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#mondo grottesco
sleepsite · 7 months
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I’m awful terrified……………
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rideretremando · 1 year
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"Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto (https://www.governo.it/it/articolo/bandiere-mezzasta-sugli-edifici-pubblici-e-lutto-nazionale-la-scomparsa-del-presidente) le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto,
il Rettore
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Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
Rettore dell'Università per Stranieri di Siena
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susieporta · 2 months
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Sette di Bastoni
"La dolcezza della Via del Cuore".
Le Energie di questi giorni ci portano ad "accorgerci". Ci colpiscono proprio nel grande tema della "Direzione".
Abbiamo investito molto sulla "ricerca interiore" in questi ultimi anni. Siamo stati ripetutamente invitati a guardarci dentro e a sciogliere i nodi che impedivano il nostro "flusso originale". Tutto è stato veloce, accelerato, imprevedibile.
Il tempo ha perso la sua dimensione cadenzata, per portarci a sperimentare nell'arco di pochi istanti movimenti iper accelerati o estremamente lenti e rallentati.
Tutto si è ribaltato, è finito sottosopra.
Eppure noi, ancora oggi, non abbiamo colto fino in fondo il "senso del processo". Abbiamo dapprima tentato di opporre resistenza, poi di negarlo e alla fine di assecondare attimi di lucida Verità.
Ma senza mai ammettere a noi stessi che l'Autenticità ha un prezzo altissimo. Che l'Integrità è per pochi coraggiosi. Che l'Onestà è un concetto che pretendiamo dall'Altro, ma troppo spesso sembra non riguardare noi.
Noi mentiamo.
Ci barrichiamo dietro alle mille scuse che ci rendono comodi, "a posto", migliori.
Ma tutte le volte che vorremmo andare via da qualcosa o da qualcuno, e restiamo, siamo i più grandi disonesti al Mondo.
E ci inventiamo le più creative giustificazioni: "La situazione prima o poi cambierà, lui/lei cambierà, andrà meglio. Sono io che non so cosa voglio. Ma lui/lei come farà senza di me?. Poi come faccio con le spese, con la casa, con le bollette? E dove vuoi che vado?"
Sono mille mila le giustificazioni per "restare" dentro allo schema dell'impotenza.
E ne potremmo trovare altre diecimila, con impegno e fantasia.
Se spendessimo le stesse Energie di negazione per raccontarci la Verità ed elaborare il lutto, avremmo nel frattempo cambiato situazione già altre centinaia di volte.
Se invece della lista dei "no", stendessimo un'onesta lista dei "sì", l'Umanità si capovolgerebbe in un giorno.
Ma noi non ci ricordiamo nemmeno cosa sognavamo da bambini, quando il nostro Mondo non era carico di sovrastrutture e di processi educativi manipolati. Quando le gabbie non esistevano. Erano solo un invenzione dei "grandi".
Il "dovere" non era mai "onesto". Era sempre "indottrinato" da schemi disfunzionali dell'Adulto.
E nemmeno l'Adulto si poneva il dubbio se "indottrinare" fosse un po' come staccare un biglietto sola andata per l'infelicità futura.
Ancora oggi, dopo millenni, la priorità del collettivo è "sopravvivere". A noi stessi, alla schiavitù di sistema, alla competizione, all'appiattimento della generatività, allo sfruttamento delle arti magiche.
Oggi si lavora per sottrarre risorse all'Altro, non per condividerle.
Oggi si confligge per un pezzo di pane, anziché collaborare per riappropriarsi insieme dell'abbondanza collettiva.
Oggi si accumula beni e sicurezze, anziché spingere le nuove generazioni e noi stessi verso una Repubblica non "fondata sul lavoro", non sul "consumismo", non sulla "perdita", e nemmeno sulla "malattia e sulla medicalizzazione del sintomo", ma sulla Libertà e Creatività.
Gli sforzi dovrebbero dirigersi verso l'espansione di spazi espressivi, sul "ritorno all'Origine", su ciò che il nostro Bambino sognava, su ciò che ci faceva brillare gli occhi prima di venire sommersi dall'illusione della compravendita, della competizione e dal ricatto emotivo basato sull'aspettativa.
Ad un figlio viene chiesto: "Cosa vuoi fare da grande?"
