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Creative Dessert Designs By Chef Matteo Stucchi
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Italian Pastry Chef Matteo Stucchi Transforms Plain Desserts into Miniature Worlds
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Brilliant Food Artist Turns Boring Cakes into Imaginative Miniature Scenes of Life
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Food\art, Matteo Stucchi
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Dessert Miniature by Pastry Chef Matteo Stucchi
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How the hell am I suppose to eat this amazing work of art?!





Creative Cakes
Italy-based pastry chef Matteo Stucchi creates desserts that not only look delicious, but they also double as fantastical miniature worlds. The 26-year-old’s playful culinary creations feature tiny figurines that are cleverly placed among his cakes to appear as though they’re farming candied land and exploring sugary terrains.
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Art By Matteo Stucchi.
Instagram : Idolcidigulliver
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I adore stuff it this.










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------- 6 Ristoranti ------- L'altra sera mentre guardavo Conte scaramucciare con Salvini, all'improvviso la mia dolce metà ha cambiato canale costringendomi a guardare le repliche delle repliche di 4 Ristoranti con Alessandro Borghese. "Senti, va bene tutto...ma mentre mangio di guardare Salvini ne faccio anche a meno." Come controbattere? E così, complice la noia di vedere una cosa già vista e rivista e facendo il giochino degli abbinamenti improbabili mi sono chiesto "Ma se i leader politici dei primi sei partiti italiani fossero dei ristoratori, che tipo di ristoranti avrebbero? -Lega Nord - All you can eat 9,90 bibite incluse. Gamberi, salmone, tonno, pasta alla piastra, noodles, involtini primavera, ravioli al vapore, litchi, torta tuttapanna e gelato gusto puffo. Mangi quello che vuoi, quanto vuoi e paghi sempre 9,90. Esci strasoddisfatto con la pancia piena perchè ti hanno dato quello che volevi e te l'hanno dato in abbondanza. Un amico prova a chiederti come fanno a guadagnarci, come sia possibile che per lo stesso prezzo in altri ristoranti non ti servano neanche l'antipasto e quale sia il trucco. Ma tu te ne fotti allegramente e non ti chiedi da dove sono arrivati quei gamberi, da quanto sono arrivati quei gamberi, cosa hanno dato da mangiare a quei gamberi e soprattutto se quelli sono davvero dei gamberi. In tutto questo Salvini me l'immagino alla cassa, col sigaro in bocca mentre fa il piacione chiassoso con le clienti giovani e belle cui prova a toccare il culo e intanto impartisce ordini ad alta voce ai dipendenti. Extracomunitari, neri e per la maggior parte non in regola. -Forza Italia - Ristorante stellato. Il ristorante sembra bello. Da lontano. Poi però ti avvicini e ti accorgi che l'erba è sintetica, gli stucchi sono di polistirolo, le sedie di plastica e lo stile simile a La Sonrisa del fu Don Antonio Polese. Ti accoglie Berlusconi in persona -bandana in testa- che ti saluta come se vi conosceste da sempre. Ti parla e ti ammalia a tal punto che per il menù gli dai retta e lasci fare a lui. E questo perchè parla così bene che non ti viene neanche in mente di dire di no. Alla fine quando vai a pagare non sai bene cosa hai mangiato ma sai che ti sei preso un'inculata micidiale. - Movimento 5 stelle - Ristorante vegetariano biologico. Il ristorante è invitante pulito e ordinato. Cibi sani, biologici e rigorosamente a km 0. Le ordinazioni le prende Di Maio che suscita in te la fiducia che solitamente si concede ai giovani dalla faccia pulita e di buona volontà. In cucina