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#michelle farsi
deadthehype · 4 months
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Patrick Ewing, Carmelo Anthony, John Starks & Stephon Marbury at Madison Square Garden for Game 5 of New York Knicks vs. Indiana Pacers in the 2024 NBA Playoffs. Photographed by Michelle Farsi.
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r-truth · 9 months
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Welcome Back, @CMPunk! #WWEMSG @WWE 📷: Michelle Farsi / MSGE
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Perché quando stai annegando non sai mai se conviene farsi forza o lasciarsi andare giù.”
-Cinque Giorni, Michele Zarrillo.
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raffaeleitlodeo · 2 months
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Il 31 marzo del 2009, Guido Bertolaso, capo della Protezione Civile, convocò la commissione Grandi Rischi per rassicurare la popolazione: nonostante le scosse continue che duravano da giorni, non ci sarebbe stato un terremoto. Il giorno prima chiama l’assessore regionale Daniela Stati. Le dice: “Questa riunione non è perché siamo spaventati e preoccupati, ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente” ed “è più un’operazione mediatica” Nella notte del 6 aprile 2009, muoiono fra gli altri, Nicola Bianchi, Ivana Lannutti, Enza Terzini, Michele Strazzella, Daniela Bortoletti, Sara Persichitti e Nicola Colonna, gli studenti che rimasero in casa perché rassicurati dalle parole della commissione. E’ stata colpa loro, è stato deciso dalla Corte d’Appello dell’Aquila. Sono morti “per condotta incauta”. La loro, non quella di chi ha invitato la popolazione a farsi un bicchiere di Montepulciano e stare tranquilli. Loro. E le loro famiglie dovranno naturalmente pagare le spese processuali. Che altro? Chiedere scusa a Bertolaso? Peraltro, il medesimo è stato assolto per non aver commesso il fatto nel 2018, quindi potrebbe persino pretenderle. Il fatto è che questa faccenda della colpa di chi muore non è nuova. Dopo il terremoto del 2016, ho letto con questi occhi commentatori famosi e sconosciuti che dicevano che, insomma, chi abita in un territorio sismico un po’ se la cerca e che – parole di una nota blogger, non riesco a dimenticarle – potevano pur trasferirsi in città. Ricordare sempre. Anche se c’è chi non viene ritenuto responsabile di quanto ha fatto, detto, fatto di nuovo. Loredana Lipperini, Facebook
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canesenzafissadimora · 4 months
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Quando arriva la magistratura, e quando arrivano i mandati di arresto, vuol dire che tutto quello che c’era PRIMA – prima dei carabinieri, prima dei titoli sui giornali, prima dello scandalo – non ha funzionato. Non hanno funzionato gli scrupoli personali e gli anticorpi sociali, e nessun amico, nessuna persona che ti vuole bene ha avuto il coraggio di dirti: “sono preoccupato per te. Attento, che così vai a sbattere”.
Non hanno funzionato quei momenti di dubbio, di riflessione, di esitazione che aiutano gli umani a non esagerare. Uso il verbo esagerare perché mi sembra quello che aiuta meglio a capire perché persone già benestanti, già in alto nella scala sociale, già gratificate da un ruolo importante, rischiano di perdere la faccia, la carriera e a volte anche la libertà, per un week-end a Montecarlo, uno dei posti più tristi del pianeta, o per farsi pagare un pranzo di nozze, o per una manciata di fiches del Casinò.
D’accordo, il potere non aiuta ad avere il senso del limite. Ti dà una certa ebbrezza. Ti senti dentro la piccola schiera di quelli che contano, e decidono anche il destino di quelli che non contano. Ma al potere corrispondono, o dovrebbero corrispondere, anche le responsabilità. Gli onori e gli oneri, si dice. Se no, non vale. Sei arrivato in cima, quasi tutti gli altri ti guardano dal basso, beh, cerca di essere all’altezza. Se sei un servitore dello Stato, a maggior ragione. Ma anche se sei un manager privato che maneggia montagne di quattrini, e hai la responsabilità del destino di migliaia di persone: sei il primo che dovrebbe dare l’esempio. E per farlo, spesso basta un no.
No grazie, i week-end posso pagarmeli di tasca mia.
No, grazie, se voglio andare al Casinò ci vado con i miei soldi.
