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#Caccia Alla Vedova
oscarwetnwilde · 7 months
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James Wilby & Sporting: Part One: 1. Maurice (1987): Boxing 2. Woman In White (1997): Croquet 3. Cotton Mary (1999): Tennis 4. A Handful Of Dust: (1988): Diving 5. Adam Bede (1992): Horse Riding 6. Caccia Alla Vedova/The Siege Of Venice (1991): Fencing 7. Gosford Park (2000): Shooting 8. Regeneration (1997): Golf 9. You Me And It (1993): Cricket 10. Dutch Girls (1985): Field Hockey
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punte · 1 year
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Осада Венеции, 1991
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firewalker · 1 year
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Aiuto, Mozart con otto zampe!
Quest'anno è un po' in anticipo, ma con un effetto sorpresa pari a quello dato dal sorgere del sole all'alba, ecco che si comincia a parlare del terribile, letale e aggreessivo ragno violino.
Se siete aracnofobici non andate oltre perché metterò foto.
Qualcuno pensi ai bambini
Oddio io ho un cane che faccio
Che schifo i ragni
Bene, ora che ho detto le solite vaccate* possiamo andare oltre.
Presentiamo prima di tutto il protagonista della storia. Siamo in Italia, quindi parliamo di Loxosceles rufescens, ovvero lui:
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(wikipedia)
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(https://www.inaturalist.org/observations/148531478)
Giusto per rendere l'idea anche delle dimensioni, metto questa ulteriore foto:
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(https://www.inaturalist.org/observations/142455430 - do not try this at home)
In Italia abbiamo questo esserino qui. Sì, è pericoloso, tra tutti i ragni presenti in Italia, solo due sono di rilevanza medica: L. rufescens e Latrodectus tredecimguttatus, la malmignatta:
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(wikipedia)
Torniamo a Mozart e continuiamo a descriverlo, sempre brevemente. Viene chiamato ragno violino perché sulla capoccia (tecnicamente il cefalotorace) ha una macchia che ricorda la forma di un violino, bene evidente nella seconda immagine che ho messo. Il suo morso può portare a problemi anche molto gravi chiamati loxoscelismo, che è una roba che vi cercate le immagini da soli. Il punto è che noi abbiamo L. rufescens, che è un animaletto anche piuttosto timido e non ha alcuna voglia di andare in giro a mordere gente. Può mordere e può causare grossi danni, ma generalmente fa la sua vita e non dà fastidio a nessuno. Probabilmente il tizio col ragno sul braccio non ha avuto alcuna conseguenza dopo quella foto, perché al ragno il suo veleno serve per nutrirsi, non per strappare braccia alla gente che fa foto.
Diverso invece il caso di altri continenti, ad esempio in America troviamo Loxosceles reclusa, che è un parente del nostro violino più aggressivo, e Latrodectus mactans, la vedova nera. Ma pur non essendo un esperto dubito che anche in quei casi i ragni in questione vadano a caccia di esseri umani. Questi ultimi due ragni sono presenti in Italia solo accidentalmente, non sono nativi e non sono per nulla diffusi da noi.
Bene, finito lo spazio SuperQuark, passiamo al momento in cui sbrocco, in particolare con questo articolo qui:
Ribadisco, non sono un esperto, ma anche solo guardando quell'immagine avrei voluto lanciare qualcosa contro lo schermo. La metto qui per comodità.
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L'articolo parla di "ragno violino", ed è scritto in italiano, quindi suppongo si rivolga ad italiani, ma già l'immagine di per sé è un capolavoro dell'orrido
il ragno in questione probabilmente è Hogna radiata (probabilmente perché... ricordate? Non sono un esperto), non L. rufescens. Proprio sono due cose completamente diverse, è come se mi dicessero "guarda che bella la mia nuova moto" e poi mi mostrassero un SUV. H. radiata è chiamato anche falsa tarantola. Perché falsa tarantola**? Perché per la miseria è grosso! Li ho visti in giardino questi ragni, sono impressionanti. Sono almeno il doppio di un ragno violino
è palese che nella foto le zampe del ragno siano messe sulla ragnatela a caso. Il ragno appoggia le zampe nel vuoto quasi sempre.
non so come dirlo ma... né H. radiata né L. rufescens costruiscono ragnatele per cacciare. Hanno preso un ragno a caso, l'hanno messo su una ragnatela a caso e hanno pubblicato la foto.
Ma passiamo all'articolo, che scopriamo quasi subito essere dedicato a... L. reclusa. Il violino americano, che si trova in Italia per caso e raramente. L. rufescens è italiano a 100%, non è che puoi andare a dire che Mattarella è americano perché magari ha dei parenti americani, no? Eppure l'articolo fa una cosa del genere.
Continuiamo. Si parla di allarme ragno violino. E chi è che scatena l'allarme ogni anno? SIETE VOI CHE SCRIVETE QUESTI PEZZI
Riporto dall'articolo:
È arrivato il momento di imparare a convivere con il ragno violino. Per fare ciò è necessario saper individuare il piccolo ragno, ma soprattutto sapere quali sono i comportamenti da assumere in sua presenza.
Giusto. E dato che dobbiamo imparare a riconoscerlo quale modo migliore per usare una immagine di un altro ragno photoshoppata?
Il ragno violino non è certo l'unico ragno che è capace di mordere e far male a un essere umano (a parte la malmignatta, anche H. radiata e Zoropsis spinimana, un ragno dalle dimensioni simili, possono mordere e far male, anche se generalmente senza conseguenze salvo allergie. E forse anche qualcun altro, ma come detto non sono un esperto), ma in qualunque occasione i ragni non vogliono cibarsi degli esseri umani, quindi non hanno nessun interesse a mordere se non per difesa. Ci sono quelli più tranquilli, quelli più aggressivi, quelli più velenosi e quelli meno preoccupanti (non esistono ragni non velenosi, che io sappia), in ogni caso in Italia generalmente è possibile prenderlo dentro un bicchiere o un qualsiasi contenitore, tapparlo con un cartoncino o della carta e portarlo fuori senza alcuna conseguenza. Io faccio così con gli Zoropsis che mi trovo in casa.
Per favore, non abbiate paura dei ragni, sono vostri amici. E se ne avete paura cercate per lo meno di capire quando il pericolo è reale e quando è invece solo un istinto irrazionale.
Firewalker per il sociale. Accetto correzioni dagli esperti.
*vaccate: non ce l'ho con voi aracnofobici, so che le fobie sono tutt'altro paio di maniche. Ce l'ho con chi parla senza sapere di cosa sta parlando e diffonde idiozie.
