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#via fondazza
conformi · 1 month
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Pezo von Ellrichshausen, Vara Pavilion, Giardini, The 15th Venice Architecture Biennale, 2016 VS Gianni Berengo Gardin, Giorgio Morandi's Studio, 2008
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peaceinthestorm · 5 months
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Giorgio Morandi (1890-1964, Italian) ~ Cortile di via Fondazza, 1958
[Source: arthistoryproject.com]
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alesario · 6 months
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Natura morta della dolce vita Lo studio di Giorgio Morandi Via Fondazza n.36, Bologna
© Gianni Berengo Gardin
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memobank · 5 months
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Giorgio Morandi - Patio in Via Fondazza, 1958.
Oil on canvas, 45,5 x 50 cm.
Museo Morandi, Bologna, Italy
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lamilanomagazine · 1 year
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Bologna, a Casa Morandi la mostra Epoca di Mario De Biasi
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Bologna, a Casa Morandi la mostra Epoca di Mario De Biasi. A Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi. A tal proposito giovedì 24 novembre 2022 alle h 18.00 inaugura L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo, mostra fotografica che presenta una straordinaria serie di ritratti non posati dell’artista nel suo ambiente domestico, realizzati nel 1959 da Mario De Biasi, allora fotoreporter di “Epoca”. L’esposizione, curata da Lorenza Selleri e Silvia De Biasi – figlia del fotografo e responsabile dell’Archivio paterno - rimarrà visibile fino al 5 febbraio 2023 negli spazi di quella che fu la dimora-studio del maestro bolognese. È l’aprile del 1959 quando Mario De Biasi, inviato da Enzo Biagi, giovane direttore della rivista “Epoca”, si reca in via Fondazza 36 per realizzare un reportage su Giorgio Morandi. Noto per il carattere schivo e la ritrosia verso qualunque forma di esposizione della sua persona, l’artista accetta tuttavia di essere fotografato tra le mura di casa, nel salotto in cui si accoglievano gli ospiti, rigorosamente in giacca e cravatta. Il servizio ci restituisce un Morandi non in posa, che non assume atteggiamenti innaturali o forzati, rientrando perfettamente in un genere che De Biasi aveva già sperimentato, quello dei ritratti di personaggi famosi colti nella loro quotidianità, per i quali aveva coniato la definizione: “ritratti in maniche di camicia”.  Come scrive Lorenza Selleri nel testo che accompagna la mostra: "Sembra essere questa la scelta condivisa con De Biasi che in una serie continua di scatti riesce a ritrarre l’artista in atteggiamenti di apparente naturalezza e disinvoltura. Morandi tuttavia non riesce a guardare dritto l’obiettivo e De Biasi non sembra esserne infastidito, ma anzi riesce a trasformare l’evidente imbarazzo dell’artista in un suo punto di forza.  Se la postura in piedi non sembra soddisfare nessuno dei due (del resto non è facile atteggiare le mani in modo da allontanare rigidità e goffaggine), quella seduta al tavolo tondo ottocentesco, con le mani intente a sfogliare le pagine di alcuni libri o ad accendersi una sigaretta, è perfetta”.   Assistiamo così a situazioni di domestica routine, tra libri da sfogliare come fonte di piacevole erudizione, l’immancabile sigaretta tra le dita e il caffè servito dalla sorella Maria Teresa, che riesce a strappare un raro sorriso al sempre composto e austero Morandi. Interessante la selezione di volumi che il maestro scelse di sfogliare durante la visita di De Biasi: sul tavolo è possibile riconoscere l’opera più importante della storica dell’arte tedesca Grete Ring, A century of French painting 1400-1500, in cui Morandi si sofferma sulla celebre tavola con la Trinità e Storie di San Dionigi di Henri Bellechose, così come sui particolari del Trittico con la Resurrezione di Lazzaro di Nicolas Froment. Inoltre, probabilmente per trovare un terreno comune con il fotografo che gli stava di fronte, è presente sul tavolo la monografia di Henri Cartier Bresson, Images à la Sauvette, dono che Michelangelo Antonioni inviò a Morandi pochi giorni prima. Anche De Biasi non ebbe purtroppo, come nessun altro fotografo, la possibilità di ritrarre l’artista al lavoro nello studio, nell’atto sicuramente più identitario, quello del dipingere, né gli fu permesso di includere nei suoi scatti il cavalletto, i pennelli, la tavolozza, i colori e gli oggetti protagonisti della ricerca artistica di Giorgio Morandi. Le fotografie però ci regalano un vivido spaccato di un ambiente della casa di via Fondazza, della disposizione degli arredi, delle suppellettili e dei quadri così come posizionati e vissuti all’epoca. Spiega ancora Lorenza Selleri, entrando nel dettaglio della fisionomia di Morandi “letta” dal fotoreporter e del contesto in cui fu fotografato: "De Biasi focalizzò la sua attenzione anche sulla fisionomia di Morandi, il volto allungato, «l’aureola di capelli bianchi da frate giottesco» (Angelo Del Boca, Morandi ‘quello delle bottiglie’ ha perdonato sette volte ai suoi allievi, in ‘Il Mattino dell’Italia Centrale’, Firenze, 23 ottobre 1953) il labbro inferiore fortemente pronunciato, gli occhiali rotondi dalla montatura in tartaruga scura sempre sul naso o tutt’al più sollevati sulla fronte (quasi a riecheggiare la celebre fotografia di Herbert List del 1953). Cosicché, scatto dopo scatto, diede vita ad una sequenza di primi piani intensi e fortemente espressivi di uno stato d’animo meditabondo e accigliato insieme.  