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#vivere la montagna
ilcovodelbikersgrunf · 11 months
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La vita che ci piace..
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be-appy-71 · 4 months
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Sai cosa ci impedisce spesso di sognare, di cogliere l’istante, di vivere una magia?
La paura del dopo, la paura è l’unica barriera fra noi e un sogno, fra quello che potremmo e quello che non abbiamo il coraggio di prendere, fra un ricordo e un rimpianto, perché resto dell’idea che di qualunque tipo di sogno si tratti vale la pena di scalare quella montagna di ostacoli fatti di se e di ma e renderlo qualcosa di vivo e mai rimpianto. Perché diversamente avremmo perso per sempre l’incanto di un battito... ♠️🔥
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𝒮𝒾𝓁𝓋𝒶𝓃𝒶 𝒮𝓉𝓇ℯ𝓂𝒾𝓏
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mandorloinfiore · 2 days
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purtroppo ultimamente non mi va di fare niente in generale e anche se non mi fa stare così male spostarmi di nuovo comunque vivo una sorta di tristezza. non mi va di fare avanti e indietro, non mi va nemmeno di lavorare e non mi va di guadagnare soldi perché non li voglio nemmeno. non voglio soldi perché non voglio comprare nulla, non mi serve niente. sono stanca di vedere online tutti questi haul di cose. anche se nell'ultimo mese ho fatto tante cose nuove che mi hanno reso felice penso che l'unica cosa che mi farebbe davvero bene è ritirarmi in montagna. adesso che ritorno a vivere in periferia mi sento meglio e non schiacciata dalla città. dove sono stata bene comunque ma io ho bisogno di trovare un posto tranquillo. perché ho capito che la città è molto bella, ha tanti vantaggi ma per me non è sostenibile a lungo periodo. sono nata in campagna e rimarrò per sempre una ragazza di campagna.
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uraganoinundeserto · 1 year
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Essere incompresi da coloro che amiamo è la condizione peggiore per vivere e affrontare ogni giorno gli impegni della vita. L’incomprensione pesa come una montagna e traccia solchi profondi sull’anima.
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ragazzoarcano · 7 months
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«Sentivo di amare la montagna per i suoi paesaggi solenni, per le lotte ingaggiate con i picchi, per le emozioni e i ricordi che ne derivavano; ma forse l'amavo ancora di più per quel senso di libertà e di gioia di vivere che solo lassù sui monti riuscivo a trovare.»
— Walter Bonatti
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canesenzafissadimora · 2 months
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Studiate.
Per amore del sapere, mai per i voti.
Perché sapere aiuta a essere.
E sapere tanto aiuta a essere tanto.
Studiate!
Perché la cultura rende liberi
e niente vale più della libertà.
Studiate!
Perché siamo le parole che conosciamo,
perché il pensiero crea la realtà.
Studiate!
Perché non conoscerete mai la noia
se amerete un libro, un paesaggio,
un quadro o la settimana enigmistica.
Studiate!
Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, i vostri punti deboli.
Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.
Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.
Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.
Studiate le lingue straniere, perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.
Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore o perché il battito accelera se vi innamorate è meraviglioso.
Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.
Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.
Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.
Studiate la musica, l’arte e la poesia!
Perché la bellezza è emozione e terapia.
Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole si celano energie potentissime.
Studiate!
Perché quando smetti di imparare smetti di vivere.
Studiate ciò che vi piace ma anche ciò che ora vi sembra inutile.
Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.
Studiate!
Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni.
Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere!
Studiate!
Senza temere di dimenticare qualcosa.
Perché i buchi di memoria servono a fare spazio.
Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.
