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#Commissari di Percorso
rallytimeofficial · 4 months
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Passaggi di categoria: ultimo mese per iscriversi
🔴 🔴 Passaggi di categoria: ultimo mese per iscriversi
Ultimo mese per iscriversi alle attività on line di Specialist Motorsport Academy, finalizzata ai passaggi di Categoria per quanto riguarda i Commissari di Percorso, i Commissari Sportivi e i Commissari Tecnici, come indicato e disciplinato dall’Appendice 2 del Regolamento Sportivo Nazionale (RSN) 2024. Il termine per iscriversi è fissato infatti al 30 giugno e poi a settembre partirà la Fase 2.…
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Nuove regole per l'esame di maturità 2024 tra conferme e novità
L'edizione 2024 dell'esame di maturità con nuove regole si avvicina ma confermando il ritorno al formato tradizionale con due prove scritte e un colloquio orale. Una formula già sperimentata nel 2023 dopo due anni di stop causa pandemia. Le prove scritte - Prima prova: Italiano, uguale per tutti gli indirizzi, si svolgerà mercoledì 19 giugno alle 8:30 e avrà una durata massima di sei ore. - Seconda prova: Invariata rispetto al 2023, sarà incentrata sulle materie caratterizzanti ogni singolo indirizzo di studio. Il colloquio orale: - Seguirà le consuete modalità, con la discussione di un elaborato multimediale o una tesina predisposta dal candidato e la valutazione delle competenze acquisite durante il percorso scolastico. Novità 2024 - Divieto di cellulari e internet: Durante le prove scritte è vietato l'utilizzo di qualsiasi dispositivo elettronico che possa connettersi alla rete, pena l'esclusione dall'esame. Sono ammesse solo le calcolatrici scientifiche e grafiche come da specifica nota ministeriale. - Consolidamento pre-esame: Tra il 6 giugno e l'insediamento delle commissioni d'esame, è previsto un periodo di consolidamento dedicato al ripasso e all'approfondimento degli argomenti. Credito scolastico: - Confermato il peso del credito scolastico, che potrà concorrere al punteggio finale fino a un massimo di 40 punti. Voto finale: - Il voto complessivo dell'esame di maturità sarà espresso in centesimi, così suddivisi: - Massimo 40 punti per il credito scolastico - Massimo 20 punti per la prima prova scritta - Massimo 20 punti per la seconda prova scritta - Massimo 20 punti per il colloquio orale Invariate le commissioni: - Le commissioni d'esame saranno formate da tre commissari interni, tre esterni e un presidente esterno. Maturità 2024: inizia il conto alla rovescia L'esame di maturità 2024 si presenta con alcune conferme rispetto all'edizione precedente, come il ritorno alle prove tradizionali e il valore del credito scolastico. Le novità introdotte, come il divieto di cellulari e internet durante le prove scritte e il consolidamento pre-esame, mirano a garantire un esame più equo e sereno per tutti i candidati. Foto di copertina: DepositPhotos Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year
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Recco, inaugurato il nuovo campo da rugby "Carlo Androne"
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Recco, inaugurato il nuovo campo da rugby "Carlo Androne". È stato inaugurato questa mattina, alla presenza dell'assessore allo Sport di Regione Liguria e del sindaco di Recco Carlo Gandolfo, il nuovo campo da rugby "Carlo Androne", oggetto di importanti lavori di restyling e messa a norma. Il costo complessivo degli interventi è di 550mila euro, di cui 210mila stanziati direttamente da Regione Liguria. I lavori, che prevedono la posa di un nuovo manto di erba artificiale e il rifacimento dell'impianto di illuminazione, consentiranno alla Pro Recco Rugby di tornare a disputare al "Carlo Androne" le partite casalinghe. "Con l'intervento di sostituzione del manto erboso vengono recepite le norme che identificano gli standard di sicurezza minimi per l'attività sportiva - spiega l'assessore Ferro. - Grazie al cofinanziamento di Regione Liguria oggi Recco può contare su un'infrastruttura di qualità certificata. Avevamo fatto una promessa ai cittadini liguri e posso dire con orgoglio che anche in questa occasione siamo riusciti a mantenerla". "Oggi chiudiamo con successo un percorso iniziato due anni fa, quando il campo non ottenne le certificazioni necessarie - aggiunge il sindaco Gandolfo. - Non ci siamo scoraggiati e in poco tempo, insieme alla società e grazie all'aiuto di Regione e Federazione, siamo riusciti a restituire a Recco un impianto sportivo di ultima generazione". Presenti all'inaugurazione anche i commissari di ACES Europe, che in questi giorni stanno valutando la candidatura della Liguria a Regione Europea dello Sport 2025.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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innoia · 4 years
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Oggi è un giorno triste per tutti, io ho un piccolo ricordo di “Gresini”, non ho avuto la confidenza per poterlo chiamare Fausto; anni fa, durante un motomondiale al Mugello, lui era vicino alla sua bellissima hospitality, una delle poche che non ci “scacciava” noi semplici servi della gleba (commissari di percorso), io mi sono avvicinato tutto sudato, nella mia tuta arancione (95% sintetico 5% cotone), lo ho salutato e scambiato due parole da appassionato ricordandolo in sella, è stato cortese, sorridente e per me che sono stato a bordo pista per 25 anni è stato un bel regalo quel piccolo gesto di umanità, in quel mondo dove ora contano solo i soldi! Addio piccolo grande uomo! #gresiniracing #gresinifamily #mugellocircuit #aprilia #race #motogp #fim #innoia #saluto (presso Florence, Italy) https://www.instagram.com/p/CLpBl9-lzf8/?igshid=vmitbbod2som
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corallorosso · 6 years
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Ilva, da ‘chiudere gli impianti fuori norma’ all’accordo. Impressionante cambio di linea M5s: errore fidarsi di Alessandro Marescotti Il cambio di linea del M5s sull’Ilva è impressionante. Dopo aver sfiorato il 50% a Taranto incassando i voti di coloro che ne volevano la chiusura, adesso è il momento del cambiamento. Governo del cambiamento appunto. Il Movimento 5 stelle parlava il 5 maggio 2018 di “un percorso criminale durato 12 decreti legge che prevede l’immunità penale per i Commissari e i futuri affittuari/acquirenti, anche in caso di accertamento di danno”. Il M5s era riuscito a canalizzare l’insofferenza della popolazione nei confronti del Pd, il partito che aveva sospeso a Taranto lo stato di diritto sulle questioni dell’inquinamento Ilva. E adesso che i pentastellati sono al governo che cosa fanno? Non tolgono nessun decreto salva-Ilva e nemmeno l’immunità penale. Eppure le pressioni delle associazioni e dei cittadini di Taranto sul governo sono state continue, corali e ripetute. A Roma hanno portato il cuore e la ragione. Hanno consegnato documentazione molto precisa su come si potevano fermare gli impianti fuori norma dell’Ilva utilizzando la legge. Un commento per tutti: “Vi abbiamo creduto, avevate acceso una speranza, ne avete raccolto il consenso e poi quella speranza l’avete scippata. Per favore basta con le prese in giro, non su drammi di tali proporzioni”. Vigilare sui danni non era infatti quello che i cittadini di Taranto chiedevano: i cittadini di Taranto volevano un impegno per prevenire i danni, applicando il principio di prevenzione e di precauzione. Nel caso in cui il piano ambientale dell’Ilva provocasse malattie e morti in eccesso occorre saperlo prima e fare le dovute quantificazioni. Esistono modelli previsionali scientificamente testati. Testare un piano ambientale, prevedere l’impatto delle emissioni è possibile. E occorre saper dire di no se non c’è la certezza che il piano ambientale dell’Ilva non produca morti e malati in eccesso. Vigilare “dopo” il danno significa venir meno all’impegno per la salute che è basato sulla prevenzione. Lo stesso Ministero della Salute dichiara sul suo sito web di voler utilizzare modelli previsionali. Sono stato testimone di queste iniziative a Roma per fare pressione sul “governo amico”. Tutti o quasi si aspettavano fiduciosi che Di Maio, Costa e Grillo volessero utilizzare i nostri preziosi consigli per fermare l’Ilva. Ci sbagliavamo di grosso. Da testimone di queste trattative posso dire che sull’Ilva l’atteggiamento del M5s è cambiato nel giro di pochissimo tempo. E’ passato da un atteggiamento intransigente (“no all’ambientalizzazione dell’Ilva”), a un atteggiamento “migliorista” (“suggeriteci come migliorare il piano ambientale”) fino ad un atteggiamento “immobilista” sul piano delle norme (“non possiamo togliere l’immunità penale”). Il M5s sull’Ilva è divenuto di fatto l’esecutore della volontà dei governi precedenti, pur polemizzando in maniera inconcludente sulla gara vinta da ArcelorMittal. Non ha cambiato neppure una virgola dei decreti salva-Ilva. E’ stata una piroetta talmente veloce che gli attivisti pentastellati rifiutavano di leggere le dichiarazioni del ministro Di Maio, tutte orientate a vendere l’Ilva a “condizioni migliori”, in nessun caso ha mai parlato di fermo degli impianti pericolosi sotto sequestro penale. Pochissimi volevano prendere atto del rovesciamento di linea. Poi hanno chiesto lumi ai parlamentari. I parlamentari pentastellati locali si sono ammutoliti. Ed è allora nata un’inquietudine crescente che adesso è sfociata sui social in commenti con invettive piene di disillusione, disincanto e rabbia. I più maligni hanno pensato che i voti che perdono a Taranto li riacchiappano a Genova, con gli interessi. Oggi 6 settembre scendono in piazza i cittadini di Taranto che non vogliono più essere presi in giro. Non sappiamo quanti saranno, ma è l’inizio di una nuova fase per Taranto, quella del disincanto politico totale.
