la differenza tra uomo e animale è la capacitá di amare, dovremmo impararla Ragazzo sardo, da Cagliari impiantato nel resto del mondo. Come tutti cerco la mia strada mentre cerco me stesso. Sbaglio, imparo, sbaglio di nuovo e scopro di non aver imparato per davvero le prime volte. Adoro scrivere.
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Ogni volta che un bambino esangue cede il suo ultimo respiro, il funerale di tutta l'umanità ai compie. Nel sangue che impregna il terreno che aveva visto innocente felicità, si spegne l'illusione che l'uomo è più della sua bestia. E quando tu cammini, ignaro del dolore che le tue spalle sorreggono, ignaro della violenza che l'essere ignavo genera, dimmi: ti senti uomo?
Dalla tua casa sorseggi placido una tisana, gusti biscotti, o sei semplicemente in un magico tepore, hai la possibilità di spezzare un tozzo di pane o concederti una doccia. Ecco, questo è dato da millenni di civiltà, e toglierlo al prossimo è privarlo dell'umanità. Ma chi toglie l'umanità la perde a sua volta, al pari di chi è complice. In modo colpevole e più grave rispetto a chi subisce l'ingiustizia.
E poi saremo lì, a raccogliere le macerie della bestialità della nostra specie, e quando la distanza fisica e temporale avrà fatto il suo corso, potremo guardare impassibili e accusare il passato, lavandoci le mani ancora una volta. L'anima però non si può lavare, la coscienza rimane sporca di sangue e il pegno da pagare è alto e si compie nell'eterno fallimento della società umana.
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E comunque il dubbio mi rimarrà. Se tu abbia mai capito la profondità del mio amore e quanto la mia anima apprezzasse la tua. Non so bene dove ora stai vagando, e cosa è diventata la tua mente, ma l'anima che sta sotto è una cosa bellissima che spero preserverai. E io devo dipartire, tagliare tutto, perché ogni ricordo è una fitta al ventre, e l'impossibilità di sapere che tu sia davvero al sicuro mi spezza in due. Perché nonostante tutti gli errori, i traumi, le offese e le beffe, i non detti e la codardia a capitanare il tutto, ognuno sintomo diverso di una stessa fragilità cristallina, l'unica cosa che al mondo desidero è sapere che tu stia bene e non faccia cazzate.
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Sposterei il mondo per avere ancora la possibilità di cenare fuori con te o prepararti un piatto rigorosamente senza glutine, ma non posso spostare te. Quindi sposto il mondo per conto mio, e aspetto ancora che decida di sorridere di nuovo guardando me, perché il tuo sorriso è si l'unica cosa per cui avrei combattuto fino alla fine. E il motivo per cui mi sono allontanato è che non riuscivo più a donartelo
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E voi che nome date quando la sera realizzate di essere felici per davvero per la prima volta in vita vostra, ma la nostalgia e i ricordi vi fanno comunque boccheggiare?
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Che poi a volte ho paura di non riuscire a provare più niente del genere, altre volte ho paura di trovarmi o trovarti ancora nella stessa tempesta.
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Luna
Luna calante si stagliava all'orizzonte, piccola ombra, di due mondi ponte, nell'infinità del cosmo lei stava lì, raccoglitrice di sogni dell' ogni dì, e io in quello spettacolo monco, non intero, mi saziavo continuamente, illuso, è vero, vorrei tornare a quando stringevo la tua mano ha sapore di sogno, questo amore del brano, navigando nel vuoto su questo tondo sasso se potessi donerei tutto me stesso e oltre per colmare tra noi questa eterea coltre e poter percorrere con te un altro avido passo
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Essere adulti
Che poi chi l'aveva capito che essere adulti significa che quando tutto rema contro, quando sembra non ci sia alcun appiglio e le giornate si susseguono tutte uguali, rimani solo tu? Intendo, non c'è nessun altro. Se hai il vuoto attorno, devi riempirlo da te. Cioè, devi bastarti. I piatti non li laverà nessun altro, i panni non seguiranno la coreografia di Fantasia 2000 muovendosi armoniosamente e andand da soli, e i taglieri non iniziano a danzare assieme ai coltelli preparando una cena soddisfacente ed equilibrata al posto tuo. Sei tu con te stessə e nient'altro a cui appoggiarsi. Però non baratterei mai la soddisfazione che mi avvolge calorosamente quando riesco ad alzarmi dal letto e prendermi un po' cura di me. Perché alla fine l'amore più grande che possiamo ricevere è quello che siamo disposti a darci.
