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#piazza cinque giornate
moviemaniac2020 · 10 months
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LA ORCA, film "maledetto" del 1976, diretto da Eriprando Visconti, nipote del più noto Luchino, ambientato e girato a Pavia, quando la nostra città in quei decenni era una piccola "Hollywood di provincia", che vide grandi attori e registi aggirarsi per le strade del centro storico e paraggi. Fra le tante pellicole, molte di ambientazioni milanesi, MA girate a Pavia, per ricostruire scenografie caratteristiche o storiche, come "L'Albero degli Zoccoli" di Ermanno Olmi, vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes, anno 1978 (sequenze in corso Cavour e piazza Botta). Non dimentichiamo Dario Argento e il suo "Le Cinque Giornate", né il romantico "Fantasma d'Amore" di Dino Risi con Marcello Mastroianni e Romy Schneider. Tornando a LA ORCA, con tre giovanissimi Michele Placido, Flavio Bucci e Vittorio Mezzogiorno, opera sesta del Visconti Jr., che immortala la città di Pavia in numerose sequenze, riconoscibilissimi la stazione ferroviaria (interno e piazzale esterno), Piazza della Vittoria, Piazza del Duomo, Corso Garibaldi, Borgo Basso e poi l'immancabile scena al Ponte della Becca - vero e proprio "must" cinematografico in quegli anni (come non citare il duello finale fra il commissario Tomas Ravelli (Thomas Milian) e il capo della banda dei marsigliesi (Gastone Moschin) nell'epico duello de "Squadra Volante" di due anni prima?) - LA ORCA riprende quella sordida Pavia degli anni Settanta, la rende ancora più "poliziottesca" e inquietante dei film di Stelvio Massi ("Mark il poliziotto", "Cinque donne per l'assassino"), più intrisa di lotta politica, più impregnata di sangue, violenza e suspence, dove la delinquenza delle cosiddette "batterie" è di casa, anzi di sotto casa, perché appena esci da uno dei tanti palazzi di via San Giovanni in Borgo e sei figlia di una ricca famiglia borghese pavese vieni sequestrata da tre pochi di buono (nefasta anticipazione a quello che succederà poi, negli anni a venire, a un pavese vero e in carne e ossa come Cesare Casella, tanto da fare uno storico esempio di caso mediatico televisivo). In un claustrofobico casolare nelle campagne pavesi si svolge il resto del film: ruoli che si ribaltano, scene disturbanti fra sequestrante e sequestrata, atmosfere claustrofobiche da clima horror, eros onirico e reale, e un finale da pugno nello stomaco. Dopo la sua uscita nei cinematografi italiani fu la pellicola a essere sequestrata dal Tribunale di Roma per scene di stupro estremamente spinte. Soltanto nel 2006 il film fu rimesso in circolazione tramite trasposizione in DVD. Costato appena 40 milioni di lire, il capolavoro di Visconti incassò più di un miliardo al botteghino finché fu libero di circolare. Fu il maggior successo commerciale del regista, tanto che lo spinse un anno più tardi a dirigere un sequel ("Oedipus Orca"), anch'esso in gran parte girato e ambientato a Pavia (con Miguel Bosè e ancora la protagonista del primo, Rena Niehaus, nel ruolo principale). Senza nulla togliere a capisaldi come "Il Cappotto" di Alberto Lattuada, a "I sogni nel cassetto" di Renato Castellani o a "Paura e amore" di Margherethe Von Trotta, opere classiche girate in riva al Ticino, LA ORCA resta ancora oggi un capolavoro della "Cinematografia alla Pavese", una chicca da vedere e rivedere, per capire com'erano le città di provincia, tipo Pavia, durante i difficili e duri anni di piombo. Assolutissimamente consigliato. DVD ordinabile in edicola, film guardabile in streaming su Prime Video. Cult-movie di nicchia, per pochi, ma senza eguali nel suo genere. LA ORCA (Italia, 1976, drammatico/poliziottesco, 90') di Eriprando Visconti. Con Michele Placido, Rena Niehaus, Vittorio Mezzogiorno, Flavio Bucci.
(rece: Mirko Confaloniera)
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lamilanomagazine · 6 months
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Cinque giornate di Milano, le iniziative della città per il 176esimo anniversario
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Cinque giornate di Milano, le iniziative della città per il 176esimo anniversario. In occasione del 176º anniversario delle Cinque Giornate di Milano, che si celebra dal 18 al 22 marzo, la città è pronta a coinvolgere cittadine e cittadini con un programma ricco di iniziative. Lunedì 18 marzo alle ore 10.30 davanti al Monumento alle Cinque Giornate, nella piazza omonima, le autorità civili e militari celebreranno la memoria dei caduti di quelle gloriose giornate di insurrezione contro la dominazione austriaca con la deposizione delle corone di alloro e l'esecuzione del Silenzio. Per il Comune di Milano sarà presente la Vicesindaco Anna Scavuzzo che consegnerà il "Primo Tricolore" nelle mani degli allievi della Scuola Militare Teuliè, in memoria del sostegno offerto dagli allievi dell'allora Imperial Regio Collegio dei Cadetti ai cittadini milanesi insorti. Il vessillo, che nel 1848 sventolò sulla guglia più alta del Duomo (e ancora oggi una bandiera tricolore sarà issata sulla medesima guglia della Madonnina), sarà esposto presso la sede della Scuola Militare. Si potrà visitare da lunedì 18 a venerdì 22 marzo, dalle ore 13 alle ore 14 e dalle ore 17 alle ore 19 con ingresso da corso Italia 56. Gli allievi custodiranno ''Il Primo Tricolore'' per tutti i cinque giorni e lo restituiranno al Comune sabato 23 marzo in occasione del loro giuramento all'Arco della Pace. Dal pomeriggio del 18 marzo a venerdì 22, con orario 10-17, sarà possibile visitare liberamente il monumento alle Cinque Giornate opera dello scultore Giuseppe Grandi e la Cripta. Sarà un'occasione preziosa per approfondire e conoscere questo importante luogo di memoria, attualmente oggetto di un progetto multidisciplinare di restauro e valorizzazione culturale promosso da Comune di Milano, Università degli Studi di Milano e Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico, volto a restituire dignità e identità ai caduti per l'indipendenza