però il menù viene deciso a tavolino da Grillo e Casaleggio seguendo logiche sconosciute ai più. Ogni tanto si fa vedere Di Battista che dice la sua anche se nessuno ha ancora capito se costui è uno chef, un cameriere o un lavapiatti. Il manager del locale è Rocco Casalino. Rocco Casalino? Si, Rocco Casalino. Ad ogni modo all'inizio sembrava che si mangiasse anche bene, tuttavia dopo un po' di tempo, complice l'inesperienza, si sono accorti che per ogni pasto che servivano ci perdevano anzichè guadagnarci. E così i prodotti non sono più biologici, i km sono quelli del fornitore che fa il prezzo più basso e per venire incontro ai gusti del popolo sono stati aggiunti carne, pesce e pizza con l'ananas. Risultato? L'idea originale del ristorante si è persa per strada e la proposta ora è indefinita. - Partito Democratico - Trattoria Emiliana. Il posto sembra bello. Anche da vicino. L'erba è vera, i fiori sono rigogliosi e la siepe ordinata. Alle pareti ci sono le foto dello staff e tutti sembrano sereni e sorridenti. Strano però: il cappello da chef lo indossano in tanti. Le comande al tavolo le prende Matteo Orfini che spinge perchè tu scelga un piatto anzichè un altro. La cosa strana è che subito dopo ti vedi arrivare Gianni Cuperlo che ti consiglia un altro piatto. Dalle cucine senti arrivare un fastidiosissimo vociare cui riesci a distinguere solo Zingaretti che urla "si, ma devi metterci almeno questo ingrediente altrimenti me ne vado!" Renzi che risponde "e allora ci metti anche anche il mio d'ingrediente!!" il tonfo di Calenda che si butta per terra minacciando di rompere i piatti se non viene accolta la sua proposta di aggiungerci una spezia e come sottofondo il continuo gnam gnam degli smunti Martina e Fassino che si abboffano. Il piatto arriva dopo un'ora e alla prima forchettata ti rendi conto che gli spaghetti alle vongole con il parmigiano reggiano, la senape e la cannella fanno davvero cagare. E sono pure freddi. - Fratelli d'Italia - Pizza al taglio. Il locale piccolo e abbastanza anonimo si trova in periferia vicino ad un Compro Oro e a una sala Slot. Dietro al bancone c'è la Meloni che si da un gran da fare ad impastare, guarnire e infornare i tranci di pizza. Indossa un grembiule sporco di sugo tipico di chi s'impegna, lavora e crede in quello che fa. Il problema è che la ricetta e il forno (a gas, non a caso...) sono vecchi di cent'anni, fuori dal tempo e già bocciati dalla storia. Gli ingredienti provengono dal discount Eurospin. Neanche dal Lidl. - Liberi e Uguali - Street food. Il furgone di Liberi e Uguali lo trovi vicino alle tangenziali, alle grande rotonde o vicino ai cimiteri. Dentro c'è Pietro Grasso che prepara panini imbottiti farciti con carne di cavallo e sottaceti per qualche nostalgico camionista o possessore di Alfa Romeo Alfetta. In effetti non si capisce bene perchè uno che nella vita ha sempre fatto tutt'altro ad un certo punto decida di buttarsi nella ristorazione. E infatti dopo un po' di tempo non lo capiscono nemmeno quelli che hanno provato a mangiare da lui. Ma lui non si preoccupa perchè gli basta salire sul furgone, mettere in moto, guidare e piazzarsi davanti al ristorante del Pd o del Movimento 5S sperando in qualche accordicchio. Ecco, nel programma di Borghese alla fine mi hanno sempre fatto sorridere i ristoratori che dicono di aver mangiato benissimo, che il posto era splendido, il servizio impeccabile, che hanno pagato meno di quello che si aspettavano e quindi reputano corretto dare un voto di sei su dieci. Sei??? Neanche sette, no, giusto sei. E mi fanno sorridere perchè sono esattamente l'opposto di quegli elettori delusi da questi politici che considerano incapaci, volgari, ladri, opportunisti, voltagabbana e quindi gli danno un bel dieci votandoli e rivotandoli ogni volta.
