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#tortellino dolce
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Tortellino dolce alla crema
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belle-et-inspirante · 2 years
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Lambrusco salamino di Santa Croce
Lambrusco salamino di Santa Croce
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso prodotto nella regione dell’Emilia-Romagna, situata nel centro-nord dell’Italia. Questo vino è principalmente a base di uve Lambrusco Salamino, una varietà autoctona di uva rossa che dà origine a vini frizzanti dal caratteristico colore rosso violaceo.
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce presenta un colore rosso intenso e un profumo intenso e fruttato, con note di frutti di bosco, ciliegie e prugne, insieme a sentori di fiori e spezie. In bocca è fresco e leggermente frizzante, con una buona acidità e tannini morbidi.
Questo vino è perfetto da servire come aperitivo o in abbinamento a piatti leggeri, come insalate, antipasti e primi piatti a base di pasta. Inoltre, è ottimo in abbinamento a piatti tipici della cucina emiliana, come i salumi, la cotechino e il tortellino.
In sintesi, il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso fresco e leggero, con un aroma fruttato e speziato, che lo rende un’ottima scelta per abbinamenti con piatti leggeri e tipici della cucina emiliana.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC).
Uve di produzione
è prodotto, nel tipo secco e amabile, esclusivamente con uva del vitigno Lambrusco Salammo di Santa Croce.
Non è escluso, tuttavia, che qualche produttore tagli l’uva di base, in prevalente percentuale (90%), con uve dei vitigni Lambrusco Marani, Lambrusco Monterino, Lambrusco Maestri, per il rimanente 10%.
Il colore
è uno splendido rosso rubino chiaro con ricca schiuma che svanisce rapidamente.
L’odore
vinoso e intenso, ricorda quello della frutta matura.
Il sapore
asciutto nel tipo secco e leggermente dolce nel tipo amabile, è gradevole, di ottimo corpo, fresco e frizzante.
Gradazione alcolica
La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°.
Invecchiamento
Il trattamento di cantina è il seguente: dopo un rapido passaggio (5-6 mesi) in botti di cemento, in cui avviene la fermentazione naturale, il Lambrusco viene imbottigliato in borgognone di color verde carico e subito passato al consumo.
Chi intendesse conservarlo per qualche tempo deve preoccuparsi di tenere le bottiglie in posizione verticale, in cantina molto fresca e a temperatura costante: 11-13 C, come massimo.
Degustazione
Si beve a temperatura di cantina, stappando la bottiglia al momento della mescita.
Abbinamento cibo vino
Si accompagna assai felicemente ad antipasti a base di prosciutto, coppa, culatello, salami crudi in genere; a salami cotti; a pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne; ad arrosti misti e a bolliti.
Centri di produzione
I centri di produzione sono situati in provincia di Modena e precisamente nei territori dei comuni di Novi di Modena, Carpi, Mirandola, Concordia sulla Secchia, San Felice sul Panaro.
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mantruffles · 2 years
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Lambrusco salamino di Santa Croce
Lambrusco salamino di Santa Croce
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso prodotto nella regione dell’Emilia-Romagna, situata nel centro-nord dell’Italia. Questo vino è principalmente a base di uve Lambrusco Salamino, una varietà autoctona di uva rossa che dà origine a vini frizzanti dal caratteristico colore rosso violaceo.
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce presenta un colore rosso intenso e un profumo intenso e fruttato, con note di frutti di bosco, ciliegie e prugne, insieme a sentori di fiori e spezie. In bocca è fresco e leggermente frizzante, con una buona acidità e tannini morbidi.
Questo vino è perfetto da servire come aperitivo o in abbinamento a piatti leggeri, come insalate, antipasti e primi piatti a base di pasta. Inoltre, è ottimo in abbinamento a piatti tipici della cucina emiliana, come i salumi, la cotechino e il tortellino.
In sintesi, il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso fresco e leggero, con un aroma fruttato e speziato, che lo rende un’ottima scelta per abbinamenti con piatti leggeri e tipici della cucina emiliana.
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Uve di produzione
è prodotto, nel tipo secco e amabile, esclusivamente con uva del vitigno Lambrusco Salammo di Santa Croce.
Non è escluso, tuttavia, che qualche produttore tagli l’uva di base, in prevalente percentuale (90%), con uve dei vitigni Lambrusco Marani, Lambrusco Monterino, Lambrusco Maestri, per il rimanente 10%.
