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#roselline
locandareloup · 2 years
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#roselline gratinate ai #porri di #cervere (presso Locanda Reloup Isasca) https://www.instagram.com/p/CofiPMJNORw/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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incantesimofiorito · 2 years
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Coroncina D alloro per Laurea #laurea #coroncinalaurea #rosso #lode #alloro #incantesimofiorito #fattoamano #decorazioni #roselline Www.incantesimofiorito.it (presso L'Incantesimo Fiorito) https://www.instagram.com/p/ClbK1hZNpwO/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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unalunapercucinare · 2 years
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ROSELLINE DI CARNEVALE CON NUTELLA
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Quando sono in casa mi diletto a cucinare 😋
Anche se non è una mia passione 😅
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Cornetti salati con salsiccia e broccoletti
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Roselline di pasta sfoglia con zucchine e Philadelphia
Buon pranzo Tumblerini 😋😋
#me
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pocodormire · 7 months
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btw my bf got me flowers for Valentines Day. he sent them to my house: una rosa rossa, due crisantemi rossi, delle piccole roselline bianche e due gigli rosa. ogni volta che entro in stanza guarda la scrivania e sorrido, che bellezza infinita
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Stamattina ho accompagnato mia madre alla sepoltura, in un grande cimitero storico; il suo tumulo è sotto un alto sperone roccioso e in vista del mare, tra i cipressi. La cassa aveva quattro cuoricini incisi, uno ad ogni angolo. La corona di fiori era composta da roselline rosa chiaro, lilium gialli e girasoli. Ora che il suo corpo non si trova più in casa, sono meno preoccupata. Ieri è venuto un prete a farle la benedizione. Spero che sia contenta di come l'abbiamo salutata.
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scorcidipoesia · 1 year
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Ovunque si legge di narcisismo ma molti credono che si tratti solo di persone che si piacciono e collezionano partner ma non è così.
La storia col narcisista arriva come la salvezza : corteggiamento fantastico con ascolto, piccoli pensieri, presenza continua. Roselline raccolte dal giardino messe in tavola la mattina. Cucina con cuori di cioccolata o torta, luoghi sempre diversi in cui ti porta, non è mai stanco e non dorme mai. In auto e fuori è attento, ti aiuta molto in casa, ti cucina, sistema le cose aggiustandole, pianta con te i fiori, mette in ordine. Una mania ossessiva dell’ordine, noto che imbusta tutto. Le sue valigie sono perfette, magliette perfettamente piegate anche da sporche, a volte i primi tempi sistema anche la tua. Lentamente la curiosità viene meno, inizia a cercare gli ex della tua vita, entra nella tua posta, commenta ogni cosa che scrivi in modo pubblicamente sarcastico per sminuirti, critica il tuo lavoro, lo sminuisce, ti chiede di vestirti in maniera femminile e di indossare le lenti a contatto anche nel fine settimana, cerca nella tua vita un uomo che non c’è. Inizia a manipolare e gestire la tua vita : si va li, si deve camminare e vedere ogni luogo e le ferie diventano un lavoro, si annoia presto e cerca un’altra meta anche durante la vacanza in corso. Tutte le spese vengono rigorosamente divise a metà e se all’inizio tiene molto allo scambio regali , verso la fine li ritiene inutili. Se all’inizio ti tiene la mano e continua a farti foto facendoti sentire una principessa, alla fine ti lascia sola camminandoti avanti con le mani in tasca. Se all’inizio il cellulare è acceso e visibile, alla fine è spento e ti viene data la colpa di essere spesso online quando non sai dei suoi innumerevoli profili falsi in cui contatta donne tutte molto simili : more, occhi chiari, le sceglie in base ai loro gusti se sono simili ai suoi. È come se raccattasse oggetti che possono essergli utili.
Instancabile amante, colleziona donne e le gestisce contemporaneamente.
Non si arrabbia mai, si chiude in un silenzio che ti porta alla follia, non chiarisce . Sancisce di aver ragione, si ritiene intelligente ,è razzista e odia paesi o persone di luoghi poveri. Non ti dice più parole d’amore appena capisce di non dover più conquistare.