No grazie, i voti non ho bisogno di comperarli, me li conquisto da solo.
O addirittura, ma forse è pura utopia: guardi, a Montecarlo ci vada lei, che si rischia di incontrare Briatore. È molto più elegante andare in Romagna in un albergo familiare, si mangia meglio e l’ambiente è molto meno tossico.
La famosa questione morale precede, e di molto, le carte bollate e i processi. Precede anche l’eterna rissa sulla giustizia, il derby tra innocentisti e colpevolisti. Sono convinto che ci sia un nesso molto stretto tra onestà e senso del limite. E perfino tra onestà e buon gusto. L’idea pacchiana e ingorda della ricchezza e del potere come ostentazione, come esagerazione, come schiaffo alla miseria, come “non mi basta mai”, è sempre esistita, ma negli ultimi anni ha trovato un volano formidabile nei social. Il ricco che sguazza nei suoi averi e muore dalla voglia di comunicare al mondo quanto è felice, a me sembra una ridicola macchietta, ma temo che in molti lo ammirino. E vorrebbero essere al suo posto.
E se i modelli sociali sono questi, se l’esagerazione diventa un merito, sarà sempre più difficile pronunciare le uniche parole che possono davvero cambiarti la vita in meglio:
“No grazie. Non mi serve niente”.
Michele Serra
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slowtides · 2 years
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Reading List for 2023
I have settled on my reading list for the year and my reading goal. The books below encompass the books I will choose from (I don't expect to finish all of them). My goal is to read 52 books this year, not including JAFF. I will probably return to this list several times just to discuss how it is going.
Nonfiction
This Changes Everything: Capitalism vs. the Climate by Naomi Klein (2014)
Zami: A New Spelling of My Name by Audre Lorde (1982)
Warrior Poet: A Biography of Audre Lorde by Alexis de Veaux (2006)
The Year of Magical Thinking by Joan Didion (2007)
Blue Nights by Joan Didion (2011)
Let Me Tell You What I Mean by Joan Didion (2021)
A House of My Own: Stories from My Life by Sandra Cisneros (2015)
A Taste of Power: A Black Woman’s Story by Elaine Brown (1992)
Some of Us Did Not Die by June Jordan (2002)
On Call: Political Essays by June Jordan (1998)
The Cultural Politics of Emotion by Sara Ahmed (2004)
Upstream: Selected Essays by Mary Oliver (2016)
Funny in Farsi: A Memoir of Growing Up Iranian in America by Firoozeh Dumas (2004)
The Choice: Embrace the Possible by Edith Eger (2017)
Crying in H Mart by Michelle Zauner (2021)
Ohitika Woman by Mary Brave Bird (1994)
And Our Faces, My Heart, Brief as Photos by John Berger (1991)
Time is the Thing a Body Moves Through by T Fleischmann (2019)
Ex Libris by Anne Fadiman (1998)
The Care Manifesto by The Care Collective (2020)
Dancing at the Edge of the World by Ursula K. Le Guin (1997)
Fiction
A Book of Common Prayer by Joan Didion (1977)
Colorless Tsukuru Tazaki and His Years of Pilgrimage by Haruki Murakami (2014)
On Earth We’re Briefly Gorgeous by Ocean Vuong (2019)
The Story of a New Name by Elena Ferrante (2013)
Those Who Leave and Those Who Stay by Elena Ferrante (2014)
The Story of the Lost Child by Elena Ferrante (2015)
The Lost Daughter by Elena Ferrante (2008)
The Bone People by Keri Hulme (1986)
Gilead by Marilynne Robinson (2006)
Sense and Sensibility by Jane Austen (1811)
Mansfield Park by Jane Austen (1814)
Northanger Abbey by Jane Austen (1817)
Atonement by Ian McEwan (2003)
The Sentence by Louise Erdrich (2021)
The Dictionary of Lost Words by Pip Williams (2021)
The Fellowship of the Ring by J.R.R. Tolkien (1954)
The Two Towers by J.R.R. Tolkien (1954)
The Return of the King by J.R.R. Tolkien (1955)
Babel by R.F. Kuang (2022)
Moonflower Murders by Anthony Horowitz (2020)
The Word is Murder by Anthony Horowitz (2018)
The Unlikely Pilgrimage of Harold Fry by Rachel Joyce (2013)
Poetry
Time is a Mother by Ocean Vuong (2022)
Blue Iris: Poems and Essays by Mary Oliver (2006)
Work
The Hidden Inequities of Labor-Based Contract Grading by Ellen Carillo (2021)
Queer Silence: On Disability and Rhetorical Absence by J. Logan Smilges (2022)