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testivari · 2 years
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Intervento di E.Macron a Strasburgo il 9 maggio 2022
Ho una brutta notizia per voi: farò un discorso. Ma ne ho anche una bella: cercherò di non ripetere ciò che è stato detto molto bene prima di me. Signora presidente del Parlamento europeo, cara Roberta; signora presidente della Commissione europea, cara Ursula; signor primo ministro portoghese, caro Antonio; cari copresidenti, signore e signori ministri, eurodeputati, parlamentari, care concittadine e cari concittadini europei. “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Queste parole di Robert Schuman, il 9 maggio 1950, sul contributo che un’Europa viva deve apportare alla civiltà, sono più importanti chemai. Questi sforzi creativi sono proporzionali al momento che stiamo vivendo, e oggi, forse, sono ancora più necessari di ieri. Lo sono in un momento in cui è ritornata la guerra sul nostro continente, in un momento in cui un popolo europeo, il popolo ucraino, si batte per la libertà, lo sono in un momento in cui voi cittadine e cittadini europei, parlamentari, ministri,commissari, responsabili politici, cittadini specialisti della realtà, come avete detto prima, avete portato a termine un esercizio democratico inedito nella nostra storia e in quella del mondo. Di questa Europa viva, creatrice e democratica, di quest’Europa dell’azione, voi siete i rappresentanti, e a noi spetta esserne gli artigiani, qui, a Strasburgo, in questa capitale europea a cui teniamo tanto. La scelta sovrana del popolo francese mi conduce dinanzi a voi oggi per dirvi che è una responsabilità storica di fronte alla quale la Francia non si tirerà indietro, che porterà ancora più in alto, perché la Francia, nuovamente, ha scelto in maniera chiara e risoluta l’Europa affidandomi un nuovo mandato per lavorare con tutti voi alla costruzione di un’Europa più forte e più sovrana. Un anno fa, collettivamente, abbiamo deciso di far compiere a questa Europa che celebriamo oggi un nuovo passo in avanti. Lo abbiamo fatto con il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, a cui va il nostro pensiero oggi, e sotto la presidenza portoghese del Consiglio europeo, caro Antonio. Tengo a salutare la presidenza e l’eleganza del primo ministro portoghese che è oggi accanto a noi per garantire la continuità, per essere fedele a quell’impegno. E’stato lanciato qui un anno fa in un contesto un po’ diverso, a Strasburgo, capitale della fraternità europea ritrovata, in questo Parlamento che custodisce ciò che abbiamo di più prezioso: la nostra democrazia europea. Questa nuova tappa è quella di un esercizio democratico inedito nella nostra Unione che non consiste nel mettere i nostri concittadini di fronte a delle alternative talvolta forse troppo semplici, pro o contro, ma nel coinvolgerli totalmente nella riflessione sul futuro della nostra Europa. Ciò che avete fatto, ed è qualcosa di inedito, è essere pienamente coinvolti nella concezione di un progetto in un momento di portata storica, e creare attraverso la deliberazione collettiva l’intelligenza del dibattito, il confronto delle idee e delle soluzioni: alcune sono pronte a essere applicate immediatamente, altre devono continuare il loro percorso, ma tutte ci permettono di costruire l’Europa di oggi e di domani. Oggi, in questo 9 maggio, la libertà e la speranza nel futuro hanno il volto dell’Unione europea. E’ in nome di questa libertà e di questa speranza che sosteniamo e continueremo a sostenere l’Ucraina, il suo presidente,Volodymyr Zelensky, e il popolo ucraino. Qual è il nostro obiettivo dinanzi alla decisione unilaterale della Russia di invadere l’Ucraina e di aggredire il suo popolo? Far cessare questa guerra al più presto, fare tutto il possibile affinché l’Ucraina possa alla fine resistere e la Russia non abbia la meglio, preservare la pace sul resto del continente europeo ed evitare qualsiasi escalation. Affinché questa guerra possa finire, abbiamo deciso di applicare delle sanzioni senza precedenti, per ostacolare in maniera duratura le fonti di finanziamento della guerra in Russia. Per sostenere l’Ucraina abbiamo mobilitato, come non era mai accaduto, degli importanti mezzi militari, finanziari, umanitari, e dobbiamo aumentare i nostri sforzi per mettere in pratica una risposta efficace in materia di sicurezza alimentare. Continueremo a farlo. Affinché la giustizia possa parlare, lottiamo e lotteremo contro l’impunità dei crimini inqualificabili commessi dalla Russia in Ucraina. Ciò tuttavia non vuol dire che siamo in guerra contro la Russia. Operiamo in veste di europei per la preservazione della sovranità e dell’integrità territoriali dell’Ucraina, per il ritorno della pace sul nostro continente. Spetta soltanto all’Ucraina definire i termini di negoziazione con la Russia. Ma il nostro dovere è essere al suo fianco per ottenere il cessate-il-fuoco e costruire la pace. Poi, da europei, ci saremo per ricostruire l’Ucraina. Sempre. Perché quando la pace tornerà finalmente sul suolo europeo, dovremo costruire i nuovi equilibri di sicurezza e assieme non dovremo cedere né alla tentazione dell’umiliazione né allo spirito di vendetta. Perché nel passato hanno già fatto troppi danni per i cammini della pace. E’ sempre in nome di questa libertà e di questa speranza che abbiamo prodotto questo slancio civico di cui siete i portatori, questa inedita respirazione democratica. Lo avete detto bene, gli uni e gli altri, con le vostre parole: le vostre generazioni, i vostri lavori ci mettono di fronte a un obbligo. Oggi non è una fine, ma è un punto e virgola, è la fine di una tappa dei vostri lavori e l’inizio della nostra responsabilità. La presidente della Commissione europea ha appena preso un impegno: garantire un attento esame e monitoraggio di ognuna delle vostre proposte, e voglio ringraziarla per questo. Avremo un appuntamento concreto nel mese di settembre. A titolo della presidenza del Consiglio dell’Unione europea e come presidente della Repubblica francese anche io veglierò affinché questo esercizio non sia soltanto un esercizio di stile o un esempio di metodo, ma possa veramente sfociare in una serie di lavori concreti e che i cittadini europei possano raccoglierne i frutti. Questa conferenza non deve fermarsi qui. La mia rinnovata convinzione in questo momento, in questa guerra che stiamo attraversando, e che i vostri lavori hanno confermato, è che le crisi non devono distogliere la nostra attenzione dalla nostra agenda. Molte delle vostre proposte non hanno bisogno di una riforma istituzionale, ma ci ricordano la necessità della nostra agenda. La protezione del clima e della biodiversità, la sanità e la qualità della nostra alimentazione. Un’Europa più giusta, più inclusiva. Un’Europa dell’uguaglianza tra le donne e gli uomini. Un’Europa dotata dei mezzi per difendersi, un’Europa solidale, un’Europa della difesa dei nostri valori e dello stato di diritto. Ovunque, attraverso le vostre proposte, figurano molte cose concrete. Spetterà a noi,nei prossimi consigli e nell’agenda della Commissione, trarne le dovute conclusioni. Mi assumo qui questo impegno. I vostri lavori dissociano due esigenze su cui voglio soffermarmi in maniera particolare: quella dell’indipendenza e dell’efficacia, senza le quali non c’è legittimità nelle nostre democrazie. Questi due imperativi sono anche le lezioni che traiamo collettivamente dalle crisi che abbiamo attraversato e che stiamo vivendo: l’indipendenza e l’efficacia. Più indipendenza europea, più sovranità: è ciò di cui abbiamo bisogno. Superando la crisi di senso che attraversava da tanti decenni, la nostra Europa si è ripresa negli ultimi anni. Attraverso le vostre proposte, ritroviamo il filo di questa agenda strategica che abbiamo disegnato assieme ai presidenti, al primo ministro portoghese, l’agenda di indipendenza strategica, l’agenda di Versailles. La crisi finanziaria vissuta dieci anni fa, la pandemia e la guerra, ci hanno mostrato le nostre vulnerabilità e il rischio di aggravarne le conseguenze quando non rispondiamo in modo sufficientemente rapido e forte alle dipendenze dell’Europa. Il progetto di un’Europa padrona del proprio destino, libera nelle sue scelte, di un’Europa potenza aperta sul mondo, ma dove vogliamo scegliere i nostri partner e non dipendere da loro, è il cuore della nostra missione. Restare aperta senza essere dipendente è la condizione per continuare il progetto europeo e delle nostre democrazie. Avete disegnato alcune linee guida di questo progetto. Esse corrispondono anche a ciò su cui lavoreremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. In materia di difesa per investire in modo ancora più massiccio, identificare le capacità da forgiare e costruire in questo senso delle filiere industriali europee, prepararci a nuove forme di conflittualità, che si tratti di spazio, di cyber, di mare, e proteggere meglio i paesi qui presenti che sono alla frontiera dell’Unione europea. E’ un nostro dovere dinanzi a un nuovo rischio, a una nuova minaccia che si è trasformata nelle ultime settimane. Tutto ciò che difendiamo oggi diventerà lettera morta se nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, da europei, non sapremo rendere credibile la nostra capacità di difenderci, con le nostre cooperazioni, i nostri alleati e le nostre alleanze, e di difendere in particolare il nostro fianco orientale. In materia ecologica, lo avete scritto in maniera perfetta, dobbiamo uscire al più presto, e la guerra ce lo impone, dalle energie fossili. Significa allo stesso tempo rispondere alla nostra agenda climatica, essere più sovrani e mettere la Russia di fronte alle sue responsabilità. La guerra in Ucraina e la nostra volontà di uscire dalla nostra dipendenza dalle energie fossili russe ci porta a dover essere ancora più ambiziosi sul piano climatico. Dobbiamo investire maggiormente nelle energie rinnovabili e nell’energia nucleare, dobbiamo intraprendere il cammino della sobrietà energetica e continuare a proteggere e ad accompagnare gli europei dinanzi agli aumenti dei prezzi. Bisogna agire da europei per fare del nostro continente una potenza ecologica che raggiunga la neutralità carbonica. Dobbiamo anche ritrovare la nostra indipendenza alimentare. La guerra in Ucraina destabilizza profondamente le catene di approvvigionamento e i mercati mondiali. Da europei, dobbiamo rivalutare le nostre strategie di produzione per difendere anzitutto la nostra sovranità alimentare e la nostra sovranità proteinica. Ma anche per poter definire e rivalutare una strategia nei confronti del resto del mondo. Evitare le carestie, le destabilizzazioni geopolitiche alle nostre frontiere e i drammi attorno al bacino mediterraneo è responsabilità di noi europei. Indipendenza democratica e informativa infine. Nelle vostre proposte, e a ragione, insistete molto su questo punto. Avete cominciato a mostrare ciò che siamo veramente: una potenza civica e democratica. E non c’è nessun equivalente al mondo, nessuno. Dobbiamo continuare a far vivere questa potenza civica difendendo la libertà e l’integrità delle informazioni che vengono scambiate sul nostro territorio, difendendo l’integrità dei nostri processi democratici, difendendo ovunque sul nostro suolo la democrazia e lo stato di diritto. E’ ciò che riviviamo attraverso il combattimento eroico dei nostri fratelli ucraini. La democrazia è fragile, lo stato di diritto è precario. Dobbiamo essere capaci di ricostruirne la forza attraverso nuovi impegni. La nostra indipendenza e la nostra sovranità sono le condizioni per la nostra libertà. Il secondo grande cammino è quello dell’efficacia. Sì. Rispondere alle crisi con forza, chiarezza e rapidità è decisivo: lo è farlo come democrazia. Pensate a due anni fa, ma anche a un anno fa, cosa sentivamo dire? Molte delle nostre opinioni pubbliche ci spiegavano che era meglio essere una potenza autoritaria per rispondere alla pandemia. Che era meglio non avere un sistema democratico. Che i vaccini russi o cinesi ci avrebbero salvato. Cos’abbiamo dimostrato invece? Che la scienza libera, aperta, che i processi democratici, trasparenti, deliberativi, esigenti nei nostri parlamenti nazionali e a livello europeo, che un’Europa che si reinventa potenza sanitaria – e tengo a salutare in questo senso l’impegno e il lavoro formidabile della Commissione poiché non c’era alcun testo per dirlo né alcun testo che lo definiva –insieme hanno permesso di