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4.0 Digital
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Lo scopo di 4.0 Digital è quello di pubblicare idee, riflessioni, notizie e approfondimenti sul mondo dell'Industria 4.0, delle sue possibilità e delle sue complicanze.
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4-digital-blog · 6 years ago
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4-digital-blog · 6 years ago
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Il 5G secondo 4.0 Digital
Il nostro sito si chiama 4.0 Digital, come potevamo risparmiarci di parlare dell’argomento che oggi sta sulla bocca di tutti? Ebbene sì, è arrivato il momento di parlare del 5G.
Che cosa è il 5G? Per i comuni mortali è banalmente una rete di nuova generazione, più veloce del 4G LTE, che ci farà spendere di più per le offerte telefoniche e che consumerà la batteria dei nostri smartphone come se essa fosse in corto circuito(In futuro ovviamente verranno ottimizzati i processori e il consumo sarà ridotto, tranquilli, in quanto alle offerte telefoniche...meglio non parlarne).
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Foto di mohamed Hassan da Pixabay - smartphone connesso al 5G
Mentre per gli altri? Beh, immaginate varie fabbriche a distanza in completa autonomia con macchinari che comunicano con latenza prossima allo zero e che imparano e migliorano attraverso il machine learning, tutte collegate wireless ad un server gestito da un singolo centro di controllo.
Non basta? Mettiamo di mezzo anche l’impiego medico, un chirurgo potrebbe operare d’urgenza un paziente a molti chilometri di distanza attraverso la realtà aumentata e dei robot, il tutto grazie alla velocità di trasferimento dei dati. Ovviamente sono cose molto costose ma come ben sappiamo, inizialmente tutte le nuove tecnologie lo sono.
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Foto di Sasin Tipchai da Pixabay - Medici in sala operatoria
Ma se è tutto così straordinariamente bello, cosa stiamo aspettando? Tralasciando il discorso del costo di tali infrastrutture, la comunità scientifica non ha ancora dato una risposta definitiva sui potenziali danni alla salute e anche se non ci sono indizi che possano far preoccupare, gli stati ci stanno andando cauti.
In Italia sono stati imposti limiti di potenza che stanno ben dieci volte sotto i limiti europei(che a loro volta sono sotto quelli statunitensi) ma nonostante questo si progredisce lentamente, come tutte le cose ha un lato gestito dalla politica ed ovviamente per non perdere consensi tra i vari complottisti affetti da terrorismo da fake news si fa un passetto alla volta.
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Foto di Alfons Schüler da Pixabay - Aereo con “scie chimiche”(tipica fake news)
Si sa, [MOMENTO IRONICO]se trovi un piccione morto sotto un’antenna è per forza colpa del 5G, quindi moriremo di tumore tra atroci sofferenze solo perchè le lobby delle case farmaceutiche devono far cassa con i medicinali o perchè “loro”(loro chi? boh, loro.) vogliono controllare le nostre menti per farci acquistare una bilancia che parla portoghese.
Vi lascio qui un video molto semplice di HDBlog, ma dove viene fatto un interessante elenco delle cose che può fare il 5G.
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di Christian Ciabattari
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4-digital-blog · 6 years ago
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Leonardo: un ingegno tutto italiano
Leonardo, azienda globale ad alta tecnologia, occupa una posizione privilegiata nell’ambito dell’Industria 4.0, essendo al contempo azienda manifatturiera leader nel settore dell’AD&S (Aerospazio, Difesa e Sicurezza), nonchè fornitore di soluzioni e servizi per l’industria. 
La sua spinta innovativa è indirizzata in settori quali gli elicotteri, l’aeronautica, i sistemi senza pilota, l’elettronica per la difesa e sicurezza, i sistemi di difesa ed i servizi satellitari. Progetta e produce anche una vasta gamma di soluzioni per l'osservazione della terra, l'esplorazione planetaria, programmi di navigazione e di telecomunicazione, così come sensori di assetto, pannelli solari, orologi atomici, dispositivi robotici. Sta investendo in modo significativo nei droni e pone forte attenzione nello studio e implementazione di nuove modalità di trasporto (smart e autonome). 
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Foto: Wikimedia Commons
E’ di questi giorni la presentazione, al Salone Aerospaziale di Parigi Le Bourget, di un nuovo drone (una evoluzione del Falco Evo) e dell’elicottero a pilotaggio remoto AWHERO con il radar ultraleggero Gabbiano installato a bordo. Con cinque Training Academy e una serie di aerei ed elicotteri per formare i piloti del futuro, Leonardo investe anche nel settore dell’addestramento di piloti caccia di tutto il mondo, combinando l’utilizzo delle più avanzate piattaforme con l’uso intensivo di sistemi Live, Virtual & Constructive all’avanguardia (le tre fasi della simulazione addestrativa). L’azienda inoltre è presente nella Space Alliance attraverso Telespazio (67% Leonardo e 33% Thales), responsabile dello sviluppo e della gestione di sistemi di terra, operazioni e servizi satellitari, e Thales Alenia Space (67% Thales e 33% Leonardo) per la fabbricazione di satelliti e di strutture orbitanti. 
