The brilliance of Brazilian modernism
One of the most exhilarating gallery experiences you could have had this year was the immersive nine-screen video installation of A Marvellous Entanglement, part of the epic Isaac Julien retrospective at Tate Britain. It was essentially a biography of the life of Lina Bo Bardi, in which Julien cast two women to play the Italian-born Brazilian architect at different stages of her life. It was a whirlwind of energy, maximising the potential to use specific spaces for physical joy.
Julien’s layered film is a memoir of the architect who passed away in 1992, but also a testament to Brazilian modernism, a strand of tropical modernism, the design and architecture movement shaped by the semi-arid climate and tinderbox politics of the globe’s most vibrant corners.
In 1923, Gregori I Warchavchik arrived in Brazil from Odesa, having worked as an assistant to Marcello Piacentini, who would go on to become one of the key figures in the problematic – yet aesthetically brilliant – rationalist fascist movement in architecture in Italy. Warchavchik built the Casa Modernista da Rua Itápolis in São Paulo in 1930 (a building symbolic of the arrival of a new ethos), and shook up Brazilian design. The baton of modernism was grasped by others. In 1939, Oscar Niemeyer built the Brazilian Pavilion at the New York World’s Fair with Lucio Costa; it showcased a new, modern and progressive Brazil.
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La bomba al Wow di Milano
Fino al 28 gennaio 2024 al Wow di Milano con la mostra La bomba il protagonista è il fascino dell’apocalisse nucleare, tra fumetto, illustrazione e cartoons.
Fin dal 1945, la bomba atomica è entrata nell’immaginario, infatti tantissime opere, dal fumetto al cinema, hanno raccontato cosa succederebbe in un conflitto nucleare, oltre a un futuro in cui l’energia atomica avrebbe potuto migliorare la vita di tutti o hanno rivelato i retroscena di alcuni episodi fondamentali della storia del secolo scorso.
Il percorso espositivo è scandito da pannelli di approfondimento sulle tappe storiche fondamentali dell’energia nucleare e della bomba atomica, seguite da approfondimenti tra tavole originali, pagine a fumetti, manifesti cinematografici, riviste, giornali e oggettistica.
L’atomo e l’energia nucleare sono al centro di due importanti storie a fumetti statunitensi, Nel mondo degli atomi con Brick Bradford, in cui l’eroe e i suoi amici vengono miniaturizzati per un viaggio all’interno della struttura della materia, e Il mistero dell’Uomo Nuvola, un’avventura di Topolino dove uno scienziato in grado di imbrigliare la potenza dell’atomo decide di distaccarsi dal resto dell’umanità, spaventato dagli utilizzi della sua scoperta.
Il contributo italiano alle scoperte fondamentali della fisica nucleare viene raccontato nel film I ragazzi di via Panisperna (1988), alla mostra con il manifesto cinematografico, che prende il nome dalla via in cui si trovava l’Istituto di Fisica a Roma, coordinato da Enrico Fermi e di cui faceva parte anche Ettore Majorana, che scompare misteriosamente nel 1938, la cui vita è raccontata nel volume a fumetti Il segreto di Majorana di Francesca Riccioni e Silvia Rocchi, in mostra con alcune tavole.
Il Progetto Manhattan è narrato con grande attenzione ai dettagli nel volume a fumetti La bomba di Didier Alcante, Laurent-Frédéric Bollée e Denis Rodier de lo scoppio di Hiroshima dal punto di vista giapponese si trovano nel manga Gen di Hiroshima di Keiji Nakazawa, accanto a importanti testimonianze d’epoca, come il numero della rivista Time edito dopo la resa del Giappone e i numeri di Oggi su Hiroshima e gli esperimenti di Bikini.
La tragedia di Hiroshima è lo spunto anche di una storia di Martin Mystère, Le mille gru di Hiroshima di Andrea Cavaletto e Fabio Piacentini, con una selezione di tavole digitali.
Nel lungo periodo della Guerra Fredda l’energia nucleare e la bomba atomica sono raccontate nei fumetti, sia ipotizzando cosa succederebbe in caso di una guerra atomica sia mostrando un atomo amico e umanizzato.