costruire una risposta inedita di scienza, di democrazia e di efficacia a questa pandemia. Riuscendo a produrre sul nostro territorio un vaccino, diventando il primo spazio al mondo di produzione di vaccini, rivendicando di non chiudere mai le frontiere, restando sempre quelle e quelli che lasciano aperte le frontiere, esportando e affermandosi come la prima potenza di solidarietà vaccinale. E’ questa l’Europa di cui dobbiamo essere fieri: un’Europa della democrazia, della scienza aperta e libera, e dell’efficacia. L’una con l’altra. E’ questa la scelta che dobbiamo continuare a rivendicare. Quando guardo indietro agli ultimi 15 anni, mi rendo conto che siamo stati troppo lenti nel reagire alla crisi economica e finanziaria. Il Portogallo e molti altri paesi hanno vissuto dei drammi. Prima ci siamo divisi, poi siamo ricaduti nei nostri egoismi nazionali, ci siamo accusati l’un l’altro, non abbiamo fornito una risposta comune e abbiamo sostanzialmente detto alle persone di adattarsi a una realtà e a una crisi finanziaria che, vi ricordo, è stata importata da oltre l’Atlantico. L’unica risposta è venuta – dobbiamo essere umili –dalla Banca centrale europea e dalla famosa formula “whatever it takes” pronunciata da Mario Draghi. Ma di fronte alla pandemia e oggi di fronte alla guerra, abbiamo dimostrato il contrario. Di fronte alla pandemia, c’è stata la risposta che ho menzionato, ma c’è stata anche la decisione unica presa nel luglio 2020 di costruire un nuovo bilancio, dei finanziamenti comuni, una nuova ambizione per l’Europa, raccogliendo denaro insieme sui mercati per investire negli europei per le nostre priorità. E di fronte alla guerra, abbiamo deciso per la prima volta di mobilitare il Fondo europeo per la Pace per aiutare l’Ucraina a difendersi e a combattere come non abbiamo mai fatto prima. Siamo orgogliosi di queste scelte efficaci, senza le quali non saremmo qui oggi a parlarci in questo modo. Be’, in un certo senso, questa efficienza (applausi) – potete applaudire la nostra Europa, che siete tutti voi. La sfida che ci si pone ora è di essere altrettanto efficaci in tempo di pace e senza una crisi da affrontare. Ed essere efficienti significa decidere rapidamente e in modo unitario, saper investire massicciamente nei posti giusti, non lasciando nessuno a piedi – ecco cosa significa essere europei. Di fronte a questo, dovremo anche riformare i nostri testi, questo è ovvio. E voglio anche dire chiaramente oggi che uno dei modi per fare questa riforma è di convocare una convenzione per rivedere i trattati. Questa è una proposta del Parlamento europeo, e la approvo. Io sono a favore. Presuppone che lavoriamo con impegno, sulla base delle vostre proposte, e del vostro lavoro, per definire molto chiaramente i nostri obiettivi, perché dobbiamo iniziare una convenzione sapendo dove stiamo andando. Nella mia esperienza, quando iniziamo esercizi così ambiziosi, se non abbiamo un’idea chiara all’inizio, è raro che questa sia più chiara alla fine. Ci avete fornito un quadro molto forte, e i nostri dibattiti, che sono anche politici, quello che i capi di stato e di governo stanno discutendo, lo dimostrano altrettanto. E così, nelle prossime settimane, dovremo definire i prerequisiti. Dobbiamo anche costruire un accordo tra tutti noi. E io sono, vi dico, a favore di questa riforma istituzionale. E vorrei che ne discutessimo con la necessaria audacia e libertà al Consiglio europeo di giugno. Questo significherà andare verso una maggiore semplicità. Sappiamo come procedere, cioè continuare a estendere il voto a maggioranza qualificata nelle nostre decisioni sulle nostre principali politiche pubbliche. Dobbiamo anche continuare ad andare avanti e definire i modi e i mezzi per mostrare più solidarietà, chiarendo i nostri obiettivi, e l’obiettivo di tutte le nostre istituzioni, stabilendo obiettivi che ci permetteranno di tenere insieme la nostra Europa: la crescita, la piena occupazione, i nostri obiettivi climatici. Le regole di molte nostre istituzioni europee sono state concepite decenni fa, e si basavano su obiettivi che probabilmente oggi sono diventati incompleti, che non ci permetteranno di resistere alle crisi che stiamo affrontando e alla sfida storica della nostra unità. La piena occupazione, l’obiettivo della crescita, la neutralità climatica e l’obiettivo della giustizia sociale devono essere al centro degli obiettivi delle nostre istituzioni. Infine, la riforma e l’apertura di questo cantiere riguardano ovviamente anche la legittimità del controllo democratico, l’approfondimento di questa nuova avventura democratica, e quindi la continuazione delle innovazioni democratiche come abbiamo potuto fare attraverso il vostro lavoro. Vorrei ringraziare la signora presidente per essersi già impegnata chiaramente in questo senso poco fa. Ma sappiamo che dobbiamo andare oltre. Le nostre regole di elezione, le nostre regole di nomina dei nostri rappresentanti, le nostre regole di controllo, i nostri diritti di iniziativa nel Parlamento europeo – tutto questo è ciò che deve essere al centro di questa prossima convenzione. Credo nel profondo che possiamo intraprendere questo lavoro, e l’ho messo sotto la bandiera dell’efficienza –perché? Perché credo che mantenere tutti questi obiettivi economici, sociali e ambientali sia ciò che ci permetterà di agire efficacemente e soprattutto di tenere insieme la nostra Europa. Perché senza questi obiettivi, non saremo più in grado di convincere i nostri popoli che l’avventura europea è ciò che li unisce, li protegge e ci permette di andare avanti. Nel contesto di questa sfida, sappiamo che potremmo non essere tutti d’accordo. Né dobbiamo temere le differenze o le idee d’avanguardia, che sono sempre state fruttuose per il progetto europeo. Inoltre, non hanno mai escluso, anzi ci guidano, ed esistono già, dall’euro a Schengen. Ma mi colpisce il fatto che negli ultimi anni il desiderio di mantenerci a 27 ci abbia impedito di essere più ambiziosi. Mi colpisce anche il fatto – e lo dico constatando un mezzo fallimento – che noi, capi di stato e di governo, non riusciamo mai a riunirci nel formato della zona euro. Siamo l’unica associazione di comproprietà che si astiene dal riunirsi. Come amministratore di condominio, devi sempre invitare tutta la strada. Abbiamo paura di assumerci la responsabilità di essere più ambiziosi, e dall’euro a Schengen è sempre la stessa cosa, e ci sbagliamo perché questi circoli d’avanguardia non escludono, ma permettono a chi vuole andare un po’ più lontano di guidare gli altri e di rendere desiderabile l’ambizione, invece di rendere più rischioso un atteggiamento attendista. Sono a volte consapevole dei timori di un’Europa a più velocità, che già esiste, ma accelerare il passo, aumentare le nostre ambizioni, creare una convergenza al suo centro, senza un formato predefinito, senza mai escludere, ma anche senza mai far rallentare i più scettici o i più esitanti, è ciò che permetterà alla nostra Europa di affermarsi come una potenza. Questa differenziazione aperta a tutti è fedele alla nostra storia e alle ambizioni dei fondatori, di Jacques Delors e della nostra Europa. Infine, per concludere, e qui mi sottraggo alle vostre proposte per tornare al contesto –so che le mie osservazioni sarebbero incomplete se non rispondessi a questo particolare punto. La guerra in Ucraina e la legittima aspirazione di questo popolo, così come della Moldavia e della Georgia, a entrare nell’Unione europea ci invitano a ripensare la nostra geografia e l’organizzazione del nostro continente. E voglio farlo con la stessa sincerità e lo stesso rigore con cui avete condotto il vostro lavoro e con cui vi parlo oggi. L’Ucraina, grazie alla sua lotta e al suo coraggio, è già oggi un membro centrale della nostra Europa, della nostra famiglia, della nostra unione. Ma anche se domani dovessimo concederle lo status di candidato, l’istruzione è fatta e spero che si passi rapidamente all’adesione alla nostra Unione europea. Sappiamo tutti perfettamente che il processo che permette la sua adesione richiederebbe diversi anni, anzi, probabilmente diversi decenni, ed è la verità, a meno che non si decida di abbassare gli standard di questa adesione e quindi di ripensare completamente l’unità della nostra Europa e a volte i princìpi in nome dei quali chiediamo nei confronti di alcuni dei nostri stessi membri – e ne siamo tutti entusiasti. Siamo chiari, l’Unione europea, dato il suo livello di integrazione e di ambizione, non può essere a breve termine l’unico modo di strutturare il continente europeo. Ci sono già diversi paesi nei Balcani occidentali che sono impegnati in un processo di adesione. E questo processo continuerà e loro hanno una vocazione già tracciata. Ma dobbiamo molto chiaramente, di fronte a questo nuovo contesto geopolitico, trovare il modo di pensare alla nostra Europa, alla sua unità, alla sua stabilità, senza indebolire l’intimità costruita all’interno della nostra Unione europea. Abbiamo dunque un dovere storico non di fare come abbiamo sempre fatto e dire che l’unica risposta è l’appartenenza, ve lo dico molto sinceramente, ma di aprire una riflessione storica sull’organizzazione del nostro continente che sia all’altezza degli eventi che stiamo vivendo. In un momento in cui lo stesso Consiglio d’Europa, questa famiglia di valori comuni abbandonata dalla Russia, questo Consiglio presente qui a Strasburgo, è anche scosso dal balbettio della sto- ria. Nel 1989, il presidente François Mitterrand ha aperto questa riflessione in un momento in cui l’Unione Sovietica si stava disintegrando, proponendo la creazione di una confederazione europea. La sua proposta non aveva un futuro. Probabilmente era troppo presto. Associava la Russia a questa confederazione, cosa che naturalmente risultò presto inaccettabile per gli stati che si erano appena liberati dal giogo dell’Unione Sovietica. Ma ha posto una buona domanda, e questa domanda rimane: come possiamo organizzare l’Europa da un punto di vista politico e al di là dell’Unione europea? E’ nostro obbligo storico rispondere oggi a questa domanda e creare ciò che chiamerei una comunità politica europea. Questa nuova organizzazione europea permetterebbe alle nazioni europee democratiche che aderiscono al nostro insieme di valori di trovare un nuovo spazio di cooperazione politica, di sicurezza, di cooperazione in materia di energia, di trasporti, di investimenti, di infrastrutture e di circolazione delle persone, soprattutto dei nostri giovani. L’adesione non pregiudicherebbe necessariamente la futura appartenenza all’Unione europea né sarebbe chiusa a coloro che hanno lasciato quest’ultima. Riunire la nostra Europa nella verità della sua geografia, sulla base dei suoi valori democratici, con la volontà di preservare l’unità del nostro continente e conservando la forza e l’ambizione della nostra integrazione. Questa è la proposta che volevo farvi oggi, oltre che rispondere alla vostra. Nelle prossime settimane e mesi, cercherò di consultare e lavorare con tutti gli stati e i governi interessati a questo progetto per cercare di portarlo a termine, perché credo che la stabilità e il futuro del nostro continente dipendano da questo. Signore e signori, un anno fa vi ho detto che speravo che questa conferenza fosse il ritorno dei grandi sogni e delle grandi ambizioni. Questo è quello che volevate anche voi. Questo è quello che avete fatto. Questo è ciò che perseguiremo insieme. Questa è l’Europa. Che è fatta di sogni folli, di ambizioni senza precedenti. E poi c’è la capacità collettiva di costruire compromessi che a volte possono sembrare faticosi, ma che sono il linguaggio dell’Europa, cioè il linguaggio della traduzione permanente. Agire con forza. Muoversi velocemente. Sognare in grande. Queste parole non sono solo una prerogativa della Cina o degli Stati Uniti d’America. Condividiamo anche noi queste ambizioni. Non dimentichiamo che lo spirito europeo non sarebbe niente senza quest’anima europea in più che ci rende unici, che stabilisce la rotta, che dà senso, che rende la nostra Europa e questo continente senza precedenti dove si fanno grandi feste parlando tutte le nostre lingue e traducendole e avendo una lingua universale che è la nostra, la musica, i nostri inni europei. Quindi questo percorso che abbiamo iniziato a tracciare qui, ora a Strasburgo, è in qualche modo un giuramento. Questo giuramento di Strasburgo per un’Europa sovrana, unita, democratica e ambiziosa. Starà a noi esserle fedeli, tutti insieme.