Our Body of Work ed. by Melissa Nicolas and Anna Sicari (2022)
Teachers as Cultural Workers by Paulo Freire (2005)
Living a Feminist Life by Sara Ahmed (2017)
The Cultural Politics of Emotion by Sara Ahmed (2004)
The Vulnerable Observer by Ruth Behar (1997)
Getting Lost by Patti Lather (2007)
Race, Rhetoric, and Research Methods by Alexandria Lockett, Iris D. Ruiz , James Chase Sanchez, and Christopher Carter (2021)
Opening Spaces by Patricia Sullivan and James Porter (1997)
Decolonizing Methodologies by Linda Tuhiwai Smith (2021)
Counterstory by Aja Y. Martinez (2020)
The Courage to Teach by Parker Palmer (2017)
We Make the Road by Walking by Paulo Freire and Myles Horton
Writing with Power by Peter Elbow (1998)
Writing without Teachers by Peter Elbow (1998)
The Anti-Racist Writing Workshop by Felicia Chavez (2021)
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istanbulperitaliani · 7 months
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L'imperatrice Zoe e l'icona che prediceva il futuro
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Per capire l'importanza delle icone nel mondo bizantino non possiamo che rivolgerci a Michele Psello il famoso filosofo, scrittore, politico e storico vissuto nella Costantinopoli del XI secolo. Uno degli uomini più colti del suo tempo. Michele Psello ci racconta di particolari molto interessanti sulla devozione che l'imperatrice Zoe Porfirogenita (978 – 1050) aveva sviluppato per una icona.
L'imperatrice Zoe aveva fatto commissionare una icona del Cristo "Anthiphonetes" (Cristo il "garante", "colui che garantisce") facendola collocare nella chiesa Chalkoprateia, una delle chiese più grandi di Costantinopoli (E' rimasto ancora qualcosa di questa chiesa magari un giorno ve la farò vedere).
Ma vediamo cosa scrive Psello nel Libro VI della sua Chronografia.
"Darò un esempio della devozione dell'imperatrice. Volle farsi realizzare un'immagine di Gesù, con la massima accuratezza possibile. La piccola figura, impreziosita da metalli lucenti, sembrava quasi viva. L'immagine cambiava colore in base alle risposte per le domande che venivano poste, ed annunciava spesso anche eventi futuri. Zoe riportò diverse profezie attraverso lo studio di questa immagine. Così, quando le capitava qualche evento positivo esprimeva gratitudine all'icona. Quando le capitava qualche disgrazia implorava clemenza. Io stesso l'ho vista stringere tra le mani l'oggetto sacro, contemplarlo, parlargli come se fosse davvero vivo, usando anche termini affettuosi. Poi altre volte l'ho vista stesa a terra, lacrimante, mentre si batteva e ribatteva fortissimo il petto. Se avesse visto l'immagine impallidire, se ne sarebbe andata avvilita, ma se l'immagine assumeva un colore rosso fuoco, con l'alone splendente di una bella luce radiosa, non avrebbe perso tempo nel raccontare e profetizzare all'imperatore un futuro successo".
Alla sua morte l'imperatrice Zoe fu sepolta proprio in questa chiesa dove passava così tanto tempo.
Autoproduzione digitale in AI realizzata il 27/2/24 by Istanbulperitaliani. La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
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Le persone non ascoltano mai i consigli che diamo loro, e quando chiedono consigli lo fanno proprio e soltanto per non seguirli, per farsi confermare, da una voce esterna, che sono prese in una spirale di annientamento e di morte, per loro i nostri consigli hanno esattamente il ruolo del coro tragico, confermando all’eroe che ha imboccato la strada della distruzione e del caos.
Michel Houellebecq, Tr. Vincenzo Vega, Serotonina
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carmenvicinanza · 8 months
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BigMama
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Non ricordo un solo giorno della mia adolescenza in cui non sono stata bullizzata da qualcuno. E non solo verbalmente. Atteggiamenti che rimbombavano nella mia testa spingendomi a rispondere all’odio con odio. E odiando innanzitutto me stessa, perché avevo iniziato a giudicarmi in base al giudizio degli altri. C’è voluto del tempo per capire che, se ti ami poco, pure gli altri ti ameranno poco.
