#rivivere
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La nostalgia del passato è uno dei sentimenti più difficili da gestire perché è aggrappata a ricordi felici che vorresti ma non puoi più rivivere.
- romyy999
#frasi mie#frasi tumblr#frasi belle#passato#rivivere#frasi vere#frasi vita#ricordare#ricordo#ricordi#nostalgia#nostalgic#sentimenti#aggrapparsi
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“Potessi girare la clessidra, la bloccherei a metà. Per rivivere quel granello che ci ha fatto trovare fra milioni di possibilità.”
— Andrea Talignani
#potere#girare#clessidra#rivivere#trovare#possibilità#frasi e citazioni#frasi#frasi tumblr#Andrea Talignani
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Ho veramente paura di non riuscire più ad amare come amavo lui.. ci ripenso e ricordo i sentimenti forti che mi faceva provare. Non credo che riuscirò a trovare un'altra persona che me li faccia vivere
#pensieri#amore#paura#tristezza#love#emozioni#dolore#sentimenti#malessere#stare male#passato#rivivere
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Se ti rivivi, cosa ti correggi?
ebbene, niente: (sono riboccante di torturanti
[rimorsi,
o donna mia): (sono un’orripilante enciclopedia di cazzate incoglionate, di
[semicriminali
supergaffes: e furono, i miei anni, un inimitabile campionario di
irrimediabili
[refusi
esistenziali):
ebbene, non ritoccherei una virgola sola, un puro punto solo: (avrei
[terrore
dell’effetto domino): (ti modifichi un gesto, una parola: ti rifai, tanto per
fare,
[il nodo
alla cravatta): (ma che dico? ti tagli via, da una narice, un giorno, un pelo
[appena in più,
non altro): (e ti giuochi un destino – il destino: et tout se tient): (e, poni caso
–
[e poni
mente, poi: tu mi sparisci, allora, fuori dalla rivita che io vivrei,
concedendomi
[il bis):
ebbene:
quello che ho avuto, così, me lo tengo: (pur di tenerti, io mi ritengo,
[identico)
Edoardo Sanguineti (Genova, 1930 – 2010), da Mikrokosmos
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Non ti stanchi mai di essere amata nel modo corretto, lo vivi e lo rivivi costantemente nella tua mente, perché non è mai abbastanza. La dipendenza più potente, l'uomo ce l'ha nel suo assetto genetico dalla nascita: l'amore.
#amore-perso#frasi#tumblr#amore#pensieri#paura#libro#stanca#amata#corretto#rivivere#dipendenza#uomo#coppia
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I told you all I had not finished
#grazie warner tv per farmi rivivere i traumi comunque#un professore#supernatural#unprofessorenatural#soprannaturale#un professtag
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questo paese è malato
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sanremo è stata una scelta devastante, perché ho appena pianto per:
un edit di look back con «volevo essere un duro».
un edit strappalacrime con «l'albero delle noci» di arcane.
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listening to valentino rossi talking about 2015 while in bed drinking a cup of tea

#alla fine niente di nuovo però è sempre bello rivivere la follia che è stata il 2015. RISATE#old man yells at cloud.jpeg#chatter
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#Italy#street art#paste up#mini#C'è un mago#in città#che fa rivivere#il passato#CLAUDIANO.JPG#sei la mia vita#02.11.11#6 mesi di noi#:)
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Et tu connais la caresse qui fait revivre les morts … Charles Baudelaire E Tu conosci la carezza che fa rivivere i morti …
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PRIMA PAGINA Giornale Di Sicilia di Oggi giovedì, 06 febbraio 2025
#PrimaPagina#giornaledisicilia quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi giornale#sicilia#caccamo#borgo#rivivere#menfi#vito#spiagge#oggi#regione#quelle#valide#fino#morto#khan#mito#smeralda#critiche#atta#trump#gaza
