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#ponte bianco
marcogiovenale · 3 months
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pontebianco e reti : : :
https://pontebianco.noblogs.org/ pontebianco è scritto da marco giovenale e roberto cavallera, che sono (variamente disseminati) anche qui: / compostxt / differx / differx_tumblr / esiste la ricerca / gammm / rrkwr / setteassedi / slowforward / …e in infiniti altri rizomi di rizomi: un “network possibile delle sperimentazioni” offre i suoi link qui:…
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poesiablog60 · 7 months
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Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia –
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d’esili ombre –
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago –
ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda –
Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco –
sulle oscure voragini
della terra.
Antonia Pozzi
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neropece · 9 months
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“quiet warmth” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Il sole invernale illuminava delicatamente le rive di lungo Dora, gettando un bagliore argenteo su ogni superficie. Una donna, con l'impermeabile bianco, camminava con passo tranquillo insieme al suo cane dello stesso colore. Lui le girava attorno con entusiasmo, sfruttando al massimo lo spazio concesso dal guinzaglio. La vista della Mole Antonelliana si stagliava maestosa sullo sfondo, una presenza silente che osservava ogni passo della donna.
Mentre avanzavano lungo il fiume, il rumore della città sembrava attenuarsi, lasciando spazio al fruscio dell'acqua, al lontano suono dei passi delle scarpe sull'asfalto e a qualche urla di gabbiani. Ogni tanto la donna si fermava per accarezzare il suo cane guardandolo negli occhi con affetto.
Attraversarono il Ponte Bologna e il cane si fermò un attimo per annusare l'aria con la coda agitata. La donna controllò rapidamente il telefono, si appoggiò alla balaustra e guardando il fiume che scorreva placido sotto di loro mormorò: "Sai, la vita ha modi strani di metterti alla prova."
Il cane fece un leggero grugnito, come se capisse il peso delle parole della sua padrona. Si rimisero in cammino, e il loro percorso li portò vicino alla riva, dove l'acqua lambiva dolcemente le sponde.
Sedendosi su un muretto la donna prese il suo cane sulle gambe e, guardando il riflesso della Mole nell'acqua, sospirò: "Nonostante tutto questa città ha un certo fascino, non trovi?"
Il cane posò la testa sulle gambe della donna, come cercando conforto. Per un momento, entrambi rimasero lì, immersi nei loro pensieri, il mondo intorno a loro era in pausa.
Proseguirono il loro percorso fino a fermarsi proprio di fronte alla Mole Antonelliana, la sua silhouette imponente era finalmente illuminata dai raggi del sole che stavano facendosi largo tra gli strati di nuvole. "Chissà cosa ci riserva il futuro," sussurrò la signora guardando il cane.
Il cane abbaiò, come se volesse dire che, indipendentemente da ciò che avrebbe portato il domani, era pronto ad affrontarlo insieme alla sua padrona.
Con quella promessa silenziosa, la donna e il suo cane camminarono fino a scomparire, lasciando dietro di loro il fiume e la Mole che, come una vecchia amica, li osservava da lontano, sempre presente ma mai veramente vicina.
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fashionbooksmilano · 9 months
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Roloff Beny Persia
Un Ponte di Turchese
a cura di Seyyed Hossein Nasr, note storiche Mitchell Crites
Arnoldo Mondadori, Verona 1976, 368 pagine, 26x31,3cm, 267 tavole a colori e in bianco e nero
euro 50,00
email if you want to buy [email protected]
Over two hundred color plates and extensive text depict the people and landscape of Persia. Includes an essay by Seyyed Hossein Nasr. A beautiful book showing the many natural, cultural, sacred, historic, artistic, personal, and other aspects of Persia/Iran prior to the 1979 Revolution. Roloff Beny  (1924–1984) was a Canadian photographer who spent the better part of his life in Rome and on his photographic travels throughout the world.
Corposo saggio antologico, corredato di imponente corpus iconografico composto di capolavori artistici ed evocazioni poetiche, saggio introduttivo e antologia di Seyyed Hossein Nasr, note storiche relative alle tavole di M. Crites.
Oltre duecento tavole a colori mostrano il popolo e il paesaggio della Persia. Un bellissimo libro che mostra i molti naturali, culturali, sacri, storici, artistici, personali e altri aspetti della Persia/Iran prima della rivoluzione del 1979, Roloff Beny è stato un fotografo canadese che passò la miglior parte della sua vita a Roma e nei suoi viaggi fotografici nel mondo.
