Tumgik
#Festival della Canzone Napoletana.
lospeakerscorner · 5 months
Text
Il futuro della canzone classica napoletana
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
queerbaitesque · 3 months
Text
comunque sanremo dovrebbe essere il festival della canzone napoletana guardate come anche una canzone o cess sembra all'improvviso bella solo perché è in napoletano
19 notes · View notes
flavioscutti · 3 months
Text
Festival della Canzone Italiana
Facciamo chiarezza sulla questione della lingua napoletana
Leggi l'articolo
https://medium.com/p/dd5691dade90
Tumblr media
Tumblr media
3 notes · View notes
diceriadelluntore · 2 years
Photo
Tumblr media
Storia Di Musica #227 - Osanna, Palepoli, 1973
In uno degli anni più belli della musica progressive, il 1973, da Napoli arriva un disco davvero straordinario, che con gli anni è stato considerato album simbolo della scena musicale europea. Nella geografia del prog, gli Osanna sono la voce di Napoli, in una sorta di “contrapposizione” tra quella di Milano della Premiata Forneria Marconi, alla Genova dei New Trolls, alla Roma del Banco Del Mutuo Soccorso o del Rovescio Della Medaglia. Alla fine del 1970 i componenti della prima formazione del gruppo Città Frontale, già Volti Di Pietra, Lino Vairetti (voce), Danilo Rustici (chitarra solista), Massimo Guarino (batteria) e Lello Brandi (basso) incontrano il talentuoso flautista e sassofonista Elio D'Anna, proveniente dagli Showmen di James Senese. Il gruppo deve rimpiazzare Gianni Leone in procinto di entrare nel Balletto di Bronzo, l’altra grande band napoletana del prog: nascono così gli Osanna. L’inizio è folgorante, con la storica partecipazione al Festival Di Caracalla (vinto insieme alla PFM e a Mia Martini) e una performance notevole al Festival Di Avanguardia E Nuove Proposte di Viareggio, che valgono al gruppo un contratto con la FONIT. Incidono quindi nel 1971 L’Uomo: il disco già segna un percorso, in quegli anni estremamente innovativo. Gli Osanna si distaccano dalla matrice anglosassone, soprattutto per quanto riguarda le chitarre, e propongono una musica prog venata di mediterraneo, dove persino le ritmiche  hanno echi di tarantelle e musica popolare. A ciò si aggiunge presto la scelta di presentare le canzoni presentandosi sul palco con maschere, scenografie e movimenti presi dalla commedia dell’arte, con un grande impatto scenico che finirà per influenzare persino dei giganti: i Genesis fecero uno dei loro tour seguitissimi in Italia con gli Osanna in apertura dei concerti, tra il 1971 e il 1972, e Peter Gabriel prese spunto dalla loro estetica per le sue esibizioni post Selling England By The Pound. Il disco è un portento e mentre sono al lavoro per il successivo sono contattati da Luis Bacalov, nel 1972, che li coinvolge nella colonna sonora del film Milano Calibro 9 di Ferdinando Di Leo. Bacalov è reduce dal successo del Concerto Grosso con i New Trolls e vorrebbe ripetere l’esperimento di prog sinfonico con la band napoletana. Il risultato è raccolto nell’album Preludio, Tema, Variazione, Canzona (1972) con esiti contraddittori, anche con discreto successo di pubblico ma il gruppo non è troppo convinto del risultato e non propone nell’edizione di quell’anno del Festivalbar la canzone più nota di quel lavoro, Canzona. La band si concentra quindi sul successivo lavoro, che viene alla luce nel 1973. È un concept album, in pieno stile progressive, che racconta una città ideale, che rifugge dall'uomo "nuovo" descritto da Pier Paolo Pasolini: non a caso il titolo, Palepoli, è un sofisticato gioco di parole in omaggio a Napoli, Neapolis, ma con una prospettiva diversa, che si richiama ad un passato mitico dei tempi d’oro, Palepolis. Il disco è composto da soli tre brani, due lunghissime suite e un piccolo intermezzo. Oro Caldo apre l'album con le voci di un mercato, una taranta, rumori di cose che si spostano, di passi della gente per esplodere immediatamente in una ballata piena di contrappunti di fiati, ampie aperture che sanno di King Crimson per poi svilupparsi in un crescendo mozzafiato di hard blues, tra cavalcate strumentali, flauti, batterie fiammeggianti, un autentico capolavoro. Stanza Città si collega al movimento precedente aggiungendovi un break classicheggiante ed è un piccolo rifiatare che porta ad Animale Senza Respiro: stupenda, si sviluppa in dose massicce di free-jazz, momenti più hard rock, perfino una parte acustica che dopo un dolente momento di languidi suoni elettronici, con l’incedere di un basso sinistro, cambia in dissonante jazz-rock. Il brano è costruito con uno sviluppo melodico classico in ogni variazione ritmica: fuga, mutazione, riappropriazione. Nessuno in Italia, e pochi in Europa, garantivano una solidità strumentale così elevata, in un disco che come nessuno altro, almeno nella nostra penisola, si spingeva così tanto sul lato strumentale nella ricerca di intrecci stilistici (il passaggio verso i 12 minuti in Oro Caldo è paradigmatico in questo senso). A tutto questo si accompagnava una copertina stupenda e un secondo piano estetico del lavoro: infatti il disco fu accompagnato da una rappresentazione teatrale scritta in collaborazione con il drammaturgo e regista teatrale Tony Newiller, sull'evoluzione della cultura popolare napoletana nel tempo, spettacolo che poi supporterà la tournèe di presentazione dell'LP con Tonino Taiuti quale protagonista, durante il quale Palepoli fu portato in giro come spettacolo musical-teatrale insieme a ballerini e mimi, in un tour che li vide al fianco di Genesis (nuovamente) e che toccò letteralmente tutta Italia, con decine di date in posti che all’epoca non avevamo mai avuto un concerto rock (date in Basilicata, Calabria e Sicilia per dire). Palepoli rimane uno dei capolavori del prog europeo, per consistenza musicale, dell’idea di fondo, per l’ardita scelta di mischiare l’antico al moderno, in questo senso con un intento di proclama-appello alla pulizia morale ed urbana (ancora inascoltato). La band dopo il dispendioso tour, sia in termini psicofisici che economici, ha un periodo di pausa, dove i componenti fanno cose diverse (alcuni di loro curano la produzione di Melos dei Cervello, che era la band di Corrado Rustici, fratello di Danilo, in seguito braccio destro di Zucchero, la formazione di una session band chiamata Uno, la ripresa del marchio Città Frontale e altre cose) ma l’aria è cambiata e solo per obblighi contrattuali pubblicano nel 1974 Landscape Of Life, che non vale i precedenti. Si sciolgono  nel 1978 dopo la pubblicazione di un disco funk-jazz, Suddance. Ritorneranno, come molti nomi del prog, negli anni 2000, con la riscoperta del movimento e di quelle bellezze, riproponendo anche cose interessanti (Taka Boom nel 2001 e un live registrato al Teatro Mediterraneo di Napoli) e far scoprire ai più curiosi qualcosa di davvero magico, come Palepoli, uno dei dischi più belli della storia del rock italiano.