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Fonte: Wikimedia Commons
Della Thales Alenia Space il nuovo centro di eccellenza di produzione, in Belgio, il primo ad essere dotato di un software automatizzato per l’assemblaggio di celle fotovoltaiche (PVA) sui pannelli solari per la generazione di energia. Le tecnologie avanzate utilizzate includono l’assemblaggio robotizzato dei pannelli, la digitalizzazione del processo produttivo con la gestione digitale dei dati e della tracciabilità e utilizzo di tecnologie di realtà aumentata. Il nuovo centro è strettamente connesso con le attività del centro PVA di Leonardo a Nerviano, dove sono progettati e realizzati assemblaggi di pannelli fotovoltaici per i maggiori programmi dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). 
E’ evidente, quindi, come anche l’industria spaziale stia subendo una profonda trasformazione con sfide senza precedenti in termini di tecnologia.
di Nicola Loiudice
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4-digital-blog · 6 years ago
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Bosch: tecnologie e servizi per l’Industry 4.0
Con il termine Industry 4.0 si fa riferimento a quell’insieme di innovazioni digitali che sta cercando un nuovo spazio nel mondo industriale, principalmente nel terziario avanzato. Questa ondata di innovazione digitale ha dato inizio alla Quarta rivoluzione industriale. 
Il Gruppo Bosch è fornitore leader e globale di tecnologie e servizi per la fabbrica del futuro, nei quattro settori di business (Mobility Solutions, Industrial Technology, Consumer Goods e Energy and Building Technology). Fondata a Stoccarda nel 1886 come “Officina di meccanica di precisione ed elettrotecnica”, oggi il Gruppo Bosch, utilizza la propria competenza nella tecnologia dei sensori, dei software e dei servizi, per offrire ai clienti soluzioni connesse. Bosch mira appunto a connettere produzione e logistica, e quindi le persone, le macchine e i dati, nell’ottica di rendere le fabbriche più efficienti, più flessibili e più produttive.
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Fonte: Wikimedia Commons
Nella fabbrica del futuro i sistemi di trasporto autonomi consegnano i componenti nelle postazioni di lavoro digitali mentre i sistemi robotici supportano i lavoratori. Le applicazioni software analizzano e visualizzano i dati in background. L'intelligenza artificiale rende i controlli qualità ancora più precisi mentre il 5G consente la comunicazione in tempo quasi reale. 
Bosch, con i sistemi di trasporto autonomi, cancella i confini tra produzione e logistica. Grazie agli scanner laser ad esempio l’ActiveShuttle individua il percorso che deve compiere, riconosce la presenza di altri veicoli e persone, crea la propria mappa della struttura aggiornandola costantemente. Questo veicolo di trasporto autonomo sposta carichi fino a 260 kg in modo rapido e sicuro dal magazzino al punto esatto della linea di produzione in cui servono, supportando in modo concreto il lavoro degli operatori, mentre una piattaforma hub integrata facilita il carico e lo scarico. 
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Fonte: Wikimedia Commons
Ma serve un software intelligente come Nexeed per analizzare enormi volumi di dati e garantire che operatori, macchine e strumenti collaborino e dialoghino tra di loro in maniera efficiente. Con l’unità operativa Bosch Connected Industry l’azienda Bosch supporta i propri clienti a monitorare i trasporti, produrre e consegnare i propri prodotti in modo affidabile e puntuale. In questo è possibile monitorare lo stato dei vettori in qualsiasi momento, in quanto è lo stesso mezzo di trasporto che trasmette le informazioni sulla propria posizione. 
Bosch inoltre considera l’intelligenza artificiale una tecnologia fondamentale nel processo di sviluppo e produzione. Propone quindi ViPAS, un sistema di ispezione ottica della qualità basato sull’IA che, dotato di un braccio di presa, dopo aver confrontato le immagini con le informazioni archiviate, distingue tra componenti buoni e difettosi con una precisione quasi perfetta. 
Questi sono solo alcuni esempi delle proposte tecnologiche del Gruppo Bosch, una tra le tante aziende il cui l’obiettivo strategico è portare l’Industry 4.0 a far parte della realtà delle fabbriche.
di Nicola Loiudice
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4-digital-blog · 6 years ago
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Traduzione di: “Yes, Industry 5.0 is Already on the Horizon”
Traduzione di un articolo di Cabe Atwell dal sito Machine Design del 12 Settembre 2017. L’ho trovato molto interessante, soprattutto perché potrebbe dare degli spunti per parlare della soppressione del potenziale radicale di Winston: siamo pronti per l’Industria 5.0, ma è davvero necessaria per il bene comune?