Francesco De Sanctis
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viendiletto · 8 months
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Nino Benvenuti: «Senza ricordi non c’è futuro»
Campione olimpico nel 1960, campione mondiale dei Pesi superwelter tra il 1965 e il 1966 e dei pesi medi dal 1967 al 1970, Giovanni (Nino) Benvenuti è stato uno dei migliori pugili italiani di tutti i tempi e il suo nome troneggia tra i grandi del pugilato internazionale. È entrato nell’immaginario collettivo in una notte di aprile nel 1967 quando 18 milioni di italiani seguirono la diretta del suo incontro con Emile Griffith al Madison Square Garden di New York. Di quel match che gli portò il titolo di campione mondiale dei pesi medi, ma anche dell’infanzia a Isola, dei primi passi nella boxe, del significato dell’essere pugili, del rapporto con gli avversari sul ring e di tanto altro Nino Benvenuti – insignito nel 2018 dalla Can comunale del premio Isola d’Istria –, parla in un’intervista esclusiva di Massimo Cutò pubblicata di recente sulla Voce di New York, che riproponiamo.
[...]
Chi è un pugile?
“Uno che cerca sé stesso sul ring. Uno che vuole superare i propri limiti come faceva Maiorca in fondo al mare o Messner in cima alla montagna. La sfida è quella: fai a pugni con un altro da te e guardi in fondo alla tua anima”.
Lei cosa ci ha visto?
“La mia terra d’origine, una verità che molti continuano a negare. La storia di un bambino nato nel 1938 a Isola d’Istria e costretto all’esilio con la famiglia. Addio alla casa, la vigna, l’adolescenza: tutto spazzato via con violenza, fra la rabbia muta e la disperazione di un popolo. Gente deportata, gettata viva nelle foibe, fucilata, lasciata marcire nei campi di concentramento jugoslavi”.
Una memoria sempre viva?
“Ho cercato di non smarrirla, per quanto doloroso fosse. Riaffiora in certe sere. Ti ritrovi solo e sale una paura irrazionale”.
Riesce a spiegare questo sentimento?
“Il passato non passa, resta lì nella testa e nel cuore. A volte mi sembra che stiano arrivando: Nino scappa, sono quelli dell’Ozna, la polizia politica di Tito viene a prenderti. Un incubo che mi tengo stretto perché senza ricordi non c’è futuro”.
Che cosa accadde in quei giorni?
“Isola d’Istria odora di acqua salata. È il sole sulla pelle. La nostra era una famiglia benestante, avevamo terra e barche, il vino e il pesce. Vivevamo in una palazzina di fronte al mare: papà Fernando, mamma Dora, i nonni, io, i tre fratelli e mia sorella. Siamo stati costretti a scappare da quel paradiso”.
Come andò?
“Mio fratello Eliano fu rapito e imprigionato dai poliziotti titini, colpevole di essere italiano. È tornato sette mesi dopo, un’ombra smagrita, restò in silenzio per giorni. Mia madre si ammalò per l’angoscia. È morta nel ‘56 di crepacuore: aveva 46 anni. Attorno si respirava il terrore delle persecuzioni. Un giorno vidi dalla finestra della cameretta un uomo in divisa sparare alla nostra cagnetta, così, per puro divertimento”.
Finché fuggiste?
“Riparammo a Trieste dove c’era la pescheria dei nonni. Fu uno strappo lacerante, fisico. Così la mia è diventata in un attimo l’Isola che non c’è. Non potevamo più vivere lì dove eravamo nati”.
[...]
Quant’è difficile invecchiare?
“Dentro mi sento trent’anni, non ho paura della morte. Sono allenato. Sul ring risolvevo i problemi con il mio sinistro, la vita è stata più complicata però ho poco da rimproverarmi. E ho ancora un desiderio”.
Quale?
“Vorrei che un giorno, quando sarà, le mie ceneri fossero sparse da soscojo. È lo scoglio di Isola d’Istria dove ho imparato a nuotare da bambino”.