24 notes · View notes
londranotizie24 · 1 month
Link
0 notes
sounds-right · 2 months
Text
Tumblr media
Joe Barbieri:  "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana", il nuovo ep dal 23 febbraio 2024
Dal 23 febbraio 2024 sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana", il nuovo ep di Joe Barbieri che celebra la canzone napoletana con la partecipazione di Nico Di Battista e Oscar Montalbano.
Dopo avere celebrato lo scorso anno i propri trent'anni di carriera attraverso una lunga e fortunata tournée, Joe Barbieri si prepara ad affrontare uno dei progetti più significativi ed emozionanti del suo percorso, ovvero il proprio personale omaggio alla Grande Canzone Napoletana attraverso un album ed una serie di concerti (accompagnato dalla chitarra manouche di Oscar Montalbano e dalla DBguitar di Nico Di Battista) che porteranno per titolo "Vulío" .
Barbieri ci ha regalato lo scorso dicembre una splendida canzone inedita dal titolo "Vulesse 'O Cielo" cui ha fatto seguito a gennaio una anteprima di quattro brani (ovvero "Accarezzame", "Lazzarella", "Dicitencello Vuje" e "Cammina Cammina, dell'indimenticato Pino Daniele) che hanno tenuto a battesimo la sua nuova avventura; i rimanenti brani di "Vulío" verranno svelati in digitale a gruppi di 4 ogni mese a partire dai prossimi che vedranno la luce questo 23 febbraio e che saranno "Don Salvato'", "Reginella", "'Na Bruna" e "Santa Lucia Luntana". 
Tutte le canzoni saranno infine raccolte in un cd in uscita il 19 aprile. Giusto in tempo per dare il via al tour che porterà Joe Barbieri in molti teatri e festival italiani:
7 aprile – Mola di Bari (Ba) – Teatro Van Westerhout (ospite: Mario Rosini) 13 aprile – Nocera Inferiore (Sa) – Teatro Comunale Diana 19 aprile – Fusignano (Ra) – Auditorium Corelli 8 maggio – Roma – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone 9 maggio – Asti – Diavolo Rosso 10 maggio – Camogli (Ge) – Teatro Sociale
17 maggio – Napoli – Teatro Acacia (ospiti:  Maurizio De Giovanni, Teresa De Sio, Enzo Gragnaniello e Raiz)
I biglietti per tutti i concerti sono disponibili sul sito www.joebarbieri.com
Spiega l'artista a proposito del suo nuovo progetto: "Chi mi conosce sa quanto rispettoso pudore nutra nei confronti della Canzone Classica Napoletana – racconta Barbieri – un pudore che negli anni mi ha portato spesso a desistere dal toccare questo scrigno. Tuttavia, dentro di me ha sempre bruciato il vulío (una parola della mia lingua madre che io trovo bellissima, che significa 'desiderio' e che ha a che fare anche con le ali del sogno) di ossequiare queste opere d'arte che da sempre hanno illuminato i miei passi di artista. Oggi che ben comprendo quanto nella vita sia importante lasciarsi andare ai gesti d'amore per non accumulare inutili e tardivi rimpianti, sento sia arrivato il momento di rendere un dovuto e libero omaggio alla Napoli mia adorata."
Biografia
Joe Barbieri è un'affascinante anomalia. Un outsider che al di fuori del binario dell'industria si è saputo costruire un percorso personale – all'estero come in Italia – e che è riuscito nel raro esercizio di convogliare il genuino apprezzamento di colleghi, critica e pubblico. 
Barbieri ha all'attivo 6 album di brani originali (ultimo dei quali è "Tratto Da Una Storia Vera", pubblicato nel 2021), oltre a due dischi-tributo entrambi dedicati ai suoi numi tutelari nel jazz: ovvero Chet Baker ("Chet Lives!" 2013) e Billie Holiday ("Dear Billie"; 2019).
Per celebrare i propri 30 anni di carriera, lo scorso anno Joe Barbieri ha pubblicato un album dal vivo ("Tratto Da Una Notte Vera") e ha dato vita ad una fortunata tourné dal titolo "30 Anni Suonati".
La sua musica (venduta in decine di migliaia di copie) è pubblicata in molti Paesi del mondo, e la sua personale cifra stilistica – che lega la canzone d'autore al jazz e alla musica world – lo ha portato nel corso degli anni ad incrociare collaborazioni con colleghi in ciascuno di questi ambiti (da Omara Portuondo a Jaques Morelenbaum, da Stacey Kent a Luz Casal, da Jorge Drexler a Hamilton De Holanda) ed a calcare alcuni tra i palchi più prestigiosi del pianeta.
Il 19 aprile di quest'anno vedrà la luce uno dei progetti più significativi ed emozionanti del suo percorso, ovvero il proprio personale omaggio alla Grande Canzone Napoletana. L'album avrà per titolo "Vulío".
Dopo la prima parte "Accarezzame – Lazzarella – Dicitencello Vuje – Cammina Cammina", "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana" è il secondo ep del nuovo progetto di Joe Barbieri disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 febbraio 2024.
0 notes
djs-party-edm-italia · 2 months
Text
Tumblr media
Joe Barbieri:  "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana", il nuovo ep dal 23 febbraio 2024
Dal 23 febbraio 2024 sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana", il nuovo ep di Joe Barbieri che celebra la canzone napoletana con la partecipazione di Nico Di Battista e Oscar Montalbano.