Traduzione:
La prossima evoluzione manifatturiera punta a riportare il tocco dell’uomo.
Siamo ancora nel pieno dell’Industria 4.0, dove la produzione industriale ha preso il connotato di “smart” attraverso l’integrazione dell’IoT (Internet of Things), dell’Intelligenza Artificiale, dei sistemi cyber-fisici, e dei Cloud e la computazione cognitiva. Il principio di base dietro alla quarta rivoluzione industriale è quello di concatenare le macchine, dispositivi intelligenti, e i sistemi. I fabbricanti stanno creando dei network intelligenti sfruttando la catena del valore (dai materiali alla produzione) che possono controllarsi a vicenda.
Detto questo, è incredibile che il progresso tecnologico continui a crescere con tale velocità – così tanto che l’Industria 5.0 si potrebbe già vedere all’orizzonte che, per alcuni visionari tecnologici, riporterà il tocco umano nella produzione industriale. Perciò, dove l’Industria 4.0 mette la tecnologia intelligente al primo posto della produzione, la 5.0 porterà una collaborazione tra umani e sistemi intelligenti. Unendo i due si avrebbe sia la precisione ad alta velocità dell’automazione industriale che il pensiero critico e le capacità cognitive degli umani.
Stando al massimo esponente dell’Universal Robots, Esben H. Østergaard, l’Industria 5.0 è necessaria a causa dell’alta richiesta di individualizzazione dei prodotti che vengono acquistati dai consumatori, cioè questi preferiscono avere la possibilità di personalizzarsi i propri prodotti. Per rinforzare la propria dichiarazione, Esben cita un articolo di Bloomberg che descriveva la decisione della casa automobilistica Mercedes di dare più spazio agli umani negli stabilimenti di produzione, notando che la personalizzazione è un importante fattore per gli acquirenti moderni.
Sempre più fabbricanti stanno aumentando la componente umana non solo per la personalizzazione, ma anche per l’incremento di efficienza nelle catene di produzione. Un esempio è il Paradigm Electronics di Toronto, che produce altoparlanti di fascia alta. La compagnia utilizza il braccio robotico UR10 della Universal Robots per lucidare la cabina dei diffusori in modo da avere una lucentezza migliore, ma questo processo ha bisogno di molto tempo. Aggiungendo una controparte umana, comunque, l’efficienza della produzione è aumentata del 50%.
Questo non vuol dire che i robot verranno eliminati gradualmente dal ciclo di produzione. Al contrario: l’Industria 5.0 migliorerà il ruolo sia della macchina che dell’uomo nell’industria manifatturiera, lasciando i compiti ripetitivi e monotoni ai macchinari e aprendo la parte creativa agli esseri viventi. Questo permetterà allo staff di prendersi più responsabilità e aumentare la supervisione dei sistemi per una maggiore qualità della produzione su tutta la linea.
L’idea di collaborazione tra umani e robot nella catena di montaggio non è una visione così distante del futuro. Infatti, la società di consulenza Accenture ha recentemente rilasciato una prospettiva di un sondaggio condotto tra 512 dirigenti industriali di tutto il mondo, rivelando che l’85% di loro concepiscono una catena di produzione collaborativa tra gli umani e i robot nelle loro fabbriche per il 2020. E’ certamente una prospettiva interessante, considerato che la data per l’obiettivo è solo a tre anni di distanza.
Quella proiezione potrebbe allarmare alcuni fabbricanti che hanno adottato da poco gli standard dell’Industria 4.0, ma non c’è il bisogno. La collaborazione uomo/robot ha già iniziato a prendere piede nella catena di produzione, come detto prima. E’ un’evoluzione naturale che avrà luogo tra le industrie manufatturiere intelligenti, e produttori di robotica hanno già sviluppato robot collaborativi che sono sicuri da utilizzare in mezzo ai lavoratori per prevenire infortuni nei luoghi di lavoro.
Anche se l’Industria 4.0 è ancora la prima rivoluzione nella mente della maggior parte dei fabbricanti, è anche importante pensare al futuro. La tecnologia sta costantemente avanzando, e la produzione deve evolversi insieme a questa per rimanere competitiva. Con l’aumento della richiesta di prodotti personalizzabili e specifici, i fabbricanti beneficeranno sicuramente da ciò che l’Industria 5.0 ha da offrire, e forse ridurrà la naturale paura che i lavoratori hanno di essere rimpiazzati dall’automazione. Nuove abilità sono necessarie, ma i posti di lavoro collaborativi saranno benefici per tutti nel lungo periodo. Tutto ciò che dobbiamo fare è avere una mente aperta.
