Tumgik
Insoddisfazione
Sono sempre più convinto che l’insoddisfazione sia un traino importante al cambiamento e io sono ampiamente insoddisfatto.
9 notes · View notes
Attivismo mainstream
Per la serie: oggi non lascio passare nulla. Qualche giorno fa ho letto l’ennesimo post di Tlon, famoso duo che si occupa di tematiche sociali. Il problema con loro, e con molti altri attivisti performativi soprattutto in capo ecologico, è che espongono un problema sociale e poi, come rimedio,  offrono una soluzione individuale. Del tipo: le microfibre dei nostri indumenti inquinano, comprate una busta in cui inserire gli abiti e che raccoglie le microfibre e buttate quei pochi grammi nell’indifferenziata (quando invece dovrebbe essere regolamentato l’uso delle plastiche di tessuti già nella produzione, ad esempio). Questo tipo di comunicazione è molto comodo per non rovinare gli squilibri di potere. Come il presidente del WWF Pratesi che disse "Niente doccia e mi cambio le mutande ogni due-tre giorni. L'acqua è un bene preziosissimo" Come se la siccità sia da considerare singolarmente e non fosse causata dal cambiamento climitatico (cioè di chi ha soldi e potere, industrie inquinanti intoccabili, ecc). Non laviamoci le mutande e lasciamo tutto com’è. Stesso discorso ma più elaborato, con TLON: ci spiegano quale sia il vero problema dell’umanità e da paraculi utilizzano anche termini populisti come “medievali” usato in senso negativo, con la scusa della citazione.
Tumblr media
e poi ci spiegano che la soluzione è conoscere sè stessi per RIPRENDERSI IL DIRITTO AL TEMPO FUTURO. (ma che vor dì? Tutti fanno finta di capire e nessuno che chiede che vuol dire quella frase che riempie bene la bocca) “Ma grazie al cazzo“ direbbero in Francia (uso anch’io la formula della citazione per usare un idioma popolare e ottenere consenso di pancia). Come se davvero un eventuale problema sociale si risolvesse con l’introspezione. La rivoluzione francese, la resistenza e tutti i moti rivoluzionari per i diritti civili e operai sono stati portati avanti solo da persone completamente conscie del loro essere e libere da manipolazioni? No. Quindi tu resta seduto a casa, concentrato su te stesso, mentre il sistema descritto va avanti indisturbato (e magari non lavarti le mutande che l’acqua è un bene prezioso).
Che poi quello che scrivono è sempre un po’ interpretabile in più modi perché appunto, nessuno vuol fare la figura dell’ignorante e chiedere in pubblico il significato di quella frase un po’ ambigua. Alcuni neppure si pongono il problema e nei commenti si leggono cose totalmente diverse tra loro che danno ragione allo stesso post. Per esempio “Più mi conosco e meno sarò manipolabile” è possibile tramite un lavoro su di sé che tira fuori e ti fa comprendere le manipolazioni sociali a partire dalla famiglia... ma per com’è scritta, tipo bacio perugina e senza approfondimenti, conoscersi non equivale a essere meno manipolabile. Devi conoscere il contesto, non solo te stesso. Che poi appunto, come ogni manipolazione, anche questa di Tlon ha un fondo di verità. E’ la manipolazione sociale che ci frena, per mezzo di alcune credenze, famiglie, bullismo, stampa e tv e tutto ciò che viviamo ogni giorno... diventare immuni da questi meccanismo rompe la catena e farà crescere più famiglie sane e complete. Ma si parla di generazioni di umani... non siamo neppure partiti!
Intanto messaggi del genere hanno finora fatto 12.000 like su Insta, tutti contenti che grazie all’introspezione avremo “diritto al tempo futuro".... boh, tempo futuro che ci rubano le tecnologie futuristiche attraverso le quali persone senza scrupoli approfittano di istituzioni medievali... ma si sta parlando del tempo rubato dai social o degli strumenti di riconoscimento facciale testato dalle polizie di mezzo mondo e usate in modo disciminante su poveri ed etnie razializzate? Interpretazione libera per ogni persona, tanto basta un argomento ambiguo trattato superficialmente e il buon sentimento finale. La soluzione a questo attivismo fuffa è che l’amore vince su tutto :D Come sono “imprevedibile” oggi.