Ti lascerà e cercherà più volte ma non per amore. Qualcosa in lui gli fa sentire curiosità e vuoto, tiene molto a se stesso e si allena, ritiene il riposo inutile e non gli importa se sei stanca. Le persone che ti circondano sono tutte idiote, critica anche i medici cui ti rivolgi e racconta alle altre tutte le vostre intimità usando con loro gli stessi oggetti, anche quelli che usava con te.
Del tuo amore non se ne fa nulla, non può provare nulla perché il narcisismo è una patologia in cui il malato non si ritiene tale. In lui vi è una continua ricerca del proprio appagamento e tu sei solo una parte valorizzata finché lo incuriosisci.
È così bravo ad entrare nella tua vita ed abitudini che dopo di lui sentirai un vuoto e stenterai a riconoscerti perché il tempo passato con lui è stato un continuo sfidare te stessa e le tue abitudini per stargli dietro. Lo rendi partecipe di ogni tuo momento ma non serve, lui non ha mai nostalgia o bisogno di nessuno. Nel momento in cui ti distrai anche per motivi gravi, lui è già altrove.
Liberarsi di quella vita è difficilissimo, ci vogliono forse anni. In gioco ci sono illusioni disattese e uno scarto che viene attuato nel momento in cui non sei la giovane donna piena di risorse ma una donna matura che sta sfiorendo. Lui si è bevuto l’ultima goccia del tuo nettare ignaro di ogni sacrificio e speranza riposti in lui. Non serve parlargli : è un disco rotto di auto celebrazione.
Non ti darà mai ragione.
Non serve accusarlo o cercare di capire : sarebbe come spiegare a un astemio il sapore di un vino che non berrà mai o descrivere a un cieco i contorni del cielo.
Occorre tanta forza ed essere pronte a ricadute , momenti di tristezza in cui ricorderai un NOI mai esistito, una coppia in cui eri sola.
Solo il tempo ,solo il tempo lo farà scivolare via come un incubo sfiorato.
Riassumendo, il mio ritratto sul narcisista è questo :
Uomo intelligente, gli piace studiare e si informa su tutto, legge e conosce la musica. Solo la sua musica è bella, quella che piace a te fa schifo.
Ama i dolci o il cibo dei luoghi che lo affascinano.
Si vuole bene, per se’ pochi oggetti ma di qualità, ha cura a tavola
È un eterno ragazzo che sfugge la vecchiaia, si veste con garbo.
Non dorme molto, non ha amici uomini. Preferisce parlare con donne e le incanta.
Sa come trattare le donne. Cosa piace loro, come trattarle.
Parla di progetti importanti che non attuerà mai , farà fatica a staccarsi dalla sua realtà . In lui c’è un mondo di pensieri che non saprai mai e un mare di bugie.
Non prova compassione per niente e nessuno.
Non piange mai, si emoziona per cose tangibili ma per poco, cercherà di darti ogni colpa per azioni commesse da lui.
È complicato andare avanti dopo di lui. Solo chi ha avuto la sciagura di incontrare un uomo simile potrà intuire il disagio in cui vivi dopo, la destabilizzazione.
Non cambierà mai: non sei tu sbagliata o brutta, anzi. Tu sei quella che gli serve per nutrire il suo ego, ma nessuna potrà dire di essere stata amata da lui.
Lui non può amare, quello che lo divora è un cimitero interiore di mancanze che arrivano dal passato e che ignora senza mai fermarsi.
Non forzarti, niente sarà mai come il tuo cuore vorrebbe.
