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Nera Di Velluto
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tempodadisperati · 20 days ago
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Yes!
Also...
Io, ad ogni eretico:
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Mary was/remains a virgin before the birth, at the birth, and after the birth of Jesus.
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tempodadisperati · 2 months ago
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(2 Maccabei 12:38-46):
"In quel tempo cercarono di espiare i loro peccati, e offrirono dei sacrifici. [...] Dio ha perdonato i vivi per i morti, perché gli uomini credano in ciò che è stato fatto. [...] Riconobbi che la Giustizia di Dio richiede che si facciano atti di pietà per i morti, affinché possano essere liberati dai loro peccati."
Questo passo è spesso citato a sostegno della pratica di pregare per i defunti, suggerendo che tali atti di pietà dei vivi abbiano il permesso di Dio per contribuire alla loro purificazione dopo la morte.
Quindi, pregate spesso per le anime sante del Purgatorio, e pregate per resistere alle tentazioni le anime sante e beate del Paradiso.
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tempodadisperati · 2 months ago
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tempodadisperati · 2 months ago
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La datazione della morte di Erode il Grande e l’inizio dell’Era Cristiana: ovvero, perché Gesù Cristo è nato il 25 Dicembre del 1 d.C.
La nuova datazione proposta permette di collocare tutte le notizie storiche fornite da Giuseppe Flavio in un quadro coerente, e permette anche di recuperare la tradizione rabbinica sul giorno della morte di Erode
La datazione della morte di Erode il Grande e l’inizio dell’Era Cristiana[1]
In un precedente studio, fatto in collaborazione con Fernando La Greca, pubblicato su Annales Theologici, rivista internazionale di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce,[2] abbiamo verificato, attraverso l’ausilio dell’astronomia, che il venerdì 23 aprile 34 potrebbe essere stato il giorno della crocifissione di Gesù di Nazaret. Ponendo nel 34 la crocifissione di Gesù, l’anno d’inizio dell’era cristiana, l’1 a.C., diventerebbe immediatamente compatibile con la tradizione patristica che indica un’età di Gesù il giorno della sua morte pari a 33 anni e qualche mese. Tale datazione della nascita di Gesù rimanda immediatamente a quella della morte di Erode. Infatti, secondo quanto narrato nel cap. 2 del Vangelo secondo Matteo, la strage degli Innocenti fu decretata proprio dal re idumeo e Gesù era, evidentemente, già nato. Dunque, Erode deve essere morto dopo la nascita di Gesù.
Secondo lo storico Giuseppe Flavio, Erode il Grande sarebbe morto dopo un’eclisse di luna visibile da Gerusalemme. La datazione classica della morte di Erode è posta nel 4 a.C. a seguito degli studi fatti, poco più di un secolo fa, da E. Schürer. Questo storico, cercando negli almanacchi astronomici del suo tempo, trovò un’eclisse di luna, visibile da Gerusalemme nel marzo del 4 a.C. Da questo dato astronomico e da altre considerazioni storiche conseguì la datazione della morte del re idumeo nel 4 a.C. Da allora è stata messa in dubbio la correttezza del calcolo dell’inizio dell’era cristiana effettuato, circa 14 secoli fa, da Dionigi il Piccolo e, comunemente, si ritiene che la nascita di Gesù debba porsi almeno nel 5 a.C. Non sarebbero, cioè, già trascorsi 2019 anni dalla nascita di Cristo ma almeno 2024.
Alla luce, però, di recenti studi dell’astronomo B. E. Schaefer sull’effettiva visibilità ad occhio nudo delle eclissi lunari, si è compreso che quando soltanto un terzo del disco lunare è coperto dall’ombra della Terra, il bagliore della parte illuminata della luna nasconde il fenomeno astronomico ed essa appare nel suo aspetto, vista senza strumenti ottici, molto simile a quello di un usuale plenilunio. In tale situazione un osservatore non dotato di cannocchiale o telescopio difficilmente può accorgersi dell’eclissi in atto. E queste sono proprio le caratteristiche dell’eclissi lunare del 13 Marzo 4 a.C. che, dopo gli studi di E. Schürer, comunemente si associa alla datazione classica della morte di Erode il Grande, in base agli avvenimenti narrati da Giuseppe Flavio che annota una eclissi di luna avvenuta proprio in concomitanza con la dipartita del re. L’eclissi lunare del 4 a.C., in base agli studi di B. E. Schaefer, però, non può essere associabile alla morte del re idumeo, poiché non notabile ad occhio nudo da eventuali testimoni notturni. Questo lo storico E. Schürer, all’inizio del 1900, non lo sapeva. D’altra parte gli almanacchi astronomici del tempo indicavano la visibilità, da determinate regioni della Terra, delle eclissi parziali di luna ipotizzando l’uso di idonei telescopi, quelli disponibili nel 1900, strumenti che, all’inizio dell’era cristiana non erano ancora stati inventati.