Tumblr media Tumblr media
1 note · View note
Personal trainer messia
Volevo far notare come diversi coach e personal trainer, presenti su instagram e youtube, sono chiaramente dopati (anche solo per sviluppare una misura adeguata, senza diventare armadi) ma lo negano e ti vendono corsi per crescere da natural, senza chimica ma solo con l’olio di gomito. Corsi che non possono funzionare per ottenere il loro risultato, altrimenti loro non si sarebbero dopati per venderteli. Corsi che sono le stesse schede che si trovano online ma con qualche variante ardita. Tutto questo per far sentire inadeguati, per far guardare con ammirazione il coach che invece ce l’ha fatta, per far durare a lungo i coaching visti i risultati nella norma e mai uguali a quelli del PT (senza l’uso di booster). Spesso questi PT mostrano le foto della propria trasformazione con foto di loro da giovani, raramente con le foto che si passano pochi mesi di distanza, come invece fanno per i loro clienti. Questo tipo di narrativa, questa tecnica, è simile a quella del Maestro messia. Una persona dalle capacità incredibili, che ti può insegnare se ti affidi a lei. In questo caso l’allievo non potrà mai superare il maestro e continuerà a considerarlo un esperto, pendendo dalle sue labbra per ogni suggerimento. Il Maestro messia continuerà il suo discorso tossico “se vuoi, puoi”, sapendo di mentire. E’ una tecnica usata anche da certi narcisisti. Mi ricordo un mio amico che si vantava di pagare pochissimo oggetti d’arredo vintage. Si vantava di andare a un mercatino dell’usato locale e trovare sempre offerte incredibili (tipo una specchiera del comò da 1 metro, in stile neobarocco, a 10€). Io e altri amici ci mangiavamo le mani perché queste offerte non le trovavamo mai e quindi gli chiedevamo consigli su che banco andare, a che ora andare e lui rispondeva con supercazzole perché, semplicemente, era tutta una finzione. Si vantava anche di altre cose e tutti a chiedergli sempre consigli e ad ammirarlo, come un genio inarrivabile... e se non riuscivamo a ottenere i suoi risultati inventati era colpa nostra. Il problema è che questo tipo di tecniche, oltre alla disonestà morale, creano veramente dei proseliti pronti a venerare il Messia di turno e, anche loro, a promuovere la tossicità del “se vuoi, puoi” .
0 notes
Ho provato a scrivere un commento ma sono stato censurato, due volte. La storia è raccontata da una donna che è stata violentata da un gruppo di uomini che hanno ignorato il suo consenso negato a proseguire un rapporto. Leggete la storia e la sua testimonianza qui https://abbattoimuri.wordpress.com/2022/07/07/stupro-di-gruppo-alibi-per-omosessuali-inconsapevoli/
Tra gli uomini lei ha notato che si toccavano a vicenda e ha dedotto che erano omosessuali. Questa storia è intrisa di omofobia e la conclusione lo dimostra:
“Dovesse capitarmi di incontrare altri come loro saprò cosa fare. Non c’è di peggio che incontrare omosessuali celati dietro l’orgoglio virile dell’eterosessuale st*pr*tore. Forse troveranno più facile dimenticare, dipingere una cornice nota per non mettersi in discussione, ma io so quello che ho visto e so cosa ho sentito. Loro erano st*pr*tori. Io ero la vittima, il loro alibi sociale. Spero nessuna mai dovrà diventare alibi per gente come loro.“
Questo contenuto è molto omofobo. A parte ignorare l’esistenza della bisessualità e dedurre che uomini che toccano altri uomini siano solo omosessuali.
Analizziamo:
“ Non c’è di peggio che incontrare omosessuali celati dietro l’orgoglio virile dell’eterosessuale st*pr*tore. “ Non c’è di peggio che incontrare st*pr*tori omosessuali, quindi per logica si deduce che quelli etero siano “meno peggio” di quelli omosessuali.
infatti si continua...
“altri come loro”, “Spero nessuna mai dovrà diventare alibi per gente come loro.” ... ovviamente il “come loro” non è riferito agli st*pr*tori in generale ma agli omosessuali che secondo lei st*pr*no per crearsi un alibi sociale, per toccare altri uomini.
