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#vizi privati pubbliche virtù
ofallingstar · 1 year
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Private Vices, Public Pleasures (1986)
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vincekris · 10 months
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Vizi privati, pubbliche virtù (Private Vices, Public Pleasures), Dir. Miklós Jancsó, 1976
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la-novellista · 7 months
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Virtù pubbliche.
Vizi privati.
-Cit.
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voracita · 14 days
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Ieri ho ripensato a due delle più antiche conoscenze che ho sviluppato qui su tumblr, in quell'epoca in cui su Tumblr si conoscevano ancora, con facilità, persone estremamente interessanti, e estremamente perverse, in poche parole persone come me.
Con una mi scrissi per una intera estate, una estate infinita, all'epoca ci scrivevamo mail come se fossero chat, la messaggistica di Tumblr faceva schifo, le chat tipo whatsapp erano ancora di là da venire, e poi c'era il problema della lingua, lei parlava italiano solo per via di un vecchio Erasmus e della passione per la letteratura italiana. Si sforzava di scrivermi in italiano e scrivendo migliorava sempre di più, tant'è che riuscimmo a fare anche diverse telefonate in cui, in realtà, più che parlare, finiva per gemere, e molto.
Con un'altra mi scrissi, ma in maniera molto più incostante, spesso in relazione alle vicende intercorse con altre persone nel frattempo. Fu lei a escogitare quella locuzione brillante, "equo compenso carnale", che definiva benissimo una mia esigenza troppo spesso tradita dalla mia scarsa autostima, e fu lei a incoraggiarmi a scoprire molti dei lati più estremi del mio sadismo, sostenendomi nella mia via verso l'amoralità sessuale. Mi faceva chiamate anonime, spesso, ed era molto più vicina di quell'altra, geograficamente, e tuttavia più irraggiungibile ancora, perchè come tante altre che conobbi in seguito, donna dai vizi privati e dalle pubbliche virtù, che piuttosto avrebbe rinunciato ai primi, in favore delle matrimonialissime seconde, di lì a breve.
Oggi, scopro con brevi ricerche, la prima è una giornalista e scrittrice di relativa e buona pubblica fama, con tanto di premi, nel suo paese, e su internet posso vedere anche il suo volto e il suo corpo, e capire perchè me lo aveva così ben nascosto, all'epoca.
La seconda, che giornalista e anche con un ruolo importante, come lei stessa mi disse, era già all'epoca, oggi, forse più defilata per tante ragioni, anche di cambiamenti politici, lotta con quella perversione del corpo contro se stesso, che è un tumore, in questo caso raro, da quel che capisco. Di tanto in tanto, da quando lo so, torno a sbirciare il suo profilo su altro social per capire quanto siano gravi diagnosi e prognosi, ma, come accade sempre e come sempre non capisco, le persone del tumore non parlano, se non per cenni, come si fa di una colpa vergognosa.
E io, di me che ne è stato, in tutto questo?
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pastrufazio · 5 months
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Finita la sbornia natalizia, che non è neppure più tale perché ridottasi a semplice sequenza di banchetti – sequenza… parola diversa da sequela; la prima è spettacolare, l’altra è cristologica secondo Bonhoeffer –, un’osservazione sulla cosiddetta “caritativa”. Un servizio tv, non ricordo di quale canale, ha descritto nei giorni di festa l’alacre lavoro di un noto centro di raccolta di cibo e vettovaglie per diseredati. In aumento, effetto della crisi, profughi, immigrati in cerca di una nuova vita… infatti, tèll chì la nuova vita! Bla bla bla. In secondo piano durante l’intervista al volontario faceva manovra un grosso articolato, non un camioncino dell’Esselunga, un vero e proprio tir. Bene, direte, la carità si è ingrossata; ha superato ogni limite; esonda, tra breve non uno non due, ma un treno di autoarticolati attraverserà le strade del mondo per portare sollievo ai meno abbienti, come il lessico purgato dell’ipocrisia più laida chiama il prodotto