Tumgik
#Cibo e letteratura
elosdiary · 1 year
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“Senti, mamma...”
“Senti, mamma...tu pensi che sia stato un bene diventare madre?”
La sua voce schietta arrivò alle sue stesse orecchie. La madre rimase in silenzio per un attimo e poi scoppiò a ridere a crepapelle.
“Un bene, un male...non ci ho mai pensato in questi termini. Mi sembra di essere tua madre dal giorno in cui sono nata. Ormai non riesco più a immaginarmi diversamente.” 
Tamaki la ringraziò e mise giù [...]. Forse io e lei siamo sempre state madre e figlia, fin da quando era molto piccola. Quindi forse anche questo qualcuno dentro di me aspetta di incontrarmi già da tanto tempo, da qualche parte. Forse sa già che sono una che odia le faccende domestiche e la vita in generale. E forse gli va bene lo stesso. Si poggiò delicatamente la mano sinistra sulla pancia, ancora piatta.
- Mitsuyo Kakuta, Sushi misto dopo l’amore e altri racconti
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blogitalianissimo · 3 months
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sai tutto quello che è successo ieri mi ha fatto pensare ad una cosa…
per contesto: vivo nel sud della Svizzera, nell’unica area italofona, anche se sono italiano. Ho iniziato a riflettere su quanto queste dinamiche italiane si riflettano anche qui in Svizzera, anche se i problemi non sono nemmeno paragonabili a quelli che il sud deve affrontare. Però anche solo pensando alla percezione che quelli più a nord (o come piace a loro chiamarsi “della Svizzera centrale”) hanno di quelli al sud, in particolare del cantone italiano, quello più al sud di tutti i cantoni (che sono come le regioni), ti fa capire quanto ottusi gli uomini siano. Quanto idioti e bigotti. Quanto ripetitivi nel loro pensare. Il sud della Svizzera è percepito anche lui come una “spiaggia a basso costo con buon cibo”. Questo è quello che siamo per loro. Siamo quelli esotici che non si comprendono, perché in italia è una questione di dialetti (o comunque di lingue come il napoletano che hanno avuto una metamorfosi a partire dal latino in parallelo al volgare italiano), ma qui è una questione di lingue. Non mi sento di screditare la parte francese, spesso sono molto educati e sanno parlare sicuro anche il tedesco e l’inglese, ma spesso ti sorprendono e sanno anche l’italiano. Però gli svizzeri tedeschi (secondo me da distanziare totalmente dai tedeschi di Germania) oh poveri noi. Loro lo sanno di essere la maggioranza (non badano molto allo studio di altre lingue) e lo sanno che il nostro futuro dipende tanto dalla capacità di esprimerci nella loro lingua, che per nota personale: la odio. Suona così male, soprattutto lo svizzero tedesco (che è il loro dialetto, molto diverso dal tedesco che impari a scuola). Esiste una unica università italiana in Svizzera, la quale non ha una gamma ampia di corsi. Se vuoi fare il medico, il fisico, il chimico, letteratura straniera, psicologia e non so quanti altri devi studiare o in tedesco (miglior scelta, perché è dove ci sono le università più prestigiose) oppure in francese. E lo so che ora penserai: beh studia in italia. E ti rispondo subito dicendo: non dopo tutta quella fatica che uno fa per prendere una maturità svizzera. Perché se in italia tanti bocciano il primo anno di università, qui il vero ostacolo è il primo anno di liceo (dove mediamente quasi il 40% non ce la fa). I programmi sono diversi, ma ora non voglio scendere troppo nei dettagli. Inoltre studiare in italia per fare l’avvocato in Svizzera non funziona. Devi studiare per forza in un’altra lingua (e per forza parzialmente in tedesco, perché alcuni codici sono solo in tedesco). Molte persone della mia età se ne sono andate in altri cantoni, a settembre perderò le mie ultime amicizie del liceo di qui. La “fuga di cervelli” c’è anche qui. Eccome se c’è. Ci sono i salari più bassi, mentre le spese aumentano e la nostra lingua viene sempre messa da parte a favore del tedesco (nel nostro stesso cantone intendo). Ci sono tutti questi problemi, tutte queste dinamiche, ma poi oltre passo il confine e le carte si girano, improvvisamente gli stereotipi si invertono. Perché non parlo più una lingua estranea, solo l’accento cambia. Dei pregiudizi calano e nuovi sorgono.
Non ha letteralmente senso. Sono tutti persi in un bicchier d’acqua. Volevo concludere dicendo che queste separazioni sono assurde ed è assurdo pensare di imporre un modello del genere in Italia. Di frantumare il sogno secolare dell’unità. Chi sono queste persone contro ogni figura storicamente importante della tradizione che credeva in questo ideale? Non verranno mai ricordate e dovrebbero sperare che vada così, perché in caso contrario non sarà per buone ragioni. la Svizzera funziona con i cantoni come cantoni sovrani (qui c’è tanta indipendenza), ma funziona perché non c’è mai stato un’altro modello. L’Italia non è stata pensata così. Mi spiace per tutto quello che sta succedendo, spero in colpo di fortuna.
L'unica cosa che posso aggiungere è che la Svizzera è schifosamente ricca e ogni cantone può autonomamente sostenersi da solo, anche quello "più povero", in Italia se lo fai condanni alla povertà oltre la metà del paese e ALL'INEFFICENZA l'altra, perché la Lombardia in questi anni ci ha dimostrato di essere un disastro, e dall'autogestione s'incasinerà ancora di piu.
Per il resto per carità capisco, ma tieni conto che i problemi della Svizzera in Italia sono quintuplicati e ci sto andando piano, e non è per sminuire quello che passate voi lì ma santo iddio qua stiamo vivendo un incubo e stiamo valutando l'emigrazione
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tettine · 7 months
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Io voglio i fiori, i regali, i complimenti e l'affetto in pubblico. I discorsi sulla letteratura, gli orgasmi per eccesso, i dibattiti scientifici, che si parli di me agli amici, le sorprese, l'essere osannata e amata, i dolci, il cibo cucinato per amore e non sono più disposta ad accettare altri trattamenti
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petalidiagapanto · 2 months
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«Non si ama la vita in se stessa, si amano i posti, le persone, i bei ricordi, il cibo, la letteratura, la musica. E poi ti capita di incontrare una persona che richiede tutto l'amore che tu hai da fare e se perdi questa persona credi che tutto il resto si fermerà con lei, mentre tutto il resto invece va avanti lo stesso»
(Dal film Mr Morgan)
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papesatan · 10 months
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schegge da un pomeriggio d'ordinaria follia
Romeo caracolla verso il banco, in tenuta da calcetto. Controllo il diario: compito di italiano: leggere pagina 6, trasformare il testo descrittivo soggettivo in oggettivo, per poi illustrarlo con un disegno. Guardo il testo: L’elefante. “L’elefante è uno degli esseri viventi più grandi al mondo. Possiede due zanne di 3 metri e una proboscide con cui attacca, se minacciato, e si procura cibo e acqua. Vive prevalentemente in Africa e Asia...” Il testo è già oggettivo. Cosa accidenti devo fare? Scrivo alla madre. Romeo mi guarda, sperso: “Intanto lascia una pagina e fai il disegno” dico “Sai disegnare un elefante?” “Sì, ma alle 4 e mezza me ne devo andare”.
