Tumgik
#patinata
mucillo · 5 months
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"Vuoi cercare,sapere la verità?
La verità sta nelle sfumature, nei dettagli, tutto il resto è una copertina patinata.
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acribistica · 16 days
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Che cafonata i questionari obbligatori e preliminari al conseguimento del titolo di studi dell’AlmaLaurea in cui ti si richiede anche il cognome della tua trisavola da nubile. Per non parlare di tutte le sezioni che danno per scontato che tu debba lavorare anche durante gli studi non tenendo minimamente in considerazione eventuali limitazioni personali, sia attestate che non (e in questo secondo caso sarebbe già più scusabile). Il completamento di tutte le sezioni richiede almeno quaranta minuti. Impossibile, quindi, che uno voglia prendersi una laurea solo perché gli va, per esempio. No, si deve capitalizzare sulle proprie conoscenze giocoforza. Non siamo meno schedati che in Cina, per quanto mi riguarda. Questa contemporaneità mi fa ribrezzo nel suo pensiero unico e nella sua patinata ipocrisia, e nemmeno oso soffermarmi a immaginare eventuali prospettive future. Ci stiamo allegramente consegnando al collasso.
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susieporta · 1 month
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La mancanza d'amore genera sempre una mancanza d'essere.
Quando non siamo amati, o non ci sentiamo amati, abbiamo la netta percezione di non valere nulla. Soprattutto se questo accade quando siamo piccoli con i nostri genitori.
Se l'altro ci ama, se soddisfa le nostre aspettative di essere riconosciuti, di ricevere affetto, cure, gratificazioni, noi ci sentiamo visti.
Sentendoci visti, ci riflettiamo nei suoi occhi come in uno specchio, nel quale vediamo, finalmente, noi stessi.
È l'atteggiamento di cura, di amore, di interesse da parte dell'altro importante nei nostri confronti, a creare in noi la convinzione di essere qualcosa.
Qualcosa che è degno di essere amato.
Il valore che ci viene dato dall'altro, ci incoraggia a dare valore a noi stessi, e a considerarci come delle persone che hanno il diritto di esistere.
E proprio grazie a questa convinzione, che viene rinforzata attraverso l'atteggiamento dell'altro e mediante le interazioni tra noi e lui, che noi creiamo in noi stessi una nostra identità.
Il nostro io.
Se tutto questo viene a mancare, oppure risulta zoppicante, intermittente, o ambiguo; se l'amore dell'altro e il valore di cui ci investe risultano a corrente alternata, noi cominciamo a dubitare di noi stessi.
Avviene nel nostro intimo, nella nostra interiorità, quello che Claudio Naranjo chiama obnubilamento dell'essere.
Questa perdita del nostro essere, intesa come vuoto d'essere, non può essere messa da parte.
Da adulti, infatti, proviamo questo vuoto d'essere che ci spinge ad una ricerca spesso drammatica, tormentata e angosciante.
Potremmo dire che tutta la nostra esistenza si avvita di continuo all'interno di un labirinto invisibile rappresentato da questa assenza.
Il nostro stesso carattere non è altro che una formazione reattiva compulsiva, drammatica e spesso inconsapevole, alla mancanza del nostro essere o alle parti mancanti di esso, che sentiamo come tormento diffuso e indefinito nella nostra anima.
Ora, il problema è che noi andiamo a cercare la conferma di queste nostre parti mancanti, o del nostro essere stesso, servendoci di aspetti fallaci, maschere comportamentali e illusioni cognitive, che in qualche modo possono ricostruire in noi, anche attraverso il feedback degli altri, un'immagine compensatoria di quella presenza d'essere che, a qualche livello, sentiamo mancarci.
Alcuni lo fanno attraverso il perfezionismo perché in questo modo ottengono un qualche tipo di riconoscimento, dagli altri e da loro stessi.
Altri lo fanno attraverso il servire indefessamente le altre persone, fino allo sfinimento.
Altri ancora attraverso il dominio, il controllo, la rabbia esplosiva o implosiva.
Altri ancora attraverso il senso di colpa, il giudizio di sé, il vittimismo, il tutto ricoperto dalla patinata vernice rinforzante della virtù morale.