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Chiusura del cerchio
Sono passati quasi 10 anni dall'ultima che scrivevo qui. Tanta acqua è passata sotto i punti. Uragani, tempeste, nuove fiamme e vecchie sofferenze, la mia vita è stata rivoltata come un calzino più volte. Ho creduto di aver trovato l'amore, quello vero, ho vissuto sia l'inferno che il paradiso, a volte contemporaneamente. Dalle farfalle allo stomaco all'incolmabile vuoto dentro. Mi sono cercato, perso, ritrovato, perso ancora. 100 lune piene e più sono passate sopra la mia testa, e ora sono di nuovo qua. Mi guardo dietro e mi ritrovo nella stessa anima irrequieta di sempre, con un briciolo di consapevolezza adesso a guidarmi, ma che non sia mai troppa. E voglio ricominciare a condividere i miei pensieri col mondo Ogni attimo è intriso di emozione, scappare porta a niente. L'angoscia, quella che provavo nella cameretta piccola e che sembrava troppo stretta per due. Quando non capivo a fondo il privilegio che mi era stato concesso dal fato nell' essere nato in questo lato di mondo. Sì, quella angoscia lì. Mi ha seguito ovunque, in Marocco come in Svizzera. Mi ha seguito quando ero solo in una casa ora grande e con tutti gli amici da un'altra parte d'Europa, mi ha seguito nelle cene cariche di amore, tra impegnati piatti caldi condivisi con amici o più. E adesso mi fermo. E la vivo. Mi travolge. Ma sono ancora in piedi. Pensavo che mi avrebbe annientato. Era come se avessi la certezza che quella sensazione forte di oppressione al petto, mi avrebbe polverizzato ad elemento costituente del cosmo. Eppure sono ancora intero, fisicamente parlando si intende. Viviamo in un mondo a modo suo bellissimo e che ci da la possibilità di conoscere tutto, e nel mentre però ci incatena in una gabbia malsana di terbio e lantanio dalla quale è difficile scappare. Ma adesso ci si prova perché lo devo a me stesso, ognuno se lo deve. Serve provare a vivere e superare la sofferenza, usarla come attrezzo e non temerla come una condanna. Perché forse non è vero che di sofferenza non si possa morire, altrettanto però di sofferenza si può vivere. Quindi l'abbraccio calorosamente e riprendo ad esprimere il delirio della mia testa.
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Quanto cazzo mi manchi amico. Per le volte in cui ci siamo tirati su a vicenda o tirati giù assieme. Sei il mio cazzone casteddaio preferito, abbbbraccione <3
Oii io non leggo spesso la posta qua, anche perchè usandolo dal telefono non è intuitivo, ma certi messaggi fanno sempre piacere ;)Spero che tutto vada bene per te :)
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Esistiamo e basta. Non ha senso chiedersi cosa sarebbe successo se. Il passato è l'unica certezza su cui si basa l'universo, per cui non si possono farne congetture. Nel momento stesso in cui le fai metti in dubbio l'esistenza, e se essa non fosse non potresti iniziare a metterla in dubbio.
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L'esistenza é necessaria?
Cerchiamo tutti un significato alla nostra esistenza. Un significato non c'è, esistiamo per una serie di coincidenze assurde ed esistiamo qui e ora come potremmo essere esistiti dall'altra parte dell'universo prima. L'unica cosa che possiamo fare e rendere significativa la nostra esistenza da soli, come l'uomo ha sempre fatto nella storia, lasciare il segno, inserendoci nel meccanismo della nostra societá poichè la nostra vita da sola è poco e niente.
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La veritá è che non c'è una stella più luminosa in cielo o una nuova, c'è solo una stella in meno sulla terra che rende il mondo un pó più buio. La veritá è che non c'è un angelo in più lassu, solo un angelo in meno qui giù. La veritá è che niente e salito su ma qualcosa scenderá tristemente giù.
Me
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potrei dire che la vita è una gabbia è che il cuore pulsa tutta la vita per tirare fuori la chiave che si trova in fondo ad esso. E quando esaliamo l'ultimo battito e l'ultimo respiro è perché questa chiave viene finalmente liberata per permetterci di usarla ed aprire la gabbia, e volare via nella nostra vera essenza. Certo mi sembra una spiegazione bella e soddisfacente, ma il problema è: io ci credo davvero?
io
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tutti noi nasciamo per cambiare il mondo. Poi cresciamo e un pó per caso e un pó per nostra volonta perdiamo questa nostra predisposizione e ci adattiamo al sistema, diventando quello che pensavamo fosse la parte del torto. Ci arrendiamo al mondo, e pensandoci e la cosa più triste arrendersi a qualcosa che non ci piace e accettarlo, d'altronde nessuno da solo puó cambiare il mondo... o forse si?
me
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A volte ho l'impressione che il tempo passi senza che io riesca ad afferarlo" "E in quel momento mi accorgo che è tutto distante, e mi corre davanti trascinandomi, la parte difficile è alzarsi e correre con lui, davanti a lui
me
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