**falsa tarantola: in realtà credo si chiami così perché è una Lycosidae, come la tarantola pugliese che si chiama Lycosa tarantula, appunto. Anche questo ragno può mordere, ma anche questo è innocuo
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carmenvicinanza · 10 months
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Fannie Sellins
https://www.unadonnalgiorno.it/fannie-sellins/
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Mi accusano di aver portato scarpe ai bambini di Colliers. Quando penso ai loro piedi scalzi, blu a causa del freddo pungente dell’inverno, sono ancora più convinta del fatto che, se è sbagliato aiutare quei bambini, continuerò a commettere un reato finché avrò mani o piedi per strisciare sino a lì.
Fannie Sellins, sindacalista statunitense, brutalmente uccisa nel 1919 durante uno sciopero di minatori.
Ha vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, in un’epoca in cui uomini, donne e anche bambini, erano costretti a lavorare in condizioni inumane per sopravvivere. Non ha mai avuto paura di schierarsi e stare dalla parte degli ultimi, degli emarginati, dei miserabili, nonostante il carcere, nonostante le minacce, fino all’ultimo istante della sua vita, quando è stata ammazzata per aver difeso un minatore da un pestaggio della polizia.
Nata col nome di Frances Mooney a New Orleans nel 1867, si era trasferita a St. Louis col marito, Charles Sellins.
Rimasta vedova molto giovane ha dovuto lavorare duramente per provvedere ai quattro figli e figlie. Era operaia in una fabbrica di abbigliamento quando, i soprusi vissuti sulla propria pelle e l’alto senso di giustizia e equità, le ha fatto partecipare all’organizzazione del primo sindacato delle lavoratrici tessili negoziando per conto di 400 operaie. Nel 1913 venne chiamata a collaborare con gli United Mine Workers, nel West Virginia. Col suo fervore è riuscita a reclutare un numero ingente di minatori di diverse etnie.
Ha guidato importanti scioperi prodigandosi sempre per fornire assistenza a chi era in difficoltà. Aiutava le donne sole, le famiglie indigenti, dava cibo agli orfani, organizzava raccolte di cibo, abiti, medicine e coperte da distribuire a chi ne aveva bisogno.
Arrestata durante uno sciopero a Colliers, per sostenerla il sindacato organizzò un’ampia campagna per ottenere la grazia presidenziale.
Dopo aver ricevuto migliaia di cartoline che la raffiguravano dietro alle sbarre, il presidente degli Stati Uniti, Woodrow Wilson, si mosse per il suo rilascio.
In tutta la sua intensa attività ha continuato  a ignorare i decreti ingiuntivi ed è rimasta in prima linea a picchettare e aiutare.
Nel 1919 venne assegnata al distretto di Allegheny River Valley, una regione piena di miniere e impianti siderurgici, chiamata la “valle nera”, per la violenza con cui le autorità reprimevano qualsiasi tentativo di emancipazione sociale. In poco tempo è riuscita a guadagnarsi la fiducia dei lavoratori e a organizzare diversi picchetti.
Il 26 agosto 1919, durante un’agitazione dei lavoratori delle miniere, una dozzina di uomini dello sceriffo, insieme ad un gruppo di guardie, avevano attaccato con una violenza inaudita.
Fannie Sellins si era lanciata verso i picchiatori cercando di proteggere un lavoratore in fin di vita e alcuni bambini, figli di scioperanti. 
Riconoscendola, le guardie le diedero la caccia e, dopo averla atterrata con una mazza, le spappolarono il cranio e le spararono alla testa e alla schiena. Non contenti si fecero beffe del cadavere per intimorire gli astanti.Ai suoi funerali ha partecipato una folla di 10.000 persone per renderle omaggio.
Per il suo omicidio, una giuria della Pennsylvania decretò che l’unica colpevole era la vittima e gli assassini vennero assolti.
Nel 1920, gli United Mine Workers le hanno eretto un monumento commemorativo.
La storia del suo coraggio, altruismo e della brutale morte che le è stata riservata, deve continuare a essere raccontata per ricordare il suo importante ruolo nella lotta per i diritti di lavoratori e lavoratrici.
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jacopocioni · 1 year
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Sergio Flaccomio e il Fiat C 42
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Sergio Flaccomio è nato nel 1915 a Milano, ma ha vissuto gran parte della sua vita a Firenze e in Toscana, non a caso spesso e volentieri nel suo libro usa degli intercalari tipicamente toscani. Nel 1935 il fiorentino adottivo entra a fare parte dell’Aeronautica Militare Italiana come ufficiale pilota. Nel maggio 1942 fino al febbraio dell’anno successivo in pieno Secondo Conflitto, lo troviamo in Africa Settentrionale, dove fa parte del 50° Stormo d’assalto. Successivamente diviene istruttore di volo e capo pilota delle scuole di pilotaggio. Decorato con una Medaglia d’argento e una di bronzo al Valore Militare e tre Croci di guerra; ci lascia le sue memorie in “I Falchi del deserto” e in “Obbedire e combattere”.
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Mentre gli inglesi nel deserto volavano già sui loro caccia Curtiss ed Hurricane, il nostro Flaccomio ancora operava su un Fiat C 42, ottimo velivolo per carità, ma si trattava di un biplano in legno, lamiera e tela, eredità del Primo Conflitto. Con una concezione di volo ormai superata, l’aereo era dotato di uno scarso  equipaggiamento, tutto era in mano alla bravura e all’istinto del pilota. La strumentazione di bordo era imprecisa e insufficiente, affiancata da armi poco potenti. Il pilota era ancora esposto alle intemperie, era allo scoperto, perché non protetto da un cupolino in vetro ormai facente parte della normale dotazione di ogni velivolo. Durante la battaglia d’Inghilterra molti di questi aerei spediti dal Duce verso il nord Europa, si persero proprio a causa della scarsa strumentazione e rimasti senza carburante non arrivarono a destinazione atterrando nei luoghi più disparati. Durante i duelli aerei la loro mitragliatrice si inceppava facilmente, mentre lo scarso calibro (12,7) era completamente inutile ed inoffensivo sulle fortezze volanti. A volte poi il meccanismo di sincronia per sparare attraverso le eliche si inceppava, e i nostri colpendo la propria elica, finivano per abbattersi da soli… Insomma degli eroi consapevoli di avere scarse probabilità di rientrare alla base dopo ogni missione.
