Tumgik
#macigni
nonsolohaiku · 5 months
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Non so odiare.
Io non so odiare. Io so solamente amare e anche chi mi fa soffrire resta comunque nel ❤, anzi, di solito ha un posto speciale. Sì certo mi arrabbio, a volte maledico, ma poi, in fondo dopo un po', passato il dolore, loro sono ancora lì, in quell'angolo di cuore che seleziona i ricordi: cancella i brutti e rinforza quelli belli.
E ringrazio sempre, io, anche quando a ringraziarmi dovrebbero essere gli altri. Non so portar rancore, perché conosco il perdono e chiedo scusa se riconosco il mio sbaglio.
Sembrerebbero virtù, ma non lo sono. Sono pesi da portare, sulle spalle e sul cuore, sono macigni che mi schiacciano. Vorrei essere più leggera, vorrei viaggiare a mezz'aria, invece resto mongolfiera che, ancorata a terra, non sa tagliare la zavorra ma coltiva il sogno di volare.
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blackmoon1200 · 10 months
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Vivo talmente tanto di pesantezza che anche quando faccio qualcosa di emozionante mi diventa indifferente. Esco di casa con questo carico invisibile che mi toglie il fiato .
Eppure sono quasi sicura di essere pronta ad accarezzare come fosse mio tutto ciò a cui vado incontro.
-Thewriterinwonderland-
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mammalaura83 · 2 years
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Quei macigni sul cuore
Nonostante il mio blog sia incentrato sull’epilessia che mi ha cambiato la vita e spesso io me ne lamento e la ritenga una rottura di scatole di cui avrei anche fatto a meno …. lei è ormai la mia compagna di viaggio e non potendo liberarmene (almeno per ora) la devo portare con me ovunque vada e tenerla a bada come quando dico a mio figlio che deve comportarsi bene. Ma lei è ingestibile tanto…
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falcemartello · 2 months
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della vita politica italiana, con particolare riferimento agli ultimi due inquilini del Quirinale.
Si tratta di parole il cui tenore letterale non è equivocabile, tanto è chiaro.
Parole pesanti come macigni perché Juncker è stato presidente della Commissione dal 2014 al 2019 e presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al 2013.
Due crocevia fondamentali per la gestione della crisi finanziaria del 2009 e della crisi del debito del 2011-2012, che hanno messo in serio pericolo la tenuta dell’unione monetaria e della stessa #UE.
Juncker ricorda che “Vi sono personalità italiane che mi hanno profondamente marcato – risponde –.
Prima di tutto, Carlo Azeglio #Ciampi, uomo saggio e ponderato, ma anche Giorgio #Napolitano.
In questi anni di dibattiti feroci, gli italiani hanno dimostrato finezza nello scegliere i loro presidenti che si sono sempre differenziati dalla maggioranza delle personalità politiche italiane per la loro serietà e per la loro capacità a riflettere oltre la loro persona. Non amavano la combinazione, ma l’armonia”. In francese, il termine combinazione si riferisce al bizantinismo della politica italiana, agli accordi sottobanco, all’opportunismo fine a sé stesso.
“Con Giorgio #Napolitano e poi con Sergio #Mattarella, che appartiene alla schiera dei presidenti che ho appena citato, ho spesso negoziato, non dico in segreto ma senza troppa pubblicità, quando avevo dei problemi con i primi ministri italiani.
O meglio, quando i primi ministri italiani avevano dei problemi con il presidente della commissione europea.
Amavo i miei scambi con Giorgio Napolitano. Ascoltando le sue descrizioni della vita dall’interno del governo italiano sono diventato uno specialista di cose che non dovevo sapere…”.
Si tratta di parole pronunciate non da uno di passaggio, ma da chi ha cominciato a frequentare i corridoi e le stanze dei bottoni di #Bruxelles circa 40 anni fa, i cui ricordi potrebbero riempire più di un libro.
Ma sentirsi dire che, quando i primi ministri italiani avevano problemi con la Commissione, lui “negoziava” (in segreto, o meglio, senza troppa pubblicità) con Napolitano e Mattarella è come fare entrare un elefante in una cristalleria.
A quale tipo di problemi si riferisce?
Forse a qualche tentativo di resistenza del governo Berlusconi e del suo ministro Giulio Tremonti, rispetto a soluzioni di politica economica che hanno zavorrato il nostro Paese per 10 anni?
Oppure all’indecente pressione esercitata.
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scrivocomeposso · 1 year
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Chissà perché a volte perdi la testa.
Passi intere giornate ad arrovellarti su pensieri che neanche esistono.