Questi atteggiamenti sono tutte modalità compensative attraverso le quali noi cerchiamo il nostro essere laddove non c'è.
E più lo cerchiamo attraverso queste modalità compensative, più ce ne allontaniamo.
Il trucco è comprendere che dietro alle nostre paure, mancanze e bisogni esistenziali negati, si nasconde quell'essere che tanto cerchiamo all'interno di comportamenti stereotipati, di formalità vuote e di astrazioni.
Se ne sta acquattato nel vuoto, pronto a farsi scoprire e al tempo stesso a lasciarsi costruire da noi, se ci dedichiamo a noi stessi con amore, gratitudine e semplicità.
Il nostro essere, come un seme cui viene data la possibilità di germogliare se piantato nel terreno giusto, emergerà da sé.
Dobbiamo solo avere fiducia nella potenza realizzativa della vita stessa.
©Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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apropositodime · 6 months
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C'è un blog ( non vorrei offendere i veri blog) che mi appare spesso anche se non lo seguo, anche se non lo guardo, anche se non mi piace, mi appare boh.
Va be esiste da parecchio, lo ricordo anche quando avevo l'altro Tumblr. Ho sempre pensato fosse finto, recitato ma anche bene diciamo.
Sopratutto penso se costei o costui davvero avesse quella meravigliosa vita patinata, non avrebbe manco il tempo di starci qui.
Invece (perdonatemi) chi sta qui secondo me qualche turbamento, psicosi, paranoia ce l'ha🤣
Poi tra una cosa e l'altra si trovano anche momenti di felicità. Prima che vi indignate😁😃
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clo-rofilla · 7 months
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Amo la nostra casa sul lago, che abbiamo ampliato, progettato, ristrutturato come un lungo capolavoro di sudore e sogni, e amo queste montagne che abbracciano il Lario e ci si specchiano dentro, e adesso anche il cane, un altro tassello del puzzle che mi sedimenta qui, ma -
A volte Parigi mi manca come un pugno in pancia che ti mozza il respiro.
E quelle volte lì, quando fa più male, non mi manca affatto per la vita patinata, i ristoranti, il fois gras o le vetrine sugli Champs Élysées. Mi mancano i tetti azzurri, le scale a chiocciola interminabili, i vecchi palazzi dalle corti fatiscenti e gli studió col parquet che scricchiola, tutto storto. Le strade bagnate dallo scolo dell'acqua sporca al mattino presto, il freddo di febbraio che ti sferza il viso. Mi mancano i metró strapieni delll'ora di punta, trasportare la spesa su a casa e girare le chiavi nella toppa, varie rampe di scale dopo, accaldata e col fiatone nella mia pelliccia nera. I bistrò affollati; i camerieri col grembiule che fumano une petite clope fuori da quei bistrò. Il parco di Buttes Chaumont gremito di mamme che chiacchierano e bambini col pallone, di ragazzi e ragazze con baguette e vino, sdraiati come lucertole al sole quando arriva la bella stagione. Le pantegane di notte sul bordo della Senna. Le coppie di notte sui ponti sulla Senna. La canicule insopportabile di agosto. Il profumo della boulangerie all"angolo sotto casa - sotto tutte quelle case che ho chiamato chez moi, e ognuna di esse. I signori col completo e le scarpe stringate a punta che sfrecciano a lavoro in vélo. L'attrazione libertina per le donne di questa città, struccate, spregiudicate, rumorose, autentiche, di loro stesse e di nessun altro. Le scalinate del sacro cuore al tramonto quando il cielo di marzo si tinge di rosa e di azzurro prima dell'imbrunire. Quel senso pulsante di libertà.