Nel frattempo corro a segnare i compiti di Paolo, gentilmente offerti dal registro elettronico inviatogli da sua madre: compito di aritmetica: pag. 172, es. 160-163-165. Apriamo il libro a pag. 172: il nulla. Paolo gioisce entusiasta, “Forse è giusto così, non bisogna fare niente, mi sa”, cerco di tenermi calmo, la prof ha sbagliato chiaramente pagina. Scrivo alla madre. Indico il problema, chiedo ragguagli. Invito Paolo a svolgere la materia successiva. Jacopo mi chiama a gran voce: “Giuseppe, il bagno è allagato, qualcuno ha fatto pipì per terra!” Non ho tempo d'andare a controllare, perciò lo invito momentaneamente a scansarla. Si mette a ridere e continua: “Sai che somigli a Daniele? Siete fratelli!” Daniele per tutta risposta lo guarda e fa: “Magari Giuseppe fosse mio fratello!” poi fissa mio padre e aggiunge: “E Andrea è mio nonno”. Mio padre gongola felice e in un certo senso lo sono anch’io, se il mio lavoro ha il potere di compensarlo dei nipoti che non ha. “Qui siamo tutti fratelli” conclude Jacopo “e Giuseppe è nostro padre”. Prossimo alla commozione, li invito piuttosto a sbrigarsi. Controllo il telefono, la mamma di Romeo ha risposto: “Dicono che il testo è soggettivo e devono trasformarlo in oggettivo”, “Ma non è vero!” m’incazzo, “Faglielo fare come credi. Non so che dirti”. Getto via il telefono. Sono seriamente tentato di bruciare il libro. Che faccio? Romeo sta disegnando ancora l’elefante. È un elefante bello grosso, quindi ho ancora un po’ di tempo. Ma devo pensare a una soluzione, e in fretta. Nel frattempo entra Melissa, secondo superiore: “Domani ho il compito di letteratura sui Promessi Sposi” vorrei uccidermi “E tu ti ricordi il giorno prima? Sono due settimane che ti ripeto di cominciare a prepararti per il compito. Sai che dobbiamo studiare oltre 30  pagine, vero? Come pretendi di poter fare tutto in un giorno?” Mi guarda sconsolata “Comincia a fare le mappe, mo vengo e vediamo insieme”. Una voce fuori campo grida: “Giuseppe alle 5 meno un quarto me ne devo andare!”. Fingo di non sentire e corro da Paolo. La madre ha finalmente risposto: “È giusto così”. Ma come può essere giusto così? La chiamo. Ribadisco il problema, non capisce, “Ok, non farglielo fare”. Paolo gioisce al settimo cielo. Su tutte le furie, lo minaccio di dargli dei compiti extra se non la smette. Volo da Romeo, ha finito l’elefante, devo farmi venire un accidenti d’idea. Trasformarlo da oggettivo in soggettivo è impossibile, dovrebbe aggiungere delle considerazioni personali, farlo proprio, non voglio spingerlo a sbagliare, data la consegna, in più non c’è più tempo, così gli dico: “Ok, lo vuole oggettivo? Lo facciamo oggettivissimo”. Ricopiamo il testo, estromettendo avverbi e aggettivi, rendendolo così ancor più neutro e scientifico. “Giuseppe tra mezz’ora me ne devo andare!” Mi precipito da Melissa. La professoressa ha stabilito uno schema base per indicare i punti che vorrebbe veder analizzati nel commento del primo e del secondo capitolo dei Promessi Sposi il giorno dopo: biografia dell’autore, cenni storici, analisi del periodo, influenze e ispirazioni, commento al primo capitolo, commento al secondo capitolo. Melissa mi mostra le mappe: “Vanno bene così?” ha appena iniziato la biografia di Manzoni, sarà un lunghissimo pomeriggio. Giankarol intanto langue addormentato, “Giankarol studia scienze” “No” risponde “Non ho il libro”, “Usa quello della compagna”, “NO, non mi va” e si rimette a dormire, “Giankarol, guarda che chiamo tua madre! Studia scienze e non farmi arrabbiare!” “No” sussurra riaddormentandosi, mentre m’allontano. “Giuseppe tra dieci minuti me ne devo andare!”
Squilla il telefono, è la mamma di Paolo. “Giuseppe, avevi ragione, la professoressa ha sbagliato, era pagina 138, grazie”, Paolo smette di ridere e comincia a piangere disperato, dimenandosi matto sulla sedia. Chiedo ad una delle mie dipendenti di metter fine alle sue pene, mentre Giankarol persiste a dormire. “Giankarol, fai scienze”, “No”. Loris mi saluta zaino in spalle: “Giuseppe, ho finito, me ne devo andare” “Ma non ti ho ancora corretto!” “Mio padre mi sta aspettando, è già fuori!”. Bestemmiando, lo costringo a togliersi lo zaino e a farmi vedere i compiti. Lo spedisco fuori a calci e corro da Melissa, in lacrime: “È troppo… ho mal di testa, non ce la faccio”, mi siedo accanto a lei e sottolineo le informazioni essenziali al posto suo, la sprono a continuare. Ha finito la biografia, siamo alle influenze. Il romanzo storico, Walter Scott. So già come andrà a finire, ma non voglio dirlo. Bisogna fare le maledettissime mappe, dopodiché studiarle ed elaborarle infine in un discorso organico (cosa che in secondo superiore non è ancora in grado di fare), creando una bozza di commento, una simulazione di prova. La vedo nera. “Giuseppe alle 5 e mezza me ne devo andare!” Giankarol intanto sogna. All’ennesimo rifiuto, chiamo la madre. Sta arrivando, dice. Il doposcuola si svuota, m'accorgo che Melissa è allo stremo, sono già le sei, non ce la farà. M’avvicino a lei, ha smesso già da un po' di lavorare e, preso esempio da Giankarol, s’è lasciata andare sul banco, atrocemente afflitta. “Chiama mamma” le dico “le devo parlare”. Intanto arriva la mamma di Giankarol. Lo grida un po’, lo redarguisce, fanno teatro, lei lo prega, lui le sibila parole d’odio alle spalle, soddisfatta se ne va. Mentre assisto al bieco spettacolo, la mamma di Melissa chiede spiegazioni al telefono: “Allora domani non la mando a scuola…” Non so che dirle. Per me è un enorme fallimento. Mi siedo accanto a Melissa e le faccio un veemente discorso sul reagire e tramutare la rabbia e le emozioni negative in determinazione e voglia di rivalsa. Se ne va, guardandomi sconsolata. Il compito dovrà comunque farlo, se non quel giorno, un altro ancora. L’appuntamento con Manzoni è solo rimandato, ma almeno avremo tempo per prepararlo con più calma. Giankarol dorme ancora. Mi siedo con lui e lo prego di studiare. Cerco di convincerlo in ogni modo, ma non m’ascolta. Odia la prof di scienze e tutto ciò che ad essa è collegato. “Io non voglio fare lo scienziato” dice “non me ne frega niente”. Non so che fare. Lo supplico, come se ne andasse della mia stessa vita e mi domando se forse non dovrei essere io stesso a instillargli quella voglia che gli manca, inventarmi qualcosa, la differenza fra un bravo maestro ed uno mediocre. Finisce con lui sonnecchiante ed io a ripetergli asmr le varie tipologie di tessuto: epiteliale, connettivo, muscolare e nervoso, sperando entrino in lui per via inconscia. Buonanotte Giankarol, e fai bei sogni.   