La datazione classica della morte di Erode nel 4 a.C. è, quindi, affetta da questo grave errore: Schürer ignorava che l’eclisse del 13 Marzo 4 a.C. non fosse visibile ad occhio nudo. Dunque, la datazione classica della morte di Erode non può essere corretta.
La ricerca di altre eclissi lunari associabili alla morte di Erode il Grande che siano state effettivamente visibili ad occhio nudo e l’analisi astronomico-calendariale effettuata hanno portato alla compatibilità della datazione della nascita di Gesù proprio con l’inizio dell’era cristiana, nell’1 a.C., secondo l’indicazione di Dionigi il Piccolo, sotto l’ipotesi di co-reggenza del re idumeo con i suoi figli durante gli ultimi anni del suo regno, iniziata nel 3 a.C. e durata almeno sino all’inizio del 3 d.C., periodo in cui Erode sarebbe morto, dopo l’eclissi di luna dell’8-9 novembre del 2 d.C., che fu la prima dell’era cristiana ad essere visibile ad occhio nudo da Gerusalemme. La collocazione nel 3 a.C. dell’inizio della co-reggenza del re idumeo con i figli eredi è frutto della convergenza di tanti elementi cronologici riportati da Giuseppe Flavio in Antichità Giudaiche. La durata del periodo di co-reggenza, terminato all’inizio del 3 d.C. trova un’indiretta conferma, dal punto di vista archeologico, dal non aver mai trovato monete indicanti un anno di regno inferiore al quinto per Erode Archelao, Filippo Erode ed Erode Antipa, figli di Erode il Grande. Ciò implica che i figli di Erode il Grande siano stati co-reggenti con il padre per circa quattro anni, e che appena morto il re loro predecessore, iniziarono a coniare monete con il riferimento al loro regno, conteggiando nel computo totale anche gli anni di co-reggenza con il padre.
La nuova datazione proposta permette di collocare tutte le notizie storiche fornite da Giuseppe Flavio in un quadro coerente, e permette anche di recuperare la tradizione rabbinica sul giorno della morte di Erode, il 2 di Shevat (24 Gennaio 3 d. C.). In tal modo la dipartita del re idumeo sarebbe separata dall’eclissi e dalla successiva Pasqua di quell’anno (6 aprile) da un periodo di tempo sufficientemente lungo per permettere a tutti gli avvenimenti descritti da Giuseppe Flavio di essere effettivamente accaduti.
Infatti, proprio a riguardo del periodo intercorrente tra l’eclissi di luna e la pasqua seguente, diversi studi hanno sollevato delle obiezioni pertinenti sulla datazione classica della morte di Erode. I dubbi nascono dalla constatazione – leggendo le Antichità Giudaiche – che gli eventi narrati da Giuseppe Flavio sono troppi per essere avvenuti in soli 29 giorni, quelli che separano l’eclissi di luna del 13 marzo e la data della Pasqua dell’anno 4 a.C. Ricordiamo, giusto per fare qualche esempio, i diversi spostamenti di Erode in cerca di qualche rimedio poiché gravemente malato, o gli spostamenti dei suoi sudditi, che dovrebbero essere avvenuti in quei 29 giorni:
Benché straziato da forti e insopportabili dolori, si lusingava nella speranza di guarirne fidando nei medici che chiamava, e nei rimedi che suggerivano e che lui mai ricusava. Quindi, passato il Giordano, si bagnò nelle sorgenti calde di Calliroe (Antichità Giudaiche, XVII, 171); Poi si recò nuovamente a Gerico… (Antichità Giudaiche, XVII, 173). Ai Giudei notabili era stato ordinato di recarsi da lui da ogni parte della nazione: vi si recarono molti poiché era stata convocata tutta la nazione, e tutti avevano obbedito a questo ordine (Antichità Giudaiche, XVII, 174).
