vuole lo possiamo fare. e lui fa no no okay non fa niente
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francesca-70 · 2 months
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Sono donna anche oggi, anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi, che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena...loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno, quando mi alzo e ho la forza di dire ''tocca a me'', senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna, non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna, perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo; mi piace essere donna perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia?
Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno, voglio esser donna anche quando le cose si metton male e c'è da rimboccarsi le maniche, voglio esser donna quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata, voglio essere donna e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io. Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza. Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi, che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
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Silvana Blasco
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ross-nekochan · 4 months
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Ieri notte ho pianto un po'. Dovrebbe essere una bella notizia, dato che non lo faccio mai per colpa del mio cervello che mi obbliga a reprimere tutte le emozioni perché devo per forza essere forte e basta. Sarà forse stato il ciclo, che anche stavolta mi è arrivato dopo 40gg, forse (ancora) per colpa dello stress del lavoro.
Ultimamente mi sento sola e dimenticata dal mondo e a volte penso che morire qui sarebbe perfetto per sparire nel nulla facilmente. Tanto chi mi verrebbe a cercare? Nessuno. Basterebbe fare in modo che nessuno trovi il mio corpo e lasciare che marcisca così che nessuno possa essere avvisato e sparirei senza lasciare traccia.
Non so cosa fare. Né adesso né in futuro. Sebbene lavorare mi ammazzi lo spirito, in teoria non avrei di che lamentarmi: il leader è gentile, il lavoro non è difficile e ingestibile, posso vestirmi come voglio. Eppure mi sembra tutto vuoto. Guardo i dipendenti della multinazionale dove lavoro... saranno ricchi sfondati, eppure sicuramente anche loro avranno da lamentarsi, quindi ha veramente senso fare carriera? Che poi, anche se volessi, in che cosa potrei farmi una carriera? Una parte di me sta seriamente pensando di continuare in questa strada, specializzarmi in qualcosa di tecnico e diventare un'arrivista come tutti gli altri, solo per i soldi. Dall'altra... riuscirei a perseverare in questa decisione, io che non so nemmeno sicura se voglio davvero quello che ho deciso di mangiare a colazione? In questa società non posso servire a niente perché non ho studiato ingegneria, business, finanza, giurisprudenza. Mentre piangevo pensavo a mia madre, la persona che più odio e amo sulla faccia della terra e che una volta mi ha detto:"Perché vorresti dire che i tuoi esami sono più difficili di quelli di tuo fratello?!". Solo perché ho studiato umanistica e non ci sono numeri. Chi studia le materie STEM spesso viene additato e si sente uno sfigato. E invece i veri sfigati siamo noi, perché tanto è tutto facile. Quante volte l'ho sentita dire che mio fratello "ha fatto i sacrifici" - mai sentita una cosa del genere per me, nonostante è dalla triennale quando avevo 20 anni, che mi sveglio alle 6:30 per prendere il bus per raggiungere Napoli, mentre mio fratello andava comodamente in auto senza manco cambiare provincia; mai sentita per me nonostante abbia deciso di andare a studiare fuori, ma quello l'ho deciso io e quindi non vale come sacrificio. In più, ho ricevuto più soldi per vivere fuori - come se qualcuno avesse impedito pure a lui di farlo. Ha fatto tanti di quei sacrifici da non aver mai avuto bisogno di cucinare da solo, lavarsi la biancheria e spazzare a terra. Ora vive già con uno stipendio da pascià, un sacco di ferie, senza pagare quasi niente e lavorando da casa, con l'unico sacrificio di aver studiato 5 anni per laurearsi - come se avesse studiato solo lui. Vabbè ma si sa, ingegneria è più difficile...
Io continuo a fare sacrifici persino oggi, senza che mi venga riconosciuto da nessuno, sola come un cane e senza che io riesca a vedere la fine di tutto questo, mai. E se lo vai a dire a qualcuno, sai che rispondono? Lo hai deciso tu di trasferirti quindi non ti lamentare. Non posso nemmeno pensare: se mi sacrifico tot anni, dopo potrò finalmente riposare e godere dei frutti del mio sacrificio... perché questo supplizio potrebbe non avere mai fine. Solo perché non ho nessuna skill di valore da poter vendere nel mercato del lavoro.