Potete contare su di me. Grazie mille.
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Sono passati giorni dalla fine del mondiale e credo ci siano due cose entrambe gravi su cui non passerò MAI sopra, ovvero che il direttore di gara ha 1) applicato un regolamento diverso distinguendo championship contenders/ altri piloti e piloti vicini a loro/ piloti lontani da loro (es. Sainz aveva il diritto di lottare con chi aveva davanti invece gli sono stati lasciati davanti doppiati, Ricciardo aveva il diritto di lottare per la posizione con chi lo precedeva, invece è stato lasciato doppiato), 2) dato comunicazione ai doppiati di sdoppiarsi PRIMA che arrivasse dai commissari di percorso la comunicazione di "track clear", ovvero ha ignorato le procedure di sicurezza. Il fatto che Verstappen meritasse un mondiale non è una giustificazione. Non ho niente contro l'idea di Verstappen campione, ma ho molto contro Masi direttore di gara.
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San Marino: congresso di stato per l’entrata in Unione Europea
San Marino pronto ad entrare nell’Unione Europea nel 2023: è questo il tema che si discuterà oggi lunedì 6 dicembre sul monte Titano sul tavolo del congresso di Stato. Sarà una svolta epocale? Nelle prossime ore saranno rese note le dichiarazioni ufficiali dei vertici del governo della Repubblica del Titano. «Viviamo in Europa e dobbiamo integrarci, il percorso può essere modulato sulla base delle reciproche volontà europea e sammarinese», afferma il capogruppo di Noi Per la Repubblica Gian Nicola Berti.
Il negoziato è in fase avanzata e riguarda non solo la Repubblica di San Marino ma anche Andorra e il Principato di Monaco, a quanto si evince dalla Commissione Affari esteri del Parlamento europeo, dove la questione è caldeggiata dai commissari del Partito popolare europeo, che si schierano a favore dei piccoli Stati.
La politica sammarinese è comunque sostanzialmente favorevole al raggiungimento del negoziato. Apprezzamenti sono arrivati dalla Democrazia Cristiana, il partito che ha vinto le elezioni del 2019 ma anche dall’opposizione: «Siamo estremamente soddisfatti che questo percorso stia arrivando a conclusione», ha detto a San Marino Rtv il capogruppo di Noi Per la Repubblica Gian Nicola Berti
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giancarlonicoli · 4 years
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20 nov 2020 14:15
NON VA COMMISSARIATA LA SANITÀ MA LA CALABRIA! – GRATTERI A “TG2POST: “GINO STRADA? NON SIAMO L’AFGHANISTAN, IL COVID È UNO SPICCHIO DEI PROBLEMI. IL SOGGETTO ATTUATORE È L’ASP CHE È STATA SCIOLTA PER MAFIA, DOVE ALL’INTERNO CI SONO GLI STESSI QUADRI DI TRE ANNI FA. ALLORA A CHE SERVE IL COMMISSARIO?” - MINOLI STA ESAMINANDO LA VECCHIA GESTIONE DELLA "CALABRIA FILM COMMISSION" E SONO EMERSE ANOMALIE SULLE RICCHE PARCELLE PER 500MILA EURO ALLO STUDIO LEGALE “GALLO&GALLO”
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NICOLA GRATTERI A TG2POST - GINO STRADA? NON SIAMO L’AFGHANISTAN, IL COVID E' SOLO UNO SPICCHIO DEI PROBLEMI.
Trascrizione dell’intervento di Nicola Gratteri a “Tg2Post”
La Calabria non è l’Afghanistan in tempo di guerra, il problema non è il pronto soccorso, non è l’emergenza, il covid per la sanità in Calabria è uno spicchio, è uno dei problemi. Il commissario si deve interessare di questa voragine, di questo pozzo senza fondo (…)
Il commissario dispone, il soggetto attuatore sarebbe l’Asp che è stata sciolta per mafia, dove all’interno ci sono gli stessi quadri che c’erano tre anni fa. Se i funzionari, gli impiegati e i dirigenti sono gli stessi di tre anni fa, allora a che serve il commissario? Io penso che il senso di un commissario sia quello che le Asp non devono toccare palla.
I concorsi devono essere fatti alla fiera di Roma, con commissari che hanno un cognome tedesco che sono di Pordenone, che conoscono la Calabria dalla carta geografica, altrimenti non ne usciamo. Questa è una cura da febbre da cavallo, snenò la sanità la potete commissariare altri 50 anni, non cambierà nulla
Calabria Film Commission, quando  piovevano parcelle sul  “re dei legali”
Pablo Petrasso per www.corrieredellacalabria.it
«I progetti della Film Commission andranno avanti, se sono regolari. Io non ho mai annullato nulla, mi sono fermata solo quando, vedendo le carte, ho trovato qualcosa che non funzionava». E il giorno in cui Jole Santelli e Giovanni Minoli presentano la loro “fabbrica dei sogni”, un nuovo progetto per  l’audiovisivo in Calabria.
La presidente scomparsa lo scorso 15 ottobre risponde alle domande dei cronisti: non e detto che si riferisca a «carte» trovate spulciando gli atti della “vecchia” Fondazione. La frase resta sospesa, come i progetti che la governatrice non potra realizzare assieme al giornalista che ha scelto perche «e il migliore e ha fatto la storia della televisione».
Neppure Minoli, meno di un mese dopo, crede di poter continuare quel percorso senza chi lo aveva ispirato. Saluta la Calabria e si dimette – le dimissioni saranno respinte dal governatore reggente Nino Spirli – in una lettera nella quale racconta di non essere riuscito neanche a farsi rispondere al telefono dallo stesso Spirli.
In quelle righe di commiato, c’e un’altra frase che resta sospesa. Minoli afferma di «aver chiesto una due diligence sul passato per essere certo – come credo – che tutto il lavoro fatto sia stato chiaro e trasparente e, quindi, si possa agire speditamente». La due diligence, una verifica dei dati di bilancio di una societa, e un atto quasi dovuto quando si materializza un passaggio di consegne.
CONTROLLI SUGLI ATTI DELLA FONDAZIONE
Da due frasi sospese a una certezza: uno studio indipendente della Capitale sta analizzando i conti e gli atti prodotti dalla Fondazione. Di certezza ce n’e anche un’altra: oltre alla due diligence, che e per sua natura indipendente, la stessa Film Commission ha iniziato una revisione degli atti, partendo da consulenze e spese legali.
Secondo i documenti consultati dal Corriere della Calabria, alcune delle pratiche in esame riguardano i pagamenti incassati dall’avvocato Pasquale Gallo, Lello per gli amici, e dallo studio Gallo&Gallo che, negli ultimi anni, ha gravitato nell’orbita dell’ente che si e occupato di rilanciare il cinema in Calabria. Dal passato, com’e ovvio che sia in questi casi, continuano ad arrivare richieste di pagamento. Il nuovo management della  Fondazione ha deciso di verificarne la provenienza. E sulle scrivanie sono niti incarichi, nomine, consulenze, progetti avviati da tempo.
TRE ANNI DI SPESE
Soprattutto – con riferimento al ruolo del legale e del suo studio – negli anni in cui la presidenza e stata affidata a Giuseppe Citrigno (tra il 2016 e il 2020, prima della nomina di Minoli come commissario), che oggi guida la sezione Cinema di Unindustria Calabria.
In quel periodo, infatti, il ruolo di Pasquale Gallo all’interno della Fondazione sarebbe diventato preminente. Un fatto che emerge sia dalle comunicazioni ufciali (il «legale della Film Commission» ha presentato al Festival di Venezia la legge regionale per il cinema) che dalle delibere messe in la nella verica interna.