delle proprie nefandezze… bla bla bla. Il piglio manageriale dell’intervistato non lascia dubbi, ci troviamo di fronte a un’impresa di carità, a un’imprenditoria della carità. È questo il modo per renderla più efficace? No: questo è un modo per garantire al concetto stesso di impresa di considerarsi come l’unico soggetto in grado di costruire/trasformare il mondo, in un senso come nell’altro. È l’impresa che se la canta e se la suona. Lei produce i bisognosi, lei li assiste e ne attenua i dolori, o meglio, vende l’idea, narra che può risolverli. Tanta efficienza nel produrli, altrettanta per alleviarne le sofferenze. Secondo un principio di rigorosa economia classica si potrebbe scegliere la strada di non produrre qualcosa che poi ti ritorna tra i denti come costo aggiuntivo – stato sociale burocratico, fiscalismo esoso per riparare i costi sociali, ambientali ecc. – senonché mi accorgo nella mia ignoranza dei principi dell’economia di mercato che al contrario è essa stessa a volere anche questa apparente distorsione, ad alimentarla. Anche la carità genera profitto, lavoro, surplus. Direttamente, in alcuni casi più “professionalizzati”; in altri meno, attraverso lo Stato sociale e i soggetti del cosiddetto terzo settore. Non solo, ma il meccanismo ha necessità di essere alimentato da un’ideologia di sostegno, apparentemente immateriale, ideal-emotiva, in realtà costruita sul più bieco dei sentimenti, quello che attanaglia il criminale: il senso di colpa. L’hanno fatta grossa creando questo mondo, ma onnipotenti come si credono, lo fanno e lo disfano. Ciclicamente. A costoro andrebbe ricordata l’osservazione di Bernard Mandeville: “Non c’è alcun merito a salvare un bambino innocente che sta per cadere nel fuoco. Tale azione non è né buona né cattiva e, anche se il bambino ne ha ricevuto un beneficio, essa fu compiuta da noi solo per soddisfare noi stessi” (La favola delle api ovvero vizi privati pubbliche virtù). Per i credenti che ci cascano, rinnovando agli occhi dei loro antagonisti antichi argomenti di epoca pagana, reggendo il moccolo a coloro che il mondo lo reggono in tal fatta, credo sia giunto il tempo di allontanarsi da quegli autoarticolati… a meno che già non ne siano alla guida.
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elcctra · 5 years
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i’m tired of living the way i have. i want to stay with you.
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peter-ash · 3 years
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alessandrom76 · 5 years
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vizi privati e pubbliche virtù
ossia: quello che posti su facebook,
e ciò che scrivi su telegram.
@alessandrom76
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i-mmaginando · 2 years
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Non tutte le madonne sono vergini, non tutte le vergini sono madonne. Esitono sempre vizi privati e pubbliche virtù.
Oliviero Toscani docet (anche se la foto non è sua).
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susieporta · 3 years
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Se sapessimo dirci la verità ammetteremmo che tutti, chi più, chi meno, portiamo addosso la fatica di "fragilità esistenziali irrisolte", come Morisi. Tanto potrebbe bastare per guardare gli uni agli altri con quel poco di comprensione sufficiente a riconoscere che "noi" e "loro" non ha senso, che, in fondo a tutto, siamo fratelli della stessa umanità dolente, e sperante. Invece assecondiamo l'istinto sanguinario di annusare le ferite degli altri per braccare, per infierire, cioè per fare come le fiere, le bestie. E oggi più di prima sappiamo che porta guadagno coltivarlo, questo istinto.
Davvero l'ipocrisia è la colpa peggiore di questa bestialità sociale (dunque politica): non perché nasconda i vizi privati dietro le pubbliche virtù (come è sempre stato), ma perché non capisce che è rifiutando la dignità alle croci del prossimo che ci si condanna senza appello a sprofondare sotto il peso delle proprie.
Simone Esposito
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Vizi privati, pubbliche virtù (Private Vices, Public Pleasures), Dir. Miklós Jancsó, 1976.