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dicono tutti che fuori si sta meglio. dicono tutti che in italia non ci sia lavoro e che fuori sia tutto perfetto. la verità è che chi non lo ha mai provato non ha la minima idea di come cazzo sia vivere all'estero. e non parlo dei sei mesi di erasmus di cui praticamente non ricordi un cazzo perché eri sbronzo cinque giorni su sette. parlo di provare a vivere veramente in uno stato che non sia il tuo, parlo di vivere veramente da "straniero". ci sono una serie infinita di meccanismi che si attivano che voi non avete neanche idea di che cazzo stia parlando. il problema più grosso rimane e rimarrà sempre il lato sociale.per chi non fa altro che sperare di andarsene dall'Italia perché non c'ha una lira e crede che fuori ti tirino i soldi li direi di fermarsi un po' a pensare che cosa sta facendo prima di partire veramente. forse il problema sta anche nel fatto che io non ho mai avuto problemi di soldi e non ho mai avuto problemi ad arrivare a fine mese, può essere. ma l'incompatibilità che provo quotidianamente da sette anni con il popolo con cui vivo non avete idea di cosa sia. la settimana scorsa sono stata mezza giornata a Verona e mi sono ritrovata per caso su una strada qualunque e stavo bene. io non sto mai bene. la gente attorno a me era sulla strada, stava fuori, all'aperto, era sulla strada e faceva chiasso. la gente parlava ad alta voce, le macchine andavano di qua e di la, i bus si fermavano alla fermata in cima alla strada. c'erano macchine, vespe, bus e tanta tanta gente fuori sulla strada che camminava e andava a passeggio. ed era tutto bello. la gente sembrava proprio felice. c'era quell'odore di estate che si sentiva a scuola verso fine maggio. quando alle nove c'era ancora il sole e la gente era felice. felice. cazzo che bella che era la vita. se solo avessi fatto qualcosa o tutto diversamente. se solo avessi capito quanto sarebbe stato poi difficile rivivere momenti come quelli.
con chiunque parli e dica che voglio tornare mi guarda malissimo e mi riempie di frasi senza fine per farmi capire di quanto si stia male qua. gli unici che mi capiscono sono quei poveri sfigati come me, che vivono incastrati in un posto che da fuori sembra incantato, invidiato da tutti ma che poi dall'interno è pieno di cose che non vanno. inutile quanto tu ci provi ma questa non è casa tua e mai lo sarà. e sinceramente, ti dirò, va anche bene. va anche bene perché io non ho più nessunissima intenzione di 'integrarmi', anche se questa parola alla fine non vuol dire un cazzo. sono pochissimi i tedeschi o gli austriaci con cui esco volentieri nel mio tempo libero, forse due, e uno di questi è il classico austriaco estremamente impacciato e timido che mi mette totalmente a disagio e con cui esco due volte all'anno perché è il mio massimo livello antidisagio. non è una brutta persona, ma semplicemente 'non funzioniamo', non c'è vibe come direbbe mio fratello da figo. e ripeto va bene perché lo ho capito da tipo due anni che per vivere da voi non devo necessariamente vivere con voi. ma già dietro questa frase si capisce il livello di solitudine estrema di una persona. vivo in austria e non ho nessun legame profondo/serio con nessun austriaco. condizione che, lo dico per sentirmi meglio, è condivisa da circa 2 su 3 degli stranieri residenti in austria. ovviamente non sono sola, ho conoscenti e amici. credo che però qualunque persona normale capisca che non sia proprio il massimo. la mia vita a 27 anni è totalmente differente rispetto a quello che mi ero immaginata. e quindi decidi di restare in un posto che non ha nulla, ma proprio nulla a che fare con te, ma dove però funziona bene o male tutto e dove hai un lavoro. il mio lavoro in Italia neanche esiste o meglio si c'è, ma la maggior parte delle volte è su base volontaria o gestito da Onlus che ti pagano male e poco, se ti pagano. mesi fa ho conosciuto questa ragazza che ha fatto lo stesso mio lavoro ma in Calabria. le sono arrivati i soldi dello stipendio cinque mesi dopo. io con il mio lavoro arrivo a 2000/2100 mensili netti. questa prendeva si e no 1200 al mese.
