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Pan and Bacchante, 1834, by James Pradier.

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Mi ritrovo a contemplare ciò che di te è rimasto in ogni angolo di questa città. Mi ritrovo a cercare qualcosa di te in ogni posto che frequento, in ogni angolo di verde sul marciapiede, in ogni luogo segreto che abbiamo fatto nostro. Ci sono fantasmi delle nostre risate in piccoli caffè, nei resti delle nostre storie sussurrate al vento su campi da gioco abbandonati, nascosti nel cemento, nella sabbia, nelle tazze di caffè vuote. Abbiamo trovato pace nei piccoli momenti, nelle piccole cose, come vedere il sole che svanisce all'orizzonte dietro i tetti alla fine di una lunga giornata, condividendo i nostri segreti come se dovessimo finire per svanire anche noi. L'abbiamo fatto, ma non mi pento di niente, ci siamo dati spazio, libertà e felicità e anche se questa città continua a ricordarmi di te in modi belli e contemporaneamente dolorosi, te ne sono grata. Perché questa città conserva quei momenti come un diario, come un album fotografico, e a volte non posso fare a meno di sfogliarne le pagine, anche se i suoi spigoli mi lasciano ancora tagli sulla punta delle dita. A volte ricordare fa male, ma ho scoperto che scegliere di dimenticare fa più male.

Valentina Giaquinta

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Tu hai la falsa impressione che l'odio consumi più dell'amore.

— 1984, George Orwell

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Chiamami presto la mattina. Svegliami. Non mi interessa, voglio solo sentire la tua voce. Raccontami del brutto sogno che hai fatto, dimmi perché non riesci a chiudere gli occhi ogni notte o non riusciamo a dormire distanti, a stare tranquilli separati. Dimmi perché preferisci parlare di notte, o perché le parole escono dalla tua bocca solo quando pensi che nessuno ti sta ascoltando. Io sono qui. Ti ascolterò quando le tue spalle sono pesanti e le tue gambe non reggono più dopo una giornata stancante; sentirò le tue parole quando ti sentirai piccolo e schiacciato come se il mondo ti andasse contro e non trovassi uno spazio per te. Mi siederò con te in silenzio quando sarai crollato contro il cuscino. So che la tua tristezza non è bella, so che è travolgente e distruttiva. So che ti senti impotente e vuoi restare con i tuoi pensieri. Così mi chiami alle quattro del mattino. Ti preferisco al sonno ogni giorno. Fammi compagnia. Parlami. Siamo qua insieme.

·Valentina Giaquinta

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Quella sera in particolare affiora sempre nei pmiei ricordi. Ero tornato dopo una giornata passata a litigare al telefono, berciando al vento.

Chiusi la porta d'ingresso con un gesto lento, secco, sbirciando poi nel salotto, mi fermai silenzioso sul bordo del tappeto, con le mani in tasca, come a chiedere permesso in casa mia.

Aspettai che fossi tu la prima a cercare la mia presenza e poco dopo, infatti, soffiasti come un gatto irritato. Come un animale che deve protegge il territorio, arrabbiata, con quei ricci selvaggi e la posa scomposta. Combattuta sul da farsi su chi la vincerà stavolta.

Mi ricordo bene quella notte, di come sostenevi con orgoglio il tuo pensiero nero, sorseggiando del vino e guardandomi negli occhi, come se volessi sfidarmi a continuare a litigare. Mi facevi sorridere, non eri mai riuscita a tenermi il muso.

Come non riuscivi ad ascoltare le lamentele per il tuo disordine perenne, arrossivi fino alla punta dei capelli perché gli appunti sul suo disordine ti scomponevano più facilmente di quelli sulla tua lussuria.

Iniziavi a mettere ordine, stizzita, finché non decidevi di lasciar perdere, tu stessa non riuscivi a sopportarlo. Goffamente chiedi scusa, sperando io ci creda, e come sempre non sei mai stata brava a dire le bugie, te ne accorgi, arrossisci ancora e scappi correndo in camera. Non aspetto ti corro dietro. ‘Sai che questa me la paghi?’ Il resto rimarrà per noi, ma tu sai sempre per prima come andrà a finire.

Valentina Giaquinta.

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Dimenticherò il colore dei tuoi occhi e il modo in cui suonava dolce la tua voce alle 5 del mattino quando ci svegliavamo anche solo per guardarci. Dimenticherò come ci si sente ad essere tra le tue braccia e la morbidezza delle tue labbra sulle mie. Dimenticherò le cose di cui hai parlato e il suono delle nostre risate. Ma di tanto in tanto mi chiederò dove sei e con chi sei e se mai mi chiederanno di te, gli racconterò ciò che di bello siamo riusciti ad avere. Di tanto in tanto sarò ancora tua e tu ancora mio.

Valentina Giaquinta

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My fingertips touch the ends of your existence wondering how much time is left for us to be together. Surely, future is uncertain. I hold your hand as our fingers intertwine. Our eyes meet as our gazes embrace each other, not daring to let go. Our lips turn into parabolas as we giggle without any hesitations. At that moment I thought, no matter how things will be uncertain, one thing is for sure, and that we’ll always be together because our love is surely certain than anything else.

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My views with your eyes.

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My words for him.

I know I'm gonna miss you.

I already know because I can feel how my heart feels when you're not there, and I can fill my head with all the shit I want. But at the end of the day, I know I'm gonna miss you. I can feel it right now, as you look me in the eye and say

Don't worry, we'll talk again, we're gonna be okay, it's not over. In fact, if I'm to be honest. I already miss you a little bit. Even if you're right here. I know I'll miss you most of all in the morning. When your half of the bed is cold and I stretch my legs looking for your body. There won't be. I'll tell you right now, now that I'm bare-hearted, now that I've got nothing, neither have you, I'll tell you right away. That I'll miss you. That I'll call you at night just to feel the rhythm of your breath, and I'm gonna tell you this is the last time I do it, that I'll let you go, but I'll know that's not the case. I'll tell you right now that I'm going to come by your house. Looking at the window and rediscovering the emotion of knowing you there when I see the light on. I'm telling you right now, but I don't want to scare you. It's that it's hard to give up on you, I don't know if I'll be able to do that. It's hard to know you're there, somewhere, but that you're no longer my business that I won't be able to call you when I get back. I'm going to get some good news. Then one day I'll feel better and maybe I won't think of you again and again but even then, I'm still gonna miss you. Because I can't really imagine myself in a world where I don't miss you at all. So let's miss each other, Let's start doing that right now, that life is long and we still have a lot of time where we'll miss each other without telling each other.

@babiivogue on @instagram

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Nothing else needed!

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Timothée Chalamet as Elio Perlman in Call me by your name (2017)

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