Il colore
è uno splendido rosso rubino chiaro con ricca schiuma che svanisce rapidamente.
L’odore
vinoso e intenso, ricorda quello della frutta matura.
Il sapore
asciutto nel tipo secco e leggermente dolce nel tipo amabile, è gradevole, di ottimo corpo, fresco e frizzante.
Gradazione alcolica
La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°.
Invecchiamento
Il trattamento di cantina è il seguente: dopo un rapido passaggio (5-6 mesi) in botti di cemento, in cui avviene la fermentazione naturale, il Lambrusco viene imbottigliato in borgognone di color verde carico e subito passato al consumo.
Chi intendesse conservarlo per qualche tempo deve preoccuparsi di tenere le bottiglie in posizione verticale, in cantina molto fresca e a temperatura costante: 11-13 C, come massimo.
Degustazione
Si beve a temperatura di cantina, stappando la bottiglia al momento della mescita.
Abbinamento cibo vino
Si accompagna assai felicemente ad antipasti a base di prosciutto, coppa, culatello, salami crudi in genere; a salami cotti; a pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne; ad arrosti misti e a bolliti.
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I centri di produzione sono situati in provincia di Modena e precisamente nei territori dei comuni di Novi di Modena, Carpi, Mirandola, Concordia sulla Secchia, San Felice sul Panaro.
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blissful-moontrip · 2 years
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Lambrusco salamino di Santa Croce
Lambrusco salamino di Santa Croce
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso prodotto nella regione dell’Emilia-Romagna, situata nel centro-nord dell’Italia. Questo vino è principalmente a base di uve Lambrusco Salamino, una varietà autoctona di uva rossa che dà origine a vini frizzanti dal caratteristico colore rosso violaceo.
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce presenta un colore rosso intenso e un profumo intenso e fruttato, con note di frutti di bosco, ciliegie e prugne, insieme a sentori di fiori e spezie. In bocca è fresco e leggermente frizzante, con una buona acidità e tannini morbidi.
Questo vino è perfetto da servire come aperitivo o in abbinamento a piatti leggeri, come insalate, antipasti e primi piatti a base di pasta. Inoltre, è ottimo in abbinamento a piatti tipici della cucina emiliana, come i salumi, la cotechino e il tortellino.
In sintesi, il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso fresco e leggero, con un aroma fruttato e speziato, che lo rende un’ottima scelta per abbinamenti con piatti leggeri e tipici della cucina emiliana.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC).
Uve di produzione
è prodotto, nel tipo secco e amabile, esclusivamente con uva del vitigno Lambrusco Salammo di Santa Croce.
Non è escluso, tuttavia, che qualche produttore tagli l’uva di base, in prevalente percentuale (90%), con uve dei vitigni Lambrusco Marani, Lambrusco Monterino, Lambrusco Maestri, per il rimanente 10%.
Il colore
è uno splendido rosso rubino chiaro con ricca schiuma che svanisce rapidamente.
L’odore
vinoso e intenso, ricorda quello della frutta matura.
Il sapore
asciutto nel tipo secco e leggermente dolce nel tipo amabile, è gradevole, di ottimo corpo, fresco e frizzante.
Gradazione alcolica
La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°.
Invecchiamento
Il trattamento di cantina è il seguente: dopo un rapido passaggio (5-6 mesi) in botti di cemento, in cui avviene la fermentazione naturale, il Lambrusco viene imbottigliato in borgognone di color verde carico e subito passato al consumo.
Chi intendesse conservarlo per qualche tempo deve preoccuparsi di tenere le bottiglie in posizione verticale, in cantina molto fresca e a temperatura costante: 11-13 C, come massimo.
Degustazione
Si beve a temperatura di cantina, stappando la bottiglia al momento della mescita.
Abbinamento cibo vino
Si accompagna assai felicemente ad antipasti a base di prosciutto, coppa, culatello, salami crudi in genere; a salami cotti; a pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne; ad arrosti misti e a bolliti.