Da questo punto di vista sono emblematici Atomino Bip Bip, amico di Topolino creato da Romano Scarpa nel 1959, in mostra con illustrazioni, studi e una tavola della celebre storia Topolino e il Bip Bip-15 (1960), e Atomino, creato nel 1963 da Marcello Argilli e Vinicio Berti per il settimanale a fumetti Il Pioniere, oltre a molti popolari protagonisti alle prese con armi nucleari, come il tarzanide Akim, la perfida Satanik e il simpatico Kolosso.
Uno spazio particolare è dedicato a due personaggi che prendono vita proprio da una bomba, Godzilla e l’Incredibile Hulk.
Godzilla, che nel 2024 festeggia 70 anni, è in mostra alcune tavole realizzate dal disegnatore Alberto Ponticelli per la miniserie Godzilla: Gangsters & Goliaths e per l’Incredibile Hulk sono esposti i più bei poster e gadget d’epoca insieme a spettacolari tavole dei grandi autori del personaggio, come Mark Bagley, Rick Leonardi, Alan Kupperberg.
In mostra c’è anche una tavola di Watchmen, il capolavoro di Alan Moore e Dave Gibbons che vede tra i protagonisti Dottor Manhattan, un fisico nucleare che acquisisce immensi poteri dopo un esperimento di fisica subatomica.
Il tema dei rischi che comportano le armi atomiche e l’energia nucleare è al centro anche di due storie di Diabolik, La luce del male (1998), in cui il Re del terrore aiuta un vecchio amico colpito dalle radiazioni degli esperimenti atomici su un’isola tropicale, e Incubo atomico (2007), dove Diabolik sventa la minaccia di un gruppo di terroristi.
Il fiorente filone post-atomico vede gli autori immaginare come sarebbe il mondo dopo la catastrofe, come nel giapponese Ken il guerriero, serie manga molto amata, che nel 2023 festeggia quarant’anni di pubblicazioni.
Tra supereroi atomici e dopobomba comici e tragici, la Bomba è una costante narrativa e la satira ha avuto un ruolo prezioso dove, oltre agli ipotetici effetti di una bomba atomica su Milano o altre città, contrasta i sogni di militari e dittatori con il dito sul bottone rosso.
Giornali e documenti d’epoca completano la visione storica dalla percezione collettiva della Bomba, oltre che nella musica e nelle altre arti, modificando il costume.
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La Sapienza fu costruita Udite udite Dal fascismo Progettata dall'architetto razionalista Marcello Piacentini Quindi per coerenza non dovrebbero frequentarla #QuartaRepubblica
— Mario Calandra (@MariusKalander) Feb 27, 2023
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Attribué à Marcello Piacentini (Italien, 1881-1960). Banc, circa 1935. - source Heritage Auctions.
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Via Roma, Turin, 1933-1938, planned by Marcello Piacentini.
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Chair by Marcello Piacentini, 1933
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Rome - E42 or EUR.
The area was originally chosen in the 1930s as the site for the 1942 World's Fair. The project was originally called E42 after the year in which the exhibition was to be held. The initial project was presented in 1938 under the direction of Marcello Piacentini. Aschiere, Barnardini, Pascoletti e Peresutti won the competion for the 'Mostra della Romanità' building. Fotos: © Wolfram Mikuteit
Roma - E 42: Palazzo per la Mostra della Romanità
Il complesso che - oggi - ospita il museo della Civiltà Romana fu progettato dagli architetti Pietro Aschieri, Domenico Bernardini, Cesare Pascoletti e Gino Peressutti, vincitori di uno dei concorsi banditi per la costruzione degli edifici più rilevanti dell'Esposizione Universale di Roma nel 1942 (EUR - E 42). L’edificio sarà terminato dopo la guerra.