Ad un figlio va chiesto: "Cosa senti ti fa battere il Cuore?"
E lui risponderà: "l'Amore".
L'Amore per il Creato, per la Vita, per la Natura, per il suo compito d'Anima, per il suo Corpo, per la sua straordinaria scintilla di Gioia.
E' tempo di scardinare schemi di Antica struttura.
Apriamo le porte al Nuovo.
Lasciamo che crolli il vecchio e grottesco Sistema.
Accogliamo il movimento di Direzione originale.
C'era chi voleva ballare, chi danzare, chi cantare, chi scrivere, chi coltivare la Terra e chi guarire la sofferenza con il tocco delle mani.
E ora cosa desideriamo? Cosa ci fa brillare gli occhi? Siamo capaci di "vedere" e di "veder-ci"? Siamo davvero "dentro al nostro autentico Sogno?
Mirtilla Esmeralda
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valentina-lauricella · 6 months
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Per quanto vi parrà strano, ci sono esseri radicali che non vogliono la vita eterna, che sono davvero stanchi della vita, di provare, di sentire, di essere dilaniati sia dalle sensazioni brutte che dalle belle (le più ingannevoli), sono insomma così saturi di essere un sistema nervoso in allerta e una fucina di pensieri pesanti e irrisolti, da non volere altro che un sonno, una dimenticanza; hanno proprio in uggia l'essere e, per quanto siano orgogliosi delle proprie idee (le quali fanno capo all'idea principe che tutto è vano, insensato, inutile, e quindi è parimenti inutile l'affannarsi), non riescono per questo ad amarsi. Non riescono a immaginare che il nostro essere possa mutare natura e quindi liberarsi dalla sua scontentezza di fondo, perché vedono che ogni concetto appartenente al mondo spirituale è stato desunto dal mondo materiale, l'unico che possieda aspetti definibili: oltre, c'è solo nebbia, impronunciabilità. Nel loro aldilà, tutto fittizio e caricaturale, i morti temono la vita, "quel punto acerbo", e non sono lieti, ma soltanto al sicuro, salvi dalle intemperie dell'esistenza; sono simili a cadaveri in parziale decomposizione, sono mummie, sono senza labbra né naso, inabituati al riso, ma pure ancora capaci di essere percossi da esso, il quale fa loro emettere un grottesco suono; e la loro principale caratteristica è che a loro, morti, dei vivi non importa più nulla.
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Scrivo a tutta la comunità per assumermi la responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente, in occasione della scomparsa di Silvio Berlusconi.
Di fronte a questa notizia naturalmente non si può provare alcuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì, è necessario: perché è vero che Berlusconi ha segnato la storia, ma lo ha fatto lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti al governo alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, Berlusconi è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile.
Per queste ragioni, nonostante che la Presidenza del Consiglio abbia disposto le bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici da oggi a mercoledì (giorno dei funerali di Stato e lutto nazionale), mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano.
Ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università.
Col più cordiale saluto, il Rettore
Tomaso Montanari
Professore ordinario di Storia dell'arte moderna
provo personalmente immensa stima per quest'uomo delle istituzioni
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ladyswartzrot · 2 years
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Oggi faremo un viaggio onirico pieno di ambigutà e mal di pancia.
Teatro grottesco di Thomas Ligotti è una raccolta di racconti guidata da un sottile filo conduttore della filosofia dell'autore. Thomas Ligotti é l'erede spirituale di H.P. Lovecraft e Edgar Allan Poe il cui orrore, però, si manifesta in un contesto urbano e suburbano. Cittadine strane e inquetanti nonostante la loro apparente normalità fanno da sfondo e da antagonista nelle storie di questo libro che con un ironia sottile mette in mostra i problemi della società contemporanea.
Le storie che mi hanno colpito di più sono:
A favore dell'azione punitiva;
Il nostro supervisore temporaneo;
I luna park alle stazioni di rifornimento;
Il villino.
La lettura richiede impegno e attenzione ma regala emozioni forti e spunti di riflessione.