16/12/23
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libriaco · 8 months
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L'🐘 Bianco
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Nel BURrino di Mark Twain che ho letto qualche settimana fa, c'è un racconto che si intitola My Late Senatorial Secretaryship [ca. 1867], tradotto in italiano come: Il mio ex-impiego di segretario di un senatore [Quello che è nel titolo della raccolta a qualche cinéphile potrebbe ricordare un episodio del film "Il fantasma della libertà" di Luis Buñuel]. A un certo punto del racconto si trova una poesiuola di poche righe:
Cecco Bilecco infilzò in uno stecco: lo stecco si rompe e Cecco va sul ponte; il ponte va in rovina e Cecco s'infarina: la farina si staccia e Cecco si sculaccia
Canzoncina per bambini che mi recitavano (nonno? mamma? nonna?) tenendomi seduto sulle gambe e facendomi sobbalzare. La prima frase però era: "Cecco Bilecco infilato in uno stecco"; da quanto ho cercato rapidamente sembra essere una cantilena toscana.
Controllando l'originale di Mark Twain si legge invece:
Jack and Gill went up the hill To draw a pail of water; Jack fell down and broke his crown, And Gill came tumbling after.
La traduttrice dei racconti, nel 1952, era Oriana Previtali neé Gui (1912-1997), figlia di Vittorio, direttore d’orchestra e fondatore del Maggio musicale fiorentino e moglie di Ferdinando Previtali, come il suocero direttore d'orchestra e compositore.
Ho decisamente apprezzato che la Previtali non si limitasse a volgere in italiano l'originale ma lo sostituisse con un'omologa nursery rhyme nostrana!
Mark Twain, Il furto dell'elefante bianco e altri racconti, Milano, Rizzoli, 1952 [Trad. O. Previtali]
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crossroad1960 · 11 months
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🤡
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gcorvetti · 5 months
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Inseguire un sogno.
Ieri mentre andavo al bar a prendere un caffè e una torta, abitudine che non ho perso anche se adesso vado da solo e mi porto il libro che sto leggendo; ho incontrato Andres, il bluesman, e abbiamo scambiato 4 note, chiacchere 😁​, li ho detto che suono sempre e che sto scrivendo roba nuova e lui ha voluto ascoltare qualcosa, infatti oggi gli ho mandato A drop in the sea, ma mentre che ero dentro la cartella dei lavori musicali ho voluto fare un giro nella parte vintage, cioè quella parte precedente al lockdown, come disse mio cugino "Oramai è tutto pre lock o post lock". Mi sono fatto due risate a rivedere le nostre foto, con Andres, del concerto fatto assieme per il mese del blues e altre foto di altre esibizioni, poi ho visto che avevo fatto già le foto per una serata, sempre con lui, fuori città che però fu cancellata appunto per il lockdown, mannaggia, e tra le foto ce n'è una che mi piace proprio, ero di una figaggine unica 😆​, eccola
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Intanto la Giallinusa, quella Squier Telecaster mi manca parecchio, cazzo non dovevo venderla, va bè ne troverò un'altra, anzi appena ho i soldi me ne prendo una. Quando la presi, di seconda mano, aveva intanto il battipenna bianco che era un pugno in un occhio, il ponte arrugginito il manico abbastanza piegato e dopo averla smontata almeno 4 volte completamente sono riuscito a farla suonare bene, poi gli misi i dadi ai poteziometri che mi piacevano un casino, li avevo visti non ricordo dove, i plettri che mi resi conto solo dopo aver fatto la foto che me li ero dimenticati, ma ci stanno. Ci sono altre foto di quel set, ma questa mi piace proprio, mi piacerebbe anche fare qualcosa con Andres, magari riprendere quel concerto che ci cancellarono, boh, ma lui è impegnatissimo ha un calendario fittissimo, chissà magari più avanti, intanto il brano gli è piaciuto e questo mi inorgoglisce, un pò di autostima. Mentre a voi vi lascio con lo zio Frank e i suoi detriti cosmici.
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bicheco · 1 year
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Il gioco del pazzo
Come sapete io sono in fissa con la creatività, la mia ma anche la vostra, credo che tenere in esercizio i neuroni ed esprimersi sia l'unico modo per rimanere vivi; o quantomeno uno dei modi più divertenti ed economici.
Ho deciso quindi di lanciare la mia sfida sapendo perfettamente che nessuno la raccoglierà. Però magari mi sbaglio e mi stupirete, qualcuno quantomeno, tuttavia non credo, ormai vi conosco: siete dei morti di sono (nel senso dell'egocentrismo spinto).
Ho scritto quindi l'inizio di uno strano raccontino: vi sfido a continuarlo. A finirlo. Mi piacerebbe davvero leggere in che modo lo fareste procedere.