Tutto questo è molto offensivo perché il focus del problema non è più la violenza e la mancanza di consenso, ma il focus diventa le persone che devono essere messe in guardia dagli “omosessuali“ che violentano le donne e che per questa ragione sono peggio degli st*pratori etero. Ma il focus è proprio lo stupro e non la ragione (omofoba) per cui lei sostiene che sia stato perpetrato.
Torno al post sugli stereotipi che ho scritto ieri: se in uno sfortunato universo parallelo una politica donna di estrema destra venisse violentata non smetterebbe magicamente di essere omofoba, razzista, classista, abilista, ecc... avrebbe solo un trauma in più.
Poi tornando alla realtà le frasi omofobe e bisex escludenti di questa persona, che ha descritto la sua esperienza, diventano inattaccabili grazie alle attiviste che hanno condiviso la sua storia. Tanto che ogni mia critica a riguardo, cortese e motivata,  è stata censurata.
Quindi teniamoci le offese omofobe in una pagina di attivismo, alla faccia del femminismo intersezionale con cui ci si riempie la bocca.
Stupro di gruppo, alibi per omosessuali inconsapevoli
Stupro di gruppo, alibi per omosessuali inconsapevoli
Lei scrive: Lo stupro di gruppo non è sempre qualcosa che puoi immaginare. Non si svolge nel solito modo dato in pasto ai media. Non c’era droga o coltelli per intimidire, non c’era che un clima di festa, un po’ di alcol, qualche bacio, si inseriva un secondo, poi un terzo, poi un quarto e un quinto. Non so quando il gioco sia diventato uno stupro perché non lo ricordo, conservo intatto il senso…
View On WordPress
4 notes · View notes
“Non troviamo dipendenti”
Come ogni estate torna sui quotidiani italiani la lagna dei titolari di ristoranti, bar, locali che, poverini, non trovano dipendenti “perché i giovani non hanno voglia di lavorare ma preferiscono a stare sul divano con reddito di cittadinanza”.
Cari titolari frignoni, i casi sono tre:
Pagate meno di un misero sussidio statale.
Chiedete massima disponibilità oraria senza giusta compensazione economica (straordinari, giorni di riposo non rispettati, ecc).
Se offrite tutte le condizioni economiche del caso allora vi comportate da merde.
Vi assicuro che alle persone non piace vivere nell’insicurezza finanziaria ma neppure regalare la propria esistenza a persone che pretendono di comprare la tua dignità.
Grazie per l’attenzione e diventate esseri umani migliori.
0 notes
Stereotipi da attivismo
Per favore, liberiamoci da pericolosi stereotipi.
Se una persona appartiene a un gruppo marginalizzato/discriminato non vuol dire affatto che in automatico comprenda le discriminazioni che non subisce.
Se una persona subisce una violenza non accade che assorba tutto il sapere su cosa sia l’abuso in tutte le sue forme.
Se una persona abusiva (bulla, violenta, oppressora, ecc) subisce una violenza non si trasforma all’improvviso nella paladina dei diritti umani.
Se la violenza, l’oppressione e la discriminazione facesse questo miracolo vivremmo già in una società utopica da centinaia di anni. Non è così.
C’è tutto un lavoro di decostruzione da fare e comprendere. Basta a chi ci vende queste frottole per avere like e farsi comprare il libro.
NB: In quest’epoca dove le opinioni divergenti vengono polarizzate per screditarle tengo a precisare che seguo attivistə, lə supporto como posso... anche quando fanno stronzate tipo usare la n-word nei loro libri (ogni riferimento non è casuale). La differenza è che non lə erigo a simboli morali, non lə chiedo opinioni su argomenti distanti dalle loro esperienze perché so che non sono tuttologə e non sono paladinə dei diritti umani, non faccio fanart coi loro volti. Portano la loro esperienza e questo è importante... ma faccio attenzione agli stereotipi dell’attivismo e spero che anche chi legge si porrà due dubbi in più.