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Nel libro “I Falchi del deserto” con un approccio molto romanzato, poetico e godibile, Flaccomio descrive le sue esperienze in Africa, alcune divertenti, altre tragiche. Ci parla delle sue folli evoluzioni sul suo mezzo, di come addestri il suo gregario, della faticosa e rischiosa scorta ai convogli navali, dei duelli aerei contro aeroplani nemici nettamente superiori. La sua viva descrizione di una tempesta di ghibli è qualcosa di veramente poetico; così come la narrazione sulle relazioni con i nativi e i buffi commerci fatti con i locali attraverso scambi e baratti. Triste e toccante il racconto sul povero ultimo arrivato, un gioviale, allegro, determinato e dotato giovane aviere, che muore però molto, troppo presto. Il racconto termina con il commovente incontro di Flaccomio con la giovanissima vedova, descritta come una bambina, silenziosa, sofferente e già madre di un orfano. Altra triste storia è quella che vede un suo gregario rimanere gravemente ferito. Flaccomio si impegna però grazie alla sua autorità (e a delle velate minacce), a far rimpatriare nella speranza che possa usufruire di cure migliori rispetto a quelle discutibili a disposizione negli inappropriati e sguarniti e roventi accampamenti medici desertici avvolti da polvere e sabbia. Divertente invece l’incontro con le signorine del postribolo locale, dei balli e delle conversazioni intrattenute con loro. Vive le descrizioni degli attacchi e dei mitragliamenti effettuati sulle truppe nemiche, miranti però a colpirne scrupolosamente i soli mezzi, salvaguardandone gli occupanti.
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Un fiorentino acquisito che dubito molti conoscano. Semmai trovaste il tempo e il desiderio di leggere le sue pagine (i suoi libri si trovano usati a buon prezzo), scoprireste un personaggio alla mano, schietto, sincero, simpatico, dalle quali parole si può avere una visione della guerra realistica, ma priva di odio, una testimonianza onesta e di prima mano, fruibile e diretta, scritta come fosse un romanzo avvincente e coinvolgente, che riesce a parlare della guerra, ma anche dei rapporti interpersonali, dell’amicizia, del rispetto, del coraggio, dell’onore. Il tutto arricchito da una forte dose di emozioni e di passione, ma soprattutto impregnato di reale vita vissuta. Il nostro autore si salverà e finirà i suoi giorni nella campagna toscana. Tra animali da allevamento e campi arati, si dedicherà ai lavori agricoli, sempre buttando un occhio verso l’alto al solo avvertire il lontano rumore di un motore, per poter ammirare il volo dei moderni velivoli passare sulla sua testa, provando una certa malcelata invidia e una grande nostalgia.
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Riccardo Massaro Read the full article
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👻foto con presenze. 👉🏻 #lafotografadeglispiriti 1906. Munsù Bardella gira per le strade di Monferrato alla ricerca di clienti da fotografare e … ragazze in cerca di marito. È un sensale, un mercante di spose, combina matrimoni. È ora alla ricerca di giovani da portare in Argentina. 1908. Edmondo Ferro è un avvocato non molto convinto, nel senso che il lavoro lo ha ereditato dalla famiglia, praticamente è stato costretto. Quel mestiere così come il matrimonio non fanno per lui. Edmondo vorrebbe solo leggere, perdersi tra le pagine dei suoi amati libri. Per questo passa spesso i suoi casi alla cugina, lei sì che avrebbe voluto fare l’avvocato ma in quanto donna non non può farlo. Edmondo ha un amico giornalista che gli chiede di aiutarlo con un articolo. Una contessa tiene sedute spiritiche nella sua villa. Ospita una vedova che afferma che sua figlia sia una medium. Durante le sedute un fotografo scatta foto dove appaiono gli spiriti. Il giornalista è convinto di poterle smascherare ma ha bisogno di Edmondo per poter essere invitato alle sedute. 👍🏻 Una narrazione scorrevole, ricca di immagini che prendono vita davanti agli occhi del lettore. 👍🏻 Si alternano le due storie: quella dell’avvocato e quella delle spose dirette in Argentina. 👍🏻 Edmondo è uno di noi. Ogni momento è perfetto per leggere e quando non ha un libro tra le mani, pensa a quando finalmente avrà il tempo per tornare alle sue storie. 👍🏻 Una doppia storia affascinante che affonda le radici nel passato e nel mondo del soprannaturale. In entrambe viene intrapresa una caccia alla ricerca della verità. 👍🏻 Un romanzo accattivante che si legge con voracità. Una storia italiana da non perdere. ❓Se poteste fare una foto con un fantasma, con chi vorreste farla? #libriitaliani #desyicardi #antrodilibri #bibliophilelegentibus #amicandito #ilclubdeilettorifelici #storiebookite1 #thebookclubpost https://www.instagram.com/p/ClTQmHksnpp/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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ilgoblinverde · 1 year
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2 b - IL SOGNO DELLA FONTE ELFICA
Nell’esplorazione delle rovine della Fortezza Elfica, Thoradin trova la morte a causa di una trappola magica Palla di Fuoco.
Decisi a salvargli la vita i compagni lo mettono nella sala della Fonte Elfica la cui acqua sembra avere doti curative miracolose. Durante il riposo Allanon e Thoradin si ritrovano nello stesso sogno. Su una collina sorge la Fortezza Elfica nel pieno del suo splendore. Ai piedi un cerchio di torce intorno a un corpo su un altare e una folla di elfi tutti intorno come in preghiera. Scendendo dalla collina nessuno degli elfi nota Allanon o Thoradin che paiono invisibili ai loro occhi. Il cadavere sull’altare è quello di Thoradin.
D’improvviso il colpo di ali di drago spegne le torce e mette in fuga gli elfi. Un imponente Drago Blu scende nella valle. In groppa un cavaliere esile, ricoperto da una lucida armatura nera bordata d’oro. Una folta chioma di capelli rossi esce dall’elmo. Cavaliere e drago sono a caccia di qualcosa o qualcuno, e sembrano percepire la presenza di Allanon e Thordain ma senza poterli vedere. Poi qualcosa spaventa drago e cavalierie che riprendono il volo. Subitamente arriva una giovane donna elfica d'impareggiabile bellezza ed eleganza: Isandria. Isandria è la custode della fonte. Gentile e aggraziata, ricolma di pura bellezza. Ma per tornare al loro mondo Thoradin e Allanon dovranno avere il permesso della sorella di Isandria, Sharissa. Guidati alla casa di Sharissa, Thoradin e Allanon incontrano strane apparizioni, elementi del loro passato tra cui anche la madre vedova di Allanon (incinta dello stesso Allanon) e il fratello e la sorella maggiori. Vengono aggredinti da un gruppo di uomini che hanno l'ordine di "terminare il lavoro e ammazzare ciò che resta della famiglia". Allanon e Thoradin eliminano gli uomini non senza grossi pericoli. Giunti alla tana sotterranea di Sharissa si rendono conto che è la sorella gemella di Isandira ma ne rappresenta la faccia opposta: alla bellezza pura e gentile si contrappone una figura provocante e volgare, dai modi rudi. Al corpo conturbante e sensuale si contrappongono un paio di occhi freddi e crudeli.