De Biasi riuscì a penetrare la roccaforte di quell’appartamento e a far conoscere attraverso i suoi scatti l’aspetto originale di quella stanza, che Morandi scelse come set fotografico, e che oggi non esiste più. Le sue immagini trasmettono appieno quel “senso di sobrio, misurato, decoroso agio borghese” di cui scriverà Arnaldo Beccaria nel 1963 (Arnaldo Beccaria, Il pittore che detesta il danaro, in ‘Tempo’, 26 ottobre 1963). Pochi mobili di foggia ottocentesca color noce scuro tirati a lucido incorniciano la figura di Morandi.  La luce calda di un lampadario chandelier si sparge ovunque creando un’atmosfera particolarmente suggestiva grazie ai riflessi e ai giochi di luce creati dalle gocce in cristallo e De Biasi sembra esserne affascinato”. Accanto alle diciannove fotografie scattate a Bologna in casa di Morandi, il pubblico potrà vedere in mostra altri cinque ritratti realizzati da De Biasi a Milano, in cui il maestro bolognese è presente grazie alle proprie opere: tre di questi mostrano Lamberto Vitali nel suo appartamento, circondato da ben quattordici dipinti di Morandi, e altri due hanno come soggetto Elio Vittorini, intento a leggere e scrivere nel suo studio, dove s'intravede una Natura morta di Morandi, priva di cornice, datata 1949. In occasione di L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo viene resa disponibile un’agile pubblicazione in italiano e inglese che include un testo di Lorenza Selleri e una selezione di immagini delle opere esposte. La mostra è corredata da documenti, numeri originali del settimanale “Epoca” (provenienti dall’archivio del museo e dalla Biblioteca dell’Istituto Storico Parri), libri provenienti dalla biblioteca personale dell’artista e da una video-intervista a Mario De Biasi realizzata da Laura Leonelli nel 2005 per il programma “Leonardo TV”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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fashionluxuryinfo · 1 year
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L’ “Epoca” di Mario De Biasi.Morandi attraverso l’obiettivo A cura di Lorenza Selleri e Silvia De Biasi Settore Musei Civici Bologna | Casa Morandi Via Fondazza 36, Bologna 25 novembre 2022 – 5 febbraio 2023 Opening: giovedì 24 novembre 2022 h 18.00
A Casa Morandi si consolida la programmazione di eventi espositivi dedicati ad artisti che, con il proprio lavoro, a vario titolo e attraverso media diversi, hanno stabilito una relazione con Giorgio Morandi. A tal proposito giovedì 24 novembre 2022 alle h 18.00 inaugura L’ “Epoca” di Mario De Biasi. Morandi attraverso l’obiettivo
https://www.fashionluxury.info/it/
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kundst · 6 years
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Giorgio Morandi (It. 1890-1964) Cortille de via Fondazza (1958, detail) Oil on canvas (45,5 x 50 cm)
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thegreatseason · 6 years
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Inspiring Painting
Giorgio Morandi, Cortile di via Fondazza (1958)
Source: Pinterest
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Via Fondazza vase, designed by Paolo Dell’Elce for Skultuna.
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aportatextiles · 3 years
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Giorgio Morandi Via Fondazza Courtyard, 1963 https://www.instagram.com/p/CK31qnHJLEQ/?igshid=3zw99un6rn9i
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conformi · 4 years
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Aldo Rossi, La Conica, Alessi, 1984 VS Luigi Ghirri, Atelier Giorgio Morandi, 1989-1990
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derearchiviatoria · 3 years
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Cortile di via Fondazza 1941 Giorgio Morandi (1890–1964)
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ecoamerica · 24 days
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youtube
Watch the American Climate Leadership Awards 2024 now: https://youtu.be/bWiW4Rp8vF0?feature=shared
The American Climate Leadership Awards 2024 broadcast recording is now available on ecoAmerica's YouTube channel for viewers to be inspired by active climate leaders. Watch to find out which finalist received the $50,000 grand prize! Hosted by Vanessa Hauc and featuring Bill McKibben and Katharine Hayhoe!