Dopo avere celebrato lo scorso anno i propri trent'anni di carriera attraverso una lunga e fortunata tournée, Joe Barbieri si prepara ad affrontare uno dei progetti più significativi ed emozionanti del suo percorso, ovvero il proprio personale omaggio alla Grande Canzone Napoletana attraverso un album ed una serie di concerti (accompagnato dalla chitarra manouche di Oscar Montalbano e dalla DBguitar di Nico Di Battista) che porteranno per titolo "Vulío" .
Barbieri ci ha regalato lo scorso dicembre una splendida canzone inedita dal titolo "Vulesse 'O Cielo" cui ha fatto seguito a gennaio una anteprima di quattro brani (ovvero "Accarezzame", "Lazzarella", "Dicitencello Vuje" e "Cammina Cammina, dell'indimenticato Pino Daniele) che hanno tenuto a battesimo la sua nuova avventura; i rimanenti brani di "Vulío" verranno svelati in digitale a gruppi di 4 ogni mese a partire dai prossimi che vedranno la luce questo 23 febbraio e che saranno "Don Salvato'", "Reginella", "'Na Bruna" e "Santa Lucia Luntana". 
Tutte le canzoni saranno infine raccolte in un cd in uscita il 19 aprile. Giusto in tempo per dare il via al tour che porterà Joe Barbieri in molti teatri e festival italiani:
7 aprile – Mola di Bari (Ba) – Teatro Van Westerhout (ospite: Mario Rosini) 13 aprile – Nocera Inferiore (Sa) – Teatro Comunale Diana 19 aprile – Fusignano (Ra) – Auditorium Corelli 8 maggio – Roma – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone 9 maggio – Asti – Diavolo Rosso 10 maggio – Camogli (Ge) – Teatro Sociale
17 maggio – Napoli – Teatro Acacia (ospiti:  Maurizio De Giovanni, Teresa De Sio, Enzo Gragnaniello e Raiz)
I biglietti per tutti i concerti sono disponibili sul sito www.joebarbieri.com
Spiega l'artista a proposito del suo nuovo progetto: "Chi mi conosce sa quanto rispettoso pudore nutra nei confronti della Canzone Classica Napoletana – racconta Barbieri – un pudore che negli anni mi ha portato spesso a desistere dal toccare questo scrigno. Tuttavia, dentro di me ha sempre bruciato il vulío (una parola della mia lingua madre che io trovo bellissima, che significa 'desiderio' e che ha a che fare anche con le ali del sogno) di ossequiare queste opere d'arte che da sempre hanno illuminato i miei passi di artista. Oggi che ben comprendo quanto nella vita sia importante lasciarsi andare ai gesti d'amore per non accumulare inutili e tardivi rimpianti, sento sia arrivato il momento di rendere un dovuto e libero omaggio alla Napoli mia adorata."
Biografia
Joe Barbieri è un'affascinante anomalia. Un outsider che al di fuori del binario dell'industria si è saputo costruire un percorso personale – all'estero come in Italia – e che è riuscito nel raro esercizio di convogliare il genuino apprezzamento di colleghi, critica e pubblico. 
Barbieri ha all'attivo 6 album di brani originali (ultimo dei quali è "Tratto Da Una Storia Vera", pubblicato nel 2021), oltre a due dischi-tributo entrambi dedicati ai suoi numi tutelari nel jazz: ovvero Chet Baker ("Chet Lives!" 2013) e Billie Holiday ("Dear Billie"; 2019).
Per celebrare i propri 30 anni di carriera, lo scorso anno Joe Barbieri ha pubblicato un album dal vivo ("Tratto Da Una Notte Vera") e ha dato vita ad una fortunata tourné dal titolo "30 Anni Suonati".
La sua musica (venduta in decine di migliaia di copie) è pubblicata in molti Paesi del mondo, e la sua personale cifra stilistica – che lega la canzone d'autore al jazz e alla musica world – lo ha portato nel corso degli anni ad incrociare collaborazioni con colleghi in ciascuno di questi ambiti (da Omara Portuondo a Jaques Morelenbaum, da Stacey Kent a Luz Casal, da Jorge Drexler a Hamilton De Holanda) ed a calcare alcuni tra i palchi più prestigiosi del pianeta.
Il 19 aprile di quest'anno vedrà la luce uno dei progetti più significativi ed emozionanti del suo percorso, ovvero il proprio personale omaggio alla Grande Canzone Napoletana. L'album avrà per titolo "Vulío".
Dopo la prima parte "Accarezzame – Lazzarella – Dicitencello Vuje – Cammina Cammina", "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana" è il secondo ep del nuovo progetto di Joe Barbieri disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 febbraio 2024.
0 notes
tarditardi · 2 months
Text
Tumblr media
Joe Barbieri:  "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana", il nuovo ep dal 23 febbraio 2024
Dal 23 febbraio 2024 sarà disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana", il nuovo ep di Joe Barbieri che celebra la canzone napoletana con la partecipazione di Nico Di Battista e Oscar Montalbano.
Dopo avere celebrato lo scorso anno i propri trent'anni di carriera attraverso una lunga e fortunata tournée, Joe Barbieri si prepara ad affrontare uno dei progetti più significativi ed emozionanti del suo percorso, ovvero il proprio personale omaggio alla Grande Canzone Napoletana attraverso un album ed una serie di concerti (accompagnato dalla chitarra manouche di Oscar Montalbano e dalla DBguitar di Nico Di Battista) che porteranno per titolo "Vulío" .
Barbieri ci ha regalato lo scorso dicembre una splendida canzone inedita dal titolo "Vulesse 'O Cielo" cui ha fatto seguito a gennaio una anteprima di quattro brani (ovvero "Accarezzame", "Lazzarella", "Dicitencello Vuje" e "Cammina Cammina, dell'indimenticato Pino Daniele) che hanno tenuto a battesimo la sua nuova avventura; i rimanenti brani di "Vulío" verranno svelati in digitale a gruppi di 4 ogni mese a partire dai prossimi che vedranno la luce questo 23 febbraio e che saranno "Don Salvato'", "Reginella", "'Na Bruna" e "Santa Lucia Luntana". 