Incontrano nelle segrete della casa le povere anime sedotte e schiavizzate alla volontà di Sharissa: condottieri, pirati e financo un re, tutti in cualche modo schiavi di Sharissa.
Allanon e Thoradin riescono comunque a raggiungere il fondo della fonte dove possono scegliere di esaudire un desiderio. Allanon vede nella fonte la sua spada persa nelle profondità delle Colline Nebbiose. Ma lascia che sia Thoradin a esprimere il suo desiderio e riacquistare la vita terrena.
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Isandria
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Sharissa
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Il Castello di Glamis tra Reali e fantasmi
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Il Castello di Glamis tra Reali e fantasmi
Il castello di Glamis in Scozia presso Angus è noto per alcune leggende, oltre a essere la residenza natale della regina consorte Elizabeth Bowes-Lyon, madre della regina Elisabetta II e figlia del 14. conte di Strathmore.
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Infatti, il luogo molto caro alla sovrana Elisabetta, dove la madre ha vissuto la sua infanzia, trascorso la luna di miele con Giorgio VI e dove nasce anche la sorella Margaret, appare intriso di vicende sinistre: fantasmi, diavoli e mostri. Il castello in stile gotico, risale al secolo XII ed è l’abitazione ufficiale dei Conti di Strathmore. Sembra che intorno al castello siano stati trovati anche dei reperti preistorici di pietra pitta chiamata Eassie Stone. Si presenta circondato di parchi, giardini e persino con un cimitero per animali domestici. Il re scozzese Roberto II concede nel 1376 la tenuta a John Lyon, Lord Glamis, poi Conte di Strathmore e Kinghorne, che costruisce una casa. Si suppone sia usato inizialmente come una riserva di caccia reale e poi come la loro residenza.
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Il castello all’inizio era solo una dimora a forma di L, che poi viene ampliata e ristrutturata prima nel 1600 e soprattutto tra diciottesimo e diciannovesimo secolo. Oggi la residenza appare regale con i suoi arredi preziosi, gli appartamenti reali, il salotto, la cappella e la cripta. E alla straordinaria bellezza si aggiunge un alone di mistero e inquietudine in armonia con le vicende storiche. Sembra che l’area sia teatro di fatti sanguinari, come l’omicidio di Duncan I per mano del cugino e da cui Shakespeare trae ispirazione per Macbeth. E secoli dopo Janet Douglas, la vedova di Lord Glamis nel 1540, viene accusata di stregoneria e bruciata sul rogo da Giacomo V. Da allora non contenta del brutale epilogo, appare sotto l’orologio della torre avvolta in una vampata di fuoco.
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Inoltre, nel diciassettesimo secolo il castello viene ereditato dal Conte Patrick Strathmore, un uomo molto violento con il vizio del gioco, che vende l’anima al diavolo. Patrick, obbliga tutti a giocare e a farlo vincere dai parenti alla servitù. Un giorno non trovando nessuno disposto ad accontentarlo appare uno sconosciuto, con cui perde tutta la sua fortuna. Ma riesce a recuperarlo vendendo la sua anima al vincitore, cioè il diavolo. E da allora vive tormentato, rinchiuso nella stanza segreta dove muore pochi anni dopo. Insomma per essere una residenza immersa nel verde non è proprio un soggiorno riposante. Con il tempo si diffondono alcune leggende e tra le più famose il mostro di Glamis, un erede della famiglia che nasce deforme. Motivo per cui viene nascosto e murato vivo in una stanza segreta. Nel 1821 Lord Glamis e sua moglie infatti, hanno un bambino chiamato Thomas che però sembra muoia presto. In realtà il bambino deforme viene nascosto e il segreto rivelato ai giovani rampolli solo con la maggior età vietando di parlarne.
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Alcuni sostengono che questo essere viva per circa duecento anni, superando di gran lunga le note sovrane. Ma per quanto la famiglia sia molto longeva, duecento sembrano effettivamente un po’ tanti. Comunque in famiglia questa strana nascita non è l’unica, basti pensare alle due cugine della regina Elisabetta II, Narcissa e Katherine Bowes-Lyon, che per problemi mentali vengono rinchiuse in manicomio. E si apprende della loro esistenza solo al momento della sepoltura vicino alla nobile casata, dove possono giacere finalmente silenziose e composte e senza isterismi.
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L’ala della dimora invece, in cui si trova la stanza segreta viene chiamata “Mad Earls Walk”, tradotto i Conti che camminano. E tra le altre curiosità nel castello sembra che il re Malcolm II di Scozia nel 1034 muoia proprio sul luogo durante una battuta di caccia, che ispira Oscar Wilde nell’ambientazione del fantasma di Canterville. La dimora preceduta da un lungo viale è ritenuta tra i castelli più belli della Scozia e appartiene dal 27 febbraio 2016 a Simon Patrick Bowes Lyon, il 19. conte di Strathmore.
