druzya - Tumblr blog

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How often do you practice your handwriting, penmanship, lettering, and calligraphy?

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“ outside it is warm and blue and April “

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“Noi sognavamo un mondo diverso, un mondo di libertà, un mondo di giustizia, un mondo di pace e un mondo di fratellanza e serenità. Ho 85 anni da allora ne sono passati 60 e purtroppo questo mondo non c’è. E allora riflettete, ragionate con la vostra testa e continuate la vostra lotta”. (Germano Nicolini- Comandante Diavolo)

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Alla fine, pensandoci bene, se la meloni è al governo è anche merito dei partigiani, perché se vinceva il duce col cazzo che una donna diventava Presidente del Consiglio. Sarebbe una Vera Donna Fascista, sposata in chiesa, madre di una mezza dozzina di mocciosi, e avrebbe passato la vita a fare la casalinga, a pulire casa e cucinare.

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fasci appesi etc etc

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• “La liberté guidant le peuple” by Eugène Delacroix

and

• “13th attempt to break the Gaza blockade by sea”. Photo by Mustafa Hassouna (Andalou Agency for Getty)

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25 Aprile

Poche cose mi danno un senso di speranza come cercare una foto di Piazzale Loreto ai giorni nostri e trovarne una con un enorme cartello "SPAZIO LIBERO" su uno dei palazzi

Buon 25 Aprile.

C'e' ancora posto.

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Ho un problema con la dipendenza da cancelleria

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Se vi chiedete perche' amo internet, e' perche' ci sono storie come questa

Zoozve, my beloved

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Please explain your reasoning in the tags and may the Force be with you.

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"Many attempts have been made to describe Discordianism. Many attempts have failed. Discordianism is a philosophy some have described it as like Daoism but funnier. Some people think Discordians take serious things humorously. That is not quite true; rather, we take humorous things seriously."

- Malaclypse The Younger

"Organized things cause Disorder. Disorganized things cry for Order. The colorful and flashy get noticed. The wary and wise wear camouflage. A mindfuck of epic proportions only happens when no one notices the set-up. Most games are won when using misdirection. Let other people wave their flags and storm the riot shields. You're not playing that game; those game rules were written by Authority. There is no way you can win at that. The wise spags learn all the rules, and then write different games. They create the Illusion that best fits their situation,and doing so, win."

- Chao te ching, Cramulus and LMNO

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Francesco Filippi

“Menare i nazi*?”

Ovvero: del problema interpretativo che hanno oggi i democratici nei confronti del concetto di violenza.

ATTENZIONE, POST MALMOSTOSO.

Dopo la WWII chi si è autodefinito Occidente ha accolto come propria cifra distintiva la democrazia rappresentativa espellendo al contempo dal discorso pubblico il concetto di violenza all’interno dei rapporti sociali. Affidandosi alla pensata infallibilità di una società “pacifica” la violenza, come modo di confronto tra esseri umani, è diventata un tabù ("e meno male!” urla la mia anima piccoloborghese).

Se tutti stanno alle regole del gioco la cosa funziona egregiamente. È un fatto però che ultimamente in tutto l’autodefinito Occidente è (ri)sorta una visione dei rapporti sociali che non vede la democrazia come un valore in sé, bensì come un mezzo per giungere a un nuovo ordine. Una visione che per comodità chiameremo “da nazi”.

I nazi non hanno mai rinnegato la violenza come atto anche politico, anzi: non mancano occasione per esporre la prevaricazione come valore (“nel dubbio mena”, “ti aspetto fuori”, et similia) e la violenza come una soluzione. Realizzano, sempre più, il paradosso popperiano di chi è tollerante con gli intolleranti: godono del clima democratico, difendono come opinioni i propri valori di violenza e al contempo placcano qualsiasi obiezione facendosi scudo degli stessi valori democratici in cui non credono (“le zecche violente…”).

Popper chiarì già nel ’45 la propria posizione: non ci si può permettere di essere tolleranti con gli intolleranti.

Concetto ribadito in Italia, Paese che il fascismo lo inventò, all’interno del mandato costituzionale: “le opinioni hanno tutte diritto di essere espresse, ma il fascismo non è un’opinione, è un crimine”. Perché chi aveva vissuto il totalitarismo ne conosceva la natura parassitaria nei confronti della democrazia, e aveva indicato le contromisure.

È giunto il momento di riflettere sulle modalità con cui oggi una certa retorica democratica demonizza la violenza tout court per riprendere una modalità tanto cara alle scienze umane, vale a dire la CONTESTUALIZZAZIONE. È probabile che si stia tendendo la mano a chi questa mano la spezzerebbe volentieri.

È giusto che il monopolio della violenza sia in mano a istituzioni che questo monopolio lo sanno difendere, altrimenti si corre il rischio di rimanere intrappolati nel loop retorico che vedrà una parte difendere la pace sociale e un’altra smontare allegramente il sistema di valori democratico sbattendosene dei rimproveri delle anime belle.

La violenza richiesta per opporsi a questo ragionamento è necessariamente una violenza "di reazione” a quella nazi, un po’ come lo era quella dei tanti partigiani della Resistenza europea. Ma in quali termini essa si debba declinare al momento non so.

Non ho la risposta alla domanda di apertura, come molti, ma è giunto il momento di riaffrontare un tema che si sperava archiviato con gli orrori delle guerre passate.

C'è la necessità di prendere atto che al momento nell’autodefinito Occidente una parte della società si sta vergognosamente illudendo che un’altra parte della società abbia l’intenzione, e l’interesse, di rispettare dei valori comuni che quest'ultima non ha mai sentito come tali (...).

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Che schifo

Western press: “but, hey, this still isn’t ethnic cleansing or genocide.”

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Ripartiamo coi playtest del gioco di carte di Re Boia

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AHAHAHAHAH ma magari!