Tutte le canzoni saranno infine raccolte in un cd in uscita il 19 aprile. Giusto in tempo per dare il via al tour che porterà Joe Barbieri in molti teatri e festival italiani:
7 aprile – Mola di Bari (Ba) – Teatro Van Westerhout (ospite: Mario Rosini) 13 aprile – Nocera Inferiore (Sa) – Teatro Comunale Diana 19 aprile – Fusignano (Ra) – Auditorium Corelli 8 maggio – Roma – Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone 9 maggio – Asti – Diavolo Rosso 10 maggio – Camogli (Ge) – Teatro Sociale
17 maggio – Napoli – Teatro Acacia (ospiti:  Maurizio De Giovanni, Teresa De Sio, Enzo Gragnaniello e Raiz)
I biglietti per tutti i concerti sono disponibili sul sito www.joebarbieri.com
Spiega l'artista a proposito del suo nuovo progetto: "Chi mi conosce sa quanto rispettoso pudore nutra nei confronti della Canzone Classica Napoletana – racconta Barbieri – un pudore che negli anni mi ha portato spesso a desistere dal toccare questo scrigno. Tuttavia, dentro di me ha sempre bruciato il vulío (una parola della mia lingua madre che io trovo bellissima, che significa 'desiderio' e che ha a che fare anche con le ali del sogno) di ossequiare queste opere d'arte che da sempre hanno illuminato i miei passi di artista. Oggi che ben comprendo quanto nella vita sia importante lasciarsi andare ai gesti d'amore per non accumulare inutili e tardivi rimpianti, sento sia arrivato il momento di rendere un dovuto e libero omaggio alla Napoli mia adorata."
Biografia
Joe Barbieri è un'affascinante anomalia. Un outsider che al di fuori del binario dell'industria si è saputo costruire un percorso personale – all'estero come in Italia – e che è riuscito nel raro esercizio di convogliare il genuino apprezzamento di colleghi, critica e pubblico. 
Barbieri ha all'attivo 6 album di brani originali (ultimo dei quali è "Tratto Da Una Storia Vera", pubblicato nel 2021), oltre a due dischi-tributo entrambi dedicati ai suoi numi tutelari nel jazz: ovvero Chet Baker ("Chet Lives!" 2013) e Billie Holiday ("Dear Billie"; 2019).
Per celebrare i propri 30 anni di carriera, lo scorso anno Joe Barbieri ha pubblicato un album dal vivo ("Tratto Da Una Notte Vera") e ha dato vita ad una fortunata tourné dal titolo "30 Anni Suonati".
La sua musica (venduta in decine di migliaia di copie) è pubblicata in molti Paesi del mondo, e la sua personale cifra stilistica – che lega la canzone d'autore al jazz e alla musica world – lo ha portato nel corso degli anni ad incrociare collaborazioni con colleghi in ciascuno di questi ambiti (da Omara Portuondo a Jaques Morelenbaum, da Stacey Kent a Luz Casal, da Jorge Drexler a Hamilton De Holanda) ed a calcare alcuni tra i palchi più prestigiosi del pianeta.
Il 19 aprile di quest'anno vedrà la luce uno dei progetti più significativi ed emozionanti del suo percorso, ovvero il proprio personale omaggio alla Grande Canzone Napoletana. L'album avrà per titolo "Vulío".
Dopo la prima parte "Accarezzame – Lazzarella – Dicitencello Vuje – Cammina Cammina", "Don Salvato' – Reginella – 'Na Bruna – Santa Lucia Luntana" è il secondo ep del nuovo progetto di Joe Barbieri disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 23 febbraio 2024.
0 notes
siragius · 3 months
Text
maltita la festa di carnevale e del festival della canzone napoletana (ops.. italiana), da oggi si pensa alle cose serie.. Forse. Buon lunedì picciuttelli !!
0 notes
micro961 · 3 months
Text
Michele Bucci - Il nuovo singolo “Sanremo canta Napoli”
Il brano del cantautore sugli stores digitali e nelle radio
Tumblr media
“Sanremo canta Napoli” è il nuovo lavoro discografico del poliedrico artista e cantautore Michele Bucci, sui principali stores digitali in versione play e instrumental e dal 1° febbraio nelle radio in promozione nazionale. Ascoltando il brano è inevitabile considerarlo un inno alla musica italiana e napoletana, rappresentata in tutto il mondo dalla città di Sanremo “Terra dei fiori” e dalla città di Napoli “Terra del sole”. La canzone disegna l’identità di due città che, oltre alla musica, condividono le bellezze naturali delle loro terre che si manifestano nei colori del cielo, del mare e del sole. Produzione impeccabile dagli arrangiamenti ben curati e strutturati, su cui scivola l’interpretazione vocale di Michele, autentica e sentita, donando al tutto un forte impatto emotivo. “Sanremo canta Napoli” è stata arrangiata dal Maestro Ciro Barbato, ed è stata registrata presso la casa discografica Med Music di Napoli.
Storia dell’artista
Michele Bucci nasce a Sant’Agapito (IS) un paese del Molise di circa 1.500 abitanti. Singer-Songwriter, Talent Scout, Produttore Discografico, Direttore Artistico, scrive canzoni dalla sua prima infanzia e continua quotidianamente nella sua opera di creatività. Nell’anno 1986 il suo primo lavoro discografico su etichetta “Durium” con l’album “LA MIA LINGUA È MUSICA”, registrato c/o lo studio G7 di Torino, con produzione di Art Zitelli e arrangiamenti di Silvano Borgatta, fonico Mario Bernardi. Nell’ottobre ’98 registra a Torino l’album “MADY” la “Regina del castello e dei nomadi” con arrangiamenti e Silvano Borgatta. Altro importante lavoro discografico nell’anno 2009 con l’album “L’AMORE CHE NON C’È”, con arrangiamenti di Marco Colavecchio, batteria e percussioni di Francesco Isola. Nell’agosto 2019 vince a Gambatesa (CB) il premio della critica con la sua canzone “X Settembre ‘43”, in occasione del Festival della Canzone Dialettale Molisana. Nel dicembre 2023 è uscito “È NATALE”, arrangiato dal Maestro Angelo De Maio. Agli inizi di quest’anno 2024 esce fuori il suo nuovo lavoro discografico “SANREMO CANTA NAPOLI”. Attualmente è in studio per la realizzazione di nuovi progetti discografici, su brani inediti di sua composizione.
Ascolta il brano: https://michelebucciofficial.lnk.to/sanremocantanapoli
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCPaS0iYjYn4xU9JFK9BbACA
Facebook: https://www.facebook.com/michele.bucci.543
Instagram: https://www.instagram.com/bucci638/
0 notes
cinquecolonnemagazine · 3 months
Text
Geolier: evoluzione, slang o scelta artistica?