Ecco  alcune citazioni che ritengo degne di nota:
"Sono giunto persino a credere che il mondo stesso, per sua stessa natura, sia insopportabile. A deviare è soltanto il modo in cui ciascuno di noi  reagisce a questo fatto" (A favore dell'azione punitiva)
"Il mondo è strapieno di fatalità banali. Trovati un posto tranquillo e aspetta che sia una di esse a portarli via." (I luna park alle stazioni di rifornimento)
"Che cosa significa essere vivi se non corteggiare ogni attimo il disastro e la sofferenza?" (I luna park alle stazioni di rifornimento)
Questo libro è consigliatissimo a coloro che cercano spiegazioni e riflessioni sull'umanità nella forma di racconti da interpretare e fare propri.
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In Biblioteca puoi scoprire autori e opere che non conoscevi o di cui avevi sentito parlare ma che ancora non avevi avuto modo di leggere. Ed è per questo che abbiamo deciso di dedicare un angolo alla scoperta di questi "tesori nascosti".
Oggi l’opera prescelta è “A babbo morto. Una storia di Natale” di Zerocalcare.
Natale… i regali, il cenone, i parenti… ma ci avete mai pensato alle condizioni di lavoro dei folletti nella fabbrica di Babbo Natale? Zerocalcare sì, e vi racconta per la prima volta la scabrosa verità dietro al business della consegna dei regali. Bonus! Le anziane rider della Befana scioperano insieme ai minatori sardi (le cui miniere di carbone vengono chiuse perché nelle calze i bambini preferiscono trovare gli orsetti gommosi), per ottenere migliori condizioni di lavoro!
Siamo di fronte ad appena 80 pagine in cui il fumettista Zerocalcare si destreggia tra una fiaba dalle tinte oscure, la politica e la critica sociale. La narrazione in bianco e nero è più volte spezzata da tavole a colori coronate da una breve spiegazione, dettaglio che punta il riflettore sull’evento appena raccontato, in modo allegorico. Come per tutte le storie di Zerocalcare le risate concesse hanno sempre un retrogusto amaro e non risultano mai fini a se stesse, ma sempre concentrate verso una più profonda riflessione proprio sul lato più grottesco della nostra società, abilmente messo in mostra. Con “A Babbo Morto” siamo di fronte ad una grande allegoria che comprende lotte sociali che passano per i lavoratori della fabbrica di Babbo Natale e che non hanno paura di citare anche i fatti del G8 di Genova. Non manca nemmeno una riflessione su quanto sia cambiata la società, sempre più pretenziosa e poco incline a gioire delle piccole cose; insomma, critiche di ogni tipo che provocano una risata, seguita da un inevitabile “oh no” quando ci si rende conto che in realtà Zerocalcare ci pone davanti ad una storia che di grottesco ha poco: è tutto già stato ampiamente superato dalla realtà.
La struttura della storia è particolare, anche per un autore come Zerocalcare che ha spesso abituato i suoi lettori a tipi di narrazione originali e diversi: “A Babbo Morto” è fatto di “quadretti” con descrizione, che di solito immortalano e ricordano un momento felice che si è vissuto, qui invece fissano nella memoria una serie di momenti critici del mondo che l’autore sta raccontando. Il tutto contornato sempre da decorazioni natalizie che contribuiscono ad una sensazione disturbante che Zerocalcare sicuramente, con l’andare avanti delle pagine, vuole instillare nel lettore. Gli episodi che poi meritano, o meglio, necessitano di un ulteriore approfondimento, presentano delle note a piè di pagina. Questa tipologia di struttura, che vuol raccontare solo i punti salienti di una storia ben più ampia ed estremamente tragica, mette in risalto le contraddizioni di un mondo fiabesco e, a livello puramente teorico, magico che altro non è che un focus su tutte quelle situazioni che hanno afflitto l’Italia negli ultimi anni...
In conclusione, “A Babbo Morto” è una storia di Natale che di natalizio, in realtà, ha ben poco. Zerocalcare racconta di paure, violenze e discriminazioni, e per assurdo sceglie il periodo più magico dell’anno per farlo, per basare tutta la narrazione su un gioco di contrasti disturbanti che mette in luce i retroscena di una società, fiabesca ma non troppo, che aspetta solo il giusto casus belli per esplodere.
Piccola nota a margine: Zerocalcare ha realizzato anche un audiolibro per “A Babbo Morto”: la storia è narrata dallo stesso Michele Rech e le voci secondarie sono affidate a Neri Marcorè e Caterina Guzzanti.
Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech (1983), è un fumettista italiano. Il nome d'arte "Zerocalcare" nacque quando, dovendo scegliersi un nickname per partecipare ad una discussione su Internet, s’ispirò al ritornello dello spot televisivo di un prodotto anti-calcare che stava andando in onda in quel momento. Alla fine del 2019 ha raggiunto il traguardo del milione di copie vendute dei suoi libri. Aderisce allo stile di vita straight edge (particolare filosofia di vita generatasi nell’ambiente hardcore punk), che prevede l’astinenza dal consumo di tabacco, alcool e droghe.
Con la recensione di oggi si conclude la rubrica dedicata ai tesori nascosti della biblioteca, uno spazio letterario inaugurato nel maggio 2020 che ci ha accompagnato, incuriosito e ispirato in questi due anni... Ricordiamo che ogni tesoretto è disponibile sulle pagine social (Facebook & Instagram), nonché sul sito web della biblioteca, https://www.bibliotecasanvalentino.it/tesori-nascosti/ (apposita sezione dedicata), per chiunque desideri consultarli e recuperarli!
Dal nuovo anno continueremo comunque a pubblicare e condividere pensieri, riflessioni e recensioni per rimanere sempre aggiornati sui temi della cultura, delle novità librarie o su varie curiosità del panorama letterario.
Stay tuned!
Grazie a chi in questo periodo ha collaborato alla realizzazione dei tesoretti.
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marcoleopa · 1 year
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Il senso del ridicolo
“A chi in queste ore sulla stampa estera invita a diffidare della Sicilia per le imminenti vacanze estive, auguro buona domenica con questa foto del lungomare agrigentino.”
Non è bastata la vulgata dell’ominicchio dell’Ars per convincere la stampa estera, rea – secondo l’illustre ospite di sala d’Ercole, di “diffidare” i/le turisti/e a recarsi in Sicilia, che, il pilota del volo DLH306, non appena ricevuto dal controllore del traffico aereo i nuovi waypoint per lo scalo definitivo di Malta, anziché di Catania – come previsto dal piano di volo iniziale, ha manifestato il proprio disappunto con la rotta “cazzi volanti”.
La premessa, non goliardica, ma, sostanziale, sta proprio nella perdita di quel pudore che la politica dovrebbe avere.
La gelotofobia – paura patologica del ridicolo, non abita a palazzo dei Normanni, anzi, non è mai esistita.
Se ridicolo, che deriva da ridere e suffisso culum (reticulum = piccola rete), è qualcosa di grottesco che fa - per l’appunto, ridere, quando esso manca (inteso il timore del giudizio degli altri per i nostri errori), altro non è che il disprezzo dell’altrui pensiero.
Una risata può liberare (o seppellire, come dicevano gli anarchici dell’800), ma, quando si è grotteschi gattopardi e la percezione del mondo reale è distorta, se non distopica, la sdrammatizzazione della realtà falsata, diventa un boomerang.
Fai una cosa seria, dimettiti.
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stefaniaperinelli · 1 year
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Siamo fondamentalmente porosi e promiscui. Questo è il mondo in cui viviamo: un carnevale dell’inaspettato, una fiera di ciò che è irregolare, grottesco e di corpi mostruosi, in cui i perimetri rigidi e freddi che ti distinguono da me, e ci distinguono dagli alberi, e gli alberi dall’economia, e l’economia dalla merda delle balene, diventano sfumati, porosi e umidi. I nostri stessi corpi sono popolati da trilioni di altre cellule batteriche nel loro divenire, queste cellule non vivono su di te o con te o attraverso te. Sono te: sono necessarie alla sopravvivenza del tuo divenire. Non saresti umana senza questi alieni non umani che performano il tuo corpo, o senza molti altri intrecci intra-attivi che attraversano gli steccati tra te e il tuo ambiente. Questi corpi sovrapposti, compressi insieme a questo bizzarro mondo materiale caratterizzato da un “terrificante genere di intimità”, rendono impossibile definire un criterio assoluto che separi la mia fine dal tuo inizio, o dove finisca la vita e trionfi la morte, o dove la materia galoppi in avanti e la mente stringa le redini. In questo senso siamo tutti mostri. Siamo uni e molteplici. Sei te stessa solo attraverso gli altri.
