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#possedimenti
qualbuonvento · 1 year
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gaysessuale · 1 year
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la rai non lo posta? non vi preoccupate ecco quello che c'è da sapere
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zaydabuzaydrp · 1 month
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L’ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all’epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all’inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l’obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c’era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com’era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all’altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull’altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell’epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all’11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un’importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch’essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL’ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Amici:
Ismail Haniyeh e Yasser Arafat
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas
-David Raya
-Marco Mengoni
-Stephen Ammell
-Peter Porte (pv attuale)
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angelap3 · 7 months
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"Non importa se non avete denaro o possedimenti, il solo fatto di possedere un cane vi rende ricchi..."
(J. Billings)
Loro sono così, ti guardano sempre negli occhi. Nel loro sguardo nn troveremo mai l'ombra della menzogna, ma solo la luce della sincerità del loro amore. Ecco cosa contraddistingue un cane dall'uomo: la sincerità.......
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ideeperscrittori · 10 months
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– Perché tracci una linea?
– Questa linea si chiama "confine".
– A cosa serve?
– Separa la zona ricca in cui sto io e quella povera in cui stai tu.
– Perché la tua è ricca?
– Perché nella mia zona ci sono i miei possedimenti.
– E nella mia?
– Ci sono i miei possedimenti.
FINE
[L'Ideota]
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Pensieri sparsi dell'ultimo mese:
-sono uscito con la mia vecchia compagnia del liceo per un intero weekend e ho constatato che abbiamo fatto bene a prendere strade diverse perché siamo diversi, ma l'affetto e il supporto che sanno darmi loro non penso siano mai riusciti a darmelo in molti, e quindi è stato un weekend fantastico
-sto per fare il quinto trasloco in sette anni e a ogni giro i miei possedimenti terreni si dimezzano
-a proposito di possedimenti terreni penso di avete tipo 6euro sul conto, forse 6.50
-ho il raffreddore e non è manco ufficialmente finita l'estate
-ho una squadra del Fanta che fa schifo al cazzo
-ma questa Inter?? Questo derby???
-Barbie>Oppenheimer
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lunamagicablu · 2 years
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"La sensazione che i possedimenti più grandi, non importa di che tipo possano essere, porteranno di per sé appagamento o felicità, è un malinteso. Nessuna persona, luogo o cosa può darti felicità. Possono darti motivo di felicità e un senso di appagamento, ma la GIOIA di vivere viene da dentro."
Geneviève Behrend art by CindyMetcalfe ************************* "A feeling that greater possessions, no matter of what kind they may be, will of themselves bring contentment or happiness, is a misunderstanding. No person, place, or thing can give you happiness. They may give you cause for happiness and a feeling of contentment, but the JOY of Living comes from within."
Genevieve Behrend art by CindyMetcalfe
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aki1975 · 7 months
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Napoli - Francesco Laurana - Maschio Angioino - Arco trionfale - 1479
Fondata dai Greci di Cuma, i sovrani che nei secoli si sono susseguiti sul trono di Napoli sono stati:
i Normanni:
- Ruggero I d’Altavilla conquistò la Sicilia nel 1091;
- Ruggero II (1130 - 1154): fu il primo re di una Sicilia multietnica e multireligiosa avendo accorpato in un unico regno tutti i possedimenti normanni nell’Italia Meridionale conquistando Napoli nel 1137;
- Guglielmo I (1154 - 1166)
- Guglielmo II (1166 - 1189): eresse il Duomo di Monreale;
- Tancredi (1189 - 1194)
- Guglielmo III (1194)
- Costanza d’Altavilla (1194 - 1197)
gli Svevi:
- Federico II (1198 - 1250) Stupor Mundi: a Napoli istituì l’università nel 1224;
- Corrado (1250 - 1254): dovette confrontarsi con il potere del fratellastro Manfredi;
- Corradino (1254 - 1258): fu sconfitto nella battaglia di Tagliacozzo e fatto imprigionare a Castel dell’Ovo e decapitare da Carlo d’Angiò nella piazza del mercato a Napoli, poi sepolto nella vicina Chiesa del Carmine. La dinastia degli Svevi scomparve con la morte di Manfredi nel 1266.
gli Angioini:
- Carlo I (1266 - 1285): fratello di Luigi IX il Re Santo, Conte d’Anjou, ricevette in vassallaggio la Sicilia e Napoli dal Papa che difese dagli Hohenstaufen. Edificò il Maschio Angioino, con uno stile che richiama il castello di Avignone, nel 1282;
- Carlo II (1285 - 1309): dovette rinunciare al trono di Sicilia dopo la rivolta dei Vespri Siciliani nel 1302;
- Roberto I (1309 - 1343): figlio di Maria d’Ungheria sepolta nella Chiesa di Donnaregina, fu apprezzato da Petrarca e amante della cultura e delle lettere;
- Giovanna I (1343 - 1382): fu fatta assassinare dal ramo di Durazzo degli angioini e le succedette
- Carlo (1382 - 1386)
- Ladislao (1386 - 1414)
- Giovanna II (1414 - 1435)
- Renato I (1435 - 1442)
gli Aragonesi:
- Alfonso I d’Aragona (1442 - 1458): sconfisse Renato d’Angiò e unì il tono di Napoli a quello di Sicilia e ai possedimenti della Sardegna e della Spagna occidentale. Combattè contro Milano e Genova e dotò il Maschio Angioino dell’attuale arco di trionfo;
- Ferdinando I detto Ferrante (1458 - 1494): all’inizio del suo regno dovette fronteggiare la rivolta angioina e successivamente sedò la rivolta dei baroni e si alleò con gli Sforza contro il re di Francia Carlo VIII d’Angiò. Del suo tempo la Chiesa del Gesù Nuovo;
- Alfonso II: sposò Ippolita Maria Sforza, ma dovette abdicare a causa della calata di Carlo VIII;
- Ferrandino (1494 - 1496)
- Federico I (1496 - 1503) durante il cui regno vi fu la conquista e poi la cacciata di Luigi XII re di Francia;
- Ferdinando III (1504 - 1516) dopo il quale il Regno di Napoli fu incluso in quello di Spagna prima sotto la casata degli Asburgo (con la breve parentesi della Repubblica di Masaniello fra il 1647 e il 1648) poi sotto quella dei Borbone (1700 - 1713) ed ancora sotto quella degli Asburgo d’Austria (1713 - 1734).