Eppure sono lì, sostano perennemente, pesanti e potenti.
Gli occhi diventano liquidi,
liquidi come il mare.
Che poi quanto ti manca quella distesa di sale immensa in cui ti senti sola e salva?
Chissà perché perdi la testa.
Ti fermi e perdi il senso della realtà.
Non riesci a fare nient’altro se non ossessionarti su quei macigni sul petto, sul cranio, sul cuore, su te.
Ora vorresti essere tu il mare, quell’enorme distesa di sale con cui potresti confondere le tue lacrime.
Tu, da sola, in silenzio, salva.
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rinascimentoprivato · 4 months
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Ti cammino sul cuore, ed è un trovarsi d'astri in arcipelaghi insonni, notte, fraterni a me un incurvarsi d'orbite segrete fossile emerso da uno stanco flutto; dove siamo fitti coi macigni e l'erbe.
Salvatore Quasimodo
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ppiumaleggera · 2 months
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Come si fa ad andare avanti con questi macigni sul cuore?
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belladecasa · 10 months
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Fiore mio, fiore della mia anima
20 aprile 2017
Arianna è l'espressione carnale e verbale del fiore e tutte le cose fresche, rosee e luminose sono linguaggi di Arianna. Arianna è il mio unico linguaggio, l'unico mio mezzo di comunicazione con il mondo.
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Se dovessi definire la solitudine, direi che è lo spazio che mi separa da te.
Quando ti sei laureata volevo scriverti qualche parola che esprimesse quanto sono orgogliosa dei risultati che raggiungi, sempre con umiltà, modestia, con la banalità della perfezione, anche se la tua perfezione è la sola che io non trovi banale. Ma se Dio o un algoritmo eterno - io non so cosa sia Dio come non so cosa sia un algoritmo - non t'avessero dato la tua perfezione, i tuoi capelli, la tua pelle di quarzo, la simmetria milimetrica del tuo viso, la tua simpatia innata, io ti avrei voluta e riconosciuta anche dentro al corpo più informe, anche dentro al più profondo fallimento, nelle parole più volgari, come una figlia per la madre.
Come una madre per la figlia, io mi prenderei ogni tuo dolore perché tu non lo subisca, ogni momento in cui ti sembra che non ne valga la pena. Mi metterei a costruire una strada, ogni volta che senti mancarti la terra sotto i piedi. Eppure posso solo sdraiarmi vicino a te come quella volta in terza media in cui sul prato del giardino di casa mia pensavamo al futuro guardando il cielo, l'ultima volta in cui non era ancora un macigno, una follia, una truffa. Prima che sentissimo caderci quel cielo sopra, e le rondini, come in una personale Apocalisse - ognuno vive la sua e io credo che la mia, come ogni parte della mia vita, la stia vivendo con te - e il prato si dissolvesse da sotto le nostre schiene; finché ora precipitiamo come Alice nella tana del coniglio, nell'etere del caos, del disordine. Ma Alice era sola, invece noi siamo in due e possiamo ridere di tutto quello che è fuori posto e di noi.
Quella volta ai Giardini Margherita, quando avevamo appena saputo che Beatrice era morta, io ti leggevo negli occhi il senso della vita che ne andava. Volevo sollevarti e non potevo, così ti ho lasciata nel silenzio; ma tu, in quel silenzio mi hai inclusa prendendomi la mano e allora ho visto che siamo ancora come in terza media, ma sui macigni, sulla follia, sulla truffa del futuro ci siamo sedute. E non mi interessa se è caduto il cielo, le rondini, il prato, perché le mie risposte le trovo in te, o meglio: sei solo tu la mia risposta, il mio unico linguaggio.
#s
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perpassareiltempo · 4 days
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Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma è planare sulle cose dall'alto e non avere macigni sul cuore.