Nel 2017, Gallo avrebbe ricevuto dalla Film Commission oltre 80mila euro tra compensi, partecipazioni a eventi di settore, spese legali, spese di funzionamento, rimborsi e altro. Nel 2018 sarebbero arrivati servizi di consulenza, rimborsi e spese legali per provvedimenti pregressi per un totale di quasi 73mila euro. Nel 2019, il quadro delle collaborazioni si allarga anche a Fabrizio Gallo, fondatore dello studio Gallo&Gallo.
E dalle casse della Film Commission escono in un anno circa 180mila euro. Quasi tutti per il legale “storico” della Fondazione (al fratello vanno 4mila euro per l’assistenza legale dei progetti “Creativita talentuosa” e “Ostelli accoglienti”): si va dai rimborsi per le spese di missione al contenzioso contro Creative Movie, dalle opposizioni a precetti e pignoramenti ad altri rimborsi per la partecipazione ai Festival di Cannes e Venezia.
Nel 2020, tra gennaio e giugno – dall’insediamento della nuova giunta regionale all’arrivo del commissario Minoli – Lello Gallo resta seduto sul “trono” della Film Commission (lo spunto e offerto da una foto sui social in cui l’avvocato posa effettivamente su un trono) e riceve 79mila euro.
Oltre ai soliti rimborsi (tra i quali quello per la partecipazione allo European Film Market di Berlino), l’avvocato riceve compensi per le proprie consulenze legali: si occupa, infatti, del Modello per la privacy e del Piano Triennale per la Prevenzione della corruzione e per la Trasparenza. Negli anni 2019 e 2020, inoltre, nei conti della Fondazione comparirebbe un altro avvocato legato sempre allo studio Gallo&Gallo, al quale sarebbero andati complessivamente poco piu di 44mila euro.
«STANNO EMERGENDO ANOMALIE»
Dal 2017 a meta 2020, dunque, la galassia legale che fa capo a Pasquale Gallo, avrebbe ricevuto dalla Fondazione Calabria Film Commission una cifra compresa tra i 450 e i 500mila euro. Il centro della questione non e (soltanto) la cifra, ma il sistema utilizzato.
Che prevedeva, per il legale, diversi canali di pagamento e una nuova parcella per ogni causa assunta per conto della Film Commission. Pagamenti parcellizzati, dunque, non una convenzione (che avrebbe, forse, permesso di realizzare risparmi: e proprio questo uno dei temi della verica interna).
L’avvocato Daniele Romeo, scelto da Minoli per entrare nella squadra della “sua” Fondazione, spiega cosi al Corriere della Calabria gli approfondimenti in corso: «Stiamo cercando di fare chiarezza sul metodo che e stato utilizzato prima, per capire se sia stato penalizzante per le casse della Fondazione».
Ci tiene a evidenziare un passaggio nel nuovo corso: «Non e vero che Minoli ha aumentato i costi delle consulenze e dell’area legale – dice –. E il contrario: li ha contenuti. Perche non accadra mai piu che in due anni un consulente costi piu di 450mila euro. Il metodo Minoli e un metodo basato sulla chiarezza e, soprattutto, e un metodo moderno, che premia il merito. Le aziende moderne si pongono degli obiettivi, e quelli bravi vengono pagati perche raggiungono gli obiettivi.
L’obiettivo di una Fondazione non puo essere quello di fare piu cause possibili per poi, tra l’altro, perderle in maniera disastrosa. Deve essere quello di contenere i costi pubblici». Il lavoro iniziato da settimane servira proprio a capire se l’obiettivo sia stato quello. Romeo ha qualche dubbio: «Stanno emergendo diverse anomalie che hanno portato a un dispendio di risorse».
GALLO&GALLO CONTRO LA FILM COMMISSION
Quante e quali siano le cause affrontate dalla Film Commission e materia di cui ora si occupano i tecnici. Certo il contenzioso e sempre stato uno dei tasti dolenti. Anche in passato. Al Tribunale civile di Catanzaro, ad esempio, e stato afdato il ricorso per decreto ingiuntivo avanzato dal direttore organizzativo, per conto della Fondazione del “Festival della Calabria”.
La vicenda si lega a un contratto che risale al 2013, mentre la causa e stata intentata dall’interessato nel 2014. Il professionista si e rivolto al Tribunale per reclamare una consistente quota di retribuzione mai corrisposta. E ha ottenuto, secondo i documenti in possesso del Corriere della Calabria, un decreto ingiuntivo per la somma complessiva di 32.546 euro. L’atto e stato depositato in cancelleria il 16 settembre 2014. Chi ha difeso il direttore organizzativo del festival? Pasquale e Fabrizio Gallo, tempo prima che “Lello” diventasse il “re” dei legali della Film Commission
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rallytimeofficial · 10 months
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Scuola di Formazione Motorsport ACI: incontri per accrescere le competenze dei commissari di percorso e aggiornare medici, paramedici e volontari
🔴 🔴 Scuola di Formazione Motorsport ACI: incontri per accrescere le competenze dei commissari di percorso e aggiornare medici, paramedici e volontari
Sabato 25 novembre doppio appuntamento per la Specialist Motorsport Academy, gestita da ACI Sport e diretta da Raffaele Giammaria: all’Autodromo Nazionale Monza si terrà il corso dedicato agli Ufficiali di Gara, mentre all’Autodromo Piero Taruffi di Vallelunga quello di estricazione da autovetture da competizione dedicato ai medici, paramedici, personale volontario e della protezione civile. “Il…
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Esami di maturità 2023: come si svolgeranno in Emilia Romagna
Gli esami di maturità 2023 sono ormai alle porte. Tra circa quindici giorni avranno inizio le prove scritte e a seguire la prova orale. Dopo le semplificazioni apportate all'esame di Stato a causa della pandemia da Covid 19, si torna per la prima volta alla normalità. Normalità per tutti gli studenti tranne che per alcuni dell'Emilia Romagna. Esami di maturità 2023: come si svolgeranno Il 21 giugno segnerà l'inizio oltre che dell'estate anche degli esami con la prima prova scritta di italiano. La campanella suonerà alle 8.30 e gli studenti dell'ultimo anno saranno impegnati con un tempo a disposizione di sei ore. La prova di italiano sarà uguale per tutti gli istituti ma i maturandi potranno scegliere tra 7 tracce divise in tre tipologie che afferiscono a diversi ambiti: artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. La prima tipologia (A) comprenderà 2 tracce che verteranno sull'analisi del testo uno di poesia, l'altro di prosa; la seconda (B) raggrupperà tre tracce per un testo argomentativo mentre la terza (C) prevederà 2 tracce per un tema di attualità. La seconda prova scritta sarà diversa per ogni tipo di scuola e seguirà la materia specifica di indirizzo. Per gli istituti professionali di nuovo ordinamento la seconda prova si focalizzerà non sulle discipline ma sulle competenze e i nuclei tematici fondamentali di indirizzo. Durante le prove scritte, gli studenti potranno avvalersi solo di dizionari monolingue e di calcolatrici, device come cellulari, ipad, smartwatch e tutti quelli in grado di trasmettere foto e immagini nonché quelli a luce infrarossa o ultravioletta. A partire da una settimana dopo la fine delle prove scritte gli studenti affronteranno la prova orale. Partendo da uno spunto fornito dalla commissione, il colloquio si svolgerà in chiave multi e interdisciplinare. In parole semplici sarà valutata non solo la capacità dello studente di collegare le diverse conoscenze acquisite ma anche il suo percorso formativo e di crescita. Commissioni e punteggio Anche la composizione della commissione d'esame torna a essere quella di prima della pandemia: un presidente esterno all'istituto, 3 commissari esterni e 3 interni. Assegneranno il punteggio finale dell'esame secondo criteri che già conosciamo. - fino a 40 punti per il credito scolastico maturato negli ultimi tre anni - fino a 20 punti per la prima prova scritta - fino a 20 punti per la seconda prova scritta - fino a 20 punti per il colloquio orale. La votazione minima per superare la maturità è di 60 mentre la massima è 100. E' prevista anche la lode. La maturità in Emilia Romagna Ritorno alla normalità dicevamo. Una normalità negata per quest'anno ad alcuni studenti. Parliamo degli studenti residenti nei comuni alluvionati dell'Emilia Romagna. Per loro la maturità non prevederà lo svolgimento delle prove scritte ma solo di quella orale. Il colloquio partirà dalla materia per la quale era prevista la seconda prova scritta per seguire un percorso multidisciplinare. Gli studenti, infine, potranno documentare con una relazione o un documento multimediale le "esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) o dell’apprendistato di primo livello" come si legge nella nota del ministero. Stesso discorso per gli studenti che concludono il primo ciclo di istruzione, vale a dire per gli studenti che affrontano l'esame di terza media. Anche per loro sarà previsto solo un colloquio orale finalizzato a valutare "le conoscenze acquisite dallo studente con particolare attenzione alla capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, alla conoscenza della lingua italiana e alle competenze logico-matematiche, in educazione civica e nelle lingue straniere" come spiegato nella nota del ministero. In copertina foto di Steve Buissinne da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year
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Nomine: commissari per INPS e INAIL. Slitta la scelta del nuovo capo della Guardia di Finanza