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vintagebiker43 · 1 year
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Nessuna gioia, anzi la tristezza che si prova di fronte ad ogni morte. Ma il giudizio, quello sì: perché certo che ha segnato la storia. Ma lasciando il mondo e l’Italia assai peggiori di come li aveva trovati. Dalla P2 ai rapporti con la Mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura. In questo, e in moltissimo altro, B è stato il contrario esatto di uno statista, anzi il rovesciamento grottesco del progetto della Costituzione. Nessun odio, ma nessuna santificazione ipocrita. Ricordare chi è stato, è oggi un dovere civile. #Berlusconi
@tomasomontanari
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bicheco · 1 year
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Il Belpaese
Premettendo che auguro al Cavaliere di superare anche questa crisi, io immagino il suo funerale come il più emblematico nella storia del nostro paese. Attorno al feretro ci sarà un intero mondo, variegato, pittoresco, incredibile, persino grottesco in certi suoi accostamenti: capi di Stato, leader di partito, figure spirituali, uomini di cultura, avvocati, attori, attrici, ballerini, registi, scrittori, giornalisti, calciatori, mignotte e tanta, tanta gente comune.
TUTTI IN LACRIME.
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crazy-so-na-sega · 2 years
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“Disprezzo quelli che fotografano di continuo e girano tutto il tempo con la macchina fotografica appesa al collo. Sono alla continua ricerca di un soggetto e fotografano tutto, anche le cose più insensate. Non hanno altro in testa, di continuo, se non di esibire se stessi e sempre nella maniera più ripugnante, senza però esserne consapevoli. Nelle loro foto catturano un mondo perversamente deformato, che col mondo vero non ha niente in comune se non la perversa deformazione di cui si sono resi colpevoli. Fotografare è una mania meschina da cui è contagiato a poco a poco l’intero genere umano, perché della deformazione e della perversità è non solo innamorato, ma addirittura pazzo e col tempo, a forza di fotografare, scambia in effetti il mondo deformato e perverso per l’unico vero. Quelli che fotografano commettono uno dei crimini più meschini che si possano commettere, perché nelle loro fotografie trasformano la natura in uno spettacolo perverso e grottesco. Nelle loro fotografie le persone sono marionette ridicole, stravolte, anzi storpiate fino a diventare irriconoscibili, che, ottuse e disgustose, fissano spaventate il loro ignobile obiettivo. Fotografare è una passione abietta da cui sono contagiati tutti i continenti e tutti gli strati sociali, una malattia da cui è colpita l’intera umanità e da cui non potrà mai più essere guarita. L’inventore della fotografia è l’inventore della più disumana di tutte le arti. A lui dobbiamo la definitiva deformazione della natura e dell’uomo che in essa vive, ridotti alla smorfia perversa dell’una e dell’altro. Non ho mai visto in una fotografia una persona naturale, ossia vera e reale, come non ho mai visto in una fotografia una natura vera e reale. La fotografia è la più grande sciagura del ventesimo secolo. Guardare fotografie mi ha sempre nauseato, più di ogni altra cosa.”
-Thomas Bernhard, “Estinzione”
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cartonionline · 8 days
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Sausage Party: Cibopolis la serie animata dall'11 luglio 2024 su Prime