Non mi posso lamentare del lavoro che faccio adesso eppure la sua vuotezza e sterilità mi porterebbe a volerlo cambiare. Ma per cosa? Esistono altre cose per me, laureata di merda senza skills importanti, che sono più stimolanti o quanto meno più remunerative? Forse no e quindi forse piuttosto che fare l'arrivista, sarebbe meglio abbassare la testa e continuare a fare la schiava del sistema.
Un sacco di volte mi sono lamentata del fatto che mi sveglio presto col mio coinquilino italiano e lui ha risposto:"Almeno tu lavori in ufficio, non ti lamentare. Io lavoravo in officina senza aria condizionata d'estate e senza riscaldamento d'inverno". Siamo arrivati a questo, alla guerra tra poveri. Mi devo sentire in colpa pure se non ho lo smartworking.
Tra l'altro sto notando di una cosa comune nella nostra generazione. Infatti lui, come l'altro coinquilino, dopo tot anni di lavoro e di soldi accumulati hanno deciso di venire qui per imparare la lingua e fare una sorta di investimento su se stessi. La mia amica pure, laureata in arte contemporanea, dopo un paio di anni di lavoro in un negozio di abbigliamento, dice che vuole perseguire la sua passione per il disegno e seguire un corso ad hoc.
Se penso a me, nemmeno questa cosa potrei farla. Che corso farei? Quale stravolgimento della vita potrei fare? Nessuno. Non ho altri interessi al di fuori della conoscenza in generale e nessun corso specifico che possa aiutarmi a migliorare la mia situazione o il mio status.
Sono vuota, persa, sola... vedo solo il buio davanti a me.
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sisif-o · 8 months
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dopo un anno di terapia e di fatica sono riuscito a raccimolare le forze per decidermi ad iscrivermi all'università.
ma mi ritrovo a non sapere assolutamente su quale corso od indirizzo puntare; mi sono concentrato talmente tanto sullo scegliere se studiare o no, che ho tralasciato completamente il cosa.
e non poteva essere altrimenti, ho imparato che le scelte devono essere progressive, che sono un percorso, un susseguirsi di scalini.
e son contento, davvero, di aver fissato almeno un punto da seguire, ma ora mi ritrovo stordito e ubriaco di tutte le possibilità che mi si parano davanti.
non so come scegliere il corso: quello più adatto a me? quello che mi ispira? quello che mi fa lavorare?
devo studiare basandomi sul lavoro che vorrei fare? perché io non lo so che lavoro vorrei fare, io proprio non vorrei lavorare
devo studiare ciò che mi piace? leggo i corsi e le descrizioni, almeno virtualmente, mi piacciono tutte, anche e soprattutto perché sono fumose e vaporose, dicono tutto e niente e non si capisce veramente di cosa si tratta; un giorno fantastico sull'idea di studiare storia, il giorno dopo economia, la sera psicologia, il mattino seguente di tornare a lettere.
devo studiare qualcosa di utile? e come faccio a studiare qualcosa se non mi appassiona? se quantomeno non mi interessa?
avessi almeno la risposta ad una di queste tre domande probabilmente avrei già scelto il corso
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occhicolmi · 4 months
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Sento il disperato bisogno di fare chiarezza nella mia vita, ma al tempo stesso sto evitando sempre di più la questione perché, fondamentalmente, mi spaventa comprendere quale sia la risposta ai miei problemi. Sento il bisogno di scrivere per riflettere e prendere consapevolezza di quello che non va, ma so che fare questo richiede tempo, e finisco sempre per rimandare la questione, lasciandomi distrarre da altre cose.