0 notes
Corpo
Non ho mai avuto un buon rapporto con il mio corpo. Sarà per il bullismo familiare a scopo ricreativo, sarà per questo giudizio continuo che mi faceva passare da “ma come sei magro, mangi?”, “che fortuna essere così magro” e “fai schifo, mangi come un maiale e non ingrassi” sarà per tante altre ragioni, ma finalmente sto riprendendo in mano il mio corpo trascurato. Ho iniziato ad allenarlo, ho iniziato a nutrirlo adeguatamente e mi sento meglio ... ovviamente questo scatena l’invidia e lo sminuimento della mia “amorevole” famiglia tossica. Quindi ora “mi sono fissato”, m’incoraggiano a non tenere la costanza “se non me la sento”, se mangio da loro porzioni mini e dovete vedere la gioia nel giudicarmi male quando per qualche mese non me la sentivo di continuare ad allenarmi. La goduria nel mio fallimento e nella mia rinuncia. A parte questo solito teatrino non sono mai stato così in forma da sempre, che non vuol dire che sono in forma rispetto al mondo esterno e credo che la dismorfia non aiuti a trovare pace. Probabilmente non la troverei neppure se fossi super fisicato come un eroe Marvel (quindi per fotuna non devo diventarlo :D) Anche questa è una questione di sicurezza e purtroppo basta poco per distruggerla, un attimo dal sentirsi bene e addirittura sexy e un attimo per sentirsi il solito secco. Ma, escluso il mondo esterno, non sono mai stato meglio e continuerò così.
0 notes
Pensieri sbagliati
Il problema di essere cresciuto in una famiglia tossica, in una società tossica, sono i pensieri spazzatura che riaffiorano appena abbassi la guardia. La merda razzista, misogina, transfobica, omofoba, abilista, classista con cui mi ci riempiono la testa associata, come rinforzo positivo, alle risate e allo stare insieme, che sta lì stratificata e che mi ricorda quanto faccio schifo e per cosa sto lottando. Finché diverranno cicatrici, come medaglie, da esporre sul petto.
1 note · View note
Lo scopo delle condotte narcisistiche - Il gashlighting
Mi piace farmi domande, mi piace pensare e sviluppare idee e intuizioni, mi sarebbe piaciuto avere una formazione da sociologo ma non ce l’ho... quindi è probabile che quello che scrivo sia già stato trattato, smentito o che sia una cavolata. Ma voglio scrivere di come mi sento. Come mi sento quando la mia famiglia cerca di annientarmi con le manipolazioni e il gaslight, e poi cosa questo mi fa venire in mente. Gaslight è la parola con cui sono inconsciamente cresciuto, il gaslight prepotente del mio ultimo ex mi ha fatto pian  piano scoprire di avere un problema di codipendenza e ha aperto il vaso di Pandora del narcisismo di famiglia. Il gaslight costante di mia madre che, su tre mie frasi dette, due erano certamente sbagliate, senza neppure pensarci sopra più di un secondo, senza neppure il bisogno che fossero davvero sbagliate. “Ha iniziato a piovere” “No, ho guardato fuori mezz’ora fa e non pioveva” Una costante e ingiusta correzione che ti fa passare la voglia di parlare. Tanto verrai zittito. Tanto sarai ripreso anche se hai ragione chi te lo fa pare di parlare, meglio stare in silenzio. Devi risparmiare energie per sopravvivere non puoi sprecarle per giustificarti anche per le cose ovvie, per tutto quello che dirai. Una costante minaccia alla tua capacità di giudizio, ai tuoi sensi, ai tuoi ricordi. Devi stare zitto e sei incapace di pensare, di prendere decisioni. Una manipolazione che annienta e contro cui devo lottare costantemente, anche per gli strascici che porta dietro. Questo è quello che sento ma è anche l’esperienza di tante altre persone, perché il gaslighting è anch’esso un problema sociale. Non è la mia famiglia che si è svegliata un giorno, con la scusa della stronzaggine, e ha deciso di annientarmi. Mia madre è stata annientata dalla sua, e così via. Come tutte le altre famiglie tossiche . Non so se è una questione di classismo, se questa è la sorte che tocca alle famiglie con una ridotta disponibilità economica, non credo del tutto a questa teoria, ma credo che crescere generazioni di persone la cui personalità sia annientata, abituati a tacere, che credono che i loro pensieri sono sbagliati e che quindi hanno bisogno di qualcuno che gli dica cosa fare e pensare... ecco credo che tutto questo sia molto comodo a un certo tipo di potere. Le persone silenziose e ubbidienti sono molto comode in diffenti ambiti e forse una maggiore cultura della salute mentale sta aiutando a erodere questi meccanismi.