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danni-phantom · 2 years
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Il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso prodotto nella regione dell’Emilia-Romagna, situata nel centro-nord dell’Italia. Questo vino è principalmente a base di uve Lambrusco Salamino, una varietà autoctona di uva rossa che dà origine a vini frizzanti dal caratteristico colore rosso violaceo. Il Lambrusco Salamino di Santa Croce presenta un colore rosso intenso e un profumo intenso e fruttato, con note di frutti di bosco, ciliegie e prugne, insieme a sentori di fiori e spezie. In bocca è fresco e leggermente frizzante, con una buona acidità e tannini morbidi. Questo vino è perfetto da servire come aperitivo o in abbinamento a piatti leggeri, come insalate, antipasti e primi piatti a base di pasta. Inoltre, è ottimo in abbinamento a piatti tipici della cucina emiliana, come i salumi, la cotechino e il tortellino. In sintesi, il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso fresco e leggero, con un aroma fruttato e speziato, che lo rende un’ottima scelta per abbinamenti con piatti leggeri e tipici della cucina emiliana. E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC). Uve di produzione è prodotto, nel tipo secco e amabile, esclusivamente con uva del vitigno Lambrusco Salammo di Santa Croce. Non è escluso, tuttavia, che qualche produttore tagli l’uva di base, in prevalente percentuale (90%), con uve dei vitigni Lambrusco Marani, Lambrusco Monterino, Lambrusco Maestri, per il rimanente 10%. Il colore è uno splendido rosso rubino chiaro con ricca schiuma che svanisce rapidamente. L’odore vinoso e intenso, ricorda quello della frutta matura. Il sapore asciutto nel tipo secco e leggermente dolce nel tipo amabile, è gradevole, di ottimo corpo, fresco e frizzante. Gradazione alcolica La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°. Invecchiamento Il trattamento di cantina è il seguente: dopo un rapido passaggio (5-6 mesi) in botti di cemento, in cui avviene la fermentazione naturale, il Lambrusco viene imbottigliato in borgognone di color verde carico e subito passato al consumo. Chi intendesse conservarlo per qualche tempo deve preoccuparsi di tenere le bottiglie in posizione verticale, in cantina molto fresca e a temperatura costante: 11-13 C, come massimo. Degustazione Si beve a temperatura di cantina, stappando la bottiglia al momento della mescita. Abbinamento cibo vino Si accompagna assai felicemente ad antipasti a base di prosciutto, coppa, culatello, salami crudi in genere; a salami cotti; a pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne; ad arrosti misti e a bolliti. Centri di produzione I centri di produzione sono situati in provincia di Modena e precisamente nei territori dei comuni di Novi di Modena, Carpi, Mirandola, Concordia sulla Secchia, San Felice sul Panaro.
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captainvegas · 2 years
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Lambrusco salamino di Santa Croce
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso prodotto nella regione dell’Emilia-Romagna, situata nel centro-nord dell’Italia. Questo vino è principalmente a base di uve Lambrusco Salamino, una varietà autoctona di uva rossa che dà origine a vini frizzanti dal caratteristico colore rosso violaceo.
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce presenta un colore rosso intenso e un profumo intenso e fruttato, con note di frutti di bosco, ciliegie e prugne, insieme a sentori di fiori e spezie. In bocca è fresco e leggermente frizzante, con una buona acidità e tannini morbidi.
Questo vino è perfetto da servire come aperitivo o in abbinamento a piatti leggeri, come insalate, antipasti e primi piatti a base di pasta. Inoltre, è ottimo in abbinamento a piatti tipici della cucina emiliana, come i salumi, la cotechino e il tortellino.
In sintesi, il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso fresco e leggero, con un aroma fruttato e speziato, che lo rende un’ottima scelta per abbinamenti con piatti leggeri e tipici della cucina emiliana.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC).
Uve di produzione
è prodotto, nel tipo secco e amabile, esclusivamente con uva del vitigno Lambrusco Salammo di Santa Croce.
Non è escluso, tuttavia, che qualche produttore tagli l’uva di base, in prevalente percentuale (90%), con uve dei vitigni Lambrusco Marani, Lambrusco Monterino, Lambrusco Maestri, per il rimanente 10%.
Il colore
è uno splendido rosso rubino chiaro con ricca schiuma che svanisce rapidamente.
L’odore
vinoso e intenso, ricorda quello della frutta matura.
Il sapore
asciutto nel tipo secco e leggermente dolce nel tipo amabile, è gradevole, di ottimo corpo, fresco e frizzante.
Gradazione alcolica
La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°.