Tutti questi spostamenti dovrebbero aver richiesto tempi non trascurabili, ad esempio affinché i messi del re abbiano raggiunto i “notabili” con l’ordine di recarsi da lui, e affinché questi ultimi abbiano adempiuto a tale ordine. Ed anche le “cure termali” di Erode nelle sorgenti calde di Calliroe certamente saranno durate diversi giorni. Inoltre, l’uccisione del figlio Antipatro, la morte di Erode dopo cinque giorni, il tempo necessario per preparare dei funerali solenni degni della morte di un re e il periodo di lutto della durata minima di una settimana sono tutti avvenimenti da porsi in quei 29 giorni, prima della Pasqua, festa in cui il lutto era proibito e se ci fosse stata questa concomitanza Giuseppe Flavio l’avrebbe certamente annotata. Ma di questo non c’è alcuna traccia nei suoi scritti.
E. Steinmann ha calcolato che la sequenza di avvenimenti descritti da Giuseppe Flavio, dopo l’eclissi lunare, per aver avuto effettivamente luogo dal punto di vista temporale, avrebbe richiesto non meno di 41 giorni di tempo consecutivi. Quest’autore sottolinea come tale numero debba essa considerato il valore minimo ammissibile sotto il quale non si può scendere se si vuole dare un minimo di credibilità alla narrazione degli avvenimenti riportata da Giuseppe Flavio riguardo alla morte di Erode, e ricorda come altri autori abbiano calcolato intervalli temporali più ampi, sino a 60 giorni. Anche per i suddetti motivi diversi autori sostengono che non possa essere stata quella del 4 a.C. l’eclissi da associare alla morte del re idumeo.
Alla luce di tutte le precedenti considerazioni, assume una valenza particolare l’aver dimostrato nel nostro precedente studio del 2017 che l’indicazione dei “46 anni del tempio” del vangelo giovanneo, posta in relazione ad una datazione della crocifissione nel 34 d.C. e ad un primo anno di vita pubblica di Gesù nel 31, permette di collocare l’inaugurazione del santuario del tempio, fatto ricostruire da Erode il Grande, nel 16 a.C. Infatti, l’ipotesi che l’inizio dei turni delle classi sacerdotali sia avvenuto in occasione dell’inaugurazione cultuale del nuovo santuario, in concomitanza della pasqua del 16 a.C., ha permesso di ottenere che uno dei turni della classe di Abia (cfr. Lc 1,8), cui apparteneva Zaccaria, sarebbe caduto dal 20 al 27 settembre del 2 a.C., in perfetto accordo con la tradizione della Chiesa d’Oriente che pone l’annuncio dell’angelo della nascita del Battista proprio al 23 settembre. Conseguentemente, dal precedente quadro cronologico, deriva che anche la datazione che la tradizione propone per la nascita di Gesù, all’inizio dell’inverno dell’1 a.C. – fine dicembre dell’1 a.C. o inizio gennaio dell’1 d.C.[3]- potrebbe avere una sua valenza storica, poiché la narrazione lucana chiarisce che al momento del concepimento di Gesù da parte di Maria, Elisabetta, madre di Giovanni, era nel sesto mese di gravidanza (cfr. Lc 1,26).
È interessante anche notare che la ricostruzione cronologica ottenuta si correla perfettamente con il dato riportato dall’evangelista Matteo (cfr. Mt 2,16) dei bambini uccisi per ordine di Erode di età sotto i due anni. Assumendo, infatti, la storicità del racconto, questo implicherebbe che Gesù dovrebbe essere nato circa due anni prima della morte del re idumeo. Si tratta di una condizione che non abbiamo imposto ma che ritroviamo come risultato della ricostruzione cronologica. Dall’inizio dell’inverno dell’1 a.C., infatti, sino al gennaio del 3 d.C., momento in cui porre la morte di Erode dopo il periodo di co-reggenza con i figli, intercorrono circa due anni, in perfetta sintonia con il testo dell’evangelista Matteo. Alla luce di tutte le precedenti considerazioni, l’attendibilità dell’ipotesi secondo cui la nascita di Gesù di Nazaret sia stata posta all’inizio dell’inverno per sostituire una festa pagana – quella del Sol invictus – con una cristiana, andrebbe attentamente riconsiderata. Anche l’affermazione che il calcolo effettuato da Dionigi il Piccolo sulla datazione della Natività, che dà inizio convenzionale all’era cristiana, debba essere sbagliato di circa quattro anni, non sarebbe più giustificata.