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nusta · 3 months
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Stasera mi sono dedicata alla lettura e di nuovo con Sortilegi di Bianca Pitzorno ho cominciato e finito tutto d'un fiato. Anche questo è un libro breve, composto da tre racconti, il primo più lungo ed elaborato, gli altri velocissimi. Tante emozioni, dolcezza, sorpresa, rabbia e frustrazione, più il piacere di leggere un italiano "anomalo", perché viene in parte ricreato lo stile dell'epoca dei fatti, ambientati nel corso del Seicento. Mi è sembrato di tornare sui banchi di scuola a leggere i brani delle antologie di letteratura *_*
A riattizzare negli animi la paura della strega ci fu, sul finire di settembre, il caso di Guido di Cesco Arrighi, il quale era stato, come ognuno avea a mente, uno dei primi, insieme al Lapo e al Vieri suoi compagni, a dire d’aver scorto la sconosciuta in fondo alla valle. Guido in quei giorni avea tolto in moglie la figliola di Agapito Grazzini, una giovane sana e ben formata che si nomava Porzia, ma con suo gran sconcerto né la notte degli sponsali né le notti e i dì seguenti gli riuscì di compiere con essa l’unione coniugale. E ciò, come fu appurato più tardi, non a causa di qualche difetto della sposa o della di lei estrema ritrosia, siccome vergine e d’età assai acerba, ma per la propria impotenza, ché ad ogni nuovo assalto Guido si ritrovava col membro intirizzito e privo d’alcun vigore. La vecchia Lisabetta di Poggio Alto, chiamata a dar consiglio e rimedio come colei ch’era esperta nell’arte di raccogliere i putti alla nascita e d’ogni malanno femminile, dopo aver tentato invano di fortificare lo sposo con brodo di cappone nel quale erano bolliti a lungo de’ chiodi di garofano e noce moscata, disse che se questo ottimo medicamento non avea sortito alcun effetto, la cagione del male era da ricercarsi in qualche malocchio o legatura gettati sullo sposo dalla strega di Vallescura. Guido protestò non esser ciò possibile, giurando per tutti i Santi di non essersi mai accostato alla sconosciuta sì da esserne toccato, di non aver mangiato alcun cibo dalla mano di lei, anzi, di non esser mai stato da lei nemmanco veduto, cosa di cui era certissimo. Ma gli fu risposto che simili streghe e maliarde sanno lanciar sguardi senza parere e che tale è la forza di questi sguardi da compiere guasti d’ogni sorta negli uomini, negli animali e nelle cose.
Alla fine del primo racconto c'è anche una breve bibliografia sulla stregoneria e i processi alle streghe, per chi volesse approfondire. Se fossi un'insegnante lo farei leggere alle mie classi, siccome sono solo zia aspetterò che le mie nipotine abbiano l'età giusta per consigliarlo pure a loro. Mi sa che alla prossima occasione lo regalerò a mia mamma, insieme a "Il sogno della macchina da cucire".
Queste storie di donne del passato sono davvero preziose, sono proprio contenta di aver "riscoperto" questa autrice *_*
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weirdesplinder · 1 year
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La mia top ten dei classici della letteratura americana
Eccoci a un nuovo post della serie dedicata ai Classici della letteratura e oggi tocca ai classici americani che io amo in particolare.
E intendo America come continente, non gli Sati Uniti solamente.
Naturalmente come sempre è una lista super soggettiva, non odiatemi se non nomino grandi della letteratura americana come Hemingway, Kerouac, Melville, Jack London, Francis Scott Fitzgerald, Faulkner o Harper Lee, vanno certamente letti e nominati, ma era una top ten e purtroppo ho dovuto escludere molti e lasciarmi guidare dai libri che io personalmente ho amato leggere.
Non vedo l'ora di scoprire invece i vostri preferiti di questa categoria, mi raccomando segnalatemeli in commento.
La mia top ten:
1. Radici, di Alex Haley
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Trama: Nella seconda metà del Settecento il giovane Kunta Kinte viene strappato dal suo villaggio africano e portato in America come schiavo. La sua vita cambierà, come quella dei suoi discendenti: Bell, Kizzy, Chicken George e tutti gli altri, fino a giungere ad Alex Haley, l'autore di queste pagine.
2. La valle del'Eden, di John Steinbeck
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Trama: Nel paese di Nod, a est del giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames.
3. Piccole donne, di Louisa May Alcott
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Trama: Meg, Jo, Beth e Amy, quattro sorelle dal carattere molto diverso, si trovano improvvisamente ad affrontare la guerra: devono cambiare la propria vita per sostenere la mamma, mentre il padre è nell'esercito. Decidono così di fronteggiare le difficoltà con allegria e spirito di iniziativa..
4. Ti ucciderò, di Mickey Spillane
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Trama: Quando Jack Williams viene trovato ucciso a colpi d’arma da fuoco, il detective Pat Chambers chiama il suo conoscente e amico più intimo di Jack, l’investigatore privato Mike Hammer. Ai tempi in cui avevano combattuto insieme, Jack era stato colpito da una baionetta giapponese per salvare Hammer, perdendo il braccio. Hammer giura di identificare l’assassino prima della polizia per compiere la sua vendetta personale. Il punto di partenza è l’elenco degli ospiti a una festa a casa di Jack la notte in cui è morto: la fidanzata di Jack, ex tossicodipendente, una bellissima psichiatra, due sorelle gemelle, uno studente universitario e un mafioso. Ma mentre li rintraccia, così fa anche l’assassino, e in poco tempo non sarà solo Jack a essere trovato morto. Ad attenderli, infatti, un’automatica calibro 45 munita di silenziatore. E anche Hammer è saldamente nel suo mirino...
5. Tarzan delle scimmie, di Edgar Rice Burroughs  
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Trama: Nel cuore della giungla più selvaggia il piccolo Lord Greystoke viene sottratto a un destino di morte certa dalla gorilla Kala, che lo adotta e lo alleva teneramente. Ma per quel suo corpo completamente privo di peli, il cucciolo d'uomo è osteggiato dagli altri membri della tribù. Determinato a non diventare cibo per Sabor, la leonessa, o per Sheeta, il leopardo, riesce a sopravvivere grazie alla sua forza fisica e alla sua intelligenza, che gli permettono di affrontare con audacia i pericoli della giungla, guadagnarsi il rispetto dei gorilla e diventare loro re. Da quel momento si farà chiamare Tarzan delle scimmie e il suo urlo selvaggio e terrificante riecheggerà nella foresta. Ma c'è una nuova e insolita sfida che Tarzan, ormai adulto, dovrà affrontare quando nella giungla arriveranno i suoi simili e con loro la bellissima Jane¿
6. La lettera scarlatta, di Nathaniel Hawthorne
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Trama: La giovane Ester Prynne, condannata per adulterio nella puritana Boston, sarà costretta a portare per sempre sul seno una fiammeggiante, scarlatta, lettera "A", da lei stessa ricamata. Ester non ha mai voluto rivelare il nome del suo "complice" che infine lacerato tra ansia di schiettezza e orgoglio, e perseguitato dal marito della giovane - cederà, confessando la sua colpa.
7. Il gabbiano Jonathan Livingstone, di Richard Bach
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Trama: Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Là dove i suoi simili, schiavi di becco e pancia, si limitano a viaggetti per procurarsi il cibo inseguendo le barche da pesca, lui intuisce nel volo una bellezza e un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell'infamia e l'allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan il Reietto scopre l'ebbrezza del volo acrobatico e varca i confini di altri mondi, altre dimensioni abitate da gabbiani solitari simili a lui nella spasmodica fame e sete di perfezione. Ne diventa la guida, il maestro, il capo indiscusso, e tra i compagni incontrerà chi senza saperlo è pronto a raccogliere la sua eredità.
