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#spontaneamente
ragazzoarcano · 2 months
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“Non mi piace chiedere le cose, voglio che mi siano donate spontaneamente. Ho bisogno di attenzioni, non di cortesie.”
— Vincenzo Cannova
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ma-pi-ma · 5 months
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Felice è colui che dalla vita non
esige più di quello che essa
spontaneamente gli offre, facendosi
guidare dall’istinto dei gatti, che
cercano il sole quando c’è il sole e
quando non c’è il sole, il caldo,
dovunque esso sia.
Fernando Pessoa
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orotrasparente · 5 months
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oggi è successa una cosa assurda, alla mia laurea c’è stato il mio primo collega di lavoro (circa 5 anni e mezzo fa) quando facevo il meccanico sui treni, sua sorella si è laureata nella mia seduta e me lo sono ritrovato lì, lui che era l’unica persona gentile con me in un ambiente nepotista e fondato sul nonnismo, sulla cattiveria e sull’arroganza, me lo sono trovato lì davanti (mi è venuto lui incontro) e l’ho abbracciato spontaneamente nonostante non lo vedessi da anni e lui mi ha ricordato di quando gli dissi “antò io me ne vado, questo posto non fa per me, vado a studiare giurisprudenza” mi ha guardato sorridendo e mi ha detto “caspita allora ce l’hai fatta davvero e pure in 5 anni”
penso sia stato uno dei momenti più toccanti della mia vita, quasi come un cerchio che si chiude
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ricorditempestosi · 1 year
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non mi piace chiedere le cose, voglio che mi siano donate spontaneamente. ho bisogno di attenzioni, non di cortesie
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Buongiorno, non ho ancora imparato che non si devono supplicare le attenzioni di chi non vuole dartele spontaneamente
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l-incantatrice · 4 months
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Paola Cortellesi,inebriata dal successo del suo ultimo film,ha proposto di modificare le fiabe perché troppo maschiliste,a partire da Biancaneve che era costretta a fare la colf per i sette nani. Innanzitutto farei presente alla Cortellesi che il lavoro di domestica non è un lavoro umiliante e di serie B,perché tutti i lavori hanno la stessa dignità. Non tutte sono fortunate come lei,che è diventata famosa e ha un sacco di soldi; c’è chi per arrivare alla fine del mese deve fare lavori meno creativi e gratificanti. Inoltre Biancaneve si è offerta spontaneamente di accudire i sette nani in cambio della loro ospitalità e protezione. E poi il suo omicidio è stato ordinato da un’altra donna,la matrigna cattiva; ma il cacciatore,un uomo,impietosito ha deciso di risparmiarle la vita. Infine,quando Biancaneve muore mangiando la mela avvelenata,viene salvata dal Principe azzurro,un altro uomo. In poche parole la povera ragazza ha sofferto a causa di una donna ed è sempre stata salvata da uomini.E vogliamo parlare di Cenerentola? Anche lei maltrattata e vessata da altre donne,la matrigna e le sorellastre. Oppure la Bella addormentata ,vittima del maleficio di una fata cattiva,un’altra donna anche lei. Insomma la Cortellesi avrebbe fatto meglio a stare zitta
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umi-no-onnanoko · 1 month
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“I cuori, come i fiori, non vanno maneggiati rudemente, bensì devono aprirsi spontaneamente.”
-Piccole donne (Louisa May Alcott)
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ninna--nanna · 4 months
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Stanotte è stato magico. Davvero. Ho fatto capodanno con la mia migliore amica, il suo ragazzo, il mio migliore amico e dei loro amici. Ho conosciuto questo ragazzo, a caso abbiamo iniziato a parlare in contemporanea, a dire le stesse cose etc. Ci siamo trovati su tantissime cose e non potete capire la mia gioia nello stare bene, dopo tanti mesi difficili. Vedere il mio migliore amico ridere e divertirsi nonostante la stanchezza del lavoro, la mia migliore amica felice con il suo ragazzo ed io tranquilla e libera.
Ero in pace. Ho parlato un sacco di mille cose e alla fine è successa una cosa strana (che di per sè non lo è ma per me sì). La mia migliore amica fa: gioia tu dormi qua e *nome amico* tu su con tizio, ma se vuoi dormire qua giù con lei basta che ti prendi una coperta eh.