- Liberato De Caro
Per saperne di più:
http://www.annalestheologici.it/fascicoli/volume-33-i-2019/la-datazione-della-morte-di-erode-e-linizio-dellera-cristiana
Precedente articolo del 2017: https://www.arcidiocesibaribitonto.it/pubblicazioni/articoli-on-line/nuovi-studi-sulla-datazione-della-crocifissione-nellanno-34-e-della-nascita-di-gesu-il-25-dicembre-dell20191-a-c
[1] F. La Greca e L. De Caro, La datazione della morte di Erode e l’inizio dell’Era Cristiana, Annales Theologici 33 (2019).
[2] F. La Greca e L. De Caro, Nuovi studi sulla datazione della crocifissione nell’anno 34 e della nascita di Gesù il 25 dicembre dell’1 a.C., Annales Theologici 31 (2017).
[3] L’anno “zero”, infatti, non è contemplato nel nostro calendario e, nel conteggio, si passa dal 31 dicembre dell’1 a.C. direttamente al primo gennaio dell’1 d.C.
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tempodadisperati · 2 months ago
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‹ [...] La parabola discendente di Dorian inizia dall’infatuazione per l’immagine aristocratica di Wotton, che lo convince a dare valore alla sola bellezza di un corpo giovane. Da quel momento, l’invidia inizia a definire l’andamento della storia. Il romanzo, palcoscenico di vita, mostra la varietà di risposte che gli uomini producono quando questo vizio si insinua in loro. Alcuni – materialisti – provano a comprare ciò che ad essi difetta; altri – vendicativi – placano il loro vuoto perseguendo (pervicacemente) la punizione di quelli che possiedono ciò che loro non hanno, il che può risolversi indifferentemente nella sottrazione di quel dono o in rovinose sfortune a danno dei malcapitati; altri – masochisti – cullano quell’assenza affogandola in una inconcludente autocommiserazione; altri ancora – altruisti – provano a farsi pervenire spontaneamente ciò che riempirà quella carenza compiendo buone azioni, sicuri che seminare il bene ha quasi sempre come esito di raccoglierlo, poi, in un successivo momento imprecisato.
Tutti gli altri – che diremmo essere mentalmente più concreti ed equilibrati – programmano le azioni da compiere per il riscatto personale, pronti a farsi strada nell’arena della vita; ma tra quelli, si badi bene, non è dato sapere quali si fermerebbero davanti ad una cattiva azione e quali invece, pur di trarne personale profitto, sarebbero disposti anche a danneggiare altri. Una cosa è certa: come gli uomini reagiscono all’invidia che li percorre dipende dal rapporto che hanno con il vizio, cioè da come percepiscono il nesso tra la loro frustrazione e il riottenimento di un equilibrio pacificatore.
L’intuizione di Shakespeare sull’irrimediabile buio che separa gli uomini non attiene dunque soltanto alla diversa percezione che essi hanno del mondo, ma anche all’infinita varietà di risposte che essi si inventano in risposta a quelle percezioni. Qui Wilde prende un piccolo frammento di quelle (infinite) percezioni e risposte e costruisce la sua personale visione della tragedia. Ci mostra tre tipologie di uomini che reagiscono all’invidia: il malvagio e spregiudicato, il buono e altruista, lo sciocco e fragile. A poco rileva che i primi due possano anche essere visti come il lato cattivo e quello buono di Dorian Gray; la scena li vede agire come personaggi distinti, che si fanno veicolo di distinte visioni della vita. ›
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tempodadisperati · 2 months ago
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La Promessa si è compiuta: “Non dovete più piangere né affliggervi,
o' Primogenito Adamo, o' Amata Eva;
un Bambino è nato oggi per noi
e ci libererà dai nostri fardelli.
Un mondo stanco, in attesa, ha una nuova Gioia:
un bambino sorridente, un dolce Bambino.
O' benedetti Progenitori! Invecchiati nel peccato,
siete rinnovati dal Salvatore predetto.
Per voi che vi nascondete nelle tenebre, condannati,
è giunta la Luce delle luci, per fare ammenda. „
È RISORTO! È VERAMENTE RISORTO!