Tatiana Andena
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Top 10 del giorno della mia laurea:
- vedere il meraviglioso bouquet con i 3 girasoli che avevo chiesto 🌻oltre alle roselline (non mi aspettavo pesasse così tanto ahah) e ovviamente la corona d'alloro con quei luuunghi nastri rossi, roselline e bacche 🌹
- sentire un maniera offuscata, per la troppa emozione interiore, la presidente della commissione che diceva 108 come voto di laurea e la proclamazione a Dottoressa in Servizi Giuridici per l'Impresa! 👩🏻‍🎓
- vedere lo sguardo orgoglioso e felice del mio relatore nei miei confronti ed essermi fatta firmare la tesi come ricordo oltre ad avergli lasciato una bomboniera con una certa utilità (non posso dire di più per non rovinare la sorpresa a qualche amico-lettore) ✍🏻
- lo scoppio dei tubi di coriandoli all'uscita dall'università, gli applausi e i complimenti anche da persone sconosciute (che carini) e da vecchi colleghi di università e delle superiori. Oltre alle foto di rito davanti e e dietro alla famosa colonna all'esterno dell'uni (anche quella con la gamba alzata a mo'di salto tanto trendy sui social) 👏
- brevi festeggiamenti in famiglia sulla panchina con qualche dolcetto e un bicchiere di spumante come pranzo🍾
- foto con lo sfondo dei calanchi (tema della mia tesi) 📸
- la chat con una delle collaboratrici della Riserva e il Direttore della stessa (vogliono pubblicare la mia tesi sul sito della Riserva e fare un post su di me con tanto di foto!) 🤩
- sorpresa al bowling con un angolino dedicato tutto a me sulla pista in cui ho giocato: palloncini tematici, foto e fascia con la scritta dottoressa 🎈
- sorpresona del regalo di gruppo del bowling: un buono per comprare una nuova boccia! 🎳
- taaaaanti abbracci e complimenti da parte di tutti 🥰 ed esprimere un bel desiderio spegnendo la candelina 🍰 e il botto del tappo dello spumante che fuori all'università ha colpito lo zio e al bowling il proprietario che mi ha mandata a quel paese in maniera scherzosa mentre tutti facevamo il coro "è lui il prossimo!"
A contornare tutta la giornata le risate con le mie amiche in chat e la notizia di un miglioramento di salute di una di loro 💓
Così tanta felicità in un giorno in cui sotto i riflettori c'ero soltanto io 😆
Tanto da dimenticare quanto male mi facevano i piedi e la stanchezza della salita ai calanchi ahahah
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lunamagicablu · 1 year
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Finalmente fu primavera piena e i fiori sbocciarono dappertutto. Il bosco era un tappeto di fiori: c’erano fiori di sanguinaria avvolti nei loro mantelli come principesse indiane; c’erano tuberose, garofani selvatici, roselline di macchia, anemoni che pareva sbocciassero da un piccolo calice peloso, e viole canine. Giù vicino al ruscello, migliaia e migliaia di violette ricoprivano le sponde con le loro foglioline a forma di cuore. Anche gli alberi erano in piena fioritura: fiorivano i meli e i ciliegi, e fiorivano i peri con i loro fiori bianchi come la neve. Erano fioriti anche i due grossi cespugli che crescevano vicino a casa: uno si era ricoperto improvvisamente di un esuberante fioritura di piccoli fiori di colore arancione, e l’altro, in un notte sola, si era trasformato in un cascata di rose….e l’odore che penetrava nelle camere dalle finestre aperte era un odore così nuovo, così misterioso e così invitante, che non era assolutamente possibile rimanere a casa. Elizabeth Enright
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And at last it was really spring: flowers everywhere. The woods were carpeted with them: bloodroot wrapped in its cloak like an Indian princess, trillium, jack-in-the-pulpit, Dutchman's-breeches, hepatica (blooming out of a little fur mitten), and dogtooth violet. Down near the creek there were real violets by the hundred, by the thousand, starring their heartshaped leaves. Even the trees were full of flowers, apple blossom, and snowy pear, and cherry. Of two huge lopsided bushes near the House, one suddenly burst into a rash of orange rosettes and the other turned into a shower of pink fringe almost overnight... and the smell that drifted in through the open windows was so wildly exciting; a fragrance so new, never breathed before, so sweet and mysteriosus and inviting that one couldn't stay indoors. Elizabeth Enright 
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francesca-fra-70 · 2 years
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Tolta la piantina di basilico, ho piantato delle roselline rosse, si accettano scommesse su quanto tempo ci metterò a farle fuori. 🙄
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danilacobain · 2 years
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Ossigeno - 15
15. Fraintendimenti
Sveva scese dal taxi ancora frastornata e assonnata. Aveva dormito durante tutto il viaggio e aveva ancora bisogno di riposo, ma la sua amica Rosa l'aspettava per cena. Le era sembrato che Zlatan ci fosse rimasto male quando gli aveva detto di avere dei programmi per la serata, ma di sicuro aveva interpretato male la sua espressione. Perché mai sarebbe dovuto rimanerci male? A meno che... Zlatan non volesse invitarla ad uscire. E questa si che era una stupidaggine. Però, a pensarci bene, non le sarebbe dispiaciuto per niente uscire con lui. L'idea di loro due insieme, da soli, le piaceva parecchio. Più di quanto volesse ammettere. Entrando in casa, si accorse che sotto la porta c'era una busta bianca. La raccolse e la rigirò tra le mani. Non c'era scritto nulla. Dentro vi trovò una lettera. Di Logan. Si sedette sul divano e la lesse.