3 notes · View notes
Riappropriazione degli SLUR
Sono sempre stato scettico nell’utilizzo di Slur anche in un contesto di riappropriazione. Lo scopo originario dello SLUR è stato classificare, umiliare, sminuire e rimettere in riga la stessa categoria da parte degli oppressori. Per chi non lo sapesse, per quanto riguarda la comunità LGBT maschile, gli slur più utilizzati sono Fr****, ch*cc*, fin*cchi*, ricchi*n*, ecc. Per chi desidera avere l’elenco completo e senza censure basta guardare un qualsiasi film anni 70/80 con Lino Banfi o Alvaro Vitali, nel quale si rideva sulla scarsa mascolinità associata all’essere gay. La riappropriazione invece, fatta unicamente da chi appartiene a queste categorie discriminate, dovrebbe dare un nuovo significato positivo a questi termini, in modo che perdano il valore di definizione di una categoria meno umana e di umiliazione sociale. Ma funziona? Secondo me no, per due motivi:
1) Non sempre sono utilizzati in modo positivo e finiscono per essere utilizzati in modo sminuente e discriminante da bulli o da persone che credono che appartenere a una categoria discriminata permetta di discriminare gli altri della stessa categoria proprio come fanno gli oppressori, ma per scherzo perché loro possono. Così per sminuire le persone passive si usa il femminile, si usa ch*cc* e altri slur. Solo per sentirsi privilegiati di appartenere a una categoria superiore pregna di maschilismo. (maschile >femminile nella nostra società patriarcale, anche nelle categorie discriminate. Perché viviamo tutti nella stessa società, mica cresciamo nel mondo degli arcobaleni e usciamo solo durante le feste e i pride) E questo lo vediamo nei discorsi tra amici, nelle chat, sui profili Grindr... e un po’ ovunque. La riappropriazione degli slur forse funziona quando ci si autodefinisce con quei termini, ma nella pratica non è così.
2) Si tratta, di nuovo, di mettere al centro l’oppressore. Di utilizzare un linguaggio violento, farlo proprio per fare in modo che l’oppressore non lo possa più utilizzare o che non venga più percepito come tale. Come se gli ebrei portassero stelle di David sui vestiti in modo che nessuno possa più appuntargliele. Continuare a utilizzare quel linguaggio, secondo me, permette a certe parole di essere tramandate e ne conferma l’esistenza, compresa tutta la violenza verbale che rappresentano. Fosse per me andrebbero tolte dal vocabolario e lasciate nella bocca degli oppressori, in modo che ascoltarle faccia subito identificarle come negative, come tutti i ricordi che si portano dietro nella vita delle persone oppresse. Come il saluto romano. Poi che io debba ascoltare slur per fare in modo che un eventuale oppressore non le trovi più così offensive mi pare che siamo a un victim blaming e masochismo piuttosto spinto. Vicini al riempirsi di psicofarmaci per tollerare gli abusi narcisistici anziché bloccarli.
2 notes · View notes
Love is Love
Se ti aspettavi un post pieno d’amore e di buoni sentimenti ci rimarrai male. Per la categoria “compiaciamo il nostro oppressore” e il sistema patriarcale e paternalista che ci dice che, per poter essere tollerati nella categoria dei reietti sociali, dobbiamo dimostrare di lottare con i buoni sentimenti (quindi essere inoffensivi). La comunità LGBTQIA+ si presenta con uno che potrebbe essere lo slogan di un qualsiasi prodotto a San Valentino: “Love is Love”.
Tumblr media
Che poi l’Italia sia ben sotto la media dei paesi Europei occidentali sulle tutele legali alle coppie omosessuali e alla comunità LGBT è noto. Che sia addirittura sotto all’Ungheria dovrebbe farci venire i brividi. Ma ehi, noi stiamo a ricordare nei Pride che l’amore è amore. Siamo senza aggravante omofobica nei crimini d’odio, non possiamo sposarci, adottare e costruire una famiglia, ci mandano a fare “terapie” di conversione ma ehi, noi ci amiamo come voi persone normali. In questa visione di coppia etero da film romantico, omosessuali che si amano come in una canzone, i pansessuali con i poliamorosi e chi non si innamora si attacano al tram dei pervertiti perché non rientrano in questa versione ripulita e perbenista. Siamo persone, cribbio, sembra di essere tornati ai gay sensibili da accarezzare, manco fossimo gattini, come nella canzone della Tatangelo o a putti svolazzanti innamorati.