dove vivo io fanno tutti sport. ho sempre trovato gli austriaci molto poco attraenti ma hanno tutti dei fisici quasi perfetti. la gente continua a fare sport. è l'unica cosa che puoi fare. vai al lavoro e dalle 5 in poi ti chiudi da solo con le tue cuffiette in mezzo ad altri 100 depressi per due ore in palestra. non c'è altro. il weekend esci per modo di dire... fai una passeggiata il sabato, se hai fortuna trovi qualcuno con cui mangiare insieme anche a cena. la domenica non ve la descrivo neanche. per chi non è mai uscito dall'Italia prima la domenica in una paese germanofono è un'esperienza surreale. la domenica qui è il giorno per la famiglia, nonostante io mi chieda che cazzo faccia una famiglia di cinque tutta la domenica chiusa in un appartamento da 60 mq dato che trovare qualcosa da fare è impensabile. è tutto chiuso. a Vienna la domenica ci sono 4 supermercati aperti in tutta la città. l'unica cosa che puoi fare la domenica è indovina cosa? sport. O andare magari al cinema due ore il pomeriggio.
chi vive in questi posti e ha origini mediterranee, africane o viene dal medio oriente vive una vita a metà. la cultura di questi posti non ha assolutamente nulla a che fare con la nostra essenza. la gente è di un piatto che non si può descrivere. esattamente come le loro domeniche.
secondo me l'unico modo di sopravvivere più o meno bene e quella di trovarvi un partner. se state pensando di andarvene non fatelo da soli. in questi sette anni ho visto tanta di quella gente venire qua e vivere i primi due anni in una sorta di trance psichedelica perché guadagnavano 3000 euro al mese e poi al terzo anno cadere in una depressione pesante a causa della solitudine che ti offrono questi posti. non è una solitudine che si può spiegare. passi la tua esistenza in maniera alienante in mezzo a persone da tutto il mondo che sai che prima o poi se ne andranno per non tornare più e poi ricominci a conoscere sempre nuova gente e così via in in ciclo infinito di cene e pomeriggi passati a parlare del più e del meno con gente che sai che non si fermerà mai nella tua vita e con cui appunto non puoi che parlare del tempo
i primi quattro anni che stavo qua pensavo sempre che più sarebbe passato il tempo più mi sarei abituata e avrei fatto meno fatica. sinceramente ho sempre pensato che l'integrazione andasse a pari passo con la lingua. che gran cazzata. ora so la lingua e bene o male so dire tutto ma faccio più fatica ogni giorno che passa. e ogni volta che parlo con qualcuno che vive qui da anni come me mi confermano la stessa cosa. dieci anni fa mai e poi mai mi sarei immaginata di fare questa vita qua.
nessun di noi sta male male. hai uno stipendio, se sei fortunato fai pure un lavoro che ti piace, hai le tue cinque settimane di ferie all'anno, hai il tuo appartamento, hai il tuo cerchio di amicizie, hai l'amico argentino che fa sempre figo tornare a casa a natale e parlare allo zio che non è mai andato oltre Trento dell'amico argentino eppure vivi sempre a metà e tutto ciò è impossibile da spiegare a chi non viva o abbia vissuto nella stessa situazione.
boh. come tutta la mia vita, boh
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Certi addii ti spezzano in due. Una parte di te continua a camminare a passi svelti verso il futuro quasi correndo e l'altra parte di te sta solo scappando da un passato che ha fatto troppo male. Perché una parte di te va avanti e l'altra vuoi o non vuoi resta indietro. Certi addii ti spezzano in due una parte di te sa che separarsi, a volte non solo è la cosa migliore ma anche l'unica possibile, e l'altra, invece, vorrebbe solo rivivere tutto quello che è stato tipo all'infinito perché nonostante tutto è stato magnifico. Una parte di te si convince che in fondo è meglio così e trova nuovi modi e nuovi motivi per sorridere e l'altra parte di te, invece, non si libera mai dal dolore di aver perso l'unica cosa che non avrebbe voluto perdere, certi addii ti spezzano in due tipo che fuori continui a ridere senza mai smettere eppure dentro, sai, continui a piangere senza smettere mai.
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Tutto è cambiato da quel 2010,
anni passati buttata in un letto,
salvata per miracolo, le ore sotto i ferri sono state dieci,
per me sono state eterne, mi sentivo inerme,
“la paziente ha perso troppo sangue, la situazione é complicata,
non ho mai creduto a Dio, sempre pregato gli angeli che mandano segnali dal cielo,
questa vita ti ha maneggiata bruscamente, mai stata delicata,
ti ha tolto l’uso dei tuoi arti,
non sapendo che il tuo punto di forza é insito nel tuo carattere,
quanta forza di volontà, non ti fai mai abbattere,
ma dimmi un giorno come farò a dimenticarti?