Eccolo qui.
Johnny è un uomo di mezza età e vive a New York. Questa bizzarra vicenda infatti potrebbe capitare solo a New York, la città delle grandi illusioni e delle ancora più grandi delusioni. Dicevamo di Johnny: un uomo solo, stanco, perso e disperato, in questo momento l'uomo sta andando a suicidarsi. Troppi problemi: sentimentali, economici, esistenziali, la vita non gli piace più, ha deciso di farla finita. Ci ha pensato tante volte, stanotte però troverà la forza per lanciarsi giù dal ponte, un semplice salto e poi... più niente. Quando ormai è in piedi, dritto sul cornicione, a solo un passo dal vuoto, è una voce a fermarlo: "Scusi signore, avrebbe un attimo di tempo da dedicarmi? Vedo che è impegnato, e anche piuttosto determinato direi, tuttavia credo che se mi concederà un momento di attenzione, non se ne pentirà". La voce è quella di un vecchio signore vestito tutto di bianco, potrebbe essere una specie di angelo sceso dal cielo, ma anche un semplice pasticciere a fine turno. Johnny scende e si avvicina all'uomo, il quale gli porge una scatola. "Io adesso mi allontano, quando sarà rimasto da solo la apra, dentro troverà tre buste che credo potrebbero suscitare il suo interesse. Buona notte e... buona fortuna". L'uomo sorride e con passo lento sparisce all'orizzonte. Nella scatola Johnny trova anzitutto una grande busta gialla con sopra scritto "problemi economici": dentro la busta una corposa mazzetta tutta con banconote da mille dollari. Johnny è sbalordito. Nel pacco poi c'è una seconda busta: "problemi d'amore" recita la scritta. Dentro la busta una lettera con un indirizzo e poche parole "Sono qui, ti sto aspettando, raggiungimi. Mary". La terza busta, "problemi esistenziali", contiene una chiave e null'altro.
Fine prima parte. In attesa della seconda. Buon gioco.
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emz26 · 7 months
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L’agente Vinnie, Fox e l’ispettore Greco.
La strada bagnata scorreva sotto le ruote della sua Shevy d’ordinanza, erano 5 minuti che l’inseguimento era cominciato. L’agente Vinnie aveva notato un movimento sospetto mentre era fermo all’El’s dinner, un tizio coperto da un lungo impermeabile e con in testa un cappellaccio da australiano stava trafficando accanto ad una Chevrolet bianca, scese dalla pattuglia e si avvicinò al soggetto, “hey” grido per farsi notare, e l’uomo lo noto, la reazione era prevista. Il tizio saltò in auto e partì con la fretta di chi aveva qualcosa da nascondere, Vinnie si aspettava una reazione simile, aveva 30 anni d’esperienza, ed era già pronto a raggiungere il volante della pattuglia per dargli dietro, tutto questo con buona pace della voglia di ciambelle del suo collega Josh.
Pioveva quella cazzo di notte, sulla strada bagnata la Shevy era come un pesante rinoceronte con le pattine ai piedi, scivolava ovunque, bisognava guidare in punta di dita, ogni frenata rischiava di diventare un bacio contro il muro, ogni curva sembrava una faticosa virata in mare, e anche in rettilineo non si poteva abbassare la guardia, ogni pozzanghera generava una sbandata, l’unica cosa positiva era che anche il fuggiasco guidava una Chervolet special deluxe del ‘40 di colore bianco, i fari della volante la facevano risaltare nel buio della notte, era un cazzo di inseguimento a rallentatore.
L’Hudson era una spaventosa macchia scura sul lato sinistro della strada, Vinnie era travolto dal desiderio e dalla paura, voleva prendere il fuggiasco ma non voleva saltare dentro al fiume con la macchina, l’immagine di una Shevy zebrata intenta a saltare giù da un ponte lo aggredì, scosse la testa, doveva rimanere concentrato, quel figlio di puttana andava preso, era sicuro di dar dietro al criminale che veniva chiamato Fox, erano mesi che li faceva penare. Sulle prime non ci dettero molto peso, ma nel giro di poco passò dai piccoli furti ad atti sempre più efferati, l’escalation era stata vertiginosa, due mesi fa il primo omicidio a sangue freddo e poi, poi non si era più fermato, i suoi attacchi erano diventati sempre più frequenti e sempre più feroci, ultimamente si era messo a giocare con le lamette da barba.