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crazy-so-na-sega · 5 months
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I social e gli annessi influencer oramai costituiscono una delle peggiori forme di mortificazione antropologica moderna. Mi fermo qui poiché non posso parlare di menti spese in un sano dibattito del fenomeno. Ecco spiegata l’incidenza dello stesso nelle “vite” di questi poveretti/e che hanno come solo obiettivo il bramare uno stile, una vicenda appassionante che riempia ore di apatica accidia, una moda patinata che possano seguire e fare propria in una “vita” parallela, seppur posticcia, investita appunto sui social. Questa gente è più che pronta per il metaverso: situazione ideale che spingerà gli ignavi a lasciare a casa un corpo, di cui non hanno né stima né rispetto, per abbracciare invece una bella illusione in cui immedesimarsi: quella che più si confà ai loro desideri. Ora, più che mai, sono convinta che, prima di cambiare questo sistema putrido, occorra dare all’uomo gli strumenti per generare e/o alimentare gli anticorpi atti ad affrontare la vita anziché subirla, come accade da parecchi decenni ormai. La curiosità stimola la ricerca. La ricerca stimola il desiderio di capire. Il desiderio di capire nutre tante più domande quanto più viene alimentato il confronto sano foraggiato dal sapere, quello vero, non quello plastico che muta a convenienza. Sino a che non vi sarà una coscienza critica, assisteremo ad una piatta accettazione di qualsivoglia inventata realtà, fanta-guerra compresa con annessi cervelli fritti.
-Gina
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gcorvetti · 3 months
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Ci vorrebbe Pannella.
Non che abbia mai votato radicale, ma un tizio come lui, Pannella, ci vorrebbe anche adesso, anzi soprattutto adesso, visto che molti fanno finte battaglie per i diritti umani per farsi un pò di pubblicità. Lui era uno tosto, tanto di cappello infatti, un intellettuale che riscì negli anni a vincere anche delle battaglie importanti per tutti noi dello stivale. Si è vero erano altri tempi e i suoi metodi adesso non sarebbero più efficaci, forse. Adesso vedo spesso il nome di Cappato, sempre radicali, che lotta per l'approvazione di una legge sul fine vita, che però mi pare che ci sia già e risale ad un secolo fa circa, però spesso viene oscurato da notizie meno importanti e più da rivista patinata, come oramai il grege è abituato. La vita è mia e la gestisco io, sarebbe uno slogan efficace, anche se bisogna sempre vedere caso per caso, ricordo Monicelli, qualche mese prima la sua morte rilasciò un'intervista dove diceva che era rimasto solo, tutti i suoi amici era morti e i parenti avevano altro da fare che stare dietro ad un vecchio di oltre 90 anni, così quando gli diagnosticarono un cancro alla prostata si lanciò dal balconcino del terzo piano della clinica dove era ricoverato. Tanto di cappello anche a lui, che nonostante tutto ha capito che era meglio farla finita; ma è proprio questo che in qualche modo (secondo me) affligge l'uomo moderno, non tanto la morte che come sappiamo è inevitabile, ma il fatto di voler vivere più a lungo possibile, a che pro? Quando si raggiunge una certa età, alcuni anche molto prima, non si cammina più bene, i movimenti sono impacciati e spesso dolorosi, non si vede più bene, non si sente più bene, non si può fare sesso, non si può mangiare più tante cose ecc ecc. Anche mio nonno arrivato oltre i 90 mi disse un giorno che era stufo.
Va bè questo è un discorso che va molto sul personale, ma io personalmente sono già stufo a quasi 52 anni, e se penso che potrei arrivare a 90 (visto che 3 nonni su 4 sono morti dopo i 100) mi viene il freddo, non che voglia morire domani, al massimo domenica, ma diciamo che altri 20 anni tirati, forse anche meno, ci stanno, poi è tutto eccesso, questo stando alle medie odierne.
Detto questo oggi fa un caldo boia, il termometro fuori nel patio segna oltre 30°, anche se il patio è come una serra con due parti aperte quindi fa poco testo, ma comunque fa caldo per un posto come questo, riscaldamento globale? Ma anche locale. Ho stretto un patto con mio figlio che ha finito il servizio militare e per questa estate si rilassa, beato lui, taglierà l'erba sotto compenso, almeno mi sono levato dai coglioni una cosa, mi aiuterà a fare le pulizie e cercherà di dare una mano in casa quando può e se vuole, direi che un pò di soddisfazione c'è in tutto questo.