Intervista di Massimo Cutò a Nino Benvenuti per La Voce di New York, 23 luglio 2022
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dantussy · 8 months
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Vittorio Gassman legge la Divina Commedia: Inferno, Canto XXVI, vv. 90–142
(...)"Quando mi diparti’ da Circe, che sottrasse me più d’un anno là presso a Gaeta, prima che sì Enëa la nomasse, né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né ’l debito amore lo qual dovea Penelopè far lieta, vincer potero dentro a me l’ardore ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l’alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto. L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi, e l’altre che quel mare intorno bagna. Io e’ compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov’Ercule segnò li suoi riguardi acciò che l’uom più oltre non si metta; da la man destra mi lasciai Sibilia, da l’altra già m’avea lasciata Setta. "O frati," dissi, "che per cento milia perigli siete giunti a l’occidente, a questa tanto picciola vigilia d’i nostri sensi ch’è del rimanente non vogliate negar l’esperïenza, di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza". Li miei compagni fec’io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; e volta nostra poppa nel mattino, de’ remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino. Tutte le stelle già de l’altro polo vedea la notte, e ’l nostro tanto basso, che non surgëa fuor del marin suolo. Cinque volte racceso e tante casso lo lume era di sotto da la luna, poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, quando n’apparve una montagna, bruna per la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avëa alcuna. Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché de la nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé girar con tutte l’acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com’altrui piacque, infin che ’l mar fu sovra noi richiuso".
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ilcovodelbikersgrunf · 11 months
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Quando arrivi al rifugio ma scopri che è chiuso 😩😩😩
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ambrenoir · 2 months
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Studiate.
Per amore del sapere, mai per i voti.
Perché sapere aiuta a essere.
E sapere tanto aiuta a essere tanto.
Studiate!
Perché la cultura rende liberi
e niente vale più della libertà.
Studiate!
Perché siamo le parole che conosciamo,
perché il pensiero crea la realtà.
Studiate!
Perché non conoscerete mai la noia
se amerete un libro, un paesaggio,
un quadro o la settimana enigmistica.
Studiate!
Perché studiando capirete le vostre qualità, le vostre inclinazioni, i vostri punti deboli.
Studiate la storia, perché il passato illumina il presente.
Studiate la geografia perché ogni luogo è anche un fiume, una montagna, un vento.
Studiate la matematica perché nella vita spesso i conti non tornano e bisogna trovare soluzioni alternative.
Studiate le lingue straniere, perché i viaggi sono le lezioni di vita più belle.
Studiate la biologia perché capire come fa a battere il cuore o perché il battito accelera se vi innamorate è meraviglioso.
Studiate la filosofia perché imparerete a ragionare e a guardare il mondo dalle prospettive più originali.
Studiate la letteratura perché vivrete molte vite e vedrete posti incredibili da casa.
Studiate la grammatica perché la differenza tra un accento e un apostrofo non è mai un dettaglio.
Studiate la musica, l’arte e la poesia!
Perché la bellezza è emozione e terapia.
Studiate la fisica e la chimica perché nell’atomo e nelle molecole si celano energie potentissime.
Studiate!
Perché quando smetti di imparare smetti di vivere.
Studiate ciò che vi piace ma anche ciò che ora vi sembra inutile.
Perché un giorno, quando meno ve lo aspettate, ne capirete il senso.
Studiate!
Senza pretendere troppo da voi stessi e senza rinunciare mai allo svago, allo sport e alle emozioni.
Perché lo studio viene sempre dopo il vostro benessere!
Studiate!
Senza temere di dimenticare qualcosa.
Perché i buchi di memoria servono a fare spazio.
Perché la scuola serve a trasformare specchi in finestre, non a giudicarvi.
Francesco De Sanctis
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daniel13sworld · 9 months
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Genere: Romance.
Autrice: Penelope Douglas.
Spicy: 4/5.
Titolo: Credence.
Voto: 5/5.
Personaggi: Tiernan, Caleb, Jake e Noah.
Note: Penso sia uno dei miei libri preferiti in assoluto. Una ragazza di nome Tiernan perde i genitori. Il padre della ragazza aveva un fratellastro (non di sangue) che la chiama e le dice di andare da lui a vivere per un pò. Jake, ha due figli, Caleb e Noah. Quando la ragazza si presenta da loro, all'inizio le fanno capire un pò la vita che l'attenderà. Purtroppo anche se a lei non potrebbe piacere quella vita, essendo minorenne, 17 anni, non può vivere da sola ma con il tutore Jake. Lei ha una storia con lui, perde la sua verginità ma Caleb è segretamente innamorato di lei, glielo fa capire in ogni modo alla fine si fidanzano, ma quando l'inverno passa i due iniziano un pò a litigare, lei lascia la casa in montagna e torna a casa sua avendo compiuto i 18 anni. Inizia la scuola ma dopo un mese Caleb va a riprenderla e alla fine si fidanzano e hanno anche un bambino.