Monica Rossi
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I mondi in miniatura realizzati con i dolci di Matteo Stucchi
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719) Liga Lombarda, Lega Lombarda, LL, Lombard League, Liga Lombardzka, pełna nazwa to Lega Lombarda per Salvini Premier - regionalistyczna partia polityczna działająca w Lombardii. Założona w 1984 roku, była jedną z założycielskich „narodowych” sekcji Lega Nord (LN) w 1991 roku, a od 2020 roku jest regionalną sekcją Lega per Salvini Premier (LSP) w Lombardii. Wraz z Liga Veneta, LL utworzyło większość partii federalnej (LN/LSP), na której czele stali Longobardowie od momentu jej powstania. LL jest obecnie prowadzony przez koordynatora pro-tempore, Federico Cecchetti. Członkami partii byli Umberto Bossi, Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti, Francesco Speroni, Roberto Castelli, Matteo Salvini, Gian Marco Centinaio i Attilio Fontana (prezydent Lombardii). Lega Lombarda została oficjalnie założona 12 kwietnia 1984 roku przez Umberto Bossiego, który przy wyborze nazwy wykorzystał rezonans nazwy historycznej Lega Lombarda. Pierwotnie Lega Autonomista Lombarda (Lombard Autonomist League, LAL), partia przyjęła obecną nazwę w 1986 roku. W swoim debiucie wyborczym w wyborach powszechnych w 1987 roku Lega Lombarda uzyskała 2,6% głosów w Lombardii. Bossi został wybrany do Senatu, a Giuseppe Leoni do Izby Deputowanych. Partia brała udział w wyborach do Parlamentu Europejskiego w 1989 roku jako czołowy członek koalicji Lega Lombarda – Alleanza Nord, uzyskując 8,1% w Lombardii i wybranych dwóch posłów (Francesco Speroni i Luigi Moretti). W latach 1989-1990 LL brała udział w procesie federacji północnych partii regionalistycznych przed wyborami regionalnymi. W lutym 1991 została włączona do Lega Nord (LN) i od tego czasu jest sekcją „narodową” LN w Lombardii. Bossi został następnie wybrany sekretarzem federalnym LN, zachowując przez pewien czas rolę sekretarza krajowego LL. W 1993 roku Luigi Negri objął stanowisko sekretarza, zastępując Bossiego, który musiał wybierać między urzędem krajowym a federalnym. Po wyborach powszechnych w 1994 r. trzech członków LL dołączyło do gabinetu Berlusconiego jako ministrowie: Roberto Maroni (który stał się drugim numerem partii federalnej po Bossim), Vito Gnutti i Speroni. Rozpad koalicji wspierającej rząd doprowadził Negri i innych do ucieczki do Federalistycznej Ligi Włoskiej, podczas gdy Maroni, pomimo nieporozumień z Bossim, zdecydował się pozostać w partii. Negri został zastąpiony na stanowisku sekretarza przez Roberto Calderoliego, który jako prezydent wyrzucił go z partii, mimo że był jego szwagrem. Calderoli poprowadził partię do najlepszego wyniku do tego momentu w wyborach powszechnych w 1996 roku, kiedy to uzyskała 25,5%. Po wyborach regionalnych w 2000 roku partia weszła do samorządu regionalnego i od tego czasu jest jego bez wyjątku członkiem. Po wyborach powszechnych w 2001 r. trzech członków LL dołączyło do gabinetu Berlusconiego II jako ministrowie: Bossi, Maroni i Roberto Castelli. W 2002 Calderoliego zastąpił Giancarlo Giorgetti, a Castelli został prezydentem. W wyborach regionalnych w 2010 roku partia uzyskała 26,2%, co jest jej najlepszym dotychczas wynikiem. W listopadzie 2013 Salvini zastąpił Maroniego na stanowisku sekretarza federalnego Lega Nord, a później mianował komisarza Stefano Borghesiego na to stanowisko. Borghesi został później zastąpiony przez Grimoldiego. W listopadzie 2015 r. Grimoldi został wybrany na krajowego sekretarza partii. W maju 2017 roku, po ponownym wyborze Salviniego na sekretarza federalnego LN, pięciu członków LL (Bordonali, Fabrizio Cecchetti, Giulio De Capitani, Simona Pergreffi i Jacopo Vignati) zostało wybranych do rady federalnej wraz z Salvinim, szósty (Giorgetti) został wybrany jako niezależny i siódmy (Gianni Fava) w imieniu mniejszości. W grudniu Stucchi został wybrany prezesem LL, zastępując Giorgettiego, który coraz bardziej angażował się na szczeblu federalnym jako zastępca Salviniego. W wyborach regionalnych w 2018 roku Attilio Fontana z LL został wybrany na prezydenta Lombardii z 49,8% głosów, a partia uzyskała 29,4%.