Sveva, amore mio Dopo la nostra ultima telefonata ho deciso di venire a Milano perché volevo che capissi quanto ti amo e che per te farei qualsiasi cosa. Mi è stato detto che eri partita con tuo fratello, so che non vuoi più parlare con me e quindi non mi resta che lasciarti queste poche righe. Ho fatto la cazzata più grande della mia vita e ne pagherò le conseguenze per sempre. Ti ho persa, lo so, ed è solo colpa mia. Non ti chiederò di perdonarmi e di cercare di recuperare il nostro rapporto, ci ho pensato a lungo e tu hai ragione, meriti di essere felice. È dura per me dirti queste cose e lasciarti andare ma voglio solo che tu stia bene e che non soffra più per un pezzo di merda come me. Vorrei però che tu sapessi che ti amo e ti amerò per sempre. Nel mio cuore ci sarai sempre e solo tu, mia dolce e piccola Sveva.
E così era ritornato a Milano... Sveva chiuse la lettera e la ripose in un cassetto del mobile basso in sala, fece un bel respiro e andò a prepararsi per la cena. Faceva ancora troppo male, ma Logan ormai era un capitolo chiuso della sua vita.
Zlatan aveva trascorso l'intera nottata a pensare a Sveva. Non capiva perché fosse così attratto da lei ma non poteva fare a meno di ricordare la sensazione che aveva provato quando era stato sul punto di baciarla. Una sensazione mai provata prima, sapeva solo che quello che stava per fare era la cosa più giusta che potesse fare. Se solo Mark non li avesse interrotti... Ma ora era inutile pensare ai se, ora voleva solo che lei gli concedesse un appuntamento. Solo una sera, una cena, per capire cosa veramente voleva da lei e per accertarsi di essere ricambiato almeno in minima parte. Un bacio, voleva poggiare le labbra sulle sue e assaggiarla. Moriva dalla voglia di baciarla. Si vestì e uscì, diretto a casa di Sveva. Lei però non c'era. Si rese conto di non avere nemmeno il suo numero di cellulare e fu costretto a chiamare Ignazio. «Ehi Zlatan.» «Ciao Igna. Senti... mi puoi dare il numero di tua sorella? L'ho cercata a casa ma non la trovo.» «Certo. Stamattina è in clinica. Cosa le devi dire?» «Ehm... ecco, volevo portare la mia maglia ad un bambino che ho conosciuto quando sono stato lì.» «Okay, la trovi lì comunque. Ti mando un sms con il numero.» «Grazie. Ci sentiamo più tardi.» «Ciao Zlatan, a dopo.» Un minuto dopo Zlatan stava attendendo che Sveva rispondesse al telefono e si accorse di essere agitato e ansioso di sentire la sua voce. Quando rispose, non sapeva più cosa dire. «Ciao Sveva, sono Zlatan.» «Ciao Zlatan! A cosa devo questa telefonata? Devi dirmi qualcosa?» «No... volevo solo chiederti se ti andava di prendere un caffè con me.» «Molto volentieri. Però sono in clinica, ti va di prenderlo qui da me?» «Certo. Arrivo subito.» «Okay, a tra poco.» Impaziente di raggiungerla, Zlatan sfrecciò a tutta velocità per le strade di Milano e un quarto d'ora dopo era nel parcheggio della clinica. Le aveva preso anche un mazzetto di roselline rosse e emozionato come un teen ager al suo primo appuntamento si infilò in ascensore e salì al reparto di neurologia. La prima persona che incrociò era un'infermiera. Gli chiese