Sono profondamente grata al 2023 e a tutto quello che ho imparato. Non è stato un anno semplice, ma sicuramente è stato un anno pieno di cose belle e inaspettate. Ho sperimentato per la prima volta nella mia vita cosa vuol dire avere un lavoro, andare in ferie, firmare un contratto, svegliarsi presto la mattina e impegnarsi a fare qualcosa per cui sai che, prima o poi, riceverai un compenso. Andare a scuola, studiare all'università, per quanto possano sembrare percorsi simili a quello lavorativo, sono stati per me qualcosa di completamente distante rispetto a ciò che si è rivelato essere il mio primo lavoro: all'inizio non è stato semplice abituarmi alle mansioni che mi sono state affidate, spesso schematiche e, per me che ero alle prime armi, senza una precisa funzione e collocazione. Lo studio richiede una grande organizzazione e un'ottima capacità di collegare e immagazzinare argomenti: sicuramente queste skills mi sono state utili anche al lavoro, ma di certo non rappresentano le principali qualità necessarie per svolgere le mie mansioni. Di conseguenza, mi sono dovuta adattare a ciò che mi è stato richiesto: essere veloce ed elastica, ma anche attenta e precisa, spaziare da un'attività all'altra in base all'ordine delle priorità, imparare a utilizzare abbastanza in fretta software di cui prima non conoscevo l'esistenza. Inoltre, all'inizio non è stato semplice scendere a patti col fatto che non avrei usato praticamente nessuna delle nozioni acquisite durante gli anni di università. Sinceramente trovo frustrante questo aspetto, ed è qualcosa con cui devo ancora scendere a patti. Comunque, col tempo ho imparato a cavarmela, e anche se continuo a fare errori e faccio ancora fatica, posso dire con certezza di aver fatto tanti progressi. Sto ancora imparando a comunicare, a chiedere aiuto quando c'è qualcosa che non va, o che non so fare, ed è un lavoro utile non soltanto alla professionista che voglio diventare, ma anche a livello personale. E' sempre stato difficile per me condividere apertamente i miei pensieri, non avere filtri riguardo le cose che non comprendo, soprattutto se mi viene richiesto di farlo con persone estranee. So bene quanta fatica faccio ogni volta che apro la bocca per chiedere aiuto: per tutta la vita sono sempre stata la persona che ha aiutato gli altri, la spalla su cui piangere, l'amica a cui chiedere consigli, la compagna di classe, e poi di università, su cui contare durante un compito in classe o un progetto di gruppo. A scuola, ero la persona che gestiva il proprio gruppo di studi, durante l'università, ero spesso la leader dei progetti di cui mi sono occupata, così come non di rado i miei compagni chiedevano a me quando avevano bisogno di consigli riguardo alcuni argomenti che non avevano capito, o per un esame che magari avevo già superato. Questa era l'immagine che ho dato di me, e che ho avuto di me stessa, per venticinque anni della mia vita: una persona che, tra alti e bassi, se l'è sempre cavata da sola, e che non si rifiuta mai di dare una mano agli altri. A quanto pare, però, quest'anno il mio modo di affrontare i problemi non ha più funzionato, perché in azienda - almeno, in questa - chiedere aiuto è fondamentale. Non devo cavarmela da sola, devo chiedere aiuto ad altre persone. Non sono io ad aiutare gli altri, sono gli altri ad aiutare me. Guardando la situazione dall'esterno, beh, mi sembra abbastanza logico che debba essere così: non sai fare qualcosa, chiedilo! Non capisci qualcosa, chiedilo!, un processo lineare ed estremamente semplice, purtroppo, però, non per me che sono stata abituata a un'impostazione completamente diversa (e, a dirla tutta, anche a una vita dove le persone che mi sono venute incontro tendendomi una mano sono state ben poche. Direi, anzi, quasi nessuna). Mi sento così stupida per non riuscire a fare una cosa così semplice. Prenderne consapevolezza è stato il primo passo.
Benché sia davvero grata al mio lavoro e alla fortuna che ho avuto durante lo scorso anno, mi rendo conto che non mi basta più. La vita che vivo mi sta stretta. E' difficile esprimermi apertamente su questo argomento: ogni volta che inizio a fare questi discorsi nella mia testa, mi sento terribilmente ingrata ed egoista. La verità è una soltanto: fare questo lavoro non mi rende pienamente soddisfatta. E' inutile girarci intorno e farmi prendere dai sensi di colpa. Certamente, se chiedessi l'opinione di persone estranee, mi risponderebbero esattamente come l'asfissiante voce nella mia testa: Come fai a non essere soddisfatta con un lavoro così? Con un contratto del genere? E con uno stipendio del genere, praticamente sotto casa tua! Ma sei impazzita? Altre persone farebbero carte false per essere al tuo posto! Sei fortunata e ingrata! Per quanto queste frasi continuino a riempirmi il cervello, non riesco ad evitare di sentirmi così.
Riassumendo: sono grata alle meravigliose opportunità che mi ha dato il 2023, ma vorrei creare altrettante meravigliose opportunità per il 2024 e, possibilmente, vorrei evitare di continuare ad arrancare in una situazione che non mi rende felice. Penso ci vorrà molto più tempo del previsto per trovare tutte le risposte che cerco (di certo molto più del tempo che, in questo preciso momento, ho a disposizione). Rimando quindi questo difficile lavoro di introspezione a un momento successivo, ma penso che, prima di partire con un'analisi dettagliata di tutto quello che non funziona nella mia vita in questo momento, sia prioritario farmi queste domande:
Cosa voglio veramente?