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Le sue leggende attirano negli anni l’attenzione di molti studiosi come Peter Underwood, famoso per gli studi sul paranormale nel Regno Unito e che dichiara l’esistenza degli spettri e anche della stanza segreta. Notizia confermata tempo prima anche dallo scrittore Walter Scott, che incuriosito visita il castello sostenendo di aver visto il conte giocare a carte nella Torre con il diavolo. Ora per chi avesse intenzione di visitare l’affascinante maniero, meglio non addentrarsi nei meandri scuri dei corridoi o torri, ed evitare di parlare o invocare il demonio. Si potrebbe rischiare la vita eterna in una stanza segreta e non rivedere più la luce. DI: Antonietta Pezzullo FONTE: Read the full article
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expo63 · 6 years
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The Siege of Venice / Caccia alla Vedova (Giorgio Ferrara, 1991): James Wilby, the late, celebrated, Russian actor Aleksandr Abdulov + satin trousers 
With much gratitude to @fermencja :-)))
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ilpianistasultetto · 2 years
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Da quelle parti, sulle colline ascolane, a febbraio faceva sempre tanta neve. La gente di quella piccola frazioncina passava le sue giornate a preparare l'occorrente per la prossima semina e ad accudire quei pochi animali che avevano: il maiale, qualche gallina, una vacca e il somaro. Tanta era la neve che si rimaneva isolati per giorni. Le persone dirette li potevi gia' intravvederle dalla collina di fronte mentre si avvicinavano a piedi o su qualche asino o cavallo ma con tutta quella neve non si aspettava mai nessuno. Una mattina ci fu agitazione.. qualcuno affacciato alla finestra aveva visto scollinare due sagome nere, quel nero che non lasciava spazio a supposizioni. Gaetano e Saverio erano due guardie del fascio e di tanto in tanto andavano in quelle case di gente miserabile a far razia di quel poco che avevano per sfamarsi. Tra 10 min sarebbero arrivati e come gia' altre volte, avrebbero portato via qualche sacco di farina, polli e conigli. Quell'anno il raccolto era stato scarso e se avessero perso anche qualche animale quei contadini straccioni non avrebbero avuto nulla di cui sfamarsi. Vincenzo, detto ZE', cugino di mia nonna Emila, donna vedova con sei figli, non ci penso' un attimo. "E' ora di reagire, basta con queste ruberie, basta con queste angherie. Se ci portano via le bestie moriremo di fame". Imbraccio' il fucile da caccia e si apposto' dietro una grande roccia alle porte del paese. Quando i due furono a 10 metri, si udirono due colpi che fecero rimbombo per tutte le valli. Due sagome nere a terra con la neve che si colorava di rosso sangue. Qualche abitante del borgo inizio' ad aver paura. Il comando fascista avrebbe certamente mandato qualcuno a cercare le due guardie e se veniva scoperto il fattaccio l'intero borgo sarebbe stato passato per le armi. Qualcuno porto' quei due corpi nelle campagne lontane, scavarono una fossa e li sotterrarono. Nessuno doveva dire niente, non un fiato, non un cenno. Donne, bambini, anziani, tutti dovevano rispettare quella decisione. Nei giorni a venire passarono di li diverse squadracce nere alla ricerca dei due camerati scomparsi. Poi, ecco finalmente il 25 aprile..i fascisti in fuga e la fine di quell'incubo ch'era stata la guerra.. Dopo qualche mese, qualcuno mosso a pieta', disse alle mogli dei due dove erano i corpi, cosi da dargli sepoltura. Le urla di strazio di quelle due donne rimbombarono per le valli come quei due colpi di fucile sparati da ZE'. Mia nonna Emilia, ormai con il cuore di pietra per quante ne aveva passate, fece qualche passo avanti e disse loro: " adesso piangete ma quando i vostri mariti tornavano a casa carichi delle cose rubate alle nostre bocche e alle bocche dei nostri figli, cosa dicevate? Ecco la ricompensa che vi siete guadagnate. Vedove e disperate!". @ilpianistasultetto
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oscarwetnwilde · 1 month
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James Wilby as Milord Runbiff in Caccia Alla Vedova (The Siege Of Venice) in 1991.
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punte · 1 year
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Осада Венеции, 1991
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paoloxl · 4 years
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(via 30 Agosto 1868: La Brigantessa)
Michelina De Cesare nacque a Caspoli, in provincia di Caserta il 28 ottobre 1841. Secondo la testimonianza che il sindaco del suo paese rese alle autorità militari, Michelina fin da giovanissima aveva tenuto un atteggiamento ribelle. Egli la definì come refrattaria alla legge e ai buoni costumi, educata al furto fin da bambina. Ci resta tale testimonianza, non si sa se effettivamente rispondente ai fatti o ricostruita ex post a uso della giustizia.
Si sa che nel 1861 Michelina sposò tale Rocco Tanga, da cui rimase vedova appena un anno dopo.
Successivamente incontrò Francesco Guerra, capo di una banda che imperversava nella Terra del Lavoro, denominazione con cui era allora indicato il territorio che comprendeva ampie zone dell’attuale Lazio Meridionale, della Campania e del Molise.
Michelina decise di seguire Guerra, e ne divenne la consigliera. Forte della sua conoscenza dei luoghi, lo aiutò a programmare gli attacchi rivolti ai soldati italiani, ma anche a molte persone che erano state identificate come “ricche”.
La sorte che attendeva Michelina è stata simile a quella della maggior parte delle donne che avevano fatto la sua stessa scelta e che, a seguito di essa, hanno conosciuto la morte o la carcerazione. La strada del brigantaggio non permetteva ripensamenti.
Michelina, però, riuscì per ben tre anni a sfuggire al suo destino, nonostante la caccia molto determinata che venne data alla banda di Guerra.
La donna fu presa solo il 30 agosto 1868 a seguito della delazione di un massaio di Mignano. Egli, attirato dal compenso promesso a chi avesse passato informazioni utili alla cattura della banda Guerra aveva avvisato la Guardia nazionale della loro posizione. La Guardia nazionale aveva a sua volta allertato il fratello di Michelina, Giovanni De Cesare. Come spesso avveniva nella storia del brigantaggio, furono i conti sospesi in famiglia – liti, vecchi rancori, rappresaglie covate nel tempo, che determinarono l’esito. Anche in questo caso fu essenziale l’apporto di un familiare: fu proprio Giovanni che condusse nel posto indicato la Guardia nazionale e un gruppo di soldati del 27° fanteria agli ordini del maggiore Lombardi.
La cronaca della cattura viene riportata in un rapporto del Comando generale.
Per quanto concerne espressamente Michelina esso dice:
«… il compagno che con lui (Guerra) si intratteneva, appena visto l’attacco, tentò di fuggire; una fucilata sparatagli dietro dal medico di Battaglione Pitzorno lo feriva, ma non al punto di farlo cadere, che continuando invece la sua fuga, s’imbatteva poi in altri soldati per opera dei quali venne freddato: Esaminatone il corpo, fu riconosciuto per donna e quindi per Michelina De Cesare druda del Guerra».
Anche in questo scritto per indicare la compagna di un brigante viene utilizzata l’espressione dispregiativa “druda”, tratta dal gaelico. Essa sta a indicare l’amante disonesta, la femmina di malaffare: le cronache del tempo infatti erano spietate nel giudicare le donne che trasgredivano alle leggi, ma soprattutto alle regole imposte al loro sesso. Nei documenti civili e militari dello Stato unitario, nei resoconti processuali e nelle cronache dei giornali del Nord esse venivano descritte come femmine lussuriose e spietate. La condanna nei loro confronti era inappellabile: esse avevano trasgredito alle leggi dello stato e anche a quelle, non scritte, dei comportamenti di genere.
E, nel caso di Michelina, alle parole fu aggiunto un ultimo oltraggio: il suo corpo fu esposto nudo nella piazza centrale di Mignano. Oltraggio e monito
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ilarywilson · 4 years
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E la scrittura invece, come procede?
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«Pare che io abbia ricevuto la prenotazione della mia prima copia».
«Seconda copia» la corregge in tono bonario, rivendicando il suo diritto di primo fan. «Ma prego, procedi pure».