Invecchiamento
Il trattamento di cantina è il seguente: dopo un rapido passaggio (5-6 mesi) in botti di cemento, in cui avviene la fermentazione naturale, il Lambrusco viene imbottigliato in borgognone di color verde carico e subito passato al consumo.
Chi intendesse conservarlo per qualche tempo deve preoccuparsi di tenere le bottiglie in posizione verticale, in cantina molto fresca e a temperatura costante: 11-13 C, come massimo.
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Si accompagna assai felicemente ad antipasti a base di prosciutto, coppa, culatello, salami crudi in genere; a salami cotti; a pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne; ad arrosti misti e a bolliti.
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laughing-at-nothing · 2 years
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mimwashere · 2 years
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Il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso prodotto nella regione dell’Emilia-Romagna, situata nel centro-nord dell’Italia. Questo vino è principalmente a base di uve Lambrusco Salamino, una varietà autoctona di uva rossa che dà origine a vini frizzanti dal caratteristico colore rosso violaceo.
Il Lambrusco Salamino di Santa Croce presenta un colore rosso intenso e un profumo intenso e fruttato, con note di frutti di bosco, ciliegie e prugne, insieme a sentori di fiori e spezie. In bocca è fresco e leggermente frizzante, con una buona acidità e tannini morbidi.
Questo vino è perfetto da servire come aperitivo o in abbinamento a piatti leggeri, come insalate, antipasti e primi piatti a base di pasta. Inoltre, è ottimo in abbinamento a piatti tipici della cucina emiliana, come i salumi, la cotechino e il tortellino.
In sintesi, il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso fresco e leggero, con un aroma fruttato e speziato, che lo rende un’ottima scelta per abbinamenti con piatti leggeri e tipici della cucina emiliana.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC).
Uve di produzione
è prodotto, nel tipo secco e amabile, esclusivamente con uva del vitigno Lambrusco Salammo di Santa Croce.
Non è escluso, tuttavia, che qualche produttore tagli l’uva di base, in prevalente percentuale (90%), con uve dei vitigni Lambrusco Marani, Lambrusco Monterino, Lambrusco Maestri, per il rimanente 10%.
Il colore
è uno splendido rosso rubino chiaro con ricca schiuma che svanisce rapidamente.
L’odore
vinoso e intenso, ricorda quello della frutta matura.
Il sapore
asciutto nel tipo secco e leggermente dolce nel tipo amabile, è gradevole, di ottimo corpo, fresco e frizzante.
Gradazione alcolica
La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°.
Invecchiamento
Il trattamento di cantina è il seguente: dopo un rapido passaggio (5-6 mesi) in botti di cemento, in cui avviene la fermentazione naturale, il Lambrusco viene imbottigliato in borgognone di color verde carico e subito passato al consumo.
Chi intendesse conservarlo per qualche tempo deve preoccuparsi di tenere le bottiglie in posizione verticale, in cantina molto fresca e a temperatura costante: 11-13 C, come massimo.
Degustazione
Si beve a temperatura di cantina, stappando la bottiglia al momento della mescita.
Abbinamento cibo vino
Si accompagna assai felicemente ad antipasti a base di prosciutto, coppa, culatello, salami crudi in genere; a salami cotti; a pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne; ad arrosti misti e a bolliti.
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joaomurakami · 2 years
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Il Lambrusco Salamino di Santa Croce presenta un colore rosso intenso e un profumo intenso e fruttato, con note di frutti di bosco, ciliegie e prugne, insieme a sentori di fiori e spezie. In bocca è fresco e leggermente frizzante, con una buona acidità e tannini morbidi.
Questo vino è perfetto da servire come aperitivo o in abbinamento a piatti leggeri, come insalate, antipasti e primi piatti a base di pasta. Inoltre, è ottimo in abbinamento a piatti tipici della cucina emiliana, come i salumi, la cotechino e il tortellino.
In sintesi, il Lambrusco Salamino di Santa Croce è un vino frizzante rosso fresco e leggero, con un aroma fruttato e speziato, che lo rende un’ottima scelta per abbinamenti con piatti leggeri e tipici della cucina emiliana.
E’ riconosciuto con denominazione di origine controllata (DOC).
Uve di produzione
è prodotto, nel tipo secco e amabile, esclusivamente con uva del vitigno Lambrusco Salammo di Santa Croce.