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Nomine: commissari per INPS e INAIL. Slitta la scelta del nuovo capo della Guardia di Finanza Non c'è pace sulle nomine: anche la scelta del nuovo capo della Guardia di Finanza, attesa dagli addetti ai lavori, non arriva in un Consiglio dei ministri convocato ieri -4 maggio 2023- a metà pomeriggio e che inizia con due ore e mezza di ritardo. Un Cdm in cui, in una riunione poi piuttosto rapida, arriva invece il blitz su Inps e Inail, con la decadenza degli attuali vertici -Pasquale Tridico e Franco Bettoni- e commissariamento nelle more della revisione della governance dei due istituti. Insorge il Pd, "Il decreto legge approvato oggi dal governo Meloni è un marchingegno costruito solo per mettere le mani subito su Rai, Inps e Inail. È una indecenza, una forzatura gravissima e senza precedenti che non può essere avallata in alcun modo". Lo scrive su Twitter il responsabile economico del Pd. E la norma che consentirà a Giorgia Meloni di nominare un nuovo amministratore delegato alla Rai, perché si libererà da giugno la presidenza del San Carlo di Napoli. Ma il valzer delle poltrone nella tv di Stato ancora sarebbe sullo sfondo del nuovo braccio di ferro in maggioranza. Una tensione che starebbe lambendo anche le prossime, attese, nomine delle partecipate, con la Lega - si racconta in ambienti parlamentari - che alzerebbe la posta sulle Ferrovie. Come un mese fa nella partita per le nomine delle grandi società pubbliche quotate, anche sul vertice delle Fiamme gialle si misurano le distanze fra le anime dell'esecutivo. Alle quattro i ministri sono tutti in attesa al primo piano di Palazzo Chigi (non c'è Matteo Salvini, che si era videocollegato prima alla cabina di regia sulle Olimpiadi Milano-Cortina). Mancano Giancarlo Giorgetti e Guido Crosetto, che si erano visti di prima mattina e avevano condiviso l'idea di indicare il generale Umberto Sirico, attuale comandante dei reparti speciali della Gdf, come sostituto di Giuseppe Zafarana, indicato come nuovo presidente di Eni e che si insedierà a breve (altrettanto a breve va quindi sciolto il nodo della sua successione). E manca Alfredo Mantovano, che spingerebbe invece per Andrea De Gennaro, fratello dell'ex capo della Polizia Gianni -Mantovano era sottosegretario all'Interno quando de Gennaro era capo della Polizia-. In ambienti vicino al ministro dell'Economia si spiega che si tratta di un processo complesso, che vede il coinvolgimento di diversi soggetti e che sta andando avanti da tempo. Un percorso, si sottolinea, condiviso fin dall'inizio, che non vede alcuna divergenza con Chigi o con gli altri soggetti interessati. Qualche ministro cerca di gettare acqua sul fuoco, "nessuno scontro". Il ritardo del Cdm? Legato alla visita dello speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, Kevin McCarthy, e in più "non era tema all'ordine del giorno". Fatto sta che è stata rinviata non solo la scelta per la Gdf ma anche quella del capo della Polizia. E quella del prefetto di Roma. Dal duello sulle Fiamme Gialle potrebbe uscire vincente un terzo nome, quello del generale Fabrizio Carrarini. Mentre a capo della Polizia, se si decidesse di sostituire Lamberto Giannini, potrebbe arrivare Vittorio Pisani. Per la prefettura di Roma si fanno invece i nomi di Vittorio Rizzi, vicecapo della polizia e vicino alla pensione, Laura Lega, capo del dipartimento dei Vigili del fuoco, Carlo Palomba, prefetto di Napoli. Arriva anche il riordino di Inps e Inail: nel decreto approvato dal Cdm è prevista la revisione della governance, con l'abolizione della figura del vicepresidente e una modifica della disciplina del direttore generale, che sarà in carica per 4 anni. Come si legge nel comunicato finale, in via di prima applicazione, al fine di procedere agli adeguamenti dei regolamenti organizzativi e interni degli enti, si prevede che entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge sia nominato un Commissario straordinario, con la conseguente decadenza dei presidenti, dei vicepresidenti e dei consigli di amministrazione. Come spiega il comunicato di Palazzo Chigi, "in relazione alla governance degli enti previdenziali pubblici, si abolisce la figura del Vicepresidente, si prevede una modifica dei poteri del Presidente, che propone la nomina del Direttore generale  e si prevede una modifica della disciplina del Direttore generale, stabilendo che lo stesso sia nominato dal c.d.a. su proposta del Presidente, duri in carica 4 anni (in allineamento con tutti gli altri organi, anziché 5) e sia scelto con procedura comparativa di interpello, come per i dirigenti della pubblica amministrazione, anziché tra i dirigenti interni o tra gli esperti della materia". "In via di prima applicazione - prevede ancora la norma -, al fine di procedere agli adeguamenti dei regolamenti organizzativi e interni degli enti, si prevede che entro 10 giorni dall'entrata in vigore del decreto-legge sia nominato un Commissario straordinario, con la conseguente decadenza dei presidenti, dei vicepresidenti e dei consigli di amministrazione". "Per le fondazioni lirico-sinfoniche, si prevede il divieto di ricevere incarichi, cariche e collaborazioni per coloro che hanno compiuto il 70mo anno di età. Il Sovrintendente delle medesime fondazioni cessa in ogni caso dalla carica al 70mo anno di età; i Sovrintendenti attualmente in carica, che hanno compiuto i 70 anni di età alla data di entrata in vigore del decreto, cessano l'incarico a decorrere dal 10 giugno 2023", lo ha deciso il Consiglio dei ministri, spiega il comunicato di Palazzo Chigi, nel dl che riforma la governance degli enti previdenziali pubblici, delle fondazioni lirico-sinfoniche e delle società quotate. Il decreto dovrebbe incidere anche sulle decisioni sulla Rai e sul futuro dell'attuale amministrazione delegato Carlo Fuortes. "Si dispone la proroga di 10 anni del termine di presentazione della domanda per la concessione del titolo onorifico previste a favore delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati", lo prevede un decreto approvato dal Consiglio dei ministri, come spiega il comunicato di Palazzo Chigi. Il Consiglio dei ministri ha anche deliberato lo stato di emergenza per l'Emilia Romagna in seguito ai nubifragi che hanno colpito la regione. "Il governo sta operando con la massima prontezza - sottolinea Musumeci - d'intesa con la Regione, per fronteggiare una grave situazione di pericolo per l'incolumità delle persone e l'evacuazione di numerose famiglie a causa di esondazione di corsi d'acqua, allagamenti, movimenti franosi e danneggiamenti alle infrastrutture viarie, ad edifici pubblici e privati, alle opere di difesa idraulica ed alla rete dei servizi essenziali". Lo stato d'emergenza ha una durata di 12 mesi e stanzia 10 milioni per "gli interventi più urgenti, d'intesa con la Regione e in deroga alla legislazione vigente". Arrivano due mesi di proroga per la rottamazione quater, come già annunciato dal Mef: la manifestazione della volontà di procedere alla definizione agevolata, spiega il comunicato del Cdm dovrà essere resa entro il 30 giugno 2023 (e non più entro il 30 aprile 2023) e potrà essere integrata entro la stessa data. Il pagamento dei debiti risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dall'1.1.2000 al 30.06.2022 si potranno effettuare in unica soluzione non più entro il 31 luglio 2023, ma entro il 31 ottobre 2023 ovvero nel numero massimo di 18 rate, la prima e la seconda entro il 31 ottobre e il 30 novembre. Nicola Dell'Acqua è stato nominato commissario per la siccità: lo ha deciso, a quanto si apprende, il Consiglio dei ministri. Il Consiglio dei ministri, ha -inoltre- deliberato di inserire il correttivo al decreto migranti, il cosiddetto 'decreto Cutro', nel nuovo decreto di oggi. In particolare si interviene per chiarire le norme sui ricorsi contro le decisioni di inammissibilità... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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carol-agostini · 4 years
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❤Le commissioni internazionali. 🍷Cosa significa fare le commissioni enologiche internazionali? Ci sono tipologie e tipologie di professionisti nel mondo foodandwine, più o meno riconosciuti tali. Io onestamente non mi so posizionare in un'unica categoria, ma quello che mi piace più fare sono proprie le commissioni enologiche internazionali, dove non esistono associazioni di appartenenza, "politica di spinta" o buscarelle per premi e posizionamento. A mio parere sono uno stimolo di crescita, di conoscenza, intuito e capacità di analisi in poco tempo. 🍷Che parametri bisogna avere per essere un commissario? Onestamente non so quali sono i requisiti per cui si è scelti come commissari, ma so chi dovrebbe esserlo e cioè un sommelier o degustatore a livello nazionale o almeno riconosciuto tale, con un percorso formativo stabile e costante, formato a degustare alla cieca senza nessun condizionamento. 🍷Vantaggi nel fare le commissioni "no associative"? Intanto i vini non sono "marchettate" politiche ma vengono realmente giudicati i vini di produttori che si fidano e si affidano a professionisti seri e non eventualmente corrotti o condizionati; poi, si ha la possibilità di degustare realmente territori, vitigni e qualità. Si viaggia parecchio soprattutto all'estero e si incontrano professionisti del settore da tutto il mondo, si parlano le lingue estere in gergo tecnico, ciò impone una buona conoscenza dell'idioma. Incontrare degustatori esteri apre una parentesi di apprendimento poliedrico quanto polietnico. 🍷Quanti siete in Italia a fare le commissioni internazionali? I nomi fissi sono circa 10, massimo 15 persone, onestamente non incontro molti influencer o sommelier o instangramers del mondo wine italiano alle commissioni, aggiungo per fortuna! 🍷Ti piace fare le commissioni? Le adoro e sono parte della mia formazione e vita! Di Carol Agostini grazie Anna la curiosa #carolagostini #sommelier #foodandwineangels #degustazione #ricette #champagnelelignedevie #champagne #bollicine #winelovers #wineandfoodangels #wineblogger #wine #friends #foodblogger #Foodandwinecarol #viniitaliani #vinifrancesi #wine #smartworking #press #vino #madeinitaly #mangiareitalian https://www.instagram.com/p/CEjtZIVJuSe/?igshid=sjlyml6itwst
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La XXIII Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
Si è svolta il 15 marzo a Palazzo Mayer, sede del Comune di Scafati, la conferenza stampa di presentazione della XXIII Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che, per la Regione Campania, si svolgerà a Scafati e Pompei il 21 marzo prossimo. All’incontro con i giornalisti hanno partecipato i Commissari Straordinari del Comune di Scafati, Giorgio Manari, Maria De Angelis e Augusto Polito; il Sindaco del Comune di Pompei, Pietro Amitrano; il Comandante della Polizia Municipale di Pompei, Gaetano Petrocelli; Anna Garofalo, Referente provinciale di Libera a Salerno.
Il programma delle iniziative previste in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno prenderà il via lunedì 19 marzo, con una Veglia di silenzio, riflessione e preghiera con i familiari delle vittime innocenti della camorra. La Veglia si svolgerà a partire dalle ore 18.30 presso la Cappella del Beato Bartolo Longo, nel Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei, e sarà guidata da don Tonino Palmese.
Il 21 marzo sarà la volta del corteo regionale, che partirà da piazza Immacolata a Pompei alle ore 9.00 (il concentramento dei partecipanti è previsto a partire dalle ore 8.00) per raggiungere piazzale Aldo Moro, a Scafati. Qui, alle ore 11.00 ed in contemporanea nazionale con la piazza nazionale di Foggia e con oltre 4000 luoghi in tutta Italia, sarà letto l’elenco dei nomi delle vittime innocenti delle mafie.