È vigorosa la polemica, nata sui social, intorno al testo scritto, reso pubblico in questi giorni, della canzone "I p' me, tu p' te" che il rapper napoletano, Geolier, porterà al Festival di Sanremo di quest’anno. Già dal titolo se ne comprende il motivo: la scrittura non ortodossa usata dagli autori e illeggibile in svariati punti, che ha dato vita a due schieramenti opposti tra coloro che l’aborrono e coloro che la salutano come un tentativo d’innovazione del napoletano scritto. Ma cos’è il napoletano, prima di tutto, una lingua o un dialetto? E quanto sta avvenendo è da considerarsi una sua evoluzione inevitabile o uno slang ad esso parallelo? O, ancora, una mera scelta artistica? Lo abbiamo chiesto, prima di tutto, al Prof. Renato Casolaro, poeta, docente di italiano e profondo conoscitore della lingua napoletana, e raccolto alcuni degli infuocati interventi letti sui social. Il napoletano, prof. Casolaro, è una lingua o un dialetto? Bisogna innanzitutto chiarire che lingua e dialetto non sono termini in competizione fra loro. Una lingua è l’idioma che un paese utilizza nei suoi atti ufficiali e che insegna nelle sue scuole, e in questo senso il napoletano non è mai stata una lingua - tranne un breve periodo di sperimentazione, fallita, in epoca aragonese - negli atti ufficiali del Regno di Napoli si è sempre usato l’italiano, anche sotto i Borbone. Ma si può senz’altro parlare di lingua letteraria, perché in napoletano è fiorita una letteratura di tutto rispetto. I dialetti dell’Italia invece sono tutti lingue nel senso che derivano tutti dal latino parlato, e dunque costituiscono il patrimonio linguistico dei “volgari” neolatini (così anche il fiorentino, assurto più tardi a lingua di tutti i paesi d’Italia grazie all’eccellenza di alcuni suoi poeti, come i tre famosi trecentisti). Il napoletano è una lingua codificata da norme? Il napoletano, come tutti i dialetti, ha una sua grammatica e una sua sintassi formatesi nel tempo dall’evoluzione del latino parlato nei vari luoghi - e che era già diverso da luogo a luogo, come d’altronde nei vari paesi neolatini europei. Questa grammatica è stata descritta in molti manuali fin dal 700. Oggi abbiamo molte “grammatiche” napoletane, ma, contrariamente a quanto avviene per la lingua ufficiale di un paese, esse non hanno e non possono avere un carattere autorevole di norma ufficiale, appunto per lo statuto naturale del dialetto. Dal punto di vista dell’uso scritto del dialetto, poi, quelli che lo scrivono per uso letterario non sempre sono d’accordo sul modo di trascrivere alcuni suoni, nessi, parole (es. “deve” = ha dda oppure ha da oppure adda?). Ma sulla necessità di segnare le vocali anche quando sono semimute gli scrittori “tradizionalisti” sono tutti d’accordo. Oggi per esempio si è diffusa una modalità di scrittura - i cui prodromi si vedono già in parte in autori come Pino Daniele - che ignora la tradizione di scrittura precedente e improvvisa il tentativo di scrivere riproducendo i suoni del parlato. Questa tendenza si è accentuata enormemente negli ultimi autori, tanto che a volte non si riesce a capire subito ciò che si legge, perché non c’è nessuna consapevolezza etimologica e i suoni sembrano riprodotti da persone che non parlano il napoletano. Quanto sta avvenendo è da considerarsi evoluzione o slang? Credo che tu ti riferisca a questo punto non solo al modo di scrivere, ma al napoletano com’è oggi, in particolare sulle bocche dei giovani, che sembrano averlo a modo loro riscoperto. Certo, le lingue tutte si evolvono, e quello che oggi sentiamo come un errore può diventare una nuova “regola”. Avvenne lo stesso nel passaggio dal latino alle lingue romanze: abbiamo testimonianze di maestri che severamente correggevano certi errori che poi sono stati integrati in un nuovo sistema grammaticale-sintattico, la nuova lingua romanza (ad es. l’italiano), sistema formatosi gradualmente per molteplici motivi, soprattutto ad opera dei parlanti stessi, sia pure inconsapevoli. E riguardo alla nuova scrittura, se la funzione di una lingua è la comunicazione, ha senso una scrittura non comprensibile a tutti? Assolutamente nessun senso. A mio modesto parere bisognerebbe battere su questo punto quando si discute di un testo scritto in modo illeggibile, come ad esempio quello che circola su rete del rapper Geolier, che ha suscitato un vespaio di reazioni forse più per i contenuti (a volte inesistenti, ma questo è solo il mio parere personale) che per la forma, la quale invece secondo me dovrebbe essere al centro dell’attenzione: se un testo è scritto in modo chiaro (dicevo ai miei alunni quando insegnavo italiano) si possono valutare i contenuti, altrimenti puoi avere le idee più vaste e profonde del mondo ma non comunichi. Diversi pareri sulla questione Geolier Di diverso parere è Il Prof. Nicola De Blasi, ordinario di Storia della lingua italiana e di Dialettologia italiana presso l'Università di Napoli “Federico II”, che intervistato in merito alla questione Geolier, dalla giornalista Ida Palisi per il Corriere del Mezzogiorno, si è così espresso: “Come canta Geolier è una scelta artistica che non ha una forza modellizzante o normativa e non penso che questo giovane rapper abbia in mente di suggerire a tutti di scrivere come sono scritti i suoi testi. Canta in un dialetto che fa parte dell'esperienza quotidiana di molti parlanti, non solo dei giovani. Forse per lui la grafia usata è per così dire parte integrante della sua creazione artistica, quindi una diversa scrittura gli apparirebbe poco adeguata alle sue intenzioni. Comunque una cosa singolare è che un dibattito sul tema "il dialetto napoletano si deve scrivere come si parla" si è svolto a Napoli a fine Ottocento”. Quindi potremmo deporre le armi e tranquillamente decidere se seguire o meno il rapper e Sanremo, se non fosse per la questione dei contenuti delle sue canzoni e del contesto sociale nel quale sono nate: Luigi Ascione – agronomo ed enologo – attento osservatore dei cambiamenti della cultura napoletana: “Bisognerà ragionarci, questi sono soprattutto i nuovi creativi dialettali, questo è il dialetto che si parla, questa è la trascrizione. D’altra parte consistenti strati di popolazione lasciati a sé stessi, senza lavoro, senza istruzione, senza diritto di cittadinanza prendono spazi di sopravvivenza e creano la propria cultura. Se non hanno filtri culturali a monte non possono fare altro che assumere gli elementi che la società mercantile indica loro come simboli del successo.” Riflessioni più che condivisibili e, in parte, riprese anche dall’attore e autore di poesie che hanno a tema la periferia industriale di Napoli, Giovanni Merano: “È la mercificazione del napoletano, a mio avviso. Non so se sia una