Non è escluso, tuttavia, che qualche produttore tagli l’uva di base, in prevalente percentuale (90%), con uve dei vitigni Lambrusco Marani, Lambrusco Monterino, Lambrusco Maestri, per il rimanente 10%.
Il colore
è uno splendido rosso rubino chiaro con ricca schiuma che svanisce rapidamente.
L’odore
vinoso e intenso, ricorda quello della frutta matura.
Il sapore
asciutto nel tipo secco e leggermente dolce nel tipo amabile, è gradevole, di ottimo corpo, fresco e frizzante.
Gradazione alcolica
La gradazione alcolica non supera generalmente i 10,5-11°.
Invecchiamento
Il trattamento di cantina è il seguente: dopo un rapido passaggio (5-6 mesi) in botti di cemento, in cui avviene la fermentazione naturale, il Lambrusco viene imbottigliato in borgognone di color verde carico e subito passato al consumo.
Chi intendesse conservarlo per qualche tempo deve preoccuparsi di tenere le bottiglie in posizione verticale, in cantina molto fresca e a temperatura costante: 11-13 C, come massimo.
Degustazione
Si beve a temperatura di cantina, stappando la bottiglia al momento della mescita.
Abbinamento cibo vino
Si accompagna assai felicemente ad antipasti a base di prosciutto, coppa, culatello, salami crudi in genere; a salami cotti; a pastasciutte e risotti conditi con sughi di carne; ad arrosti misti e a bolliti.
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yoshimihasegawa · 3 years
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世界イタリア料理週間Gourmet Dinner at Sixth Italian Cuisine week by Gucci Osteria da Massimo Bottura @イタリア大使館大使公邸ガラディナー 銀座店ヘッドシェフのAntonio Iacoviello氏による、ボットゥーラ氏の代表的な一皿を味わえるこの一夜だけの限定メニュー。短角牛を使用したエミリアバーガー、パルミジャーノクリームのトルテリーノ、ドルチェのトルタディパーネなど、重要なモチーフが登場した贅沢な一時。 ファッションの伝統と革新を標榜するグッチとイタリア料理の最高峰マッシモ・ボットゥーラのコラボレーションによる東京スタイルがどんな風に表現されるのか。レストランでの展開が楽しみです。 新たに赴任したGianluigi Benedetti大使はテーラリングにも造詣が深く、VBCもご愛用頂いているそうで、こちらも嬉しいサプライズでした。 駐日イタリア大使館をはじめ、関係者の皆様、ご縁を頂いた皆様に御礼申し上げます。 6th Italian Cuisine Week Gala dinner by Gucci グッチ Osteria da Massimo Bottura Tokyo. This one-night-only menu, created by Antonio Iacoviello, Head Chef of the Ginza restaurant, offers a taste of Bottura's most typical dishes. An extravagant moment with important motifs such as the Emilia burger made with Japanese Tankakugyu beef, tortellino with Parmigiano cream and dolce torta di pane. How will Tokyo style be expressed through the collaboration between Gucci, which advocates tradition and innovation in fashion, and Massimo Bottura, the pinnacle of Italian cuisine? We look forward to seeing how the restaurant develops. The new ambassador, Gianluigi Benedetti, has a deep knowledge of tailoring and is a loyal customer of VBC, which was also a pleasant surprise. I would like to thank Ambassador Benedetti and the Italian Embassy in Tokyo, Head Chef Antonio Iacoviello, Mr.Hideki Watanabe a general manager of Gucci Osteria Tokyo team, Mr.Daniele Zito Japan General Manager of Gucci and all those who have been involved in this special dinner. #世界イタリア料理週間 #駐日イタリア大使館 #グッチオステリア #マッシモボットゥーラ #グッチ @gucciosteria da @massimobottura @antonioiacoviello_tokyo_jp #italian (イタリア大使館) https://www.instagram.com/p/CW2k6nWJ_0h/?utm_medium=tumblr
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makiotta-blog · 3 years
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Rosette di bresaola e spinaci con contorno di cipollotti e fagioli al miele. Preparazione: Prendete gli spinaci e saltateli in padella con olio, pepe, sale, pochissimo burro e tanto parmigiano. Una volta cotti metteteli a scolare in un colino con un peso in modo da far mandare tutta l'acqua. Non appena asciutti riempite una fetta di bresaola come a voler fare un tortellino e ripiegate le estremità verso l'interno. CONTORNO: Tagliate nn troppo sottili due cipollotti e fateli andare in padella con olio, sale, pepe, paprika dolce e un cucchiaio di miele nn appena saranno abbastanza cotti aggiungete i fagioli ( io ho usato quelli bianchi di Spagna in scatola) e fate insaporire il tutto. . . . . . . . . #cibo #food #foodporn #foodblogger #cucina #foodie #instafood #foodlover #cooking #delicious #dinner #eat #foodblog #italy #instagood #foodpic #foodart #eating #foodgasm #italianfood #fashionfood #italia #foodpics #foods #delish #breakfast #foodaddict #yummy #foodism #foodstyling --- https://www.instagram.com/p/COiD8BtFX3V/?igshid=u8ouciwm2272