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#CorpMedia #Idiocracy #Oligarchs #MegaBanks vs #Union #Occupy #NoDAPL #BLM #SDF #DACA #MeToo #Humanity #DemExit #FeelTheBern
Playful Pastry Chef Turns Ordinary Desserts Into Delightful Mini Scenes
https://mymodernmet.com/matteo-stucchi-dessert-scenes/
Italian pastry chef Matteo Stucchi is proof that you should play with your food. Based in Monza, Italy, the 23-year-old creates delectable desserts and sugary-sweet treats with a twist—he adds comical, tiny toys to transform his homemade baked goods into inventive and imaginative miniature scenes...
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It would be really nice if our daily objects had not the generic and usual shapes that we are used to and we know them. But that needs very skillful and artistry hand. But, Matteo Stucchi a Pastry chef who works in this craft for over 28 years with his little fantasy has made this possible.
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Nuovo post su https://is.gd/vzVYMK
La cappella di San Matteo nella Cattedrale di San Siro, uno dei sepolcri della famiglia Imperiali a Genova
di Mirko Belfiore
Incastonata fra la moderna via Cairoli e l’antica via San Luca, nel quartiere della Maddalena, trova sede uno dei più antichi templi cristiani della città di Genova: la Basilica di San Siro.
1. Basilica di San Siro, prospetto neoclassico di Carlo Barabino (XIX secolo)
Eretta, secondo la tradizione, intorno al IV secolo d.C. su un luogo di culto già dedicato ai Dodici Apostoli, fu la prima cattedra vescovile della città fino a quando la sede non venne spostata presso la Cattedrale di San Lorenzo (X secolo). Ospita le spoglie di uno dei santi più cari della tradizione cittadina: il vescovo San Siro (IV secolo) e leggenda vuole che lo stesso abbia scacciato da un pozzo il temibile “Basilisco”, una creatura mitologica che con la sua presenza atterriva i genovesi; metafora di quella lotta all’eresia ariana, allora imperante, che l’Episcopo intraprese durante il suo governo e che gli valse la riconoscenza dei suoi fedeli e l’intitolazione della suddetta chiesa.
2. Genova, Vico San Pietro della Porta, lapide marmorea che raffigura San Siro nell’atto di sottomettere il Basilisco, iscrizione latina del 1580
Superata la soglia dell’imponente portale d’ingresso neoclassico opera dell’architetto genovese Carlo Barabino, si viene subito catturati dalla complessità decorativa delle superfici, uno dei massimi esempi del Barocco genovese e frutto di una ricostruzione avvenuta dopo il terribile incendio del 1580.
3. Basilica di San Siro, navata principale
L’immenso ambiente scandito da una serie di imponenti colonne binate e suddiviso in tre navate, affascina non solo per la magnificenza della cupola e delle ampissime volte, rivestite da affreschi, stucchi e fregi, opera della bottega dei Carlone (1650-1670) ma anche per l’ampio presbiterio dove, in tutta la sua raffinatezza, si erge l’altare maggiore realizzato dal francese Pierre Puget (1670), realizzato in bronzo e marmo nero. Considerevole poi, la successione di cappelle nobiliari e imponenti statue di apostoli che si stagliano lungo i lati delle navate minori e che nel ricco corredo artistico portano la firma di famosi artisti della scena seicentesca genovese e non: Taddeo Carlone, Gregorio de Ferrari, Orazio de Ferrari, Orazio Gentileschi, Domenico Fiasella, Aurelio Lomi, Domenico Piola e Andrea Semino.