8. La casa degli spiriti, di Isabel allende (Cile)
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Trama: Alle Tre Marie, splendida tenuta di proprietà di Esteban Trueba, si intrecciano le passioni dei diversi protagonisti: Clara, la moglie del proprietario, trascorre un’esistenza avvolta nei ricordi; Férula, sorella di Esteban, dedica la sua vita agli altri; Blanca è innamorata di un servo del padre, Pedro, che avrà parte nella guerriglia della rivoluzione; Alba, la nipote, dovrà invece affrontare la dittatura mentre Esteban scoprirà, proprio a causa dei tragici eventi politici del suo paese, di amare innanzitutto la sua famiglia.
9. Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez (Colombia)
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Trama: Grandezza e decadenza della città di Macondo e della famiglia Buendia, in una successione appassionante di avvenimenti favolosi e grotteschi tra cronistoria e leggenda.
10. Anna dai capelli rossi, di Lucy Maud Montgomery (Canada)
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Trama: Matthew e Marilla conducono una vita abitudinaria nel pacifico paesino di Avonlea. Ormai anziani, decidono di adottare un orfano che li aiuti a mandare avanti la fattoria. Ma invece del ragazzo promesso dall’orfanotrofio, a casa Cuthbert arriva Anna, una bambina dotata di una inesauribile immaginazione che finirà per conquistare tutti.
Onorevoli menzioni:
Uno yankee alla corte di re Artù, di Mark Twaine
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Trama: il protagonista, Hank Morgan, lo yankee del Connecticut, un capo officina della fabbrica d'armi Colt di Hartford, a causa di un violento alterco con un operaio a lui sottoposto, riceve in testa un colpo sferrato con una spranga di ferro e quando si risveglia scopre che è finito in Inghilterra, esattamente nel giorno 20 giugno dell'anno 528… Da qui, la sfrenata girandola senza fine di situazioni che ne derivano, alle prese con re Artù, i cavalieri della Tavola Rotonda, Lancillotto, Ginevra, il mago Merlino, la fata Morgana ecc.
. L'ultimo dei Mohicani, di James Fenimore Cooper
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Trama: Ambientato nella colonia di New York durante la guerra franco-indiana, racconta la storia di un cacciatore bianco: Natty Bumpoo, soprannominato “Lungo Fucile” per la sua abilità con quest’arma. Bumpoo ha abbandonato la vita civile per vivere a contatto con la natura e rifugiarsi nella foresta con due suoi compagni, gli ultimi due pellerossa superstiti di una razza tra le più rispettate e antiche: i Mohicani. I tre personaggi si troveranno a dover aiutare le due figlie del generale inglese Munro, rapite dal nemico comune Magua, capo tribù degli Irochesi, alleati dei francesi, nemico giurato sia del generale Munro che di Occhio di Falco e dei suoi due amici: Cinghachgook e suo figlio Uncas. La storia ha come sfondo la guerra con frequenti battaglie tra gli eserciti francesi e inglesi che in guerriglie e scontri tra gli indiani schierati da una parte o dall’altra. La vittoria si deciderà con una tipica battaglia indiana, tra le tribù dei Mohicani e degli Irochesi con la morte del giovane Uncas, appunto l’ultimo dei Mohicani e di una delle figlie di Munro. Il racconto si chiude con il mesto presagio del capo dei Mohicani che sente avvicinarsi la fine del suo popolo.
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palmiz · 2 years
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LA PSEUDOSCIENZA PRO INSETTI È UNA TRUFFA
Negli ultimi anni sono usciti una serie di articoli spazzatura volti a trasformare gli insetti nel cibo migliore del mondo, nonostante mangiarli sia dannoso per la salute.
1) GLI INSETTI, IL NUOVO VACCINO
Da quando il WEF ha iniziato a inserirli nella propaganda mediatica, opporsi al consumo di insetti sta diventando sempre più come opporsi ai vaccini covid, quindi mettiamoci l'anima in pace e prepariamoci ad essere chiamati no bugs invece di novax. Così come per il vaccino, iniziano ad emergere tonnellate di studi che fanno degli insetti la panacea che risolve tutti i mali. Hanno iniziato a sostenere che gli insetti contengono una quantità superiore a quella raccomandata di amminoacidi, le loro proteine sono migliori di quelle della soia, la chitina potenzia il sistema immunitario, che sono ricchi di vitamine e che i grilli prevengono le infezioni respiratorie, la diarrea ed hanno proprietà antibiotiche, antiossidanti e antinfiammatorie. Altri invece dicono che a livello nutrizionale sono equivalenti alla carne e che possono essere utilizzati per sostituirla e li chiamano "supercibo".
2) SOLO POLITICA, NIENTE SCIENZA
I segni di un avvelenamento politico sono evidenti: in questi studi i rischi dell'assunzione degli insetti sono minimizzati o ignorati, è già stata coniata l'etichetta per disprezzare e sminuire chi rifiuta gli insetti, che prende il nome di entomofobia, la paura degli insetti: si fa passare chi non vuole mangiarli come un fobico, irrazionale ed arretrato, utilizzando lo stesso stereotipo per squalificare dal punto di vista umano i non vaccinati. Oltre alla faziosità e al fatto che questi studi sono tutti molto recenti e prodotti in massa dal 2020 in poi, sono caratterizzati dall'utilizzare a ripetizione sempre la stessa letteratura nella bibliografia e nel comparire sempre nelle stesse riviste, come ad esempio food, ed avere un bassissimo numero di citazioni. Ma ciò che più di ogni altra caratteristica ci fa capire che si tratta dell'ennesima frode è che ognuno di questi menziona la supercazzola della crisi climatica e usa la parola "sostenibilità" che puzza di agenda 2030 .
Dietro questa neolingua si nasconde un'amara verità che loro stessi ammettono: vogliono creare un mercato dal nulla e specularci sopra, e per farlo si appellano a retoriche politico-morali volte a far sentire un eroe chi sceglie di mangiarsi gli insetti, esattamente come coi vaccini. Vogliono indirizzarli soprattutto agli adolescenti e ai bambini, fiduciosi che se fanno bene propaganda adesso, in futuro avranno tanti adulti pronti a pagare per mangiare insetti.
3) LA TRUFFA DELLA SOSTENIBILITÀ
Ad oggi non esiste alcun criterio scientifico e nessuna misura diretta per studiare la cosiddetta sostenibilità degli insetti o il loro impatto ecologico. Ma sappiamo che al contrario, se si dovesse iniziare ad allevare insetti a scopo alimentare, verranno allevate specie non autoctone che se dovessero fuggire dagli allevamenti potrebbero invadere gli ecosistemi locali e danneggiarli irreparabilmente. Siccome attualmente nessuno ha mai pensato di utilizzare gli insetti come fonte alimentare su larga scala, non sono stati condotti studi approfonditi su quali malattie possono colpirli, si sa solo che tendono ad ammalarsi molto facilmente. Si potrebbero buttar via interi allevamenti a causa di un patogeno, incrementando lo spreco di cibo che loro stessi vorrebbero combattere. Altra menzogna è che gli insetti sono a basso tasso di emissione di gas serra, perché è alta, soprattutto nei grilli è paragonabile a quella dei polli.