chi stesse cercando e lui stava per dirle che aveva un appuntamento con la dottoressa Abate, quando la vide. Era nella ludoteca e stava giocando con alcuni bambini. Zlatan si avvicinò alla vetrata e bussò piano. Sveva alzò lo sguardo verso di lui e gli sorrise. La vide alzarsi e salutare i bambini, uno ad uno. «Ciao Zlatan» lo salutò uscendo dalla ludoteca. «Ciao Sveva. Non volevo disturbarti...» «Che disturbo» gli sorrise «ti stavo aspettando.» Rimasero occhi negli occhi per parecchi secondi, poi Zlatan abbassò lo sguardo sulle sue mani e si ricordò di averle portato dei fiori. Glieli porse, un po' impacciato. «Queste sono per te.» «Cosa... oh Zlatan, non dovevi.» Le prese e Zlatan la osservò mentre socchiudeva gli occhi e ne respirava il profumo. Dalla sua espressione seppe di aver fatto la scelta giusta. «Grazie.» «Non c'è di che. Allora...» stava per chiederle come stava ma fu interrotto. «Dottoressa.» Sveva si girò verso l'infermiera che l'aveva chiamata. «Sì?» «Questi sono i risultati delle sue analisi e di là c'è il dottor Marcocci che vorrebbe parlarle un attimo.» «Grazie mille, ora arrivo.» Guardò Zlatan. «Scusami un attimo Zlatan, puoi aspettarmi nel mio ufficio? Faccio subito.» «Non ti preoccupare, posso aspettare.» «Conosci la strada, vero? Ah, già che ci sei, puoi poggiarmi questi sulla scrivania?» Gli diede i fogli che le aveva appena portato l'infermiera e si avviò con lei. Zlatan percorse il corridoio opposto e si fermò davanti all'ufficio di Sveva. Prima di aprire la porta diede uno sguardo alle carte che aveva in mano. Non voleva fare l'impiccione ma l'occhio gli cadde su un foglio in particolare. Sopra c'era scritto: Test di Gravidanza. Questi sono i risultati delle sue analisi. Test di gravidanza. Sveva aveva fatto un test di gravidanza? Entrò in ufficio con il cuore a mille e senza pensarci due volte aprì il foglio ripiegato per leggere il risultato. Positivo. Sveva era incinta. E di chi era? Di Mark? No, era impossibile. Allora doveva essere dell'ex fidanzato di Sveva. Magari proprio quello che aveva visto con lei in quello stesso ufficio. Sconvolto dalla scoperta che aveva fatto, si lasciò cadere sulla sedia e fissò il vuoto davanti a sé fino a quando non si aprì la porta. «Eccomi. Scusami per il piccolo imprevisto...» Zlatan scattò in piedi. «Devo andare.» «Di già? E il nostro caffè?» «Magari un'altra volta. Scusami» corse fuori.
Sveva rimase a guardare Zlatan che si allontanava nel corridoio, imbambolata. Non riusciva a capire cosa avesse potuto sconvolgerlo tanto. Era stata così felice di vederlo, così felice che l'avesse chiamata... E ora era praticamente scappato. Si sedette alla scrivania e guardò il mazzo di rose poggiato in un angolo. Cosa diavolo gli era preso? Perché era andato via così? Sospirò e si allungò per prendere le analisi che quella mattina aveva fatto Valentina, la compagna di Ignazio. Aprì il primo foglio e sorrise. Per sicurezza controllò anche le analisi del sangue. Prese il telefono e chiamò subito Valentina. Quella sera avrebbero festeggiato l'arrivo di un altro bebè, suo fratello stava per diventare di nuovo padre.