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tempodadisperati · 3 months ago
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Notate niente?
Corsi e ricorsi storici...
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tempodadisperati · 3 months ago
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Happy Feast Day
St. Michael St. Gabriel & St. Raphael
Pray for us! Archangels are messengers of God sent to direct, guide, defend, & protect us.
Prints, plaques & holy cards available for purchase. (Website)
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tempodadisperati · 3 months ago
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14th century Jewish prayer in the shape of a dragon
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tempodadisperati · 3 months ago
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Preghiera di Sua Santità Papa Pio XII in riparazione dell'orrido atto della bestemmia
~
O' augustissima Trinità -Padre, Figliolo e Spirito Santo- che, pur da tutta l'eternità in Te e per Te infinitamente felice, Ti degni di accettare benignamente l'omaggio che dall'universa creazione s'innalza fino al Tuo trono eccelso; distogli, te ne preghiamo, i tuoi occhi e storna il tuo udito divino da quegli sventurati che, o accecati dalla passione o trasportati da impulso diabolico, iniquamente bestemmiano il Tuo nome e quello della purissima Vergine Maria e dei Santi.
Trattieni, o' Signore, il braccio della tua giustizia, che potrebbe ridurre al nulla coloro che osano farsi rei di tanta empietà.
Accetta l'inno di gloria, che incessantemente si leva da tutta la natura: dall'acqua della fonte che scorre limpida e silenziosa, fino agli astri, che risplendono e si volgono con giro immenso, mossi dall'Amore, nell'alto dei Cieli. Accogli in riparazione il coro di lodi che, come incenso innanzi agli altari, sale da tante anime sante che camminano, senza mai sviarsi, nei sentieri della tua Legge e con assidue opere di carità e di penitenza si studiano di placare la Tua giustizia offesa; ascolta il canto di tanti spiriti eletti che consacrano la loro vita a celebrare la Tua gloria, la lode perenne che in tutte le ore sotto tutti i cieli ti offre la Chiesa. E fa che un giorno, convertiti a Te i cuori blasfemi, tutte le lingue e tutte le labbra servano ad intonare concordi quaggiù quel cantico che risuona senza fine nei cori degli Angeli: Santo, Santo, Santo è il Signore Dio degli eserciti. I Cieli e la terra sono pieni della Tua gloria. Così sia!
PIUS PP. XII
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tempodadisperati · 3 months ago
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tsêlâ, from the verb tsâla'' means...
side or rib?
In theory, it could mean both, and I believe that is the stance that Strong's Hebrew takes on it. It is often translated as "rib" in Genesis 2, where Eve is made from Adam's צֵלָע.
If you want, we can look at the other contexts in which צֵלָע is used. For example, the word gets translated as "sides" in Exodus 25. In this context, the author is describing how to create the Ark of the Covenant, including where the gold rings should be installed - two on one "side," and two on the opposite "side." Exodus 26, which describes the creation of the tabernacle, also uses צֵלָע in the sense of "sides." Exodus 27:7 also talks about placing poles on the "sides" of the altar, and later instances of צֵלָע also have it translated as "sides," as the later uses of the phrase are in passages describing the actual creation of these objects rather than the blueprints describes in the chapters I mentioned.
1 Kings also uses צֵלָע in a context of constructing things - this time, Solomon building the Temple in chapter 6. And again, it is translated as "sides" in most of the earlier part of that chapter. But then something interesting happens - צֵלָע starts to refer not to "sides" in the sense of the abstract concept, but to the wooden panels and boards that actually support the structure. In 6:16, these panels enclose the Holy of Holies, while in 6:34 two "panels" are hinged together to construct doors.
Ezekiel also uses צֵלָע in reference to architecture; how about we move onto how it's applied to living things?
Besides Genesis 3, well, we have Job 18:12 and Jeremiah 20:10. Translations of Jeremiah 20:10 seem to read צֵלָע as "slip" or "stumble," which is very different from the senses it was used in the previously mentioned instances. Job 18:12 is variously translated as "calamity is at their side" or "calamity is ready for their stumbling," so.... ???
I do not know enough about extra-Biblical Hebrew texts to say whether there are contemporary uses of the word צֵלָע to mean "rib." You could argue that the panels of a structure are analogous to "ribs" in the anatomy of a creature, but that seems like a bit of a stretch.