BigMama, rapper italiana, una delle voci del genere più interessanti con un flow tagliente che tocca temi importanti e dolorosi. Il suo è un processo dirompente per cercare di sensibilizzare un mondo assuefatto dall’odio che ha sperimentato sulla sua pelle per tutta la sua esistenza.
Il suo vero nome è Marianna Mammone ed è nata a San Michele di Serino, in provincia di Avellino, il 10 marzo 2000. Ha iniziato a scrivere canzoni a tredici anni, la musica è stata la sua forza e il sogno che ha deciso, con tenacia, di realizzare.
La voglia di uscire dalla provincia e prendere in mano il suo destino l’ha portata a trasferirsi a Milano dove ha potuto ampliare i suoi orizzonti, prendere contatti nell’ambiente musicale e iniziato a pubblicare vari freestyle.
Nel 2022 è uscito il suo primo EP intitolato Next Big Thing e ha cantato sul palco del Concertone del Primo Maggio di Roma conquistando il pubblico con un intenso discorso sulla body positivity.
Discriminazione, omofobia, bullismo, sono centrali nei suoi testi così come nei discorsi pubblici, non ha filtri quando viene chiamata in causa su politica e cambiamento sociale.
Al Festival di Sanremo 2023 ha duettato con Elodie e si è fatta conoscere al grande pubblico. Nell’edizione del 2024 sarà, per la prima volta, in concorso con il brano La rabbia non ti basta. Anche l’annuncio ufficiale della sua presenza all’Ariston si è portato dietro una valanga di odio sui social e da parte di certa stampa che la accusa di fare la vittima per farsi strada nel mondo dello spettacolo.
Soltanto lei sa quanto sia difficile riuscire a camminare nel mondo, quanti rospi si è trovata a ingoiare e sassi da scansare (nel senso vero del termine), gli ostacoli che ha dovuto sormontare, tra cui un tumore al sangue, oltre ad abusi e porte in faccia.
È una giovane donna potente e consapevole di se stessa e dei messaggi che porta avanti, che ha un grande talento e determinazione e va avanti con la sua verità e la grinta di chi non vuole essere una vittima, ma padrona della sua vita e delle sue scelte. 
Sono donna, grassa, rapper e queer: le ho tutte, dichiara con ironia e fierezza.
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uominiedonneblog · 1 year
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Biografia Alice de Bortoli Web Influencer e giornalista Sport Italia.
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Conosciamo adesso Alice de Bortoli, la bella trevisana nata a ottobre del 2003, insomma al momento in cui vi stiamo scrivendo deve ancora compiere 20 anni ed è già realmente molto famosa
Chi è Alice de Bortoli ?
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Come vi dicevamo la ragazza è nata a Treviso e qui ha frequentato le scuole superiori dove ha frequentato il Liceo di Scienze Umano con indirizzo sociale, dove è anche rappresentante d'Istituto. Attualmente ha iniziato il suo percorso universitario a Milano dove risiede. Ha un suo personale motto che recita "Mondo Mond Mondo" ad esprimere il fatto che il mondo è la sua passione. Grande amante della musica e della danza, infatti Alice de Bortoli è ballerina da quando aveva 8 anni e si è specializzata nell 'hip hop. E' veramente molto seguita sui social in maniera particolare su Instagram e su Tik Tok. Vita Privata Per quanto riguarda la sua vita privata , ossia gli affetti, risulta essere fidanzata con Daniel Nicolas Frey, giocatore di calcio di 21 anni che attualmente milita nella Carrarese, la loro relazione in ogni modo non è mai stata ufficializzata, anche se appaiono in molto foto insieme e ultimamente sulla sua pagina instagram lei gli ha scritto che lo ama. Gli esperti di calcio avranno riconosciuto il cognome Frey, infatti si tratta proprio dell'ex portiere ex Parma e nazionale francese.