i Borboni:
- Carlo I (1734 - 1759): già Duca di Parma, conquistò e riunificò il Regno delle Due Sicilie anche grazie alla madre Elisabetta Farnese, seconda moglie del re di Spagna, che da Madrid influenzò la prima parte del suo regno. Riformò con Bernardo Tanucci l’amministrazione, promosse la musica (fondò il Teatro di San Carlo nella patria di Paisiello e Pergolesi), l’arte (promosse la ceramica di Capodimonte, fece costruire al Vanvitelli la reggia di Caserta del 1751 e quella che oggi è Piazza Dante oltre alla Reggia di Capodimonte dove installò la collezione Farnese) e sostenne gli scavi a Pompei ed Ercolano che iniziarono nel 1738);
- Ferdinando (1759 - 1799 e 1816 - 1825): sposò una figlia di Maria Teresa d’Austria, Maria Carolina che lo allontanò dall’influenza spagnola di Bernardo Tanucci, promosse la Marina Militare (nel 1787 fu fondata la Nunziatella), ma dovette subire una rivoluzione filo-francese (Eleonora Fonseca Pimentel, Mario Pagano, …) nel 1799 contrastata dal Cardinale Ruffo e da Fra Diavolo e la conquista napoleonica che insediò Giuseppe Bonaparte dal 1806 al 1808 e Gioacchino Murat dal 1808 al 1815 prima di diventare, con il Congresso di Vienna, Re delle Due Sicilie ed essere sepolto al Monastero di Santa Chiara;
- Francesco (1825 - 1830)
- Ferdinando II (1830 - 1859): fondò la prima ferrovia d’Italia (1839), ma fu reazionario e soprannominato il Re Bomba per come represse i moti rivoluzionari del 1848 a Messina;
- Francesco II (1859 - 1861): era figlio di Ferdinando II e di Maria Cristina di Savoia e sposò la sorella di Sissi, Maria Sofia di Baviera.
Con l’Unità, Napoli confluì nel Regno d’Italia: ecco perché la statua di Vittorio Emanuele II è presente a Palazzo Reale.
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vento-del-nord · 1 year
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L'atomo pungente nell'aria
non ammette discussione-
tutto quanto si dice di un giorno
d' estate
lascia i nostri possedimenti-
per quale distretto di delizie
lo sappiamo quanto
i limiti del dominio
o le dighe - all'estasi-
E. Dickinson 🖤
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barrettaenergetica · 1 year
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“Se tu arrivassi con una faccia che non ho mai visto, con una voce che non ho mai sentito, ti riconoscerei lo stesso. Anche se secoli dovessero separarci, ti sentirei lo stesso. Da qualche parte fra la sabbia e la polvere di stelle, attraverso ogni collisione e creazione, c’è una pulsazione che echeggia me e te.
Quando lasciamo questo mondo, lasciamo tutte i nostri possedimenti e le nostre memorie. L’amore è l’unica cosa che portiamo con noi. È tutto ciò che ci portiamo da una vita all’altra.”
Lang Leav, Memories
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seoul-italybts · 2 years
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[✎ TESTO ♫ ITA] Indigo - RM⠸ 02 ❛Still Life (with Anderson .Paak)❜⠸ 02.12.22
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[✎ TESTO ♫ ITA] RM 📎INDIGO
💙 02 ❛ Still Life
(con Anderson .Paak) ❜
• Natura Viva • 💙
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Prodotta da: Ninos Hanna, Emil Schmidt, Adam Kulling, GHSTLOOP
Scritta da: RM, Ninos Hanna, Emil Schmidt, Adam Kulling, GHSTLOOP
Nota:
Il titolo ed il testo di questo brano fanno riferimento ai soggetti pittorici noti come 'nature morte'. Tuttavia, mentre la still life immortala per sempre un oggetto sulla tela, è come se donasse al soggetto rappresentato quell'eternità che il modello stesso non avrà mai.
Nell'Indigo Magazine Film, Namjoon ha fatto l'esempio di una natura morta raffigurante una composizione floreale: i fiori che hanno offerto lo spunto per l'opera sono destinati ad appassire
e svanire, ma vivranno per sempre nel quadro che li rappresenta.
In quanto figura pubblica e celebrità, RM si sente sempre sotto lo sguardo attento del pubblico, immortalato per sempre in innumerevoli foto e video, come una still life. Ma, a differenza delle nature morte, lui si sente vivo ed è in costante movimento. Nel titolo e nel testo, gioca quindi ironicamente col senso letterale del termine (still life = natura inanimata/morta, ma anche, letteralmente: still/ancora + life/in vita); motivo per cui ho deciso, a mia volta, di tradurre l'espressione alternativamente isolando gli elementi che la compongono e/o in senso più letterale
Sono una natura morta
Sono una natura morta
Sono una natura morta
Sono una natura morta
Sono una natura morta, ma mi muovo
Continuo a vivere, ad andare avanti, sì
Un oggetto immobile in continuo movimento
Continuo a germogliare i miei fiori
Non datemi nomi perché sono un 'Senza Titolo'*
[*come le opere prive di titolo nelle gallerie d'arte, n.d.t.]
La mia vita è sempre in mostra
Ma la vita è pur sempre vita
Il passato è andato e il futuro è incerto
Mi fermo a prender fiato ad un crocevia
Voglio liberarmi di questa cornice
Sfuggire alle ombre del ieri e del domani
Vivo ogni istante con calma
24/7 sì, piccolə, sono sul pezzo
Vivo semplicemente il presente, ogni minuto, ogni istante
Giocandomi tutto ciò che ho, ma che ne volete sapere voi di me, uh?