F*ck! io voglio i miei cazz° di diritti! Non devo dimostrare a nessuno quanto è forte il mio legame sentimentale, paragonandolo a un ideale sociale eteronormato, sono un essere umano e mi dai quello che mi hai scippato finora.
0 notes
“Oppressore”
Perché uso il termine “oppressore” per descrivere chi discrimina e chi è, ad esempio, omofobo, razzista o misogino? Per il semplice fatto che non credo nella buona fede e nell’ignoranza. Se qualcuno ritiene che una persona non meriti gli stessi diritti di esistenza degli altri...beh, lo sta facendo in modo conscio del potere che questo gli dà e della dignità che invece toglie agli altri. Non bisogna usare la scusa “radical chic” dell’ignoranza. Non funziona così, si tratta sempre di potere e di società. Chi toglie diritti e dignità agli altri è un oppressore che ottiene autoriconoscimento sociale e non un povero ignorante confuso.
3 notes · View notes
Il masochismo nel compiacere il nostro oppressore
Un tema ricorrente nelle categorie discriminate è: cosa pensa chi ci opprime del cattivo comportamento di una persona appartenente a un gruppo discriminato?
Purtroppo è anche un tema che imprigiona e ci fa vivere in funzione di chi ci opprime. Così, per fare due esempi:
alcune persone di origini del sud, trasferite nel nord italia, si sentono a disagio dai comportamenti sguaiati di altre persone del sud perché, a loro pensare, “noi del sud facciamo la figura dei maleducati” (di fronte ai razzisti ndr).
alcuni gay si sentono in imbarazzo dai comportamenti femminili di gay maschi effemminati perché, a loro dire, “mette in cattiva luce i gay “”normali”“ (di fonte agli occhi degli omofobi ndr) e certa gente non merita i diritti” .
Sono solo due esempi di come l’opinione dell’oppressore sia importante e limitante per le persone discriminate. Come se per vivere ci volesse il permesso e l’approvazione di chi non tollera anche solo la tua presenza su qesto mondo.
E’ un concetto subdolo che c’è stato insegnato sin da piccoli. Il compiacere, comportarsi bene per poter esistere, per poter dire di essere una brava persona e quindi meritare il diritto all’esistenza. Comportarsi bene per non perdere l’affetto dei genitori, ad esempio, come se l’accettazione in un contesto familiare sano derivasse da un buon voto o da una biricchinata andata male.
Tornando alla vita da adulti: agli oppressori non importa un fico secco se vi comportate bene, gli farete sempre schifo e sarete sempre il soggetto del loro disprezzo. Secondo te i politici razzisti lo sono perché non hanno mai incontrato una persona razzializzata che si comporta con educazione, onestà e civiltà? Ovvio che la risposta è NO.
Gli oppressori hanno il potere di fare il bello e cattivo tempo nella vita degli altri, senza alcun diritto o merito.
Questo tema mi è tornato in mente in questi giorni, a processo mediatico Depp contro Heard concluso.
Un processo che non ho seguito nei dettagli perché, a mio modesto parere, si tratta di una questione di relazione tossica e non ho alcuna voglia di entrarci. E anche se ci entrassi, non potremo mai avere tutte le informazioni reali senza manipolazione, ecc.
Parentesi chiusa, leggo di attiviste che scrivono che questa sentenza danneggerà le donne che vogliono denunciare una violenza. Alcune hanno inserito nel discorso le molestie degli alpini nel raduno di Rimini (mi ero già espresso a riguardo).
Dato per assodato che per una donna è difficile denunciare, non essere messa sotto accusa e colpevolizzata, sminuita e ridicolizzata, ecc ecc in che modo la colpevolezza di una donna tossica, in un contesto di processo mediatico statunitense, dovrebbe creare un precedente per le donne italiane che non possono denunciare già da adesso senza essere trattate da bugiarde?