Vita lavorativa Alice de Bortoli
Alice de Bortoli inizia a lavorare giovanissima , infatti nel 2019 la ritroviamo nel casting del reality il Collegio 3 edizione , nella stessa edizione dell'attrice Nicole Rossi per intendersi. Viene ammessa agli orali con riserva e promossa a fine anno. Ai tempi era fidanzata con Simone Bertini . E' proprio qui che la ragazza incomincia a farsi conoscere come influencer, dal 2003 ha iniziato la sua attività Sport Italia di Michele Criscitiello infatti è la nuova stella di Sfida Cisco A Sport Italia lavora con Chiara Icardi Agata Alonzo Jolanda de Rienzo Laura Esposito Eleonora Incardona Giusy Meloni
Scheda Biografica Alice de Bortoli
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- Nata a Treviso - Nata 08-10-2003 - Residente a Milano - Età 19 anni nel momento in cui vi stiamo scrivendo - Occhi Celesti - Alterzza 1,62 m - Peso 48 kg circa - Segno Zodiacale Bilancia - Hoobies le piace la musica rapper e la danza hip hop - Pagina Instagram Alice - Pagina Tik Tok Alice
Foto
Queste le più belle foto che abbiamo trovato della web influencer e presentatrice sulle sue pagine social
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isfeed · 5 days
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NBA Twitter newsbreaker Adrian Wojnarowski is retiring
Adrian Wojnarowski looks on during the 2024 NBA Draft | Photo by Michelle Farsi / NBAE via Getty Images Adrian Wojnarowski has been reporting insider NBA news for ESPN since 2017, but he’s best known for his news-breaking tweets about trades, free agency signings, and other deals. Now Wojnarowski says he���s retiring from the NBA beat. For basketball fans, “Woj bombs” became a reason to have your…
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antennaweb · 3 months
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r-truth · 9 months
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An epic night with @WWE at The Garden 🎁 #WWEMSG 📷: Michelle Farsi / MSGE
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cinquecolonnemagazine · 3 months
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Il guardiano della torre
Il sole colora di rosso le montagne che hanno accolto la prima, precoce nevicata. Ne sento l’odore, prima ancora del freddo. Sollevo leggermente le labbra e lascio che la sensazione entri tra i denti e solletichi la lingua. Tra poco la neve arriverà anche a Santo Stefano di Sessanio, ricoprendo il paese di pensieri sospesi e rimpianti. Sono salito sul merlo più alto della torre, quello da cui posso controllare ogni movimento nella piana sottostante. Socchiudo gli occhi nella luce che si spegne, colgo i bagliori dei fuochi che via via vengono accesi dai pastori per tenere lontani i lupi e le altre bestie che potrebbero attaccare le pecore durante la notte. Decine di migliaia di ovini, raccolti nella conca davanti a Rocca Calascio, pronti al viaggio lungo il Tratturo Magno, che li porterà, in poco più di due settimane, sul Tavoliere delle Puglie, dove trascorreranno i mesi più rigidi.  Domani è San Michele, protettore dei pastori, e la transumanza avrà inizio. Le donne guarderanno partire i mariti e i figli più grandi, restando con pochi viveri e molto coraggio a fronteggiare il graffiante inverno della Baronia di Carapelle. Il luogo dove sono nato nel 1577, quando i Piccolomini erano i signori e padroni di queste terre. Sul torrione attenderò come ogni primavera il ritorno degli armenti, l’orecchio teso alle prime campanelle. Apparterranno alle pecore più inquiete e incoscienti, desiderose di ritornare sui monti su cui sono nate. Ancora una volta, i mantelli neri e cappelli flosci dei pastori emergeranno nella nebbia del mattino, alla guida di un mare bianco in lento movimento nel verde dei pascoli flagellati dal vento. La lastra sotto la mia pancia è fredda, ma non mi disturba. Voglio imprimere nella memoria ogni dettaglio dell’antica costruzione. Sfioro le pietre scabrose, cerco le orme dei miei antenati che hanno trascorso la vita come guardiani della torre, come lo sono io e come lo saranno i miei figli. Noi proteggiamo le derrate alimentari che, in caso di carestia o assedio, significano la differenza tra la vita e la morte degli abitanti del paese. Quando la notte scivola dentro al giorno, scendo la scala a