The Greek Septuagint translates צֵלָע as πλευρά, which means "side" - but in the way that it's used in the New Testament, πλευρά can also mean ribs. After He dies, Jesus is pierced in the πλευρά, which gets translated as "side" in most translations, but we're imagining His heart (and, presumably before that, His ribs) is getting pierced.
Peter also has an angel appear at his πλευρά, his "side" in the abstract sense (i.e., the angel appears beside him), but when πλευρά is used to refer to a corporal, bodily part, it seems that ribs would be a fair translation. And the translator of Genesis into the Greek chose πλευρά to render צֵלָע.
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tempodadisperati · 4 months ago
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tempodadisperati · 4 months ago
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Oggi ho ritrovato per caso un post di un utente ebreo, non religioso, che ha dato questa (non inedita, a dirla tutta) interpretazione legata all'Albero della Conoscenza del Bene e del male presente in Genesi, in particolare sulla parte che parla di quello che per noi cristiani cattolici sarebbe l'azione che ha portato il peccato originale su tutta l'umanità: ovvero il cibarsi del notissimo frutto proibito.
L'argomento di base sollevato da questo utente è che dovremmo leggere la frase "conoscenza del bene e del male" (הדעת טוב ורע) ha-da'at tov v'ra (Genesi 2:17) in parallelo con "[egli] impara a rifiutare il male e a scegliere il bene" (לדעתו מאוס ברע ובחור בטוב) l'dato ma'os bara u'vahol batov (Isaia 7:15). In Isaia, imparare la differenza tra bene e male (più letteralmente conoscere la differenza; da'at in Gen 2:17 ha la stessa radice di /dato/ in Is 7:15 (/dato/ è una coniugazione di yada )) è una metafora per la maturazione. Se leggiamo allo stesso modo l'espressione "conoscenza del bene e del male" in Genesi 2, allora possiamo ragionevolmente dedurre che la conseguenza del mangiare il frutto dell'Albero è il maturare*, il crescere in quanto tale, piuttosto che l'azione legata all'acquisizione di una conoscenza proibita.
{*Ovviamente questa è una sua stretta interpretazione, in chiave non religiosa. Io continuo a vederla sempre dal punto di vista cattolico, ma vi prego di continuare a leggere il suo pensiero, qui di seguito riportato}
“Quindi, cosa succede quando cresciamo? Gli esseri umani nel Giardino dell'Eden hanno due cose in comune con Dio: l'immortalità e l'immagine in cui sono stati creati. Quando mangiano dall'Albero, acquisiscono la "conoscenza del bene e del male", che abbiamo dedotto significhi invecchiamento e (specificamente) attraversamento della pubertà. Dopo la pubertà, gli umani acquisiscono, quindi, una terza caratteristica divina: la capacità di creare la vita.
Le maledizioni che seguono per l'uomo e la donna descrivono poi le inevitabili conseguenze che affronteranno passando dall'infanzia all'età adulta. La donna porterà in grembo i bambini e avrà dolore nel partorire. Desidererà (תשוקה) t'shukah (il verbo è usato per il desiderio non sessuale in Gen 4:7 e per il desiderio sessuale in Cantico 7:11) suo marito. L'uomo dovrà faticare per procurarsi il cibo precedentemente fornito dal suo Genitore (cioè Dio). E naturalmente entrambi moriranno (cosa che capita ai bambini, ma non è una parte inevitabile dell'infanzia come lo è per l'età adulta). ”
Sinceramente, ora, questa visione dei fatti incline a valutare un improvviso, incontrollato e più o meno indotto desiderio s3ssuale quasi adolescenziale nei Progenitori, in concomitanza con l'azione di cibarsi del frutto proibito, non vi ricorda esattamente quello che ci riporta Maria Valtorta su Eva e il serpente?
Proprio qui: 👉🏻
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tempodadisperati · 4 months ago
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Non toccate la purezza celestiale, assoluta ed unica di Maria Vergine!
Vigliacchi! Le evidenze ci sono.
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tempodadisperati · 4 months ago
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Consigliatissimo:
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tempodadisperati · 4 months ago
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tempodadisperati · 4 months ago
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My new interest is depictions of Jesus freeing Adam and Eve from Hell on Holy Saturday
(x, x, x, x)
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