Source OP and Photos: © Wolfram Mikuteit
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st. peter's basilica and square, vatican // gianlorenzo bernini
sistine chapel // michaelangelo
via della conciliazione // marcello piacentini & attilio spaccarelli
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Tags - Architects/designers I-Z
I.M. Pei
Ignaty Milinis
Ignazio Gardella
Igor Vasilevsky
Ilia Golosov
Isamu Noguchi
Ivan Fomin
Ivan Leonidov
Ivor Smith and Jack Lynn
J.B. Hourlier
J.B. Ingwersen
J.F. Staal
J.J.P. Oud
L.J. sert
J.M. Lamuniere
J.M. Stokla
James Gowan
James Stirling
Jan Duiker
Jan Wils
Jean Bourgon
Jean Dubuisson
Jean Prouve
Jean Renaudie
Joao Filgueiras Lima
Joaquim Guedes
Johann Georg Gsteu
John Andrews
John Bancroft
John Dinkeloo
John Hejduk
John M. Johansen
John Madin
John Pawson
John Portman
John Storrs
Jorn Utzon
Jos Bedaux
Josef Schulz
Joseph Salerno
Jozsef Fischer
Juan O'Gorman
Juliaan Lampens
Jurgen Sawade
Justus Dahinden
K.L. Sijmons
Kalff
Karl Ehn
Karl Moser
Karl Schwanzer
Kenzo Tange
Kevin Roche
Kisho Kurokawa
Kiyonori Kikutake
Konrad Wachsmann
Konstantin Melnikov
Kunio Mayekawa
Kurt Schlauss
Kurt Schwitters
Le Corbusier
Lebbeus Woods
Leonardo Savioli
Leonid Vesnin
Leslie Martin
Lev Rudnev
Lina Bo Bardi
Louis Fumet
Louis Kahn
Louis Noiray
Louis Sullivan
Lucio Costa
Ludwig Hilberseimer
Luigi Figini
Luigi Moretti
Luis Barragan
Luis Peña Ganchegui
Lutyens
Malevich
Manfred Hermer
Marcel Breuer
Marcel Lods
Marcello Piacentini
Mario Pani
Marius Duintjer
Mart Stam
Martin Elsaesser
Martin van Treeck
Max Abramovitz
Max Berg
Mendelsohn
Michel de Klerk
Mies
Minoru Yamasaki
Moholy-Nagy
Moisei Ginzburg
Moshe Safdie
MVRDV
Neave Brown
Neutra
Nicholas Grimshaw
Nikolai Kolli
Noi Trotsky
O Studio
Olivier-Clement Cacoub
Olson Kundig
OMA
Oscar Niemeyer
Oswald Ungers
Otto Herbert Hajek
Ove Arup
Owen luder
P.V. Jensen Klint
Pancho Guedes
Panteleimon Golosov
Paolo Portoghesi
Paolo Soleri
Paul Baumgarten
Paul Ludwig Troost
Paul Nelson
Paul Rudolph
Paul Stohrer
Paul Virilio
Paulo Mendes Da Rocha
Pei Cobb Freed
Peter Behrens
Peter Eisenman
Peter Märkli
Peter Zumthor
Philip Johnson
Pier Luigi Nervi
Pierre Jeanneret
Pierre Koenig
Pierre Parat
Piet Blom
Piet Elling
Piet Mondriaan
Piet Zanstra
Pietro Belluschi
Pietro Lingeri
Pot Keegstra
R.M. della Rocca
Raimund Abraham
Rainer Disse
Raj Rewal
Ralph Erskine
Ray Eames
Reinhard Gieselmann
Rem Koolhaas
Renaat Braem
Rene Gages
Renzo Piano
Ricardo Bofill
Ricardo Legorreta
Richard Meier
Richard Rogers
Richard Seifert
Richard Sheppard
Robert Geddes
Robert Mallet-Stevens
Robert van ’t Hoff
Robert Venturi
Roger Anger
Rudolf Schwarz
Rudolf Steiner
Ruy Ohtake
Sachio Otani
Sant'Elia
Sérgio Bernardes
Sergio Musmeci
Shoji Sadao
Sigurd Lewerentz
Simon Ungers
Smithsons
SOM
Speer
Stanley Tigerman
Superstudio
Sverre Fehn
Tadao Ando
Team X
Terragni
Theo Bosch
Theo van Doesburg
Tony Garnier
Ulrich Franzen
Val Michelson
Valerio Olgiati
Van den Broek en Bakema
Vann Molyvann
Vico Magistretti
Victor Bodiansky
Viktor Vesnin
Vilanova Artigas
Viljo Revell
Vittoriano Vigano
Vladimir Bodiansky
Vladimir Shukhov
Vladimir Tatlin
Volker Theissen
Wallace Harrison
Walter Forderer
Walter Gropius
Walter Netsch
Wang Shu
Wassili Luckhardt
Wells Coates
Werner Allenbach
Werner Düttmann
Werner March
Wiel Arets
Willem Dudok
Willem van Tijen
William Pereira
Willy Guhl
Willy Kreuer
Willy Van Der Meeren
Wim Quist
Yakov Chernikov
Yoshinobu Ashihara
Zvi Hecker
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Arco della Vittoria, Marcello Piacentini
Victory Arch or Arch of the Fallen is dedicated to the citizens of Genoa who died during World War I
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Palazzo della Civilta Italiana aka Square Colosseum (Marcello Piacentini, Rome) [1200x800] OC.