di Milano. Sono già esauriti i posti per le visite guidate al Monumento organizzate ogni anno per la ricorrenza. Il programma di eventi per le Cinque Giornate coinvolgerà diverse sedi museali e luoghi della città tra cui: Palazzo Moriggia - Museo del Risorgimento, la Galleria di Arte Moderna, il Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco, il Museo "I Tesori della Ca' Granda" e la Cripta sotto la Chiesa dell'Annunciata. Iniziative anche al Parco Formentano e per le vie del quartiere Brera. Le Cinque Giornate di Milano a Palazzo Moriggi - Museo del Risorgimento Il Museo del Risorgimento, l'Archivio e la Biblioteca delle Civiche Raccolte Storiche conservano numerose testimonianze delle Cinque giornate di Milano: dipinti, cimeli, pubblicazioni, fondi d'archivio, stampe, proclami. In occasione della ricorrenza di tale importante episodio della storia milanese, le Civiche Raccolte Storiche offrono un ricco programma per raccontare, da differenti punti di vista, questa vicenda. Ci saranno dialoghi con storici, visite in Museo, trekking urbani e momenti di approfondimento musicale, tutti condotti da professionisti. L'Istituto propone inoltre per l'occasione la pubblicazione di un "Quaderno delle Civiche Raccolte Storiche" dedicato ad un dipinto iconico delle Cinque Giornate, realizzato dal pittore Carlo Stragliati e ad un approfondimento sul ruolo delle donne durante questo momento storico. Il programma Martedì 19 marzo dalle 17.30 alle 18.15 La memoria del 1848 a Milano. Momenti di un lungo percorso Incontro con Mariachiara Fugazza, Comitato italo-svizzero per la pubblicazione delle opere di Carlo Cattaneo Sala Conferenze di Palazzo Moriggia, Museo del Risorgimento Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti Mercoledì 20 marzo dalle 13 alle 13.30 "23 marzo 1848". Un dipinto di Carlo Stragliati nella Milano di fine Ottocento. A cura di Silvana Citterio Vicepresidente Iris, rete Milanosifastoria Museo del Risorgimento Ingresso libero fino a esaurimento posti Prenotazione obbligatoria scrivendo a [email protected] entro il giorno prima dell'evento . L'incontro fa parte del ciclo di approfondimenti mensili gratuiti del Museo "Fai pausa nella storia" Venerdì 22 marzo ore 15 - sabato 23 marzo ore 16.30 - domenica 24 marzo ore 11 Nelle vie delle Cinque Giornate Percorso per adolescenti e adulti dal Museo del Risorgimento ad alcuni dei luoghi in cui si sono svolti gli episodi salienti di quei giorni della storia di Milano. Acquisto biglietti online su www.spazioaster.it Sabato 23 marzo ore 15 Un pianoforte sulle barricate Visita con laboratorio musicale per famiglie con bambini 7-12 anni in collaborazione con il Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco. Acquisto biglietti online su www.spazioaster.it Domenica 24 marzo ore 15 Le Cinque Giornate della musica Percorso storico-musicale per adulti in collaborazione con il Museo degli Strumenti Musicali del Castello Sforzesco. Acquisto biglietti online su www.spazioaster.it GAM - Galleria D'arte Moderna Martedì 19 marzo ore 16 I 5 giorni che cambiarono la storia Un percorso per mostrare come anche nella letteratura e nell'arte si esprimessero i sentimenti contro il governo austriaco. Protagonisti saranno Alessandro Manzoni, Francesco Hayez, Cristina di Belgioioso e le opere "I profughi di un villaggio incendiato" di Domenico Induno e "La leggitrice" di Magni. Acquisto biglietti online su www.spazioaster.it Parco Formentano - Municipio 4 Sabato 23 marzo dalle ore 15 alle 17 Rievocazione storica delle Cinque Giornate di Milano Il Municipio 4, in collaborazione con l'Associazione Napoleonica d'Italia organizza una rievocazione che andrà a focalizzarsi su alcuni episodi delle Cinque Giornate, tra cui la richiesta di tregua del 21 marzo 1848 da parte del generale Radetzky, rifiutata dal Consiglio di guerra, l'ultimo assalto a Porta Tosa e la ritirata dei reparti austriaci. I rievocatori saranno perfettamente equipaggiati con gli abiti storici del periodo e saranno impegnati in parti recitate e simulazioni di combattimenti, anche con l'utilizzo di armi sceniche. Accesso libero. Per informazioni: [email protected] - www.comune.milano.it/web/municipio-4 Dal 18 al 22 marzo 2024 Visite guidate al Museo "I Tesori della Ca' Granda" e alla Cripta sotto la Chiesa dell'Annunciata Anche l'ospedale Policlinico partecipa alle celebrazioni organizzando visite guidate al museo "I Tesori della Ca' Granda" e alla Cripta sotto la Chiesa dell'Annunciata, che dal 1848 al 1895 accolse i resti dei caduti in battaglia. Prenotazione obbligatoria a [email protected] Giorni e orari: lunedì 18 marzo, ore 16; martedì 19 marzo, ore 12 e ore 16; giovedì 21 marzo ore 12 e ore 16; venerdì 22 marzo, ore 12. Ingresso da via Francesco Sforza 28. Per informazioni www.policlinico.mi.it/beniculturali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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giancarlonicoli · 10 months
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6 dic 2023 18:52
E VOI COME LA PREFERITE: ORIZZONTALE O VERTICALE? – LA "SETTIMANA ENIGMISTICA" VENDE 400MILA COPIE A SETTIMANA E, CON UN PRODOTTO DEL 1932, NEL 2022 HA AVUTO RICAVI PER 49,1 MILIONI DI EURO CON 10,95 MILIONI DI EURO DI UTILI NETTI - NEL SOLO QUADRIENNIO 2019-2022 LA FAMIGLIA BAGGI SISINI, CHE CONTROLLA AL 100% LA SOCIETÀ, HA POTUTO CONTARE SU 47,3 MILIONI DI UTILI NETTI COMPLESSIVI. IL SOGNO DI QUALSIASI IMPRENDITORE SE SI CONSIDERA CHE GLI UTILI SONO OTTENUTI DALLA VENDITA DI SOLI DUE SETTIMANALI… -
Estratto dell’articolo Claudio Plazzotta per "Italia Oggi"
Ogni settimana in Italia ci sono centinaia di migliaia di persone che si divertono ad annerire i denti del personaggio messo in copertina al centro del cruciverba. Sono i fan della Settimana enigmistica, un prodotto editoriale che vende ben oltre 400 mila copie ogni sette giorni, e che fa parte di quei benedetti «settimanali cartacei», analizzati anche ieri da ItaliaOggi, per i quali le persone ritengono valga ancora la pena andare in edicola e spendere, nel caso in questione, 1,90 euro.