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Ieri sera. Mio compleanno. Wow 47 anni. No regali materiali. Ma serate da ricordare. Amici. Emozioni. Divertimento. Romanticismo. Gola goduta. Stasera ho tutto. Ristorante più panoramico della Versilia. Oste più Oste della Versilia. Un amico che non mi serve ma si diverte con me. La mia birra preferita. La mia bimba preferita. Nick cave in sottofondo. Suono di pioggia. Vetri brillanti di migliaia di gocce e vite colorate. Riflessi. Vino rosso. Tartufo bianco. Foie Gras. Anatra muta. Tortellini di Bologna. Olio Lucchese che il mondo ci invidia. Una grigliata che è un quadro di Picasso. Un dolce compleanno di fuochi e abbracci Gin Tonic. Poi parole. Parole. Storie. Racconti che durano un’altra cena. Non una Cena ma una serata che diventa un ricordo da raccontare. Grazie. 🍴 Menù degustato: Brindisi di benvenuto con Tennent’s Super. Vino Rosso Rosae 2018 Crostini di cavolo. Spalla e pancetta arrotolata di maiale tranquillo. Parfais di fegato d’oca con Pan brioche e tartufo bianco. Sformato di cardoni con fonduta e tartufo. Tortellino bolognese nocciola e burro di alpeggio. Tagliatelle sull’anatra muta. Il nostro concetto di grigliata mista. Tortino di mele. Gin Tonic. Nick Cave in sottofondo. . . . . 🍴 Categoria: Ristorante 🚗 Indirizzo: Via Miramare, 26, 55041 Santa Lucia LU ☎ Telefono: 0584 914200 💶 Fascia di Prezzo: 35 – 60 € a persona ✔ Selezionato www.riccardofranchini.com #Riccardofranchini #Camaiore #Lucca #Oste #Osteria #IlVignaccio #Ristorante #Restaurant #Tartufo #Foiegras #NickCave #Vino #GinTonic #Tennents #Anatramuta #Tortellini #Vignaccio #Versilia #Panoramico #Osteria #travel #food #grigliata #grigliatadicarne #carne #grigliatamista #piccione #vino #wine (presso "IL VIGNACCIO" osteria) https://www.instagram.com/p/B5P5OIlqV3h/?igshid=mz7j38ncjt5i
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gazzettadimodena · 6 years
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Castelfranco, Bosco Albergati pranzo all’aperto con il tortellino protagonista 15 Marzo 2019 CASTELFRANCO. Sarà il tortellino il protagonista del pranzo in programma domenica, dalle 12.30, a Bosco Albergati a pochi chilometri da Castelfranco. Il menù prevede antipasti, primi, un secondo e dolce ... https://ift.tt/2XYqkhn
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poplandrealm · 6 years
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Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola. Era il 1970 e il San Domenico aveva appena aperto, l’idea di Morini era quella del circolo privato in cui offrire una cucina dai sapori casalinghi, in un ambiente di estrema eleganza, fra argenti e cristalli pregiati, ad elevato tasso di esclusività. Ad affiancare Bergese, venne reclutato un sedicenne Valentino Marcattili che, condividendo l’esperienza con il fratello Natale direttore di sala, fece arrivare la prima stella Michelin nel 1975 e la seconda dopo due anni.  Da quel momento Valentino iniziò a collezionare una preziosa serie di stage in Francia, nonché una nutrita lista di consulenze in tutto il mondo e questa inclinazione all’internazionalità sfociò nell’apertura nel 1988 del San Domenico a New York. L’unico ristorante italiano a ricevere le tre stelle del New York Times e che Esquire Magazine proclamò “Best of the Year”. Erano gli anni in cui non era così frequente fare avanti e indietro dall’America come invece facevano i fratelli Marcattili, per la gioia del loro nipotino Massimiliano, figlio della sorella, a cui arrivavano regali e giochi introvabili all’epoca in Italia. Lui non sapeva ancora, o forse sì, che dopo qualche decade il timone del San Domenico sarebbe stato suo. Senza prima sedimentare una solida formazione partita dall’alberghiero e continuata con un viaggio fra gli Stati Uniti e la Francia di Monsieur Ducasse, passando per Vissani e Romano a Viareggio.