Nel corso della conferenza stampa, oltre ai dettagli del programma, sono state illustrate alcune delle misure organizzative adottate per l’occasione. Per il 21 marzo, è previsto infatti un consistente afflusso di autobus che porteranno a Pompei soprattutto studenti provenienti da tutta la Regione. Gli autobus utilizzeranno l’uscita di Pompei Ovest della A3 per raggiungere il luogo di discesa dei passeggeri (via Plinio) e, di qui, le aree di sosta di Scafati, seguendo le indicazioni delle Forze di Polizia e dei volontari dislocati lungo tutto il percorso.
Dagli organizzatori, dalle Autorità civili e dalle Forze dell’Ordine arriva l’invito alla cittadinanza a utilizzare il meno possibile le auto nelle ore di svolgimento della manifestazione, il cui termine è previsto comunque per ora di pranzo. Ma anche l’invito a “sopportare” con benevolenza i piccoli disagi che potranno derivare dall’afflusso di
un alto numero di persone nelle città di Pompei e Scafati e di farlo nel nome del profondo valore della manifestazione.
Nelle prossime ore sarà emessa dai due Comuni coinvolti l’ordinanza con tutte le misure adottate in materia di viabilità e di sicurezza.
“Sarà una grande occasione di festa e di riscatto per questo territorio - ha dichiarato la Referente provinciale di Libera a Salerno, Anna Garofalo. I cittadini della Campania saranno con noi in piazza per Scafati e gli Scafatesi, per riprendersi la bellezza e la dignità di un territorio dalla storia antica e nobile e gridare il loro no alla camorra, alla devastazione ambientale, a ogni forma di corruzione, violenza, illegalità e sfruttamento. Insieme, accanto ai familiari delle vittime innocenti di camorra, che ancora una volta ci indicheranno la direzione di un cammino fatto di impegno quotidiano e di corresponsabilità”.
Una profonda condivisione dei contenuti e del valore dell’iniziativa e una grande disponibilità rispetto agli aspetti organizzativi e logistici è stata espressa dalla Commissione Straordinaria di Scafati, presieduta dal Prefetto Giorgio Manari, e dal Sindaco di Pompei, Pietro Amitrano. Nei loro interventi, la gioia per l’importante opportunità offerta a questo territorio dallo svolgimento della manifestazione regionale.
Nel pomeriggio del 21 marzo, a partire dalle ore 14.30, sono previsti infine tre seminari tematici - beni confiscati e cooperazione, saperi e antimafia, memoria e impegno - promossi da UDS, Link e Rete della conoscenza.
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danielscrepanti · 4 years
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Le 10 domande che sottoporrò in giornata ai colleghi che si sono candidati come consiglieri dell’Ordine degli Architetti sono in realtà più di 10. Ho invitato privatamente tutti i candidati a rispondere a non più di 5 quesiti ciascuno scegliendo le domande dalla seguente lista. Alcuni hanno risposto che lo faranno, altri che lo faranno se lo faranno tutti gli altri, altri ancora che lo faranno ma non sanno se faranno in tempo, altri ancora non hanno risposto e dubito che lo faranno. Ho pregato tutti di accompagnare le risposte con una loro foto (anche artistica) e una brevissima presentazione (sarò drastico nei tagli). Nel rispondere alle 5 domande scelte, ciascun candidato dovrà essere molto chiaro nel precisare se i contenuti espressi lo sono a titolo puramente personale, oppure lo sono come sintesi di un dibattito svolto, o in corso di svolgimento, all’interno di un gruppo di lavoro per definire un programma condiviso di azioni politiche della professione.
1. Qualità dello spazio – Penso alla vicenda della riqualificazione del lungomare di Porto San Giorgio (FM) e della sua futura pista ciclabile, con l’Amministrazione comunale che prima ha impegnato l’Ordine per organizzare un concorso di progettazione volto alla scelta della migliore proposta progettuale per un contesto specifico, e poi ha fatto marcia indietro optando per la scelta del progettista economicamente più vantaggioso. Quale strategia adottare per riuscire finalmente nell’impresa di organizzare concorsi di progettazione (non di idee) in Comuni di medie dimensioni?
2. Valorizzazione del patrimonio culturale – Seguo da tempo le iniziative che il Sindaco del Comune di Monte Rinaldo (FM) Gianmario Borroni sta portando avanti per valorizzare al massimo l’Area Archeologica La Cuma: dalla comunicazione dei risultati della terza campagna di scavo condotta nel 2019 (sostenendo sinergie tra la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche e l’Università di Bologna e la British School at Rome), al meraviglioso concerto in streaming del Maestro Dario Faini, in arte Dardust, avvenuto i primi di giugno. Quale può essere il contributo degli architetti a simili iniziative di valorizzazione integrata e di promozione condivisa del patrimonio culturale del territorio?
3. Ricostruzione post sisma – Dopo 11 anni, quando lungo l’A24 intravedo il centro storico di L’Aquila, scorgendo in lontananza tante gru provo un senso di profonda tristezza. La stessa tristezza che ho provato in seguito alla recente bocciatura del pacchetto di norme sul terremoto del Centro Italia del 2016 da parte della Commissione bilancio della Camera, che hanno poi indotto il Premier Conte a rassicurare il Commissario Straordinario Legnini. Una tristezza analoga a quella che mi ha causato la lettura di un post di Giovanni Marucci, architetto camerte da sempre impegnato per il suo territorio e per la qualità dell’architettura e del paesaggio in Italia. In un passaggio, il post di Marucci diceva che a Camerino, dopo quattro anni dal sisma, “nessun edificio pubblico è stato risanato, la città alta, cuore della vita sociale, culturale ed economica è rimasta colpevolmente ferma a quattro anni fa, senza nessun cenno di vergogna”. Mi domando, ma gli architetti, tutti gli architetti, non dovrebbero rappresentare con più forza e decisione almeno la sofferenza per il loro territorio? Come lottare il più possibile per lenirla e su quali temi concentrare gli sforzi, inclusi quelli comunicativi?
4. Rilancio territoriale – Il rapporto annuale dell’Istat pubblicato pochi giorni fa ha messo chiaramente in luce quello che mi pare il vero tema urbanistico, e conseguentemente architettonico, dovuto alla pandemia da Covid-19: l’acuirsi delle disuguaglianze sociali. Nell’ultimo libro del compianto Bernardo Secchi, “La città dei ricchi e la città dei poveri”, tale tema veniva individuato come la questione urbana che siamo chiamati ad affrontare come architetti del XXI secolo. Tra le manifestazioni di quei processi nazionali che aggravano la situazione, come lo smantellamento del welfare state e la dissipazione di quella che potremmo chiamare “la città pubblica” (per usare in senso molto ampio, e forse consapevolmente improprio, un’espressione coniata da Paola Di Biagi riferendosi all’edilizia sociale e alla riqualificazione urbana), mi viene in mente come esempio la drammatica situazione dei posti letto ospedalieri che in Italia si è ridotta dal 1995 al 2018 da 6.3 a 3.5 posti ogni 1000 abitanti. Tutte queste problematiche, legate alle difficoltà degli strumenti e metodi dell’urbanistica in una condizione di crisi economica e di fortissimo cambiamento tecnologico, mi sembrano un po’ lontane dal dibattito professionale e dalle politiche professionali, eppure dovrebbero essere centrali. Quali iniziative di categoria si potrebbero attuare sotto il profilo analitico e progettuale? Come riportare al centro delle politiche professionali le questioni degli investimenti pubblici locali e della loro realizzazione, manutenzione ed eventuale trasformazione? Come collaborare alla riorganizzazione territoriale dei servizi, particolarmente importante ai fini della gestione delle future emergenze epidemiologiche e dei loro effetti sociali?
5. Scuole innovative – L’articolo 7-ter del Decreto legge 8 aprile 2020 n. 22 (Decreto scuola) convertito dalla legge 6 giugno 2020 n. 41, per la realizzazione degli interventi di edilizia scolastica, prevede che tutti i Sindaci e i Presidenti di Provincia, fino al 31 dicembre 2020, possano operare con i poteri dei commissari straordinari, prevedendo specifiche deroghe al Codice dei contratti pubblici. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha giudicato tale scorciatoia normativa “un atto di grave immaturità politica e di totale inconsapevolezza delle esigenze del Paese e delle modalità con cui affrontarle”. Alfonso Femia, con una lettera inviata al Presidente Cappochin e ai presidenti di alcuni ordini provinciali, ha rincarato la dose ribadendo che “non è segno di maturità politica affrontare il tema scuola post Covid solo attraverso gli strumenti dell’emergenza, né solo soddisfacendo gli aspetti tecnici e normativi per la sicurezza e l’adeguamento energetico”. Come incentivare una visione strategica che faccia partire la riqualificazione del territorio dalla scuola, affrontando per esempio temi come l’offerta di centri estivi, il rapporto con la digitalizzazione, l’attenzione alle famiglie più fragili, il riuso di altri luoghi per le attività didattiche?
6. Superbonus 110 per cento – Quali iniziative intraprendere per sostenere localmente le linee di intervento che beneficiano del cosiddetto super bonus, ossia il nuovo sgravio fiscale che consente di detrarre il 110 per cento delle spese sostenute per far fronte a interventi antisismici e di efficientamento energetico?
7. Burocrazia – Il 26 giugno Michele Ainis ha pubblicato su La Repubblica un articolo intitolato “Se la riforma diventa un vizio”. Tra gli altri dati a supporto della sua tesi, Ainis richiamava le 608 modifiche ricevute nel giro d’un anno dal codice degli appalti licenziato nel 2016; modifiche che sembrerebbero rendere necessaria la sua riforma. Necessità di tale riforma emersa anche in seguito alla ricostruzione del viadotto sul Polcevera di Genova, che è avvenuta in 22 mesi derogando ampiamente sull’applicazione delle norme vigenti del codice degli appalti stesso. Quale posizione assumere rispetto a questi problemi, l’ipertrofia burocratica e riformatrice italiana da un lato e dall’altro la possibilità di sorvolare tutte le procedure e le norme vigenti attuando il cosiddetto modello Genova?
8. Legge per l’architettura – Uno dei grandi temi della politica professionale è la necessità di una legge per l’architettura in Italia. Gran parte del Congresso Nazionale degli Architetti celebrato due anni fa a Roma, ruotava intorno a questo obiettivo, centrale per la qualità della vita dei cittadini, per il rilancio competitivo delle aziende e per il miglioramento delle prestazioni dei servizi pubblici nel territorio italiano. Quale sarebbero i principali contenuti della legge che si vorrebbero proporre all’attenzione della politica?