Vinnie era solo in auto, Josh era rimasto con le ciambelle in mano e la bocca aperta, era ancora dentro l’El’s dinner e poco poteva fare per il collega. Vinnie provò ad allungare la mano verso la radio, ma le luci spente non facevano presagire nulla di buono, la radio era muta. Provò ad accendere la sirena ma anche quella era guasta, era dentro un fottuto rinoceronte incapace di grugnire o qualunque sia il verso di un rinoceronte, era fottutamente solo.
I primi bagliori dell’alba normalmente presagivano la fine del turno di notte e Vinnie li accoglieva sempre con un sorriso, ma oggi significavano solamente un rischioso straordinario mal pagato, e forse, forse una pallottola nel petto.
Vinnie doveva solamente resistere, più riusciva a far durare l’inseguimento e più Fox sarebbe stato nei guai. Fox, lo chiamavano così perché si comportava come una volpe, mimava il carattere della vittima, se la faceva amica, e appena questa abbassava la guardia se la beveva, psicopatico bastardo.
Il segnale dei lavori in corso apparve come una madonna nella notte, normalmente è un segnale indesiderato per chi guida, ma questa sera no, il ponte sul fiume era interrotto e Fox ci stava finendo dentro, dopotutto forse non sarebbe stato Vinnie a saltare nel fiume. L’auto bianca cominciò a rallentare per poi fermarsi, era in trappola e non c’era più nulla da fare, sembrava finita, ma una bestia in trappola è sempre pronta a tutto, non era il momento per abbassare la guardia.
“SCENDI SUBITO DALLA MACCHINA!” urlò Vinnie, nessuna risposta, la luce adesso permetteva di vedere chiaramente, e dentro l’abitacolo non si scorgeva nessuno, non poteva essere fuggito, Vinnie dalla sua posizione vedeva chiaramente le portiere, non poteva essergli scappato. Il peso del ferro lo confortava, decise di agire, uscì dall’auto e percorrendo un lento e ampio raggio e cominciò ad avvicinarsi allo sportello dell’auto, “SCENDI!”, “ALZA LE MANI!” “FATTI VEDERE!”, ad ogni passo ripeteva come un mantra queste parole, ma niente, nulla di nulla, riceveva in cambio solo silenzio, la maniglia era giunta a portata di mano, la bianca portiera era il confine tra la vita e la morte.
Vinnie era in difficoltà sul da farsi, ogni errore sarebbe stato fatale, la soluzione più semplice sarebbe stata quella di sparare alla portiera, il potere distruttivo della magnum avrebbe fatto il resto, ma il codice non lo permetteva, si sollevò dalla posizione di guardia per sbirciare dentro l’abitacolo.
Vuota, era orribilmente vuota, aprì di scatto la portiera, e dentro non c’era nessuno, come cazzo aveva fatto a scappare? Sul divanetto anteriore c’erano solamente l’impermeabile vuoto ed una valigetta aperta contenente un rasoio e delle dita tranciate, e sangue, macchie di sangue ovunque. “Dove cazzo sei finito bastardo?”, si girò verso la strada e la volante era sparita, “Che cazzo succede?” ringhiò Vinnie, si portò le mani alla testa ma il tatto non incontrò i suoi radi capelli ma un cazzo di cappello da australiano, che cazzo stava succedendo!? Cadde a terra in preda alle convulsioni e vomitò, ora le sue mani tremavano e la pistola emetteva un sinistro tintinnio.
L’ispettore Greco era stato buttato giù dal letto alle 5 di mattina, si dirigeva al cantiere sull’Hudson, l’agente Josh aveva dichiarato il furto di una Chervolet special deluxe del ‘40 di colore bianco da parte di Vinnie, la stessa ritrovata poi al cantiere, che cazzo gli era preso a quel mezzo italiano maledetto?
L’ispettore Greco scese dalla macchina e sbottò “che cosa abbiamo qui?”, “ un agente con un buco in testa, una manciata di dita e un rasoio,”, ”sangue?”, ”quanto ne vuoi”, “e nel bagagliaio?”, ”pezzi di carne appartenenti ad un numero imprecisato di persone”, “Il solito cazzo di casino al quale tentare di dare un senso”, L’ispettore si accese una sigaretta bestemmiando.
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marcogiovenale · 3 months
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pontebianco riprende le pubblicazioni
https://pontebianco.noblogs.org/post/2024/06/23/pontebianco-riprende-le-pubblicazioni/
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conte-olaf · 2 years
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Ex-GKN, Qf perde il ricorso contro il primo decreto ingiuntivo. L'azienda condannata a pagare gli stipendi dal 9 ottobre 2022 in poi, da quando non ha nessuna copertura di cassa integrazione.