L’industria ha avuto molte versioni volente o nolente. Abbiamo bisogno di controllare questo continuo aggiornamento! Senza un miglior modo per descrivere l’innovazione nell’industria, siamo condannati a vedere più “upgrade” dell’industria, dato che questa è un’arraffa-attenzioni. Quindi, ora fatemi coniare il termine “Industria 6.0,” dove non dobbiamo rivolgerci a nessuna macchina o persona o tavolo da disegno. Invece, è tutto pronto in un’applicazione. Facciamo una foto ad uno schizzo approssimativo e clicchiamo “crealo”.
di Gabriele Cirotto
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4-digital-blog · 6 years ago
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Video di presentazione di Christian Ciabattari
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4-digital-blog · 6 years ago
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Video di presentazione di Gabriele Cirotto. 
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4-digital-blog · 6 years ago
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Cloud Nine - La crescita del Cloud Computing
Quando si parla di Industria 4.0 il riferimento alle nuove tecnologie intelligenti è d’obbligo. Una di queste, che considero tra le più importanti, è il Cloud Computing, una tecnologia che offre dei servizi di calcolo come i server, i database o software di analisi di dati tramite un provider che li mette a disposizione grazie a Internet.
L’arrivo della tecnologia Cloud nel settore industriale è stata una delle svolte più importanti nella gestione delle risorse informatiche, infatti grazie a questa è possibile archiviare una mole di dati enorme e più velocemente rispetto ai vecchi archivi fisici, con quindi la possibilità di fare dei backup, utili soprattutto per le aziende, più spesso rispetto al passato.
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Immagine di un Cloud che permette di usare contenuti multimediali su vari dispositivi - Fonte: Pixabay
Poiché questa tecnologia intelligente ha iniziato a svilupparsi una decina di anni fa, si è già insediata nella vita digitale delle nuove generazioni. Per fare un esempio, la possibilità di avere dei video in streaming nei siti come Netflix o Youtube sarebbe stata impensabile se non ci fosse stato il Cloud Computing, mentre per le aziende medie e grandi sarebbe impossibile pensare alla gestione informatica dei dati senza questa tecnologia.
Sempre più spesso le imprese cercano di utilizzare i servizi Cloud, questo perché sono presenti sette vantaggi illustrati anche in una pagina web di Azure, il Cloud pubblico di Microsoft. Primo tra tutti è il costo: grazie a questi servizi le spese sono fortemente ridotte perché non è più necessario dover acquistare hardware, determinati software, gestire direttamente i vari server o le infrastrutture. Insomma, il capitale dell’azienda può solo giovarne, e questo aiuta a crescere i grossi provider come Google, Microsoft o Amazon.
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Immagine del logo DNS di Microsoft Azure - Fonte: Wikimedia Commons
Oltre al costo, ciò che migliorano sono la velocità con cui si possono controllare i dati, la produttività dato che è il provider che si occupa di gestire le attività informatiche come aggiornamenti o configurazioni,e questo fa risparmiare tempo alle aziende. Migliorano anche le prestazioni, l’affidabilità e la sicurezza grazie ai frequenti backup, metodi per migliorare la protezione dei dati e l’utilizzo di hardware di ultima generazione che sono solitamente più potenti dei computer aziendali.
Come detto in precedenza, i grossi provider dei servizi Cloud stanno crescendo sempre di più e continuano ad evolversi, aumentando l’interesse degli investitori, come riportato in un articolo di Bloomberg del 5 febbraio scorso. Qui Kim Forrest, vicepresidente di Fort Pitt Capital Group, disse:
"The move to the cloud continues and all the cloud providers are gaining” - Fonte: Bloomberg
facendo capire che il Cloud Computing è una tecnologia che ha ancora molte prospettive di crescita.
di Gabriele Cirotto
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4-digital-blog · 6 years ago
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Un inizio con la benda su un occhio.
Ecco, lo ammetto, appena avuta la possibilità di navigare in rete ho subito cercato di scaricare musica, video, foto e programmi illegalmente per il fantastico computer con Windows 95 ereditato da mio cugino.
Era circa il 2004, mio padre aveva un amico che possedeva un super computer con Windows XP e puntualmente ogni volta che andavamo a casa sua, che sia per una chiacchierata o per vedere il motomondiale, cercavo di scaricare qualsiasi cosa che mi capitasse a tiro per poi metterla su un supporto e trasportarla sulla mia carretta.
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Foto di Simon Steinberger da Pixabay - Logo di Microsoft
Tornavo a casa contentissimo e ignaro di ciò che stavo facendo...ovviamente mi ritrovavo file incompatibili o con estensioni sconosciute che non avevo mai visto prima, l’unica cosa che riuscii ad installare fu un programma di base di Microsoft.