CONCLUSIONI
L'esaltazione degli insetti è speculativa e faziosa, e non si basa su alcun dato. Più che studi scientifici vengono scritti manifesti politici in cui gli insetti saranno uno dei nuovi simboli del socialglobalismo del WEF. Nulla si sa su quanto siano pericolosi, ma già sono pronti a ordinarvi di mangiare i grilli per la collettività e per proteggere voi stessi e gli altri.
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cosastratta · 2 years
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AAA
Cercasi amichetto o amichetta a cui piaccia l'arte, la letteratura, il cibo vegano e le nuove esperienze
Competenze richieste: almeno un anno di terapia o un avviato self discovery journey, un significativo livello di intelligenza emotiva e tanta voglia di evolvere
Grazie 💖
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fashionbooksmilano · 2 years
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La storia dei fiori
e di come hanno cambiato il nostro modo di vivere
di Noel Kingbury
Illustrazioni di Charlotte Day
L’ippocampo, Milano 2022, 224 pagine, 19 x 25,7 cm, ISBN 978-8867226719
euro 19,90
email if you want to buy :[email protected]
Una magnifica carrellata di 100 fiori da tutto il mondo, per scoprire come hanno cambiato le nostre vite. Nel corso della Storia i fiori si sono rivelati indispensabili per la sopravvivenza dell’umanità, sia sotto forma di cibo che di medicinali, ma anche fondamentali nell'esprimere emozioni, o come simboli per commemorare, celebrare e decorare. Da sempre siamo attratti dalle loro forme, dai profumi e dai colori. Se alcuni sono spezie ricercate e costose (basti pensare allo zafferano), altri servono per tingere come l’indaco, o per preparare marmellate dai mille sapori, come quella alla lavanda che tanto piaceva a Elisabetta I d’Inghilterra...
Se i fiori occupano da sempre un posto d’onore nelle leggende e nei miti, in letteratura e nelle arti figurative, nell’immaginario comune sono ancor oggi carichi di significato, come ad esempio la violetta che rappresenta l’umiltà, la margherita ambasciatrice di purezza, e il narciso che evoca un amore fatalmente non corrisposto. Accanto a vivaci illustrazioni a colori, il volume si sofferma a descrivere il ruolo storico e culturale rivestito da ogni fiore prescelto.
25/12/22
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malcontentoundiario · 19 days
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Mercoledì 27 dicembre 2023
Ieri sera L ha discusso con il padre per avere una macchina con cui andare a Roma. Tanto non si fidava che lo ha sottoposto a un giro di prova per il paese, per controllare che si ricordasse ancora le regole della guida. Non aveva considerato che le automobili sono ingranaggi studiatissimi, fatti a posta per essere usati con estrema facilità da qualsiasi idiota, in senso clinico. Tanto Lorenzo non avrebbe corso e non ha corso. A mala pena ha il coraggio di superare in autostrada, così infatti per un mezzo è stato dietro a una macchina che andava a 80. In ogni caso, che grave mancanza di fiducia! Meglio non pensarci.
Simone come tra i buoni propositi per il nuovo anno ha messo l'astemia totale, l'astensione dalla masturbazione e chi si ricorda che altro. In un'epoca passata avrebbe fatto il monaco o il beghino, perché è quella la condotta di vita che sta imboccando, una via certo laica, ma con le stesse privazioni e gli stessi doveri. Queste le sue castità. Invece delle veglie, degli angelus, dei vespri, è ligio alla liturgia del lavoro salariato da impiegato. D'altronde se quello è richiesto, la totale sottomissione invece che al papa, al datore di lavoro, se la sua Regula è questa, e ci crede, fa solo bene a seguirla. Questa la sua obbedienza. Vorrebbe poi arrivare a una stabilità lavorativa, che gli dia la possibilità di accumulare risparmi su risparmi, per mettere su casa, e forse famiglia. Questa la sua povertà?
E allora Simone ha preso alla sprovvista L, chiedendogli i suoi buoni propositi. Proprio non si sentiva in grado di dirne uno. Se non si sente un motivo, se non si riesce proprio a immaginarsi, immaginare se stesso, a capire cosa si voglia fare, per pudore, cosa si vuol diventare, non vengono le parole, neanche recitate. Niente. Qualcosa pian piano però è risalito, dei piccoli malumori. L sulla carta conduce già una settimana, con orari giorni impegni, ben strutturata, equilibrata tra lavoro, attività fisica, tempo per sè, tempo per la cura della casa, per gli amici. Eppure perché tanta stanchezza arrivato alle ultime settimane di dicembre; una stanchezza di lunga durata, in realtà, dagli ultimi giorni di novembre; una nausea a magiare il suo cibo già cotto la domenica, una nausea nel viaggio verso la piscina, e poi ora si ricordava della nausea che casa sua gli dava, che finora non è riuscito a capire se fosse per l'odore di chiuso che normalmente ha, o per le sostanze tossiche che pareti e parquet hanno assorbito tutti questi anni con la zaccagnosa precedente, che riescono alla superficie e lo avvelenano, gli tolgono energie, volontà e motivazione; l'animo infiacchito dall'ansia che non vuole pensare ad altro, basta la ricerca che non esiste, basta con gli altri obblighi. 
Qualcosa è risalito di insoddisfazione, di atteggiamenti che danno dipendenza, sollievo al momento, ma grande disperazione dopo, perché ci si accorge del tempo che si è perso sullo schermo, perché si è coscienti della distanza da quello che vorrebbe essere, una persona colta, uno scrittore. Si perché L vorrebbe scrivere, scrivere non la qualunque ma opere di letteratura, dei pezzi da canone e da museo, vorrebbe scrivere della grande malattia dei suoi anni, la Solitudine, nella convinzione che tutti si sentono alla fine soli. e si sentono soli e producono i più disparati atteggiamenti per fuggirvi; vorrebbe scrivere la commedia umana degli anni venti, dove protagonista non è più l'egoismo e l'individualismo borghese, ma questa seconda anima, il destino dell'umanità, la solitudine; L non vuole negare l'importanza dell'amicizia e della socialità, anzi importantissime perché la solitudine fisica prolungata porta alla pazzia o all'idiozia; la solitudine è una disperazione nel tempo, cioè l'inciapacità di essere se stessi alla prova del tempo reso materiale, cioè l'esperienza. Di questo L vorrebbe narrare le vicende umane, di questo Mane imponente. 
I buoni propositi si è poi detto, una volta solo, potrebbero essere viaggiare di più, mettere massa, perché non riesce a piacere il proprio corpo, con questo alto ventre sempre proteso, la pancina all'ombelico, due gambe secche che non riesce a ingrandire e le braccia sottilissime. 66 chili di non si capisce cosa. Come fa ad avere un corpo prestante chi ha il corpo lento, chi ha il corpo che non sopporta il dolore della fatica? È come se fosse un blocco, ha già pensato altre volte L, non gli impedisce di avere certe velocità. E pensa a questa estate sul monte bianco con Eleonora, quando non riusciva starle dietro. Come è possibile, si domandava, forse le scarpe, forse lo zaino più pesante? pensa. 
Quindi viaggiare di più. Dove? bisogna che scegliere delle mete e dei periodi precisi, ha pensato. Beh c'è Berlino, ci sono i castelli intorno a Parigi, ci sono i percorsi della prima guerra mondiale tra Veneto e Trentino, e poi c'è Rita a Bruxelles, Simone a Leida. Già qualcosa. La Sicilia quando?