Massimiliano, qui la video intervista, ci accompagna in un tour in cantina,nei sotterranei del ristorante risalenti al 1400. Sono circa 2500 le etichette fra vini, prevalentemente italiani e francesi e distillati, Armagnac e Bas Armagnac di fine ‘800, diversi i pezzi da collezione acquistati all’asta da Gianlugi Morini risalenti all’epoca napoleonica. Prossima alle scale di accesso, la sala per chi ama gustare una cena, o una verticale fra antiche mura che emanano storia e circondati da bottiglie di alto livello. Attraversando uno dei corridoi, con un profondo pozzo che aiuta nel mantenimento della temperatura, si raggiunge la sala delle vecchie annate dove da qualche anno si può godere di una carta di circa un centinaio di etichette dell’ultimo trentennio con bottiglie a partire dall‘85. E prima di tornare in superficie per incontrare i piatti si transita davanti alle Riserve di Biondi Santi che partono dal ‘45 in poi.
Lo stile degli interni è di una eleganza senza età, dove argenti, tappezzerie floreali e divani chesterfield si combinano alle opere di Schifano, Festa e Angeli, il classico che si amalgama al pop sortendo una fastosità equilibrata, mai eccessiva. Come per la cuisine, un lussuoso comfort food, dove si lavora di creatività attorno a capisaldi come l’uovo in raviolo che viene fatto precedere da un filetto di sgombro arrostito con pomodorini profumati al basilico, una carrellata di territorialità con i bonbon di parmigiano con una mousse di mortadella e pistacchio e la violazione della sacralità del tortellino che viene fritto e trasformato in un vincente fingerfood. In aggiunta, una oliva con ripieno di carne e grissini alla paprica abbinati alla maionese di rucola.
Tortellini fritti
Olive ripiene
Bonbon di parmigiano con mortadella e pistacchio
Una orientaleggiante coda di mazzancolla in crosta di corn flakes, accompagnata da una salsa in agrodolce a una mousseline alla soia, con gocce di carota all’anice stellato e spinaci saltati al sesamo gioca alla tempura.
Sgombro arrostito
Mazzancolla in crosta di cornflakes
Uovo in raviolo con burro di malga, parmigiano dolce e tartufi
Il guanciale di vitello brasato, riconduce al classicheggiante, appoggiato alla sua  riduzione, con zucchine croccanti, funghi e cialda di parmigiano.
Guanciale di vitello brasato
Coniglio, funghi, mirtilli
La piccola pasticceria precede il dessert con bignè con ganache e frutti di bosco, opéra, un cubetto di zuppa inglese, cannolo con lampone e crumble di pistacchio. Ed è la torta fiorentina di Nino Bergese a chiudere con la sua lucidissima glassa al cioccolato profiterole, salsa di albicocche e gelato al cioccolato.
Torta fiorentina Nino Bergese
  L’intervista con Massimiliano Mascia
Massimiliano Mascia. La creatività che attornia i classici al San Domenico di Imola
Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola.
Massimiliano Mascia. La creatività che attornia i classici al San Domenico di Imola Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola.