Sono una natura viva
Non puoi imprigionarmi in una cornice, sono in continuo movimento
Sono una natura viva
La vita è meglio della morte, te lo dimostro
Sono una natura morta, ma mi muovo
Continuo a vivere, ad andare avanti, sì
Un oggetto immobile in continuo movimento
Continuo a germogliare i miei fiori
Sono una natura morta, ma mi muovo
Continuo a vivere, ad andare avanti, sì
Un oggetto immobile che continua a muoversi
Yo, non mi fermo mai, piccolə, e andiamo
Ogni giorno è come se fosse il mio 1°, fratello
Piccolə, guadagno tempo col mio denaro
Non ascoltare il loro scherno, non farà che rovinarti l'udito
Tutti questi vermi per cui tutto è sempre questione di vita o di morte online
Trendsetter? Sono un amico, ancor meglio
Talmente intraprendente che potresti anche stancartene
In fin dei conti, non è andata come tu avresti voluto
Diversamente da ciò che speravi, io vivo la mia vita appieno, come più mi pare, uh
Un(o del) '94 che vive a Hannam-daero
[*Hannam è uno dei distretti più ricchi di Seoul]
91, guarda il mio tantan-daero
[*fig.: percorso senza ostacoli/vita agevole]
Non ho più alcun motivo di andare a Gangnam-daero
[*il distretto prima di Hannam]
Mentre a te sta scadendo l'affitto, presto, ti conviene liberare l'appartamento
Qual povero vanto, tesoro, ma guarda la tua catenina
Nel mio caso direi piuttosto "guarda questa mia macchiolina"
[* in orig. eng: "stain/macchia" intesa figurativamente come un marchio magari anche sporco, umile, ma indelebile che ha lasciato dietro sé con la sua arte; in opposizione a possedimenti materiali (la catenina) che non saranno mai eterni; + rif. pittorico alle macchie di colore o allo sporcarsi le mani degli artisti nel creare capolavori, n.d.t.]
Io vivo alla giornata come erbe spontanee*
Come fiori ornamentali**, ma non sto mai fermo
[* le erbacce che pur essendo piante "infestanti", resistono con tenacia dove non dovrebbero neppure crescere;
** i fiori ornamentali hanno scopo puramente decorativo, sono belli da ammirare come una natura morta o un'opera d'arte, ma sono inanimati, diversamente da lui, n.d.t.]
Sono una natura viva
Non puoi imprigionarmi in una cornice, sono in continuo movimento
Sono una natura viva
La vita è meglio della morte, te lo dimostro
Sono una natura morta, ma mi muovo
Continuo a vivere, ad andare avanti, sì
Un oggetto immobile in continuo movimento
Continuo a germogliare i miei fiori
Sono una natura morta, ma mi muovo
Continuo a vivere, ad andare avanti, sì
Un oggetto immobile che continua a muoversi
Yo, non mi fermo mai, piccolə, e andiamo
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS | eng : © doolsetbangtan ; © BTS_Trans ; © btsinthemoment⠸
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klimt7 · 2 years
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LA RAGAZZA DI TEHERAN
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Come è cambiata in questi 70 anni la condizione della donna in Iran?
Negli anni ’50, le donne iraniane erano libere di vestirsi come volevano, l’hijab era assolutamente facoltativo [...]
Potevano ottenere un’istruzione e frequentare l’università. Qualche anno dopo hanno acquisito il diritto di voto e di candidarsi al parlamento, hanno ottenuto il diritto di chiedere il divorzio e di ottenere la custodia dei figli, e l’età minima per il matrimonio è stata aumentata da 13 a 18 anni. Ci sono stati alti e bassi, ma prima del 1979 ventidue donne sedevano in parlamento (circa l’8% del totale; in Italia nel 1968 la percentuale delle donne deputate era del 3%, ndr).
Tutto è stato progressivamente spazzato via dopo la rivoluzione, quando la Repubblica islamica si è impadronita del Paese.
Da quel momento tutte le ragazze di età superiore ai 9 anni erano tenute per legge a coprirsi i capelli e il corpo in pubblico. È stata creata la cosiddetta Polizia Morale per reprimere le donne, controllarle e spesso arrestarle.
Il diritto di una donna di chiedere il divorzio liberamente è stato revocato. Devono indossare il velo, non possono andare in bicicletta, non possono cantare in pubblico, non possono ballare, non possono entrare liberamente in uno stadio, non possono amministrare possedimenti, non possono lasciare il Paese a meno che non lo decida un uomo della famiglia o il marito. E mille altri ‘non possono’.
L’età del matrimonio per le ragazze è stata inizialmente abbassata addirittura a 9 anni, e solo nel 2002 il parlamento l’ha innalzata a 13. 
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Negli ultimi cento giorni il regime iraniano ha ucciso oltre 500 manifestanti, imprigionato quasi 19mila persone e minacciato di giustiziarne altre centinaia. Amnesty International e Humans Right Watch denunciano violenze e stupri sistematici sulle ragazze che sono state arrestate in questi mesi. Eppure le ragazze iraniane continuano a lottare.
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Qualche settimana fa le studentesse universitarie si sono tolte l’hijab obbligatorio e hanno cantato a squarciagola: ‘Sono una donna libera’. Sono profondamente ammirata e commossa dalla loro lotta e dalla loro audacia. Penso che la loro determinazione e resistenza mostri quanto sono esauste di essere controllate da uomini al governo che si nascondono dietro la religione per esercitare una feroce repressione, e persino abusare dei corpi delle donne. Le ragazze in Iran ne hanno abbastanza. Basta essere controllate. Basta essere represse. Basta essere prigioniere per ciò che indossano, ciò che dicono e per chi amano. Basta con l’oppressione cieca di un gruppo di vecchi terrorizzati dalla loro vivacità, dai loro talenti, dalle loro abilità, dai loro sogni. Meritano di poterli realizzare quei sogni, e se non altro di vivere la loro vita.