Mettere massa. Quanto? arrivare a 70 chili di muscoli veri. E quindi continuare con nuoto? oppure andare in palestra? oppure tutte e due? E chi è, un nababbo che si può permettere entrambi? Deve vedere anche come sarà sistemato a Parigi. Se continua con nuoto allora vuole arrivare a nuotare due chilometri fissi.
Non aprire mai più youtube shorts, il suo incubo. Forse ridurre anche la masturbazione?
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aki1975 · 2 months
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Dopo la caduta dell’Impero Romano, i popoli barbarici occupano l’Europa: mentre nel Nord Italia si insediano i Longobardi (di loro rimangono vestigia persino nell’Isola Comacina), in Inghilterra vi sono gli Angli, i Sassoni, gli stanziamenti dei Danesi, le incursioni dei Vichinghi e l’arrivo del popolo norreno dei Normanni. L’incontro fra questi popoli darà vita alla lingua e alla letteratura inglese.
Queste sono le principali tappe.
Angli e Sassoni ( - 1066)
Il poema Beowulf narra la saga della lotta fra questo eroe e mostri scandinavi. La sua ambientazione danese è prova delle influenze norrene in Inghilterra: la confluenza fra le lingue celtiche, germaniche e scandinave produce l’inglese antico.
Normanni (1066 - 1154)
La conquista normanna da parte di Guglielmo I introduce, attraverso i romance cavallereschi come il ciclo arturiano, elementi francesi nell’inglese antico ed è alla base dell’inglese medio di questo periodo.
Plantageneti (1154 - 1399)
Enrico II (1154 - 1189), marito di Eleonora d’Aquitania
Riccardo I (1189 - 1199)
Ambientato nel 1194, Ivanhoe di Walter Scott (1819) racconta la fusione del popolo anglosassone e del popolo normanno nel matrimonio fra la sassone Rowena e Ivanhoe, cavaliere che aveva seguito Riccardo alla crociata.
Giovanni Senzaterra (1199 - 1216)
Enrico III (1216 - 1272), in età minore soggetto alla tutela di Guglielmo il Maresciallo e Guala Bicchieri.
Edoardo I (1272 - 1307), antagonista di William Wallace
Edoardo II (1307 - 1327)
Edoardo III (1327 - 1377)
1346 - Edoardo III, grazie ai suoi arcieri, sconfigge i francesi a Crecy nella prima battaglia della Guerra dei Cent’anni.
1356 - Vittoria inglese di Poitiers
Riccardo II (1377 - 1399), nipote di Edoardo III, figlio del Principe Nero che si era distinto a Poitiers, in seguito alla crisi della Guerra dei Cento Anni, è deposto da Enrico Bolingbroke della casa di Lancaster. Sotto il suo regno ha luogo la rivolta dei contadini inglesi (1381).
1388 - I racconti di Canterbury (Chaucer) che, in “medio inglese”, mette in scena una società più ampia di quella cortese sulla scia del Decameron: del resto Chaucer era stato in Italia per attività diplomatiche.
Lancaster (1399 - 1471)
Enrico IV (1399 - 1413)
Enrico V (1413 - 1422), già principe “Hal”, nel dramma di Shakespeare amico di Falstaff. Sconfitti i francesi ad Azincourt (1415), sposa la figlia del re di Francia Caterina di Valois.
Enrico VI (1422 - 1461, 1470 - 1471) sotto il cui regno si hanno le sconfitte da parte di Giovanna d’Arco, arsa sul rogo nel 1431. In Shakespeare simbolo dell’uomo che soffre per il potere che ha ricevuto, muore nel 1471 nella Torre di Londra, imprigionato dagli York del futuro Edoardo IV al termine della Guerra delle Due Rose.
“Questa battaglia è come la guerra del mattino quando le nubi morenti contendono con la luce che cresce, e il pastore soffiandosi sulle dita intirizzite non sa se sia giorno o notte. Ora la vittoria inclina da questa parte, come un mare possente forzato dalla marea a combattere con il vento; ora inclina dall'altra parte, come quello stesso mare che la furia del vento forzi a ritirarsi; talora la vince il vento e talora la marea; ora l'uno è più forte ora l'altra fortissima: lottano entrambi per la vittoria corpo a corpo, e nessuno è vincitore o vinto: così ugualmente bilanciata è questa terribile battaglia” (Shakespeare, Enrico VI)
York (1471 - 1485)
Edoardo IV (1461 - 1470, 1471 - 1483)
Edoardo V (1483)
Riccardo III (1483 - 1485), sconfitto a Bosworth da Enrico Tudor
Tudor (1485 - 1603)
Enrico VII (1485 - 1509)
Enrico VIII (1509 - 1547)
Elisabetta I (1547 - 1603)
1516 - Utopia di Tommaso Moro
Shakespeare scrive in early modern English come il volgare di Dante: per questo si chiama Commedia.
Sonetto 75
Tu sei per la mia mente, come cibo per la vita. / Come le piogge di primavera, sono per la terra. / E per goderti in pace, combatto la stessa guerra / che conduce un avaro, per accumular ricchezza. / Prima, orgoglioso di possedere e, subito dopo, / roso dal dubbio, che il tempo gli scippi il tesoro. / Prima, voglioso di restare solo con te, / poi, orgoglioso che il mondo veda il mio piacere. / Talvolta, sazio di banchettare del tuo sguardo, / subito dopo, affamato di una tua occhiata. / Non possiedo, né perseguo alcun piacere, / se non ciò che ho da te, o da te io posso avere. / Così ogni giorno, soffro di fame e sazietà, / di tutto ghiotto, e d’ogni cosa privo.
Sonetto 116
Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli; / Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento / o tende a svanire quando l’altro s’allontana. / Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; / è la stella-guida di ogni sperduta barca, / il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza. / Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote / dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore / o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: / se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato
Elisabetta I crea la Compagnia delle Indie Orientali che gestirà il commercio fino al 1874 quando nascerà il Vicerè delle Indie.
Stuart (1603 - 1714)
Giacomo I (1603 - 1625), amante di George Villers, il duca di Buckingham presente nei Tre Moschettieri di Dumas
Carlo I (1625 - 1649), decapitato e seguito dal periodo del Commonwealth di Oliver Cromwell
Carlo II (1660 - 1685)
Giacomo II (1685 - 1688), deposto dalla Gloriosa Rivoluzione
Maria II (1688 - 1694) seguita dal marito
Guglielmo d’Orange (1694 - 1702)
Anna (1702 - 1714)
1606 - Volpone (Ben Jonson), ambientato a Venezia
1611 - Bibbia di Re Giacomo
1633 - Poemi (John Donne, “Nessun uomo è un'isola … non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: essa suona per te”)
1667 - Paradiso Perduto (Milton). Il Puritanesimo, di cui Milton ha fatto parte, portò alla chiusura dei teatri e alla fine di quel periodo dorato a cui appartengono, fra gli altri, Marlowe e Shakespeare. Nel poema si assiste a quel fervore e a quello stile presenti anche nel Tasso. La lettera scarlatta (Hawthorne, 1850) racconterà il puritanesimo americano e la condanna di un'adultera.
1703 - Il Duca di Malborough ed Eugenio di Savoia sconfiggono i francesi a Bleinheim nella guerra di successione spagnola: nel 1713 il Trattato di Utrecht. La Gran Bretagna ottieni i possedimenti francesi in America ed è dominatrice incontrastata dei commerci marittimi.