Cosa sto cercando?
Quali ricordi voglio creare?
Quali sono le cose che potrebbero rendermi orgogliosa e fiera del mio percorso di vita quando avrò ottant'anni?
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belladecasa · 1 year
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Sì ciao non è che non mi va di uscire è che mi sento troppo brutta dolorante debole ho una sensazione di catastrofe imminente mi sento come se nel mio corpo ci fosse qualcosa di biologicamente nocivo che mi farà fare una brutta fine, non che io non voglia crepare ma sai voglio farlo secondo le mie modalità non sottostare a delle leggi psicofisiche che prescindono il mio volere ok? allo stesso tempo potrei estendere questa stessa logica (se si può parlare di logica, ma sicuro è la mia logica) ad un livello storico sociale per cui non vedo alcun appiglio presente o futuro che motivi anche la minima azione da parte mia perché tanto non sono padrona del mio tempo del mio corpo e ho una sensazione di catastrofe naturale o storica imminente. Il mio corpo è mio ma non lo è ti rendi conto?? il mio corpo è un corpo sociale, un atomo sociale e ancora peggio la mia mente è un atomo sociale, non che io voglia astrarmi dal sociale ma vorrei esserci inserita secondo delle modalità che io determino o almeno capisco, invece devo sottostare a delle leggi che prescindono dal mio volere o anche certe volte dalla mia comprensione ma tu ti rendi conto come faccio a studiare andare a fare palestra prendermi uno spritz con te con questo peso ah che dici ti ho rotto il cazzo ti deprimo meglio che non ci vediamo più? Forse non posso darti torto
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gcorvetti · 3 months
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Un nuovo orizzonte.
In realtà vecchio visto che ci siamo trasferiti in questa casa nel 1979 e anche se l'appartamento ha subito modifiche dal quel periodo resta sempre uguale, ho notato che la vegetazione sul retro è più rigogliosa, il manto del piazzale è sgretolato, ma poco importa perché il sole è caldo e l'aria tiepida in questa prima mattina sicula.
Il viaggio è andato bene, partenza alle 2:30 di notte con l'ultimo autobus per essere in anticipo, larghissimo, per prendere il primo aereo da Tallinn a Riga, mezz'ora di volo, poi un paio di ore d'attesa e volo per Roma direi fantastico perché sembrava più un autobus che un aereo, turbolenza zero e ho potuto dormire un pò nelle 3 ore di volo, le hostess stupende, bellissime e gentilissime. Ma arrivato a Fiumicino è iniziata la stanchezza, la fame e andando in giro per i vari posti di ristoro mi sono accorto dei prezzi assurdi e gonfiati in maniera spropositata, alla fine ho preso una focaccia crudo di Parma, rucola e mozzarella e una bottiglia d'acqua da mezzo litro alla modica cifra di 10,40€, un furto. Poi sono andato a prendere un caffè espresso 1,50€ e ho detto al cassiere che pensavo almeno 3€, mi ha risposto "No, un caffè non può costare così tanto" e io "mentre una piadina cotto e mozzarella 8€ si?", va bè abbiamo chiuso quasi subito questa polemica gli ho dato un pò di mancia perché è giusto premiare il buon lavoro, il caffè era spettacolare, e la simpatia. Poi mi sono avviato al gate per aspettare l'imbarco, non c'era un posto a sedere, allora mi sono fatto un giro nonostante i dolori alle gambe, non è strano perché in realtà non mi muovevo quasi niente, alle spalle perché lo zaino pesava un pò e tenerlo tutto il giorno mi ha anche grattato la pelle, fatto sta che quando è iniziato l'imbarco mi sono messo a parlare e scherzare con alcune persone e le hostess di terra simpaticissime, cosa che ho fatto anche in aereo con questi concittadini, penso della mia età, con cui dividevo i posti in aereo che era pieno a tappo a differenza degli altri due.