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Mai come ora la resistenza contro il regime in Iran è stata così giovane e internazionale. La generazione Z guida le proteste, e anche per questo il governo cerca di bloccare internet e i social media in ogni modo. Un altro elemento del suo romanzo è il potere di formazione, di consapevolezza, e anche di rivoluzione dei libri. Del resto il motore delle rivendicazioni di questi mesi sono appunto gli studenti…
“L’Iran ha una lunga e ricca storia letteraria. Poeti come Omar Khayaam, Rumi, Saadi e Hafez sono stati venerati per secoli. Ancora oggi molti iraniani conoscono a memoria i loro versi. La nostra è una cultura che riconosce il potere delle parole e ha sempre adorato i suoi scrittori. L’istruzione è un valore nella cultura iraniana e persino adesso, sotto la Repubblica islamica, pur con le enormi difficoltà, un vasto numero di studenti universitari sono donne. L’ondata di proteste nella storia dell’Iran negli ultimi decenni è sempre iniziata nelle università. Ma ciò che è interessante questa volta è che anche gli studenti delle scuole superiori e persino delle scuole medie sono scesi in piazza per protestare”.
[...]
“Non dimenticate le ragazze iraniane.
Non distogliete lo sguardo. Gridano per le strade da generazioni e adesso è ora che il mondo le ascolti. Lo meritano: il loro coraggio è immenso. Meritano la loro libertà. Sono una narratrice e conosco il potere universale della parola. Con il mio romanzo ho voluto mostrare ai lettori le gioie, le pene, gli amori, i sogni e le paure di due ragazzi, e in fondo di tutte le donne e di tutti i ragazzi di Teheran. Se le nostre speranze alla fine sono le stesse, per una generazione o per un’altra, in una parte del pianeta o nell’altra, è perché le nostre anime sono una cosa sola”.
[...]
E poi tutti possiamo leggere.
La letteratura ha un potere. La letteratura ci unisce. Nutre la sete che tutti abbiamo dentro.
Una sete di libertà necessaria come l’aria, come l’amore, come la speranza. Per quanto il governo li abbia terribilmente traditi, i desideri di quelle ragazze e di quei ragazzi non possono essere repressi.
Come molti iraniani della diaspora, io sono piena di speranza e di dolore di fronte alle donne e agli uomini che scendono in piazza. Sono anche consapevole del trauma che tanti di noi portano dentro. Il trauma di sapere che la propria patria porta in sé tanta bellezza e allo stesso tempo tanta tragedia. Ma quel trauma non può fermare la speranza.
I personaggi del mio romanzo si rendono conto che nonostante tutte le perdite che hanno subito nella loro vita, l’amore che nutrono l’uno per l’altro, è più forte.
E questa è la veritá. L’amore è più forte: resiste, sopravvive a tutto.
Io in fondo ho voluto scrivere proprio questo: un inno alla caparbia forza dell’amore”.
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zaydabuzaydrp · 3 months
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Abu Zayd, più precisamente Zayd Abu Zayd Ab-Alh-Rahmann III, meglio conosciuto come "il Moro Zeyt", è un altro dei grandi protagonisti della nascita del Regno cristiano di Valencia.
Ultimo signore almohade di Valencia, era il pronipote del califfo berbero Abd-Al-Mucmin. Pur essendo originario di Baeza, era stato avviato alla politica dal nipote, il califfo Yusuf II, che lo nominò governatore di Valencia.
L’ultimo re almohade di Valencia vide presto sorgere problemi, sia per la pressione delle truppe cristiane a nord sia per quella di altri signori musulmani a sud. Insieme alla corruzione politica, che già esisteva all’epoca, avevano soffocato il popolo.
Dopo la morte del califfo Yusuf II, la decadenza politica si aggravò. Fu allora che Abu Zayd fu costretto a chiedere la protezione di Ferdinando III, il re santo di Castiglia. I raccolti rovinati da una piaga di cavallette e la mancanza di cibo incoraggiarono la ribellione della popolazione. In questa situazione, Zayyan Ibn Mardanis, discendente del re Lobo, arrivò a Valencia da Onda e guidò il rovesciamento di Abu Zayd, che dovette lasciare la città con il suo seguito e la sua famiglia nel 1229, diretto a Segorbe (Castellón).
Qui storia e leggenda si fondono, poiché si dice che la conversione del "moro Zeyt" sia avvenuta a Caravaca de la Cruz, dove la leggenda vuole che sia apparso il simbolo della croce.
Secondo la tradizione locale più diffusa, si dice che dalla fine del 1230 o all’inizio del 1231, il re almohade di Valencia e Murcia, Abu Zayd, si trovava nei suoi possedimenti a Caravaca. Interrogò i cristiani che teneva prigionieri per scoprire quali mestieri esercitassero, con l’obiettivo di occuparli secondo le loro capacità. Tra loro c’era il sacerdote Ginés Pérez Chirinos che, come missionario, era venuto da Cuenca nelle terre saracene per predicare il Vangelo. Egli rispose che il suo compito era quello di celebrare la messa e il re moresco voleva sapere com’era. Fu ordinato di portare da Cuenca i paramenti corrispondenti e il 3 maggio 1232, nella sala nobile della fortezza, il sacerdote iniziò la liturgia. Tuttavia, poco dopo aver iniziato la liturgia, dovette fermarsi, spiegando che gli era impossibile continuare perché mancava un elemento essenziale all’altare: un crocifisso.