Dopo mesi o forse anni di prove e riprove abbandonai quel computer sulla scrivania di mia sorella giurandomi di toccare solo e soltanto il televisore. Questa cosa non durò molto, mia madre acquistò in occasione dei mondiali del 2006 un LG U900, primo tivufonino in Italia, passavo delle ore a non fare niente con quel cellulare in mano a scorrere nei menù solo perché mi sentivo tecnologico.
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Foto di Stephan Forstmann da Pixabay - Monitor di marca LG
Gli anni scorrevano e la tecnologia si evolveva, nel 2009 mia madre mi cedette il suo Nokia N82 con Symbian OS 9.2 per passare ad uno dei primi smartphone Android, mi sembrava di avere in mano un’astronave, l’utilizzo che ne facevo era basilare, chiamavo i miei genitori per avvertirli quando uscivo di casa ma ben presto scoprii le potenzialità di internet e l’esistenza del Wi-Fi, dopo poco si ruppe lo schermo. 
Non ne feci un dramma, non mi importava particolarmente, ma i miei nonni mi regalarono un Samsung Galaxy Next...Quando io desideravo un trattore. Me lo feci andar bene comunque e iniziai ad approcciare il mondo degli smartphone attraverso Andrea Galeazzi e le sue recensioni su Telefonino.net; La mia esperienza aumentò esponenzialmente grazie alla curiosità.
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Di XDA Developers da Wikipedia Commons - Logo di XDA Developers
Fu l’inizio decisivo, mi iscrissi ad XDA ed iniziai a mettere ROM, modificare il kernel ed installare più zip possibili da recovery passando per tantissimi porting, crack e mod di applicazioni; Ovviamente a scopo informativo...ovviamente...in sostanza il video trailer che mettevano su ogni VHS per sensibilizzare non l’avevo compreso benissimo.
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Video di Buma/Stemra ricaricato su Youtube - Spot sulla pirateria
Nonostante tutto l’informatica non fu mai al centro dei miei interessi, per questo motivo mi proiettai verso l’elettronica che tuttora muove le mie passioni...con un’ombra composta da 0 ed 1. 
di Christian Ciabattari
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4-digital-blog · 6 years ago
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In un mare di dati -  La mia prima esperienza sul Web
Il primo ricordo che ho del mio ingresso nel mondo di Internet è sicuramente relativo al 2008 quando, all’età di 9 anni, i miei genitori decisero di installare in casa un ADSL del marchio Alice della Telecom. Fu in quel momento che la mia vita cambiò per sempre.
Qualche anno prima dell’avvento di Internet nella mia casa io ero un bambino che aveva avuto la fortuna di poter vedere e giocare con un vecchio computer portatile Toshiba che aveva come sistema operativo Windows 98. Ricordo ancora perfettamente l’assordante rumore meccanico del disco rigido. Proprio con quel PC iniziai la mia prima avventura sul Web.
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Foto di un vecchio portatile Toshiba Dynabook - Fonte: Wikimedia Commons
Non ricordo esattamente cosa cercai una volta avviato Internet Explorer per la prima volta. So che i miei genitori mi dissero di utilizzare Internet per trovare le risposte alle domande a cui non sapevo rispondere o per cercare delle immagini. I primi utilizzi furono esattamente per questi due scopi, ma qualche anno dopo cambiò tutto.
Dal 2010 iniziai ad esplorare il mondo di Internet molto più a fondo dato che ottenni un computer tutto per me. Cominciai a conoscere il mondo dello sharing, della vera e propria condivisione, grazie a piattaforme come YouTube per i video, Facebook come mezzo per comunicare con gli amici, siti come ForumFree per scambiare informazioni su determinate tematiche, e poi tanti altri siti più adatti per l'approfondimento di alcuni argomenti come Wikipedia. Grazie proprio a tutti questi siti mi avvicinai sempre di più al mondo di Internet.
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Immagine di una figura umana immersa in dati e circuiti - Fonte: Gerd Altmann da Pixabay
Mi ritrovai in un solo secondo in un mare di dati. Molte delle mie ore erano dedicate a quel mondo così veloce e immenso. Penso che il mio amore per l’informatica sia nato grazie a Internet e alla voglia di volerlo esplorare e conoscerlo meglio. Un amore immenso, pieno di informazioni e in grado di offrirmi ogni giorno qualcosa di nuovo e stimolante, in altre parole: un paradiso.
di Gabriele Cirotto
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4-digital-blog · 6 years ago
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Autopilota, il futuro della guida
Lo scorso 22 aprile si è tenuto il Tesla Autonomy Day dove è stato presentato un nuovo software sviluppato da Tesla per la guida autonoma. Secondo Elon Musk, CEO dell’azienda californiana, è il migliore in questa tecnologia. Ma cosa sta alla base di questa rivoluzione nel campo automobilistico?