«Il giudice che ha presenziato al mio divorzio era un appassionato lettore davvero curioso di scoprire come fossi finita a sposare un mago che ha pensato bene di non portare un testimone credendo che -diciamo- il Ministero si fosse solo divertito a chiederne la facoltativa presenza via gufo tanto per affollare i propri uffici» squisitamente sarcastica, in quel racconto che non avrebbe giurato di poter rifilare con tanta romanticheria a così breve distanza di tempo. «Insomma è quasi saltato tutto perché la presenza dei testimoni era imprescindibile. Sono volati insulti, minacce» il tono a enfatizzarsi in quel racconto, mentre torna a puntellare i gomiti sul bordo del tavolo «persino tentati omicidi orchestrati della mia sedicente testimone che ha pensato di rendermi vedova per estirpare il problema della stupidità del mio congiunto alle sue radici. Ma quando tutto sembrava ormai perduto: colpo di scena!» pausa ad effetto. «Il testimone fa il suo ingresso a sorpresa: era sempre stato lì. Perché non sia entrato fin da subito, vi domanderete voi» prende un sospiro. «Ancora oggi la risposta è avvolta nel mistero. Per garantirsi un ingresso ad effetto? - vociferano alcuni. Perché il fu-marito è una primadonna con manie di protagonismo? Suggeriscono taluni altri» Anne. «Chi è mai costui?» chi?  Come ha fatto a trovarsi qui? Come? «Udite, udite...» mimando anche un paio di parabole ai lati delle orecchie per dare corpo al racconto, cercando con un guizzo di divertimento lo sguardo altrui. «Il passato amante nonché attuale fidanzato... del compianto ex marito» mano sul cuore, un profondo e tragico sospiro e stranamente alcuna traccia di acidità nel condividere con lui quel succulento dettaglio. «Sai cosa penso?» tornando discorsiva e più composta, con una punta di divertimento a sporcarle il tono. «Che l`ipocrisia sia un dono di cui la letteratura non potrebbe decisamente fare a meno; cos`è un buon racconto senza un antagonista o senza peripezie?»
Se in un primo momento sembra stranito, è rapido ad assumere i modi canzonatori di sempre, posandosi a propria volta una mano sul petto nella perfetta imitazione della reazione di lei «Ed è stato l`amante il Tranello del Diavolo che ha fatto naufragare il vostro matrimonio?» a caccia di ciò che i Babbani definirebbero forse pomo della discordia, senza tuttavia ostentare un interesse fin troppo esagerato.
I’m glad you asked
Simulando ora la più navigata delle autrici intenta a rispondere alle domande del pubblico con quella smania frivola di condividere maggiori dettagli. «No. Il Tranello risale a due anni e mezzo fa`» prego aprire nuvoletta di flashback accanto alla sua testolina. «Un misterioso professore di incantesimi di nero vestito approcciò l`allora assistente infermiera del castello» riprendendo così il racconto. «Inspiegabilmente» puntualizza «il compianto ex-marito cadde sotto gli oscuri influssi d`una delle più antiche maledizioni che il mondo magico tutt`ora conosca» un`altra pausa ad effetto «la gelosia». Zan-zan. «Quando attentò alla vita dell`affascinante professore ferendo innocenti e la propria stessa moglie, la nostra saggia protagonista prese la decisione di allontanarsi dal tetto coniugale. Il recente riavvicinamento dei due sventurati ex sposi è stato un tragico errore, o forse lo snodo narrativo che serviva all`autrice per portarsi alla risoluzione finale» aggiunge pensosa, andando a concludere. «Delusa, affranta, le sue peggiori paure e recondite convinzioni ormai confermate... appose la parola Fine dopo una drammatica cerimonia di disgiunzione dei voti e con il primo autografo della sua lunga e prospera carriera letteraria».
«La tua testimone non aveva poi tutti i torti. E poi gli abiti neri sono una garanzia in ogni occasione».
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«Lo zio ha deciso finalmente di posare così che non debba disegnarlo a memoria un`altra volta?»
«Un`altra volta?» oh, sì, questo sicuramente basta a catturarlo all`amo. Prende posto sulla sedia e ricomincia a sfogliare lentamente i fogli di quell`album, spalancando occhiate di riluttante rispetto alla vista dei propri stessi ritratti.
«Sono buoni. Forse anche troppo, per questo posto. Mai pensato di provare a esporre al Club delle Arti? Ad ogni modo, quale volto preferiresti immortalare, oggi, mh?»
«Quello autentico?»
«Davvero preferisci il volto autentico? E perché non quello del momento?»
Ricambia il suo sguardo e con un altro sorriso va a rispondere a quella domanda. «Curiosità artistica... smodata passione per l`autenticità, privilegio».
«Ti concedo un mio ritratto dal vivo, in cambio del suo disegno» le propone con un secondo sorriso.
«Oh... mi spiace, ma non credo di poterlo fare. Posso offrire un capo d`abbigliamento di tua scelta, però»
Sorpreso e persino vagamente indignato al pensiero di non poter ottenere qualcosa. Il disegno di Rachel, nello specifico. Si lascia in ogni caso blandire dalla promessa di qualche capo d`abbigliamento, sorridendo senza mostrare i denti, richiudendo l`album e la questione.
«Così si ragiona»
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weirdesplinder · 5 years
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Lista di romance storici con protagoniste donne che lavorano
Lista di romanzi rosa storici con protagoniste femminili che lavorano, elencherò i libri per autrice, poiché ho notato che se a una scrittrice piace questo genere di protagoniste della working class, le utilizza in diversi suoi libri, perciò l’elenco avrà dei sotto elenchi, siete avvertite. Altro avvertimento è che la lista è molto incompleta in quanto i romance con working girls sono tantissimi e non potevo né volevo elencarli tutti, per restringere la lista sono andata a mio gusto personale e ho scelto alcuni lavori atipici, non troverete governanti o cortigiane qui, c’è solo una tutrice e solo perché il romanzo è talmente bello che non volevo escluderlo. E, ultimo avvertimento, sono tutti libri ambientati nell’Ottocento, tranne uno. Ecco la lista:
-Iniziamo con l’autrice Maya Rodale che in molti suoi libri utilizza delle protagoniste che lavorano, disponibile in italiano ho trovato solo questo pubblicato da Harpercollins:
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La città dei sogni New York, 1895New York, la città dove i sogni possono divenire realtà. Quello di Brandon, Duca di Kingston, è trovare una ricca ereditiera da sposare per mantenere le sue vaste tenute, mentre quello di Miss Adeline Black, una giovane e intraprendente sarta, è di aprire finalmente un negozio da modista tutto suo, dove confezionare innovativi e comodi abiti per signore. Dal primo istante in cui il destino li fa incontrare, tra loro si accende un'attrazione mai provata prima. Consapevoli però che la differenza sociale che li divide è un ostacolo insormontabile, decidono di collaborare per realizzare le loro aspirazioni: lei aiuterà il duca a individuare l'ereditiera più adatta alle sue necessità, mentre Brandon porterà Adeline negli ambienti più eleganti dove potrà mostrare le sue creazioni. Sembra un piano perfetto, ma sapranno accontentarsi e impedire ai loro cuori di reclamare di più?