In quel momento, attraverso una finestra della stanza, due angeli scesero dal cielo e posero delicatamente una croce a due bracci sull’altare. Il sacerdote poté quindi continuare la celebrazione della messa e, in presenza di tale meraviglia, Abu-Ceyt (insieme ai membri della sua corte presenti) si convertì al cristianesimo. In seguito si scoprì che la croce apparsa era il pettorale del vescovo Roberto, primo patriarca di Gerusalemme, realizzato con il legno della croce dove morì Gesù Cristo.
Quando Abu Zayd si convertì, prese il nome di Vicente Bellvís, come riportano le cronache dell’epoca. Morì tra il 1265 e il 1270.
La morte di Abu-Zayd è precedente all’11 dicembre 1268, data in cui il documento lo dichiara defunto. I suoi figli e parenti ricevettero un’importante eredità e, essendo imparentati con la nobiltà aragonese, divennero anch’essi signori cristiani.
QUI GIACE D. VICENTIUS BELVIS CON I SUOI ​​FIGLI UN TEMPO ZEIT ABUSIÒ RE VALENTIA MAURUS ADEO IL PROTETTORE DELLA SUA RELIGIONE VT DUE UOMINI INNOCENTI BEATI GIOVANNI DI PERUSIA E PIETRO DI SASSO-FERRATICO FIGLI E COMPAGNI DI PADRE FRANCESCO CHE PREDICANO LA VERA FEDE DI CRISTO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SPADA MA RICEVERE LA LUCE DEL PADRE ISPIRATORE OGNI PECCATO FU CONSUMATO DAL SANTO BATTESIMO E IL SEGNO DELL’ETERNA RICONCILIAZIONE EGLI DESTINÒ UNA VOLTA LA SUA SALA IN CHIESA E SEDE.
Intorno al 16 giugno 1860, a Valencia fu eretta una lapide che lasciava in vista alcuni resti umani, il cui stato denotava la loro antichità. Nello stesso luogo fu rinvenuta una pergamena che recitava come segue:
Data di nascita:
17 ottobre 1195
Data di morte:
11 dicembre 1268
Titoli:
-Principe musulmano
-Signore cristiano
Etnia:
Berbero
Religione:
Islam
Religione 2:
Cristiano cattolico
Dinastia:
Almohade
Prestavolti nella trama:
-Alvaro Rico
-Walid Azaro
-Asier Cadenas
-David Raya
-Marco Mengoni
-Stephen Ammell
-Peter Porte (pv attuale)
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🍷 FIRENZE E LE SUE BUCHETTE DEL VINO DOVE TROVARLE A Firenze esiste una tradizione secolare: la vendita del vino attraverso piccole finestre chiamate “buchette del vino”. Queste aperture nei palazzi storici, in uso dal XVII secolo, permettevano alle famiglie nobili di vendere il vino direttamente senza passare per gli osti. Famiglie come gli Antinori e i Frescobaldi sfruttarono questa pratica per vendere il vino prodotto nei loro possedimenti agricoli, garantendo così un’entrata stabile. Le buchette del vino servivano non solo per la vendita, ma anche per scopi benefici, permettendo di distribuire cibo e vino ai meno fortunati. Architettonicamente, si trattava di piccole porte ad arco, spesso decorate, collegate alle cantine dei palazzi. Conosciute anche come “tabernacoli del vino”, erano spesso incorniciate da pietre lisce o bugnate. Nel 1634, durante la peste, le buchette del vino venivano utilizzate per prevenire il contagio, come riportato dall’accademico Francesco Rondinelli. Oggi, le buchette del vino stanno vivendo una nuova era di popolarità, diventando un elemento distintivo nella ristorazione. A gennaio 2024, nove locali fiorentini hanno riportato in uso queste caratteristiche finestrelle, rendendo questa tradizione un vero fenomeno sociale e turistico. Il gran merito di questo ritorno alla tradizione va anche all’ “Associazione Culturale Buchette del Vino” che si dedica da anni alla salvaguardia, divulgazione e ricerca storica delle buchette del vino a Firenze e in tutta la Toscana. Il loro lavoro è stato fondamentale per il ritorno in voga di questa tradizione, diffondendone la storia e l’importanza culturale. Sono gli unici ad aver censito le buchette del vino in tutta la regione. 🇬🇧 In Florence, wine is sold through small windows known as “vino” holes. These openings in historic buildings, used since the 17th century, allowed for direct wine sales without intermediaries like innkeepers. Noble Florentine families, such as the Antinori and Frescobaldi, converted part of their enterprises into agricultural and wine production activities to ensure steady incomes, selling wine directly from their residences through these holes. The wine holes not only facilitated sales but also had a charitable purpose, allowing food and wine to be given to the needy. Architecturally, they were small, decorated arched doors connected to the cellars of the palaces. Also called “vino” tabernacles, they presented a sober appearance with smooth or ashlar stone frames. In 1634, during the plague, these holes were used for anti-contagion purposes, as reported by the academic Francesco Rondinelli. Today, wine holes have made a comeback and are becoming a trend in catering. As of January 2024, nine Florentine establishments use them, helping to revive this tradition as a social and tourist attraction. The great credit for this return to tradition also goes to the "Associazione Culturale Buchette del Vino" which has been dedicated for years to the protection, dissemination and historical research of the buchette del vino in Florence and throughout Tuscany. Their work was fundamental to the return of this tradition, spreading its history and cultural importance. They are the only ones to have surveyed the wine holes throughout the region. 🍷 ECCO DOVE TROVARLE A FIRENZE 👇 📍 Osteria Delle Belle Donne Via delle Belle Donne, 16R, Firenze 📍 DiVin Boccone Via delle Caldaie, 20, Firenze 📍 Osteria San Fiorenzo Borgo dei Greci, 1r, Firenze 📍 Il Latini Via dei Palchetti, 6r, Firenze 📍 Ristorante Pietrabianca Piazza dei Peruzzi, 5R, Firenze 📍 Cantina de’ Pucci Via de’ Pucci, 4, Firenze 📍 Babae Via Santo Spirito, 21r, Firenze 📍 Fiaschetteria Fantappiè Via dei Serragli, 47, Firenze
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ahmed-gamal · 2 months
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Inaugurazione della mostra "Il vertice della Piramide: La civiltà dell'antico Egitto" presso il Museo Nazionale di Shanghai in Cina
Scopri la grandezza dell'Egitto con Viaggi in Egitto ed esplora  Tour di un Giorno al Cairo, nel quadro della politica perseguita dal Ministero del Turismo e delle Antichità per stabilire molte mostre archeologiche temporanee all'estero come una finestra per tutti i popoli del mondo per conoscere l'antica civiltà egizia e il genio dell'antico egiziano e la sua creatività nella scienza, nell'ingegneria, nelle arti e in altri campi che aiutano a riconciliare i popoli e le loro diverse culture e credenze, Dr. Mohamed Ismail Khaled, Segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha aperto la mostra "Top of the Pyramid: The Civilization of Ancient Egypt" al Museo Nazionale di Shanghai, nella Repubblica Popolare Cinese.