La testata fondata nel 1932 da Giorgio Sisini, e controllata ora dal 74enne presidente Francesco Baggi Sisini, non accoglie pubblicità e quindi non ha mai avuto bisogno di iscriversi alla Ads per certificare le sue vendite. Però ci sono i dati del bilancio di Bresi srl, la casa editrice milanese con sede in piazza Cinque giornate, a dare la dimensione del fenomeno: nel 2022 ricavi complessivi per 49,1 milioni di euro con 10,95 milioni di euro di utili netti. Nel 2021 i ricavi erano a quota 49,8 milioni con 12,78 milioni di utili.
E nel 2023, in base alle stime «i risultati saranno migliori del 2022». Nel solo quadriennio 2019-2022 la famiglia Baggi Sisini, che controlla al 100% la società, ha potuto contare su 47,3 milioni di utili netti complessivi. Un rapporto utili/ricavi medio attorno al 25% che sarebbe il sogno di qualsiasi imprenditore. E la Bresi srl lo ottiene con due settimanali (La Settimana enigmistica, che esce ogni giovedì, con prezzo di copertina di 1,90 euro; e poi I Sudoku-La Settimana enigmistica, anch’esso al giovedì, a un euro) e due mensili (Il Mese enigmistico, a 2,50 euro, e Mondo Sudoku, a 1,60 euro).
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personal-reporter · 11 months
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Novembre in Italia: Weekend romantici nelle città più affascinanti
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L'autunno è una stagione meravigliosa per visitare l'Italia. Le temperature sono miti, le giornate sono ancora lunghe e le città sono meno affollate dei mesi estivi. Se stai cercando un posto romantico per trascorrere un weekend in Italia, ecco alcune delle migliori destinazioni: Venezia Venezia è una città da sogno, con i suoi canali, i ponti e le case colorate. Un weekend a Venezia è un'esperienza indimenticabile. Potete fare un giro in gondola, visitare Piazza San Marco e perdervi tra i vicoli del centro storico. Firenze Firenze è la culla del Rinascimento, e ospita alcuni dei più importanti capolavori d'arte del mondo. Un weekend a Firenze è l'occasione perfetta per ammirare la Galleria degli Uffizi, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore e il Ponte Vecchio. Roma Roma è una città ricca di storia e cultura, con monumenti e attrazioni da non perdere. Un weekend a Roma è un viaggio nel tempo, tra il Colosseo, il Pantheon e il Vaticano. Bard Bard è una piccola città medievale situata in Val d'Aosta. È un luogo perfetto per una fuga romantica, con i suoi vicoli stretti, i ponti in pietra e le viste mozzafiato sulle montagne. Cinque Terre Le Cinque Terre sono un gruppo di cinque villaggi arroccati sulla costa ligure. Sono un luogo incantevole, con le loro case colorate che si affacciano sul mare. Un weekend alle Cinque Terre è un'esperienza unica, tra escursioni, degustazioni di vino e relax sulla spiaggia. Tropea Tropea è una città costiera situata in Calabria. È famosa per la sua spiaggia di sabbia bianca e le sue acque cristalline. Un weekend a Tropea è perfetto per una vacanza romantica, tra passeggiate sul lungomare, bagni al mare e cene a lume di candela. Cosa fare in Italia a novembre Oltre a visitare le città, ci sono molte altre cose da fare in Italia a novembre. Ecco alcune idee: Partecipa a una festa o a un festival: In Italia si tengono molti festival e feste durante tutto l'anno, e novembre non fa eccezione. Alcuni dei festival più popolari includono il Festival del Cinema di Venezia, il Festival del Tartufo di Norcia e il Festival della Castagna di Marradi. Vai a sciare: Se ti piace sciare, l'Italia è una destinazione perfetta per un weekend invernale. Ci sono molte località sciistiche in tutto il paese, dalle Alpi alle Dolomiti. Visita un museo o una galleria d'arte: L'Italia è sede di alcuni dei più importanti musei e gallerie d'arte del mondo. A novembre, molti musei offrono sconti o aperture serali. Fai un'escursione o un'escursione: L'Italia è un paese ricco di natura, con molte opportunità per fare escursioni e trekking. In novembre, il clima è ancora mite, rendendolo il momento perfetto per godersi la natura. Foto di Udo Read the full article
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Incidente d'auto per Ciro Immobile, non ha ferite
(ANSA) – ROMA, 16 APR – Il capitano della Lazio, Ciro Immobile, è rimasto coinvolto in un incidente d’auto questa mattina a Roma. In base a quanto si apprende l’auto su cui viaggiava si è scontrata con un tram dell’Atac. L’incidente è avvenuto nella zona di piazza Cinque Giornate intorno alle 8.30.    Il calciatore non avrebbe riportato ferite anche se l’impatto è stato forte.…
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noisynutcrusade · 1 year
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Italy footballer Ciro Immobile in Rome tram crash
Lazio captain unharmed in Rome crash. Italian footballer Ciro Immobile, the captain of Serie A club Lazio, was involved in a traffic accident in Rome on Sunday morning when his car collided with a tram. Immobile, 33, was unharmed in the crash which occurred in Piazza delle Cinque Giornate, not far from the Olympic Stadiumat around 08.30. The footballer, who plays for the Italian national team,…
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alessandro54-plus · 1 year
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Ciro Immobile ha avuto un incidente a Roma, oggi: era in auto con le figlie
articolo: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/23_aprile_16/ciro-immobile-incidente-roma-oggi-ab36e532-e359-486e-b049-cceef90fbxlk.shtml Auto contro tram in piazza delle Cinque Giornate a Roma. Il giocatore starebbe bene ma le due figlie sono state portate in ospedale Ciro Immobile e la macchina distrutta contro il tram a Prati – corriere.it Incidente per il capitano della Lazio, Ciro…
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Alla scoperta di Fabio De Vincente