La sentenza mette nero su bianco che "l'"inagibilità” dello stabilimento di Campi Bisenzio non risulta provata". La RSU: "la sentenza ristabilisce semplicemente il senso della realtà. L'assedio va rotto e va rotto ora. Non abbiamo tempo di aspettare che tutti i tribunali ci diano ragione".
[Campi Bisenzio, 23 marzo 2023] Il Tribunale ha accertato il diritto del dipendente al pagamento della retribuzione stabilendo che per il periodo di copertura cigs fino al 9/10/22 - autorizzata solo in data 10/3/23 - il pagamento è a carico dell’Inps, condannando invece QF a corrispondere al lavoratore quanto dovuto a titolo retributivo, riconoscendo gli
Importi di paga pieni, per il restante periodo.
Questa in sintesi la sentenza del Tribunale del Lavoro di Firenze che oggi si è espresso in merito al ricorso presentato da QF, contro il primo decreto ingiuntivo per il pagamento dello stipendio arretrato a un suo dipendente.
"Smontate una dopo l’altra tutte le argomentazioni di Qf - dichiara la RSU ex-GKN - Le stesse argomentazioni che invece ipnotizzano e tengono ferme un pezzo importante della nostra politica. La nostra mobilitazione, che è socialmente legittima, non si appoggia sulle sentenze di Tribunale per sostenere le proprie ragioni. Noi partiamo da ragionamenti sindacali, sociali e politici. Deve essere frustrante però per quella politica che fa della legalità la propria bandiera, sentirsi dare torto anche dalle sentenze di tribunale".
Fuori dalla legge e dalle norme, così si pone QF e così forse si pone la cassa retroattiva concessa a Borgomeo, in spregio non solo ai lavoratori ex-GKN, ma a tutte le imprese che invece per accedere alla cassa hanno di solito bisogno di fornire evidenze e causali chiare.
La sentenza ristabilisce semplicemente il senso della realtà, come si evince da questi estratti:
“in assenza di un atto di accoglimento della domanda di CIG il datore di lavoro continua ad essere obbligato al pagamento della retribuzione” (…)
“è pacifico che l’attività produttiva (…) sia cessata nel luglio dell’anno 2021 per esclusiva volontà datoriale e non sia stata più ripresa, in attesa della predisposizione e realizzazione di un piano di reindustrializzazione. (…) Deve quindi escludersi che la sospensione della prestazione lavorativa sia addebitabile al lavoratore o sia stata concordata. Non è configurabile nemmeno una situazione di oggettiva impossibilità sopravvenuta in quanto la inutilizzabilità della prestazione da parte del datore di lavoro, per “inagibilità” dello stabilimento di Campi Bisenzio non risulta provata”. Anzi, accerta il Tribunale che risulta provato il contrario, e cioè che lo stabilimento è agibile sulla base della stessa documentazione prodotta in giudizio da QF.
Qf è quindi condannata a pagare gli stipendi dal 9 ottobre 2022 in poi, da quando non ha nessuna copertura di cassa integrazione. "Come già detto prima del 9 ottobre - spiega la RSU - Qf è stata salvata dalla liquidità di cassa immessa dallo Stato, il quale ha di fatto deciso di rimborsare con contributi pubblici Borgomeo, pur non avendo rispettato l’accordo quadro e portato avanti le attività previste dal periodo ponte. Ad oggi Qf continua a trattenere illegittimamente le nostre retribuzioni, e anche le buste paga, il nostro Cud, per impedire di fare valere le nostre ragioni con altri ricorsi per ingiunzione. Da ottobre ad oggi Qf deve pagare interamente tutte le spettanze contrattuali e di legge (mensilità, tredicesima, ferie, tfr, ecc. ecc.)".
Per il 2023 l’azienda non ha aperto nessuna procedura di cassa integrazione sul 2023. "Preferisce passare dalla parte del torto, pur di togliere forme di reddito ai lavoratori" conclude la RSU "E' un assedio che va rotto e va rotto ora, non possiamo aspettare che ogni tribunale ci dia ragione.