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Custodi di arte e fede: Basilica del Cristo Re a Roma
Una delle chiese meno note della Città Eterna…
La Basilica del Sacro Cuore di Cristo Re, o Tempio della Pace, in ricordo dei caduti della prima guerra mondiale, fu uno dei primi esempi di razionalismo italiano legato agli edifici di culto, da un progetto di Marcello Piacentini, commissionata dal Padre Dehoniano Ottavio Gasparri, si trova all’interno del quartiere delle Vittorie, allora era in forte espansione.
Della chiesa furono redatti due progetti, il primo, iniziato nel maggio del 1920, s’ interruppe bruscamente in seguito alla morte di Padre Gasparri nel 1929.
Alla ripresa dei lavori nel 1931, il progetto subì una radicale trasformazione poiché Piacentini, durante gli anni di interruzione dei lavori, ragionò sulla planimetria della chiesa.
Solitamente le chiese hanno due schemi planimetrici fondamentali, lo schema di pianta a croce latina e quello a croce greca e, secondo Piacentini il primo schema permette al visitatore di accorgersi della presenza della cupola soltanto dopo aver attraversato tutta la navata.
Al contrario, nel secondo schema, la presenza della cupola si nota dall’ingresso e l’immaginazione di chi entra nella chiesa subisce un’impressione troppo improvvisa.
Quindi alla ripresa, la pianta della chiesa si trasforma in un ibrido tra un impianto a croce greca e a croce latina con il transetto avanzato, permettendo alla cupola di dominare il transetto come nelle chiese a croce latina, ma senza una navata eccessivamente lunga.
La Basilica è suddivisa in tre navate di cui quella centrale è lunga circa 70 metri, l’incrocio del transetto è sormontato da una cupola semisferica alta 36 metri e di 20 metri di diametro, anche l’abside è sormontato da una cupola di minori dimensioni mentre le cappelle laterali, di forma semicilindrica, sono caratterizzate da un basso zoccolo e una parete altissima.
La facciata rettangolare della chiesa è solenne e proporzionata, con due campanili gemelli leggermente arretrati, ed è caratterizzata da tre portali, le cui proporzioni sono ricavate da un arco trionfale romano, oltre che da una cortina in mattoni, disposti in filari triplici e doppi alternati, con differente aggetto, secondo una studiata disposizione.
Al di sopra del portone principale si nota un altorilievo raffigurante il Sacro Cuore di Cristo Re di Arturo Martini, mentre i portali laterali sono sormontati da simboli in ferro battuto di Isnaldo Petrassi.
L’interno della chiesa è dominato dal tono rosso del pavimento porfirico, mentre le pareti, che furono affrescate da Achille Funi, presentano una Via Crucis di Alfredo Biagini, il gruppo del San Giovanni sul fonte battesimale, i bassorilievi dei Cibori e le figure sulle lampade laterali dell’altare maggiore di Corrado Vigni.
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EUR, Arcades
(via E.U.R. district, Marcello Piacentini, Giuseppe Pagano | Rome | Italy | MIMOA)
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Piacenza, Estate Farnese: gli eventi dal 12 al 18 settembre
Piacenza, Estate Farnese: gli eventi dal 12 al 18 settembre.