La nuova puntata di Sommessamente, il podcast di Cinque Colonne Magazine vede come protagonista Fabio De Vincente. Con lui parleremo della sua musica e del suo ultimo album. “Al Top”, il nuovo singolo in radio che lancia il nuovo album “VINCENTE”, è un brano che racconta giornate e nottate a casa di Fabio all’insegna di una vita da anticonformista, senza orari, fatta di feste con calciatori, musicisti, attori, showgirls, modelle, politici, manager, facoltosi imprenditori e personaggi di ogni genere ed estrazione sociale. Queste serate spesso negli anni gli costano denunce, segnalazioni, multe, lamentele per inquinamento acustico, schiamazzi notturni, gioco d’azzardo e tanto altro ancora. Vive da solo per anni in un appartamento fatto a sua immagine e somiglianza invidiato da tanti per posizione, classe e stile. L'album “VINCENTE”, il nuovo album del cantautore, è un progetto impossibile da collocare in un unico filone di genere; si tratta di un racconto autobiografico sincero attraverso le canzoni. Rivolto al main stream è l’esempio perfetto di un crossover moderno, dove il piano è uno degli strumenti più presenti insieme alla scelta di groove tematici. In lui c'è sempre stata una parte aristocratica, fatta di eleganza e raffinatezza ed un'altra innegabile del ragazzo di strada fatta di eccessi e indisciplina. Ha il vissuto giusto per cantare quelle parole che solo chi vive certe esperienze può permettersi di scrivere e raccontare. https://youtu.be/YDW6x1MPO0A Ascolta il nostro podcast L'ospite di oggi Fabio De Vincente L’arte di Fabio De Vincente, definito “l’aristocratico di strada”, racchiude quello che è stato ed è il suo stile di vita. Il carattere ribelle, il desiderio di evasione, lo spirito libero, contro le regole, lo si nota sin da piccolo quando a 2 anni vuole andare via di casa. Nel 2010 esce il suo primo singolo “Soltanto in un attimo” e dopo il suggestivo esordio in un concerto dalle finestre, Fabio De Vincente - Live in Loft San Carlo, in Piazza San Carlo, una delle principali piazze di Torino, fa sold out con un innovativo spettacolo al Teatro Carignano, VedoVoci Fabio De Vincente in concerto, rivolto anche ad un pubblico sordo. Read the full article
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valdis-d · 2 years
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Esami, per l’ordine e per la mente
3 Dicembre 2022
Questa cosa è definitivamente diventata una specie di diario. Ho modificato tutti i post e aggiunto le date, come si fa con i veri diari di bordo da marinaretti. Mi rendo conto che mi trovo a scrivere solo nei momenti tristi, e non capita mai qui di vedere qualche momento felice. Ma questo perché non ho un momento decisamente più felice della norma da tanto tempo. Da qualche anno ormai, non ho un momento di emozione e batticuore. Provo a ritornare con la mente indietro, ma non c’è niente di ciò. Certo, ci sono stati attimi e giornate più serene, momenti allegri. Ma lo spettro nero della palla nera è sempre aleggiato. Come se stessi camminando in una piazza, su un lungo mare, e la situazione è calma, come direbbe S. i vibes sono buoni (che modo stupido di dire) e c’è anche allegria. Eppur, dietro un lampione o un albero, seminascosto come per farsi vedere da nessun’altro che da me, che mi fissa con sguardo vacuo, c’è questo me, adolescente o più giovane comunque, non magro ma consumato, non solo spento ma addirittura grigio e scuro in volto, che mi guarda e sembra mimarmi con il labiale “io sono comunque qui, dopo tornerai da me”. Dovrei disegnare questa metafora, quest’immagine. E non c’è stato momento, o serata allegra in cui io non sia tornato a casa e non abbia ripensato a tutto, che non sia ritornato nel fango. Come se queste occasioni fossero gli attimi in cui raggiungo la superficie per respirare, ma ho un sasso legato al piede, che impone la maggior parte del mio tempo sott’acqua. E fossero quelle le occasioni diverse, e la tristezza la normalità, e non il contrario. 
Oggi ho affrontato l’esame di stato. Pensavo fosse molto, molto più semplice. Siamo stati bocciati in metà. Io so che dovrei scusarmi, che ho fatto troppe cose insieme, che forse non avrei dovuto. Ma gli altri ce l’hanno fatta, perché io no? Gli altri, gli altri.. Io passo la mia vita a mettermi in confronto con gli altri, in una competizione in cui metto la mia depressione a gareggiare con i filtri di instagram. E’ razionalmente impossibile vincere, o nemmeno pareggiare. Questo esame rappresenta l’ennesima delusione. Io funziono così: incapace di riconoscere eventuali notevoli meriti, insensibile di fronte a eventuali possibili fallimenti. Ingigantisco, io vedo solo difetti e sconfitte. E sempre tutto è sotto esame, tutti sono sotto test. Niente è rilassante, e tutto deve essere perfetto. E nel mio intimo, anche inconsciamente, mi odio profondamente. 
Un po’ invidio mia sorella. Lei ha tante amiche con cui parla, tutti i giorni, dei suoi problemi. Anche intimi. Non so, e non ho memoria che lo sia, non so se sia sempre fortunata con le amicizie. Ma almeno lei ha la forza di aprirsi con qualcuno, di aprire la corazza. La mia corazza non si apre. Dico corazza ma in realtà è una camicia di forza, che mi impedisce di vivere serenamente. Serenità, anche quella na robba che continuo a lamentarmi di non avere. Non scopro il fianco comunque, non mi fido, ma vuol dire anche che non ho con chi stringere un legame. Io non ho nessuno. Io ho solo la terapia, in cui parlare dei miei problemi. Ho un amico che si fa sentire quando c’è da raccogliere i kiwi, ma che per dare confidenza non si è più mostrato. Un’amica che ho sempre paura di disturbare. Altri che vanno, altri che vengono e poi se ne vanno. Chi ridicolmente non trova un paio d’ore in cinque mesi per trovarsi, ma poi ti manda messaggi prestampati, scontatissimi, perché è evidente che ha paura che ti arrabbi. Ma lasciami andare no? 