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solosepensi · 1 year
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Cronofobie VS Cromofobie Quante sono le paure che intaccano gli umani? Sempre di più, sempre maggiori a seconda dell'epoca storica che si trovano a vivere. Oggi ho raccolto due neologismi fobici. La paura dei colori e la paura del tempo ( che passa). Come avere paura dei colori, non saprei. Mi sono spesso definito l'uomo dal cuore a colori in un mondo in bianco e nero ed oggi più che mai confermo questa autotesi. Per quanto riguarda la paura del tempo ( che passa) non me ne sono mai curato troppo. Non arriverò certo ora alla transazione temporale dei fili bianchi che mi tengono ancorato al passato. Amo l'idea di vivere questo ponte attraverso il presente ed il passato. Non me ne dolgo. Sono ( moderata_mente) di me e di come sto. Sono molto più dispiaciuto che ci sia gente che ho incrociato nel mio cammino che ha scelto di gettarsi giù da questo ponte che conduce verso la realizzazione di se stessi. Ma queste sono cose che riguardano il libero arbitrio... ed ognu con la sua vita fa ciò che vuole. Io.
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libero-de-mente · 2 years
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La strada della vita
Questa mattina percorrendo la strada che mi portava in centro città, complice la pigrizia del traffico, mi sono preso la briga di automotivarmi.
Di pensare positivo, di vedere la vita in maniera da prendere un respiro e ricominciare.
Ricominciare a viaggiare, ricominciare a leggere, ricominciare ad ascoltare musica, ricominciare ad assaporare le cose belle della vita.
In una giornata primaverile con il colori sgargianti, grazie a un sole limpido, osservavo dai finestrini la vita scorrere lungo la strada.
Ed ecco una coppia, molto anziana, entrambi ricurvi sulle loro schiene camminare attaccati l'una all'altro. Ho subito pensato che per arrivare a stare tanto tempo insieme, quelle due persone, abbiano imparato a ingoiare il dolore per non farlo deglutire a chi gli sta a fianco.
Arrivato al semaforo successivo nell'auto sulla corsia al mio fianco un'altra coppia, stavano litigando. Le urla le sentivo nonostante i finestrini fossero chiusi. Non ho voluto invadere quel momento ho rivolto lo sguardo davanti a me, solo una cosa ho notato: gli occhi di lei, quasi abituati a una disperazione quotidiana. A non piangere per mancanza di tempo, perché se si fermasse cederebbe e verrebbe sopraffatta.
Nel tragitto vedo una donna con un cane al guinzaglio, un cucciolo pieno di vita e curiosità che si sofferma ad annusare e osservare tutto quello che incontra. Lei, lo asseconda con amore guardando quella piccola creatura come se fosse suo figlio.
Probabilmente uscivano dalla clinica veterinaria poco più in là, quella dove nel momento del mio passaggio un furgone per la raccolta di rifiuti speciali sta caricando quello che la clinica veterinaria aveva preparato in un cassonetto. Nel ribaltare il cassonetto non ho potuto fare a meno di notare che tra sacchetti neri e scatole c'era una carcassa. Quello di un cane di grossa taglia, bianco e nero, rigido nel suo stato di morte. La sua anima avrà già superato il ponte, qualcuno in questi giorni ha pianto per l'addio a un membro scodinzolante della famiglia. Un amico fedele, una presenza rassicurante e molti divani condivisi con i suoi famigliari umani. Questo mi sono imposto di pensare, non voglio credere che abbia avuto una vita fredda come il cassonetto metallico in cui si trovava la sua carcassa. Anche se io lo definirei "un corpo". Perché sanno essere più umani di noi.
Passato un incrocio un uomo, avvolto in un eskimo di molte taglie più grandi che lo copriva completamente, la testa coperta dal cappuccio il volto mascherato da una sciarpa fino sotto gli occhi, stava urinando sul marciapiede, contro il muretto di cinta di un giardino pubblico. In mezzo alla strada. Barcolla e riprende a camminare con un equilibrio compromesso, quasi trascinandosi.
Venti metri dopo averlo superato una ragazzina, seduta sotto la tettoia di una fermata dell'autobus, aspetta la sua corsa guardando incantata il cielo. Grandi cuffie sulle orecchie le trasmettono musica che lei canticchia sorridendo mentre muove la testa a ritmo. Il tutto con lo sfondo di un enorme zaino scolastico in spalla.
La vita sta proprio in questo, un lungo percorso dove si alternano momenti di vita piene d'amore e gioia e sogni, con sconfitte e lutti e rabbia.
Non esiste una soluzione per vivere al meglio intesa come legge universale, poiché non tutti ci comportiamo allo stesso modo, non siamo spinti dalle stesse motivazioni. Non abbiamo lo stesso cuore, non siamo uguali. Esiste chi il cuore lo usa tanto, esiste chi il cuore non lo ascolta da così tanto tempo che esso si è rassegnato. Atrofizzato.
Ho semplicemente percorso un tratto di strada che mi portava in centro città, ma se si osserva bene quello che ci circonda c’è da imparare e comprendere in ogni angolo del mondo.