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“Sausage Party: Cibopolis”, conosciuta anche come Sausage Party: Foodtopia, è una serie animata che prosegue le bizzarre e irriverenti vicende iniziate nel film Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia del 2016. Creata da Seth Rogen, Evan Goldberg e Jonah Hill, questa nuova produzione si distingue per il suo umorismo nero e un approccio satirico a temi complessi, il tutto condito da battute provocatorie e situazioni surreali. La serie è diretta da Conrad Vernon e distribuita su Prime Video, ed è ambientata in un mondo post-apocalittico governato da cibi antropomorfizzati, i veri protagonisti di questa storia assurda. La trama principale si svolge dopo la grande rivolta dei cibi contro gli umani. La vittoria porta alla creazione di Cibopolis, una città utopica dove i cibi vivono senza la minaccia degli esseri umani. Tuttavia, come spesso accade in queste società immaginarie, le cose non vanno secondo i piani. Le sfide non tardano ad arrivare, con disastri naturali come piogge torrenziali e attacchi da parte dei corvi. Frank (la salsiccia protagonista, doppiata da Seth Rogen), insieme a Brenda e Barry, si lancia in una missione per trovare un essere umano che possa aiutarli a risolvere i loro problemi e a garantire la sopravvivenza del loro mondo. La serie, composta da otto episodi della durata di circa 24 minuti ciascuno, riprende il tono irriverente e sovversivo del film, ma lo amplia introducendo nuove tematiche e dinamiche tra i personaggi. Se da un lato la serie riesce a far ridere con il suo umorismo grottesco e politicamente scorretto, dall'altro tenta di affrontare questioni sociali e politiche in modo satirico. Alcuni personaggi, come Julius, una tirannica arancia che cerca di prendere il controllo di Cibopolis, sono chiari riferimenti a figure della politica contemporanea, con Julius che rappresenta una caricatura di Donald Trump. Altri personaggi, come la minuscola Jeri Rice, che ha perso la sua famiglia durante un’inondazione, mostrano un lato più drammatico e personale, seppur sempre all'interno di un contesto assurdo. Uno degli aspetti più interessanti della serie è come utilizzi la sua ambientazione per giocare con i concetti di utopia e distopia. In Cibopolis, la città dei cibi, tutto sembra perfetto all'inizio, ma le divisioni interne e i problemi strutturali non tardano a emergere. La storia esplora il delicato equilibrio tra libertà e potere, e come le migliori intenzioni possano essere corrotte dall'avidità e dall'ambizione. Non mancano, ovviamente, battute volgari e scene esagerate, ma la serie riesce comunque a porre domande interessanti su cosa significhi vivere in una società ideale e sui compromessi necessari per mantenerla. Dal punto di vista tecnico, Sausage Party: Cibopolis mantiene lo stile visivo distintivo del film originale, con un'animazione vivace e colori sgargianti che creano un netto contrasto con i temi cupi e l’umorismo nero. Le voci dei personaggi sono un altro punto di forza della serie. Il cast originale, che include attori del calibro di Kristen Wiig, Michael Cera ed Edward Norton, torna a dare vita ai cibi antropomorfizzati, affiancato da nuove voci come Will Forte e Sam Richardson, che aggiungono freschezza e comicità ai nuovi personaggi introdotti nella trama. Nonostante l’umorismo tagliente e le gag a tratti volutamente eccessive, la serie non è stata accolta in modo unanime. Le critiche si sono divise tra chi ha elogiato il coraggio di affrontare argomenti politici e sociali in modo così dissacrante, e chi invece ha trovato la narrazione poco coesa, con personaggi talvolta troppo superficiali o stereotipati. Tuttavia, per chi ha apprezzato il film originale, Sausage Party: Cibopolis offre esattamente ciò che ci si aspetta: una miscela di comicità grottesca, critica sociale e intrattenimento sopra le righe. Sausage Party: Cibopolis è una serie che spinge i confini dell'animazione per adulti, mescolando risate sguaiate con riflessioni più profonde sulla società. Non è una visione per tutti, ma per coloro che apprezzano l’umorismo nero e la satira sfrenata, rappresenta una tappa imperdibile nel panorama dell’animazione contemporanea.