Siamo comunque arrivati con mezz'ora di ritardo, ma col sorriso, e all'uscita c'era Spock che mi aspettava, lo sapevo che mi sarebbe venuto a prendere nonostante il fine settimana di festeggiamento per l'anniversario matrimoniale, voleva farmi una sorpresa ma alla fine lo sa che sono uno che calcola le cose e ci sarei arrivato quindi mi ha semplicemente scritto, prima dell'imbarco, ci vediamo fra un'ora, mi dispiace che ha dovuto aspettare. Ieri sera poi ho aspettato mia sorella e le nipoti per un saluto e quattro chiacchiere, fatto la doccia e sono andato a letto presto ero cotto. Oggi in questo primo giorno catanese ho disfatto la valigia e preso possesso della mia vecchia scrivania, un pò situazione lacrimuccia, quante ore ho passato su sto legno a studiare, c'ho anche trombato una volta con una mia compagna di classe che era venuta a studiare da me :D hahahahha, adesso ho posizionato la mia musicworkstation, magari vi mando una foto più avanti. Va bè, adesso la mamma mi ha fatto il pranzo, vecchie riminiscenze, devo andare a fare una spesa perché non c'è niente di commestibile per me, solo roba piena di conservanti e niente frutta, poi varie cose tipo lo zucchero ultra raffinato non esiste che lo uso e altre piccole cose che in effetti loro non mangiano perché non hanno tempo o perché non sono in linea con la mia idea di vita anti-consumistica.
Dalla Trinacria è tutto alla prossima.
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mynameis-gloria · 6 months
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Giorni pieni e in cui sembro essere assente. La verità è che sono solo molto presa e che le novità arrivano sempre tutte insieme. Ho iniziato da poco in un posto di lavoro e quindi devo abituarmi da qui ai prossimi mesi ad una nuova routine. Incastrare, organizzare, conciliare e ritagliare. Tante piccole azioni che richiedono, almeno per me, il giusto tempo. Che le cose da fare son sempre infinite e a me pare poi di non riuscire a stare dietro a tutto ma posso dire di essere contenta. Studiare e lavorare non è semplice ma sono fiera di dove sono arrivata e l'altro giorno durante la chiamata con l'istituto quasi non mi sembrava vero. Sono quasi al termine e questo per me è veramente un traguardo. Domande, risposte, prospettive di come saranno i prossimi mesi..tutte queste cose non le so, ed un po' lo ammetto, sono io che non voglio saperle. Che aver tutto pianificato non mi piace, che nemmeno so che mangerò domani e allora calmaaaa che la routine me la creerò. So solo che mi aspetteranno mesi abbastanza tosti e arriverò probabilmente ogni sera cotta dalla giornata ma non voglio farmi scoraggiare da questo. Incredibilmente sono calma, nonostante sia sempre di corsa. Più che calma forse direi serena. Sorrido, mi sento energica e affronto le giornate di buon umore (sì anche con sto tempo freddo e umido), forse è anche merito ad alcune persone, non faccio tutto da sola ma sento di essere circondata dalle persone giuste. Di sentirmi spronata, motivata e soprattutto compresa, appoggiata. E questo è molto bello e per niente scontato
Spero che queste sensazioni permangano un po', mi saranno d'aiuto.
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unquadernino · 1 year
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Sto trascurando moltissime cose e da quando non prendo più lezioni di pianoforte perché la mia insegnante si è trasferita e non posso permettermi una scuola o, peggio, altre lezioni private, a volte mi prende l'ansia di stare lasciando andare parti fondamentali di me. Penso al fatto che se non mantengo una buona memoria di ciò che ho imparato, tra qualche anno non ricorderò più nulla di anni ed anni di sacrifici. Questo pensiero mi rende ansiosa, penso a quante cose ho già dimenticato. Oggi ho suonato per un'ora un vecchio improvviso di schubert che ho studiato e c'erano parti che non ricordavo quasi per niente. Ne ricordavo il suono e l'atmosfera ma non la posizione delle mani sulla tastiera. E mi chiedo spesso a cosa devo questo lasciar andare. Mi chiedo cosa sarebbe successo se in casa mia avessero creduto un po' di più nella mia voglia di suonare, se mi avessero almeno chiesto "ma non prendi più lezioni?". Forse non sarebbe cambiato niente, non so. Mi chiedo anche