evoluzione o una deriva della lingua. Due punti di vista del medesimo fenomeno. Ognuno può e deve esprimersi come meglio crede o sa fare, e se arriva anche ad una sola persona, la missione è compiuta. Lungi dallo screditare l’uomo e anche l’artista, non mortificherei mai il lavoro altrui, la lingua usata dal rapper non è di mio gusto, per me è una deriva.” Contrario si è detto anche Michele La Veglia, ingegnere e cultore della storia e della lingua napoletana, autore di due saggi e una quarantina di pubblicazioni sulla storia dei “Vigili del fuoco”: "Napolitano Evolution 2024” è una sintesi mia di quanto vado leggendo. L'evoluzione di un linguaggio passa comunque attraverso uno standard di correttezza grammaticale ed è noto che il napoletano di Pino Daniele costituiva un’ evoluzione rispetto alla letteratura del 1600, per esempio, di Giambattista Basile. Qui si tratta di slang e lo slang è parlato e tt kk = tutte le cose, scritto soprattutto nei messaggini ci sta. Poi, mi permetto di dire che una canzone in napoletano, presentata al Festival della canzone italiana, dovrebbe essere scritta in lingua napoletana corretta. Ecco anche evoluta, senza sofismi di inizio secolo, ma comunque con parole comprensibili ad un vasto pubblico.” … anche Carlo Rinaldi, autore di poesie in napoletano e insegnante di lingua napoletana: “Non credo che conoscano il napoletano parlato visto che mutuano termini italiani napoletanizzandoli con l'esclusione della finale.” Per il momento è tutto ma prima, ecco il testo “incriminato”. A voi soprattutto le conclusioni possibili: "I p' me, tu p' te" - Geolier - Testo di D. Simonetta - P. Antonacci - E. Palumbo - M. Zocca - D. Simonetta - G. Petito - D. Totaro - F. D’AlessioEd. Eclectic Music Publishing/Thaurus Publishing/Golden Boys/ Nuova Nassau/Music Union/Management33 Music/ Wonder Manage/Studio Uno Sound - Milano Nuij simm doije stell ca stann precipitann T stai vestenn consapevole ca tia spuglia Pur o’mal c fa ben insiem io e te Ciamm sprat e sta p semp insiem io e te No no no comm s fa No no no a t scurda P mo no, no pozz fa Si ng stiv t’era nvta A felicità quant cost si e sord na ponn accatta Agg sprecat tiemp a parla Nun less pnzat maij Ca all’inizij ra storij er gia a fin ra storij p nuij O ciel c sta uardann E quant chiov e pcchè Se dispiaciut p me e p te Piccio mo sta iniziann a chiovr Simm duij estranei ca s’incontrano E stev pnzann a tutte le cose che ho fatto E tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu pe’te Tu m’intrappl abbraccianm Pur o riavl er n’angl Comm m può ama si nun t’am Comm può vula senz’al, no È passat tantu tiemp ra l’ultima vot Ramm natu poc e tiemp p l’ultima vot No, no no no comm s fa No no no a t scurda P mo no, no pozz fa Nun less pnzat maij Ca all’inizij ra storij er gia a fin ra storij p nuij O ciel c sta uardann E quant chiov e pcchè Se dispiaciut p me e p te Piccio mo sta iniziann a chiovr Simm duij estranei ca s’incontrano E stev pnzann a tutte le cose che ho fatto E tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu p’te Sta nott e sul ra nostr, Si vuo truann a lun a vac a piglia e ta port, E pur si o facess tu nun fuss cuntent, Vuliss te stell, vuless chiu tiemp cu te. Piccio mo sta iniziann a chiovr Simm duij estranei ca s’incontrano E stev pnzann a tutte le cose che ho fatto E tutto quello che ho perso, non posso fare nient'altro I p’me tu p’te I p’me tu p’te I p’me tu p’te Immagine di copertina: DepositPhotos Read the full article
0 notes
lamilanomagazine · 4 months
Text
Il sindaco Manfredi conferisce la Medaglia della Città di Napoli a Miranda Martino
Tumblr media
Il sindaco Manfredi conferisce la Medaglia della Città di Napoli a Miranda Martino. "Attrice nobile e raffinata interprete dell'autentica tradizione della canzone napoletana, profondamente legata al suo immenso patrimonio musicale che ha valorizzato con la sua inimitabile voce". È racchiusa in queste parole la volontà del sindaco Gaetano Manfredi di conferire a Miranda Martino la Medaglia della Città di Napoli. Mercoledì mattina, in Sala Giunta, a Palazzo San Giacomo, il sindaco ha consegnato all'artista la targa su cui è riportata la motivazione del riconoscimento che le è stato tributato anche in "segno di profonda gratitudine ed ammirazione". Il momento della consegna, al quale ha preso parte anche il delegato del sindaco per l'Industria musicale e l'Audiovisivo, Ferdinando Tozzi, è stato preceduto da una lectio del giornalista Federico Vacalebre. Miranda Martino ha debuttato nel 1955 vincendo il concorso “Voci nuove per Sanremo” e in quasi settant'anni di carriera ha mostrato il suo talento artistico come cantante, come interprete di riviste musicali e di operette accanto a Nino Taranto, Carlo Dapporto, Erminio Macario e Sandro Massimini, e come attrice sia in ruoli brillanti che drammatici. Al cinema ha lavorato, tra gli altri, con Totò, Tina Pica, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Fernando Rey, Sabrina Ferilli e Alessandro Gassman; in teatro con Piera degli Esposti, Arnoldo Foà, Mario Scaccia, Giorgio Albertazzi, Gigi Proietti e Matteo Garrone. In campo musicale sono da ricordare le cinque partecipazioni al Festival di Napoli, a partire dal 1957, le tre partecipazioni al Festival di Sanremo tra il 1959 e il 1961, e le collaborazioni con grandissimi autori come Armando Trovajoli, Luis Bacalov ed Ennio Morricone. Proprio a Morricone si devono la direzione e gli arrangiamenti delle canzoni classiche napoletane interpretate da Miranda Martino negli anni Sessanta e ristampate in occasione del suo recente novantesimo compleanno. «Manco da Napoli da tanto tempo, ma Napoli è tutto per me. Mio padre era di Aversa e mia madre di Angri, anche se io sono nata a Moggio Udinese. Artisticamente ha cominciato con Nino Taranto, facevamo la Festa di Piedigrotta e poi abbiamo fatto tante cose insieme. Questo riconoscimento ha un valore straordinario. Mi chiedo solo perché non mi sia stato dato prima», ha commentato simpaticamente Miranda Martino. «È un riconoscimento dovuto, ad una grandissima artista che ha rappresentato e rappresenta un pezzo della storia musicale della città. Stiamo valorizzando questa storia che è fatta di tradizione, di talento, di identità. In quest'ottica siamo molto grati a Miranda Martino per il contributo che ha dato a Napoli e alla canzone napoletana», ha concluso il sindaco Manfredi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
true-trauma · 5 months
Text
Sanremo 1995, conduzione e direzione artistica di Pippo Baudo. Durante quell’edizione il festival fu vinto da Giorgia con Come saprei e vide altri partecipanti di tutto rispetto quali Andrea Bocelli con Come saprei, Giorgio Faletti con L’assurdo mestiere e Ivana Spagna con Gente come noi.