L'apertura è stata testimoniata da Zhao Jiaming, membro del Comitato permanente e capo del Dipartimento di propaganda del Comitato CPC del Comune di Shanghai, Liu Duo, vice sindaco del governo del Comune di Shanghai, ambasciatore Assem Hanafi, ambasciatore d'Egitto nella Repubblica popolare Cinese, Ambasciatore Mohammed Ruslan, console generale a Shanghai, Luo Wenli, direttore generale dell'Amministrazione nazionale del patrimonio culturale, e molti rappresentanti delle istituzioni culturali in Cina, paesi arabi e stranieri.
Il Dr. Mohamed Ismail Khaled ha spiegato che fin dalle prime ore dell'apertura della mostra, ha goduto di un'affluenza di pubblico senza precedenti in Cina, dove tutti i biglietti per il primo giorno sono stati venduti e 250 mila biglietti sono stati venduti finora, sottolineando che questa mostra, sebbene non sia la prima del suo genere in Cina, è la più grande dal 2003, e contribuirà in modo significativo alla promozione della destinazione turistica egiziana, in particolare del prodotto turistico culturale nel mercato cinese, che è uno dei mercati di riferimento più importanti.
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Goditi la grande bellezza del fiume Nilo con  tour in crociera sul Nilo in Egitto o esplora la ricca storia con  tour classici in Egitto. Per chi è alla ricerca di un'esperienza unica in questa stagione. La mostra comprende (787) manufatti accuratamente selezionati dai possedimenti di diversi musei archeologici dell'antico Egitto per evidenziare la grandezza dell'antica civiltà egizia sin dal suo inizio dal periodo Naqada e dalle epoche dell'inizio delle dinastie allo stato moderno, in quanto illustra l'idea di proprietà, vita quotidiana, decorazioni e ornamenti, scrittura, credenze religiose e l'altro mondo dell'antico Egitto, attraverso l'esposizione di una distinta collezione di idoli egiziani come Osiride, Iside, Bastet, Hathor, il vitello APIs e jati, oltre a una serie di bracciali in oro e pietra incrostata Pots Vasi, corone e cartucce reali, oltre ad alcuni pezzi che esprimono l'idea dell'altro mondo dell'antico Egitto, tra cui una distinta collezione di bare di legno colorate e articoli canopici.
 Secondo lo scenario della mostra, i manufatti sono stati distribuiti in tre sale principali: la sala "Terra dei Faraoni", "Segreti di Saqqara" e "l'età di Tutankhamon". la mostra durerà fino ad agosto 2025. Offriamo Egitto Tour di Pasqua. I nostri  pacchetti di viaggio in Egitto soddisfano tutte le vostre esigenze, comprese le escursioni a terra in Egitto per i viaggiatori del mare. Unisciti a noi per un viaggio indimenticabile!
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aki1975 · 29 days
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Cagliari - Duomo - XIII sec. e Pisa - Duomo - 1118
I possedimenti sardi della Repubblica marinara di Pisa spiegano le affinità fra le due cattedrali: allo stesso modo l’arte europea risente della radice latina della sua storia.
La storia della letteratura romana è costituita da due fili: la rivisitazione della cultura greca e la narrazione della storia della repubblica e dell’impero.
Di seguito le tappe più importanti:
a. C.
754 - 504 Re di Roma. Numa Pompilio fonda il Pontifex Maximus. Sotto il regno di Tullio Ostilio gli Orazi sconfiggono i Curiazi, campioni di Alba Longa. Anco Marzio estende il territorio e costruisce il Ponte Sublicio per unire gli insediamenti urbani con il Palatino. Tarquinio Prisco, primo re etrusco, ne introduce la cultura (anche i goliardici fescennini) e realizza la Cloaca Massima, Servio Tullio riorganizza l’esercito e la società in centurie determinate dalla ricchezza. Fine della monarchia con Tarquinio il Superbo cacciato anche grazie al coraggio di Muzio Scevola. Primi consoli Bruto e Collatino.
496 - Vittoria sui Latini e su Tarquinio il Superbo al Lago Regillo
494 - La plebe sull’Aventino. Discorso di Menenio Agrippa
493 - Foedus Cassianum con i Latini: coinvolgere le elitè dei popoli sconfitti è sempre stata la strategia romana.
477 - La gens Fabia sconfitta sul fiume Cremera dai Veienti
449 - XII Tabulae
445 - la Lex Canuleia consente il matrimonio fra patrizi e plebei
431 - Cincinnato dittatore sconfigge Volsci ed Equi
396 - Furio Camillo conquista Veio
390 - i Galli Senoni di Brenno (“Vae victis”) saccheggiano Roma, ma Furio Camillo li sconfigge.
366 - Leggi Liciniae - Sextiae: primo console plebeo. Per l’espansione della repubblica era necessario che Roma superasse l’impostazione di società fondata sulle gentes.