9. Ordinamento della professione – La bozza di proposta recante Riforma dell’ordinamento professionale diffusa dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori i primi giorni di marzo, ha avviato un dibattito durante l’emergenza epidemiologica che non si è necessariamente potuto sviluppare con l’ampiezza e l’approfondimento necessari. Il 23 e il 24 luglio si terrà una importante Conferenza Nazionale degli Ordini per discutere gli esiti della prima fase di coinvolgimento degli Ordini provinciali. Dopo la conferenza, il Gruppo Operativo “Ordinamento” invierà agli Ordini il quadro sinottico aggiornato con i contributi emersi in tale sede. Si avvierà conseguentemente l’ultima fase di dibattito prevista in occasione degli incontri che il Consiglio Nazionale terrà con le macro-aree territoriali. Si tratta indubbiamente di un percorso di condivisione con gli Ordini di cui va dato merito al Consiglio Nazionale. È inoltre evidente che occorrerà organizzare al meglio la condivisione locale dei princìpi e dei contenuti della riforma. Quali iniziative attivare per favorire la più ampia partecipazione dei “mondi che sono interessati alla disciplina della professione e che già hanno cominciato, negli scorsi giorni, ad esprimersi”? Come potrà avvenire nel nostro territorio il confronto con gli altri interlocutori, e con tutti gli attori interessati al processo, oltre che ovviamente con le Istituzioni politiche?
10. Cultura professionale – Durante il lockdown ho lamentato più volte una tendenza degli architetti a dimenticare alcune radici culturali della propria disciplina e a proporre come inediti dei processi in verità già avviati da lungo tempo. Manuel Orazi ha scritto un bellissimo articolo su il Foglio pubblicato il 03 maggio scorso, intitolato “Architettura da pandemia”, in cui tra le altre cose ha ricordato l’effettiva nascita su basi igieniste dell’urbanistica. A mio avviso, durante la quarantena gli architetti hanno perso la grande occasione di avvicinare nuovamente le persone alla loro cultura professionale, rendendola meno di nicchia e isolata e rispolverando il suo patrimonio di conoscenze ed esperienze progettuali. Indubbiamente, già esistono alcune iniziative di valore operate per favorire la diffusione di una cultura della domanda di architettura. Per esempio, già prima della pandemia, il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha attivato la seconda edizione del progetto scolastico “Abitare il Paese – La cultura della domanda. Bambini e ragazzi per un progetto di futuro prossimo”. Probabilmente, nel momento in cui la scuola ha consentito inedite possibilità di didattica a distanza, gli obiettivi e le strategie di tale progetto si sarebbero dovute rilanciare. Quali ulteriori iniziative intraprendere per colmare la distanza rispetto alla società della cultura architettonica, paesaggistica e urbanistica?
11. Casa comune dell’architettura – Tre proposte per aprire agli iscritti, alle scuole e alla cittadinanza, le porte dell’Ordine, le porte dell’Archivio dell’architetto Sergio Danielli e le porte della biblioteca dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Fermo.
12. Trasparenza e politiche digitali – Pochi giorni fa, il Consiglio dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Milano, ad integrazione della documentazione economico-finanziaria, ha pubblicato “Verso il Bilancio Sociale”, un primo esercizio di rendicontazione e trasparenza. Si tratta di “un documento e di una sezione online a disposizione di tutti, dove sono illustrati priorità e obiettivi, oltre a report sulle attività svolte e i risultati raggiunti nel 2019”. Le priorità di mandato, gli obiettivi futuri, le informazioni sulle attività svolte e sui risultati che verranno raggiunti dal prossimo Consiglio dell’Ordine, saranno condivisi e comunicati in modo innovativo e trasparente agli iscritti e a tutti i portatori di interesse? Come avverranno il monitoraggio e la valutazione del lavoro svolto?
13. Aree interne e aree esterne – L’esperienza più significativa di osservazione ed analisi del territorio che ho avuto modo di compiere è avvenuta all’interno di un progetto di ricerca intitolato “Territorio casa comune”, svolto dal Gruppo di Ricerca ‘Morfologie e dinamiche territoriali’ del Centro de Estudos de Arquitectura e Urbanismo della Facoltà di Architettura di Porto, in Portogallo. Gli studi e le ricerche effettuati si sono sostanziati in una mostra aperta alla cittadinanza che si è tenuta nella ‘Casa del Territorio’ del Comune portoghese oggetto di indagine: Vila Nova de Famalição. Lo studio territoriale aveva un obiettivo molto preciso: costruire una idea collettiva del territorio che si producesse moltiplicando i punti di vista sullo stesso per avere letture, rappresentazioni, discussioni e dibattiti su quel qualcosa che si conosce e riconosce in comune al suo interno e che dà senso alla realtà territoriale. La presentazione della mostra recitava: “Mostrare è una condizione per rendere pubblico, per organizzare una visione del mondo ed esporla al giudizio degli altri. Senza di questo la società è invisibile e il territorio, una astrazione. Se desideriamo che il territorio che abitiamo sia inteso e vissuto come casa comune – come spazio di vita e relazione di un gruppo sociale che lì si inscrive – ebbene questa casa dovrà essere il risultato della costruzione collettiva di un immaginario e di progetti comuni su ciò che siamo come società e su cose e luoghi che possiamo e dobbiamo condividere. Una casa in costruzione”. Mi pare vada in qualche modo verso questa direzione la proposta contenuta nella bozza di Riforma dell’ordinamento professionale degli architetti, per istituire un Osservatorio permanente sulla tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico della Nazione e una rete di Osservatori territoriali organizzati ed animati dagli ordini provinciali. Nelle intenzioni, gli Osservatori dovrebbero essere lo strumento operativo per rafforzare la capacità di interlocuzione della categoria con le istituzioni politiche e con i vari livelli di governo del territorio. Mi chiedo, e chiedo, se tali Osservatori potrebbero anche svolgere il ruolo di supportare i professionisti nel ricollocare le questioni della qualità del progetto all’interno di quadri conoscitivi molto più aderenti alle specificità contemporanee dei contesti territoriali di intervento. Si ritengono necessarie rappresentazioni e analisi del territorio che siano molto attente alla vita contemporanea e alle attuali dinamiche dell’abitare? Si ritengono utili letture ed interpretazioni del territorio meno schematiche e stereotipate di quelle su cui si fondano le politiche urbane e territoriali dell’Unione Europea basate su dualismi arcaici città-campagna, urbano-rurale, centro-periferia, interno-esterno? Se il contrario di interno è esterno, nella Strategia nazionale per le aree interne, credo che la costa adriatica e tirrenica debbano essere incluse tra le aree esterne.
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paoloxl · 7 years
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A Comina, zona nord di Pordenone, zona industriale, è sorto un piccolo accampamento di fortuna dove migranti in attesa di essere regolarizzati sono costretti a vivere. Con teli di nylon e altri materiali recuperati, afghani e pakistani hanno costruito delle piccole capanne. Non c’è luce, non c’è acqua e anche qui come a Gorizia (vedi il manifesto del 13 novembre) mancano i servizi igienici. «Il sindaco asserisce che organizzare un dormitorio degno attirerebbe molte più persone, pensiero comune di chi amministra in questa regione. Sono persone che senza documenti non possono neppure accedere alla Hub che già funziona qui. Aspettano di svolgere le loro pratiche burocratiche, da qualche parte devono stare. Finiscono per dormire all’aperto, sparsi in diversi luoghi della città. In condizioni terribili», racconta Gabriella, una delle volontarie che offre ogni giorno aiuto a queste persone. Fa freddo a Pordenone. In un video il sindaco Alessandro Cipriani giustifica la situazione dicendo che non bisogna farsi prendere dal «facile umanitarismo».
Eletto nelle fila di Fratelli d’Italia, Cipriani porta avanti un percorso già avviato dal suo predecessore, Claudio Pedrotti del Pd, che con le ordinanze «anti bivacco» ha costretto queste persone a vivere ai margini della città. Il successore ha reso se possibile ancora più difficile la loro vita. La Cri ha proposto l’apertura di un dormitorio, l’amministrazione si è messa di traverso. «Parliamo di una settantina di persone. Sono in strada perché devono risolvere le pratiche. In media transitano in un anno un migliaio di persone. Molti sono soggetti vulnerabili, che non otterranno i documenti per poter poi partire alla volta di altri paesi. Di questi, che ne sarà?». Se lo chiede Elisabetta, un’altra volontaria: «La settimana scorsa la polizia municipale è passata nei luoghi dove queste persone si sistemano, vicino al palazzetto dello sport o al Bronx, in zona stazione, e ha pure sequestrato loro coperte e sacchi a pelo».
L’Hub di Pordenone invece viene descritta come un luogo accogliente. È gestita da Senis Hospes, che era in associazione temporanea d’impresa con la cooperativa Tre Fontane Roma, coinvolta in Mafia Capitale. Dopo gli scandali degli anni scorsi molte di queste cooperative si sono “ripulite”, spesso sono state commissariate e quindi non possono essere escluse dai bandi. «In attesa poi di finire nel processo di accoglienza diffusa o di prendere il volo verso altri paesi europei, i più fortunati vivono lì. Circa una settantina di persone. Perché non garantire un luogo caldo anche a chi sta fuori, visto che lo spazio ci sarebbe?», si chiede Alessandra, un’altra volontaria.
Sotto le tende, i racconti di chi vive fuori da qualsiasi percorso di accoglienza sono molto duri. Parlano di violenze subite in Bulgaria o Ungheria da parte della polizia di frontiera. Qualcuno porta ancora i segni di queste atrocità e ci tiene a mostrarceli. Tre giovanissimi che dormono dentro un’auto abbandonata a pochi chilometri da qui hanno negli occhi ancora lo spavento di quanto vissuto in Ungheria, dove uno di loro è stato torturato con degli elettrodi. Francesca e Luigina si vede che hanno confidenza con loro e li invitano a raccontare ciò che tante altre volte hanno ripetuto. Uno di questi è giunto in Italia aggrappato al fondo di un Tir. Quando racconta di quelle ore a pelo d’asfalto sembra quasi riviverle. Sparsi in diversi punti della città, questa settantina di disperati devono anche fare i conti con l’intolleranza. Gli episodi di razzismo sono stati numerosi. Come a Gorizia.
E proprio mentre parliamo arriva la notizia che l’amministrazione di Gorizia ha deciso che oggi, venerdì, la galleria Bombi verrà chiusa con delle reti di metallo e i migranti trasferiti. Non è dato sapere dove.
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