La cosa bella? Beh si ha dormito con me. Mi ha preparato il divano etc, ma la cosa assurda è che abbiamo parlato fino all'alba e poi ci siamo addormentati abbracciati tranquilli. Non è successo niente, solo abbracci e questa cosa mi ha fatta rimanere a bocca aperta perché non sono abituata a un ragazzo che mi tratta così e che non pretende per forza di portami a letto se ci si avvicina così (spero si capisca ciò che intendo, non è ovviamente una critica a chi lo fa). Mi sono svegliata mille volte ed ognuna delle mille volte si è preoccupato del se avevo freddo, se avevo male da qualche parte, se volevo un altro cuscino etc.
Oggi fino a sera abbiamo parlato di tantissime cose e poi l'ho portato a casa. Mi fa sorridere perché mi ci rivedo molto in ciò che dice, si fa i miei stessi problemi su tante cose e mi sembra un ragazzo molto sensibile, premuroso e profondo d'animo, lo si evince da ciò che dice quando parla.
Non sapete dopo mesi di lavoro sfiancante, studio devastante ed il tentato suicidio di mia madre quanto sia stato bello poter essere tranquilli e ridere di pancia, spontaneamente, poter abbracciare e sentirsi più leggeri e vedere come in fondo sia tutto così bello.
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gregor-samsung · 2 months
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" La donna non ha contrapposto alle costruzioni dell'uomo se non la sua dimensione esistenziale: non ha avuto condottieri, pensatori, scienziati, ma ha avuto energia, pensiero, coraggio, dedizione, attenzione, senso, follia. La traccia di tutto ciò è sparita perché non era destinata a restare, ma la nostra forza è nel non avere nessuna mitizzazione dei fatti: agire non è una specializzazione di casta, ma lo diventa mediante il potere a cui l’agire viene indirizzato. L’umanità maschile si è impadronita di questo meccanismo la cui giustificazione è stata la cultura. Smentire la cultura significa smentire la valutazione dei fatti in base al potere.
La maternità è il momento in cui, ripercorrendo le tappe iniziali della vita in simbiosi emotiva col figlio, la donna si disaccultura. Essa vede il mondo come un prodotto estraneo alle esigenze primarie dell'esistenza che lei rivive. La maternità è il suo “viaggio”. La coscienza della donna si volge spontaneamente all'indietro, alle origini della vita e si interroga. Il pensiero maschile ha ratificato il meccanismo che fa apparire necessari la guerra, il condottiero, l’eroismo, la sfida tra le generazioni. L’inconscio maschile è un ricettacolo di sangue e di paura. Poiché riconosciamo che il mondo è percorso da questi fantasmi di morte e vediamo nella pietà un ruolo imposto alla donna, abbandoniamo l’uomo perché tocchi il fondo della sua solitudine. "
Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel.
(Libro elettronico; 1ª edizione: casa editrice "Rivolta Femminile", 1970)
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orotrasparente · 5 months
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l’istat ha riscontrato un calo netto delle nascite e quindi un trend negativo della popolazione (in calo)
e posso dire grazie al cazzo? ma chi ce l’ha più il coraggio di fare spontaneamente un figlio in un paese in cui non sei tutelato né da chi governa né dalle forze dell’ordine, metti al mondo una creatura con la consapevolezza che in questo paese non c’è lavoro per tutti e per mantenere dignitosamente una famiglia, senza considerare che lì fuori ci sono migliaia di psicopatici che possono ammazzarti (o peggio) e tanto non subiranno le conseguenze che dovrebbero subire, il governo non fa altro che imporre nuove imposte senza incentivare il lavoro ma anzi facendo intascare più soldi a loro stessi e attuando manovre improbabili e facendo scaricabarile su chi c’era prima, mai visto un governo che non fa altro che continuare a fare opposizione nonostante siano in carica da oltre un anno
quindi, mi spiegate esattamente chi ha voglia di fare un figlio?
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ricorditempestosi · 1 year
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sono le piccole cose dette o fatte spontaneamente che parlano
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il-gualty1 · 1 year
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… Felice è colui che dalla vita non esige più di quello che essa spontaneamente gli offre, facendosi guidare dall’ istinto dei gatti, che cercano il sole quando c’è il sole e quando non c’è il sole, il caldo, dovunque esso sia…
Fernando Pessoa, da “Il libro dell'inquietudine”
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perpassareiltempo · 6 months
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Volevo solo cercare di vivere ciò che spontaneamente veniva da me. Perché fu tanto difficile?