Il lavoro? Lo lascerei subito, ma temporeggio cercando altro anche se la vedo difficile, per ora mi tengo questo. Ieri uscito dallo stabile ho incontrato una coppia che non faceva parte ufficialmente del vecchio gruppetto degli amici, ma che di tanto in tanto ci bazzicava, soprattutto lui, per via dei giochi da tavolo e di momenti culinari o uscite random. Abbiamo parlato un pò e ci siamo raccontati cosa è successo in questo, forse, 3 anni che non ci siamo sentiti, mi hanno detto che dopo che vanno nell'isola a raccogliere campioni (fanno i ricercatori di biologia) si faranno sentire per un caffè o una cena o quello che ci viene prima, vedremo, secondo me non si fanno sentire, ma non si sa mai.
Detto questo vado a magnà e vi lascio a Pannella.
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canesenzafissadimora · 9 months
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Che dire... della Ferragni mi importa il giusto, ovvero molto poco. Fino a due, tre anni fa non sapevo neppure chi fosse. Se mi avessero chiesto qualcosa su di lei, avrei risposto con un sontuoso boh. E, confesso, anche oggi, mentre sto scrivendo, avrei serie difficoltà a evidenziarne talenti e difetti. Francamente non so. Mi intriga il fatto che questa persona possa influenzare comportamenti, usi, gesta e perfino acquisti di milioni di persone. Non riesco a capirne i motivi. Frutti di stagione, forse. Di questa stagione piena di greggi e di pastori imperatori. Mi si dirà: è sempre stato così. Non sono d'accordo. Se mi è consentito, senza passare per un boomer nostalgico, i giovani di oggi sono molto più ignoranti e consumatori di quanto lo fossimo noi. Quindi: forse anche no.
Una cosa è certa: Ferragni è un'azienda. Lo è diventata. Nella sua immagine pubblica, quella patinata e piena di pubblicità, di umano ha ben poco. Sarà umana in privato, certamente. Pertanto mi sembra strana, anche un poco eccessiva l'attenzione che le si sta dedicando. Perchè odiare o amare la Ferragni equivale ad amare o odiare la Barilla, la Nestlè o la Pasta del Capitano. Le richiedono etica. Una parola grande. La stessa etica non viene richiesta ai politici, per esempio. Abbiamo il parlamento pieno di gentaglia che con l'etica ha un rapporto quanto meno problematico, eppure... Tutti se ne fregano, non interessa a nessuno. Ma neppure si chiede etica alla Barilla, alla Nestlè o alla Pasta del Capitano. La Barilla ci ha avvelenati per anni con il glifosato, cosa è successo?
Ha sbagliato, ok. Lo ha ammesso lei stessa. Ha sbagliato a mischiare marketing, business e aiuto. Ha mischiato vendite con sofferenza. Un errore tragico. Però: 50.000 euro in beneficienza sono stati donati e la grande responsabilità è da attribuire al cinismo della Balocco, ma alla Balocco nessuno reclama nulla. Donerà un milione di euro. Benissimo. Mi pare che molti altri ne abbia donati in passato e la cosa, da parte di chi oggi la attacca, non è stata evidenziata con la stessa passione dedicatale adesso. E, comunque, non mi pare che ci siano molti in Italia che brillino di generosità. Sicuramente non sono stati, nè sono altrettanto sensibili o generosi gli attuali detrattori. Tanto per dire: quanta beneficienza ha fatto nella sua dorata vita la signora Meloni? eppure di soldi ne ha guadagnati tanti, vero?
Ma c'è da dire un'ultima cosa: è vergognoso che un presidente del consiglio in carica, con il solo intento di sviare l'attenzione dai problemi che sta causando al paese, attacchi in una maniera così violenta e becera un privato cittadino. E' rivoltante che, invece di parlare del peggioramento della qualità di vita degli italiani e delle misure che intende adottare per migliorarla, se la prenda con Saviano e con la Ferragni. Nessuno dei due ha rubato nulla, anzi. Mentre gli oltre due miliardi tolti ai pensionati, ai cittadini, alla salute, al welfare, alle famiglie, per regalarli a un ipotetico costruttore di un immaginifico ponte, sono un vero e proprio furto fatto al paese. E di quale etica può parlare la presidento, di quella che le ha impedito di prelevare dalle banche una giusta tassa, ma non le ha impedito di gettare in mezzo a una strada centinaia di migliaia di famiglie italiane, o di azzerare il fondo per le non autosufficienze? Se dovessimo dare un voto alla cattiveria, la presidento uscirebbe con un bel 10.