Ma in realtà ha scritto un’intera serie, The writing girls serie, dove protagoniste sono delle giornaliste, purtroppo inedita in italiano (se mi sbaglio ed è stata tradotta correggetemi):
Writing Girls
1. A Groom of One's Own (2010)
2. A Tale of Two Lovers (2011)
3. The Tattooed Duke (2012)
4. Seducing Mr. Knightly (2012)
- Altra autrice che ha dedicato un’intera serie alle donne che lavorano è Laura Lee Guhrke con la serie Girl Bachelors inteamente pubblicata in italiano da I romanzi Mondadori:
1. E infine la baciò
Harrison Robert, visconte di Marlowe, editore di successo e non meno fortunato dongiovanni, sfidando tutte le convenzioni sociali ha fatto di Emma Dove la propria segretaria. Ma per quanto Emma sia precisa, competente, efficiente, il suo sogno è diventare un’affermata scrittrice.
2. Le malizie di un Duca
Prudence Bosworth conduce una vita modesta ma dignitosa, lavora come sarta e interviene ai balli dell’alta società solo per realizzare i piccoli rammendi dell’ultimo momento. È durante una di queste serate che incontra Rhys de Winter, l’affascinante duca di St Cyres, l’uomo più bello che abbia mai visto: l’uomo dei suoi sogni
3. Il segreto di un gentiluomo
Coronando il sogno di una vita, Maria Martingale torna dalla Francia per aprire in Mayfair una pasticceria. Tutto sembra filare liscio, ma l’altezzoso Phillip Hawthorne, marchese di Kayne, cerca di metterle i bastoni fra le ruote.
4. Tanto può la seduzione
È dura per una ragazza sola guadagnarsi da vivere lavorando. Lo sa bene Daisy Merrick, che ha di nuovo perso un impiego a causa della propria schiettezza. Ecco perché, per costruirsi il futuro a lungo sognato, decide di mettere a punto un piano, che purtroppo dipende dall’uomo più esasperante che lei abbia mai conosciuto: Sebastian Grant, conte di Avermore.
- Passiamo poi ad Amanda Quick i cui romanzi con protagoniste donne con professioni atipiche purtroppo sono inediti in italiano.Le protagoniste della serie Ladies of Lantern Street sono investigatrici sotto copertura ad esempio:
1. Crystal Gardens (2012)
2. The Mystery Woman (2013)
3. Otherwise Engaged (2014)
Mentre la protagonista del romance ambientato nel 1930, intitolato Tightrope, è una trapezista.
- Mary Balogh ha invece utilizzato delle insegnanti nella sua serie Simply Quartet, interamente pubblicata in italiano da I romanzi Mondadori:
1. Risveglio di passioni
Si incontrano durante una bufera di neve: lei una giovane insegnante con un passato segreto, lui l’attraente straniero che inaspettatamente giunge a soccorrerla.
2. Semplicemente amore
Anne Jewel, madre nubile e insegnante, viene invitata con il figlio nella residenza gallese dei Bewcastle per l’estate. Il giorno del suo arrivo Anne si ritrova a osservare, non vista, un uomo che la colpisce per avvenenza e virilità: quando però si volta, le rivela un volto deturpato dalle cicatrici.
3.Semplicemente magico
I destini di Susanna Osbourne e Peter Edgeworth, visconte di Whitleaf, tornano a incontrarsi nello scenario di una sontuosa tenuta di campagna.
4. Semplicemente perfetto
Claudia Martin, colta e dai modi semplici, dirige con impegno e intelligenza una scuola per giovani signore poco abbienti. Genuino è il suo disprezzo per l’aristocrazia e per la superficialità dei rituali che la caratterizzano. Trovarsi quindi in viaggio da Bath a Londra in una splendida carrozza con Joseph Fawcitt, marchese di Attingsborough, è per lei un tormento.
Vi segnalo anche della serie Bedwin, il libro: Duca di ghiaccio, dove la protagonista femminile è l’ex tutrice della sorella del protagonista maschile Wulfric
- Poteva mancare Elizabeth Hoyt al nostro elenco? Certo che no. Anche tra i suoi libri le protagoniste che lavorano non mancano, io mi limito a citarvene uno, pubblicato da I romanzi Mondadori: 
Maliziose intenzioni
Lazarus Huntington, lord Caire, è deciso a dare la caccia al feroce assassino che si aggira nei bassifondi di St Giles e che ha ucciso la sua amante. Ma per scovarlo ha bisogno dell’aiuto di Temperance Dews, vedova e direttrice di un orfanotrofio, che conosce quella zona come le proprie tasche.
- Julie Anne Long è più nobiliare nelle sue scelte, ma anche tra i suoi libri non manca una sarta come protagonista, il romanzo in questione è stato pubblicato da I romanzi mondadori:
Conquistare un marchese
Il freddo e controllato Julian Spenser, marchese di Dryden, pretende per sé solo il meglio. E ora ha trovato la moglie perfetta, la bella ereditiera Lisbeth Redmond, la cui dote gli permetterà di recuperare l'ultima proprietà di famiglia. Tuttavia basta uno sguardo alla sua dama di compagnia/sarta, Phoebe Vale, per scombussolargli i piani.
- Opera di Lorraine Heath è un romanzo con protagonista la proprietaria di una taverna edito da Harpercollins:
Un duca per Gillie Trewlove
Londra, 1871Venire lasciato all'altare è già stato umiliante, ma essere salvato dall'aggressione di una banda di teppisti da una donna, per quanto coraggiosa e bellissima, è davvero il culmine della terribile giornata del Duca di Thornley. O forse no. Gillie Trewlove, infatti, non solo lo ospita sino alla sua completa guarigione nella propria taverna, ma si offre anche di aiutarlo a setacciare gli angoli più bui di Londra alla ricerca della sua sposa fuggitiva.
- Sophie Jordan ha scritto invece un romanzo con protagonista una commessa, edito I Romanzi Mondadori:
Un duca imprevisto
Poppy Fairchurch è un'inguaribile sognatrice che per mantenere se stessa e la sorella minore Bryony lavora come commessa in un negozio di fiori. Qui s'invaghisce dell'affascinante duca di Autenberry sognando addirittura che possa chiederla in sposa, finché un giorno accade l'impensabile. Il duca sbatte la testa, cade in un coma profondo e da quel momento una serie di equivoci spalancano le porte della nobile famiglia alla giovane Poppy, che viene scambiata per la sua fidanzata. L'unico a non credere che le cose stiano davvero così, ben conoscendo l'indole libertina del fratellastro, è Struan Mackenzie…
- Courtney Milan ha pubblicato un romanzo con protagonista la proprietaria di un giornale per suffragette, purtroppo inedito in italiano:
The Suffragette Scandal
Frederica Marshall is one of the early suffragettes. Owner of a successful all-women newspaper, she campaigns to prove to 1877 society that equal rights is something that can and should happen. But when a man whom she once spurned tries to shut down her efforts, she must enlist the help of his brother – aristocratic forger and scoundrel Edward Clark – to keep her campaign alive.