cosa sarebbe successo se non avessi dovuto cominciare a diradare le lezioni perché non riuscivo più a pagarmele, se non avessi dovuto dare piena disponibilità al lavoro per potermi permettere quelle poche che facevo, se mio padre due anni fa non avesse cominciato a demolire la mia serenità mentale. E molto spesso non mi va di cercare una risposta. So solo che per tanti anni suonare questo strumento è stato il mio unico obiettivo e che mi riesce difficile studiare senza un insegnante che mi motivi e mi faccia scoprire cose che non posso e non so vedere, ma mi sforzo di farlo perché se lasciassi andare questo strumento me ne pentirei per tutta la vita, e forse diventerei una persona diversa, e più triste
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kyda · 1 year
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buongiorno amici di tumblr oggi sveglia prestissimo perché non ci posso credere che la stupida febbre mi ha tenuta a letto sofferente tutto il giorno ieri e non ho potuto studiare quindi oggi devo rimediare anche perché sembra sia stato solo un modo del mio corpo per farmi perdere tempo perché stanotte mi è passata. o magari il mio stato febbrile era come quello di raskol'nikov dopo lo shock dell'omicidio della vecchia-pidocchio o come quello delle dame dell'ottocento in generale che appena si stressano troppo o ricevono una notizia che le turba si ammalano e poi hanno bisogno di un viaggio all'estero per riprendersi. insomma volevo anche dire che oltre a essere caduta nella trappola di audible sono caduta anche nella trappola di un libro molto famoso per ora su internet di cui dirò solo: poppy e hawke ed è assurdo e sarà stata la febbre certamente ma ieri l'ho ascoltato per almeno 4 ore mentre ero a letto e mi dicevo no questo libro non è il mio genere no questo genere non fa per me no queste cose non mi piacciono ma che volete... complice la febbre, ripeto, e complice la voce della narratrice che secondo me è bravissima e mi fa sembrare di essere davvero nella testa della protagonista... sono arrivata al punto scontatissimo (spoiler ma anche non troppo) in cui la guardia personale della bellissima misteriosa e vergine poppy muore uccisa e fra tutte le guardie esperte e che servono il regno da più tempo, si sa, toccherà al meraviglioso stupendo alto grande hawke prendere il suo posto.... totally unexpected soprattutto dopo che si sono dati il primo bacio quando lei è scappata in incognito dalle sue stanze e va be' mi dispiace, ora mi sentirete parlare anche di questo fino a quando non lo lascerò a metà se diventa troppo cringe
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t4merici · 1 year
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Ho perso tonicità, lo vedo sulla pancia e sul culo. Non mi piace molto il mio corpo ultimamente. Da ottobre ho iniziato ad allenarmi due volte a settimana ma sono poche, me ne servono almeno tre. A Tallinn mangiavo meglio e mi allenavo tre volte a settimana e quest'estate avevo davvero un bel fisico. Ora, quando riuscirò, mi allenerò una volta a settimana, dato che devo andare all'università tutti i giorni e finisco lezione alle 19, tranne il mercoledì (alle 17). Uscirò di casa la mattina alle 6:30/7 e rientrerò sempre alle 21 più o meno. Questa non è vita. Tutti i giorni tutto il giorno buttata da qualche parte all'università, seduta su una sedia scomoda a studiare, seguire lezioni. Non avrò modo di sfogarmi con l'allenamento, rilasciare un po' di stress e il mio corpo andrà ad ammosciarsi ancora di più e io non mi piacerò ancora di più. A quel punto meglio che non mi guardo allo specchio nuda.
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francesca-70 · 1 year
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Sono donna anche oggi, anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi, che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena...loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno, quando mi alzo e ho la forza di dire ''tocca a me'', senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna, non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna, perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo; mi piace essere donna perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia?
Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno, voglio esser donna anche quando le cose si metton male e c'è da rimboccarsi le maniche, voglio esser donna quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata, voglio essere donna e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io. Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza. Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi, che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
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Silvana Blasco
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g0ldenbrown · 9 months
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9 agosto del 2023, mi ritrovo qui a studiare mentre fuori c’è il sole. Dentro di me tanta solitudine. Non riesco a non pensare che non sono nel posto giusto, dovrei essere altrove. Ma dove? Con chi? Mi piacerebbe andare al mare e stare li stesa su una spiaggia, in pace, senza pensare alle conseguenze. Mi piacerebbe essere in un bar con della musica così bella da farmi venire voglia di alzarmi e muovermi seguendo il ritmo, senza paura di essere giudicata. Mi piacerebbe essere in un parco, seduta sotto un albero mentre leggo qualcosa, senza che la mia testa si affolli di pensieri. Mi piacerebbe essere altrove piuttosto che qui, ora. Eppure, fino a qualche settimana fa, desideravo così tanto tornare a casa, rivedere la mia famiglia, i miei amici, i miei posti mentre adesso sto sognando di essere altrove. Mi sembra assurdo aver sperato non poco tempo fa che arrivasse il più presto possibile il giorno in cui avrei preso il treno direzione casa, mi sembra assurdo perché adesso sto immaginando uno scenario opposto. Desideravo così tanto tornare a casa che gli ultimi giorni di lontananza mi sono sembrati lunghi quasi quanto un secolo ed ora invece le giornate che passo qui sono più lunghe di millenni. Cosa è cambiato? È la domanda che mi faccio più spesso. Forse niente, forse tutto. Questa non è più totalmente casa, non mi sento al sicuro. Ogni volta è come se ritornassi in quello stato vegetativo che mi aveva spinto a correre via nella speranza di prendere una boccata d’aria perchè qui ero a rischio soffocamento. È come se questa mancanza d’aria spegnesse tutto il fuoco che ho dentro lasciandomi immersa in una solitudine che solo dio sa quanto sta diventando pesante. Vorrei anche adesso scappare, desidero con tutta me stessa essere altrove e non qui, trovare da qualche parte almeno un po' d’aria per superare questi ultimi giorni prima della partenza. Mi attanagliano di nuovo domande a cui credevo di aver dato delle risposte, illudendomi credevo di essere sulla buona strada ed arrivare ad una soluzione. Sento di nuovo quella perenne sensazione di voler abbandonarmi in posto piccolo piccolo, nascosto, per chiudermi su me stessa e sentire un po' di quel calore che mi manca. Non voglio essere schiacciata dal peso costante di star vivendo giorni inutili, inconcludenti in cui non ci sono neanche uscite e divertimento da poter usare per giustificare il vuoto che sento in queste ore che passano troppo lentamente. Ho uno scopo? Assolutamente no. E si ritorna di nuovo li, a mettere in dubbio scelte di vita che sembravo aver accettato, in un modo o nell’altro. Nel mentre i miei occhi fissano delle parole, le leggo, sembra inutile farlo perchè, in fondo, ho sempre saputo che questa non era la mia strada. Chiudo tutto. Mi alzo e cammino un pó. È giusto sforzarmi e arrendermi alla vita? Ormai ho un percorso tracciato. Oppure, nonostante tutto, devo trovare il mio vero scopo? Se davvero poi esiste uno scopo in questa vita. Nel dubbio, mi siedo e provo a torturarmi ancora un po', sperando di arrivare in fretta in fondo a questa pagina del libro aperto davanti a me, di cui, onestamente, non ricordo una parola.
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jo-from-saturn · 11 months
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Ieri sono andata con mia madre a fare colazione al Bar Madonna. Mi sono portata Jane Austin con l'intenzione di leggerlo e invece ho finito solo per fare la foto lol. Comunque mi sta piacendo, mi ci voleva una lettura facile facile, anche se ho avuto dei timori per via di come Jane Austin è stata descritta in racconti come After e compagnia bella. Spero di finirlo prima di Giugno anche se ho altri libri in sospeso.
Ma poi mi sono detta sciallia, che me ne frega a me e l'ho iniziato ben sapendo che sono a buon punto secondo The Storybook e che avrò il tutto il tempo del mondo quest'anno per raggiungere il mio obbiettivo.
Tra i libri che vorrei leggermi c'è anche il prequel di Hunger Games, La Ballata dell'Usignolo e del Serpente, che spero non storpino a Novembre oppure vado lì e li uccido hahhahahhah.
In ogni caso, come diceva Freddy, il king bisessuale:
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In ogni caso mo mi devo mettere a studiare, a Giugno ho un'esame da fare e di sicuro non ci sta un antidoto per questo. In ogni caso chiederò aiuto a delle mie amiche, che ci sono sempre per me anche se non sembra. L'ansia sociale è una brutta bestia ma almeno sono abbastanza assertiva da sapere cosa mi piace e cosa no.
La Disney è il mio guilty pleasure, almeno io lo so che ci sono code da dover cambiare ma non fa nulla, come Zendaya io vengo da Saturno e da Saturno le cose sono come nel Piccolo Principe. Io mi identifico come LA 🌹 perché ho tante spine per proteggermi mentre in realtà dovrei essere più sciolta, come direbbe una mia amica villana: <<Ma che ce ne fott, la vita è una sola YOLO!>>
Sono un po' boomer di mentalità ma sono pronta a cambiare se ce la fa Amadeus sicuramente ce la posso fare io. E finalmente mi prenderò la maturità e perderò la mia verginità filosofica perché è così che si fa a Napoli e dintorni.