Hannover (1714 - 1901)
Giorgio I (1714 - 1727)
Giorgio II (1727 - 1760)
Giorgio III (1760- 1820) di cui è famosa la “pazzia di Re Giorgio”
Giorgio IV (1820 - 1830), reggente dal 1811
Guglielmo IV (1830 - 1837)
Vittoria (1837 - 1901)
1719 - Robinson Crusoe (Defoe). Il protagonista, esponente della borghesia in ascesa, non è in viaggio per Dio, per il Re, per la Dama, ma per raggiungere la sua piantagione e la società che costruisce è orientata alla produzione, non ad un ideale. Si tratta di un novel e non di un romance cavalleresco in seguito all’evoluzione costituzionale e parlamentare della monarchia ed all’esistenza di una classe, quella borghese, che acquistava libri.
1721 - 1742 Robert Walpole primo Primo Ministro whig di Giorgio I
1722 - Moll Flanders (Defoe). La protagonista, lontana dai canoni morali tradizionali, vive le disavventure dovute al suo materialismo e alla corruzione della società.
1726 - I viaggi di Gulliver (Swift) che influenzerà il romanzo epico americano Moby Dick (Melville, 1851).
1749 - Tom Jones (Fielding) il cui protagonista orfano denota l’origine picaresca del romanzo moderno.
1757 - Edmund Burke fonda la poetica del Sublime
1759 - La vita e le opinioni di Tristram Shandy (Sterne)
1760 - Canti di Ossian (Macpherson)
1763 - Fine della Guerra dei Sette Anni: l’Inghilterra è padrona di tutte le colonie americane e del Canada.
1764 - Il castello di Otranto (Walpole), iniziatore del romanzo gotico
1773 - 1783 Sotto Giorgio III, Guerra di secessione americana iniziata con la rivolta del Boston Tea Party e decisa dalla battaglia di Yorktown (1781).
1798 - Ballate liriche (Woodsworth, Coleridge). Inizio del Romanticismo in contrapposizione con il neoclassicismo e la rivoluzione industriale (“I Wandered Lonely as a Cloud”). La ballata del vecchio marinaio (Coleridge) è il poema immaginifico di un viaggio avventuroso, di tipo gotico e medievale, e della sorte del marinaio che uccide l’albatros come il poeta romantico che, per creare, si scaglia contro le consuetudini.
1805 - Nelson sconfigge Napoleone a Trafalgar
1811 - Per via della follia di Giorgio III, inizia la reggenza del figlio Giorgio IV, periodo nel quale vi sono la vittoria su Napoleone, il neoclassicismo nelle arti, il dandismo.
Ragione e Sentimento (Austen), esempio di novel of manners, storie d’amore delle sorelle Elinor e Marianne.
1813 - Orgoglio e pregiudizio (Jane Austen), storia d’amore fra l’indipendente Lizzy Bennet, di ceto inferiore, e il Signor Darcy.
1818
Anno di maggior produzione di Keats, noto per la “negative capability” ovvero la capacità di farsi influenzare dal contesto, anche solo con espressioni evocative.
Il pellegrinaggio del giovane Aroldo (Byron) in cui diventa popolare l’eroe byroniano che combatte per la libertà dei popoli all’epoca della Restaurazione.
In Frankenstein di Mary Shelley si trattano i temi della responsabilità dello scienziato e dell’intellettuale (Vita di Galileo di Brecht, Faust di Goethe) e della società i cui pregiudizi marginalizzano la creatura e si introduce il dualismo dell’individuo.
1818 - Northanger Abbey (Austen), una satira del romanzo gotico
1836 - Ne Il Circolo Pickwick Dickens dà inizio al romanzo a puntate (“Make them laugh, make them cry, make them wait”) e racconta in modo umoristico l’Inghilterra rurale di quegli anni. Doveva essere il commento a delle vignette satiriche, divenne un romanzo illustrato di mille pagine.
Età vittoriana (1837 - 1901)
1838 - Oliver Twist (Dickens) racconta la situazione delle workhouses. Con toni ironici e drammatici, riesce a rappresentare luci e ombre della società vittoriana.
1844 - Barry Lyndon (Thackeray)
1847
Jane Eyre (Charlotte Bronte). In questo romanzo di formazione (Bildungsroman), l’orfana (come il Tom Jones di Fielding, 1749 e Oliver Twist) riesce a crearsi un’educazione è una posizione fino a trovare l’amore: la purezza salva.
Wuthering Heights (Emily Bronte). Il romanzo tratta dell’amore passionale fra Catherine e il tenebroso Heathcliff, un’opera di stampo romantico in epoca vittoriana.
1849 - David Copperfield (Dickens). Autobiografia romanzata dell’autore, storia di affrancamento di un ragazzo che si afferma fnonostante le avversità familiari e sociali del tempo.
1886 - Lo strano caso del Dr. Jeckill e di Mr. Hyde (Stevenson)
1889 - Tre uomini in barca (Jerome), originariamente pensato come guida turistica.
1894 - Il libro della giungla (Kipling)
1897 - Dracula (Stoker)
1899 - Cuore di tenebra (Conrad)
Windsor (1901 - )
Edoardo VII (1901 - 1910)
Giorgio V (1910 - 1936)
Edoardo VIII (1936)
Giorgio VI (1936 - 1952), re balbuziente
Elisabetta II (1952 - 2022)
Carlo III (2022 - )
1908 - Camera con vista (Forster)
1922 - Casa Howard (Forster)
1924 - Passaggio in India (Forster)
1928 - L’amante di Lady Chatterley (Lawrence) in cui la moglie di un nobile paralizzato descrive i piaceri di un amore con un operaio.
1951
“Non andartene docile in quella buona notte, / vecchiaia dovrebbe ardere e infierire quando cade il giorno; / infuria, infuria contro il / morire della luce” (Dylan Thomas)
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giancarlonicoli · 4 months
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10 mag 2024 11:09
LA COCA IN UNA STANZA – GINO PAOLI RICORDA QUANDO SMISE DI CANTARE: “NEL ’68 MI CHIEDEVANO CANZONI POLITICHE. NON CAPIVO CHE CACCHIO INTENDESSERO. ALL'EPOCA MI FACEVO DI COCAINA, ARRESTARONO IL MIO PUSHER E RIMASI SENZA. ALLORA RICOMINCIAI A SCRIVERE E CANTARE” – A TORINO PER PRESENTARE L'AUTOBIOGRAFIA AL SALONE DEL LIBRO, RICORDA “UNA DOLCISSIMA RAGAZZA TORINESE MORTA IN MACCHINA UNA SERA DI NEBBIA” – VIDEO -
Estratto dell’articolo di Luca Castelli per https://torino.corriere.it/
È tempo di battesimi per Gino Paoli. Giunto a ridosso del novantesimo compleanno (il 23 settembre), il maestro della canzone d’autore debutta giovedì 9 maggio al Salone del Libro, presentando alle 18.15 in Sala Rossa la sua prima autobiografia Cosa farò da grande (Bompiani, scritta con Daniele Bresciani), che «come tutte le cose della mia vita mi è capitata addosso».
Fu così anche con la musica?