321 - i Romani sono sconfitti dai Sanniti e sottoposti alle Forche Caudine. I Romani introducono nel proprio armamento il giavellotto: ogni sconfitta li porta a migliorare la tattica militare che in questo caso si traduce nella vittoria sui Sanniti nel 290.
295 - i Romani sconfiggono Galli, Sanniti ed altre popolazioni dell’Italia centrale nella battaglia del Sentino.
272 - A Benevento i Romani sconfiggono Pirro e dominano la Magna Grecia benché la cultura greca, attraverso il Circolo scipionico, penetra a Roma nonostante l’avversione dei difensori del mos maiorum.
241 - Dopo la battaglia delle Egadi, alla fine della prima guerra punica, i Romani conquistano la Sicilia.
240 - Livio Andronico rappresenta il primo dramma in latino e traduce Iliade ed Odissea.
219 - 202 - Bellum Poenicum (Nevio)
219 - Annibale espugna Sagunto e provoca i Romani alla Seconda guerra punica.
216 - Annibale, varcate le Alpi, sconfigge i Romani a Canne, ma viene logorato da Quinto Fabio Massimo.
202 - Scipione l’Africano vince Annibale a Zama e pone termine alla seconda guerra punica.
III - II sec. - Aulularia, Miles Gloriosus ed altre opere tipiche della “commedia dell’arte” latina di Plauto che creano maschere, personaggi tipici come il servus currens.
II sec. - Annales (Ennio) dalle origini al 171 a. C.
197 - Filippo V di Macedonia viene sconfitto. La cultura greca entra a Roma.
163 - Il punitore di se stesso (Terenzio), improntato alla commedia ellenistica di Menandro
160 - De agri cultura (Catone)
146 - Scipione l’Emiliano distrugge Cartagine al termine della terza guerra punica
133 - Assassinio di Tiberio Gracco
121 - Morte di Tiberio Gracco. La proletarizzazione della plebe secoli è causata dall’incapacità di realizzare riforme agrarie efficaci e dalla conseguenza creazione di latifondi in mano a patrizi e cavalieri. Questo crea un esercito di professionisti costituti da masse di cittadini dipendenti dai donativi dei generali e crea quindi le basi per l’ascesa di figure come Mario, Pompeo ed Antonio (populares) in diretta concorrenza con la classe senatoria rappresentata da Silla, Cicerone, Bruto e Ottaviano (optimates).
105 - Mario sconfigge Giugurta
101 - Mario sconfigge i Cimbri ai Campi Raudii
86 - 79 Dopo la guerra civile fra gli Optimates di Silla e Pompeo e i Populares di Mario, dittatura di Silla
I sec.
De rerum natura (Lucrezio)
È dolce, mentre nel grande mare i venti sconvolgono le acque, guardare dalla terra la grande fatica di un altro; non perché il tormento di qualcuno sia un giocondo piacere, ma perché è dolce vedere da quali mali tu stesso sia immune. Dolce è anche contemplare grandi contese di guerra apprestate nei campi senza che tu partecipi al pericolo. Ma nulla è più piacevole che star saldo sulle serene regioni elevate, ben fortificate dalla dottrina dei sapienti, donde tu possa volgere lo sguardo laggiù, verso gli altri, e vederli errare qua e là e cercare, andando alla ventura, la via della vita, gareggiare d'ingegno, rivaleggiare di nobiltà, adoprarsi notte e giorno con soverchiante fatica per assurgere a somma ricchezza e impadronirsi del potere.
73 - Ribellione di Spartaco a Capua
70 - Verrine (Cicerone)
62 - Pro Archia (Cicerone)
Haec studia adulescentiam agunt, senectutem oblectant, secundas res ornant, adversis rebus perfugium ac solacium praebent
60 - Primo triumvirato. Catilinarie (Cicerone)
Quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?
Carmi (Catullo). Catullo è un esponente dei poeti neoterici, avversi all'epica e attenti ai brevi componimenti ellenistici che si concentrano sui dettagli (es. il passero di Lesbia).
Sulla tomba del fratello
Di gente in gente, di mare in mare ho viaggiato, / o fratello, e giungo a questa cerimonia funeraria / per consegnarti il dono supremo di morte / e per parlare invano con le tue ceneri mute, / poiché la sorte mi ha rapito te, proprio te, / o infelice fratello precocemente strappato al mio affetto. / E ora queste offerte, che io porgo, come comanda l’antico / rito degli avi, dono dolente per la cerimonia, gradisci; sono madide di molto pianto fraterno; / e ti saluto per sempre, o fratello, addio.
Multas per gentes et multa per aequora vectus, / advenio has miseras, frater, ad inferias, / ut te postremo donarem munere mortis et mutam nequiquam adloquęrer cinęrem.
“Non ho per niente voglia di piacerti, o Cesare, né m'importa di saperti bianco o nero”
"Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris? Nescio, sed fieri sentio et excrucior"
52 - Pro Milone (Cicerone)
51 - De re publica (Cicerone) che include il Somnium Scipionis
50 - De bello gallico (Cesare)
48 - Battaglia di Farsalo. De bello civili (Cesare)
44 - Idi di marzo
[Secondo la pronuncia del latino restitutuum, “Ave Caesar” era “Aue Kàesar”]
43 - Secondo triumvirato. La congiura di Catilina (Sallustio). Filippiche di Cicerone contro Antonio i cui sicari, proprio quell’anno, lo assassinano.
42 - Bucoliche (Virgilio), raccolta di canti di tipo ellenistico (Callimaco, Teocrito), improntati allo spirito agreste dell'ideologia augustea, ma anche attenti a raccontare il dolore delle espropriazioni successive alle guerre civili.
Titiro, tu che riposi sotto l’ombra di un alto faggio, intoni sull'esile flauto una melodia silvestre: noi lasciamo i territori della patria e i dolci campi, noi abbandoniamo la patria; tu o Titiro, rilassato all’ombra insegni alle selve a risuonare il nome della bella Amarillide.