Italo Calvino
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c-atom · 1 year
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Ai macigni tolti..e al tuo sorriso 😘
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papesatan · 7 months
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Il signor Ernesto ha 93 anni, ma ride e scherza come se ne avesse la metà. C’ho messo un po’ a riconoscerlo, ma quando mio padre lo ha salutato, suo grande amico, m’è tornato tutto in mente. Lui non ricordava, io sì, “Eppure devo averti già visto da qualche parte!”, ha detto ed io ho ringraziato l’oblio. Esattamente due anni fa il signor Ernesto rappresentava il punto più basso della mia deriva psicologica. Ricordo distintamente il nostro incontro alle poste, lo scoramento che provavo, il penoso avvilimento di non saper proferir parola, presentarmi e dire un nome, il panico, la gola ostruita da affilati macigni di vergogna e paura, e neanche provarci, rassegnare la mano tesa ad un muto sorriso, il suo sguardo triste, affranto da cotanta ineducazione, incapace di comprendere perché mai mi negassi a lui, le mie lacrime per aver dato l’idea di un altro che non sono, per non poter essere me stesso. Quel giorno dissi basta, decidendomi a intraprendere un percorso di cura. Dopo aver cercato invano una logopedista, trovai una bravissima dottoressa all’ultimo giorno di lavoro prima della maternità, mi sentii subito capito, nel posto giusto, ma lei, purtroppo, non potendomi seguire, mi indirizzò verso una psicoterapeuta. Ho concluso il mio percorso quest’estate, non sono guarito e non guarirò mai (anzi la mia psicoterapeuta mi spronò subito ad accettarne l’idea, imparando a conviverci), ma rispetto ad allora non ho più paura, mi accetto nell’imperfezione e temo meno il giudizio altrui, soprattutto quello dei clienti. Rivedere il signor Ernesto ieri, dopo tutto ciò che è successo, è stato come chiudere un cerchio e tirare un bilancio, sorridendo silente a mano tesa, perché non occorre dire altro, non occorre, e in fondo va bene così.    
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darkaimaa · 2 months
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Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore •Italo Calvino• @mycelticknotjewellery
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l-i-b-e-r-o71 · 1 year
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Prendete la vita con leggerezza,
Che leggerezza non è superficialità,
ma planare sulle cose dall’alto,
non avere macigni sul cuore.
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susieporta · 3 months
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C'è un giudice dentro me
che a volte mi fa sentir sbagliato.
Che mi punta il dito, affonda le carni,
che affila l'unghie
e mi ferisce la pelle e il fiato
dandomi le colpe della mia libertà:
graffi profondi che tagliano il sorriso, la crosta,
che sanguinano sui denti della felicità.
C'è un giudice dentro me
che a volte ha troppa memoria.
Che pesa sulle spalle, mi rallenta il passo,
che posa macigni sopra i piedi e nella mente,
e mi vuol far creder pazzo
solo perché la strada che percorro
non è la stessa da cui vengo,
perché ricorda, lui,
dimenticando dove sto andando.
C'è un giudice dentro me
che a volte devo render gentile.
E allora ho bisogno di aprirgli gli occhi,
illuminargli i pensieri e lo sguardo,
lasciargli capire
che io non sono quello che vogliono di me le persone,
che non seguo le regole degli altri,
che non diverrò ciò che s'aspettano lì fuori,
e non sono nemmeno i sogni dei miei genitori.
Ché ho desideri bellissimi,
io,
in questo mio cuore sincero,
che anteporrò sempre al giusto
il vero
per non lasciar che vinca
questa tristezza o il fato
così cari a quel giudice che a volte
mi fa sentir sbagliato.
- Gian Marco Manzo
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sfioramiilcuore · 1 year
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Le Donne, quelle belle da morire. Quelle che si alzano al mattino, si guardano allo specchio e si amano in ogni minima parte di se stesse. Amano le loro rughe date dall'esperienza che le ha forgiate e i loro difetti spesso derisi. Quelle che conoscono il loro valore, la loro forza e credono in se stesse, quelle che non noti quasi mai all'apparenza, ma sanno molto bene "Essere". Sorridono anche quando portano macigni sul cuore e tendono la mano senza remore, ma non si sprecano. Quelle che se ci sono fanno la differenza, ma se non sai apprezzarla la sostituiscono con l'indifferenza. Si, proprio loro! Quelle che per far male non hanno bisogno di insultare, denigrare e dichiararsi migliori... Loro sanno essere sempre e comunque anche oltre l'ignoranza altrui.
Silvia Nelli
Quotidianità - da PensieriParole.it <https://www.pensieriparole.it/diario/argomento/quotidianita/>
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comefioriappassiti · 4 months
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Io non so gestire le mie emozioni.
Questo è il problema.
Ogni volta che sto male, che qualcosa mi turba, come una semplice tristezza momentanea ad un senso di vuoto, io butto giù. Per me è diventato così automatico far finta di niente. Ma a forza di buttare giù, tutte quelle mie emozioni iniziano a pesare come macigni, iniziano ad accumularsi una sopra l’altra. E quindi la domanda è: “perché far finta di niente?”. Penso che mi faccia più paura l’idea ed il pensiero di dover prendere le mie emozioni di petto, e così anziché affrontarle, le lascio incombere.
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