L'odore della pelle non è un profumo,
non si compra.
L'odore della pelle è qualcosa che si dona.
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“Quando conosciamo persone nuove, tutto sommato non credo che prestiamo molta attenzione al volto. Credo piuttosto che le guardiamo nell'animo. L'atmosfera che emanano, la voce, l'odore... percepiamo una combinazione di tutte queste cose.”
— Banana Yoshimoto
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Il profumo floreale
che intinge i miei vestiti
cela il ricordo
della sua dolcezza.
Attimi infiniti
trascorsi ad accarezzare
la sua pelle dolcemente,
a perdersi nella profondità
dei suoi occhi,
a mendicare un bacio,
e come un disperato…
nutrirmi dalle sue labbra.
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“Non tutti i veleni hanno un antidoto. Alcuni si infilano nella tua anima, ti stordiscono con il loro odore e hanno gli occhi più belli che tu abbia mai visto.
E a loro non esiste cura.
Nessuna."
— Erin Doom, “Il fabbricante di lacrime”.
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Ma ora, che sono qui, penso che siano tutte bugie. La verità è che non lo so perché solo tu mi fai venire le farfalle nello stomaco ogni volta che mi guardi, perché sei il solo uomo che sposerei, anche due volte! Perché regni degni i giorni difficili, perché riesci a placare il dolore e la mia paura solo standomi accanto. Non so perché il tuo odore, quando torni da una corsa, mi fa sentire più tranquilla. Io so solo che è così.
Né so perché mi fai ridere tanto, so solo che quando sono con te non smetto di farlo.
Io non so perché ti amo, so solo che è così: ora, sempre e per sempre.
L'estate in cui imparammo a volare
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Mi mancava sentire il profumo del mare
Quell'odore che ti avvolge,ti entra dentro.
Quell'aria che sa di salsedine,pungente
Che ti fa sentire tutta la libertà e l'immensità
Del mare.
-la ragazza dal cuore nero♡
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Il naso del Ruffiano
"L’animale così denominato è un porco addetto a scovare le scrofe in calore, per poi lasciare ad altri il compito di inseminarle. Un essere frustrato tanto quanto chi lo deve accompagnare in questa ricognizione eccitata e triste."
Girava per il paese nasando l'aria, nasava con gli occhi tra le gambe delle pulzelle. Riconosceva le giovani giumente cercando il calore tra le cosce. Lo faceva in modo scomposto, sguaiato, ma senza violenza.
Lo faceva con la naturalezza della propria erezione, evidente, talmente palese nei suoi gesti da renderlo istinto naturale. Passeggiava, e gentile, annusava.
Lo chiamavano "il Ruffiano", perchè quello aveva nel suo essere giullare e insieme casanova e le donzelle quando lo vedevano, ridacchiavano tra loro, e schiudevano leggere le cosce.
Aveva quel modo profondo di annusare, quel suo sapere cogliere i profumi della stagione della donna. Quel suo sentire pulsare ancora la figa di un orgasmo mattiniero. O di una scopata furtiva nel retrobottega.
Sentiva il calore del mestruo, così come l'umido della primavere che si risvegliava nelle mutandine di cotone, così come a volte il seme altrui ristagnante e fecondante.
Pareva quasi fosse disinteressato all'atto penetrativo, voyeur odoroso. Fosse stato per lui gli sarebbe bastato falsi spalmare le fighe in faccia, sentire il sapore permanere giusto sotto le nari, nella consistenza appiccicosa di quello stato di grazia vaginale.
A volte si diceva pucciasse le dita, tra le carni delle donne compiacenti per il suo modo di guardarle, di adularle senza parole nella loro bellezza essenziale. In quell'odore di cagna che si annida nella profondità della femmina.
Vizioso a volte cercava l'odore dei culi, delle vergini, delle suore, delle troie, delle infoiate, delle sante. Li catalogava quasi, con una scala di salinità, di piscio, di acido, di dolcezza, di viscosità, di amaro, di aspro. E nella sua mente le ricordava tutte.
Sorrideva, mentre si annusava le dita e, quasi, non voleva toccarsi nemmeno il cazzo, per non falsare l'odore. Ma poi si segava, rendendo consistente il puzzo spalmandoselo piano sul sesso e leccandone poi i frutti.
"E da sapere, che il ruffiano e 'l proposto delle meretrici, o vero il sodducitore." (Commento al canto XVIII, Inferno, Dante Alighieri)
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e se,
per caso,
mi dovessi svegliare colpito da un proiettile al cuore,
inseguito da strane cose,
mi basterebbe abbracciarti
sotto le coperte
o sul divano, a toccarti la mano
e a sentirti il respiro
per ri-stare bene;
tornare a dormire
e ritornare a sognare.
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