Hermann Hesse
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Lasciare significa: lasciare che per un po' le cose seguano il loro corso, che si muovano liberamente senza il nostro intervento, finché la direzione del loro movimento non si mostri spontaneamente. Se rinunciamo a tentare di guidare le cose e quelle, muovendosi, si allontanano da noi, lasciamole andare. Molliamo la presa. Se le lasciamo andare per le loro strade, ci rendiamo liberi per qualcos'altro.
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B. Hellinger
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susieporta · 4 months
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Le relazioni finiscono quando devono finire, specialmente quelle karmiche ( cioè quasi tutte se uno non lavora su di se e spesso, anche in questo caso).
Iniziano spontaneamente e finiscono allo stesso modo.
La fretta di chiuderle, così come il suo opposto, cioè volerci rimanere attaccati, crea altro Karma.
Ció che slega dal legame è osservare fino in fondo tutto il modello energetico che vi tiene legati a quella persona.
Un secondo dopo aver visto tutto, interiormente sarete liberi; sul piano fisico, invece, potrebbero volerci alcuni mesi per attuare la separazione, ma a quel punto non c’è alcuna fretta ne’ alcuna paura.
Perciò- escludendo i casi di violenza e pericolo- se vi dicono “lascialo!” O “Lasciala” lo stanno dicendo a loro stessi, ai loro irrisolti.
Fatevi il vostro percorso di separazione coi vostri tempi, che non durerà ne’ un minuto di più ne’ un minuto di meno di quanto deve durare, in relazione anche a quanto vi autosservate nel processo.
D’altronde il dolore è una distanza che si percorre a piedi.
ClaudiaCrispolti
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alle00 · 5 months
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Per quanto riguarda l'educazione dei figli, penso che si debbano insegnar loro non le piccole virtú, ma le grandi. Non il risparmio, ma la generosità e l'indifferenza al denaro; non la prudenza, ma il coraggio e lo sprezzo del pericolo; non l'astuzia, ma la schiettezza e l'amore alla verità; non la diplomazia, ma l'amore al prossimo e l'abnegazione; non il desiderio del successo, ma il desiderio di essere e di sapere. Di solito invece facciamo il contrario: ci affrettiamo a insegnare il rispetto per le piccole virtú, fondando su di esse tutto il nostro sistema educativo. Scegliamo, in questo modo, la via piú comoda: perché le piccole virtú non racchiudono alcun pericolo materiale, e anzi tengono al riparo dai colpi della fortuna. Trascuriamo d'insegnare le grandi virtú, e tuttavia le amiamo, e vorremmo che i nostri figli le avessero: ma nutriamo fiducia che scaturiscano spontaneamente nel loro animo, un giorno avvenire, ritenendole di natura istintiva, mentre le altre, le piccole, ci sembrano il frutto d'una riflessione e di un calcolo e perciò noi pensiamo che debbano assolutamente essere insegnate. In realtà la differenza è solo apparente. Anche le piccole virtú provengono dal profondo del nostro istinto, da un istinto di difesa: ma in esse la ragione parla, sentenzia, disserta, brillante avvocato dell'incolumità personale. Le grandi virtú sgorgano da un istinto in cui la ragione non parla, un istinto a cui mi sarebbe difficile dare un nome. E il meglio di noi è in quel muto istinto: e non nel nostro istinto di difesa, che argomenta, sentenzia, disserta con la voce della ragione. L'educazione non è che un certo rapporto che stabiliamo fra noi e i nostri figli, un certo clima in cui fioriscono i sentimenti, gli istinti, i pensieri. Ora io credo che un clima tutto ispirato al rispetto per le piccole virtú, maturi insensibilmente al cinismo, o alla paura di vivere. Le piccole virtú, in se stesse, non hanno nulla da fare col cinismo, o con la paura di vivere: ma tutte insieme, e senza le grandi, generano un'atmosfera che porta a quelle conseguenze. Non che le piccole virtú, in se stesse, siano spregevoli: ma il loro valore è di ordine complementare e non sostanziale; esse non possono stare da sole senza le altre, e sono, da sole senza le altre, per la natura umana un povero cibo. Il modo di esercitare le piccole virtú, in misura temperata e quando sia del tutto indispensabile, l'uomo può trovarlo intorno a sé e berlo nell'aria: perché le piccole virtú sono di un ordine assai comune e diffuso tra gli uomini. Ma le grandi virtú, quelle non si respirano nell'aria: e debbono essere la prima sostanza del nostro rapporto coi nostri figli, il primo fondamento dell'educazione. Inoltre, il grande può anche contenere il piccolo: ma il piccolo, per legge di natura, non può in alcun modo contenere il grande.
Natalia Ginzburg, Le piccole virtù
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