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lilfashiongurl · 26 days
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#947 “✨Dreams ✨”.
♥ Head // ToddleeDoo Mesh Head / EvoX
♥ Body // ToddleeDooBody Fitted
♥ Outfit // Viv.a KIDS -Lara Romper / Roselline
♥ [Starries] Ocean Dreams Crib Toy & Tablet // Includes Blue and Pink versions. // Plays lights, music, with soothing water movements. // Rezzable version attaches to cribs. // Wearable tablet version for toddlers (child must buy or be gifted this item to wear it).
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adrianomaini · 5 months
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Rita Della Giovanna, Roselline, 1991 (Olio su tela)
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bookishnerdlove · 9 months
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CM2M - Capítulo 21
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< 21 >   Cuando Melchor regresó a casa en medio de la noche, el mayordomo Hugo trajo la noticia de que Roseline había llevado a su madre a la villa occidental.   —¿A la Condesa Renata Crimson Rose?   —Sí, mi señor.   Ya era bastante malo que se hubieran llevado a su madre como prisionera, y que ahora la trataran con el mayor de los respetos, pero desterrarla a una dependencia, para un mayordomo que no conocía las circunstancias, este era un comportamiento demasiado irrazonable. Sin embargo, Melchor no reaccionó mucho, se quitó el abrigo como de costumbre y se lo entregó al mayordomo.   —Ya veo.   —...   “¿Eso es todo?”   Los ojos del leal mayordomo vacilaron. Melchor, que notó que estaba dudando, preguntó en tono ligeramente molesto.   —Si hay algo que quieras decir, dilo Hugo.   —¿Te parece bien? Es sy madre, después de todo…   —Es decisión de Roseline, así que debe haber habido una buena razón.   Melchor parecía no tener idea de cuál era el problema. Aunque Melchor perdió a sus padres a una edad temprana, no ignoraba por completo las circunstancias de otras familias.  Al crecer, había visto de todo. Era común que las familias tuvieran una mala relación entre padres e hijos, e incluso si la relación era buena, era difícil no tener ninguna pelea. Si Roseline había echado a la Condesa Crimson Rose, debía de haber hecho algo mal. Sin embargo, a diferencia de Melchor, que no se lo tomó en serio, la expresión del mayordomo era sombría.   —Pero si la señora trata así a su madre, su reputación...   —Reputación, ¿qué?   Las manos de Melchor dejaron de desabrocharse el uniforme. Una luz aguda se encendió en sus ojos azules, que brillaban intensamente en la oscuridad.   —¿Quién pone la reputación de Roseline en su boca?   Hugo el mayordomo tragó saliva. Pensó que se había acostumbrado a esos ojos intensos mientras servía a su maestro, Melchor, durante seis años, pero no fue así. Ojos azules como llamas que podían consumir el alma de un hombre en un instante, había algo inquietante en mirarlos que le revolvía el estómago. Sus miembros se agarrotaron y luego se aflojaron con una sensación de hormigueo, como si lo hubieran azotado. El mayordomo se apresuró a negarlo.   —No. No digo quién lo hizo, solo hablo de una posibilidad.   —¿Quién se atrevería? Deja que Roseline haga lo que quiera.   —... Sí.   El mayordomo retrocedió lentamente, con el rostro severo. La habitación quedó en silencio, pero Melchor no estaba de buen humor.   “Así que por eso estaba ayer de tan mal humor”.   Había pensado que ver a su tan esperada familia la animaría, pero ayer Roseline había salido a pasear con cara de enfado, y a él le había preocupado haber dicho algo que la ofendiera, pero afortunadamente no había sido él. Melchor se sintió ligeramente aliviado, e inmediatamente se arrepintió.   —Debería haber prestado un poco más de atención.   “Debería haber prestado más atención al estado de ánimo de Roseline. Por qué no me lo dijo ayer el maldito mayordomo y ahora me lo dice hoy”.   