“Perché, chi vorrà (l’oppressore misogino ndr) userà il processo per sminuire le donne che denunciano” è la risposta...
il problema è che già accade. Anche prima della sentenza Depp-Heard (vedi Rimini e tutte le altre donne zittite e sminuite negli altri raduni)
il problema è che anche le sentenza avesse avuto un altro esito non sarebbe cambiato nulla per le donne italiane dato che all’oppressore non frega nulla che non confermi le proprie idee.
il problema è sperare che una persona tossica vinca un processo per questioni di squadra, Un po’ come quando si proteggono altre donne tossiche e i loro comportamenti abusanti (l’equivalente del #notallman ma al femminile in chiave passiva).
Quindi no: una donna è responsabile delle sue azioni, anche quando è tossica, e se viene ritenuta colpevole non tocca, in alcun modo, le lotte femministe e i diritti violati di migliaia di donne. E comunque anche la donna tossica ha gli stessi diritti civili che le sono stati negati, nonostante non si comporti come una persona civile. Persino Meloni ha diritto agli stessi diritti civili che nega a migliaia di persone (tra soggetti razzialiazzati e lgbtqi+)
Non si compiace l’oppressore per convincerlo. Solo fin quando le sue parole avranno peso questo avrà potere sulle nostre vite
2 notes · View notes
Tempo che passa
Il problema per chi non ha i diritti è che aspettando coalizioni ideali, parlamentar “coraggiosi” o non so che altro... il tempo passa e la gente invecchia senza diritti.
Qualcun* non avrà mai avuto diritto di voto,
qualcun* non avrà mai avuto documenti col proprio nome,
qualcun* non avrà mai potuto creare una famiglia con la persona amata
e oggi
qualcun* non potrà ancora mai votare,
qualcun* non potrà  mai adottare un figlio,
qualcun* non verrà protetto abbastanza dallo stato per i crimini d’odio,
a qualcun* verranno amputati i genitali alla nascità per conformarl* allo standard,
qualcun* verrà allontanato, picchiato, ucciso perché senza nulla,
e tante altre ingiustizie...
Mentre i nostri politici prendono tempo, la gente discriminata non riesce a vivere come gli altri e molti moriranno senza averne possibilità.
Basterebbe mettersi al pari dell’Europa occidentale, basterebbe quello per migliorare molte vite. Un esempio: Nel 1989 la Norvegia approva le unioni civili. Nel 2016 l’Italia approva le unioni civili. Quante coppie italiane dal 1989 al 2016 non hanno potuto essere riconosciute? Perché dovremmo patire lo stesso martirio con il matrimonio egualitario, i crimini d’odio, ecc??? I diritti sono necessari.
1 note · View note
Mogli e buoi dei paesi tuoi
Un titolo azzeccatissimo per parlare del doppio standard riguardo a come sono viste le molestie alle donne, nel nostro Paese, nel 2022. Come il sessismo e il patriarcato vuole, le donne sono trofei di conquista e oggetti per soddisfare il piacere sessuale degli uomini. Ma anche una proprietà da non condividere. Che le donne molestate si sentano:
trattate da oggetto dei desideri sessuali di sconosciuti;
il proprio corpo esibito pubblicamente come premio in palio di un tentativo di conquiste, in una gara di mascolinità performativa;
rivolgere gesti, frasi volgari e disgustose da perfetti sconosciuti;
in pericolo di violenza, fisicamente;
non al sicuro di camminare per strada o poter compiere il proprio lavoro;
tutto questo non interessa a nessuno se:
a farlo sono alpini (ogni adunata la stessa storia poi sminuita, grazie alla stampa);
a subirla sono impiegate la cui visibilità è pari a zero, come le cameriere che devono servire (e a quanto pare intrattenere) i personaggi maschili con le mani lunghe dell’Eurovision.
a farlo sono italiani goliardici civili in gruppo.
Riguardo all’ultima categoria, ricordo che ci sono volute le telecamere in diretta per denunciare il tizio che ha dato una pacca sul sedere a una giornalista sportiva in esterna all’uscita dello stadio... e non sono mancate le sminuizioni e il “fa scena per diventare famosa” sui social.
MA nessuna denuncia contro chi le si buttava addosso con tutto il corpo per imporre il proprio contatto fisico o chi le faceva gesti volgari e commenti sessuali. Quelle molestie sono state sminuite e rimaste impunite nonostante siano registrate dalle telecamere.