Si chiama Tesla Vision, una dotazione hardware su una rete neutrale profonda in grado di decostruire l’ambiente circostante, garantendo ottimi livelli di affidabilità rispetto alle classiche tecniche di elaborazioni delle immagini. Otto videocamere forniscono una visibilità a 360 gradi attorno all'auto in un raggio di 250 metri. Dodici sensori a ultrasuoni consentono di rilevare  oggetti duri e morbidi a una distanza e con un'accuratezza quasi doppie rispetto al sistema precedente. Un sistema radar rivolto in avanti con capacità di elaborazione migliorate fornisce ulteriori dati sull'ambiente circostante come vedere attraverso la pioggia forte, la nebbia, la polvere e persino al di là delle auto precedenti.
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Fonte: Wikimedia Commons 
A guidare ci pensa l’Autopilot, un sistema che consente alla vettura di sterzare, accelerare e frenare automaticamente. Basta salire a bordo e dire all’auto dove andare. Se non si dice nulla è in grado di consultare l’agenda personale e portarvi al prossimo appuntamento, in caso non ce ne fossero vi riporterà a casa. Una volta arrivati a destinazione la tua tesla inserirà la modalità “ricerca parcheggio”, che cercherà automaticamente un posto e ci entrerà da sola. Quando è ora di ripartire con un semplice clic sul telefono tornerà da te.
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Fonte: Vimeo
Questi sistemi rappresentano il futuro della viabilità perché potrebbero ridurre notevolmente il numero di incidenti sulle nostre strade, ma non tutti sono favorevoli a questo passo in avanti nel futuro. Anche io mi trovo con due visioni in contrasto: da un lato sono sicuramente favorevole all’innovazione, dall’altro credo che possa spaventare l’idea di affidare completamente la propria incolumità ad un computer. Voi lettori cosa ne pensate? Meglio guidare o essere guidati?
di Andrea Martorella
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4-digital-blog · 6 years ago
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Il mio primo approccio ad internet
La mia prima esperienza sul web, in realtà, è un lontano ricordo. Sono un adolescente della classe 2000 e come gran parte dei miei coetanei posso considerarmi un “nativo digitale”.  Faccio parte infatti di una generazione cosiddetta tecnologica, che vive in case hi-tech, che è sempre connessa, per ascoltare musica, per guardare video su You-Tube, per fare ricerche per la scuola e i compiti, per curiosare e navigare nel web, per fare acquisti, comprando online giochi, accessori di moda, ma anche libri. 
Smartphone, pc, telecomandi, connessione internet super veloce, tablet e schermi touch screen di ogni genere, sono per noi l’ordinarietà, siamo immersi nella tecnologia “da sempre” oserei dire.  Sembra passato un secolo dal giorno in cui mi sono approcciato per la prima volta ad un pc. A casa non avevamo il computer, ma potevo utilizzarlo allo studio dei miei genitori: un vecchio monitor a tubo catodico, ancora oggi un cimelio in bella vista in un angolo dell’ufficio. Inizialmente, ragazzino di otto/dieci anni, mi limitavo a fare i giochi offline che l’allora Windows xp proponeva ed i giochi sui cd.  Ho iniziato a “navigare” nella rete per la necessità di approfondire le mie ricerche scolastiche. Quando mi collegavo in internet si sentiva un segnale sonoro che era la connessione di un modem a 56k. Ma prestissimo la tecnologia ci ha regalato l’Adsl, quindi ho solo annusato il rumore robotronico che proveniva dai modem 56k e che fuoriusciva dalle cornette del telefono fisso quando l’alzavo e qualcuno era connesso.  E sì, perché io sono cresciuto con l’internet veloce. 
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Fonte: Wikimedia Commons
A me ragazzino “Internet” dava l'idea di un libro gigantesco in cui poter trovare di tutto: ricerche veloci e basate su parole chiave, interi argomenti rinchiusi in un singolo pulsante. Avevo all’epoca una idea molto vaga di quanta, e quanto variegata, fosse l’informazione raggiungibile.  Col passare del tempo le scoperte di ciò che potevo fare navigando su internet divenivano sempre più numerose. Youtube, una tra le prime piattaforme di video-hosting, fu senza dubbio tra quelle che attirarono maggiormente la mia attenzione: gigabyte su gigabyte di video caricati in un unico sito, tutti a portata di click. Ovviamente nelle mie esperienze con Internet non poteva mancare Messenger. Gif animate e trilli erano all’ordine del giorno.  Beh si, perché allora non esisteva WhatsApp, nè Telegram.
di Nicola Loiudice
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4-digital-blog · 6 years ago
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Amazon Go, il primo supermercato al mondo senza casse
Quanti di noi sono stanchi delle code fatte al supermercato? Quanto tempo perdiamo in attesa di pagare anche solo pochi prodotti? Amazon ci pensa e ci aiuta creando la prima catena di supermercati senza casse al mondo, denominata Amazon Go.