Le serate così sono deleterie. Mi sdraio sul letto, chiudo gli occhi e l’oscurità mi prende. Mi alzo, cammino avanti e indietro, e penso. Penso tantissimo, il cervello non si riposa mai. Io penso troppo, perché non penso nemmeno cose belle. 
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sciatu · 3 years
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Aprile 1860 - La rivolta del convento Gancia; 27 Maggio 1860 l'attacco dei garibaldini al ponte dell'Ammiraglio; Guttuso la lotta al ponte dell'Ammiraglio a cui partecipò suo nonno; Il Castello a Mare di Palermo; Il bombardamento dalle navi borboniche di Palermo; Piazza Quattro Canti il 28 Maggio 1860; Le barricate a via Toledo; Giovanni Fattori : Garibaldi a Palermo; Le rovine del Castello a Mare
Il 26 Maggio 1860 Garibaldi arriva alle porte di Palermo dopo una lunga e difficile marcia di avvicinamento. Ha con sé circa 4000 uomini e deve fronteggiarne 21.000 ben armati e addestrati. Era arrivato cinque giorni prima da Corleone e si era trovato davanti i battaglioni borbonici Re e Regina formati dagli ex soldati mercenari svizzeri che erano stati arruolati nell’esercito regolare. Gli svizzeri, ben armati e fortemente motivati a fermalo lo avevano attaccato ma Garibaldi si era subito disimpegnato. La vittoria a Calatafimi aveva migliorato lo stato d’animo dei rivoltosi aumentando le fila garibaldine con soldati male armati e men che mai disciplinati, ma le munizioni, già scarse a Calatafimi, lo erano ancor di più sulle strade verso Palermo. Garibaldi preferì evitare il combattimento e muoversi sulle montagne che circondano la città perché sapeva che l’unica arma con cui poteva vincere era il popolo di Palermo.
Per diversi giorni fu uno spostarsi da un’altura all’altra, inseguiti da una decina di battaglioni nemici che ogni volta che conquistavano una posizione garibaldina si trovavano davanti le squadre dei picciotti male in arnese che scomparivano nel nulla. I borbonici a Palermo erano concentrati nel Castello a Mare, nel Palazzo dei Normanni o Palazzo Reale e alle porte della città con maggior concentrazione nelle porte occidentali verso Monreale e Corleone dove aspettavano Garibaldi e meno in quelle orientali. I battaglioni scelti inseguirono senza tregua Garibaldi cercando lo scontro definitivo mentre il Generale scompariva ogni volta nel nulla. La situazione non era facile perché i cannoni, la massa disordinata dei volontari, non facilitava i movimenti.
Nel pomeriggio del 25 maggio, vi fu la svolta. Garibaldi fece muovere le truppe facendole avviare verso la strada che portava all’interno della Sicilia, quasi a rinunciare alla presa di Palermo e preferire una inutile e dispendiosa guerriglia nel desolato cuore dell’isola. Davanti alle sue truppe marciava il colonnello Orsini, forse il più intelligente dei colonnelli garibaldini, con i cannoni, le vettovaglie, i feriti e i malati e una squadra di picciotti di Corleone. Il muoversi dei carri faceva alzare una grande nube che attirò subito l’interesse dei borbonici che arrivati a Piana degli Albanesi partirono subito all’inseguimento di quello che pensavano un esercito in ritirata. Quando i garibaldini arrivarono verso il ponte sul fosso sul Maganoce le truppe garibaldine si divisero. Orsini con le sue truppe continuò verso l’interno tirandosi dietro i borbonici, mentre il grosso dei garibaldini, silenziosamente e nell’oscurità si inerpicò sulla montagna e attraverso sentieri di capre si diresse verso la parte orientale di Palermo dove arrivò due giorni dopo. A Gibilrossa ai 750 garibaldini si unirono quaranta squadre siciliane formate da nuovi arruolati e dalle squadre che avevano combattuto sui monti per dar loro il tempo di fuggire. Il punto iniziale dell’attacco fu il Ponte dell’Ammiraglio scelto in quanto apparentemente sguarnito. All’alba del 27 Maggio incomincia l’attacco a Palermo. I garibaldini avrebbero dovuto avvicinarsi silenziosamente per effettuare un colpo di mano ma i picciotti, appena videro i borbonici, incominciarono a sparargli insultandoli. Vi fu il caos perché i borbonici contrattaccarono. Nella mischia, il colonnello ungherese Tukory che guidava l’avanguardia fu ferito ad un ginocchio e sarebbe morto qualche giorno dopo per l’infezione derivata dalla ferita. La mischia in prossimità del ponte continuò sanguinosa fino a che Garibaldi non fece attaccare alle spalle i nemici che dovettero ritirarsi. Finalmente la strada era spianata e i garibaldini entrarono a Palermo. Immediatamente le campane di tutte le chiese incominciarono a suonare e il popolo di Palermo scese per strada. Già ad aprile, in attesa di Garibaldi, vi era stato un tentativo di rivolta. Sessanta congiurati, chiusi nel convento de Gancia si erano radunati per fomentare il popolo e ad attaccare il presidio borbonico, ma traditi e circondati dall’esercito vennero uccisi quasi tutti. I tredici risparmiati dalle truppe vennero fucilati (tre volte di seguito) il giorno dopo senza processo nel piazzale davanti al Castello a Mare. Il popolo rimase sconvolto dalla ferocia mostrata dai borbonici in quella occasione e dalle rappresaglie che seguirono. Perciò quando le campane incominciarono a suonare tutti scesero per strada mentre i Principi, chiusi nei loro eleganti palazzi e protetti dalle loro guardie campestri osservavano l’evolversi della situazione. I garibaldini ed i popolani sciamarono per le strade cercando di impedire ai soldati di guardia alle porte di unirsi ai soldati al Castello al Mare e a questi di contrattaccare per unirsi a quelli chiusi nel palazzo dei Normanni. Si incominciò a realizzare delle barricate buttando oggetti di ogni tipo dalle case. Due reduci delle cinque giornate di Milano vedendo i mobili piovere dalle case incominciarono a gridare felici “Siamo a Milano, siamo a Milano”. Non riuscendo a riunirsi con le altre truppe e visto il supporto della popolazione a Garibaldi, venne dato ordine ai cannonieri del Palazzo Reale e a quelli sulle navi borboniche ancorate nel porto di fare fuoco sulla città. Le navi incominciarono a bombardare i quartieri di Palermo presto seguiti dai cannoni del Castello a Mare. L’ammiraglio inglese Mundy, che dalla sua nave osservava la battaglia, scrisse nel resoconto che farà per il suo governo, che i quartieri di Palermo bruciavano con al loro interno intere famiglie e che le atrocità delle truppe regie sulla popolazione erano indescrivibili.