Inoltre per il molestatore (la pacca sul sedere è violenza sessuale) è stata anche organizzata un pranzo di solidarietà per aiutarlo con le spese legali.
Quindi no, i cari italiani goliardici godono di immunità, a meno che non la facciano troppo grossa davanti a una telecamera o che non vivano ai margini della società (non ci facciamo mancare un po’ di classismo).
E poi c’è tutta una serie di frase usate per normalizzare le violenze:
è fisiologico;
è naturale;
comportamento da maschi;
dovrebbe far piacere;
non fa male a nessuno (mi chiedo se si comporterebbero così con le persone a loro care).
Chi non gode di questa immunità?
gli stranieri. 
Loro non possono toccare e molestare le “nostre” donne perché vengono subito arrestati e per loro nessuna cena di raccolta fondi o nessun giornalista li difenderebbe usando la goliardia come scusante.
Anzi, in quel caso, i giornalisti riescono persino a usare le parole giuste: violenza sessuale e molestie.
PS: la cosa buffa di questo discorso è che quando una donna diventa di proprietà, grazie a un legame familiare, è concesso (e onorevole) difenderle l’onore utilizzando la violenza (es: Will Smith) affinchè nessun maschio possa fare quello che è normalizzato fare a sconosciute (cioè di proprietà indefinita).
“scusa, non sapevo fosse la tua donna”
Questa è cultura del possesso, ed è tutto estremamente legato e radicato.
0 notes
Me lo segno in agenda #1
a proposito di persone narcisiste che si sono trovate in una situazione di abuso o svantaggio e che quindi sono diventate performanti attiviste instagram, magari ne parlo un’altra volta. Che adesso mi parte un embolo solo a pensarci.
0 notes
Spazi sicuri
A volte mi chiedo se esistano spazi sicuri dove poter parlare di abusi, patriarcato, sessismo, omofobia, razzismo, classismo o abilismo senza subire almeno una di queste cose. Un esempio che faccio a malincuore è lo spazio #ètuttacolpamia sulla pagina facebook di Abatto i muri. Uno spazio dove vengono raccontati abusi, scritti direttamente dalle/dai protagoniste/i. Una collezione di testimonianze sulla dimensione zittita della nostra società, una biblioteca di coscienza sociale... e poi arrivano i commenti (che prendono anche tanti like) di chi segue la pagina e non capisce l’abuso.
Gente che empatizza con l’abusante, soprattutto se questa è una mamma parte il pistolotto su come sia difficile essere genitori e su come alla volte si perda il controllo (robe che neppure i “not all men” direbbero).
Abusi da parte di familiari adolescenti diventano tipo “eh, ma devi capire che l’adolescenza è difficile, parlane adesso col tuo cugino abusatore che ti ha violentata” (ho usato il virgolettato ma non è stato preso alla lettera da un commento, è un riassunto di un commento tossico che diceva questo... Cioè nessun* consiglierebbe di parlarne con il proprio stupratore se fosse un partner/sconosciut*, invece se è della famiglia ci si ama come nei telefilm e nelle publicità, e se parlate vi chiarite).
Oppure oggi ho letto un commento classista e di victim blaming sulla gravidanza di una donna 18enne. Su come accada in ambienti con poca alfabetizzazione, poveri, ecc ma che alla fine è frutto dell’essersela “spassata” (questa, invece, è proprio la parola usata).
Oppure ancora il classico “se non denunci chi ti ha molestata sei responsabile se lo fa ancora”.
Io penso a chi si confida in una pagina che dovrebbe essere safe non dovrebbe subire commenti del genere. Poi chi legge e commenta può avere tante storie diverse, può avere diversi gradi di consapevolezza di quello che scrive con tanta leggerezza, oppure possono essere persone tossiche che provano piacere a sminuire persone in difficoltà, possono essere persone narcisistiche che hanno subìto abusi e per questo motivo frequentano queste pagine, senza però riuscire a provare empatia per altre persone o situazioni in cui non si rispecchiano. Possono essere diverse cose ma come funziona? Esistono davvero spazi sicuri e privi di tossicità, considerato che veniamo tutti cresciuti in questa società?
1 note · View note