Episodi di Sausage Party: Cibopolis
La serie animata Sausage Party: Cibopolis, sequel del film Sausage Party del 2016, continua le avventure surreali e provocatorie di Frank, Brenda e i loro compagni alimentari. In questo nuovo capitolo, i cibi diventano i padroni della Terra dopo aver sconfitto la razza umana, ma la loro tanto agognata utopia si trasforma presto in una distopia ricca di caos, tensioni e conflitti interni. Attraverso episodi pieni di umorismo nero, satira politica e momenti surreali, la serie esplora temi come il potere, la leadership e la natura stessa della società. Prima Portata: La promessa infranta Il primo episodio parte subito dopo la vittoria del cibo sulla razza umana, con i protagonisti che tentano di costruire una società utopica. Tuttavia, l’apparente armonia viene distrutta da un temporale devastante che causa un'inondazione e molte vittime. Gomma si sacrifica per salvare i suoi amici, e Barry si impegna a recuperare il cibo disperso. Frank e Brenda, i leader di questa nuova civiltà, si trovano in difficoltà a mantenere il controllo, mentre molti cibi decidono di tornare al decadente supermercato Shopwell's, insoddisfatti della gestione della "terra promessa". Seconda Portata: La ricerca di risposte Nel secondo episodio, Frank, Brenda e Barry partono alla ricerca di un umano che possa fornire loro risposte su questioni come la pioggia e gli altri eventi naturali. Barry, spinto dalla sua sete di violenza, finisce per uccidere l'umano Richie prima che possano ottenere informazioni utili. Questo porta a un ulteriore scontro con altri umani, Jack e Donny, durante il quale Barry utilizza metodi estremi per difendersi, ispirandosi a vecchie tattiche usate durante la rivolta. Intanto, Sammy, colpito dal lutto e dalla confusione, scopre una nuova vocazione nella stand-up comedy, con cui cerca di trovare un senso in questo mondo in continua evoluzione. Terza Portata: Il festival di Burning Man Nel terzo episodio, il cibo organizza il festival di Burning Man, durante il quale Jack, l'umano sopravvissuto, dovrebbe essere sacrificato. Tuttavia, un corvo minaccia il festival attaccando e divorando alcuni cibi. Grazie a Jack, che suggerisce di usare il cadavere di un umano come spaventapasseri, riescono a scacciare l'uccello. Questo porta Frank e Brenda a riconsiderare il sacrificio di Jack, proponendo di tenerlo in vita per eventuali future necessità. Barry, però, si oppone fermamente e vuole che il sacrificio avvenga. Nel frattempo, Julius, un'arancia carismatica, approfitta della situazione per accrescere il suo potere, introducendo una nuova valuta basata sui denti umani, scatenando il caos tra i cibi più piccoli. Quarta Portata: Il potere di Julius Nel quarto episodio, Julius usa la sua nuova ricchezza in denti umani per espandere il suo impero e comprare edifici. Sammy, in cerca di gloria, tenta di prendere il controllo di uno studio televisivo, ma viene respinto. Frustrato, finisce per attaccare un altro cibo e prendere il suo posto. Nel frattempo, Frank e Brenda scoprono che i cibi più poveri vengono derubati dei loro denti, portandoli a instaurare un sistema di polizia. Durante il processo per i furti, scoprono che i cibi accusati di furto sono prodotti deperibili, che vivono in condizioni misere a causa della mancanza di refrigerazione, offrendo una chiara metafora delle disuguaglianze sociali. Julius, presente al processo, riesce a manipolare l’opinione pubblica, incitando i cibi a tenere delle elezioni per un nuovo leader di Foodtopia. Conclusioni Sausage Party: Cibopolis è una serie che non solo mantiene il tono irriverente e provocatorio del film originale, ma lo espande con una satira più articolata, affrontando questioni come il capitalismo, le disuguaglianze sociali e la manipolazione politica. Gli episodi si sviluppano tra momenti di pura comicità e riflessioni profonde sul potere e la responsabilità, rendendo la serie un prodotto unico nel panorama dell’animazione per adulti. Read the full article
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carmenvicinanza · 10 days
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Rossy de Palma
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La poesia è stato il mio primo amore. I poeti dadaisti mi hanno aperto una dimensione di pensiero completamente nuova, grazie alla quale in un solo momento mi sono resa conto che mi aspettava un altro mondo. L’arte ci cura e ci aiuta a sopravvivere.
Attrice, modella, scultrice, pittrice, scrittrice, cantante e regista di video e spot, Rossy de Palma è una delle più importanti protagoniste del cinema di Pedro Almodóvar.
Dotata di una bellezza fuori dagli schemi, un viso dai lineamenti irregolari e atipici, di cui ha fatto il suo punto di forza e che sfoggia con grande ironia, è una personalità poliedrica, difficile da etichettare.
Nata il 16 settembre 1964 col nome di Rosa Elena García Echave a Palma di Maiorca da una famiglia di origine asturiana e basca, è cresciuta nelle Baleari per poi trasferirsi a Madrid, negli anni Ottanta, seguendo il suo gruppo musicale, Peor impossible. Il suo nome d’arte era Rossy Peor, poi modificato in Rossy Von Donna.
È stato in quel periodo che, frequentando l’ambiente artistico madrileno, è entrata in contatto con Almodóvar che, nel 1987 le ha chiesto di partecipare al film La legge del desiderio. Da allora è diventata una delle sue protagoniste preferite, tanto da volerla ancora in Donne sull’orlo di una crisi di nervi del 1988, Légami! del 1990, Kika del 1993 e Il fiore del mio segreto del 1995. Per questi due ultimi ruoli è stata nominata al Goya (l’Oscar spagnolo). È anche apparsa in un cameo di Gli abbracci spezzati.