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ofallingstar · 1 year
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Private Vices, Public Pleasures (1986)
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l-incantatrice · 3 years
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Un vecchio detto dice ‘Vizi privati,pubbliche virtù”. E come era bello una volta quando i vizi delle persone rimanevano segreti e nascosti...era più facile stimarle o amarle. Oggi invece col virtuale e i social anche i vizi sono pubblici,perché,per quanto si tenga alta la soglia della privacy,nel web si lasciano sempre delle tracce. E così si perde la fiducia negli altri...muore la poesia
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corallorosso · 4 years
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Che ci faceva l'eurodeputato di Orban in un'orgia? Difendeva forse le radici cristiane? Ribadendo che non c'è nulla di male a fare orge, (in tempi di Covid però sarebbero vietate) e che essere gay è normale come essere etero, il fatto che in un'orgia gay sia stato beccato un eurodeputato fascista e omofobo rendere la questione una notizia interessante. Si chiama Jozsef Szajer, è uno dei cofondatori di Fidesz, il partito sovranista di Viktor Orbán, ha moglie e figli e ieri è stato beccato dalla polizia di Bruxelles durante un'orgia in un bar con altre 25 persone. Ieri ha diffuso una dichiarazione in cui ammette i fatti: "Ero presente alla festa privata - ha detto - dopo che la Polizia mi ha chiesto la mia identità, dato che non avevo un documento a portata di mano, ho dichiarato di essere un eurodeputato". Un sovranista di destra, di quelli che amano le leggi liberticide in tema di libertà di stampa (basta che non si metta in discussione l’ammucchiata libera) e giustificano il razzismo e la xenofobia dicendo a destra e a manca (ma soprattutto a destra) che loro difendono le radici cristiane dell’Europa dall’invasione islamista e degli africani. Avete presente? La radici cristiane, il crocifisso, il presepe, la tradizione. Tutto usato come clava per alimentare le discriminazioni e le diseguaglianze. Del resto la destra sovranista è per questo la principale nemica di Papa Francesco. Poi spunta l’orgia, il festino, la droga. E spunta il sovranista della serie vizi privati e pubbliche virtù. Ma non ci meravigliamo se Jozsef Szajer dovesse spiegarci che lui a Bruxelles ci sta per difendere le radici cristiana dell’europa. Del resto un’orgia è il miglior metodo per esprimere amore e fratellanza. L'eurodeputato ... ha cercato di scappare calandosi da una grondaia approfittando della confusione ma si è ferito. La polizia ha trovato le pasticche di ecstasy nel suo zaino e lui ha preteso - senza risultati perché colto in flagranza di reato - di far valere l'immunità parlamentare. Sul suo iPad, ha rivendicato, è stata scritta la nuova costituzione ungherese. In particolare il passaggio in cui è stato specificato che il matrimonio «è l’unione tra un uomo e una donna» ... Globalist
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Miklós Jancsó - Vizi privati, pubbliche virtù - Private Vices, Public Pleasures (1976) - Giovanna Gagliardo - Lajos Balázsovits - Teresa Ann Savoy - Laura Betti - Ilona Staller ("Cicciolina")
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goodbearblind · 4 years
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“La natura ha insegnato al vostro stomaco a esigere solo vegetali, ma il vostro sfrenato desiderio di cambiamenti, d'innovazioni, vi ha spinto a distruggere gli animali, senza alcuna necessità né alcun criterio di giustizia, ha pervertito la vostra natura, ha distorto i vostri appetiti, comunque li abbiano chiamati il vostro orgoglio e la vostra smania di lusso.” (Bernard de Mandeville/ La favola delle api) (Bernard de Mandeville - Rotterdam, 15 novembre 1670 – Londra, Hackney, 21 gennaio 1733 è stato un medico e filosofo olandese. Di origine olandese, visse ininterrottamente dal 1693 in Inghilterra. Ebbe fama ai suoi tempi come poeta satirico per il suo poemetto scritto nel 1705 in inglese con il titolo The Grumbling Hive, or Knaves Turn'd Honest (L'alveare scontento, ovvero i furfanti divenuti onesti) e ripubblicato nel 1714 con il titolo Fable of the Bees: or, Private Vices, Publick Benefits (La favola delle api: ovvero vizi privati, pubbliche virtù[1]). Il volume è stato poi ripubblicato, in un'edizione ampliata nel 1723 e nella versione definitiva, con ulteriori aggiunte, nel 1724.) . . -I filosofi e la questione animale- . . #BernarddeMandeville #Ifilosofielaquestioneanimale https://www.instagram.com/p/B8wGjO1ihYv/?igshid=qwvovs0vnv68
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