- Miranda Davis ha avuto la fantasia di scegliere come protagonista di un suo romance una farmacista (dell’Ottocento…), ma purtroppo anche questo è inedito in italiano:
The Duke's Tattoo
Before he was the tenth Duke of Ainsworth, Jeremy Maubrey was one of the ‘Four Horsemen of the Apocalypse’ and a cavalry officer known for his implacable nature. But what he wakes up to find on this particular morning requires revenge of a whole new order of magnitude. Bath’s only female apothecary, Miss Prudence Haversham has dreamed of revenge against the duke who ruined her life nine years ago. Unfortunately, she made one simple mistake and mocked the wrong man indelibly. Now, Miss Haversham can only pray her innocent victim never discovers the guilty part.
- Altra scrittrice che ama personaggi particolari è certamente Laura Kinsale, io mi limito a citarvi solo uno dei suoi libri, ma molti vedono protagoniste donne e uomini fuori dai soliti schemi romance. Io vi cito un suo romanzo pubblicato da I romanzi mondadori:
Un sogno ci salverà
Quando Ransom Falconer, duca di Damerell, si reca dal famoso inventore Merlin Lambourne, ha un solo scopo: convincerlo a mettere il suo talento al servizio della patria, nella guerra contro Napoleone. L’ultima cosa che si aspetta è che, in realtà, Merlin sia una donna.
- L’autrice Aliyah Burke credo sia completamente inedita in Italia come il suo libro con protagonista una assassina/guardia del corpo:
What the Earl Desires
A pair of English women hire Najja, an African assassin, to protect them. In the course of her duties she meets Colin Faulkner, Earl of Clifton. But they can never be together, because the year is 1811, and an entire continent – plus her loyalty to her father – lie between them.
- Altro titolo inedito in italiano è di Darlene Marshall e vede protagonista una piratessa:
What The Parrot Saw
Captain Mattie St Armand is not just a woman: she’s the biracial bastard daughter of a pirate and a freedwoman, so she needs a naïve white man to help deflect the authorities while she smuggles slaves from Florida to freedom in the Bahamas. This is where Oliver Woodruff comes in. A naïve white man who needs rescuing from a whorehouse, he’s the perfect man for her job.
- L’ultima autrice che includo nella lista è…me stessa. Infatti nel mio romanzo L’ELISIR DI MANTOVA, edito Leggereditore, romance ambientato nell’Ottocento, una delle due protagoniste femminili è infermiera e a volte fa le veci di medico.
1846. Adam Roschmann, è un uomo in fuga dalle responsabilità e dal mondo. Figlio di William e Matilde, viene espulso con disonore dall’Accademia militare. Coinvolto in vicende torbide legate al gioco d’azzardo, si dedica a imprese che non dovrebbero riguardare un uomo del suo ceto. Ritornato nei luoghi natali si imbatte in Elena, un’amica d’infanzia. Elena Harting sta seguendo le orme del padre, lavora in ospedale e cura i malati proprio come fosse un vero medico. Troppo testarda e intelligente per uno spregiudicato buono a nulla come Adam. Fra Verona e Mantova colpite da un morbo insidioso e la città di Vienna custode di molti segreti, il loro rapporto si trasforma in una pericolosa altalena di emozioni.
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corallorosso · 6 years
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Una vita per gli altri: il coraggio di Fannie Sellins, uccisa dagli uomini dello sceriffo perché difendeva gli operai e i loro bambini dalla violenza padronale “Mi accusano di aver portato scarpe ai bambini di Colliers. Quando penso ai loro piedi scalzi, blu a causa del freddo pungente dell’inverno, sono ancora più convinta del fatto che, se è sbagliato aiutare quei bambini, continuerò a commettere un reato finché avrò mani o piedi per strisciare sino a Colliers.” Era così Fannie Sellins, una donna coraggiosa che non aveva paura di stare sempre dalla stessa parte: quella degli ultimi, degli emarginati, dei miserabili. Non solo perché era anche lei immersa in quel carnaio di uomini, donne e bambini, che negli Stati Uniti a cavallo tra 800’ e 900’ erano costretti a lavorare in condizioni inumane per sopravvivere; non solo perché, giovane vedova, aveva dovuto tirar su quattro figli racimolando un salario da fame in una fabbrica di indumenti di St. Louis; ma anche perché riteneva che ognuno dovesse impegnarsi per gli altri: per i loro diritti, per la loro libertà, per la loro felicità. Per questo aderì al nascente movimento sindacale e guidò importanti scioperi ed agitazioni, in difesa dei lavoratori e delle lavoratrici, ma soprattutto si prodigò per fornire assistenza a tutti coloro che erano in difficoltà. Aiutava le donne sole, le famiglie indigenti, dava cibo agli orfani, organizzava raccolte di generi alimentari, di vestiario, di coperte da distribuire a tutti i bisognosi. Insomma Fannie viveva per gli altri. E questo suo sfrenato attivismo di certo non piaceva a chi sul lavoro, sul sudore, sulle fatiche degli altri costruiva i propri imperi economici. In particolare non piaceva ai padroni della valle del fiume Allegheny, una regione zeppa di miniere e impianti siderurgici. La chiamavano la “valle nera”, per la violenza con cui le autorità reprimevano qualsiasi tentativo di emancipazione sociale. Ma quando Fannie fu mandata nell’area dall’United Mine Workers, il sindacato dei minatori, riuscì in poco tempo a guadagnarsi la fiducia dei lavoratori e ad organizzare diversi picchetti. Fu proprio nel corso di un’agitazione che una dozzina di uomini dello sceriffo, insieme ad un gruppo di guardie, attaccò i minatori con una violenza inaudita. Fannie si lanciò verso i picchiatori cercando di proteggere Joseph Starzelsk, un lavoratore in fin di vita e alcuni bambini, figli di minatori in sciopero. Gli uomini dello sceriffo e delle guardie, forse riconoscendola, lasciarono Starzelsk in una pozza di sangue per darle la caccia. La raggiunsero e dopo averla atterrata, le spappolarono il cranio e le spararono alla testa e alla schiena. Per l’omicidio di Fannie una giuria della Pennsylvania decretò che l’unico colpevole era la vittima. Non avrebbe dovuto protestare, scioperare, aiutare chi era in difficoltà, avrebbe dovuto lasciare i minatori allo loro sorte. Ma Fannie non poteva farlo, Fannie era così, lei viveva per gli altri. (Cannibali e Re)
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