Arrivo al mio appuntamento lavorativo, conscio di aver imparato qualcosa in più di ieri e meno di domani. Stringo le mani, saluto con sorriso cortese e comincio a ritornare con i piedi per terra.
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Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi che s'accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia.
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d'esili ombre
fino a una valle d'erboso silenzio,
al lago.
Ove tinnisce per un fiato d'aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l'acqua non profonda.
Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte
sottile e saldo
bianco
sulle oscure voragini
della terra.
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Antonia Pozzi
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argan-g · 1 year
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INDEX
CLASSICO E ROMANTICO
William Blake, Newton
Jöhan Heinrich Füssli, L'incubo
Étienne-Luoise Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton
Claude-Nicolas Ledoux, Casa delle Guardie campestri
John Constable, La chiusa
e il mulino di Flatford
William Turner, Mare in tempesta
Francisco Goya, Fucilazione
Jacques-Louis David, La morte di Marat
Antonio Canova, Monumento di Maria Cristina d’Austria
Jean-August-Dominique Ingres, La bagnante di Valpingon
Théodore Géricault, La zattera della Medusa
Eugène Delacroix, La Libertà guida il popolo
Lorenzo Bartolini, Monumento funebre della contessa Zamoyska
François Rude, Rilievo dell'Arco di trionfo di Parigi Camille Corot, La cattedrale di Chartres
Théodore Rousseau, Temporale; veduta della piana di Montmartre
Honoré Daumier, Vogliamo Barabba
Constantin Guys, Per la strada
Honoré Daumier, Il vagone di terza classe
François Millet, L’Angelus
Camille Pissarro, Sentiero nel bosco in estate
LA REALTA' E LA COSCIENZA (l’Impressionismo; La fotografia; Il Neo-impressionismo; Il Simbolismo; L’architettura degli ingegneri)
Gustave Courbet, Ragazze in riva alla Senna (Estate)
Edouard Manet, Le déjeuner sur l'herbe
Alfred Sisley, Isola della Grande Jatte
Claude Monet, Regate ad Argenteuil;
Claude Monet, La Cattedrale di Rouen
Auguste Renoir, Le Moulin de la Galette 
Edgar Degas, L'absinthe
Paul Cézanne, L'asino e i ladri
Paul Cézanne, La casa dell'impiccato ad Auvers (Non Aversa)
Paul Cézanne, I giocatori di carte
Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire 
Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande-Jatte
Paul Signac, Ingresso del porto a Marsiglia
Paul Gauguin, Te Tamari No Atua
Vincent van Gogh, Ritratto del postino Roulin 
Henri de Toulouse-Lautrec, La toilette
Henri Rousseau detto il Doganiere, La Guerra 
Odilon Redon, Nascita di Venere
Gustave Moreau, L'apparizione 
Pierre Bonnard, La toilette del mattino
Auguste Rodin, Monumento a Balzac
Medardo Rosso, Impressione di bambino davanti alle cucine economiche
I pittori della cerchia di Mallarmé
Edouard Vuillard, La pappa di Annette.
James MeNeill Whistler, Notturno in blu e oro: il vecchio ponte di Battersea
L' OTTOCENTO IN ITALIA, IN GERMANIA, IN INGHILTERRA
1. Giovanni Fattori, In vedetta
IL MODERNISMO (Urbanistica e architettura moderniste; Art Nouveau; La pittura del Modernismo; Pont-Aven e Nabis)
1. Antoni Gaudí, Casa Milá a Barcellona
2. Adolf Loos, Casa Steiner a Vienna
3. Antoni Gaudi, Il Parco Güell a Barcellona
L’ARTE COME ESPRESSIONE (Espressionismo; La grafica dell’Espressionismo)
1. Edvard Munch, Pubertà
André Derain, Donna in camicia
Ernst Ludwig Kirchner, Marcella
Henri Matisse, La danza
Emil Nolde, Rose rosse e gialle
Oskar Kokoschka, Chamonix, Monte Bianco
L’EPOCA DEL FUNZIONALISMO (Urbanistica, architettura, disegno industriale; Pittura e scultura; Der blaue Reiter; L’avanguardia russa; La situazione italiana; École de Paris; Dada; Il Surrealismo; La situazione in Inghilterra; La situazione italiana: Metafisica, Novecento, anti-Novecento)
Le Corbusier, Villa Savoye a Poissy
Le Corbusier, Cappella di Nötre-Dame-du-Haute a Ronchamp
Walter Gropius, La Bauhaus a Dessau
Ludwig Mies van der Rohe, Plastico di un grattacielo in verro per Chicago
Ludwig Mies van der Rohe, Seagram Buildings a New York
Tre progetti per il Palazzo dei Soviet. Le Corbusier e Pierre Jeanneret,
Walter Gropius, Bertold Luberkin,
Teo van Docsburg e Hans Arp, Cinema-ristorante L'Aubette a Strasburgo.