Conservo con me quel delfino trovato in una giornata triste dentro un cassetto,
tuo figlio é sempre quello di un tempo,
un concentrato di ansie e incertezze,
che scrive i suoi mostri sopra un foglietto,
dicevi “non piangere”, guarda dentro la tasca,
di anni ne avevo 6, a scuola piangevo ogni santo giorno,
tant’era la paura della solitudine, che chiedevo alle maestre sé fossi rimasto solo, insicuro delle mie stesse insicurezze,
speravo nessuno vedesse, stringevo il delfino,
chiudevo gli occhi, allontanando quelle paranoie trasportate dalla burrasca,
di idee negative succubi di voci “cattive”,
ti chiedevo “Mamma?
Perché quando gli altri piangono io stringo loro la mano e sorrido?
Se quando piango loro mi fissano, ridendo a squarciagola come in un grido?”
“Ognuno é fatto a modo suo,
non tutti hanno un cuore compatibile col tuo”.
“Non ha importanza se nessuno ti ha compreso,
non ti sei “abbassato”, non hai cercato compassione, per essere accettato”,
Tu come me davi retta a tutti, poi quando c’era bisogno, “ognuno c’ha i sui impegni”, (già!),
strano come poi piangano lacrime di coccodrillo mentre sei disteso su una bara.
Stesso sangue, avvelenato dalla vita, dal pregiudizio inutile di chi fingeva di esserci vicino,
umani come medicine, un giorno ti elevano al settimo cielo, i restanti ti rigettano l’inferno,
finisci in para, dicono “passerà”, nessuno ci tiene, impara.
Ti sento piangere le notti,
con due tumori che si fanno spazio nel tuo corpo, silenziosamente,
mi dici che non molli, anche sei distrutta, “non voglio spegnere quel tuo sorriso”,
io non ne conosco di altri motti,
mi guardi, mi stringi, col corpo che trema, la mia anima lo sente,
io invidio il tuo essere, fragile e tenace,
tu non vivi, sopravvivi, lotti,
come quando ballavi il tango,
cambiavi l’atmosfera,
la tua? La classe di chi soffre senza farlo notare,
a ogni tuo passo il mio cuore accelera,
professionisti che dicevano “incantevole, come
una bambina si diverte in mezzo al fango”.
In una vita di spine, senza una rosa,
sei un’artista nel dipingere le mie giornate,
metti ordine fra miei pensieri come in un quadro a ogni dettaglio i suoi colori,
siamo io e te e papà, stretti dentro un incubo, sappiamo che ogni giornata potrebbe essere preziosa,
ho sempre dato tutto per scontato, bastava dirti grazie, rispettare le tue urla, i tuoi dolori.
Quante volte mi hai detto ti vorrei aiutare?
Ma testardo davo retta solo a me stesso,
capendo che una donna é l’unica soluzione,
se ti sa guardare dentro, é più erotico del sesso,
ti scrivo le mie lacrime del cuore,
quelle che nessuno vede,
mentre dentro sé stessi ogni equilibro cede.
Ti ho detto troppe volte, “se ti spegnessi metterei fine ai miei giorni”,
tu solo una cosa mi hai risposto “fammi rivivere in quei giorni”.
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A volte fa male... Rileggere vecchi post... Ricordare il momento esatto in cui li ho scritti... Rivivere ogni nanosecondo di te... Di noi... Ogni tanto mi piace... Torturarmi così... In modo sfacciatamente stupido... Lasciarmi trafiggere dal dolore... E lasciare che le lacrime scendano a bagnarmi l'anima... A volte tra una e l'altra sorrido... Mi arriva un tuo sorriso dritto al cuore... Un tuo sguardo dritto al cervello... Poi mi ripeto che non eri nemmeno così bello... E se ci penso bene... Eri tutto... Tranne che perfetto... Ma non ho mai amato le cose perfette... A volte fa male... L'imperfezione dell'amore fa male... A volte un ricordo può uccidere...
~ Virginia ~

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