chiocciola per raggiungere il luogo dove, come di consueto, cercherò le tracce del mio nemico: è rimasto solo lui a sfidarmi. Scorgo la sua ombra che si allunga alla luce delle fiaccole, dietro un orcio. In un balzo lo raggiungo e lo inchiodo a terra. Il suo pelo sa di polvere e sconfitta. Ucciderlo non mi darebbe gioia, è stato un avversario degno e io sono stanco di questa vita. Forse lo so da tempo o forse lo capisco solo adesso che ho catturato l’ultimo topo della torre. Lo tengo sospeso per la collottola, come un cucciolo. Attraverso il paese in pochi balzi; nessuno assiste al mio dilemma, nessuno mi biasima per la mia scelta. Lo conduco fuori dalle mura e poi in mezzo alle brughiere. Il ghiaccio scricchiola sotto la mia corsa, il fiato gelato che inumidisce la sua schiena. Mi fermo stremato ma leggero e depongo il prigioniero sull’erba: «Ti lascio vivere se resterai lontano dalla torre per sempre.»  «Perché?» Mi osserva senza comprendere.  «Desidero vedere il mondo e non voglio farlo con il peso della tua morte sul mio nuovo inizio.» «Hai sterminato la mia famiglia.» «Lo ricordo. Era il mio dovere, il mio lavoro di guardiano della torre» «E cosa è cambiato, adesso?» «Io.» Mi allontano senza voltarmi e raggiungo il gregge che guiderà la transumanza. Scorgo Giovanni, seduto nell’oscurità. È il giovane pastore che, armato solo di un bastone, ha messo in fuga un orso lo scorso inverno. Guarda verso est, in direzione del chiarore che cerca di farsi spazio tra la pioggia e il buio. Si gira piano verso di me e il suo sorriso rischiara le tenebre. Una cicatrice gli attraversa il volto, ricordando a tutti la sua impresa. «Benvenuto, Rosso, ti stavo aspettando.» Mi siedo al suo fianco e osservo la luce che si stira pigra nel nuovo giorno. «Hai fame?» mi offre un pezzo di formaggio, ho fame davvero. La sua mano sulla testa segnata dalle battaglie con gli altri gatti. Chiudo gli occhi e sento che il nodo nel mio petto si scioglie.  Ho fatto la scelta giusta, sono pronto a intraprendere il viaggio lungo il tratturo, oltre duecentoquaranta chilometri con le pecore e i pastori che per anni ho guardato da lontano. Invidiavo i loro passi cadenzati, uguali e liberi. Liberi. Come lo sono io, finalmente. L’alba esplode colorando di rosa gli animali che mi circondano, ancora addormentati. Il vecchio cane da pastore alza la testa, la piega di lato, chiedendomi spiegazioni. Poi si arrende al mio silenzio e riabbassa la testa sulle zampe anteriori. Ne ha viste tante, nulla lo sorprende più. Giovanni si alza, batte le mani sul mantello consunto, per liberarlo dall’erba che è rimasta impigliata nella stoffa grezza. Le sue pecore producono una lana pregiata, destinata ai signori di Firenze, i nuovi padroni della baronia, i Medici. Lana che non carezzerà mai la pelle di miserabili come lui.  «Andiamo, Rosso, oggi comincia l’avventura» gira la testa di lato, come il vecchio cane, e il suo fischio allegro irrompe nella piana, inaugurando la mia nuova vita. Mi incammino accanto al mio nuovo amico.  «È così facile essere felici?» Foto di Susanna Albertini per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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sunday8amnews · 4 years
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Frode per vincere gli appalti
SAN DONÀ DI PIAVE C'era, sì, la possibilità di arricchirsi mettendosi in tasca - per nove anni - 25 milioni che sarebbero dovuti finire nelle casse dello Stato. Ma c'era - e non era un aspetto secondario - anche la possibilità di guadagnare una posizione di vantaggio sul mercato sbaragliando qualsiasi tipo di concorrenza nell'allestimento di interni per uffici o yacht, giocando a un continuo ribasso del prezzo da presentare al committente. Due aspetti legati tra loro che rendevano il gruppo guidato dal quarantacinquenne di San Donà, Michele Mazzon - titolare della M.L. International e ora indagato per una maxi frode all'Erario - imbattibile sul mercato proprio sfruttando le fatture false e trasformando parte di quella frode in un cospicuo risparmio sui costi. IL SISTEMA Questa sorta di concorrenza sleale è stata evidenziata dalla guardia di finanza di Venezia, guidata dal colonnello Fabio Dametto, e poi sottolineata dal giudice per le indagini preliminari Luca Marini nell'ordinanza con la