Thomas Gerrit Rietveld, Poltrona con elementi in nero, rosso, blu
Pier Mondrian, Composizione in rosso, giallo, blu
Aivar Aalto, Sanatorio a Paimio - Poltrona
Frank Lloyd Wright, Casa Kaufmann a Bear Run 
Pablo Picasso, I saltimbanchi; Les demoiselles d’Avignon; Natura morta spagnola
Georges Braque, Narura morta con l’asso di fiori
Robert Delaunay, Tour Eiffel
Juan Gris, Natura morta con fruttiera e bottiglia d’acqua
Georges Braque, Natura morta con credenza: Café-bar
Marcel Duchamp, Nu descendant un escalier n. 2
Umberto Boccioni, Forme uniche nella continuità dello spazio
Giacomo Balla, Automobile in corsa
Vasili; Kandinsky, Primo acquerello astratto; Punte nell'arco
Paul Klee, Strada principale e strade laterali
Anton Pevsner, Costruzione dinamica
Naum Gabo, Costruzione nello spazio; Il cristallo
Fernand Léger, Composizione con tre figure
Joan Miró, La lezione di sci; Donne e uccello al chiaro di luna
Giuseppe Terragni, Progetto dell'Asilo Sant'Elia a Como
Atanasio Soldati, Composizione
Constantin Brancusi, La Maiastra 
Amedeo Modigliani, Ritratto di Léopold Zborowski 
Georges Rouault, Cristo Deriso
Marc Chagall, A la Russie, aux anes et aux autres
Pablo Picasso, Guernica
René Magritte, La condizione umana Il
Man Ray, Motivo perpetuo 
Henry Moore, Figura sdraiata
Alexander Calder, Mobile
Ben Nicholson, Feb. 28-53 (Vertical Seconds)
Francis Bacon, Studio dal ritratto di Innocenzo X di Velázquez
Diego Rivera, L'esecuzione dell'imperatore Massimiliano
David Alfaro Sigueiros, Morte all'invasore
Giorgio De Chirico, Le Muse inquietanti
Carlo Carrà, L'amante dell'ingegnere 
Alberto Savinio, Nella foresta
Osvaldo Licini, Amalasunta su fondo blu
Giorgio Morandi, Natura morta con fruttiera
7. LA CRISI DELL'ARTE COME "SCIENZA EUROPEA" (Urbanistica e architettura; La ricerca visiva; La pittura negli Stati Uniti)
Ellsworth Kelly, Verde, blu, rosso
Morris Louis, Gamma Delta
László Moholy-Nagy, Composizione Q XX
Julius Bissier, 25 settembre 1963?
Josef Albers, Omaggio al quadrato
Arshile Gorky, Giardino a Sochi 
Jean Fautrier, Nudo
Jean Dubuffet, Orateur
André Masson, Les Chevaliers
Hans Hartung, Composizione 
Jackson Pollock, Sentieri ondulati
Mark Rothko, Rosso e blu su rosso
Albero Burri, Sacco B. 
Antoni Tápies, Bianco e arancione 
Giuseppe Capogrossi, Superficie 114
Lucio Fontana, Concetto spaziale: attesa 
Alberto Giacometti, Figura
Ettore Colla, Officina solare 
Mark Tobey, Circus transfigured
Georges Mathieu, Cast 
Victor Vasarély, Composizione. 
Kenneth Noland, Empireo 
Clyfford Still, 1962-D
Emilio Vedova, Plurimo n. 1; Le mani addosso 
Robert Rauschenberg, Letto
Mimmo Rotella, Marilyn 
Roy Lichtenstein, Il tempio di Apollo
Andy Warhol, Marilyn Monroe
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la-scigghiu · 2 years
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Vorrei che la mia anima ti fosse leggera come le estreme foglie dei pioppi, che s’accendono di sole in cima ai tronchi fasciarti di nebbia –
Vorrei condurti con le mie parole per un deserto viale, segnato d’esili ombre – fino a una valle d’erboso silenzio, al lago – ove tinnisce per un fiato d’aria il canneto e le libellule si trastullano con l’acqua non profonda –
Vorrei che la mia anima ti fosse leggera, che la mia poesia ti fosse un ponte, sottile e saldo, bianco – sulle oscure voragini della terra.
.🦋.
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