Ha lavorato anche in Italia con Aldo, Giovanni e Giacomo, Giancarlo Giannini, Rupert Everett e Ornella Muti.
Ha avuto un ruolo in Prêt-à-Porter di Robert Altman e nel musical grottesco Franchesca Page, diretto dalla fotografa Kelley Sane, dove ha ricoperto uno dei ruoli più memorabili della sua carriera, interpretando una sadica e psicopatica produttrice teatrale decisa a far fallire lo spettacolo chiave della pellicola, al quale fa perno la rivalità tra madre e figlia (interpretate da due drag queen).
Parallelamente alla carriera di attrice, saltuariamente, si produce come cantante ed è stata modella di stilisti come Louis Vuitton e Jean-Paul Gaultier. Per la primavera/estate 2012 è stata, insieme a Pedro Almodóvar e a Mariacarla Boscono, protagonista della campagna Missoni, ambientata in Spagna. È stata anche madrina di A Shaded View On Fashion Film, festival di cortometraggi sulla moda, creato e curato da Diane Pernet.
Ha anche realizzato una linea di profumi e di make up che portano il suo nome.
Spesso ha legato il suo nome a campagne sociali sostenendo le battaglie per le persone migranti, contro la violenza sulle donne e per i diritti lgbtq+.
Nel 2015 è stata nella giuria del Festival di Cannes.
Rossy de Palma, ironica, intelligente e talentuosa, ha dimostrato che si può diventare un’icona di fascino anche con una bellezza che va fuori dai classici canoni estetici.
Il suo naso strano è stato, a sua detta, il segreto del suo successo.
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Intrigo Anime: Maria Canals-Barrera nell'Universo Bislacco
Nel cuor dell’universo anime,un mondo variegato di intricati intrecci e personaggi sfavillanti, viviamo una storia straordinaria, quella del viaggio di Maria Canals-Barrera in un universo inexpugnabile. “Tutto ciò che vedo sono occhi enormi e capelli color arcobaleno!” esclamava Maria, il suo sguardo irrequieto tremava davanti ai personaggi dall’aspetto grottesco. La sua voce melodiosa e…
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ballata · 6 months
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Europa:
In un mondo dove la storia smentisce la concretezza politica dei concetti di ordine internazionale e convivenza pacifica, emerge un paradosso: mentre si aggrappano a tali ideali, gli eventi globali evidenziano una crisi morale profonda. Gli Stati si trovano in una lotta per mantenere un'illusione di legittimità universale, mascherando la loro vera natura a-morale dietro principi di realtà fittizi.
La partecipazione pressoché globale ai trattati sui diritti umani, che sconfina spesso nel grottesco dal punto di vista dello stesso sistema internazionale, il quale assiste allo sconcertante spettacolo di un Iran presidente di turno del Forum Onu dei diritti umani e da non ultima ad un’Arabia Saudita a capo dei lavori della commissione Onu sui diritti delle donne....però negli Atenei Italiani gli "studenti volenterosi di "app(r)endere" sventolano le bandiere dei terroristi...Ed anziché cooperare con l'unica democrazia mediorientale, la sola fucina di startup, di menti riconosciute in tutti i campi, di ricercatori,uomini e donne, questi professori 68ini da 18 politico e martellate ungheresi preferiscono "collaborare" con bestie primordiali che tumulano le donne nei burqa/niqab vietandole di studiare tutto, per ricercare cosa? Fino a dove può arrivare la barbarie islamica? Ma per favore... anziché protestare trasferite le vostre menti nelle "università" alias madrasse democratiche mussulmani e abbandonate i paesi natii incivili ai vostri occhi superpartes. #buffoni #islamizzazione
I venti profetizzano.
I tempi cambiano.
Le bugie non reggono più. Nessuno scansa più il proprio male. Nessuno si redime più sulle spalle degli altri.Finirà un giorno tutta questa follia, sperando che non porti dietro di se tropi morti.
#liberopensiero #robertonicolettiballatibonaffini #israel #europa #univerità #hamás #terrorismo
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