Durante la serata dedicata ai duetti, proprio la vincitrice si cimentò, accompagnata ad un’altra grande voce della musica napoletana, Gigi Finizio, in un’interpretazione a dir poco magistrale di un brano proprio della tradizione musicale napoletana: I’ te vurria vasà.
I’ te vurria vasà nasce come poesia, scritta da Vincenzo Russo, modesto calzolaio, racconta di una storia d’amore mai andata in porto tra lui ed Enrichetta Marchese. Una storia d’amore che, pur ricambiato, è stato osteggiato e impedito dai genitori di quest’ultima. Vincenzo Russo scrisse la poesia sul finire del 1899, e fu musicata successivamente da Eduardo Di Capua, notoriamente già compositore musicale della canzone ‘O Sole mio, pubblicata nel 1898, e da Alfredo Mazzucchi. Secondo la tradizione, i fogli con i versi della poesia furono consegnati da Russo a Di Capua il 1° gennaio 1900 sul finire di una rappresentazione teatrale al Salone Margherita dove si esibiva Armando Gill.
La canzone è stata negli anni ripresa e reinterpretata da numerosi altri cantanti: oltre a Giorgia e Gigi Finizio infatti l’hanno portata al loro pubblico anche nomi come Claudio Villa, Mango, Mina, Enrico Caruso, Luciano Pavarotti, Sergio Bruni, Peppino Di Capri e Massimo Ranieri.
Tumblr media
0 notes
atomheartmagazine · 6 months
Text
Nuovo post su Atom Heart Magazine
Nuovo post pubblicato su https://www.atomheartmagazine.com/giuliana-florio-sogno-sanremo/
Giuliana Florio: “Sogno Sanremo, ho una canzone inedita pronta”
Giuliana Florio, la tiktoker delle live NPC: “Sogno Sanremo, ho una canzone inedita pronta”.
Giuliana Florio, la creator NPC più conosciuta d’Italia si racconta a RadioRoma.it e rivela: “Ho una canzone inedita che vorrei portare al Festival di Sanremo, Amadeus sono pronta”.
Su TikTok da qualche giorno non si parla d’altro: i video di Giuliana Florio, la 27enne napoletana che ha portato le live NPC in Italia, sono ovunque. Gli audio estratti dai suoi contenuti sono utilizzati ogni giorno da centinaia di creator che popolano il social network cinese.
All’interno del programma “Social Trend” condotto da Matteo Acitelli ed Esmeralda Moretti su RadioRoma.it la tiktoker Giuliana Florio è intervenuta per raccontare com’è nato il suo personaggio e quali sono i suoi obiettivi futuri: “Ero su TikTok da mesi, cercavo un modo per ottenere visibilità sfruttando la potenza dei social” – ha raccontato la regina degli NPC in Italia –. “Quando mi sono imbattuta per la prima volta in una live NPC di PinkyDoll ho capito il potenziale di questo format e consapevole del fatto che nessuno lo aveva ancora fatto in Italia, ho pensato di farlo io caratterizzandolo localmente”.
Il rapporto con la musica
“Sto per pubblicare su Spotify con distribuzione ADA Music Italy (Warner Music) il pezzo ‘FrrrRha’ che è nato da questo trend. Il mio obiettivo è quello di portare la mia musica su palchi ancora più importanti come ad esempio il Festival di Sanremo, mai dire mai” rivela la tiktoker Giuliana Florio che a Radio Roma Television svela che dietro al suo personaggio si cela una vera e propria “content strategy”: “Ho studiato Sociologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II, su TikTok ho seguito una strategia per costruirmi una community da canalizzare poi su altre direzioni”.
“Purtroppo oggi puoi essere anche il più bravo del mondo a fare una cosa ma se non hai un pubblico disposto ad ascoltare quello che tu proponi è quasi inutile”; da questo ragionamento Giuliana ha deciso di mettersi in gioco su TikTok: “Ho cercato di lavorare al contrario: prima ho costruito un pubblico di persone interessate a quello che faccio e poi vedremo”.
In attesa di Sanremo, intanto, cavalcando la popolarità che sta ottenendo su TikTok ha in programma l’uscita del suo brano “Frr Rha”: “A 5.000 pre-save su Spotify annuncerò la data di uscita della canzone; la sto producendo con il mio amico Gabriele Silvestri, una hit per cavalcare l’onda di ciò che sto generando online e per raggiungere il maggior numero di persone possibili”.
Ma per Giuliana Florio la canzone “Frr Rha” è solo un tassello in più collegato alla sua strategia comunicativa. L’ambizione finale è un’altra, come rivela ai microfoni della trasmissione Social Trend su Radio Roma: “Il mio obiettivo è proporre le mie canzoni; scrivo da quando avevo 6 anni, ho tantissimi brani pronti molto più profondi e carichi di significato che spero avranno un pubblico anche al difuori di TikTok”.
Giuliana Florio a Sanremo?