Come funziona? Il funzionamento, a grandi linee, è il seguente. Si entra nel negozio strisciando, come se fosse un abbonamento della metropolitana, lo smartphone su un lettore che riconosce il QR code del cliente. Questo codice è collegato direttamente al nostro account Amazon sul quale verrà addebitata la nostra spesa. Una volta all’interno si entra in un normalissimo negozio a cui siamo abituati, si cammina tra gli scaffali, si prende della merce, poi si cambia idea e la si rimette al suo posto senza rischiare di pagare merce in più. Quando si ha finito si esce tranquillamente senza perdere tempo alle casse.
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Fonte: Wikimedia Commons
Alla base di questa rivoluzione c’è la “Just Walk Out Technology” che unisce intelligenza artificiale, deep learning e sensor vision. Queste comprendono un sofisticato insieme di telecamere e sensori in grado di seguire ogni singolo movimento di una persona, di comprenderne i movimenti e di aggiornare in tempo reale il carrello virtuale. Questi programmi sono in grado di imparare e acquisire informazioni sull’assortimento e sul comportamento dei clienti, infatti, come afferma Dilip Kumar, responsabile tecnologico del progetto, “Il traffico di clienti ci serve a educare i nostri algoritmi”.
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Fonte: YouTube
Il primo negozio ha aperto i battenti a Seattle e se questa tecnologia darà i suoi frutti, il colosso americano preveder di aprire ben 2000 store in giro per il mondo. I cassieri di tutto il globo, però, non devono preoccuparsi, ma ri-qualificarsi perché Amazon Go non toglie posto di lavoro. Infatti, nel primo negozio sono presenti ben otto dipendenti, un numero elevato considerando le dimensioni del negozio, che si occupano di preparare cibo fresco o d’asporto.
Il futuro è oramai alle porte: fare la spesa sarà un’esperienza completamente differente.
di Andrea Martorella
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4-digital-blog · 6 years ago
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La mia prima esperienza sul web
Non ricordo bene l’esatto giorno in cui per la prima volta sono entrato a contatto con il mondo digitale, non ricordo dove fossi e come tutte le immagini della nostra infanzia non le portiamo dietro come nitide e chiare, ma di una cosa sono certo ciò che al tempo mi pareva eccezionale, ora è divenuto semplice quotidianità.
Frequentavo la quarta elementare nel 2007, avevo 8 anni, ed era il periodo dell’inizio dell’avvento di Facebook, non ne capivo molto, ma avendo un fratello di 4 anni più grande tendevo ad imitare tutto ciò che faceva, quindi, come da prassi dopo aver falsificato l’anno di nascita, riuscì ad iscrivermi. In un attimo mi trovai catapultato in un mondo completamente nuovo, in cui mi sentivo disorientato: pubblicità a destra e sinistra, foto, post, video, tutte cose che non erano nei miei interessi perché l’unico motivo per cui mi ero iscritto era quello di giocare a Millionaire City, un gioco di simulazione il cui scopo era creare la tua città. Così con un gioco, che riguardandolo oggi era fatto davvero male, iniziai ad orientarmi nel web.
Da piccolo ho iniziato a coltivare una passione che mi sono portato dietro fino a qualche anno fa: il nuoto. Ecco, proprio congiungendo il web al nuoto, appresi le potenzialità che possedeva e possiede tutt’ora il mondo digitale, ovvero quella di poter ottenere informazioni, vedere un video e molto altro semplicemente digitando quattro parole su Google. Da quel momento iniziai a navigare con lo scopo di trovare articoli, libri, video che mi potessero tornare utili nel mio sport, che mi potessero aiutare nella tecnica e svelare magari qualche segreto. Proprio un anno dopo, infatti, nel 2008, ci furono le Olimpiadi estive a Pechino dove il più grande nuotatore di tutti i tempi, un ragazzotto di Baltimora, segnò il record assoluto di medaglie d’oro in un’unica edizione, ben 8 ori olimpici tutti in una volta. Così mi approcciai a YouTube per riguardare tutte le gare di Michael Phelps, non solo per apprezzarne la grandezza ma anche per poterne trarre qualcosa.
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Michael Phelps conquista la 20ª medaglia d'oro olimpica.
Fonte: Wikipedia 
Sono ormai passati dodici anni dai miei primi passi e questo mondo si è evoluto esponenzialmente entrando nella nostra quotidianità. Purtroppo non sempre viene usato come dovrebbe, ma, comunque, rimangono le sue innumerevoli potenzialità, sta solo a noi sfruttarle!
di Andrea Martorella
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4-digital-blog · 6 years ago
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E. R. E. ciò che muove il mondo:
Voglio scrivere questa pagina come se fosse una chiacchierata con voi lettori, una cosa tranquilla, fra amici.