quale dava il via libera ai sequestri di venerdì mattina. Tutto discende dal meccanismo ideato da Mazzon e soci per raggirare Iva e Inps, guadagnandoci anche sulle banche. Da una parte c'erano le società cartiere, deputate a emettere false fatture nei confronti delle società beneficiarie, omettendo a loro volta il versamento dell'Iva, farsi formalmente carico dei lavoratori effettivamente impiegati non provvedendo agli obblighi fiscali; dall'altra le società beneficiarie che figurano come operatori regolari sia dal punto di vista giuridico che da quello economico. «In realtà - scrive il gip riferendosi alle società beneficiarie - grazie all'ingegnoso sistema fraudolento, conseguono un indebito vantaggio competitivo nel mercato di riferimento praticando prezzi notevolmente ribassati e consentiti dal fatto che riescono a conseguire un indebito risparmio d'imposta derivante da un fittizio credito Iva generato dall'annotazione contabile delle fatture per operazioni inesistenti emesse dalle cartiere, dall'impiego di una cospicua forza lavoro, fittiziamente esternalizzata in capo alle cartiere così da spogliarsi formalmente degli obblighi fiscali e contributivi». Sistemi che servivano, si legge ancora nell'ordinanza, a «ottenere, a discapito delle altre imprese, un ingiusto vantaggio competitivo nel mercato di riferimento». E i guadagni? Una volta pagati - in alcuni casi anche in nero - i lavoratori, «i profitti sono stati monetizzati con il trasferimento», sempre mascherato da fatture false, di «ingenti somme di denaro verso soggetti economici compiacenti con sede dichiarata all'estero (Regno Unito e Irlanda) nonché verso le cartiere nazionali (...) i cui amministratori provvedevano a loro volta a trasferire il denaro su conti correnti esteri ubicati in Polonia, Bulgaria e Germania». I RUOLI Scrive ancora il gip Marini: «Le prove dell'esistenza di un gruppo criminale, che agisce coralmente ed armonicamente sotto la direzione del dominus Michele Mazzon, appaiono plurime ed inequivocabili. Già dal punto di vista della struttura delle società, esse sono legate quanto a soggetti, luogo di esercizio ed attività» aggiungendo poi che «nel corso degli anni prestano servizi, eminentemente, nei confronti le une delle altre». E nei loro confronti, venerdì, è partito il sequestro di 16 milioni di euro, congelati ad un insieme di 40 indagati in tutta Italia, ma con il vertice a San Donà.
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(…)
il desiderio di vita sociale diminuisce con la maturità, si finisce per dirsi che ormai la faccenda la si è vista da tutti i lati…
Privo sia di desideri sia di motivi per vivere, mantenevo la disperazione a un livello accettabile, si può vivere essendo disperati, in fondo la maggior parte delle persone vive così, magari ogni tanto si chiede se può lasciarsi andare a una ventata di speranza, o meglio si pone l’interrogativo per poi rispondere negativamente. Tuttavia insistono, ed è uno spettacolo toccante. Ero capace di essere felice nella solitudine? Pensavo di no. Ero capace di essere felice in generale? E’ il tipo di domanda che credo sia meglio non farsi. Ero dunque al punto in cui l’animale ormai avanti con gli anni, logorato e sentendosi mortalmente colpito, si cerca una tana per andarvi a concludere la propria vita. Di solito gli uomini non sanno vivere, non hanno nessuna vera familiarità con la vita, non si sentono mai del tutto a proprio agio, perciò perseguono progetti diversi, più o meno ambiziosi, più o meno grandiosi, dipende, e ovviamente di solito falliscono e arrivano alla conclusione che avrebbero fatto meglio, molto semplicemente, a vivere, ma di solito, anche lì, è troppo tardi. Il mio progetto di scomparsa volontaria era riuscito alla perfezione, e adesso eccomi lì, uomo occidentale nella sua età di mezzo, al riparo dal bisogno per qualche anno, senza parenti né amici, privo sia di progetti personali sia di veri interessi, profondamente deluso dalla sua vita professionale precedente, avendo affrontato sul piano sentimentale esperienze diverse ma che avevano in comune il fatto di interrompersi, privo in fondo sia di motivi per vivere sia di motivi per morire.
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Michel Houellebecq
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