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falcemartello · 1 year
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•••
Nel 1982 la Innocenti mette in campo la versione a 3 cilindri della sua Mini accompagnandola con una campagna pubblicitaria che potrebbe far fischiare le orecchie a qualcuno: “Fai piangere uno sceicco, affogalo nel suo stesso petrolio”.
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La vetturetta ha successo: il motore (giapponese) è efficiente, e in alcuni punti, come gli ammortizzatori, si sostituisce l’alluminio al ferro, alleggerendo la macchina e quindi i consumi.
Le vendite sono buone, la macchina piace e verrà prodotta fino agli anni Novanta.
L’Italia continua a motorizzarsi a ritmi sostenuti, la seconda e terza auto in famiglia non è più l’eccezione. E contestualmente esplode il boom edilizio delle città satellite e delle villette monofamiliari: “Lascia la città, vieni a vivere nel verde a 15 minuti dal centro”.
Ci si indebita a tutto spiano e a tutti i livelli per comprare “la tua casa nel parco” e il villino in montagna, da raggiungere in macchina incolonnandosi per ore. Uno pseudo-benessere, si lavora come muli per scimmiottare i ricchi (veri) ma senza avere alcuna voce in capitolo.
E i ricchi (veri) alla fine presentano il conto: “Avete inquinato troppo, mangiate troppa carne, siete pezzenti pieni di debiti. Scordatevi il barbecue: inquina e uccide le mucche; mangiate grilli, larve e carne di serra, muovetevi in monopattino per non più di 15 minuti.”
Cosa vedo in tutto questo afflato ecologista? Business. Solo business.
Leggo che uno stronzo di JP Morgan chiede al governo USA di confiscare le proprietà private per comprare pale eoliche. Benissimo: cominciamo a confiscare le sue. E se ha fame, una buona zuppa di larve.
@AnonymaticaSRL
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mucillo · 4 months
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Blowing In The Wind (Live On TV, March 1963)
youtube
Scritta nel 1962.. sono passati ben 62 anni e nulla è cambiato se non in peggio..
..........................
"Se ne va nel vento"
Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che vengano bandite per sempre?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento
Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni alcuni possono vivere
prima che sia concesso loro di essere liberi
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento
Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento.
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All'età di 40 anni, gli artigli dell'aquila diventano troppo lunghi ed elastici e non riesce più ad afferrare la preda. Il suo becco diventa troppo lungo e ricurvo, impedendogli di mangiare. Le piume sulle ali e sul petto diventano troppo spesse e pesanti e gli impediscono di volare. L'aquila si trova ora di fronte a una scelta: o la morte, oppure un lungo e doloroso periodo di cambiamento, della durata di 150 giorni. Vola al suo nido in cima alla montagna e batte a lungo il becco contro la roccia finché non si rompe e si stacca. Poi aspetta che cresca un nuovo becco e si strappa gli artigli. Quando crescono nuovi artigli, l'aquila tira fuori il suo piumaggio troppo pesante sul petto e sulle ali e poi, dopo 5 mesi di dolore e tormento, con un nuovo becco, artigli e piumaggio, l'aquila rinasce e può vivere per altri 30 anni. Molto spesso, per vivere, dobbiamo cambiare, a volte questo processo è accompagnato da dolore, paura, dubbi. Ci liberiamo di ricordi, abitudini e tradizioni del passato, solo liberandoci dal peso della vita il passato ci permette di vivere e godere del presente e di prepararci per il futuro. Non importa in quale fase della vita ti trovi, ti auguro il coraggio e la forza per cambiare costantemente. Credo che un giorno ci incontreremo tutti nel vento…
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Tutti vogliono vivere in cima alla montagna, ma la felicità e la crescita avvengono mentre la scali.