Non era ormai una questione tra garibaldini e militari borbonici ma una resa dei conti tra l’esercito di uno stato ed i suoi cittadini che si stavano ribellando ai suoi soprusi. Malgrado le cannonate i palermitani resistono sulle barricate e tengono diviso l’esercito che si muove in modo incoerente. La situazione arriva presto ad uno stallo. Sia i borbonici che i palermitani stanno finendo le munizioni, nessuno dei due è sicuro di poter prevalere. Viene chiesto all’ammiraglio Mundy di mediare per una tregua. Il comandante borbonico, il generale Lanza, sa che la città è una trappola per i suoi uomini, ritiene che sia meglio ritirarsi a Messina e da li contrattaccare in tutta la Sicilia come era già stato fatto nelle ribellioni del ‘48 che portarono al ritorno dei borbonici a Palermo e ad una strage dei ribelli. La tregua viene concordata ed una volta firmata gli svizzeri che il colonnello Orsini si era portato in giro per la Sicilia, rientrano in città sparando. Vengono fermati e si allontanano con gli altri militari borbonici dalla città. Uscito l’ultimo borbonico dalla città, i Palermitani corsero al Castello al Mare per distruggerlo. Per secoli era stato il cane da guardia dei re napoletani, la prigione dove venivano rinchiusi e torturati i sovversivi, dove venivano impiccati o fucilati i rivoltosi all’ordine imposto dai Principi e dal clero fatto di nobili. Era insomma la Bastiglia dei palermitani e con odio e determinazione, a confermare il completo distacco dai sovrani di Napoli, loro la distrussero. Così Palermo vinse la sua battaglia.
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lamilanomagazine · 7 months
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Festival della Salute Mentale, oltre duemila presenze e iniziative da 'tutto esaurito'. Nomi di rilievo e grande partecipazione agli eventi che si sono tenuti ad Arezzo
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Festival della Salute Mentale, oltre duemila presenze e iniziative da 'tutto esaurito'. Nomi di rilievo e grande partecipazione agli eventi che si sono tenuti ad Arezzo. Calato il sipario, con l'ultimo spettacolo di sabato scorso, della prima edizione del Festival della Salute Mentale. Oltre duemila le presenze alla grande kermesse che ha visto riuniti ad Arezzo, dal 20 al 24 febbraio, esponenti della letteratura, dell'arte, del teatro, ma anche educatori e operatori della salute mentale. Oltre trenta eventi, fra iniziative culturali, lezioni, tavole rotonde, spettacoli, mostre, proiezioni, laboratori, visite guidate, sport e un contest con le scuole, che hanno aperto spazi di riflessione sui temi del benessere psico-fisico e dell'inclusione sociale. Studenti, cittadini, famiglie e operatori dell'educazione, della sanità e dei servizi hanno potuto riflettere sulla diversità, la disabilità e il benessere mentale. Nel ricco programma che ha animato le cinque intense giornate, anche le iniziative per la valorizzazione della memoria legata all'ex-ospedale psichiatrico del Pionta, oggi campus universitario. Nomi di rilievo fra gli ospiti di questa prima e fortunata edizione: gli psichiatri Vittorino Andreoli e Paolo Milone, il cantautore e performer Lorenzo Baglioni, il drammaturgo Stefano Massini, la regista Susanna Nicchiarelli. Il festival si è concluso sabato sera con la rappresentazione teatrale "Cartelle liriche – Esistenze manicomiabili" a cura di Cinzia della Ciana, Laura Occhini e Andrea Matucci, che ha raccontato storie sorprendenti ed emozionanti, di donne, uomini e bambini che hanno vissuto tra le mura dell'ospedale neuropsichiatrico del Pionta. Intanto continua, presso la Fraternita dei Laici, nelle sede di piazza Grande, la mostra "L'illusione. Storie di ordinaria dipendenza" a cura di Mario Perini, docente dell'Università di Siena, e del collettivo TerraProject, in collaborazione col Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Siena. L'esposizione presenta un lavoro di ricerca e documentazione sulle profonde problematiche legate alla dipendenza da gioco d'azzardo. Ingresso libero ore 15-18.30 lunedì, mercoledì e giovedì, dalle 10.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 dal venerdì alla domenica. Ha detto la professoressa Simona Micali, che ha coordinato il comitato organizzatore: "Sono molto grata ai nostri partner della Azienda USL Toscana sud est, alla direttrice sanitaria Assunta De Luca per averci creduto, e soprattutto a dirigenti, medici e operatori con i quali si è instaurato un clima di autentica collaborazione e scambio. Ringrazio il Comune di Arezzo e l'Ufficio scolastico provinciale per averci sostenuto e aver collaborato a diverse delle attività. Ma soprattutto ringrazio le numerose realtà di Arezzo e della Toscana che si sono impegnate insieme a noi per costruire un Festival ricco, articolato, coinvolgente e partecipato: per me il Festival è stata una splendida occasione per incontrare persone e realtà straordinarie attive nel nostro territorio, e questo incontro, la rete di relazioni e collaborazioni che abbiamo costruito, è stato uno dei