E in chiusura di trasmissione la tiktoker Giuliana Florio annuncia: “Mi sento pronta per Sanremo, ho già una canzone inedita pronta, un brano che ho scritto 3/4 anni fa. Un pezzo scritto per metabolizzare ed elaborare una delle cose più brutte e difficili che mi sono capitate nella vita, mi trema la voce solo a pensarci. Ce l’ho pronto, mai pubblicato su Internet proprio perché spero di poterlo usare al momento opportuno”.
L’intervista integrale a Giuliana Florio sarà trasmessa lunedì 6 novembre 2023 alle ore 19.30 all’interno del programma “Social Trend” condotto da Matteo Acitelli ed Esmeralda Moretti su Radio Roma Television (e in streaming su RadioRoma.it), con la regia di Chiara Proietti.
0 notes
personal-reporter · 10 months
Text
Lacmus Festival 2023
Tumblr media
La settima edizione di Lacmus Festival si terrà dal 6 al 17 luglio sul Lago di Como in Tremezzina, a Bellagio e in Brianza, con artisti di fama internazionale e talenti emergenti, insieme ai direttori artistici Louis Lortie e Paolo Bressan in ben 12 concerti. La programmazione di quest’anno sarà incentrata su Sergej Rachmaninov, di cui ricorrono il 150° anniversario della nascita e l'80° della morte, che fu uno dei più grandi virtuosi del pianoforte e al suo strumento dedicò numerosi capolavori, spesso di enorme complessità tecnica per l’interprete. Nel programma del Festival verranno inclusi compositori che hanno vissuto fuori dalla loro patria, come l’ungherese György Ligeti, di cui si ricroda il centenario della nascita, o il russo Igor Stravinskij. Obiettivo di Lacmus Festival è onorare lo spirito di resilienza che ha accompagnato l’esilio forzato di tanti grandi musicisti, la cui forza creativa ha saputo vincere le difficoltà che da sempre accompagnano chi lascia la propria patria tra Villa del Balbianello, Villa Carlotta, il Santuario della Madonna del Soccorso ad Ossuccio, la Greenway del Lago di Como, il Grand Hotel Tremezzo, Castello Durini ad Alzate Brianza e Villa Melzi a Bellagio, oltre a nuove location, come il Parco Teresio Olivelli di Tremezzo e l’Abbazia di San Benedetto in Val Perlana, immersa nei boschi ed accessibile solo a piedi. Fra le sorprese che accompagnano Lacmus Festival, c’è la prima edizione del Premio per pianisti Guglielmina Durini Litta contessa di Monza, in omaggio alla nobildonna milanese nata nel 1837 e scomparsa ai primi del Novecento, infaticabile promotrice culturale ed eccellente pianista.  Il Premio, in collaborazione con LacMus Festival, sarà assegnato nel corso della serata con il concerto in programma a Castello Durini, il 9 luglio. Il sipario si aprirà giovedì 6 luglio a Villa del Balbianello con  il direttore artistico di LacMus Festival Louis Lortie, insieme ad un violoncellista emergente, il coreano Jaemin Han, risultato il più giovane vincitore nella storia del prestigioso Concorso Enescu nel 2021. Venerdì 7 luglio Lacmus Festival farà tappa a Villa Carlotta, e vedrà riunito il duo formato da Louis Lortie e Hélène Mercier, che hanno spesso condiviso avventure concertistiche e discografiche. Over the Rainbow è il titolo del terzo concerto, in programma a Villa Melzi d’Eril sabato 8 luglio, con star della serata il soprano Anna Pirozzi, considerata una delle massime interpreti del repertorio verdiano della sua generazione, in un viaggio musicale tra le più note arie del repertorio operistico, per approdare al musical e alla canzone napoletana. Domenica 9 luglio il festival si sposta in Brianza, al Castello Durini di Alzate, per A Night at the Castle, con l’italiano Giovanni Bertolazzi, premiato al Concorso Liszt a Budapest nel 2021, e l’ucraino Illia Ovcharenko, che nel 2022 ha vinto l’Honens International Piano Competition. Per il pubblico martedì 11 luglio l’appuntamento è in mattinata all’Abbazia di San Benedetto in Val Perlana, con Luca Giovannini, primo premio al Johannes Brahms Competition e al Grand Prize di Salisburgo. Nella stessa giornata ritorna la Greenway Musicale del Lago di Como, dove si alternano passeggiate ed ascolti di intermezzi musicali, affidati ad una schiera di giovani e talentuosi interpreti. L’affascinante soprano tedesco Christiane Karg sarà la protagonista mercoledì 12 luglio insieme al baritono Michael Nagy, per Aimez-vous Brahms, interamente dedicato al genio tedesco a Villa Carlotta, dove il compositore soggiornò. Pwr A Rachmaninov Celebration, giovedì 13 luglio a Villa del Balbianello, ci sara il pianista Alexander Kashpurin, formatosi a San Pietroburgo ed allievo di Louis Lortie. Accanto agli artisti di fama internazionale e ai giovanissimi emergenti, si segnala l’appuntamento con la Cappella Musicale del Duomo di Milano diretta da Monsignor Massimo Palombella, che percorrerà le tappe più significative dell’anno liturgico attraverso il canto gregoriano e la polifonia rinascimentale al Santuario della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio, venerdì 14 luglio. Sabato 15 luglio al Parco Teresio Olivelli di Tremezzo ci sarà Rhapsody in Blue on the Waterfront e un programma molto vario del pianista americano Andrew Von Oeyen e dalla banda di ottoni dei Quintessenza Brass. Non mancherà il concerto all’alba al Parco di Mezzegra, seguito da una sessione di yoga, domenica 16 luglio, con  Raffaele Putzolu, uno dei più brillanti chitarristi italiani, e un recital in cui, accanto ad un omaggio a Bach, spiccano pagine di Tárrega, Villa-Lobos e Rodrigo, di ispirazione iberica e sudamericana. Il concerto di chiusura, previsto per lunedì 17 luglio al Grand Hotel Tremezzo, vede insieme l direttore artistico Louis Lortie al pianoforte e Danusha Waskiewicz, viola solista dei Berliner Philharmoniker e della Luzern Festival Orchestra, Jan Vogler, violoncellista di fama mondiale e artista Sony, e Markus Daunert, violinista e cofondatore della Mahler Chamber Orchestra. Read the full article
0 notes
londranotizie24 · 1 month
Link
0 notes