Tityre, tu patulae recubans sub tegmine fagi silvestrem tenui musam meditaris avena; nos patriae finis et dulcia linquimus arva; nos patriam fugimus; tu, Tityre, lentus in umbra, formosam resonare doces Amaryllida silvas.
Oh Muse sicule, alziamo un poco il tono del canto: non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici; se cantiamo le selve, le selve siano degne di un console.
Sicelides Musae, paulo maiora canamus; non omnis arbusta iuvant humilesque myricae: si canimus silvas, silve sint consule dignae.
Omnia vincit Amor: et nos cedamus Amori
40 - La guerra di Giugurta (Sallustio)
31 - Ottaviano e Agrippa sconfiggono Antonio e Cleopatra ad Azio
27 - a. C. - 68 d. C. Dinastia Giulio - Claudia (Augusto, Tiberio, Claudio, Nerone)
Eneide (Virgilio), unione fra la componente iliadica ("arma") e quella odisseica ("la pietas di Enea"), poema lasciato incompiuto da Virgilio, ma pubblicato per volere di Augusto. Crea un legame fra la storia di Troia, la maledizione della cartaginese Didone, l'approdo sulle coste italiche.
Narro delle imprese di guerra, del primo troiano che arrivò in Italia sulle coste di Lavinio per volontà del destino. Sballottato per molto tempo sia per mare sia sulla terraferma per voler degli dei; per colpa di Giunone soffrì tanto anche durante le battaglie. Finché fondò una città che diede casa ai Penati origini dei troiani e dei romani.
Arma virumque cano, Troiae qui primus ab oris Italiam fato profugus Laviniaque venit litora, multum ille et terris iactatus et alto vi superum, saevae memorem Iunonis ob iram, multa quoque et bello passus, dum conderet urbem inferretque deos Latio; genus unde Latinum Albanique patres atque altae moenia Romae.
Rari nantes in gurgitte vasto
Timeo Danaos et dona ferentes
Agnosco veteris vestigia flammae
Auri sacra fames
Una salus victis, nullam sperare salutem
Tu regere imperio populos, Romane, memento (hae tibi erunt artes), pacique imponere morem, parcere subiectis et debellare superbos
[Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope: cecini pascua, rura, duces]
27 - 14 d. C. Ad urbe condita (Livio)
23 - 13 - Odi (Orazio)
Vedi come si innalza bianco di neve il Soratte, e gli alberi sofferenti non reggono più il peso e si rapprendono i fiumi per il gelo acuto. Dissolvi il freddo, mettendo legna sul fuoco con larghezza, e versa generosamente vino di quattro anni dall’anfora sabina, Taliarco. Il resto lascialo agli dei che, appena placano i venti in lotta sul mare in burrasca, ecco che non si muovono più i cipressi e i vecchi ontani. Non chiederti cosa sarà domani, e tutti i giorni che la sorte ti darà segnali tra gli utili, e non disprezzare, ragazzo, i dolci amori e le danze, finché ti è ancora lontana la vecchiaia fastidiosa. Adesso frequenta il Campo Marzio, le piazze e i lievi sussurri la sera all’appuntamento, e il riso agognato della tua ragazza che viene dall’angolo più segreto a tradirla, e il pegno strappato al braccio e al dito che appena resiste.
Vides ut alta stet niue candidum Soracte nec iam sustineant onus silvae laborantes geluque flumina constiterint acuto?
Odi profanum vulgus, et arceo
Ho innalzato un monumento più duraturo del bronzo e più elevato della mole regale delle piramidi, che non la pioggia corrosiva, non l'Aquilone impetuoso potrebbe distruggere o l'innumerevole serie degli anni e la fuga dei tempi.
Non tutto morirò e molta parte di me eviterà Libitina: continuamente io crescerò mantenuto in vita dalla lode dei posteri, finché il Pontefice salirà il Campidoglio con la vergine silenziosa.
Exegi aere perennium
Non omnis moriar
Ut pictura poesis
[esistono poesie che come i quadri sono belle viste da lontano e altre da vicino]
Graecia capta ferum victorem cepit
Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus [in occasione della morte di Cleopatra]
Dulce et decorum est pro patria mori
Carpe diem, quam minimum credula postero
d. C.
I sec.
Favole (Fedro)
Epigrammi (Marziale)
8 - Metamorfosi (Ovidio)
9 - Publio Quintilio Varo sconfitto a Teutoburgo
60 - Satyricon (Petronio)
61 - 65 - Pharsalia (Lucano)
64 - Dialoghi (Seneca)
Ars longa, vita brevis
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare
È l’animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi
68 - 96 Anno dei quattro imperatori. Dinastia Flavia
79 - Eruzione di Pompei
93 - Silvae (Stazio)
II sec. - Metamorfosi (Apuleio)
Satire (Giovenale)
96 - Nerva imperatore
97 - 110 Epistolario (Plinio il Giovane)
98 - Traiano imperatore
105 - Historiae (Tacito)
117 - 192 Dinastia Antonina (Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Lucio Vero, Commodo)
193 - Pertinace, poi Settimo Severo imperatore
119 - 122 Le vite dei Cesari (Svetonio)
212 - Geta, poi Caracalla imperatore. Caracalla concede la cittadinanza a tutto l’Impero.
270 - nella crisi del terzo secolo, si distinguono le vittorie militari di Aureliano che costruisce le mura omonime in città: il fatto che non ve ne fossero dà l’idea di un impero in declino.
293 - Diocleziano introduce la Tetrarchia
312 - Costantino sconfigge Massenzio al ponte Milvio
313 - Editto di Milano
378 - Valente sconfitto ad Adrianopoli dai Goti
387 - Exameron (Ambrogio)
380 - 392 - Storie (Ammiano Marcellino)
396 - Teodosio divide l’Impero
398 - Confessioni (Agostino)
Vulgata (Girolamo)
V sec. - De bello gothico (Claudiano)
476 - Deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre
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