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popeating · 6 years
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Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola. Era il 1970 e il San Domenico aveva appena aperto, l’idea di Morini era quella del circolo privato in cui offrire una cucina dai sapori casalinghi, in un ambiente di estrema eleganza, fra argenti e cristalli pregiati, ad elevato tasso di esclusività. Ad affiancare Bergese, venne reclutato un sedicenne Valentino Marcattili che, condividendo l’esperienza con il fratello Natale direttore di sala, fece arrivare la prima stella Michelin nel 1975 e la seconda dopo due anni.  Da quel momento Valentino iniziò a collezionare una preziosa serie di stage in Francia, nonché una nutrita lista di consulenze in tutto il mondo e questa inclinazione all’internazionalità sfociò nell’apertura nel 1988 del San Domenico a New York. L’unico ristorante italiano a ricevere le tre stelle del New York Times e che Esquire Magazine proclamò “Best of the Year”. Erano gli anni in cui non era così frequente fare avanti e indietro dall’America come invece facevano i fratelli Marcattili, per la gioia del loro nipotino Massimiliano, figlio della sorella, a cui arrivavano regali e giochi introvabili all’epoca in Italia. Lui non sapeva ancora, o forse sì, che dopo qualche decade il timone del San Domenico sarebbe stato suo. Senza prima sedimentare una solida formazione partita dall’alberghiero e continuata con un viaggio fra gli Stati Uniti e la Francia di Monsieur Ducasse, passando per Vissani e Romano a Viareggio.
Massimiliano, qui la video intervista, ci accompagna in un tour in cantina,nei sotterranei del ristorante risalenti al 1400. Sono circa 2500 le etichette fra vini, prevalentemente italiani e francesi e distillati, Armagnac e Bas Armagnac di fine ‘800, diversi i pezzi da collezione acquistati all’asta da Gianlugi Morini risalenti all’epoca napoleonica. Prossima alle scale di accesso, la sala per chi ama gustare una cena, o una verticale fra antiche mura che emanano storia e circondati da bottiglie di alto livello. Attraversando uno dei corridoi, con un profondo pozzo che aiuta nel mantenimento della temperatura, si raggiunge la sala delle vecchie annate dove da qualche anno si può godere di una carta di circa un centinaio di etichette dell’ultimo trentennio con bottiglie a partire dall‘85. E prima di tornare in superficie per incontrare i piatti si transita davanti alle Riserve di Biondi Santi che partono dal ‘45 in poi.
Lo stile degli interni è di una eleganza senza età, dove argenti, tappezzerie floreali e divani chesterfield si combinano alle opere di Schifano, Festa e Angeli, il classico che si amalgama al pop sortendo una fastosità equilibrata, mai eccessiva. Come per la cuisine, un lussuoso comfort food, dove si lavora di creatività attorno a capisaldi come l’uovo in raviolo che viene fatto precedere da un filetto di sgombro arrostito con pomodorini profumati al basilico, una carrellata di territorialità con i bonbon di parmigiano con una mousse di mortadella e pistacchio e la violazione della sacralità del tortellino che viene fritto e trasformato in un vincente fingerfood. In aggiunta, una oliva con ripieno di carne e grissini alla paprica abbinati alla maionese di rucola.
Tortellini fritti
Olive ripiene
Bonbon di parmigiano con mortadella e pistacchio
Una orientaleggiante coda di mazzancolla in crosta di corn flakes, accompagnata da una salsa in agrodolce a una mousseline alla soia, con gocce di carota all’anice stellato e spinaci saltati al sesamo gioca alla tempura.
Sgombro arrostito
Mazzancolla in crosta di cornflakes
Uovo in raviolo con burro di malga, parmigiano dolce e tartufi
Il guanciale di vitello brasato, riconduce al classicheggiante, appoggiato alla sua  riduzione, con zucchine croccanti, funghi e cialda di parmigiano.
Guanciale di vitello brasato
Coniglio, funghi, mirtilli
La piccola pasticceria precede il dessert con bignè con ganache e frutti di bosco, opéra, un cubetto di zuppa inglese, cannolo con lampone e crumble di pistacchio. Ed è la torta fiorentina di Nino Bergese a chiudere con la sua lucidissima glassa al cioccolato profiterole, salsa di albicocche e gelato al cioccolato.
Torta fiorentina Nino Bergese
  L’intervista con Massimiliano Mascia
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Massimiliano Mascia. La creatività che attornia i classici al San Domenico di Imola Il cuoco dei re, il re dei cuochi, così era chiamato Nino Bergese per aver condotto per anni le cucine delle nobili famiglie italiane, fra cui i cerimonieri di Casa Savoia, e proprio per questa sua esperienza blasonata fu coinvolto da Gianlugi Morini nel suo progetto di ristorazione a Imola.
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