Dovrebbe vergognarsi lei, solo dopo, ma molto dopo, la Ferragni.
Giancarlo Selmi
condivido parola per parola...
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abr · 7 months
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Noto l'estensione impudica dell'uso del novecentesco termine "sionista", roba da boomer rossobruni o da islam che non per caso si datano 1445.
In tempi di attacco all'Occidente e ai suoi avamposti, è cartina al tornasole utile per rivelare i succubi di pensierini deboli retrò anti identitari da social, quelli che ancora comprano il gombloddo demoplutogiudaico come i bisnonni morti de fame.
Si credono alternativi in quanto rifiutano giustamente l'informazione mainstream ma non si accorgono di cadere dalla padella mainstream patinata nella brace social mainstream popolazzara stracciona, diventando utili strumenti dello statalismo che tutto guida e influenza via subliminal social.
Ad esempio, che senso ha stigmatizzare giustamente la lavanderia di dollari Dems. ucragna, se gli contrapponi il caciccato orientale del Putain?! Autogol, parlateci di Navalny.
Anche rimanendo in casa, combattere i guasti nefasti del benecomunismo statalista - gestione della pandemia, la tratta dei migranti etc. - con equipollente social nazionalismo, è come pulirsi il chiulo con una fucilata.
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situazionespinoza · 2 years
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La lingua coreana mi affascina tantissimo, ma ho il terrore che se mi applicassi con lo stesso metodo che mi ha permesso di imparare l'inglese e il francese (ascoltando per mesi e mesi solo canzoni e guardando solo film e serie in lingua) mi ritroverei ad essere una fan dei BTS e delle idol e dei K-drama e davvero mi sento troppo vecchia per questa forma ipercapitalista e patinata di intrattenimento.
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Per le vie del Borgo 2023
Terracotta patinata
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mtonino · 2 years
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17° Festa del cinema di Roma
10 giornata
Era ora di Alessandro Aronadio A quanto pare gli italiani sono diventati bravissimi a rifare sempre lo stesso film, in questo caso anche benino. Telefonato
In a land that no longer exist di Aelrun Goette Il sogno di libertà dei giovani nella DDR dell'89 avrebbe meritato una rappresentazione meno consolatoria e patinata. Menzione speciale per la colonna sonora.
Jane Campion: the cinema woman di Julie Bertuccelli Paure, dubbi, incertezze ma anche tanta forza, convinzione e ironia in questo bel ritratto di una grande regista. Recuperatelo
Klondike di Maryna Er Gorbach L'occupazione del Donbas vista dal di dentro, dal fronte, non quello militare ma quello dei civili per i quali, come citato nel film, è vitale sapere chi è il nemico.
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astra-zioni · 2 years
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Sebbene sia andata al concerto di Alan Walker ed abbia fatto mille video (perché le scenografie erano spettacolari), non mi definisco una fan, ho accompagnato mia sorella. Ora lo seguo su Instagram e ogni giorno, ogni santo giorno da ormai due settimane fa una tappa diversa, un nuovo concerto, stesse canzoni, stesso tutto, e si sta facendo il culo quadrato. Sicuramente starà anche incassando un botto di soldi, ma a che prezzo, cazzo. Io crollerei, per dire. Soprattutto perché è sempre la stessa roba, a ripetizione. È vero che l’energia del pubblico è sempre differente, però deve essere alienante, a una certa sicuramente arrivi a fingere entusiasmo. Sono carriere massacranti, non mi stupisco che c’è poi chi s’ammazza. Alla fine si vede solo e sempre la parte patinata della questione, e non tutto il resto.
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susieporta · 1 year
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Pensavo all’invidia
Tutti noi, più o meno, siamo portatori di un dubbio su noi stessi:
di non valere
di non essere adeguati
di non essere un granché
Attenzione!
Non facciamoci trarre in inganno da chi ci sembra sfavillante: magari si sente ancora più insicuro di noi.
Sapete una cosa?
I social sono una coperta molto spesso patinata dietro alla quale copriamo la polvere che ci sentiamo addosso.
Ci misuriamo con la vita degli altri e calcoliamo i centimetri che ci separano dall’avere la loro bellezza. Valutiamo quanti grammi di felicità ci mancano per sorridere come loro. Verifichiamo di continuo l’esistenza altrui, trascurando la nostra.