risultati più importanti del Festival". "Come organizzatori siamo stati molto colpiti dall'interesse e dalla grande partecipazione, – prosegue la professoressa Micali -  e non è soltanto una questione di numeri. Fa naturalmente piacere che buona parte degli eventi abbiano registrato il 'tutto esaurito', che tanti siano arrivati ad Arezzo da tutta la Toscana e diversi da fuori regione per assistere e partecipare; ma personalmente, quello che mi ha colpito di più è stata la partecipazione attenta e appassionata del pubblico, in tutte le sue componenti: giovani, insegnanti, famiglie, personale sanitario e del mondo dei servizi. I dibattiti sono stati vivaci, lunghi e sempre molto partecipati, dimostrando che i temi al centro del festival toccano tutti, non solo sul piano professionale o culturale, ma anche su quello personale. Non possiamo che dare a tutte e tutti appuntamento all'anno prossimo per la seconda edizione del Festival. Già nelle prossime settimane ci metteremo al lavoro per pianificare tempi, ospiti, ampliare i partner istituzionali. Vorrei ringraziare il Rettore Roberto Di Pietra che ha creduto sin dall'inizio in questo progetto e lo ha sostenuto; e insieme a lui tutte le colleghe e i colleghi del Campus di Arezzo, docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo, che hanno lavorato con passione e generosità insieme a me per far funzionare la complessa macchina del Festival". L'articolato programma è stato organizzato dal Centro servizi di Ateneo Campus di Arezzo dell'Università di Siena, in collaborazione con l'Azienda Usl Toscana sud est e la Libreria Feltrinelli Point e con il patrocinio del Comune di Arezzo. All'organizzazione del festival ha partecipato anche l'Ufficio scolastico provinciale, la Fondazione Arezzo Comunità e numerose associazioni e enti del territorio aretino e toscano. Il logo del Festival della Salute mentale è stato creato dall'artista con disabilità Federica Mauro. Per Informazioni a questo link... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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corallorosso · 3 years
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Il mattino del 28 giugno 1945 la notizia della morte a Mauthausen degli antifascisti di Schio si diffuse rapidamente in tutti gli stabilimenti e in tutte le abitazioni. Alle ore 16 i commercianti del centro abbassarono le saracinesche e gli operai delle fabbriche abbandonarono il lavoro, concentrandosi in piazza Alessandro Rossi. Varie fonti riferirono un numero di persone prossimo alle 5.000, che scandivano urla minacciose e brandivano cartelli con scritte assai eloquenti: “Morte ai colpevoli”, “Vogliamo giustizia”, “Vendichiamo i Martiri di Mauthausen”. La piazza era gremita all'inverosimile, come lo era stata la mattina del 26 luglio 1943 (in foto), quando fu diffusa la notizia dell'arresto di Mussolini. Tutte le autorità locali scesero in piazza, preoccupate da quella massa minacciosa, e si prodigarono per calmare gli animi. Riccardo Walter, presidente del CLN scledense e membro per il PCI della Giunta consultiva comunale, telefonò al maresciallo Sbabo pregandolo di rinforzare con i suoi militi la guardia alle carceri. Un’ora più tardi, verso le 17, il governatore inglese Chambers, che amava trascorrere le sue giornate alla piscina dei Marzotto, arrivò e, salito al primo piano di palazzo Sella, si affacciò dal balcone dello studio del notaio Novello e cominciò a dire: «Siete tutti codardi, abbassate i cartelli, sgombrate la piazza, siete codardi perché avete presentato solo cinque denunce, di cui alcune anonime». Aggiunse che se entro tre giorni non ne avessero presentate delle altre avrebbe scarcerato tutti i fascisti. Dopo gli interventi di Walter e di Borga, prese nuovamente la parola Chambers, reiterando l’invito a presentare denunce scritte, in assenza delle quali avrebbe rilasciato anche gli ultimi 91 detenuti politici ancora presenti all’interno delle carceri. Riccardo Walter e Pietro Bolognesi fecero presente al governatore che le denunce che lui sollecitava si trovavano da tempo depositate, in gran copia, alla Corte d’Assise straordinaria di Vicenza, ma Chambers rispose, sprezzante, “che non gli interessava detto ufficio, ma che le denunce dovevano pervenire a lui”. Dalla folla inferocita partirono incitazioni a raggiungere le carceri e a linciare i detenuti: i reparti dell’88° Rgt. Fanteria del Gruppo di Combattimento “Friuli” di stanza in città e gli agenti della Polizia ausiliaria riuscirono a stento a contenere la massa che premeva verso via Carducci e le carceri, ma non furono in grado di evitare che alcune persone riuscissero, più tardi, a portarsi in via Baratto per urlare frasi minacciose all’indirizzo dei detenuti. Il conto alla rovescia di una tragedia largamente annunciata era iniziato. Ugo De Grandis
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segretecose · 4 years
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believe it or not carlo stragliati’s painting ‘episodio delle cinque giornate in piazza sant’alessandro’ is gay.