4. Basilica di San Siro, particolare della cupola con gli affreschi di Giovan Battista Carlone (1650-1670)
Queste molteplici tombe gentilizie erano riservate alle principali famiglie patrizie della città (Centurione, Grimaldi, Invrea, Lomellini, Pallavicini, Pinelli, Serra e Spinola), le quali contribuirono profumatamente alla decorazione artistica della Cattedrale, ricevendo in cambio l’assegnazione di questi spazi tramite un giuspatronato (sistema di privilegi e oneri concessi dall’autorità ecclesiastica).
5. Basilica di San Siro, particolare del presbiterio
6. Basilica di San Siro, altare maggiore di Pierre Puget (1670)
7. Basilica di San Siro, cappella gentilizia famiglia Grimaldi-Cebà, Annunciazione di Orazio Gentileschi (olio su tela, 1624).
Una di queste fu concessa nel 1599 alla famiglia Imperiale e divenne subito il luogo di sepoltura della dinastia. Fra i molti membri che quivi trovarono sepoltura ricordiamo: Gian Giacomo, facoltoso banchiere e Doge di Genova nel biennio 1617-1619, il figlio Gian Vincenzo, illustre collezionista e celebrato poeta, e Francesco Maria, Senatore della Repubblica e Doge nel biennio 1711-13.
8. Basilica di San Siro, cappella gentilizia della famiglia Imperiale
La cappella nobiliare, posta subito alla sinistra del varco d’accesso, si presenta come uno spazio non troppo ampio ma dall’ambientazione intima e raccolta. Essa è introdotta da una massiccia balaustra e da una coppia di imponenti colonne in marmo arabesco di Carrara, su cui poggia un architrave spezzato con mensole aggettanti, al centro del quale si inserisce lo stemma gentilizio della famiglia. L’intera superficie interna è rivestita da un diffuso rivestimento lapideo, caratterizzato da compositi intarsi marmorei che riprendono fedelmente gli stilemi baroccheggianti dell’edificio.
All’interno, altre due eleganti colonne corinzie in marmo nero di Portovenere sorreggono un imponente architrave spezzato, manufatto che trova solide basi su compatti parallelepipedi dalla bicromia B/N, collegati a un ampio altare in marmo. Nell’incavo creatosi, un piccolo podio accoglie uno dei tre putti posti in alto che insieme ai restanti due, posti ai lati, vanno a comporre un elegante gruppo statuario. Un pregevole motivo a dentelli decora sia l’architrave centrale che le mensole poste ai lati mentre alcuni fregi si diffondono su tutta la superficie emergendo sottoforma di cartigli, volute e arricci.
Sui profili angolari, il prospetto è scandito da una nicchia posta a mezza altezza, dove probabilmente trovava posto un’opera d’arte, e da un piccolo portale cieco inquadrato da greche e bassorilievi dalle linee sinuose.
L’intero paramento marmoreo fu messo in opera dagli artisti Battista Orsolino e Domenico Solaro mentre l’unica opera artistica presente, un olio su tela, venne realizzata nel 1605 dai fratelli Agostino e Giovanni Battista Montanari, i quali rappresentarono le concitate fasi del martirio di San Matteo, ucciso in terra etiope per mano di un sicario inviato dal re Irtaco. Ciò che più addolora è sicuramente la perdita senza possibilità alcuna di recupero degli affreschi e degli stucchi che impreziosivano la piccola volta a botte della cappella, opera dell’artista Bernardo Castello (primi decenni del XVII), molto attivo nelle commissioni della famiglia Imperiale. Questi realizzò una serie di riquadri con tematiche inerenti alle storie della “Sacra Famiglia”, irrimediabilmente danneggiati da una delle frequenti incursioni aeree intercorse durante la Seconda guerra mondiale e che sconvolsero Genova fra il 1940 e il 1945.
9. Basilica di San Siro, cappella gentilizia famiglia Imperiale, Martirio di San Matteo dei fratelli Agostino e Giovanni Battista Montanari (olio su tela, 1605)
10. Basilica di San Siro, cappella famiglia Imperiale, particolare della volta con affreschi sulla Sacra Famiglia di Bernardo Castello (XVIII secolo)
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