Industria 4.0, la quarta generazione di ciò che alla fine muove il mondo, ben quattro aggiornamenti in circa 300 anni, due dei quali nel giro di qualche decennio, con l’avvento dei computer e dell’automazione sono partite delle vere e proprie gare alla realizzazione della tecnologia più economica, redditizia ed efficiente. 
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Foto di Lorenzo Cafaro da Pixabay - Foto di un monitor con dei grafici
Negli ultimi anni del 1900, versione 3.0, l’economia andava bene e si investiva sempre di più nell’industria, di conseguenza si mettevano in campo i primi computer per aumentare la produzione e mandare a casa qualche operaio, l’automazione costa sempre meno ed è più sicura purtroppo(o per fortuna?).
Dunque, si era notato quindi che il terreno era fertile e che i computer non erano solo videogiochi o robe da astronauti, chi ha investito nelle tecnologie ci aveva visto lungo, tanto che oggi quasi tutto ha a suo interno un qualcosa di logico, pensate, lì fuori c’è qualcuno che in questo momento si sta arricchendo per aver messo in commercio una bilancia che ti dice quanto pesi e, quanti chilogrammi hai perso in portoghese, non è strabiliante? E non sto parlando della bilancia, quella è inutile, ma del fatto che la tecnologia sta avanzando talmente tanto da poterci permettere di inserirla all’interno di una semplicissima bilancia, cose che pochi anni fa sembravano impossibili.
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Foto di Alexander Stain da Pixabay - Casetta di legno su una calcolatrice
Detto questo, a che punto siamo arrivati con la vera e propria industria 4.0?  Avete presente Terminator? Non a quel punto...Però qualche somiglianza c’è, fabbriche completamente automatizzate con macchinari in grado di prendere delle decisioni che siano prestabilite da software in base a varie situazioni tipiche o addirittura sotto l’ottica del machine learning il tutto controllato tramite svariati sensori che comunicano tra di loro al servizio di noi umani per realizzare prodotti sempre più perfetti e alla portata di più persone possibili.
Il tutto condito da tre parole: economico, redditizio ed efficiente...Già sentite? Anche io.
di Christian Ciabattari
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4-digital-blog · 6 years ago
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Industria 4.0, cos’è?
Ormai da qualche anno ci ritroviamo nel mezzo della quarta rivoluzione industriale, un accozzaglia di parole per indicare che le industrie stanno iniziando ad adottare nuovi mezzi per far svolgere alle macchine dei lavori in maniera autonoma.
Per spiegare in modo chiaro cosa si intende per Industria 4.0 bisogna però fare un salto nella storia dei processi industriali, i quali si stanno evolvendo ormai fin dal 1700 con l’introduzione del vapore.
Più in là, verso la fine del 1800 le industrie vedono comparire nel mondo della produzione l’elettricità, un mezzo che ha velocizzato i processi in maniera esponenziale, tanto da definire questo periodo Seconda Rivoluzione Industriale.
L’avvento dell’Industria 3.0 è stato tanto rapido quanto rivoluzionario con l’introduzione dei computer nelle aziende alla fine del 1900, i quali sono riusciti a velocizzare le analisi dei dati e i controlli che le industrie erano spesso tenute a fare.
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Foto di un computer portatile - Fonte: Lalmch da Pixabay
Infine, pochi anni fa, il progresso tecnologico è arrivato ad uno sviluppo così avanzato da riuscire ad automatizzare la maggior parte dei processi industriali, così le macchine non hanno più il bisogno di essere supervisionate dall’uomo, ma svolgono il loro compito grazie alle tecniche sviluppate negli anni e alla possibilità di riprodurle sistematicamente e senza lavoro aggiuntivo. 
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Immagine che schematizza il collegamento tra i cloud e le nuove tecnologie - Fonte: Tumisu da Pixabay
Negli ultimi anni le aziende hanno iniziato a testare nuovi metodi innovativi per velocizzare le loro produzioni, fino ad arrivare all’utilizzo delle “tecnologie abilitanti” e delle “Smart Technologies” (che saranno l’argomento di un prossimo post) in grado di migliorare la qualità e la velocità delle produzioni, delle ricerche e delle promozioni aziendali. 
Come disse Marc Benioff nel 2016, CEO di Salesforce, famosa piattaforma che mette in contatto le aziende e i clienti in modo veloce ed efficace, sempre utilizzando le tecnologie dell’Industria 4.0:
“Speed is the new currency of business.” - Fonte: Diginomica.com
Con questo Benioff ha centrato in pieno il motivo dell’importanza che viene attribuita alla quarta rivoluzione industriale: aumentare la velocità e l’efficienza dei processi industriali.
L’industria 4.0 non è altro che l’ultima evoluzione della produzione industriale che ha come obiettivo quello di accelerare l’efficienza aziendale in modo da lasciare indietro tutti i competitors che non vedono la velocità come nuova forma di business.
di Gabriele Cirotto
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