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personal-reporter · 1 year
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Ferrara Food Festival: fervono i preparativi
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L’appuntamento con le eccellenze ferraresi si rinnova anche quest’anno grazie a SGP Grandi Eventi in collaborazione con l’Associazione Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara, il patrocinio e la collaborazione fattiva del Comune di Ferrara e della Camera di Commercio di Ferrara. Insieme annunciano le nuove date di Ferrara Food Festival, in programma dall’1 al 5 novembre nel centro storico di Ferrara. Visto il successo degli anni precedenti aumentano i giorni della manifestazione che rende protagoniste le eccellenze enogastronomiche del territorio ferrarese. Da tre passano a 5 le giornate in calendario con un ricco programma di appuntamenti, showcooking, degustazioni e incontri culturali. All’insegna del buon cibo l’iniziativa animerà le vie del centro tra Piazza Trento e Trieste, Piazza Castello, Piazza Savonarola, Piazza Municipale coinvolgendo tante realtà del settore, associazioni di categoria, aziende, Consorzi di tutela, Comuni limitrofi, con l’obiettivo di creare nuove opportunità di promozione, valorizzazione e crescita del territorio e dell’indotto. IGP, DOP, DOC per celebrare prodotti, profumi, sapori indimenticabili in un vero e proprio viaggio nel gusto. Saranno cinque giorni dedicati ai prodotti tipici di Ferrara, alle ricette da scoprire nel nome della tradizione ma anche dell’innovazione. Non mancheranno gli appuntamenti culturali con riconoscimenti e premiazioni come il “Diamante Estense” che sarà conferito ad un personaggio del mondo della cultura, dello sport, del giornalismo o dello spettacolo che si sia particolarmente distinto nel suo campo e abbia contribuito a promuovere l’immagine di Ferrara a livello sia nazionale che internazionale, e “l’Ambasciatore del Gusto”, che andrà ad eleggere una personalità di spicco che si sia particolarmente prodigata con il suo impegno ed il suo lavoro a portare lustro e visibilità al mondo della cucina e dell’enogastronomia. Durante il festival, i visitatori possono gustare una vasta gamma di piatti tradizionali e moderni della cucina ferrarese, accompagnati da vini locali e birre artigianali. Il festival si svolge in diversi luoghi della città, tra cui il Castello Estense, uno dei monumenti più famosi di Ferrara. Il castello è stato costruito nel XIV secolo come residenza della famiglia d'Este e ha ospitato numerosi eventi storici, tra cui il banchetto in onore di Lucrezia Borgia nel 1502. Il Ferrara Food Festival non è solo un'occasione per gustare i piatti tradizionali e moderni della cucina ferrarese, ma anche per scoprire la storia e la cultura della città. Durante il festival, infatti, si svolgono anche visite guidate ai monumenti storici di Ferrara e si organizzano eventi culturali, come concerti e spettacoli teatrali. In sintesi, il Ferrara Food Festival è un evento culinario e culturale che celebra la ricca tradizione culinaria di Ferrara e la sua storia millenaria. Il festival rappresenta un'occasione unica per scoprire la bellezza e la diversità di questa città, situata nel cuore della regione Emilia-Romagna, famosa in tutto il mondo per la sua cucina. Appuntamento dall’1 al 5 novembre a Ferrara per poter scoprire tutti i sapori che rendono celebre questo territorio! Ferrara - Centro Storico - Ingresso libero Sito web: www.ferrarafoodfestival.it Facebook: @Ferrarafoodfestival Instagram: @ferrarafoodfestival Read the full article
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pantalaimon83 · 4 years
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Ogni viaggio che ho aspettato
Gli anni 2018 e 2019 sono tra i peggiori. Ma i viaggi che ho fatto sono stati dei momenti in cui ho veramente vissuto, fatto esperienze, provato emozioni. Sono stati belli e importanti. Non sempre sono stati entusiasmanti, non tutto è stato piacevole, non sempre mi sono sentito veramente nel luogo, però c’ero e ricordo con nostalgia.
Ho sempre avuto il desiderio di viaggiare e ben poche possibilità. La prima volta che ho varcato i confini è stato soltanto nel 2006, era più simbolico che altro perché il confine era quello con la Città del Vaticano in Piazza San Pietro. Non pensavo sinceramente che avrei viaggiato davvero, rimaneva tutto lontano dalla concretezza.
Sono passati altri cinque anni per un vero viaggio all’infuori dei confini, qualche giorno a Londra per l’università. Non vedrò quasi nulla di quello che volevo, mancava il tempo e ciò che volevo vedere io agli altri non interessava. Però è stato bello.
L’anno dopo in Spagna, a Madrid solo di passaggio. Si va a Burgos, sempre per l’università. Non sarà un bel viaggio, mi sentirò male e la compagnia non sarà piacevole. Ma riesco a trovarne qualcosa di positivo, Burgos è una bella città.
Arriviamo al 2018, finalmente posso decidere per conto mio, Nei limiti del non poter spendere più di tanto. Mi organizzo per Parigi e per Londra, pochi giorni, ma va bene così.
A Parigi capito nei giorni più freddi dell’anno, una perturbazione di origine artica porterà un gelo tremendo. Gran parte degli spostamenti sarà in metropolitana, a piedi farò il meno possibile. Vedrò alcuni dei musei più importanti e Notre-Dame prima dell’incendio. Scopro una cosa che reputavo superficiale e invece è importante: è bello scoprire la cucina del luogo. Per fortuna avevo studiato il francese a scuola, è stato veramente utile.
A Londra sarà già primavera, finalmente vedrò molte cose rimaste in sospeso dal viaggio precedente. Ho ancora tanto da vedere in realtà. Andrò pure a Oxford per vedere alcuni luoghi dei libri che ho apprezzato. Avevo timore che il mio pessimo inglese mi potesse creare problemi, me la caverò.
In autunno il viaggio più lungo e complesso che ho organizzato: Porto, Lisbona e ritorno da Madrid. La prima volta in un paese di cui non conosco la lingua e che lingua incomprensibile è il portoghese. È stato il viaggio più bello di tutti e non me l’aspettavo. Saranno state le belle giornate di sole, novembre è il mese più piovoso in Portogallo, sarà stata quell’atmosfera nostalgica che mi ricordava gli anni ‘90 che ho vissuto, sarà stata quella luce particolare di cui mi avevano parlato e che pensavo fosse solo la solita frase da emotività facile, ma è stato davvero molto bello. In Spagna la fine del viaggio, a Madrid vedrò le cose che mi interessavano, non molte. Un giorno l'ho passato a Toledo, una bellissima lunga passeggiata.
Nel 2019 il viaggio in Irlanda, una settimana complessa da organizzare perché le cose belle non stanno nelle città. È stato il viaggio in cui ho interagito di più con la gente del luogo, l’inglese che parlano è difficile da capire, ma ci si abitua.
Quell’anno anche due brevissimi viaggi in Italia, in primavera nelle tre V del Veneto e quasi a fine anno a Roma per un concorso, riesco a fare una breve passeggiata anche qui.
Sapevo che dopo questo non era detto che avrei fatto altri viaggi a breve, il problema è il solito: il lavoro. Il resto non potevo immaginarlo. Per cui si torna ai viaggi immaginari che aspetterò e desidererò, ma questa volta sono fiducioso di riuscire a farli, prima o poi.
https://www.youtube.com/watch?v=TVlMO-5TE9c
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mycaramelcake · 5 years
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Ah, la morbidezza...! 😋🥐😋 #trecce #brioche #baking #homebaking #yummy (presso Piazza Cinque Giornate) https://www.instagram.com/p/B17FSwAiOuA/?igshid=1nvoytr6f5wxz
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