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lafilleblanc · 4 years
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Luigi Ghirri
Atelier Morandi, via Fondazza - Bologna, 1989/90
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flammessombres · 4 years
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Giorgio Morandi - Cortile di via Fondazza (1959)
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lamilanomagazine · 2 years
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Bologna, Matilda de Angelis, arte e leggenda
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Bologna, Matilda de Angelis, arte e leggenda. A chi si è ispirato George Lucas quando ha creato Indiana Jones? E Mary Shelley dove ha tratto ispirazione per la figura del dottor Frankenstein? O ancora: da quale strano angolo di mondo è sbucato un personaggio come Zorro? A queste domande ha provato a rispondere l’attrice Matilda De Angelis con i racconti fatti nelle sei puntate de Il mio nome è leggenda, la produzione ideata e realizzata da Bottega Finzioni in collaborazione con il Comune di Bologna e Bologna Welcome, che ha debuttato a dicembre 2021 su Sky Arte, molto apprezzata dal pubblico e dagli addetti ai lavori. La serie (ancora disponibile On Demand e in streaming su Now) è stata ideata e scritta da Michele Cogo e dagli ex-allievi di Fondazione Bottega Finzioni Gianmarco Guazzo (che firma anche il programma), Alberta Lepri e Silvia Pelati, per la regia di Antonio Monti e la produzione esecutiva di Giuseppe Cassaro (anche loro co-autori del format). Matilda De Angelis, nuova stella del cinema italiano, è stata la compagna ideale per raccontare questo viaggio e l’origine di questi “miti d’oggi”, che sono stati approfonditi dagli interventi del mass-mediologo Roberto Grandi. Dalle 16 alle 20 la proiezione delle 6 puntate del programma presso la Sala Conferenze del Mambo. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti. La proiezione sarà preceduta da un saluto del sindaco Matteo Lepore, del direttore del Mambo Lorenzo Balbi, di Silvia Muntoni (responsabile editoriale del progetto per Sky Arte). Oltre a Matilda De Angelis interverranno anche Michele Cogo (autore del programma e direttore di Fondazione Bottega Finzioni), il regista Antonio Monti, e il produttore Giuseppe Cassaro. L’incontro sarà introdotto e moderato da Roberto Grandi. In questa occasione Matilda De Angelis, dopo avere reso omaggio alle sei leggende della serie televisiva, renderà omaggio a una settima leggenda, Giorgio Morandi. Giorgio Morandi è infatti una leggenda nel mondo dell’arte. Uno dei più noti e importanti artisti, non solo italiani, del secolo scorso. Un artista a cui in questi ultimi anni sono state dedicate tante mostre in diverse capitali dell’arte del mondo: Seul, Tokyo, Mosca, Stoccolma, Bilbao e, fino al mese scorso, Sao Paolo e Madrid. È l’artista il cui valore commerciale è cresciuto di più nell’ultimo decennio, alle aste di Sotheby’s i suoi quadri si mantengono costantemente sopra il milione di euro. È l’artista a cui Bologna vuole dedicare un nuovo Museo Monografico in una palazzina appena acquisita. Giorgio Morandi è diventato leggenda, a differenza di quelli della serie televisiva, senza essersi ispirato ad altri che a se stesso, senza avere realizzato imprese mirabolanti e senza avere utilizzato i mezzi di comunicazione di massa o il cinema per affermarsi. Morandi è diventato leggenda non muovendosi mai da Bologna, città natale sua, così come di Matilda De Angelis, tranne i mesi di vacanza nella sua casa di Grizzana, nell’Appennino Bolognese. È diventato leggenda isolandosi dai movimenti artistici del suo tempo e dipingendo in continuazione pochi soggetti: bottiglie, vasi con fiori finti, ciotole e il paesaggio dell’Appennino. È diventato leggenda ripetendo sempre gli stessi temi, approfondendo le forme, le luci, i riflessi, le sfumature. Sempre uguale e sempre diverso. A questa leggenda dell’arte Matilda De Angelis si avvicinerà visitando le opere del Museo Morandi, al secondo piano di MAMbo e, soprattutto, visitando la casa del Maestro in Via Fondazza 36. In particolare, il suo studio con i vasi, le bottiglie, le conchiglie e i modelli di studio collocati nel posto in cui li ha lasciati nel 1964, l’anno della morte.  All’interno di questo piccolo studio, pieno di oggetti e di memoria, non si guarda la leggenda, ma si entra nella leggenda di Giorgio Morandi.... Read the full article
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hildeeveraert · 5 years
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Luigi Ghirri - Atelier Giorgio Morandi, Via Fondazza, Bologna, 1989-90
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