«Sì, facevo il grafico pubblicitario e Gianfranco Reverberi mi convinse a registrare alcune canzoni che voleva presentare alla Ricordi. Nanni Ricordi, uomo straordinario che stava portando l’etichetta dalla classica alla leggera, disse: “Le canzoni forse non mi interessano, ma il cantante mi piace”. Per due anni l’ho fatto per gioco, finché il direttore della ditta mi fece notare che per una serata prendevo il doppio di quanto mi dava lui di stipendio: “Non pensi sia il caso di lasciare il lavoro?”».
Da allora non l’ha più mollata?
«Solo nel ‘68, quando hanno iniziato a chiedermi canzoni politiche. Non capivo che cacchio intendessero: per me la vita è politica. Non avevo più voglia di cantare, magari finendo pure “processato” come De Gregori. Così trovai un casinò a Levanto che aveva bisogno di un gestore e per qualche anno lavorai lì. Facevo tutto, organizzavo anche concerti grazie all’amicizia con Sergio Bernardini della Bussola».
Quando ha deciso di tornare a cantare?
«In quel periodo mi facevo un po’ di cocaina, un giorno hanno arrestato il mio pusher e sono rimasto senza. Avevo continuato a scrivere delle cose, sono andato a rileggerle da “sano” ed erano orrende. Non sopporto la mancanza di controllo su me stesso, quindi ho smesso di farmi e ripreso a scrivere. Finché Gianni Borgna mi ha convinto a tornare su un palco al Pincio a Roma. Avevo una fifa terribile, ho cantato 15 minuti e sono scappato, ma il pubblico continuava a chiamarmi».
Molti suoi colleghi hanno scritto romanzi. Non ha mai pensato di darsi alla letteratura?
«Avrò iniziato a scrivere un libro almeno dieci volte, ma intorno a pagina 111 ho sempre buttato tutto. Credo molto nelle parole, nella loro magia, consistenza, significato: la parola è ciò che definisce l’uomo e lo distingue dalla scimmia. Quando devo metterne una vicina all’altra divento pignolissimo, completare un libro per me è troppo difficile».
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Se le dicessero che può auto-candidarsi al Nobel, con quale delle sue canzoni lo farebbe?
«Quella che è riuscita meglio a trasformare un’emozione astratta in fatto concreto è Sassi».
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GINO PAOLI TENTATO SUICIDIO
La musica d’autore andrebbe insegnata a scuola?
«Sì, ma nel modo giusto. I poeti — Carducci, Pascoli, Leopardi — sono stati massacrati dalla scuola, che cercando di imporli li ha resi polverosi. Quando poi li riscopri da adulto, ti rendi conto di quanta bellezza ci sia nell’albero a cui tendevi la pargoletta mano, il verde melograno da’ bei vermigli fior...».
Qual è stata la sua scuola di musica?
«Il primo contatto vero fu grazie ai carri armati americani. La mia casa era l’ultima di Pegli, dietro c’era il loro comando e si erano portati dietro persino i giradischi. Dai carri usciva la musica fantastica di Louis Armstrong e altri. E visto che avevano solo roba in scatola, erano golosissimi di cibo fresco e noi avevamo un orto di guerra, scambiavo un pomodoro con un disco».
Qual è invece il più bel ricordo di Torino?
«I ricordi più belli sono sempre legati a una donna. A Torino, tanto tempo fa, conoscevo una ragazza carinissima e dolcissima che purtroppo è morta in macchina una sera di nebbia»
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cinquecolonnemagazine · 6 months
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Religione Hare Krishna: un viaggio nella coscienza di Krishna
Il movimento Hare Krishna, conosciuto anche come ISKCON (Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna), è una religione monoteistica che affonda le sue radici nell'Induismo. Fondato nel 1966 da A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, il movimento si basa sulla devozione a Krishna, ottava incarnazione di Vishnu, il dio supremo della tradizione Vaishnavism. Credenze e principi della Religione Hare Krishna Al centro della religione Hare Krishna c'è il canto del mantra "Hare Krishna", che significa "Oh, energia di Krishna, per favore attirami a te". I devoti credono che la ripetizione di questo mantra possa purificare l'anima e portare alla liberazione dal ciclo di nascita e morte (samsara). Le principali credenze del movimento includono: - Un Dio Supremo: Krishna è considerato la fonte di tutta la creazione e la personificazione dell'amore divino. - Anima immortale: L'anima (atman) è eterna e distinta dal corpo. - Reincarnazione: Il ciclo di nascita e morte è determinato dal karma, le azioni accumulate in questa e in vite precedenti. - Liberazione (moksha): L'obiettivo ultimo è la liberazione dal ciclo di nascita e morte, raggiungibile attraverso la devozione a Krishna. Pratiche e rituali I devoti Hare Krishna seguono una serie di pratiche e rituali quotidiani, tra cui: - Japa: La recitazione meditativa del mantra "Hare Krishna" su un rosario (japa mala). - Kirtan: Canto devozionale in gruppo, accompagnato da musica e danze. - Puja: Offerte rituali a Krishna, che possono includere fiori, cibo e incenso. - Studio delle scritture: Lettura e studio di testi sacri come la Bhagavad Gita e lo Srimad Bhagavatam. - Stile di vita vegetariano: I devoti Hare Krishna seguono una dieta vegetariana lacto-ovo, evitando carne, pesce e uova. - Vita comunitaria: Molti devoti Hare Krishna vivono in comunità (ashram), dove condividono la vita quotidiana e le pratiche spirituali. Diffusione e impatto Il movimento è presente in tutto il mondo, con oltre 500 centri in più di 100 paesi. In Italia, il movimento conta diverse comunità e centri di diffusione, tra cui il tempio di Radha Gopinath a Roma. L'impatto del movimento Hare Krishna sulla società è stato significativo. Il movimento ha contribuito alla diffusione della cultura e della filosofia indù in Occidente, e ha ispirato numerose opere d'arte, musica e letteratura. Critiche e controversie Come ogni movimento religioso, anche Hare Krishna ha avuto la sua dose di critiche e controversie. Alcune critiche riguardano la struttura gerarchica del movimento, il controllo sociale esercitato sui membri e la gestione finanziaria dei centri. Questa religione offre un percorso spirituale basato sulla devozione a Krishna e sulla pratica di canti, danze e rituali. Con la sua enfasi sull'amore divino, la reincarnazione e la vita comunitaria, il movimento ha attratto migliaia di persone in tutto il mondo, offrendo loro una via per la crescita spirituale e la liberazione dalla sofferenza. Foto di Андрей Бетев da Pixabay Read the full article
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letiziapalmisano · 7 months
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Plastica in acqua e cibo, ingeriamo (quasi) una carta di credito a settimana
Le micro e le nano plastiche sono ormai presenti nella nostra vita quotidiana a tal punto da poter essere ingerite o inalate dal nostro organismo. Questo è un fatto risaputo, nella comunità scientifica, e diversi dati di letteratura dimostrano la presenza di particelle di micro e nano plastica lungo l’intera catena alimentare. Frammenti ne sono stati trovati in pesce, carne, frutta e verdura…
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gaetaniu · 8 months
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Il sorprendente motivo per cui gli insetti girano intorno alle luci di notte: Perdono la cognizione del cielo
È un’osservazione vecchia come l’uomo che si riunisce intorno ai falò: La luce notturna può attirare una folla irregolare di insetti. Nell’arte, nella musica e nella letteratura, questo spettacolo è una metafora duratura di attrazioni pericolose ma irresistibili. Osservare i loro movimenti frenetici dà davvero la sensazione che qualcosa non funzioni: invece di trovare cibo e sfuggire ai…
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