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volumesilenzioso · 10 months
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sto andando in sovraccarico, mi sento come se potessi esplodere da un momento all'altro e credo proprio che quel momento sia spaventosamente vicino. in momenti di crisi come questo non so mai come gestirmi, come gestire, interpretare, distinguere e riconoscere le mie stesse emozioni, non so cosa provo, non so cosa sento, cosa ci sia che non va, perché è come se sentissi tutte le emozioni insieme al doppio di quello che è - o che dovrebbe essere - il loro livello massimo di intensità. nei momenti normali, invece, non sento assolutamente niente, e non so quale delle due situazioni sia la peggiore, perché mi rendo conto che quelli che per me sono "momenti normali", non sono poi così normali per gli altri, quindi so che c'è un problema alla base, che non c'è niente di normale o giusto nel non provare assolutamente nulla e sentire questo senso di vuoto costante che sembra non poter essere contrastato in nessun modo. la cosa brutta del senso di vuoto è che c'è sempre, in entrambi i casi, sia nei momenti normali sia in quelli di crisi, sembra crescere sempre di più e non so come fermarlo. odio la mia vita, detesto la mia testa che non mi da mai pace, non sopporto più le crisi di pianto, il fastidio che mi provoca ogni singolo rumore, la mia irritabilità, la rabbia che ho dentro, la mia incapacità nel chiedere aiuto perché forse ho paura delle conseguenze, o forse mi sono solo arresa. non faccio altro che pensare di essere un caso perso, ormai mi sono convinta che non ci sia niente di bello per le persone come me, ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa e insieme alla voglia ho perso anche la concentrazione, la motivazione, ho perso tutto. mi è rimasto solo il rumore che ho in testa. ho allontanato tutto e tutti per rimanere sola con me, e so quanto sia sbagliato, ma non riesco a comportarmi in modo diverso. mi sento costantemente stanca, sfinita, fisicamente e mentalmente, come se avessi scalato una montagna, quando la triste verità è che è già tanto se riesco ad alzarmi la mattina. è vero che dormo poco, ma tutta questa stanchezza è immotivata e mi fa sentire debole, non ho la forza di fare nulla, le giornate sono tutte uguali, infinite, fuse insieme, in pratica è come se stessi vivendo lo stesso giorno da anni. non riesco ad andare avanti, non ce la faccio più, mi sento davvero morire. uscire di casa sembra una sfida impossibile, stare sempre a casa è pesante, ma tanto sarebbe pesante anche uscire, respirare è pesante, vivere è pesante, esistere è una tortura. porto negatività nella vita delle persone, quindi penso anche di aver fatto un favore a tutti quelli che ho allontanato. penso che ogni membro della mia famiglia avrebbe una vita decisamente più leggera e spensierata se io non ci fossi, perché sono diventata un problema. loro credono io sia alla ricerca di attenzioni, credono che ogni segno visibile sulla mia pelle sia una richiesta d'aiuto - nonostante non facciano niente di concreto per aiutarmi, dato che non ne hanno le capacità, non hanno i mezzi per farlo -, credono io non pensi davvero di voler morire, che lo dica così, tanto per dire. mia madre è ancora convinta che io non volessi davvero morire quando ho effettivamente tentato il suicidio. secondo loro, se qualcuno vuole davvero morire, compie il gesto e basta, così, a cuor leggero, come se niente fosse, come se togliersi la vita fosse facile come fumare una sigaretta o bere un bicchiere d'acqua. non sanno quanto sia difficile, quanti pensieri ci siano dietro, e con questo non voglio dire che funziona così per tutti, sto semplicemente dicendo che non è facile come pensano loro e come io stessa pensavo. loro non sanno, o meglio, si rifiutano di credere che il mio unico desiderio ogni giorno, in particolare ogni sera, sia quello di addormentarmi per sempre. da una parte va bene così, il fatto che non prendano molto sul serio la cosa distoglie l'attenzione dal problema, però ecco, al fatto che sto male ci credono, lo vedono, MI vedono, e so che per loro non è facile, so di non essere facile, e vorrei non causare così tanti problemi. sono stanca, e basta
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