Di frequente sbirciamo e paragoniamo. Abbiamo negli occhi e in testa un calcolatore emotivo che alla fine ci vede come “meno”, come perdenti.
Fuori dalla festa.
La persona con cui facciamo i conti dentro al nostro bilancio continuo ha una relazione, forse ha figli. È invitata a feste, siede tra quelli che contano. Ha copertine, denti bianchi e perfetti. Un corpo da urlo, tonico e alla moda. Ha amici, recensioni con aggettivi al superlativo.
Ha tutto.
Supponiamo, anzi siamo pronti a giurarlo, che (presunte) ricchezza e successo siano sinonimo di contentezza.
E invece no, fidatevi.
Ho ascoltato decine e decine di vite, piene di lustrini tristi in verità.
Quando facevo l’insegnante, molti anni fa, ero solita sorprendere qualche alunno intento a copiare.
Guarda sul tuo foglio, dicevo.
Ecco, l’invito che faccio oggi a me e a te che mi stai leggendo qui ora:
guarda sul tuo foglio.
E scrivi la tua ricetta. Con gli ingredienti che hai, senza sprecare tempo e pensieri.
Fanne il miglior piatto che puoi, oggi, e goditi te. Mentre sei
***
ameyacanovi su Instagram
Anche di questo parlo nei miei libri
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#invidia #dipendenzaaffettiva #relazioni #Ditroppoamore
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fashionbooksmilano · 2 years
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Vanità Sarda
Eleganze sacre e profane
a cura di Graziella Buccellati e Gianni Guadalupi
testi di Alberto La Marmora, Gaston Vuillier, Grazia Deledda
fotografie di Chiara Samugheo
Franco Maria Ricci, Milano 1986, 188 pagine, 30 x 30 cm.,  60 stampe a colori su carta patinata opaca, 25 tavole a colori applicate a mano, 7 riproduzioni Seta editoriale con titolo in oro al piatto anteriore e al dorso, in cofanetto.   Copia n. 1331/5000, collana Quadreria  
euro 100,00
email if you want to buy :[email protected]
Una sgargiante collezione di costumi tradizionali sardi raffigurati in dipinti e fotografie ottocenteschi, e una splendida serie dei gioielli che adornavano le bellezze isolane. I racconti di una Grazia Deledda quasi esordiente, mai più pubblicati dal 1913, e gli stupiti resoconti di viaggiatori stranieri che più di cent'anni fa vagabondarono per monti e valli della Sardegna completano il quadro.  
Le immagini a colori sono tratte dalla “Raccolta dei costumi sardi offerta a S.A. il Principe Umberto dal Cav.re Manca di Sassari”, ottocentesca; sono fotografie di gioielli, abiti civili e paramenti religiosi; Gli abiti tradizionali del primo Novecento provengono  dalle raccolte Alinari e sono fotografie in b/n
15/10/22
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:         @fashionbooksmi
instagram:   fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr:          fashionbooksmilano, designbooksmilano
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newsintheshell · 2 years
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🔴 OSHI NO KO - MY STAR: L’ANIME DEBUTTERÀ NEL 2023 CON UN PRIMO EPISODIO DALLA DURATA SPECIALE DI QUASI 90 MINUTI!
Ai Hoshino sarà interpretata da Rie Takahashi (Megumin in KonoSuba).
Goro è un ginecologo e lavora in una cittadina di campagna. Non ha alcun legame con il mondo dello spettacolo, a parte la passione per le idol. E la sua preferita, Ai Hoshino, ha appena iniziato la sua scalata verso il successo. L’inaspettato incontro tra i due, dagli esiti tragici, metterà in moto gli ingranaggi del destino.
Un manga che racconta lo scintillante mondo dello spettacolo e delle idol giapponesi e delle oscure ombre che si celano dietro l’immagine patinata della vita di una giovane star.
L’adattamento del manga scritto da Aka Akasaka (Kaguya-sama: Love is War) e disegnato da Mengo Yokoyari (Scum’s Wish), edito in Italia da J-POP Manga, è in lavorazione presso lo studio DOGA KOBO (Shikimori’s Not Just a Cutie, Selection Project).
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