Frustrado, Melchor, rápidamente abrochó los botones que había desabrochado.   “Roselline, ¿estás durmiendo?”   Hacía tiempo que había oscurecido fuera de la ventana. Era tarde, así que no le extrañaría que estuviera dormida.   “Aun así, me gustaría al menos ver tu cara”.   Melchor apagó la luz naranja del escritorio y salió al pasillo   ◦ ❖ ◦ ❁ ◦ ❖ ◦ ❁ ◦ ❖ ◦ ❁ ◦ ❖ ◦   El pasillo estaba desierto, sin nadie alrededor, para no ofender al dueño a quien no le gustaba el ruido. Melchor subió las escaleras. Tercer piso. Allí se encontraba el dormitorio de Roseline. Abrió la puerta sin hacer ruido para asegurarse de que dormía, pero la habitación estaba inesperadamente iluminada. Una fresca brisa nocturna entraba por la ventana abierta. Roseline, aún en pijama, estaba en el balcón mirando la luna.   —¿Qué pasa? Melchor.   —Sigues... No estás dormida.   —Bueno, tenemos que irnos a Oriente después de la boda y quería ver cómo estaba el cielo sobre la capital.   —Ya veo.   Cuando Melchor salió al balcón, Roseline se movió ligeramente hacia un lado para dejarle espacio. Aunque estaba en pijama, no parecía particularmente avergonzada, y él seguía sintiéndose incómodo de pie junto a ella. Pronto sería la boda. Ayer hablaron de tener una ceremonia sencilla, con la presencia exclusiva de familiares y un sacerdote oficiando la ceremonia.   “Ni siquiera sabía que Roseline tuvo una pelea con la Condesa, así que dije eso sin previo aviso. Ni siquiera necesitas invitar a tu familia”   Estaba a punto de decir que era mejor que el cura recitara los votos rápidamente y terminara rápido, pero Roseline habló primero.   —Melchor.   —¿Hmm?   —¿Cuánto me parezco a tu 'Roslyn'?   Fue una pregunta inesperada. Se le revolvió el estómago por alguna razón. Pero se lo estaba preguntando, y no tuvo más remedio que responder. Melchor desvió la mirada y fingió contemplar a lo lejos un jardín de arbustos negros.   —Tanto es así que podría confundirlas con la misma persona.   —Ya veo.   Cabello rojo rosa como Roseline y ojos verdes. Una mujer que empuña una espada de una manera única que nadie puede imitar.. Incluso Melchor podría haberla confundido con ella si no hubiera sabido que era alguien a quien había conocido diez años antes.   —Pensé que era extraño que te cases con alguien que se parece a la persona que te gusta, pero fui una tonta al pensar eso.   —¿Hmm?   —Si no nos pareciéramos, ya estaría en la cárcel.   No pudo negarse. Melchor sólo había ido a investigar los hechos del Mar del Este, intrigado por el hecho de que la Emperatriz hubiera movido su ejército antes que el Emperador. Si no hubiera sido Roseline quien estaba siendo humillada allí, Melchor podría no haberla salvado. Aunque lo hubiera hecho, no habría estado dispuesto a tomarla bajo su custodia y protegerla en su villa.   —Estuve pensando en eso el otro día y en cómo me molestaba que hicieras cosas sin mi consentimiento. Al fin y al cabo, todo salió a mi favor.   Por alguna razón, Melchor tuvo miedo de mirar a Roseline.. No, debería decir incómodo, porque era un hombre que no sentía miedo. Por alguna razón, no tenía la confianza para mirarla.. Pero el sonido de la voz de Roseline en su oído lo tranquilizó.   —Fue una suerte para mí. Debes haberte sentido decepcionado.   —... Roseline. No me decepcionas.   —Querías a la verdadera Roseline.   Melchor no pudo responder. Se agarró silenciosamente a la barandilla. La barandilla de piedra era gruesa y fuerte, lo suficientemente fuerte como para apoyarse en ella, pero bajo la gran mano de Melchor, parecía una barandilla ordinaria   —Es cierto que quería.   —¿Por qué?   —Porque era a ti a quien quería salvar.   Sabía que no era, pero estaba bien. Quería salvarla porque se parecía a Roslyn, pero también quería salvar a Roseline. No la veía como una sustituta. No es como si fuera una ilusión. Aunque Roslyn pudo haber sido la razón por la que se interesó en Roseline, la razón por la que Melchor estaba tratando de comprender el estado de ánimo de Roseline en ese momento fue por una razón que no tenía nada que ver con Roslyn.   —No sabías nada de mí.   —...   —Y aun así fuiste amable conmigo. Me parece increíble que puedas hacer eso con alguien que no conoces.   —Gracias.   Ante las palabras de Roseline, Melchor giró la cabeza para mirarla. Cabello que a la luz de la luna parecía más morado que rojo, y ojos verdes que brillaban vívidamente a la luz de la luna.    “¿Cuántos años han pasado desde la última vez que vi estos ojos de cerca?”   No, no en años. Ha pasado menos de un mes desde que Melchor conoció a Roseline.  Esta es la primera vez que los veía.   —Era demasiado tarde para darme cuenta, lo siento.   —¿Cómo que lo sientes?... No tienes que disculparte.   —Te devolveré el favor más tarde.   “Favor”.   Ante esas palabras, Melchor sintió un hormigueo en su corazón por alguna razón. Obviamente, mintió para salvarla, y Roseline le agradeció y dijo que le devolvería el favor. Melchor no podía entender por qué se sentía tan incómodo a pesar con la promesa de devolución.   —No tienes que devolverlo.   —¿Qué? Pero…   No le gustaba pensar que lo que le había dado era algo que tenía que "devolver". Sólo esperó que lo reciba con alegría. Ahora se sentía más como un extraño para ella, cuando estaba agradecida y decía que le devolvería el favor, que cuando gemía de frustración, o cuando estaba enfadada con él por tratarla como a una persona extraña.   —De todas formas, no puedes pagármelo.   De repente, salieron palabras duras. Melchor se sorprendió y cerró la boca, pero no pudo retractarse de lo que ya había dicho. Roseline lo miró con los ojos muy abiertos y luego parpadeó lentamente.   —Ya veo. Porque lo tienes todo: estatus, poder y riqueza.   Incluso su habilidad con la espada estaba por encima de la de ella; no había nada que pudiera hacer por él. Roseline sonrió amargamente. Si no podía devolver un favor, no era de extrañar que no pudiera llegar a una posición de igualdad.   “Por supuesto. Qué sentido tiene ascender, no significa nada”.   Roseline pensó que debido a que Melchor había decidido precipitadamente casarse con ella, le pediría el divorcio tan pronto como la situación se calmara y el interés se enfriara.   “Sí. Es el tipo de relación adecuado, y no es un matrimonio de conveniencia. ¿Es porque no recibí una propuesta de matrimonio?”   A pesar de firmar los papeles como "Roseline Postenmeyer" y de que los criados se dirigían a ella como "señora", Roseline nunca se sintió casada con Melchor. A veces se preguntaba si simplemente había aceptado un trabajo como cuidadora de los Postenmeyer.   —En su nombre, procuraré no ser nadie para los Postenmeyer.   —Roseline, yo...   —Mientras sea tu esposa, creo que es lo mejor que puedo hacer. —Los ojos de Roseline se sentían algo solitarios—. Mientras yo sea tu esposa.   De alguna manera, parecía como si se hubiera trazado una línea. Melchor quería decirle que estaba equivocada, que lo había malinterpretado, quería explicarle, pero no sabía qué decir. Atrás Novelas Menú Siguiente Read the full article
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rainblowshop · 1 year
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((RBS)) Drippin' Kicks Outfit - 1 PACK -[TD & BEBE BebeChonk LULLABEES] by Ai'Yani Nadz Sky Via Flickr: New from Rainblow for - Roselline Event - 05 / 25 / 2023 ============================================ TAXI: maps.secondlife.com/secondlife/Roselline/80/124/23
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steliosagapitos · 2 years
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https://dolcipassioni.net/ricetta/roselline-di-carnevale-ricetta-di-nina-bellino/?fbclid=IwAR14CfA_atsVNqqHhG5D0bZCwkNwX0FGFAJrAwRqw7sv6lANsDk_Xo91RAk.
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