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chiusadentrose · 1 year
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ieri è stata una giornata di merda o almeno così è come la ricorderò. il punto è che non è successo nulla per definirla tale, ma le sensazioni che ho avuto e le voci nella mia testa mi hanno portata ad allontanarmi da tutti e sentirmi un peso indesiderato per tutta la giornata: la mattina sono stata in biblioteca con f ed m e già lì è partita male perché il mio umore dipende troppo da m e mi sono sentita ignorata, poi a lezione mi sono seduta accanto a lui e mi sembrava volesse solo stare con l’altra nostra amica visto che praticamente non mi parlava neanche. infatti a pranzo non ci siamo quasi rivolti parola e questo ha solo sostenuto le mie sensazioni. dopo pranzo siamo stati in biblioteca a studiare di nuovo e manco mi guardava in faccia quindi con una scusa ho convinto f a scendere e me ne sono rimasta sotto con lui finché m non c’ha raggiunti e m’è sembrato ci fosse rimasto un po’ male che l’avessimo lasciato solo da sopra per cazzeggiare e basta, ma in quel momento o pensavo a lui o a me e per una volta mi sono scelta. abbiamo aspettato la nostra amica finisse un’esercitazione e poi ce ne siamo andati e uscendo dall’uni neanche mi ha aspettata o parlato e ci sono rimasta di merda perché m’ha dato le spalle per tutto il tragitto e mi veniva da piangere, ma di nuovo ho cercato di non darlo a vedere ed ho continuato a ‘parlarci’, finché poi sentendomi non gradita li ho salutati con la mano andandomene, ma tanto ho notato che pure lui se ne stava andando senza neanche un abbraccio o altro, che di solito alle altre riserva mentre a me proprio di rado. comunque poi ho saputo che papà non si sentiva bene e lo abbiamo accompagnato in ospedale e quindi ho scritto sul gruppo che avevo avuto un problema e oggi non ci sarei stata e nessuno si è degnato di chiedermi che fosse successo, solo f.
e mi sono sentita di nuovo come quell’amica che viene invitata tanto per ma la cui presenza è più un intralcio che altro e ho avuto un mezzo attacco d’ansia e pianto come non succedeva da anni. sono andata a dormire in lacrime e mi sono svegliata piangendo ma non ho toccato il cellulare fino ad ora e mi sono dedicata alle piante per calmarmi e di nuovo, solo f ha pensato di chiedermi come stessi e cosa fosse successo e questo mette tutto in prospettiva. perché se uno di loro mi dicesse che ha avuto un problema io gli scriverei subito per sapere che ha e se posso essere utile in qualche modo, mentre a loro non è fregato assolutamente nulla di me e di cosa avessi. potevo pure essere morta per quanto gli interessava, e io so che non posso aspettarmi me stessa dagli altri, ma manco a fa così. ho pensato che ci sarà un motivo se in tutta la mia vita di me non è mai importato a nessuno. ho pensato che cazzo vivo a fare se sono solo un peso per tutti. magari è una cazzata, magari manco ci hanno pensato e io non voglio esagerare o vedere cose che non ci sono, ma dopo questo non so se considerarli ancora miei amici davvero o solo “amici di università” e devo dire che ci sono rimasta molto male perché non me lo aspettavo.
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lilsadcactus · 2 years
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Ho ripreso il basso e sto imparando una canzone stranamente ci sto riuscendo e sono passati solo 50 min, per non sapere neanche leggere uno spartito non mi sento tanto male con me stessa hshshs che poi ha iniziato a far freddo e le strade con pioggia non sono le migliori per lo skate quando cadi da fermo quindi forse suonare un po’ mi manterrà comunque felice e occupata. Sto facendo un maglione a crochet da regalare a Lucia, è quell’amica che ho da oramai 7anni con cui sono sempre stata me stessa anche se non ci vediamo spessissimo, un amore platonico enorme. Ho ripreso a leggere e guardare i film che giacevano dimenticati nella mia lista. Passo tempo di qualità con me stessa e per la prima volta in moltissimi anni devo dire che mi voglio bene, mi voglio bene. Il 17 ricomincio a studiare.
Proverò ad abbassare anche l’uso di alcohol dato che in effetti non esagero come un tempo ma almeno senza la birra riuscivo a mantenermi più in forma xd
Penso che se torno ad avere degli ingressi prenderò di nuovo appuntamento con la psico, vorrei confrontarmi e capire se effettivamente sto facendo bene
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