Si è tenuta stamani, mercoledì 7 settembre in Municipio, la conferenza stampa di presentazione degli eventi in calendario la prossima settimana nel cartellone di “Estate Farnese”. Accanto all’assessore alla Cultura Christian Fiazza, sono intervenuti i direttori artistici dell'Etoile Ballet Theatre, Walter Angelini e Ines Albertini, unitamente al maestro di ballo Nader Hamed, nonché, in rappresentanza della Società Filodrammatica Piacentina, Angela Longeri e l’autrice e regista Francesca Chiapponi.
Un cartellone ricco e coinvolgente
“Anche per quest’ultima settimana – ha sottolineato l’assessore Christian Fiazza - il cartellone della rassegna “Estate Farnese 2022” si presenta ricco, composito e capace di coinvolgere il tessuto associativo del territorio, valorizzando non solo una pluralità di generi di spettacolo, artisti e talenti ma, una volta ancora, gli storici spazi di Palazzo Farnese, sempre più vivi e frequentati, sia dai turisti che dalla comunità piacentina".
"Un ringraziamento particolarmente sentito va quindi ai partner - continua Fiazza - che anche quest'anno hanno sostenuto l’Estate Farnese, dalla Fondazione Teatri a Iren, in un lavoro corale teso a far conoscere e promuovere il patrimonio storico, artistico e architettonico della nostra città".
"Rivolgo inoltre un “grazie” particolare - conclude l'assessore . a tutte le associazioni e le realtà culturali e artistiche che hanno preso parte alla stagione di appuntamenti estivi, e che hanno offerto rappresentazioni teatrali, concerti, proiezioni cinematografiche e spettacoli di altissimo livello, largamente apprezzati e capaci di richiamare un pubblico sempre più ampio e diversificato”.
La commedia “Tütta culpa d’una seina”
All’intervento dell’assessore Fiazza, è seguito quello di Francesca Chiapponi, autrice e regista della commedia dialettale in due atti “Tütta culpa d’una seina”, in programma martedì 13 settembre alle 20.45 a Palazzo Farnese. “Tratta dal grande successo prima teatrale e poi cinematografico “La cena dei cretini” del francese Francis Veber – ha evidenziato -, l’opera adattata in vernacolo mantiene le qualità di uno spettacolo altamente comico, ma con un retrogusto amaro capace di far riflettere lo spettatore.
Il “Gala della Pace”
Sabato 17 settembre, alle 21, sempre nella prestigiosa cornice del Cortile di Palazzo Farnese, sarà invece la volta del “Gala della Pace”, a cura della compagnia professionale di balletto Étoile Ballet Theatre, con sede a Piacenza, diretta dai Primi Ballerini internazionali Ines Albertini e Walter Angelini, con la guida del Maître de Ballet Nader Hamed. “La serata – hanno detto - sarà l’occasione per celebrare l’arte della danza portando in scena estratti dai balletti “La Bayadere”, “Spartacus” e “La Sylphide”.
"Le Otto Stagioni"
Uno spettacolo adatto a tutte le età, per il pubblico amante del balletto ma non solo, e capace di intrattenere ogni genere di spettatore attraverso la rivisitazione anche dei classici del balletto in una chiave più attuale”. Infine, domenica 18 settembre, alle 20.45, l’Orchestra Farnesiana di Piacenza proporrà il concerto dal titolo “Le Otto Stagioni”, che prevede l’esecuzione delle “Quattro stagioni” di Antonio Vivaldi, con il violinista Francesco De Angelis, primo violino solista del Teatro alla Scala, e delle “Quattro stagioni” di Astor Piazzolla, con la partecipazione della violinista Daniela Cammarano, solista di fama internazionale.
Ad accompagnare i due solisti, sarà appunto l’Orchestra Farnesiana, formata da musicisti piacentini già affermati in realtà come il Teatro alla Scala e l’Arena di Verona e nata da un’idea dei fratelli Gabriele e Marcello Schiavi con l’obiettivo di diffondere la cultura musicale e sviluppare e proporre il repertorio sinfonico e operistico anche nel territorio piacentino.
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